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MessaggioInviato: 19/05/2013, 20:34 
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nemozero ha scritto:

Sondaggio Swg:
Pdl primo partito
Dietro Pd e M5S,
che restano stabili http://qn.quotidiano.net/politica/2013/ ... titi.shtml
questo nel 2013

e questo nel 2012 http://www.youtrend.it/2012/05/18/sonda ... 18-maggio/

chi ci ha guadagnato?

e il grullo parla parla parla blahblahblah......


Ma chissenfrega dei sondaggi nemo...

Mai sono stati attendibili e cmq...

C'è PD e PDL al governo,hanno sospeso l'imu(poi la rimettono) a breve ci sarà l'aumento iva ecc...

Non sei contento con queste politche europeiste?

Fatti un bicchiere [:o)]


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MessaggioInviato: 19/05/2013, 20:35 
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sanje ha scritto:

"Coloro che danzavano erano considerati folli da quelli che non riuscivano a sentire la musica" F. Nietzsche
Bella e realistica! [:D]


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MessaggioInviato: 19/05/2013, 20:55 
Dietro agli enti che fa questi sondaggi chi c'è? Mi stupisce che gente che frequenta questo forum poi si fida cosi



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...the earth is an enclosed plane, centered at the North Pole and bounded along its outward edge by a wall of ice, with the sun, moon, planets, and stars only a few hundred miles above the surface of the earth.
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MessaggioInviato: 19/05/2013, 20:55 
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=rGrbNIkNAEc[/BBvideo]


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MessaggioInviato: 19/05/2013, 21:18 
Cita:
Ronin77 ha scritto:
Cita:
bene ??
non mi va bene..
perchè dovrebbe andarmi bene..??

è x questo che perdo tempo
a dire certe cose..
sennò farei altro,
giusto??
Dimmi cosa vorresti....



eh ??

ragazzi..
non comiciamo con gli enigmi.............


Ultima modifica di mik.300 il 19/05/2013, 21:20, modificato 1 volta in totale.


_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 19/05/2013, 22:52 
http://www.lsblog.it/index.php/economia ... el-passato


Cita:
[color=navy]
[color=blue]Prigionieri del passato

Il “Corriere” ci parla di un corteo organizzato dalla Fiom – con in testa Maurizio Landini e Gino Strada – contro le politiche di austerità, per «il diritto al lavoro, all'istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per la giustizia sociale e la democrazia». E basta leggere queste parole per capire che forse l’Italia non uscirà mai più dalla sua crisi. Dopo tutto ciò che è avvenuto, si chiede ancora il “diritto” a un mare di cose. Si dimentica che queste promesse, anche quando fanno parte della retorica della Costituzione, sono soltanto aspirazioni. E comunque non basta chiedere certi vantaggi, bisogna anche che l’erario abbia i fondi per dispensarli. In particolare, che diamine significa “diritto al reddito”? Che qualunque cosa uno faccia, anche niente, deve essere pagato? In quale Paese delle Fate si è mai vista, una cosa del genere?

Non è strano che, in queste condizioni, il Pd non partecipi ufficialmente al corteo: fra i tanti esaltati, in quel partito c’è ancora qualcuno che tenta di ragionare. Tuttavia, se manca la sottoscrizione ufficiale, non per questo mancano coloro che vogliono segnalare il loro paleocomunismo utopistico: orgogliosamente presenti Matteo Orfini, Sergio Cofferati, Fabrizio Barca, il disoccupato Ingroia e Paolo Ferrero. Quest’ultimo ha anche detto queste alate parole: “Qui c'è il popolo che vuole cambiare e lo ha chiesto anche alle elezioni, ma il Pd sta impedendo questo cambiamento assieme al Pdl”. Quale cambiamento, per fare che cosa, con quali costi, con quali finanziamenti? Ferrero non l’ha detto. Sono particolari triviali. Del resto, anche Landini “rivendica il cambiamento”. Basta quello dei calzini? Altra fondamentale rivelazione: “C’è bisogno di rimettere al centro il lavoro”. Dimenticando che purtroppo, prima di rimetterlo al centro, bisognerebbe che ci fosse. E quali operai assume, oggi, la Fiom?

