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08/12/2009, 09:07

Lawliet ha scritto:

LONDRA - [i]Dopo l'editoriale di venerdì scorso dell'Economist, l'autorevole settimanale globale britannico, che gli ha chiesto di dimettersi, stamane anche il Financial Times, più importante quotidiano finanziario d'Europa, afferma che Silvio Berlusconi "non può governare l'Italia". In un commento non firmato nella pagina degli editoriali, espressione della direzione del giornale secondo lo stile della stampa anglosassone, il quotidiano della City afferma che il premier italiano è stato a lungo in grado di restare a galla a dispetto delle controversie che lo circondano; "ma le cose adesso, finalmente, stanno diventando serie per il Cavaliere", osserva l'articolo.

Ma quanto gli dà noia questo Berlusconi alla "City"... [8D]
Che abbia ragione David Icke? [:D]

08/12/2009, 11:54

BlitzKrieg ha scritto:

Lawliet ha scritto:

Dopo Economist, ora è il turno di Financial times (l'articolo è riassunto e tradotto da Repubblica);


Che fanno, si copiano a vicenda?


[:p]
Nah, molti dei giornali italiano traducono articoli di quelli inglesi più importanti, non è la prima volta.. [:)]

08/12/2009, 13:48

08/12/2009, 14:23

08/12/2009, 14:44

Lawliet ha scritto:





Supplemento all' intervista :






IL LIBRO SUL CASO GENCHI

On line la presentazione di Marco Travaglio.

Da leggere !!!


http://gioacchinogenchi.blogspot.com/


Altra intervista a Genchi :






zio ot [V]

lo stile mediaset del piazzista di letame ...


p.s facciamoci due risate vah ...


http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f=3&t=6032

http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f=3&t=6030
Ultima modifica di barionu il 08/12/2009, 15:28, modificato 1 volta in totale.

08/12/2009, 15:35

Visto che anche su questo forum molte persone non hanno ancora le idee chiare su quanto stia avvenendo (Spatuzza & Co.), riprendo un post scritto qualche pagina fa per ampliarlo e spiegare un paio di cosette;

Lawliet ha scritto:

Vediamo per cosa è stato condannato Dell'Utri..

- Nel 1999 viene condannato definitivamente - sentenza passata in giudicato - per frode fiscale e false fatture con una pena di 2 anni e 3 mesi di reclusione. Nello stesso anno viene eletto parlamentare europeo e nel 2001 Senatore della Repubblica.
- Nel 2004 viene condannato a 9 mesi 2 anni insieme al suo compare Virga per tentata estorsione in primo grado, la condanna è poi confermata dalla corte d'appello nel 2007 (Virga è un famoso boss trapanese che si presentò dall'ex-senatore della repubblica Vincenzo Garaffa pretendendo un presunto credito nero da parte di Dell'Utri).
- Sempre nel 2004, il tribunale di Palermo condanna Marcello Dell'Utri a nove anni di reclusione con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il senatore viene anche condannato a due anni di libertà vigilata, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni (per un totale di 70.000 euro) alle parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo.
- Nel 2008 viene condannato (seppure in primo grado, attualmente è in atto il ricorso) per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, nel frattempo si è però candidato al Senato, ed è stato eletto come membro del PDL.

Ecco cosa dicono i Giudici;

Nel testo che motiva la sentenza[13] si legge:
« La pluralità dell'attività posta in essere da Dell'Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa nostra, alla quale è stata, tra l'altro offerta l'opportunità, sempre con la mediazione di Dell'Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell'economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici. »


Inoltre:[14]
« Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle file dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale. »

Per giustizia, riporto anche un altro fatto;

Imputato a Palermo per calunnia aggravata ai danni di alcuni pentiti, è stato successivamente assolto dopo che in primo grado era stato condannato a 9 anni. Secondo l'accusa avrebbe organizzato un complotto con dei falsi pentiti per screditare dei veri pentiti che accusavano lui ed altri imputati. Per questa accusa, il gip di Palermo dispose l'arresto (per un'azione, come giudicò poi il tribunale d'appello in via definitiva, mai avvenuta) di Dell'Utri nel 1999, ma il Parlamento lo bloccò.


Dell'Utri, non nasconde inoltre la sua simpatia per il ventennio fascista, in un'intervista al giornalista Klaus Davi, ha dichiarato che Mussolini è stato un dittatore troppo buono per riuscire a vincere la guerra.



Ebbene, cari compari del forum (se mi è lecito l'appellativo), la testimonianza di Spatuzza.. è l'ultima di una lunga serie, serie che inizia nel '74 (che comprende la sentenza di colpevolezza di Dell'Utri), e si conclude proprio ora, al presente.

"M*inchiate", afferma Dell'Utri, affermano Feltri e Bel Pietro.. sarà così?

