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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 01/11/2015, 11:29 
Siamo all' assurdo...

Violiamo le acque territoriali del governo legittimo di un Paese che noi abbiamo ridotto in queste condizioni per fare il pieno di clandestini...

Le navi dovrebbero mandarle per rifornirli di armi per combattere l' ISIS, il regime di Tripoli e ristabilire l' ordine in Libia fermando il traffico umano.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 01/11/2015, 18:28 
I libici sfregiano i morti italiani: devastato il cimitero di Tripoli

Dalla Libia inviate le foto dell'ultimo sfregio ai nostri morti: completamente distrutto Hammangi

Immagine

Uno sfregio senza tempo che fa riaffiorare un dolore passato. Hammangi, il cimitero cattolico italiano di Tripoli, è stato di nuovo devastato.

"Sono immagini che si commentano da sole per la loro inciviltà e che completano il quadro tragico della situazione in Libia", afferma la presidente dell'Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia (Airl), Giovanna Ortu, che oggi ha inviato all'Ansa le fotografie che testimoniano l'ultimo sfregio.

Nel cimitero cattolico di Tripoli riposano i resti di circa 8.000 italiani. "Grazie a Dio non abbiamo bisogno di tombe materiali per pregare in ricordo di quei morti - commenta Ortu - ci piace ricordare la lunga tradizione di rispetto fra le diverse religioni che ha caratterizzato la nostra vita laggiù". Secondo Giancarlo Consolandi, presidente dell'Associazione alunni scuole cristiane di Tripoli (Exlali), "la preoccupazione per i vivi libici in pericolo a causa della lunga guerra fratricida che ha dato spazio a presenze inquietanti prevale sull’accorata preghiera per i nostri cari defunti". Anche la Farnesina ha deplorato "l’ennesima barbara profanazione" del cimitero. "La profanazione di un luogo sacro è un gesto vile, di inciviltà e intolleranza - ha commentato il ministero degli Esteri - tanto più grave perché perpetrato quando in Italia e in altri Paesi è consuetudine recarsi nei cimiteri a salutare i defunti".

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/i-l ... 89639.html



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 01/11/2015, 19:04 
Aztlan ha scritto:
Siamo all' assurdo...

Violiamo le acque territoriali del governo legittimo di un Paese che noi abbiamo ridotto in queste condizioni per fare il pieno di clandestini...

Le navi dovrebbero mandarle per rifornirli di armi per combattere l' ISIS, il regime di Tripoli e ristabilire l' ordine in Libia fermando il traffico umano.

Lo sai no?,dobbiamo seguire le direttive,anche dandoci mazzate sulle Pa....e. [:301] [:306]


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 02/11/2015, 00:52 
Cita:
Mentre la Merkel continua a 'dormire' la Germania è messa a dura prova dai flussi migratori

Immagine

Perché Angela Merkel non tira il freno a mano?

Come mai proprio la cancelliera tedesca - che ha sempre orientato la sua politica ai sondaggi elettorali - assiste imperterrita al calo dei consensi, ben consapevole delle cause che vi soggiacciono?

L'ininterrotto afflusso di migranti dal Medio Oriente, scrive l'editorialista Holger Steltzner sul quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, il più importante quotidiano della Germania, sta mettendo a dura prova la sonnolenta pacatezza della popolazione tedesca.

Due cittadini su tre pensano che l'ondata di profughi cambierà profondamente il volto della Germania, denunciano l'aumento di reati e un calo della sicurezza e temono l'infiltrazione dei terroristi. Tuttavia Merkel pare non voler far nulla per fermare i flussi migratori, e preferisce reiterare come un mantra in tutte le sue varianti lo slogan pronunciato all'inizio della crisi: “Ce la faremo”.

La Cancelliera - accusa Steltzner - “si comporta come se Berlino non avesse nulla a che fare col superamento dell'attuale quadro normativo europeo sui migranti”: è ormai chiaro, secondo lo stimato editorialista, che “con la politica di Merkel il flusso migratorio diventerà un esodo senza precedenti. Fino a quando al Cancellierato sarà il cuore e non la ragione a dettare la linea politica, e Merkel negherà la propria responsabilità personale nell'ambito della crisi - prosegue - la Germania non potrà che lasciare le porte aperte contro la propria volontà”.