Questi grandi economisti hanno anche una soluzione per l’attuale crisi: “Occorre il blocco licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali, con l'estensione della cassa integrazione facendo pagare a tutti un contributo”. Tutti chi, i lavoratori che non beneficiano della cassa integrazione? Se invece si tratta dei cittadini Landini potrebbe anche accorgersi che sono già oppressi da un numero sufficiente di tasse e imposte. Il blocco dei licenziamenti di cui parlano è poi quello per cui il sig.Rossi, salumiere, che non può più pagare il commesso, se lo deve tenere lo stesso; e poiché non ce la fa ad andare avanti, chiude. Come hanno chiuso decine di migliaia di negozi e di piccole imprese. Sicché il lavoro non lo perde solo il commesso, ma anche il bottegaio.

Se Landini voleva parlare della grande industria, il ragionamento non cambia. La Tavola Pitagorica vale a tutti i livelli. Il lavoro si conserva non in quanto lo si blocca, ma in quanto continua a convenire al datore di lavoro tenersi il prestatore d’opera. Se l’impresa va in rosso, il fallimento non lo blocca nessuno. Ma dal momento che nell’Unione Sovietica non andava così, Landini non riesce a capirlo. Infatti insiste: Bisogna “introdurre il reddito di cittadinanza per combattere la precarietà”. Perfetto. Dove si trovino i soldi per questo reddito è un particolare secondario.

In Italia si crede che fare politica sia chiedere soldi allo Stato: ecco perché non usciremo più dalla crisi. Beppe Grillo, molti, molti anni fa, fu scomunicato dalla Rai perché scherzò così: “In Cina sono tutti socialisti? E allora a chi rubano?” Nello stesso modo gli italiani dimenticano che quando chiedono soldi allo Stato li chiedono a se stessi, facendogli fare un giro costoso nella burocrazia. E quando non è così, quando lo Stato fa regali prendendo denaro a prestito, si arriva al debito pubblico attuale. Purtroppo non possiamo più dilatarlo e siamo alla disperazione: infatti non conosciamo altri modi di governare e di vivere.

Sul palco, per il comizio finale, Nichi Vendola, Stefano Rodotà (il mancato equilibratissimo Presidente della Repubblica), Sandra Bonsanti e la politologa Fiorella Mannoia. Alla manifestazione hanno aderito anche Rifondazione Comunista, Pdci, Movimento Cinque Stelle, IdV, Rivoluzione civile, studenti, Anpi e associazioni ambientaliste. Insomma tutti coloro che sono troppo nobili e morali per ragionare. Manca Dario Fo.

Dopo la Rivoluzione Francese i nobili avrebbero voluto che il calendario fosse rimesso al 1788 e Talleyrand, il cui senso del reale era da campionato del mondo, sorrideva sarcastico: “Ils n’ont rien appris, ni rien oublié”, non hanno dimenticato niente di come vivevano prima e non hanno imparato niente dagli avvenimenti successivi al 1789. Insomma erano condannati ad essere cancellati dalla società – come furono – per la loro incapacità di capire com’era cambiato il mondo. La storia si ripete, ma stavolta a non capire nulla sono i sanculotti.

Gianni Pardo, giannipardo@libero.it
18 maggio 2013[/color][/color]



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MessaggioInviato: 19/05/2013, 23:36 
forse arriveremo anche noi ad avere un presidente così

È a capo dell'Uruguay e vive con 800 euro al mese (il 10% del suo stipendio). Il resto in beneficienza. La residenza ufficiale è stata aperta ai senza tetto.

http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... -del-mondo

http://it.wikipedia.org/wiki/Jos%C3%A9_Mujica




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MessaggioInviato: 19/05/2013, 23:47 
i giornali spagnoli sul m5s , hanno incontrato i deputati 5s

http://www.infolibre.es/noticias/politi ... _1012.html


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MessaggioInviato: 20/05/2013, 01:41 
[8D]
Cita:

http://www.giornalettismo.com/archives/ ... i-partiti/

[color=blue]Report e i soldi dei privati ai partiti


19/05/2013 - La trasmissione di Milena Gabanelli ci racconta come si finanziano i partiti quando i denari non sono pubblici. E del ruolo oscuro e opaco delle fondazioni. Con la storia del MoVimento 5 Stelle

