In questo Forum puoi scrivere... con cognizione... quello che vuoi.
Argomento bloccato

31/07/2013, 19:44

Il sondaggio dell'Espresso

Berlinguer ti (ri)voglio bene
Un elettore del Pd su 2 sogna il ritorno del Partito comunista



Immagine:
Immagine
8,41 KB

Nostalgia canaglia: la maggioranza degli elettori di sinistra vorrebbe un ritorno al Pci. Ufficiale: la svolta del 2007 non è andata giù a nessuno.

http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp


E capirai! basta che ricambiano ... nome! tanto sono sempre gli stessi ... [:246] [:257]

31/07/2013, 19:48

Scenari catastrofici

Con Berlusconi fuori gioco l'Italia finisce alla Merkel

Il governo Letta è troppo debole per reggere alla condanna: i mercati si scatenerebbero contro le banche. E noi perderemmo la sovranità nazionale: ecco come


Immagine:
Immagine
24,4 KB

La Borsa va a gonfie vele. E il titolo Mediaset ancora meglio. Sul fronte dei titoli di Stato le notizie sono ancora migliori: calano i rendimenti, l’offerta piove copiosa sui Btp a 5 e 10 anni. Intanto, dal fronte delle imprese, arriva la notizia che la fiducia è risalita ai massimi dal novembre 2011. Insomma, a leggere i dati in arrivo dalla finanza, il rischio di uno «strappo» politico non esiste. O, comunque, non è tale da condizionare più di tanto la congiuntura economica. Le cose, però, non stanno proprio così. L’eventuale ribaltone giudiziario avrebbe grosse conseguenze. Nel presente e in prospettiva.

Per carità, tra i partner europei si avvertono i primi segnali di nervosismo rispetto al governo Letta. Ad esempio, il settimanale tedesco Spiegel boccia l’esecutivo che «sembra anch’esso incapace di riforme vere», condizionato com’è dal potere di veto delle lobbies. Ma questo governo, nonostante le mine sul suo percorso, sembra in grado di consentire al Paese di sfruttare l’alito di ripresa che soffia sui mercati. Soprattutto se saprà accelerare il passo sul fronte delle privatizzazioni. La navicella, insomma, va a strappi, però sembra marciare nella direzione giusta. Per ora. Ma si andrà ancora avanti così una volta caduta, se mai cadrà, la spada di Damocle sulla testa di Berlusconi? Probabilmente no. Concediamoci un po’ di fantafinanza. Senza voler invadere il campo della politica, una cosa sembra sicura: l’esecutivo, una volta venuto meno l’apporto di Berlusconi, sarà senz’altro più debole. Menerà per un po’ vita grama oppure, com’è più probabile, cadrà alla prima curva sotto il fuoco amico. In ogni caso, sarà in grado l’esecutivo di far marciare le riforme-chiave che vanno varate prima che il fiscal compact non limiti la capacità di manovra di Palazzo Chigi a partire dal 2015? Sarà in grado un governo qualsiasi, compreso un Letta dimezzato, di avviare le privatizzazioni e di immettere nel sistema le risorse per favorire la ripresa? O innescare le riforme per il recupero di competitività? La risposta è no. O, quantomeno, è quel che pensano a Bruxelles, al Fondo Monetario, alla Bce e, naturalmente a Berlino, dove la Merkel guarda all’Italia come alla mina che potrebbe compromettere la sua rielezione.

Di qui una facile previsione: le riforme che l'Italia non è in grado di gestire da sola, dovranno essere imposta dal di fuori. Stavolta non ci sarà, probabilmente, una lettera destinata a Palazzo Chigi. Più facile che le istituzioni lascino ai mercati l’onere di svolgere il lavoro sporco, con un bombardamento sulla Corporate Italia, a partire dall’anello più debole: il sistema bancario, zeppo di Bot e Btp. Nel frattempo arriveranno gli «aiuti» finanziari, sotto forma di acquisizioni o, più facile, di prestiti garantiti dagli asset del Paese: le acquisizioni arriveranno dopo, quando gli esperti della Trojka saranno riusciti ad imporre quelle riforme essenziali (taglio delle spese, la scure sugli sprechi dell’area pubblica e così via) che l’Italia non si è rivelata in grado di approntare da sola. Un’esagerazione? Non è possibile, si può obiettare, che tutto questo possa dipendere dalla sorte giudiziaria di un uomo, per importante che sia. Vero. Ma l’uscita di scena di Berlusconi, in questa cornice, ha il sapore di una sconfitta della politica, incapace di governarsi e di governare. E come è accaduto altre volte non a tutti dispiace l’idea di esser governati dagli altri. Come nel ’600, quando a Napoli la faceva da padrone Masaniello e a Milano regnava la peste. E i lanzichenecchi facevano rotta su Roma.

