Scusate, scrivo in arabo
![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)
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La reazione più umana possibile, e comprensibile, per CHIUNQUE, per me, per te, per lui, è di voler vedere il colpevole patire le stesse cose che ha subito la vittima, magari moltiplicate. CHIUNQUE. E, detto per inciso, non è la prima volta che lo scrivo. Ma questo che vuol dire? Che la giustizia è inutile? Che i familiari devono farsi giustizia da soli?
Il concetto di "recuperato" l'ho già spiegato. Più chiaro di così non riesco ad essere: recuperare significa fare in modo che la persona possa vivere nella società senza far danni. Ciò implica una punizione, per fargli capire cosa ha fatto, e una "cura", per fargli capire come vivere. I progetti già ci sono, in molte carceri. Sono tutti scemi?
Cadere nel reato: termine tecnico. Pensavo che "recidiva" fosse più complicato, evidentemente bisogna scendere ancora: fare ancora il delinquente. Il concetto non ha nessun rapporto con volontarietà e consapevolezza, non c'entrano, è solo un dato di fatto: uno viene preso, condannato, punito, esce, e ricomincia a delinquere. Cadere non vuol dire "trovarcisi" per caso.
Diritti umani: un delinquente è una persona che ha sbagliato. Va presa, condannata, punita, "rieducata" alla vita civile, e fatta uscire. Sono PERSONE, non esseri sub-umani. Non "vite che non meritano di essere vissute". Se passa il concetto, chi decide quale reato fa perdere l'umanità? Ma scherziamo??? Ma il totalitarismo e il razzismo non vi hanno insegnato niente? Ma davvero, prima di sparare caxxate del genere, almeno studiate.
Dire che un delinquente ha dei diritti non significa dire che non può essere punito, ci mancherebbe. E nessuno lo ha detto: ci sono dei limiti che non vanno superati, però. Capisco che pochi possano aver letto un codice penale (che comunque, pur essendo di epoca fascista, è molto più garantista di certi oscuri personaggi che osano parlare di "meglio morti che liberi"), ma almeno la Costituzione si dovrebbe conoscerla, più o meno. Parlare di diritti umani significa parlare di umanità della pena. Di proporzionalità, di "giustizia" della pena. E abche di rieducazione, che è PREVISTA dalla legge italiana. Tutti scemi, naturalmente, secoli di giurisprudenza, di studi, di professori, di teorici, di pensatori, di legislatori, tutti scemi?
La legge. Quindi basta che sia scritto "legge dello Stato" per consentire qualunque cosa? Quei crimini giudicati a Norimberga erano perfettamente legali sul piano interno. La legge tedesca diceva "eliminate gli ebrei". La leggi razziali italiane erano "leggi". E allora? La legge non è inizio e fine di ogni diritto, questo concetto è tipico dei regimi totalitari. La legge non può scavalcare i diritti umani fondamentali. Sono QUESTI i diritti fondamentali, la legge fondamentale. E qualsiasi cosa che li neghi è aberrazione del diritto, non "legge". E a "scuola" ti insegnano pure che una legge che viola i diritti umani NON E' legge, e non va rispettata. A GIURISPRUDENZA, Filosofia del Diritto. Tutti scemi? Non credo.
Soleado, quando si è trattato di sterminare infermi di mente in Germania, si diceva: chi vuoi che li rimpianga? E lo stesso è stato con gli Ebrei. Lo stesso preciso discorso che fai tu. Ci sono limiti che non si possono superare, neanche di fronte ai criminali più orrendi. Neanche i nazisti a Norimberga andavano ammazzati. L'unico che diceva "ammazzateli tutti" era Stalin. Scusa sai, ma tra un nazista che parla di vite non meritevoli di essere vissute, di "parassiti sociali", e uno che parla (e che ha fatto pure lui) stermini di massa, e te che dici le stesse cose, io preferisco stare CONTRO queste idee, che hanno già dimostrato a cosa portano.