.....COME SI FINANZIA IL MOVIMENTO 5 STELLE – Si parla poi del MoVimento 5 Stelle: “L’idea è nata nel 2005 grazie a uno spettacolo di Grillo”, dice Gianroberto Casaleggio in voce mentre parte il video del vecchio spettacolo in cui il Semplice Portavoce spaccava il computer. Poi si parte con il video di Gaia che si trova sul sito della Casaleggio e Associati, con la nuova éra che arriverà nel giorno in cui Gianroberto compirà 100 anni. Si ritorna a parlare dei fondi, e del milione di euro richiesto per la campagna elettorale. “45 euro a testa”, dice Grillo. Passati i tre mesi dalle elezioni, è stato pubblicato un rendiconto sommario, ma senza le fatture e i nomi dei fornitori. “Non si possono raccontare frottole in rete”, fa notare di nuovo Grillo in un vecchio spettacolo subito dopo. Poi si dà voce ai militanti: “Noi chiediamo un piccolo contributo, si può fare politica senza spendere soldi”, dice un attivista del MoVimento 5 Stelle. Poi si passa la blog e alla pubblicità. Il blog di Grillo ha raddoppiado l’audience del MoVimento 5 Stelle, aumentano i visitatori e quindi i commenti quando i media parlano dei messaggi del Semplice Portavoce. “Difficile fare una stima dei ricavi da pubblicità”, sottolinea la trasmissione. Avremmo potuto chiederlo a Casaleggio, che ha preferito non rispondere alla domanda, dice Report, che poi mostra il leader Gianroberto che si nega alla questione. Anche il senatore Michele Giarrusso, intervistato, nulla sa e niente vuole dire. “Mi ha fatto cinque volte la stessa domanda, è chiara la domanda ed è chiaro il modo di attaccare”, continua poi arrabbiatissimo Giarrusso che ancora dimostra di non aver capito come funziona la stampa onesta e moderna. “Lei fa delle illazioni, io la ringrazio e la saluto”, aggiunge. “Il blog è un prodotto commerciale, la politica lo pubblicizza”, spiega ancora la Giannini. Che poi manda un’intervista a Federica Salsi, che racconta delle sue perplessità a proposito dei costi del blog: “Se il blog per stare in piedi ha un costo elevato, non mi puoi raccontare che la politica si fa a costo zero”, dice lei.

LA CACCIATA DELLA SALSI – Report racconta della cacciata della Salsi per la partecipazione a Ballarò, e di Grillo che prima diceva ai suoi di andare nei talk show. Torna a far ascoltare la frase di Giovanni Favia detta “fuorionda” a Piazza Pulita, poi fa parlare ancora la Salsi: “Quando ci siamo presentati a un’elezione nazionale è stato chiaro chi comandava: Grillo e Casaleggio. Hanno deciso tutto loro, non c’è stato il minimo confronto su niente”. Report poi spiega dei gruppi di comunicazione, scelti da Grillo e Casaleggio (“come s’era detto dall’inizio”, dice un parlamentare a 5 Stelle). I nomi: Nicola Virzì, camionista, Claudio Messora, un blogger, Rocco Casalino, ex Grande Fratello, Davide Martinelli, Nicola Bionda. Tutta la comunicazione del MoVimento è sotto il controllo della Casaleggio & Associati, che era già stato consulente dell’Italia dei Valori, pagato con i soldi pubblici del finanziamento che oggi Grillo vuole abolire. Si parla anche di Sonia Alfano, e della nascita del blog: “Ci volevano 250 milioni, gli ho detto ciao e arrivederci, sai… sono di Genova”, dice Grillo in voce. Si parla della Webegg di Telecom, dove Casaleggio era presidente, e subito dopo si racconta dell’intervento di Grillo all’assemblea della società. Chiude la Gabanelli in studio: “Certo, bisogna pensare che il MoVimento è nato da poco, e quindi un po’ di disordine è comprensibile. Ma attendiamo la pubblicazione delle fatture. E poi, c’è un’altra cosa. L’house organ del MoVimento è il blog. I proventi del blog vanno al MoVimento o no?”.
[/color]



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MessaggioInviato: 20/05/2013, 09:52 
Cita:
Il MoVimento 5 Stelle non è di sinistra (e neppure di destra). E' un movimento di italiani. Non vuole fare "percorsi insieme" a chi ha rovinato l'Italia. Pesi a bordo non ne vogliamo. Pd, Sel o Pdl, questi o quelli, per me pari sono.