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... erkel.html

31/07/2013, 21:52

Immagine
Clicca sull'immagine per andare al video.



La corda è tesa

31/07/2013, 23:27

Wolframio ha scritto:

Immagine
Clicca sull'immagine per andare al video.



La corda è tesa


Basta un niente per spezzarla... quale potrà essere l'evento scatenante?

[8]

31/07/2013, 23:32

Che altri commercianti lo seguano [:)]
Ultima modifica di Wolframio il 31/07/2013, 23:33, modificato 1 volta in totale.

01/08/2013, 10:56

...Però, nessuno abbassa i prezzi ... [;)]
Noi abbiamo metà stipendio (o pensione), loro raddoppiarono TUTTO! [:(!]

01/08/2013, 10:58

Max molti di loro sono vittime quanto noi.

01/08/2013, 11:03

cronaca, italia
di redazione
12 luglio 2013
13:45
Eccellenze alimentari italiane vendute all'estero: perso patrimonio di 10 miliardi
Da Orzo Bimbo a Star, da Galbani a Parmalat fino alla Gancia: ecco tutti i marchi italiani del comparto alimentare passati in mani straniere.
Eccellenze alimentari italiane vendute all'estero: perso patrimonio di 10 miliardi.

“Con la vendita di Pernigotti sale ad oltre 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano passati in mani straniere dall’inizio della crisi che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del Made in Italy agroalimentare”. È quanto fa notare la Coldiretti nel commentare la decisione della societa Averna di cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci al gruppo Toksoz in Turchia che è il maggior produttore mondiale di nocciole. “C'è da augurarsi che il cambiamento di proprietà non significhi – sottolinea la Coldiretti – lo spostamento delle fonti di approvvigionamento della materia prima importante come le nocciole a danno dei coltivatori italiani e piemontesi che offrono un prodotto di più alti standard qualitativi. Il passaggio di proprietà – precisa la Coldiretti – ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione”.

Con l’inizio della crisi – informa la Coldiretti – si è dunque verificata una accelerazione nel processo di cessione dei marchi storici del Made in Italy che nell’agroalimentare era già in fase avanzata. “I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica investono invece nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni grazie all’immagine conquistata con i primati nella sicurezza, nella tipicità e nella qualità” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. “Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo è la chiusura degli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo – conclude il presidente di Coldiretti – di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”.

MARCHI DEL MADE IN ITALY CHE NON C’E’ PIU’
2013
· PERNIGOTTI – la societa Averna, ha siglato un accordo per cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci al gruppo Toksoz che ha sede a Istanbul
· CHIANTI CLASSICO (per la prima volta un imprenditore cinese ha acquistato una azienda agricola del Gallo nero)

· RISO SCOTTI (il 25% è stato acquisito dalla società alla multinazionale spagnola Ebro Foods)

2012
· PELATI AR – ANTONINO RUSSO (nasce una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL”, controllata al 51 per cento dalla Princes controllata dalla giapponese Mitsubishi)

· STAR (passata al 75% nelle mani spagnole del Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca)

· ESKIGEL (produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione – Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop) (ceduta agli inglesi con azioni in pegno d un pool di banche).

2011
· PARMALAT (acquisita dalla francese Lactalis)

· GANCIA (acquisita al 70% dall’oligarca russo Rustam Tariko)

· FIORUCCI –SALUMI (acquisita dalla spagnola Campofrio Food Holding S.L.)

· ERIDANIA ITALIA SPA (la società dello zucchero ha ceduto il 49% al gruppo francese Cristalalco Sas)

2010
· BOSCHETTI ALIMENTARE (cessione alla francese Financière Lubersac che detiene il 95%)

· FERRARI GIOVANNI INDUSTRIA CASEARIA SPA (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas)

2009
· DELVERDE INDUSTRIE ALIMENTARI SPA (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata)

2008
· BERTOLLI (venduta a Unilever, poi acquisita dal gruppo spagnolo SOS)

· RIGAMONTI SALUMICIO SPA (divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International)

· ORZO BIMBO (acquisita da Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis)

· ITALPIZZA (ceduta all’inglese Bakkavor acquisitions limited)
2006
· GALBANI (acquisita dalla francese Lactalis)

· CARAPELLI (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)

· SASSO (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)

· FATTORIE SCALDASOLE (venduta a Heinz, poi acquisita dalla francese Andros)

2003
· PERONI (acquisita dall’azienda sudafricana SABMiller)