Le dichiarazioni di molti esponenti politici - prosegue Stelzner - non fanno che approfondire la frattura tra la popolazione e l'èlite politica. Secondo i sondaggi, sei cittadini tedeschi su dieci sono convinti che la Germania abbia perso il controllo dei flussi migratori: un cittadino su due accusa la politica tedesca di Angela Merkel di “aver perso ogni senso della realtà” e sette intervistati su dieci sono dell'idea che questi problemi derivino dagli eccessivi incentivi concessi dalla Germania ai profughi che giungono nel paese.

L'attacco frontale del Frankfurter alla Merkel è segnale di un malessere molto profondo nei vertici del potere non solo politico, anche economico e finanziario - di cui questo quotidiano è alfiere - nei confronti di una politica del governo tedesco che sembra sempre di più avere i giorni contati.


http://www.ecplanet.com/node/4816


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 02/11/2015, 10:10 
vimana131 ha scritto:
Cita:
Mentre la Merkel continua a 'dormire' la Germania è messa a dura prova dai flussi migratori

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Perché Angela Merkel non tira il freno a mano?

Come mai proprio la cancelliera tedesca - che ha sempre orientato la sua politica ai sondaggi elettorali - assiste imperterrita al calo dei consensi, ben consapevole delle cause che vi soggiacciono?

L'ininterrotto afflusso di migranti dal Medio Oriente, scrive l'editorialista Holger Steltzner sul quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, il più importante quotidiano della Germania, sta mettendo a dura prova la sonnolenta pacatezza della popolazione tedesca.

Due cittadini su tre pensano che l'ondata di profughi cambierà profondamente il volto della Germania, denunciano l'aumento di reati e un calo della sicurezza e temono l'infiltrazione dei terroristi. Tuttavia Merkel pare non voler far nulla per fermare i flussi migratori, e preferisce reiterare come un mantra in tutte le sue varianti lo slogan pronunciato all'inizio della crisi: “Ce la faremo”.

La Cancelliera - accusa Steltzner - “si comporta come se Berlino non avesse nulla a che fare col superamento dell'attuale quadro normativo europeo sui migranti”: è ormai chiaro, secondo lo stimato editorialista, che “con la politica di Merkel il flusso migratorio diventerà un esodo senza precedenti. Fino a quando al Cancellierato sarà il cuore e non la ragione a dettare la linea politica, e Merkel negherà la propria responsabilità personale nell'ambito della crisi - prosegue - la Germania non potrà che lasciare le porte aperte contro la propria volontà”.

Le dichiarazioni di molti esponenti politici - prosegue Stelzner - non fanno che approfondire la frattura tra la popolazione e l'èlite politica. Secondo i sondaggi, sei cittadini tedeschi su dieci sono convinti che la Germania abbia perso il controllo dei flussi migratori: un cittadino su due accusa la politica tedesca di Angela Merkel di “aver perso ogni senso della realtà” e sette intervistati su dieci sono dell'idea che questi problemi derivino dagli eccessivi incentivi concessi dalla Germania ai profughi che giungono nel paese.

L'attacco frontale del Frankfurter alla Merkel è segnale di un malessere molto profondo nei vertici del potere non solo politico, anche economico e finanziario - di cui questo quotidiano è alfiere - nei confronti di una politica del governo tedesco che sembra sempre di più avere i giorni contati.


http://www.ecplanet.com/node/4816


ordini superiori
connessi con la guerra in siria?


i profughi servono
x tenere viva l'attenzione..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 03/11/2015, 12:52 
Cita:
Immigrati. La forza lavoro che (non) ci salverà


Il buonismo dell’accoglienza illimitata e di un mondo senza frontiere riserverà vantaggi a gente del posto e immigrati? È un’idea facile da capire, ma anche da smontare