"Cos'è la destra? Cos'è la sinistra?" (*)

Essere un po' razzisti è di destra
far entrare chiunque in Italia invece è di sinistra
la prescrizione accelerata è di destra
il giustizialismo verso gli avversari è di sinistra.
Il clandestino è di sinistra
il nazionalismo esasperato è di destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una bella minestrina Ogm è di destra
il cemento sopra un campo di grano è sempre di sinistra
tutti i talk show sono di giornalisti a libro paga,
sia di destra che di sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Gridare Forza Italia alle partite di pallone
ha un gusto un po' di destra
ma portare una canoista al governo, un po' tedesca,
è da scemi più che di sinistra.

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

La Tav in Val di Susa è un segno di sinistra
con i manganelli e i fumogeni sono andati verso destra
i pensionati in piazza per Berlusconi sono po' di destra
quando sono iscritti al sindacato sono anche di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
I matrimoni omosessuali sono una bandiera di sinistra
le prostitute a pagamento sono più che mai di destra

il Monte dei Paschi in compagnia, come la pisciata, è di sinistra
il fondo nero è sempre in fondo a destra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
La P2 bella azzurra e trasparente
è evidente che sia un po' di destra
mentre la burocrazia che strangola lo Stato è di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

L'ideologia, l'ideologia
non credo ancora che ci sia
è un paravento per fottere la gente.
Il MoVimento è sopra e oltre e parla agli italiani,
non ai piddini o ai berlusconiani.

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il pensiero confindustriale è nato a destra
ora è diventato buono anche per la sinistra
non si sa se la corruzione sia stata solo di destra
ma ora è certamente pure di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il saluto vigoroso a pugno chiuso
con la mazzetta alzata è ora un gesto dei dirigenti di sinistra
quello un po' romano, a mano aperta, anche se sdoganato,
è rimasto sempre fascista.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

Anche il Papa ultimamente
è diventato qualunquista e un po' populista,
dice di pensare agli ultimi e non alle banche
che siano di destra o di sinistra.

Lo Stato che ha trattato con la mafia
è uno Stato di **********, da vent'anni la stessa puzza a destra
come a sinistra
La legge elettorale Porcellum è stata partorita dalle scrofe di destra
però con l'aiuto dei verri di sinistra

L'ideologia, l'ideologia
non credo ancora che ci sia
è un paravento per fottere la gente.
Il MoVimento è sopra e oltre e parla agli italiani,
non ai piddini o ai berlusconiani.

(*) Liberamente ispirato a "Destra Sinistra" di Giorgio Gaber
Fonte:http://www.beppegrillo.it/2013/05/il_m5s_non_e_di.html#commenti


Estrapolare da un discorso solo alcune frasi e decontestualizzarle per discreditare, come stanno facendo molti media, è di "destra" o di "sinistra" [?]... [}:)]


Ultima modifica di Angel_ il 20/05/2013, 09:54, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 20/05/2013, 10:22 
Dire che la Idem e' scema come ministro non e' di destra ne' di sinistra ma da idioti puri visto da chi e' composto l'M5S.....



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MessaggioInviato: 20/05/2013, 10:32 
Anche non saper leggere non è nè di destra nè di sinistra a quanto pare [:D] [:D] [:D].



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MessaggioInviato: 20/05/2013, 10:40 
[url=v]La manipolazione della verità sembra quella di 1984[/url]http://www.ilfoglio.it/soloqui/18279

Cita:

[color=blue]Il vero pericolo per Grillo è il canto di sirena del Polo Rodotà

Se il Web ti contesta il condimento della pizza, pure il grillino si stufa

Come sempre capita quando la vita si mette a fare il romanzo (o il romanzo la vita), a un certo punto il dramma esteriore diventa dramma interiore, e la piazza mezza vuota che accoglie Beppe Grillo a Treviso e le liti sulla diaria e i sondaggi in flessione e la fantasia della scissione diventano tormento del singolo – singolo deluso, esacerbato, disorientato, isolato (tutti stati d’animo al momento presenti nel manipolo elettorale a Cinque stelle).