· INVERNIZZI (acquisita dalla francese Lactalis, dopo che nel 1985 era passata alla Kraft)

1998
· LOCATELLI (venduta a Nestlè, poi acquisita dalla francese Lactalis)

· SAN PELLEGRINO (acquisita dalla svizzera Nestlè)

1995
· STOCK (venduta alla tedesca Eckes A.G., poi acquisita dagli americani della Oaktree Capital Management)

1993
· ANTICA GELATERIA DEL CORSO (acquisita dalla svizzera Nestlè)

1988
· BUITONI (acquisita dalla svizzera Nestlè)

· PERUGINA (acquisita dalla svizzera Nestlè)

01/08/2013, 11:11

Dal Blog Italians di Beppe Severgnini (Corriere della Sera online)

“Caro Bsev, ho un problema. Lavoro per conto mio: ho la partita IVA. Nel 2012, è arrivato, finalmente, lavoro in abbondanza. Io lavoro esclusivamente per aziende: tutto viene fatturato. Alle correnti tariffe di mercato ho prodotto un reddito lordo di circa 50.000 euro.
Per me, abituato come ero abituato, non è male.

Il commercialista mi ha appena comunicato quanto dovrò versare da qui a novembre, tra saldo e anticipo: 22.900 euro tra imposte e contributi previdenziali.
Questo dopo che, sul fatturato, è già stato versato il 20% di ritenuta d’acconto: che fanno altri 12.000: 34.900. In percentuale sul lordo, fa 69,8%.
Per mettere insieme 50.000 euro ho lavorato sabati, domeniche, alcune notti, ho fatto trasferte paurose.

Lo stato, per mantenere vizi e stravizi dei vari Trota, Batman, Formigoni e Minetti, se ne porta via più di due terzi.
Per inciso: non potrò pagare, ovviamente. Sto ancora arrancando dietro imposte e contributi dell’anno scorso, poi ho una rata da 250 euro mensili con Equitalia; ed ho una rata da oltre 300 euro con una finanziaria, per un finanziamento chiesto ed ottenuto per pagare le tasse di 5 o 6 anni fa, non ricordo.

Sono professionista (faccio il programmatore di computer): non posso fallire, non posso delocalizzare. L’unica cosa che potrei fare, e che probabilmente farò, sarà vendere l’appartamento di città dove vivono due figli venticinquenni e la ex moglie (io vivo in affitto), vendere la casetta di montagna ereditata da mio padre due anni fa, e sparire in uno di quei paesi dove si vive con pochissimo.

Severgnini, lei dice, ai bravi ragazzi volenterosi che vogliono emigrare, di non farlo, e, se lo fanno, di tornare presto; io dico loro: “Andate fino a che siete in tempo. Quando avrete 50 anni (io ne ho 55), vi morderete le mani per non averlo fatto. L’Italia è un paese perduto (…) L’Italia è morta.”


http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=e ... INYXms7BjQ
Ultima modifica di greenwarrior il 01/08/2013, 11:12, modificato 1 volta in totale.

01/08/2013, 15:09

Una delle tante bufale mediatiche è quella secondo la quale "Romano Prodi ha RISANATO i conti dell'IRI"...

O meglio: i conti in effetti li ha risanati... ma è necessario valutare COME...

Con la scusa di risanare l'IRI infatti ha SVENDUTO numerose aziende di stato ai suoi amici BANCHIERI...

Della serie:

Una famiglia ha un debito di 130.000€ in banca; per risanarlo chiama un 'amministratore' che vende la casa al mare - valore 200.000€ - ad un suo ex datore di lavoro, per soli 60.000€; poi vende l'automobile - valore 25.000€ - ad un amico ricavandone 5.000; vende le biciclette di tutta la famiglia in stock ai nipoti di un amico - valore: 2.000€ - per 300euro, vende la TV al plasma da 1.000€ per 100€ ad un conoscente che una volta gli ha fatto un favore, ed infine vende la casa dove vivono - che vale 350.000€ - per 80.000€ ad un amico del suo ex datore di lavoro.

Alla fine ha ricavato ben 145.400€: li porta in banca, salda il debito, e poi si presenta dalla famiglia: "allora ora il debito è cancellato, la vostra situazione economica è risanata! Sono stato così bravo che vi sono pure avanzati ben 15.400€ ... datemene 5.000 per il disturbo, e siamo a posto!

Ve la sentireste di dire che l'amministratore in questione ha "risanato la situazione economica della famiglia" ?!? Oppure è più appropriato dire che ha SVENDUTO i beni della famiglia?!?

Fate voi...