Nel 2004 Dell'Utri viene condannato a 9 anni di reclusione perchè, scrivono i giudici del Tribunale di Palermo (tra i quali Leonardo Guarnotta, presidente del collegio, e braccio destro di Falcone e Borsellino); che Dell’Utri è organicamente inserito in un contesto mafioso da trenta anni.

Dell'Utri non venne condannato per le parole dei pentiti, la sua condanna si regge anche su elementi oggettivi, come il libro mastro trovato nel covo della famiglia di San Lorenzo a Palermo, la famiglia mafiosa di San Lorenzo, con scritta una cifra e vicino “Canale Cinque”, un versamento che la Fininvest faceva per le antenne di Canale Cinque nel quartiere di San Lorenzo alla mafia; hanno trovato le agende di Dell’Utri, nelle quali risultavano appuntamenti a Milano con Mangano dopo le stragi, quando Mangano era capo della famiglia di Porta Nuova, che oggi sappiamo da Spatuzza essere l’alleata prediletta dei Graviano, che stavano facendo le trattative. Ci sono intercettazioni telefoniche del boss Guttadauro, che parla degli accordi presi da Dell’Utri con un capomafia che si chiama Gioacchino Capizzi, intercettazioni con gli uomini di Provenzano dentro una macchina dell’autoscuola, che parlano delle elezioni europee del 99 e dicono “dobbiamo sostenere Dell’Utri, altrimenti i giudici lo fottono, cioè lo dobbiamo mandare al Parlamento Europeo, altrimenti lo arrestano.

Ma...

Vogliamo parlare di quando Berlusconi e Dell'Utri.. incontrarono il capo di Cosa Nostra?

Siamo intorno al 1974, quando Vittorio Mangano viene assunto come fattore, amministratore soprastante, si dice da quelle parti, della villa di Arcore, prelevato in Sicilia da Dell’Utri e portato a Milano, segnalato da Gaetano Cinà, che è considerato un mafioso della famiglia dei Malaspina e che è, guarda caso, uno dei migliori amici di Dell’Utri e, prima che Mangano venga assunto da Berlusconi nella sua villa, c’è un incontro a Foro Bonaparte negli uffici della Edilnord di Berlusconi, tra i capi della Fininvest, dell’Edilnord e i capi della mafia, che all’epoca erano Stefano Bontate e Mimmo Teresi e c’era pure Francesco Di Carlo.
E' un incontro al quale Di Carlo partecipa, lo racconta con particolari molto vividi e molto precisi e i giudici del Tribunale di Palermo ritengono che quell’incontro ci sia stato e è lì che inizia tutto, infatti che Di Carlo dica la verità in merito all’incontro milanese tra Bontate e Berlusconi, per i giudici lo dimostrano le dichiarazioni di altri collaboratori: da Antonino Galliano che racconta che Cinà gli disse tutto, dall’incontro milanese tra Berlusconi e Bontate alla diretta corresponsione di somme di denaro in favore di Cosa Nostra.. Berlusconi o la Fininvest, o qualcuno dei suoi, pagavano regolari somme a Cosa Nostra, come già detto prima. E ancora..
Salvatore Cucuzza - un altro pentito - ha riferito confidenze ricevute da Mangano del tutto analoghe, anche sulle periodiche somme di denaro pari a 50 milioni di lire l’anno, versate a Costa Nostra da Berlusconi e inizialmente ritirate da Mangano, delle quali parlano anche Francesco Scrima e Francesco La Marca, altri due pentiti, in ordine alle lamentele del Mangano per la mancata successiva percezione di queste somme”, ogni tanto si dimenticavano di pagare. E poi c’è il finanziere Rapisarda che racconta come Bontate riciclò i soldi delle cosche nelle aziende, nei cantieri e nelle televisioni di Berlusconi, ma questa è un'altra faccenda.


Ma arriviamo ai fatti; dicono i giudici che già nei primi anni 70 - sentenza Dell’Utri dicembre 2004 - la mafia era sbarcata a Milano, organizzando - scrivono - “numerosi sequestri di persona a scopo di estorsione, in relazione ai quali si deve univocamente intendere la funzione di garanzia e protezione che Mangano era chiamato a svolgere a tutela della sicurezza del suo datore di lavoro e dei suoi più stretti familiari

Gaetano Cinà, detto Tanino, svolgeva tra la mafia a Palermo e a Milano - scrivono i giudici - un ruolo di intermediazione, come dimostra un episodio cardine: l’incontro di Berlusconi con Stefano Bontate

Di Carlo - scrivono i giudici - ha riferito dei buoni rapporti di amicizia intrattenuti nel tempo con Cinà. Tramite Cinà aveva avuto modo di conoscere Dell’Utri, presentatogli amichevolmente dal Cinà nei primi anni 70, in un bar vicino al negozio gestito dallo stesso Cinà

