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23/04/2011, 17:50

Ma è una guerra contro chi? Chi spara a chi? E spara, perché? E perché nessuno protesta? Ah, già, è la Francia ... Oh, quelli sì che ce sanno fà ...[8D]

23/04/2011, 17:52

Ufologo 555 ha scritto:

Ma è una guerra contro chi? Chi spara a chi? E spara, perché? E perché nessuno protesta? Ah, già, è la Francia ... Oh, quelli sì che ce sanno fà ...[8D]



200 MILIARDI FANNO CORRERE LONDRA E PARIGI.
LE VERE RAGIONI DELLA GUERRA


apr 22nd, 2011

DI IKRAM GHIOUA
http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... la-guerra/

Sparsi per l’Europa, i fondi sovrani libici stuzzicano l’appetito degli Occidentali. Nel 2004 Tony Blair, allora Primo Ministro britannico, è stato il primo Capo di Stato occidentale a recarsi in Libia, divenuta così frequentabile. E nel dicembre 2007 Parigi si è presa la briga di stendere il tappeto rosso nel parco del Marigny Hotel, dove il colonnello Gheddafi aveva piantato la sua tenda. Cosa è cambiato da allora e che può giustificare l’accanimento di Gran Bretagna e Francia contro il regime di Tripoli quando prima andavano d’amore e d’accordo? La risposta è stata data dal quotidiano statunitense The Washington Times.
Questo stesso giornale ci ha rivelato lo scorso marzo che ci sono 200 miliardi di dollari dei fondi libici che fanno impazzire gli occidentali.
Questo è il denaro che circola nelle banche centrali, in particolare in quelle britanniche e francesi. In preda a una crisi finanziaria senza precedenti, la Francia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti vogliono a tutti i costi impossessarsi di questi fondi sovrani, il cui l’importo è stimato essere circa 200 miliardi di dollari. “Queste sono le vere ragioni dell’intervento della NATO in Libia”, afferma Nouredine Leghliel, analista borsistico algerino trasferitosi in Svezia, che è stato uno dei primi esperti a sollevare la questione.
Questi 200 miliardi di dollari, di cui gli Occidentali non parlano che a mezza voce, sono al momento congelati nelle banche centrali europee. Spesso associano questo denaro alla famiglia Gheddafi, “cosa che è totalmente falsa”, sottolinea il signor Leghliel. I grandi gruppi finanziari nascondono segretamente questi investimenti nelle loro società e filiali.
“Più continua il caos, più la guerra dura e più gli occidentali traggono profitto da questa situazione che torna a loro vantaggio”, chiarisce il nostro analista. Il caos nella regione farebbe comodo a tutto l’occidente. I britannici, soffocati dalla crisi della finanza, troverebbero così le risorse necessarie. Gli statunitensi, per mire squisitamente militari, si istallerebbero in modo definitivo nella fascia del Sahel e la Francia potrà ricoprire il ruolo di subappaltatore in questa regione da lei considerata come una sua appendice.
L’unico scoglio per la Francia, in questa regione, è ovviamente l’Algeria. Questo spiega l’aggressività del Quai d’Orsay (sede del Ministero francese degli Affari Esteri, N. d. T.) nei confronti di Algeri. Parigi sembra privilegiare le vie informali e, invece di collaborare con gli altri paesi alleati, li accusa di non fornire un sostegno sufficiente nella direzione da lei intrapresa. Così, rimette in gioco il dossier della sicurezza dei suoi cittadini nel Sahel e si affretta a dare l’allarme sulle nuove minacce in base a un rapporto dell’ambasciata di Francia in Mali. “Esiste un rischio molto elevato di cattura di cittadini francesi in Mali e in Niger”, indica l’Ambasciata di Francia a Bamako in un’allerta pubblicato sul suo sito web.
Si potrebbe pensare che questo nuovo allarme sia attendibile per quello che riguarda la Libia, una situazione che vede la Francia sicuramente responsabile, ma dobbiamo interrogarci sulla solerzia dei francesi nel raccomandare ai propri cittadini di evitare il sud dell’Algeria. “A causa delle attuali minacce nel Sahel, si raccomanda ai francesi residenti o in transito di evitare qualsiasi movimento nelle aree di Djanet e di Tamenrasset, anche nel contesto di itinerari turistici delle agenzie autorizzate”, sottolinea il Ministero sul suo sito web, nella rubrica “Consigli ai viaggiatori”.
La regione di Mopti si trova a più di 1.000 chilometri dalla frontiera algerina. E’ possibile trasportare, da un punto di vista logistico, uno o più ostaggi su simili distanze? Perché hanno fatto il nome dell’Algeria proprio quando questa nazione sta impiegando ingenti risorse per rendere sicure le sue frontiere con il Niger e la Libia?
La Francia, il cui ruolo in Libia è ambiguo, non sta forse mischiando le carte in tavola? La domanda merita di essere posta.
I francesi, colpiti da una crisi economica e sociale senza precedenti, impantanati nella campagna elettorale per l’elezione presidenziale, si trovano ad affrontare gravi problemi, alcuni dei quali nelle loro ex-colonie.
Ignorando gli accordi bilaterali con i paesi nordafricani e criminalizzando il pagamento di riscatto ai terroristi, Parigi interviene, facendo uso di tutte le carte in suo possesso, per far abortire le iniziative di lotta contro il terrorismo che i paesi del Sahel stanno promuovendo.
Il suo obiettivo è semplicemente quello di riprendere il controllo delle sue ex-colonie. La Francia ha una fissazione per il Sud algerino. Gioca d’astuzia per coinvolgere lo Stato algerino in una controversia avviata dal CNT libico (Comitato Nazionale Transitorio), accusando la stessa Algeria di sostenere Gheddafi.