Leggi di Più: Immigrati. La forza lavoro che (non) ci salverà

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L’immigrazione di massa in Europa da Africa e Oriente ha a che fare con gli interessi del capitale e della grande impresa, o questa è una favola messa in giro da una poco santa alleanza di populisti xenofobi e marxisti dottrinari? E quindi ha ragione l’altra bizzarra coalizione, quella che tiene insieme la sinistra buonista dell’accoglienza illimitata con gli economisti liberisti e le confindustrie di tutta Europa, uniti dal programma di un mondo senza frontiere che riserverebbe vantaggi per tutti, cioè gente del posto e immigrati? Nella visione buonista-liberista, l’ondata migratoria risolve tutti i problemi: riequilibra i conti delle pensioni, riabbassa il tasso di dipendenza anziani/popolazione in età lavorativa, stimola l’economia e i consumi. E non ci sono problemi nemmeno per quanto riguarda la competizione per i posti di lavoro (non sarebbe vero che gli immigrati “rubano” il lavoro agli indigeni) e il livello dei salari (non sarebbe vero che l’arrivo degli immigrati li spinge verso il basso). Sul britannico Guardian l’economista anglo-americano Jonathan Portes scrive che «è ben noto che i salari sono generalmente più alti e i posti di lavoro più facili da trovare in aree di alta immigrazione come Londra, piuttosto che in aree di bassa immigrazione, i cui mercati del lavoro sono relativamente depressi, con salari inferiori alla media nazionale. L’aumento dei lavoratori migranti implica una crescita dell’offerta di manodopera. Ma poiché i migranti guadagnano e spendono denaro, aprono attività e così via, tutto ciò aumenta la domanda di lavoro. È vero che se un posto di lavoro lo occupa un immigrato, non potrà più occuparlo un britannico; ma questo non significa che non potrà trovarne un altro creato, direttamente o indirettamente, per effetto dell’immigrazione. E in generale gli economisti pensano che la competizione – compresa quella del mercato del lavoro – conduce a guadagni di efficienza. Nel tempo, questi dovrebbero portare a un aumento di produttività e quindi ad aumenti di salari per tutti».

Le verità non dette
Per trovare qualcuno che non sia d’accordo con questa visione ottimistica non c’è bisogno di scartabellare documenti del Front National francese o ascoltare comizi della Lega Nord italiana. Su una bibbia del capitalismo finanziario come il Financial Times Wolfgang Münchau spiega l’effetto depressivo che l’immigrazione rischia di avere sui salari tedeschi, e di conseguenza sulle prospettive di ripresa economica dell’intera Unione Europea (perché se i tedeschi non ricominciano a spendere importando dall’estero, siamo tutti fregati). Scrive dunque il noto commentatore: «L’irresistibile forza dei rifugiati sta colpendo l’oggetto immobile rappresentato da un alto salario minimo, fissato a 8,5 euro all’ora. Se non ci fosse nessun salario minimo, ci si dovrebbe aspettare che un aumento nel numero dei migranti produca una flessione nel livello più basso dei salari. Questo è uno degli scenari che trasformerebbero la crisi dei rifugiati in un campo minato politico per la signora Merkel. Col salario minimo fissato agli attuali livelli, il livello salariale globale diminuirà comunque, ma in un modo più indiretto. Molti dei rifugiati privi di qualifiche resteranno inizialmente disoccupati. Così la complessiva riserva di manodopera disponibile a lavorare in cambio del salario minimo crescerà di molto. Ciò eserciterà una pressione sulla fascia di salari subito sotto il salario minimo. E questo avrà riflessi su tutto lo spettro delle retribuzioni. Ciò metterà fine rapidamente all’unica buona notizia proveniente dall’eurozona quest’anno: dopo un lungo periodo di stagnazione, i salari tedeschi avevano ripreso a salire».