A breve distanza dalla sua presentazione a Dell’Utri, il collaborante Di Carlo aveva incontrato a Palermo il Cinà, mentre questi - Cinà - era in compagnia di Stefano Bontate e Mimmo Teresi, il numero uno e il numero due della mafia. Dovendo tutti recarsi a Milano nei giorni successivi, proposero di incontrarsi nella città lombarda e si diedero appuntamento negli uffici che Ugo Martello - che era un uomo delle cosche che risiedeva a Milano - aveva in Via Larga, nei pressi del duomo di Milano. Dopo aver pranzato insieme al ristorante vicino al duomo di Milano - quindi partono i mafiosi, vanno a Milano - a Di Carlo venne proposto di accompagnarli a un incontro che avrebbero avuto di lì a poco con un industriale, tale Silvio Berlusconi e con Dell’Utri e ecco l’incontro. Dell’Utri li accolse in quest’ufficio - Edilnord, Foro Bonaparte- e li condusse in una sala dove attesero l’arrivo di Berlusconi, con il quale cominciarono poi a parlare di edilizia.”

Stefano Bontate, Mimmo Teresi e Francesco Di Carlo, i capi della mafia, vanno a Foro Bonaparte, sede dell’Edilnord, vengono accolti da Marcello Dell’Utri e, a un certo punto, arriva Silvio Berlusconi e si tiene questo vertice tra i capi della mafia e i capi della Edilnord, uno dei quali oggi è il nostro Presidente del Consiglio e l’altro è un parlamentare della Repubblica Italiana (e queste non sono fantasie).

Dice Di Carlo, ricordando perfettamente quell’incontro - vedrete i particolari - “a venirci incontro è stato proprio Dell’Utri e ci ha salutati: una stretta di mano, con Tannino Cinà si è baciato, con gli altri si è baciato, con me no.. dopo un quarto d’ora è spuntato questo signore sui 30 anni e rotti e hanno presentato il Dott. Berlusconi a tutti.”

Ci hanno offerto il caffè - è sempre Di Carlo che racconta - e, quando arriva Berlusconi, cominciano a parlare di cose più serie: lavoro, ognuno che attività faceva, Teresi stava facendo due palazzi a Palermo,lei, dottore, sta facendo una città intera, Milano 2” e lui “ non c’è molta differenza tra organizzare un’amministrazione, curarne due o curarne venti”, Berlusconi ha fatto dieci o venti minuti di parlare, ci ha dato una lezione economica e amministrativa perché aveva in costruzione una città 2, come chiamavano Milano 2. I giudici proseguono: “durante l’incontro venne affrontato anche il discorso della garanzia..”

Bontate rassicurò il suo interlocutore (Berlusconi), valorizzando la presenza al suo fianco di Dell’Utri e garantendo il prossimo invio di qualcuno (Mangano)”

Racconta ancora Di Carlo: “Aveva ragione Berlusconi a essere preoccupato: hanno parlato che lui aveva dei bambini, dei familiari, che non stava tranquillo e avrebbe voluto una garanzia. Berlusconi ha detto a Stefano (Bontate): “ Marcello mi ha detto che lei può garantirmi questo e altro” (Marcello è Dell’Utri) e allora Stefano Bontate ha detto “ lei può stare tranquillo, se dico io che può stare tranquillo deve dormire tranquillo”- “eh, sono il capo della mafia!”- lei avrà persone molto vicine che, qualsiasi cosa lei chiede, avrà fatta e lei rassicurandolo”: lei avrà persone molto vicine che, qualsiasi cosa lei chiede, avrà fatto.
Poi ha un Marcello qua vicino”, gli dice Bontate, “ c’è Dell’Utri qua vicino a lei, per qualsiasi cosa si rivolge a Marcello”, “Marcello dei nostri e dei suoi contemporaneamente, no? Quindi più sicuro di così..”, “perché Marcello è molto vicino a noi altri”, dice Stefano Bontate a Silvio Berlusconi, “ noi di Cosa Nostra prima minacciavamo e poi ci andavano a fare la garanzia”, dice Di Carlo. La mafia che fa? Ti minaccia e poi ti dice “ ti garantisco io contro le mie stesse minacce”, è la tipica estorsione. “ Era una cosa normale in Cosa Nostra, altrimenti che bisogno ha uno di chiedere - di chiedere protezione - se la sua incolumità non è messa in dubbio?”. Dunque, scrivono i giudici, “ ci fu una richiesta di protezione al Bontate e Berlusconi chiede di essere protetto da Bontate, ma Bontate fece una proposta a Berlusconi a conferma delle aspettative che il capo di Cosa Nostra riponeva in questo primo contatto