Fonte: http://www.lexpressiondz.com
Link : http://www.lexpressiondz.com/article/2/ ... 88554.html
Scelto e tradotto per http://www.comedonchisciotte.org da MIMI MOALLEM

23/04/2011, 17:54

Ecco, visto? Però le bandiere della "pace" ...[:o)]

23/04/2011, 18:01

Ufologo 555 ha scritto:

Ecco, visto? Però le bandiere della "pace" ...[:o)]


Cioè? Non capisco....

23/04/2011, 18:06

No, davo credito a quello che hai postato ...[:)]
(Però, ci sono guerre e "guerre", evidentemente!)

23/04/2011, 18:31

Ufologo 555 ha scritto:

Ma è una guerra contro chi? Chi spara a chi? E spara, perché? E perché nessuno protesta? Ah, già, è la Francia ... Oh, quelli sì che ce sanno fà ...[8D]


appunto..

ricapitoliamo..

questi insorti vengono da bengasi,
egitto, arabia saudita,
e chissa` da dove ancora..
(=> praticamente..banditi/briganti..)

entrano nella citta` di misurata,
prendono di mira le milizie dello stato,
polizia, esercito..edifici governativi..
ecc. ecc.
i carabinieri locali cercano di riportare l`ordine
ma sono ostacolati dai bombardamenti
della nato (sic!)
=> il mondo all`incontrario..

la stampa invece cosa riporta??
citta` sotto assedio,
popolazione in ostaggio,
ecc. ecc.
roba da pazzi..
ma che film hanno visto?
hanno il copione da far bere alle masse..
(misurata=sarajevo)
e lo recitano debitamente
distorcendo la realta`..

io certi giornalisti li sbatterei in galera
(divulgazione di notizie false e tendnziose..)

mo` voglio vedere se la tribu` locale
non vuole codesti insorti,
come riportano i fatti..
Ultima modifica di mik.300 il 23/04/2011, 18:38, modificato 1 volta in totale.