INFORMATEVI SUL "RISANAMENTO" DI PRODI ALL'IRI, PRIMA DI DIRE CHE HA "RISANATO"...

DI SEGUITO UN ARTICOLO CHE PARLA DELLE SVENDITE DI ROMANO PRODI ALL'IRI: ovviamente non riporta tutte le sue 'prodezze', ma solo alcune... "MEMORABILE" quando ha ceduto il gruppo 'Alfa Romeo' alla FIAT per 1.000 miliardi di vecchie lire, quando la FORD era pronta a sborsarne il doppio, in contanti... qualcuno potrà obiettare che "almeno è rimasta in mano agli italiani", ma se permettete, ce ne viene ben poco se consideriamo che la FIAT ha delocalizzato in diverse parti del mondo (Polonia, Serbia, Sud America, etc) e sta chiudendo tutti gli stabilimenti italiani, inoltre consideriamo anche il 'trattamento' che riserva ai lavoratori italiani - dopo che l'Italia ha scucito all'azienda finanziamenti su finanziamenti per un valore, probabilmente, pari all'azienda stessa - oltre al bel regalo citato sopra...


Alessandro Raffa, portavoce di Nocensura.com
- - - - -



La ‘complicità’ tra Romano Prodi e Carlo De Benedetti inizia nel luglio 1982, quando Prodi viene nominato presidente dell’IRI, il più grande ente economico dello Stato, in casa di Carlo De Benedetti (proprietario del gruppo Repubblica e L’Espresso e di altre 30 riviste/quotidiani/settimanali/mensili in tutta Italia).
L’attività di Prodi dal 1982 al 2007 è stata concentrata principalmente in un solo unico compito: svendere (o regalare) tutti gli enti pubblici dello Stato al suo alleato Carlo De Benedetti a un prezzo irrisorio con bandi truccati.
De Benedetti, dal canto suo, si è poi puntualmente affrettato a rivendere immediatamente tali società al loro reale valore di mercato (di solito 20 volte il loro prezzo d’acquisto) a gruppi stranieri (o addirittura allo Stato stesso, che li ricomprava a prezzi folli), realizzando guadagni incalcolabili a danno degli italiani.
Prodi, per 7 anni guidò l’ IRI dello Stato, concedendo tra l’altro incarichi miliardari alla sua società di consulenza “Nomisma“, con un evidente conflitto di interessi.
Al termine di questi 7 anni il patrimonio dell’ IRI risultò dimezzato per la cessione di importanti gruppi quali Alfa Romeo e FIAT, passando da 3.959 a 2.102 miliardi. La Ford aveva offerto 2.000 miliardi in contanti per l’Alfa Romeo, ma Prodi la regalò alla FIAT per soli 1000 miliardi a rate e, nel frattempo, lottizzò ben 170 nomine dei quali ben 93 diessini.
Le privatizzazioni dell’IRI fatte da Romano Prodi sono state delle vere e proprie svendite del patrimonio economico italiano a gruppi privati della sinistra (De Benedetti, Coop Rosse) complici del professore, anche se “svendere” un ente pubblico a un decimo del suo valore quando ci sono altri gruppi privati che offrono il doppio, più che una “svendita” fu un regalo o, per essere ancora più precisi, una serie incredibile di furti colossali a danno dello Stato e degli italiani perpetrata impunemente per anni.
Giocando sulle parole e sull’interpretazione dello statuto dell’Ente, Romano Prodi vantò utili inverosimili (12 miliardi e 400 milioni nel 1985), ma la Corte dei Conti, magistratura di sorveglianza, portò alla luce l’enorme falso in bilancio di Prodi: «Il complessivo risultato di gestione dell’Istituto IRI per il 1985, cui concorrono… sia il saldo del conto profitti e perdite sia gli utili e le perdite di natura patrimoniale, corrisponde a una perdita di 980,2 miliardi, che si raffronta a quella di 2.737 miliardi consuntivata nel 1984». La Corte, inoltre, segnalava che le perdite nette nel 1985 erano assommate a 1.203 miliardi contro i 2.347 miliardi del 1984.
Romano Prodi si vanta tantissimo che durante i suoi 7 anni alla presidenza dell’ IRI riuscì a far guadagnare utili stratosferici, mentre la verità, come chiarito dalla Corte dei Conti, è che invece di utili stratosferici realizzo perdite stratosferiche, regalando il patrimonio dello Stato e degli Italiani ai suoi amici. Prodi uscì indenne dai processi perché le aziende erano S.P.A. di diritto privato e ,quindi, i dirigenti non erano qualificati come pubblici ufficiali.
La conferma di tutto questo si trova nell’indebitamento dell’Istituto, salito dal 1982 al 1989 da 7.349 a 20.873 miliardi (+184 per cento), e quello del gruppo IRI da 34.948 a 45.672 (+30 per cento). Lo stesso Massimo D’Alema, intervistato da Biagi in televisione, affermò che Romano Prodi, da lui scelto per guidare la coalizione contro Berlusconi, era un «uomo competente» perché quando lasciò l’IRI nel 1989 il bilancio dava un «più 981 miliardi». Fu facile confutare queste affermazioni, facendogli notare che la cifra reale, tenendo contro delle perdite siderurgiche transitate soltanto nel conto patrimoniale, era di «meno» 2.416 miliardi. Il buco reale non fu mai contestato dai diretti interessati.