Di Carlo dice, nell’interrogatorio al processo, “ Bontate ci ha detto - a Berlusconi - ma perché non viene a costruire a Palermo, in Sicilia?”” e Berlusconi che cosa gli risponde? Con una battuta, un sorriso sornione, “ ma come? Debbo venire proprio in Sicilia? Ma come? Qua con i meridionali e i silicani ho problemi qua e debbo venire là?” e Stefano Bontate ci ha detto “ ma lei è il padrone quando viene là, siamo a disposizione per qualsiasi cosa”, Berlusconi, anche lui, alla fine, ci ha detto che era a disposizione per qualsiasi cosa: “ quello che serve a voi ve lo do io, quello che serve a me, me lo date voi”, questo è il rapporto.

Bontate ebbe una buonissima impressione e dice “ Cosa Nostra dobbiamo incominciare a farla ingrandire, un giorno cominciamo a combinare - cioè a affiliare alla mafia - gente fuori dalla Sicilia, perché ce ne sono tanti che discutono meglio dei siciliani.”

Quello che accade subito dopo lo ricostruisce il Tribunale e dice che “ il racconto di Di Carlo è nitido, preciso e pienamente compatibile con il resto delle emergenze processuali”, quindi i riscontri ci sono.

Una volta usciti dagli uffici, Cinà si era rivolto a Teresi e a Bontate e, facendo riferimento alla persona che avrebbe potuto essere mandata a Arcore, fece il nome di Mangano Vittorio, conosciuto dallo stesso Di Carlo come un uomo d’onore della famiglia di Porta Nuova, in quegli anni aggregata al mandamento di Stefano Bontate”, in quel periodo Mangano era un uomo di Bontate. “ Di Carlo ha riferito che Cinà, rispondendo a una sua domanda.. dice, Di Carlo, “ mi ha detto (Cinà) che c’era Vittorio Mangano, ci avevano messo vicino a Berlusconi, non certamente come stalliere, non offendiamo il signor Mangano, perché Cosa Nostra non pulisce stalle a nessuno, non fa lo stalliere a nessuno, Cosa Nostra ha un potere enorme e allora hanno messo a abitare lì a Milano, trafficava nello stesso tempo e si faceva la figura che Berlusconi aveva qualcuno vicino di Costa Nostra e Stefano l’aveva vicino. Berlusconi aveva vicino Mangano e Stefano aveva vicino Berlusconi”. Di Carlo ha riferimento che in seguito, in relazione a quest’incontro milanese, Cinà gli aveva manifestato il suo imbarazzo, perché gli era stato detto di chiedere 100 milioni a Berlusconi. Intorno al 77 /78 - stiamo parlando di un periodo dove Mangano ormai non è più a Arcore, Mangano è a Arcore dal 74 al 76, poi se ne va a abitare in un albergo a Milano - Cinà aveva chiesto il suo interessamento (di Mangano), in quanto Dell’Utri si era nuovamente rivolto a lui per il problema relativo all’installazione delle antenne per la diffusione del segnale televisivo”, stavano riempiendo l’Italia di antenne per Canale Cinque. “ Anche in quel caso le somme corrisposte a Cosa Nostra erano a titolo di garanzia””.



P.S. Tutto quello scritto tra virgolette compare nel verbale del Tribunale di Palermo sulla condanna di Dell'Utri.
Ultima modifica di Lawliet il 08/12/2009, 17:14, modificato 1 volta in totale.

08/12/2009, 17:47

Spatuzza ha smentito altri pentiti che avevano permesso l' arresto degli attentatori di Via D' Amelio, la procura riapre le indagini sulla morte di Borsellino.
Questi pentiti sono spesso (non sempre) una mina vagante, al soldo dei destabilizzatori e la calunnia o il creare confusione è il loro mezzo d' azione.
Poi se per legittimare il proprio idealismo si danno per scontate le loro affermazioni, vengano siori e siore, inizia lo show biss.

08/12/2009, 18:20

greenwarrior ha scritto:

Spatuzza ha smentito altri pentiti che avevano permesso l' arresto degli attentatori di Via D' Amelio, la procura riapre le indagini sulla morte di Borsellino.
Questi pentiti sono spesso (non sempre) una mina vagante, al soldo dei destabilizzatori e la calunnia o il creare confusione è il loro mezzo d' azione.
Poi se per legittimare il proprio idealismo si danno per scontate le loro affermazioni, vengano siori e siore, inizia lo show biss.


Nessuno può dire ora come ora, se le parole di Spatuzza siano attendibili o no (ricordo che se Spatuzza è condannato ad ergastolo è solo per merito suo, in quanto c'è stata da parte sua una confessione, ergo, se bisogna credere alla sua confessione..).