23/04/2011, 21:08

I rivoltosi controllano alcune zone strategiche della città
Ribelli: abbiamo preso Misurata. Lanciato attacco Usa con drone
ultimo aggiornamento: 23 aprile, ore 18:21


Tripoli, 23 apr. (Adnkronos/Ign) - Le milizie degli insorti contro il regime di Muammar Gheddafi hanno annunciato oggi di aver preso il controllo di Misurata, città strategica a 210 chilometri a est di Tripoli, sotto l'assedio dei lealisti da settimane.
In particolare, i ribelli controllano ora alcune zone strategiche della città, come l'ospedale principale e il ponte, vicino all'accesso occidentale di Misurata.
In precedenza il governo libico aveva annunciato l'intenzione di ritirarsi da Misurata affidando le decisioni sul controllo della terza città libica alle tribù locali. La decisione segue l'intensificarsi degli attacchi dei raid compiuti dalla Coalizione internazionale guidata dalla Nato e l'ultimatum delle comunità locali intorno a Misurata che avevano dato all'esercito una data per finire velocemente il conflitto con gli insorti, oltre la quale avrebbero gestito direttamente la questione.

Gli insorti hanno dichiarato ad al-Jazeera che ''Misurata è libera, i ribelli hanno vinto. Tra le forze di Gheddafi, qualcuno è stato ucciso e qualcuno se n'è andato". E mentre uno dei soldati catturati ha annunciato che i militari avevano ricevuto l'ordine di ritirarsi dalla città portuale, un altro militare, Ayad Muhammad, ha spiegato che ''i ribelli ci hanno attaccato questa mattina mentre ci stavano ritirando da Misurata, vicino al ponte''.

Decine le vittime negi scontri. "Fonti mediche della Libia riferiscono di 15 morti e 31 feriti rinvenuti poco fa a Misurata, a causa delle mine lasciate dall'esercito di Gheddafi". A riferirlo all'Adnkronos Salute è Foad Aodi, presidente dell'Amsi (Associazione di medici di origine straniera in Italia), che aggiunge: "I medici libici raccontano anche di numerosi altri feriti all'ospedale della città, dove c'è mancanza di medicinali, strumenti chirurgi e personale sanitario".

Sono centinaia i civili rimasti uccisi nel corso dei combattimenti a Misurata dall'inizio della rivoluzione, il 17 febbraio scorso.

Cauto su quanto accade a Misurata il Cnt di Bengasi. "Il Consiglio transitorio Nazionale vorrebbe moltissimo vedere le forze di Gheddafi ritirarsi completamente da Misurata, ma non siamo ottimisti", ha detto un portavoce del Cnt, Mustafa Gheriani.

Intanto, come riferisce l'emittente satellitare al-Jazeera, si intensificano i raid della Nato contro le postazioni dell'Armata verde ed è stato lanciato anche il primo attacco Usa con drone.

Un raid compiuto dalla Coalizione dei volenterosi guidata dalla Nato avrebbe colpito il bunker del Colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce un portavoce del governo di Tripoli, Mussa Ibrahim, aggiungendo che tre persone sono rimaste uccise in seguito a una ''esplosione molto potente'' che si è verificata nel parcheggio vicino al compound di Gheddafi a Bab al-Aziziyah.

Mentre gli Stati Uniti hanno lanciato il primo attacco con drone contro obiettivi del governo il Libia. Gli Stati Uniti hanno annunciato due giorni fa la decisione di utilizzare due dei 48 droni di cui dispongono le forze armate Usa, Predator con montati missili Hellfire. Una decisione che ha fatto tornare Washington ad un ruolo attivo e non solo di supporto nella campagna Nato in Libia. Il Pentagono ha confermato che oggi nel primo pomeriggio è stato condotto il primo raid con il Predator, ma non sono stati forniti dettagli riguardo all'obiettivo. Aerei teleguidati a distanza che quindi possono volare a bassa quota, i Predator possono colpire più facilmente le zone urbane minimizzando il rischio di vittime civili.

fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Ester ... 36390.html

23/04/2011, 22:06

CRASH3 ha scritto:

[b] Aerei teleguidati a distanza che quindi possono volare a bassa quota, i Predator possono colpire più facilmente le zone urbane minimizzando il rischio di vittime civili.



Minimizzando il rischio di vittime civili!.