Non siamo ancora al punto in cui arrivano i protagonisti simil-grillini de “La mentalità dell’alveare”, il romanzo di Vincenzo Latronico presentato in questi giorni al Salone del Libro di Torino per Bompiani: una giovane coppia che senza rendersene conto scoppia, un guru ex televisivo che fa yoga nella sua villa e scrive la verità rivelata su un blog, il consiglio comunale di Milano e il governo nazionale monopolizzati da cittadini-eletti sottoposti sul Web a spietate “consultazioni” (con espulsione e “rotazione” del mandato), in un crescendo dell’assurdo nella vita personale, scandita, come quella pubblica, dal flusso assillante delle e-mail e dei post scritti da sconosciuti giudicanti, e dai commenti di esecuzione morale sommaria che scorrono su “L’alveare”, il sito internet del capo supremo, dove la legge del clic ricaccia nell’oscurità ogni tentativo di discolpa ed eleva in cima alla pagina la più piccola colpa (presunta). Altro che scenario alla George Orwell, pur temuto, nella realtà, dalla deputata sarda a Cinque stelle Paola Pinna nei postumi della lite sulla diaria, come scrive la Stampa ("La manipolazione della verità sembra quella di 1984", dice Pinna).


Nel romanzo di Latronico due simil-grillini si ritrovano dannati dalla rete e da una coscienza che non sa più quale sia la realtà, il tutto per aver pensato e detto quello che tutti pensavano e dicevano sul forum, fino al contrordine degli “influencer” (oggetto: la non pignorabilità della prima casa, e le sue conseguenze non sempre favorevoli al “povero” che vuole accendere un mutuo). Che tutti abbiano pensato la cosa più ragionevole non ha importanza, però, se gli esegeti del guru ci ripensano. La falsa verità internettiana diventa “la” verità anche tra le mura di casa – chi ama si impone di non amare e chi fa il furbo passa per eroe, in un generale rincorrersi di buone intenzioni e grandi indignazioni che diventano condanne neppure approfondite.

Tutto è epidermico, volatile, umorale, veloce come il ticchettio delle dita sulla tastiera. Non è ancora la realtà da pianeta Gaia, il mondo tecno-egalitario-giacobino che Gianroberto Casaleggio vorrebbe come day after dopo la distruzione della casta nel suo complesso, monumenti compresi, ma qualcosa di Gaia c’è, nella rappresentazione (neanche tanto allegorica) di Latronico. Che cosa potrebbe succedere se la “Rete dei volenterosi”, trasfigurazione romanzata del Movimento cinque stelle, prendesse più del trenta per cento?

L’autore dice di aver scritto il libro di getto, dopo le elezioni di febbraio, dalla Germania dove vive, angosciato senza sapere bene perché, incapace di spiegare il motivo del suo dubbio agli amici stranieri ottimisti di fronte al “vento del cambiamento”. Il motivo, scrive il ventinovenne Latronico nell’introduzione, stava nell’urgenza di dare forma a uno scenario: “Più che un romanzo”, questo è “un pamphlet di intervento politico in forma narrativa o una fiction tv il cui argomento è un’idea. L’idea, nello specifico, è quella della democrazia digitale: l’idea cioè che la trasparenza e l’orizzontalità di Internet rappresentino il futuro della democrazia. La tesi che ho cercato di illustrare è che quel futuro potrebbe essere nero”, ed è già “troppo simile al nostro presente”.