Che ne dite, ci focalizziamo su quanto trascritto nel mio penultimo post? Sui rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri e i boss della mafia, accertati già nel 2004 dalla giustizia, e di cui, stranamente, nessuno parla? [:)]
Ultima modifica di Lawliet il 08/12/2009, 18:28, modificato 1 volta in totale.

08/12/2009, 18:44

Lawliet ha scritto:

greenwarrior ha scritto:

Spatuzza ha smentito altri pentiti che avevano permesso l' arresto degli attentatori di Via D' Amelio, la procura riapre le indagini sulla morte di Borsellino.
Questi pentiti sono spesso (non sempre) una mina vagante, al soldo dei destabilizzatori e la calunnia o il creare confusione è il loro mezzo d' azione.
Poi se per legittimare il proprio idealismo si danno per scontate le loro affermazioni, vengano siori e siore, inizia lo show biss.


Nessuno può dire ora come ora, se le parole di Spatuzza siano attendibili o no (ricordo che se Spatuzza è condannato ad ergastolo è solo per merito suo, in quanto c'è stata da parte sua una confessione, ergo, se bisogna credere alla sua confessione..).

Che ne dite, ci focalizziamo su quanto trascritto nel mio penultimo post? Sui rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri e i boss della mafia, accertati già nel 2004 dalla giustizia, e di cui, stranamente, nessuno parla? [:)]


Hanno in mano lo strumento per blindare il nano, e non lo usano?
L' immunità non basta per i reati di mafia, forse non hanno le prove definitive.

08/12/2009, 19:26

Lawliet ha scritto:
Nessuno può dire ora come ora, se le parole di Spatuzza siano attendibili o no (ricordo che se Spatuzza è condannato ad ergastolo è solo per merito suo, in quanto c'è stata da parte sua una confessione, ergo, se bisogna credere alla sua confessione..).

Ma si può fare un lungo elenco, di quelli che sbavano dal desiderio che lo siano, te per primo [:D]
Che ne dite, ci focalizziamo su quanto trascritto nel mio penultimo post? Sui rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri e i boss della mafia, accertati già nel 2004 dalla giustizia, e di cui, stranamente, nessuno parla? [:)]

Forse perchè non c'è nulla da dire...hai già detto tutto te [:D]
Per quanto mi riguarda, torno agli argomenti ufo!
Passo e chiudo. [:)]

08/12/2009, 20:30

IL GOVERNO BERLUSCONI E' QUELLO CHE HA FATTO DI PIU' CONTRO LA MAFIA ?



LEGGETE UN PO QUA :

DA


http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... stracciato


Avevamo già denunciato come i ragazzi della squadra Catturandi di Palermo lavorassero in condizioni sempre più "complicate" e venissero strumentalizzati da chi (leggi dichiarazioni di Berlusconi) vuole attribuirsi il merito, nonostante tutto (diminuzione delle risorse alle forze di polizia, limitazione delle intercettazioni - principale strumento per l'individuazione dei latitanti mafiosi - , scudo fiscale, vendita dei beni sequestrati ai mafiosi che così se ne possono riappropriare).
In un articolo de "Il Fatto Quotidiano del 6 dicembre 2009" firmato da Silvia D'Onghia e da un comunicato stampa del Coisp (COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA) si evince una delle tante piccole, grandi difficoltà a cui vanno incontro questi ragazzi:






Palermo, il Reparto Scorte finisce la carta: “Riciclato l’ordine di servizio del giorno di Capaci”

Nel giorno in cui vengono arrestati Giovanni Nicchi e Gaetano Fidanzati, da Palermo arriva un’altra notizia che lascia stupefatti: il Reparto Scorte non avrebbe più la carta per stampare gli ordini di servizio. E allora riciclerebbe vecchi fogli, annullandone il fronte e stampando sul retro. Così capita che, tra quei mucchi di carta riutilizzata, si trovi anche l’originale dell’ordine di servizio del 23 maggio 1992, il giorno della strage di Capaci. A raccontare l’accaduto, in una lettera aperta fatta pervenire sul tavolo del Dirigente del Reparto e su quello del Questore di Palermo, è l’assistente capo della polizia Antonello Marini.


Il foglio di servizio della scorta di Falcone: con il giudice morirono la moglie e i tre agenti Schifani, Di Cillo e Montinaro.