Ma non dovevano proteggere i civili queste bombe "chirurgiche?.Ah si.. i civili non sono tutti uguali!.[}:)]

24/04/2011, 12:07

Un altro punto di vista sulle cause della guerra:

Quale può essere il fil rouge che collega tutti i paesi attaccati – e presi di mira in varie forme - dagli USA e Gran Bretagna con l’aiuto di una serie di ausiliari tradizionali più o meno consapevoli?

Libia, Libano, Siria,Irak,Somalia, Sudan, Iran. Non hanno in comune l’etnia ( Iran è ariano mentre gli altri sono semiti o – Sudan – misti).

Non hanno in comune la religione: Libano ha cristiani, l’Iran è sciita, la Siria è mista. Non il petrolio: Somalia e Siria non ne hanno in quantità significative. Non la ricchezza: Somalia e Sudan non lo sono.

Se invece vediamo il negativo, vediamo che nessuno di questi paesi figura tra i 56 aderenti alla Banca per i Regolamenti Internazionali.

In pratica sono paesi che hanno rifiutato di far parte della comunità finanziaria internazionale e la Libia in particolare se la stava cavando molto bene:

* Stando ai dati del FMI la Banca centrale libica possiede 144 tonnellate di oro nei suoi forzieri. Per un paese di tre milioni e mezzo di abitanti, non è niente male. L’educazione e l’assitenza medica sono gratuite; le coppie che si sposano ricevono 50.000 dollari a fondo perduto.
* I Ribelli, ancora prima di costituire un governo provvisorio, hanno annunziato ( il 19 marzo) di aver costituito la BANCA CENTRALE DI LIBIA. La Banca centrale di Libia ( quella di Gheddafi per intenderci) è pubblica e non privata, stampa la moneta e presta denari allo stato senza interessi per finanziare le opere pubbliche tra cui il famoso fiume sotterraneo fatto dall’uomo che utilizza le acque fossili del Sahara per irrigare tutta l’area agricola della Libia che si trova al Nord. A proposito l’attività agricola in Libia è esentasse. Completamente. Questa politica è l’esatto contrario di quella seguita dal mondo occidentale che fa pagare tutti i servizi quali l’educazione e la sanità ed ha privatizzato le banche centrali che fanno pagare gli interessi agli stati quando forniscono loro i fondi.
* La ragione ufficiale che ha spinto l’occidente a non mantenere le Banche Centrali come pubbliche è che questi prestiti aumentano l’inflazione, mentre prendere prestiti dalle Banche estere o dall FMI , non provocherebbe inflazione. In realtà prendere i denari a prestito da Banche centrali pubbliche – senza interessi – riduce grandemente il costo dei progetti pubblici di investimento e in alcuni casi li riduce del 50%.
* Gheddafi aveva da poco lanciato la proposta di creare una moneta unica africana IL DINARO ORO e l’unico paese africano che si era opposto, è stata la Repubblica del Sud Africa, che è stata proprio quella che si è presentata a Tripoli per la mediazione con i ribelli e la NATO. Su questa proposta c’è un commento di Sarlosi che l’ha giudicata “una minaccia per l’Umanità”.
* Sia Saddam Hussein che Gheddafi avevano proposto – entrambi sei mesi prima dell’attacco – di scegliere l’Euro ( o il dinaro) come valuta per le transazioni petrolifere.



http://corrieredellacollera.com/2011/04 ... e-martini/

25/04/2011, 12:09

Libia, la Nato bombarda il quartier generale di Gheddafi
Lunedí 25.04.2011 08:38



Gli aerei della Nato hanno bombardato la caserma e residenza di Muammar Gheddafi, a
Tripoli, radendo al suolo un edificio e danneggiando una sala in cui il Colonnello teneva le sue riunioni. Il bombardamento notturno su Bab-al-Azizia ha causato 45 feriti, di cui 15
gravi, ha denunciato il regime, che ha parlato di "attentato alla vita di Gheddafi". Per il figlio di Gheddafi,Seif-al-Islam, è stato un attacco "vile". I giornalisti stranieri sono stati accompagnati davanti all'edificio distrutto quando ancora i vigili del fuoco erano impegnati a
domare le fiamme.