Intanto, nel presente-presente, Beppe Grillo, guru fuor di romanzo, non ha soltanto un problema di paghetta degli eletti, la famosa diaria che tanto li ha fatti litigare. E non ha soltanto un problema di tenuta lungo il provvisorio viale del tramonto rivoluzionario, Grillo, nelle sacche dell’ennesimo tour in cui un po’ s’infiamma e un po’ si immalinconisce, con l’animo dell’attore all’ultima replica ma anche del villeggiante che alla fine dell’estate saluta gli amici del muretto. L’ex comico si automotiva – verrà il giorno della chiusura della campagna a Roma e verrà la presa del paese, altrimenti saranno “barricate”, fantasma di catastrofe sempre evocato (variante: finiranno i soldi) quando l’incertezza che uccide l’artista si fa strada nella mente dell’artista che si è buttato in politica. Tiene presente la via d’uscita, Grillo (quando il gioco si fa duro pensa con saudade a quando faceva “teatro”, e parla di nuovo del suo prossimo “tour mondiale” come fosse un miraggio).

Si carica, ma sa di avere, più prosaicamente, soprattutto un problema di sinistra grillina che s’avanza, all’interno e all’esterno del gruppo degli eletti a Cinque stelle, percorsi oggi da imbarazzo, a differenza di due mesi fa, quando il leader mostra dubbi sullo ius soli (lui vorrebbe un referendum sul tema, molti eletti ne vorrebbero l’introduzione punto e basta, tanto che dichiarano di voler votare una proposta di legge in materia, anche se non lo sbandierano più di tanto per residuo timore reverenziale). E quando Grillo pubblica sul suo blog un post sui “Kabobo d’Italia”, con elenco delle malefatte di tre immigrati irregolari, la rete, pavloviana nelle reazioni non sempre raffinate anche nei confronti del suo direttore d’orchestra, bolla subito quelle parole, senza letture sottili, come “leghiste” (“parli come Matteo Salvini”, è l’analisi di base).


“Roma corrompe”, dicono le vecchie volpi del Transatlantico ogni volta che la polvere sollevata dagli zoccoli dei cavalli di qualche nuovo barbaro si deposita nel cortile del Palazzo, ma stavolta Roma corrompe non in senso economico, ché la diaria ha creato distanza tra eletti e leader, sì, ma più che altro in senso psicologico, come dimostra il tormento rappresentato sulla pagina facebook del deputato a Cinque stelle Adriano Zaccagnini (“il dissenso è il sale della democrazia”, è il messaggio al leader-papà che ha offeso i suoi figli insinuando che qualcuno volesse fare la “cresta”).

Roma corrompe sul lato politico, ed è questo il vero pericolo rincorso ma non debellato da Grillo tra un comizio e un post – a un certo punto spunta l’abolizione dell’Irap e poi il solito accenno al reddito di cittadinanza, per dare un contentino a questi e uno a quelli, e livellando gli uno nessuno e centomila che compongono il suo popolo nella reiterazione della formula “noi buoni, loro casta”. Eppure non riesce del tutto a ristabilire la sintonia con un gruppo parlamentare passato dall’innamoramento acritico alla fase disillusa in cui si può diventare sensibili a una sirena alternativa (e di sinistra).


E’ cominciata con una domanda: siamo qui e non facciamo nulla?, si chiedevano fin dai primi giorni i grillini cosiddetti “dialoganti” (come Tommaso Currò, Francesco Campanella e Lorenzo Battista, quelli che ancora oggi criticano la rigidità antidialogo dei vertici o “lo stile del leader” o l’attitudine dirigista della Casaleggio associati: “E come se Publitalia indirizzasse il Pdl”). E’ cominciata insomma con qualche voce difforme. Ma è proseguita con una tentazione – accordarsi (e addirittura governare) col Pd? – non tacitata dalla battaglia non vittoriosa sul nome di Stefano Rodotà (tà-tà), il quale peraltro è subito riemerso come bandiera della sinistra sognata da MicroMega in nome del “Terzo stato”. Poi succede che la Fiom scende in piazza a Roma (oggi) con lo stesso Rodotà, con Paolo Flores d’Arcais, con Sel e con ampi pezzi del Movimento cinque stelle. E succede che Romano Prodi, non a caso lodato da Beppe Grillo sulla Stampa in qualità di povero marziano nel Pd (“è vergognoso il modo in cui l’hanno trattato”) non voglia neppure ritirare la sua nuova tessera del partito (la straccia?).