“Il 29 novembre un collega che compilava alcuni atti aveva in mano una manciata di fogli da riciclare. Mi sono avvicinato e ne ho tirato fuori uno. Mi è venuta la pelle d’oca, non ho avuto bisogno di interpretarlo”. Foglio numero 6, servizio del 23/05/92, numero 342, scorta Dottor Falcone: Giuseppe Scaletta, Giovanni Vassallo, Carlo Cannova, Gaspare Cervello, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo della Quarto Savona 15; Lucio Torcivia, Luciano Tirindelli, Lopresti Anselmo, Vito Schifani, Angelo Corbo, Paolo Capuzza della 15 bis. Per tre di loro, Schifani, Di Cillo e Montinaro, sappiamo come è andata.

Marini assicura che si tratti dell’originale, scritto a macchina e corretto a penna. “Il giorno prima della strage ero stato assegnato a quella squadra, poi per una serie di combinazioni fui destinato ad una dottoressa - spiega - La mattina successiva, chiacchierando col mio amico Di Cillo, gli chiesi se voleva cambiare turno, perchè facevo volentieri la scorta a Falcone. Se avessimo fatto quel cambio non sarei qui”. Quel foglio ora è nelle sue mani, e lui giura di averlo nascosto per paura che glielo portino via e di volerlo vendere all’asta per conoscerne il valore. Sembra impossibile che un documento di quell’importanza sia finito tra la carta da riciclare, insieme a mucchi di altri faldoni che si starebbero via via distruggendo. “Io non so se l’abbiano scannerizzato, mi auguro di sì. Sicuramente è rimasto in Procura per tutto il tempo delle indagini, lo avranno fotocopiato e poi lo hanno rimandato al mittente”. Marini parla di “perdita di memoria” verso quello che è accaduto, di “documenti che sono acqua passata”.

Nel Reparto Scorte questa storia sembra essere conosciuta, ma nessuno ha voglia di parlarne. Marini denuncia il clima di ostilità che si è venuto a creare intorno a lui dopo la scoperta, anche se molti colleghi gli avrebbero dimostrato solidarietà. “Il dirigente mi è passato accanto senza dirmi niente, pur essendo stato il primo a ricevere la lettera aperta che ho scritto”.

Difficile credere che in questa vicenda ci siano responsabili, piuttosto è ipotizzabile che tutto questo rientri nella condizione generale, più volte denunciata sulle pagine del Fatto, in cui versano le forze dell’ordine. Già alla vigilia della manifestazione del 28 ottobre, in cui tutte le sigle sindacali sono scese in piazza a Roma contro i tagli del governo, i poliziotti ci avevano segnalato che negli uffici manca persino la carta. E questo accade a Palermo, a Roma, a Milano. Così come le tute da ordine pubblico sono inadeguate al clima e alle esigenze.

“Abbiamo toccato il fondo per la sicurezza individuale degli uomini che fanno questo lavoro - conclude Marini - i ragazzi delle scorte sono bersagli facili, senza alcuna possibilità di difendersi. Le auto sulle quali viaggiamo sono vecchie, mentre i politici hanno le macchine alla moda e super blindate”.

da Il Fatto Quotidiano del 6 dicembre 2009


LEGGERE ANCHE

http://www.newnotizie.it/2009/12/06/str ... la-scorta/



zio ot
Ultima modifica di barionu il 08/12/2009, 20:46, modificato 1 volta in totale.

08/12/2009, 21:01

IL GOVERNO BERLUSCONI E' QUELLO CHE HA FATTO DI PIU' CONTRO LA MAFIA ?



leggete un po' ...

da Il fatto quotidiano di oggi 8 dicembre


http://antefatto.ilcannocchiale.it/glam ... blog=96578


TOGLIERE CON UNA MANO PER RESTITUIRE CON L’ALTRA

Perché il governo vuole vendere i beni di Cosa Nostra


di Sandra Amurri


Con il maxiemendamento del Governo sulla legge Finanziaria arriva
Babbo Natale anche per la mafia. Un dono preziosissimo per le
organizzazioni criminali segrete che, come si sa, più del carcere (che
mettono in conto), temono di perdere i “piccioli”.

Il pacco dono si chiama: vendita dei beni confiscati, all’asta e a
trattativa privata per quelli di valore fino a 400 milioni, cioè la
maggior parte.


Una legge che non garantisce nulla, tantomeno la trasparenza
dell’azione dello Stato nella lotta alla mafia lasciando aperta la
porta a qualsiasi abuso, e che di chiaro ha solo la finalità: vendere.
Per il resto è buio fitto. Il testo non dice che decorsi i termini i
beni possono essere destinati alla vendita, bensì che sono destinati
alla vendita senza specificare come esempio quelli il cui recupero
civico ha un alto valore simbolico. Significato chiaro anche per un
bambino: i beni tolti dallo Stato ai mafiosi saranno riacquistati dai
mafiosi. E se è chiaro a un bambino è da escludere che non lo sia per
il Governo. Dunque, non resta che prendere atto della volontà di
questo Governo di fare un regalo alla mafia con la discutibile, e tra
l’altro non veritiera motivazione: vendiamo per fare cassa come se
l’emergenza potesse prescindere dal valore della trasparenza e dal
rispetto delle regole.