Ecco una verità che anche Portes è costretto ad ammettere: l’immigrazione esercita un effetto depressivo sui salari più bassi. Che nel lungo periodo li faccia aumentare tutti, è da dimostrare. Così come è da dimostrare che eserciti un effetto benefico sui conti dello Stato in materia previdenziale e pensionistica, grazie al gettito fiscale e ai contributi prelevati dalla busta paga. Scrive Martin Wolf, altro luminare del Financial Times: «L’immigrazione comporta significativi impatti sui bisogni di investimento (edilizia abitativa e altre infrastrutture) e costi di congestione, particolarmente in paesi già densamente popolati. (…) L’Ocse ha analizzato l’impatto fiscale delle successive ondate di immigrazione negli ultimi 50 anni nei suoi paesi membri, e ha concluso che mediamente è pari quasi a zero». Wolf si riferisce a uno studio Ocse del 2013 che mette a confronto le entrate fiscali provenienti dagli immigrati e la spesa pubblica a loro destinata in 21 paesi industrializzati. Nel triennio 2007-2009 la differenza fra entrate e uscite sarebbe negativa per un importo pari allo 0,12 per cento del Pil totale. Insomma, l’effetto degli immigrati sui conti dello Stato è neutro.

E questo è anche lo spunto che consente a Wolf di ridimensionare le aspettative di chi vede negli immigrati la soluzione al problema del tasso di dipendenza degli anziani dai giovani nei paesi occidentali. Cita uno studio delle Nazioni Unite che afferma che per mantenere il tasso di dipendenza degli ultrasessantacinquenni rispetto alla popolazione in età di lavoro sotto il 33 per cento in Europa (attualmente ce ne sono 29 ogni 100 in età di lavoro) sarebbero necessari 154 milioni di migranti fra il 1995 e il 2050, una cifra che «trasformerebbe le culture dei paesi riceventi in modi complessi», certamente non tutti piacevoli. E in termini di bilancio non risolverebbe i problemi, perché «anche gli immigrati invecchiano», e quindi bisognerebbe continuare a importare milioni di extracomunitari per sostenere il welfare europeo. Un argomento già illustrato in Italia da Gian Carlo Blangiardo e in Germania da Gerhard K. Heilig, ex direttore della Sezione stime e proiezioni della popolazione alla Divisione Popolazione delle Nazioni Unite. «In Germania sarebbero necessari 261 milioni di immigranti nei prossimi 90 anni per stabilizzare l’attuale tasso di dipendenza degli anziani. Agli attuali livelli di fertilità (1,36 figli per donna, ndr), la popolazione della Germania dovrebbe aumentare fino a 490 milioni di persone attraverso l’immigrazione per impedire un ulteriore invecchiamento della popolazione! È una cifra inconcepibile che illustra l’assurdità di considerare l’immigrazione una soluzione ai problemi demografici del paese».

Un modo per abbassare i salari
Alla fine resta solo un motivo razionale per essere favorevoli all’immigrazione di massa, quello dei “guadagni di efficienza” citati da Portes, che comportano aumenti di produttività che nel tempo portano all’aumento dei salari e del benessere per tutti. L’emigrazione di massa correggerebbe le “distorsioni” nei salari reali a livello mondiale, così come la liberalizzazione del commercio corregge le distorsioni dovute al protezionismo, e alla fine tutti staremmo meglio. «I fenomeni d’immigrazione di massa – scrive il politologo francese Henri Hude – non sono che un aspetto della mondializzazione economica liberale. Alla libertà di circolazione di beni, servizi, materie prime e capitali attraverso il mondo e alla loro messa in concorrenza sui mercati globali, corrisponde necessariamente la libertà di circolazione della manodopera e la messa in concorrenza di tutti i lavoratori e gruppi di lavoratori in un unico mercato globale del lavoro». Le conseguenze immediate di questa concorrenza sono problematiche. Siccome non esiste un sistema di previdenza sociale mondiale uguale per tutti, la libertà di circolazione dei lavoratori fa entrare i popoli in un clima di concorrenza sociale al ribasso. Ogni sistema di solidarietà sociale istituito a livello nazionale rende i lavoratori di quella nazione meno competitivi sul mercato mondiale. Nei paesi dove il sistema sociale è più generoso, più forte è la pressione in direzione dell’erosione della solidarietà sociale, dell’evasione dei capitali e della distruzione progressiva degli impieghi salariali, soprattutto industriali. «L’immigrazione di massa di lavoratori stranieri è un altro modo per far abbassare i costi salariali», scrive ancora Hude. «O si delocalizzano i posti di lavoro che costano troppo, o si fanno venire dei lavoratori che si potranno pagare di meno. Inoltre l’opposizione fra lavoratori nazionali e lavoratori stranieri o immigrati è una manna per i plutocrati, perché permette 1) di far passare per xenofobi nei media i lavoratori nazionali vittime del liberalismo selvaggio; 2) di aggravare i pregiudizi contro gli immigrati e opporre fra loro due categorie di salariati i cui interessi economici sono convergenti. Divide et impera».