Nella sala riunioni danneggiata dal bombardamento Gheddafi aveva ricevuto una delegazione di leader dell'Unione africana appena due settimane fa. All'inizio dell'intervento militare era stato distrutto il centro di comando e controllo delle forze armate libiche, sempre all'interno di Bab-al-Azizia. Forti boati sono stati uditi anche in altri quartieri della capitale libica durante il sorvolo dei jet della coalizione internazionale. Negli ultimi giorni la Nato ha intensificato gli attacchi contro la residenza di Gheddafi: sabato era stato colpito un bunker che secondo il regime era solo un parcheggio
http://affaritaliani.libero.it/politica ... ?ref=frame


bisogna affermare che il buon sarko'x farsi rieleggere le studia tutte e purtropppo noi gli facciamo un buon gregariato..........

25/04/2011, 21:05

Calderoli: «Non darò mai il mio voto»
Berlusconi: «Sì a bombardamenti
mirati sulla Libia»

L'Italia accoglie l'invito della Nato.
Fonte: http://www.corriere.it/esteri/11_aprile ... 59ec.shtml

...[8]

26/04/2011, 13:30

Angeldark ha scritto:

Calderoli: «Non darò mai il mio voto»
Berlusconi: «Sì a bombardamenti
mirati sulla Libia»

L'Italia accoglie l'invito della Nato.
Fonte: http://www.corriere.it/esteri/11_aprile ... 59ec.shtml

...[8]

http://www.repubblica.it/esteri/2011/04 ... -15389026/

Berlusconi: "Necessario nostro intervento. Useremo razzi di precisione su obiettivi mirati". "Abbiamo sentito di non poterci sottrarre'' ad un intervento maggiore dell'Italia in Libia con raid mirati anche perché c'era bisogno di questo nostro intervento". Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese a Villa Madama, ha illustrato quale sarà l'impegno dell'Italia nella missione in Libia: "Non si tratta di bombardamenti con le classiche bombe a grappolo (messe al bando da gran parte del mondo perché, per loro natura, non possono colpire con precisione e sono ad alto rischio per la popolazione, anche anni dopo il loro lancio, ndr.), si tratta di interventi con dei razzi di estrema precisione su singoli obiettivi militari,

se le bombe a grappolo
le usa gheddafi..
crimine contro l'umanità,
pena capitale,
corte dell'aja,
ecc. ecc.
se le usiamo noi..
("..si potremmo usarle,
ma preferiamo di no..
ecc. ecc.")
tutto ok..

la risoluzione onu
prevede la protezione dei civili
o di partegguare per una parte in conflitto
a discapito dell'altra..?

si combatte sulla falsariga
dell'afghanistan iraq,
ma i presupposti legali
sono inesistenti..
c'è da diventare pazzi..
Ultima modifica di mik.300 il 26/04/2011, 13:32, modificato 1 volta in totale.

26/04/2011, 14:54

Angeldark ha scritto:

Calderoli: «Non darò mai il mio voto»
Berlusconi: «Sì a bombardamenti
mirati sulla Libia»

L'Italia accoglie l'invito della Nato.
Fonte: http://www.corriere.it/esteri/11_aprile ... 59ec.shtml

... [8]

La Lega Nord,predica bene e razzola male,facendo l'occhiolino al PDL,ma a chi vogliono prendere per il c...o.? [8]

26/04/2011, 15:12

Noi Italiani miriamo prima di bombardare (bombardamenti mirati) il nostro ministro della guerra...ops scusate dell difesa Ignazio da quando il piccolo Napoleone Sarko a deciso l'intervento scalpita contro questi fantastici sistemi radar libici (forse sono della Toyota come i pick up tutti i grandi mezzi di questo teatro di guerra) La lega non vuole la guerra ma se devi sparare alle carette del mare questo è diverso e la Siria perchè libia si Siria no mistero petrolifero, ultima cosa ma dose sono tutti i cortei pacifisti dell'arcobaleno?

26/04/2011, 15:22

La Siria parrebbe appoggiata da Russia e Cina oltre che confinare con Israele e Iran
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