E dunque l’intoppo, per Grillo, è la progressiva perdita di controllo del gruppo a Cinque stelle che scivola lentamente, ma forse inesorabilmente, verso il piano inclinato del dialogo intermittente con i democratici (non tutto il Pd, magari quello di area Luigi Zanda, il senatore che insiste sull’ineleggibilità del Cav., o il Pd che presenta una proposta di legge sullo ius soli, cofirmata dalle senatrici a Cinque stelle Alessandra Bencini, Manuela Serra e Paola De Pin). Non può del tutto girare la testa dall’altra parte, Grillo, anche se l’istinto di sopravvivenza lo porterebbe a farlo, se c’è una sinistra grillina che s’avanza: è quella che avrebbe voluto essere parte protagonista in una soluzione di non larghe intese, è quella d’accordo con gli OccupyPd, con i centri sociali e con gli ex Idv (ci si è messo anche Antonio Di Pietro: “Caro Beppe hai sbagliato, dovevi governare”).

E se è vero che le ricerche dell’Istituto Cattaneo, prima delle elezioni, avevano retrospettivamente collocato la base grillina non solo a sinistra, ma anche a destra e nel bacino ex leghista, è pure vero che la direzione degli eletti, adesso, sulla scorta dei commenti internettiani (attivisti che volevano “governare”, attivisti che a più riprese hanno scritto “avete perso un’occasione”), è sempre più quella di trascolorare (rientrare?) in una specie di sinistra movimentista.


E insomma, a questo punto, il Beppe Grillo demiurgo e comandante supremo in continua autodifesa sul tema dei soldi suoi e di Gianroberto Casaleggio (non tocchiamo una lira e guai a chi lo dice, è la linea) potrebbe pure mettersi d’incanto a recepire il disagio di chi, rendicontando sul Web la cena a diciotto euro, si ritrova insultato dal Web alla rendicontazione successiva, quella in cui la poco esosa pizza margherita cede il passo alla più esosa pizza bufala e pachino (perché hai speso due euro in più?, ha chiesto un internauta all’espulso grillino Antonio Venturino, vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana entrato in attrito con i vertici, dice lui, non per i soldi, ma proprio per la linea pro dialogo con il Pd). Ma forse non servirebbe, mettersi in ascolto del malcontento da diaria restituita, ché Grillo, per non perdere davvero i suoi in Parlamento, deve spencolarsi a sinistra, ma se si sbilancia troppo rischia, alla lunga, di dissolversi nei rivoli del “polo Rodotà”.


L’insofferenza verso il capo si affaccia a intermittenza nel gruppo parlamentare, mista al riflesso di fedeltà pre-elettorale che porta i neoeletti in giro per le piazze nel weekend. Bisogna infatti dare manforte all’ex comico dall’umore altalenante – un giorno comprensivo, un giorno dispotico, un giorno vittima di chi “vuole zittire” il M5s sul Web, ed ecco la difesa dei venti ragazzi indagati per vilipendio al capo dello stato dalla procura di Nocera Inferiore; ecco il lancio d’allarme per l’arrivo della polizia negli uffici della Casaleggio associati; ecco l’attacco al Quirinale per lo stesso motivo: “bocche cucite”, ha detto il Grillo che imponeva ai suoi commentatori il silenzio di un giorno per evitare altre denunce (“chi può essere al sicuro di un’eventuale denuncia per una critica al presidente della Repubblica? Allora, per difendersi, l’unico mezzo è non scrivere più nulla”, era la motivazione, sormontata da critica “all’assolutismo monarchico” del Quirinale – il Quirinale rispondeva che l’eventuale abolizione del reato di vilipendio spettava al Parlamento; l’ex portavoce del Quirinale Pasquale Cascella faceva notare che il presidente della Repubblica in passato si era detto favorevole all’abolizione dell’articolo 278 del codice penale e Grillo ieri sul suo blog prendeva (sarcasticamente) atto: “… Forte di questo viatico presidenziale… il MoVimento 5 Stelle depositerà oggi in Senato, e lunedì alla Camera, la proposta di abrogazione dell’articolo 278. Una legge del Codice Rocco che tutelava Mussolini e il re. Sono certo dell’adesione plebiscitaria in Aula alla nostra iniziativa. Napolitano è con noi, chi voterà contro l’abrogazione, voterà anche contro il presidente della Repubblica e potrebbe macchiarsi di vilipendio”).