Il capitale avrebbe oggi una particolare urgenza, nei paesi industrializzati, a far passare nel dibattito politico e nei grandi media una linea ultrafavorevole all’immigrazione di massa, perché pare che siamo alla vigilia di una fase di forte contrazione dei profitti. Un rapporto del McKinsey Global Institute (Mgi) del mese scorso annuncia che l’età dell’oro delle multinazionali americane ed europee è arrivata al capolinea. Avendo analizzato i dati di oltre 30 mila imprese internazionalizzate di tutto il mondo, Mgi afferma che i loro profitti sono triplicati in valore assoluto fra il 1980 e il 2013, e che hanno toccato il picco storico della loro equivalenza al 10 per cento del Pil mondiale (nel 1980 erano pari al 7,6 per cento). Due terzi di tutti questi profitti sono andati a multinazionali occidentali. A favorire il boom hanno contribuito la globalizzazione dei mercati e la conseguente diminuzione dei costi. Sono entrati sul mercato del lavoro 1,2 miliardi di persone in più rispetto al 1980, in gran parte appartenenti alle economie emergenti; le tasse sui profitti delle imprese si sono in media dimezzate nei paesi dell’Ocse e il prezzo di molte materie prime è diminuito. Il 4 aprile dell’anno scorso l’attacco di un articolo sul New York Times esordiva così: «I profitti delle imprese hanno toccato il più alto livello negli ultimi 85 anni. I compensi per i dipendenti sono al livello più basso degli ultimi 65 anni». Charles Goodhart, docente alla London School of Economics ed ex alto dirigente della Banca d’Inghilterra autore insieme ad altri due economisti di uno studio sul costo del lavoro, parla di «25 anni di stagnazione salariale».

Ora però sta cominciando una nuova era: le multinazionali nel mondo sono il doppio di quante erano nel 1990, la competizione aumenta, la volatilità dei profitti pure. Mgi prevede che nel giro di un decennio scenderanno dal 10 all’8 per cento del Pil. Contemporaneamente alla sfida delle loro omologhe dell’Oriente, le multinazionali dell’Occidente devono far fronte a un clima politico mutato, nel quale non solo i populisti di destra e di sinistra denunciano l’avidità delle corporation, ma anche un leader politico come Angela Merkel si vede costretta a introdurre un salario minimo che prima non esisteva. I tassi di fertilità in Occidente sono crollati, gli effetti del boom demografico degli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso sono esauriti, e questo implica che la manodopera qualificata e meno qualificata diventa più rara: per forza di cose i salari dovranno salire, e i profitti diminuire.

La propaganda può tutto
Lo studio di Charles Goodhart per la banca d’affari Morgan Stanley lo dà praticamente per certo, e prevede a breve il ritorno di un mondo dove i tassi di profitto scenderanno di alcuni punti, l’inflazione rialzerà la testa, i tassi d’interesse sul denaro torneranno a crescere e i salari pure. Ma basa questa prognosi su una valutazione molto soggettiva: dubita che l’automazione del lavoro sarà sufficientemente rapida da ridurre le necessità di manodopera, e che le nazioni in via di invecchiamento possano adattarsi culturalmente all’arrivo di milioni di immigrati extraeuropei in poco tempo. Si può dubitare del suo dubitare. La propaganda può tutto, quando è condotta all’unisono da governi, sistema dei media e mondo dello spettacolo. La realizzazione progressiva in tutto l’Occidente dei contenuti più estremi dell’agenda Lgbt dimostra che quando gli interessi delle corporation coincidono con quelle di gruppi di pressione anche minoritari, le cose più impensabili diventano possibili. L’unico modo di frenare l’erosione dei profitti è l’immissione di milioni di nuove unità di manodopera nei mercati del lavoro nordamericano ed europeo. Tutto sarà messo in atto perché questo obiettivo possa essere raggiunto.