E neppure fare cassa sarà facile considerate le molteplici
criticità. La maggior parte dei beni confiscati, infatti, sono blocca-
ti dalle ipoteche poste dalle banche che hanno elargito i mutui. Un
esempio per tutti la tenuta del boss Michele Greco, detto il Papa.
Affinchè lo Stato ne possa disporre, come stabilito dalla
giurisprudenza in assenza di una legge, deve dimostrare in sede penale
con i tempi e le difficoltà che questo comporta che la banca,
nell’elargire il mutuo, non abbia rispettato una serie di indicatori
sufficienti a stabilire che la proprietà di quel bene, intestato
magari ad un parente o a un prestanome, non fosse mafiosa.


Ultimamente
la Cassazione non ha riconosciuto la buona fede del Banco di Sicilia
di Palermo, ad esempio, su alcuni immobili confiscati ipotecati e il
bene è rimasto allo Stato in quanto l’ipoteca non è risultata
opponibile, ma non sempre accade. Mentre spesso si verifica che la
Banca abbia venduto i crediti ipotecari a società di factoring e in
questo caso tutto si complica. I beni vendibili, l’85% dei quali si
trova nelle quattro regioni meridionali con una netta prevalenza della
Sicilia (47%), potranno essere acquistati da società quotate in borsa
che commercializzano immobili o anche da società a partecipazione
pubblica che in seconda battuta li metterà in vendita, senza alcun
controllo su chi li riacquisterà. É cosa così difficile da prevedere
che ad acquistarli sarà la mafia? Dunque, il bene tornerà al mafioso a
cui è stato confiscato e lo Stato dovrà tornare a riprenderselo con
uno spreco di risorse pubbliche nemmeno lontanamente paragonabili al
guadagno che potrebbe ricavarne con la vendita. Ma l’inganno è
consumato.


A ciò, che poco non è, si aggiunge un’altra notizia non ancora
ufficiale ma certa e preoccupante: il Governo, alla scadenza del 20
dicembre prossimo non rinnoverà l’incarico di commissario
straordinario per la gestione e la destinazione dei beni confiscati
all’ex magistrato della Dda di Lecce ed ex consulente della
Commissione Antimafia, Antonio Maruccia, nominato dal Governo Prodi
nel 2007, nonostante (o forse proprio perchè) abbia fatto un ottimo
lavoro anche nel privilegiare l’affidamento dei beni tolti alla mafia
alle cooperative e alle associazioni antimafia come Libera per
intendersi. E per finire con la nuova legge viene prevista, anche in
questo caso in maniera confusa e senza precisare da cosa verrà
sostituita, la scomparsa dell’Agenzia del Demanio. Di certo quello che
verrà, nonostante il duro colpo inferto con l’arresto dei due
importanti latitanti, sarà davvero un bel Natale per Cosa Nostra che
potrà brindare con lo champagne anche in carcere, all’idea di
riprendersi quei beni che il sudore e la fatica di molti le avevano
sottratto.



IN PRATICA


Riparte l'economia: i prestanome reinvestono i capitali rientrati con lo scudo fiscale.
Ultima modifica di barionu il 08/12/2009, 21:08, modificato 1 volta in totale.

08/12/2009, 21:57

I beni confiscati alla mafia andranno effettivamente all’asta.

Poi, con la storiella del ponte, a girare gli incassi ai legittimi proprietari si fa in un attimo.



http://forum.spinoza.it/viewtopic.php?f=3&t=5715

09/12/2009, 03:06

SPATUZZA PARLA

il Governo all' improvviso, l' avrete saputo , decide che


3,1 miliardi di euro saranno sottratti al TFR per la finanziaria 2010


ROMA - Il governo riscrive di notte la Finanziaria 2010. Dopo un lunga giornata di attesa e dopo molti rinvii, ieri sera, verso le 22 e 30, è stato presentato il maxi-emendamento alla manovra: un unico articolo, 250 commi, che fa lievitare l'intervento a circa 9 miliardi. Risolto, almeno sulla carta, il problema delle coperture che ha visto impegnato governo e Ragioneria fino all'ultimo istante: oltre ai 3,9 miliardi dello scudo fiscale, è confermato l'utilizzo di 3,1 miliardi provenienti dal Tfr, 1 miliardo verrà dalle province autonome di Trento e Bolzano, 250 dalla vendita delle caserme, 200 dal solito Fas e altri 200 milioni da una imposta sostitutiva sui terreni.