Ma è come se la polverina magica del dopo-elezioni, l’incantesimo che teneva uniti ortodossi e non ortodossi, fosse finita. Non siamo automi, dicono i parlamentari, anche plasticamente contrapposti, nel loro confabulare in Parlamento, alla solitudine del grande capo nella piazza non più così traboccante. Non vogliono “gogna mediatica”, come ha detto la deputata pugliese Vincenza Labriola. Lui, il capo, non sempre ce la fa a non calare dall’alto la verità. La mattina è autocritico (doveva “esserci di più” con i suoi invece di darli in pasto senza preparazione alla “lezioncina” di Enrico Letta trasmessa in streaming, ha detto in una lunga intervista alla Stampa), ma il pomeriggio torna a essere l’uno che vale non uno, come da slogan, ma mille volte più degli altri.


Non si sa bene dove porti il disagio degli eletti che, varcata la soglia del Palazzo, si sentono giocoforza parte delle istituzioni, e dunque legittimati a “fare”, sempre meno compattamente silenziabili. Vogliono far dimenticare il tragicomico processo a Marino Mastrangeli, senatore giudicato dai suoi pari e poi espulso dal Web, ma poi, sempre tampinati dai seguaci puristi su Twitter, si sentono in dovere di nobilitare la rete a suon di proclami sulla battaglia per la libertà del Web da “combattere in Parlamento”, e pazienza se sembravano prese di peso dalla rete più ottusa alcune uscite infelici all’indomani dell’attentato di Luigi Preiti ai carabinieri (il deputato a Cinque stelle Andrea Cecconi, in un’intervista al Secolo XIX, ha detto: “Se avesse sparato a un’auto blu, avrei capito il senso”, ma a leggere i commenti su blog e forum si trovavano molte frasi simili).


Vorrebbero accreditarsi come rivoluzionari e al tempo stesso come figure istituzionali alla testa del Copasir o della Vigilanza Rai, gli eletti a Cinque stelle, ma è il capo che deve decidere che cosa fare della sua propensione al “no, no e no” (il titolo dell’ultimo tour è sempre tarato sul vecchio tormentone del “tutti a casa”) – intanto, sempre nell’intervista di giovedì scorso alla Stampa, ostenta un inedito e mezzo ironico garantismo (non è che i magistrati che arrestano il presidente della provincia di Taranto stanno esagerando?). Più passa il tempo, più l’unisono nel corpaccione grillino diventa impossibile, e nel fermento sotterraneo del gruppo parlamentare la “sinistra grillina”, scontenta, non esclude la possibilità di un gruppo autonomo (per ora ancora lontano da venire).

Ma i sottintesi pesano, e fanno pensare che dal “votiamo solo quello che ci piace” si possa, in un futuro non remotissimo, perdere le squame da organismo autarchico che ripete all’infinito la lezione del guru Grillo, per seguire la scia del gruppo “Beni Comuni” capitanato dal viceguru Rodotà.

(Poi a un certo punto, nel libro di Latronico, mentre il groviglio di scomuniche della rete si fa inestricabile, c’è persino uno che, orrore, se ne va con il Pd).

© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Marianna Rizzini[/color]


Ultima modifica di rmnd il 20/05/2013, 10:43, modificato 1 volta in totale.


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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
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Blissenobiarella ha scritto:

Anche non saper leggere non è nè di destra nè di sinistra a quanto pare [:D] [:D] [:D].


[:D]
Hahah. Volevo dirla io questa ma mi ero trattenuto. Era come sparare sulla croce rossa.



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MessaggioInviato: 20/05/2013, 13:21 
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zakmck ha scritto:

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Blissenobiarella ha scritto:

Anche non saper leggere non è nè di destra nè di sinistra a quanto pare [:D] [:D] [:D].


[:D]
Hahah. Volevo dirla io questa ma mi ero trattenuto. Era come sparare sulla croce rossa.
Piagnucolare e brontolere sempre invece è di una parte di italiani i quali si meritano questo ultimo ventennio politico.


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