La vera abilità di Romano Prodi è sempre stata di riuscire a prendere soldi dallo Stato a costo zero. La conferma viene da un articolo di Paolo Cirino Pomicino, nel quale rileva che dei 28.500 miliardi erogati dallo Stato a titolo di fondo di dotazione dalla data di nascita dell’IRI, Romano Prodi ne ottenne ben 17.500!
Va poi ricordato anche che, nel 1986, Romano Prodi svendette il più grande gruppo alimentare dello Stato, la SME alla Buitoni sempre a Carlo De Benedetti per soli 393 miliardi, mentre il valore globale della SME, che già soltanto nelle casse aveva più di 600 miliardi di denaro liquido, ma il suo valore globale era di 3.100 miliardi. A Prodi e De Benedetti fu dato torto in primo grado, in Corte d’appello e in Cassazione da ben 15 magistrati, all’unanimità.
Come presidente dell’IRI, svendette anche la Italtel alla Unilever nonostante un conflitto di interessi evidente, essendo consulente di quest’ultima.
Come se tutto questo non bastasse, durante il suo governo nel 1996, regalò 5.000 miliardi alla Fiat per fare una rottamazione e durante i fallimenti Parmalat e Cirio e difese i banchieri che truffarono i risparmiatori e loro ricambiarono, e ricambiano ancora, il favore con i loro giornali schierati.


Fonte: http://www.correttainformazione.it/in-p ... -svendite/

Sempre sulla gestione dell'IRI da parte di Prodi, leggi anche: I disastri di Prodi all'IRI - Così si sono mangiati l'Italia


http://www.nocensura.com/2013/07/prodi- ... liane.html


certo sarebbe stato il presidente della repubblica giusto x concludere la svendita dell'italia,in effetti lui in fatto di ribassi e' un maestro [:(!]
Ultima modifica di ubatuba il 01/08/2013, 15:11, modificato 1 volta in totale.

01/08/2013, 15:50

Romano Prodi, uomo Bilderberg, uomo UE e chissà cos'altro, è a libro paga dei potenti della finanza ESATTAMENTE per fare quello che il post di Ubatuba descrive in maniera perfetta.

E il fatto che il centrosinistra italiano si orienti ancora dietro a individui come questo (o al Monti di turno) rende bene l'idea di cosa sia il centrosinistra in italia... una emanazione dei poteri forti della finanza che tanti disastri stanno facendo al paese e all'europa.

Avanti così!

01/08/2013, 16:13

Possibile che queste cose le "scriviamo noi" e nessun parlamentare ne sia a conoscenza, o sono TUTTI conniventi!? [8D]
E allora cosa ci andiamo a fare a votare? [^]

01/08/2013, 16:50

Atlanticus81 ha scritto:

Romano Prodi, uomo Bilderberg, uomo UE e chissà cos'altro, è a libro paga dei potenti della finanza ESATTAMENTE per fare quello che il post di Ubatuba descrive in maniera perfetta.

E il fatto che il centrosinistra italiano si orienti ancora dietro a individui come questo (o al Monti di turno) rende bene l'idea di cosa sia il centrosinistra in italia... una emanazione dei poteri forti della finanza che tanti disastri stanno facendo al paese e all'europa.

Avanti così!


e pensa che nel peiodo di presidente della commissione europea,si disintegro' le meningi,x avere una direttiva in cui erano decise le misure di cetrioli fagiolini pomodori ed ortaggi vari,una vera testa pensante,,,, [;)]
Ultima modifica di ubatuba il 01/08/2013, 16:51, modificato 1 volta in totale.

01/08/2013, 16:56

Poteva raddrizzarli tutti allora! [:o)]




Immagine

01/08/2013, 16:57

Ufologo 555 ha scritto:

Poteva raddrizzarli tutti allora! [:o)]




Immagine



troppa testa,qui non sapeva da che parte iniziare [;)]
Argomento bloccato