ll testo della legge

http://www.altalex.com/index.php?idnot=47454

qualche commento dalla rete

http://www.finanzaonline.com/forum/show ... p=23758433


dal messaggero


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... E_ECONOMIA


ROMA (7 dicembre) - Scontro duro sulla Finanziaria, con l'opposizione che ha abbandonato l'aula. La commisione bilancio della Camera ha dato via libera alla manovra e al bilancio, dopo aver approvato rapidamente il maxi emendamento del relatore senza modifiche. Al voto hanno partecipato solo i rappresentati della maggioranza che in poco meno di dieci minuti hanno bocciato circa 150 emendamenti dell'opposizione. La Finanziaria 2010 incassa quindi il primo via libera della Camera e il governo rispetta la tabella di marcia, con il testo atteso per mercoledì all'esame dell'Aula di Montecitorio dove non è escluso che il governo decida di chiedere una nuova fiducia.

Le opposizioni, dopo oltre dodici ore di lavori a singhiozzo, avevano abbandonato i lavori prima delle votazioni per protesta. Pd, Idv e Udc, hanno prima denunciato in aula quella che hanno definito una «anomalia», uno «sfregio nuovo e innovativo» e un «precedente gravissimo», cioè una sorta di voto di fiducia direttamente in Commissione sul maxiemendamento presentato dal relatore. Senza quindi lasciare spiragli alle proposte di modifica dei partiti di minoranza. Questa volta però, replica il presidente della Camera Gianfranco Fini nuovamente sollecitato dalle opposizioni, «le regole sono state rispettate» e dunque nessun ulteriore rinvio dei lavori è possibile. La linea scelta dal Pd, dall'Idv e dall'Udc nasce da «una valutazione politica perché a livello parlamentare - sottolinea il presidente della commissione Giancarlo Giorgetti - sono stati garantiti tutti i diritti a tutti».

Dopo sette giorni di stop and go, con maggioranza e governo impegnati nella scrittura e riscrittura delle norme, le uniche votazioni si sono concentrate negli ultimi 10 minuti della seduta di questa mattina quando i deputati del Pdl e della Lega hanno bocciato a raffica, in poco meno di 10 minuti, circa 150 emendamenti delle opposizioni. Convocata per ieri sera alle 20, con all'ordine del giorno circa un migliaio di proposte di modifiche (poi ridotte a un quarto circa), la seduta della commissione Bilancio di Montecitorio è stata "bloccata" da una lunghissima discussione che con il passare delle ore si è trasformata in un vero e proprio scontro tra i deputati. «È chiaro - spiegava alle 6 del mattino il relatore alla manovra Massimo Corsaro di fronte all'incalzare delle proteste - che ognuno di noi crede di avere la chiave del cassetto delle verità. Ma questa, vale a dire la volontà di non accogliere alcuna proposta dell'opposizione, è la nostra scelta». Il vice presidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino è invece convinto che la responsabilità sia tutta dei partiti di minoranza: «Cercano lo scontro e non hanno alcuna intenzione di aiutare il Paese ad uscire dalla crisi economica».

Ora comunque l'attenzione è volta all'esame in Aula che inizierà mercoledì e in vista del quale il Pd preannuncia battaglia: «La situazione che si è venuta a creare - spiega il capogruppo dei Democratici in commissione Bilancio Pier Paolo Baretta è molto seria e queste tensioni si riverseranno tutte anche nell'Aula». Dove però già aleggia lo spettro della fiducia: «Non è scontata - spiega vice-ministro all'Economia Giuseppe Vegas - ma se ci saranno molti emendamenti dell'opposizione è probabile».

«La Finanziaria, non solo non risolve i problemi ed è fatta di una tantum, ma, nonostante Berlusconi avesse garantito che non ci sarebbero stati assalti alla diligenza, questi ci sono eccome con una serie di interventi micro-settoriali ai quali vengono destinate parti delle entrate dello scudo». Lo ha detto il capogruppo dell'Idv in commissione Bilancio, Antonio Borghesi.

«Se dare un contributo costruttivo, significa sbattere i tacchi davanti agli ordini di Tremonti, noi, come ovvio, non possiamo imitare l'onorevole Bocchino e tutti i parlamentari del centrodestra», ha affermato Francesco Boccia del Pd.



Ragazzi, facciamo un indagine su dove il governo vuole indirizzare questo soldi ?

ieri sera a Ballarò Rutelli ha detto che saranno impiegati solo per il Sud,

ma forse ho capito male ....



zio ot
Ultima modifica di barionu il 09/12/2009, 03:32, modificato 1 volta in totale.

09/12/2009, 13:09


3,1 miliardi di euro saranno sottratti al TFR per la finanziaria 2010



la notizia al dettaglio :

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... to-da.html


zio ot
Ultima modifica di barionu il 09/12/2009, 13:10, modificato 1 volta in totale.
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