http://www.tempi.it/immigrati-la-forza- ... ci-salvera


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 04/11/2015, 20:05 
Cita:
Severgnini sul Times: “Terre incolte in Sardegna? Diamole ai migranti”

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La soluzione alle migrazioni dei popoli attraverso il Mediterraneo potrebbe arrivare dal passato, e precisamente dall’antica Roma. Per Beppe Severgnini, saggista e opinionista de Il Corriere della Sera, si potrebbe ricorrere alla ‘centuriazione’, ovvero il sistema con cui nei tempi gloriosi della Roma repubblicana si assegnavano le terre incolte ai legionari non più impegnati in imprese militari. E l’Italia ne è piena, di campi non coltivati: la Sardegna, per esempio, potrebbe essere un punto di partenza. La proposta del giornalista lombardo è affidata oggi alle colonne del New York Times, nella rubrica delle opinioni, con il titolo ‘Let Refugees Settle Italy’s Empty Spaces’, ‘Lasciate che i rifugiati occupino gli spazi vuoti’.

“Gli antichi romani – scrive Severgnini – usavano premiare i loro legionari con appezzamenti di terreno attraverso un metodo conosciuto come ‘centuriazione’. Il sistema fu introdotto intorno al quarto secolo avanti Cristo quando Roma era una repubblica vivace, e rimase poi in uso per centinaia di anni coinvolgendo gli ex militari di tutto l’impero. La centuriazione aveva diversi vantaggi. Il primo, ovviamente, strategico, per creare una presenza militare permanente sulle terre. Il secondo era economico: i veterani avrebbero coltivato aree incolte e prodotto ricchezza per la comunità, e si sarebbero presi cura di se stessi. Il terzo era demografico: quei primi pionieri con le loro famiglie avrebbero popolato vasti territori dell’Italia”.

Perché dunque non applicare lo stesso sistema anche in Italia, per occupare buona parte di quei migranti che fuggono da guerre, miseria, regimi autoritari? I migranti più istruiti e competenti sono generalmente diretti verso l’Europa del Nord, quelli che vogliono stare in Italia invece sono generalmente agricoltori, costruttori e artigiani.

E l’Italia ci guadagnerebbe pure, secondo Severgnini. L’Isola in primis: “In Sardegna, probabilmente la più bella isola del Mediterraneo, l’83% della popolazione vive in piccoli insediamenti con meno di 5 mila abitanti, e questi villaggi si stanno spopolando. Si prevede che 33 paesi si svuoteranno completamente nei prossimi decenni. Il bellissimo ma fragile territorio italiano potrebbe essere curato così”.

La proposta avanzata da Beppe Severgnini non è però originale: il senatore sassarese del Pd Luigi Manconi già da tempo sostiene che l’agricoltura potrebbe essere una valida alternativa per molti stranieri che approdano nel nostro paese, soprattutto in una terra come la Sardegna a forte rischio spopolamento. Quella degli stranieri che lavorano nelle campagne sarde non è una novità e sono tanti gli extracomunitari impiegati soprattutto negli allevamenti. I numeri però non si conoscono: per ogni straniero regolarmente assunto ve ne sono tantissimi in nero.

L’impiego dei rifugiati nelle terre italiane avrebbe anche un altro beneficio, secondo Severgnini: i migranti sarebbero occupati concretamente in un lavoro, non solo destinatari di politiche assistenziali, e dato che in Italia c’è grande preoccupazione verso il fenomeno dell’immigrazione questo potrebbe aiutare a osservare i fatti sotto una luce diversa e pure a combattere la xenofobia.

E dunque sarebbe davvero così assurdo assegnare le terre italiane non coltivate ai migranti? “La storia, la geografia, l’economia e il buon senso puntano tutti nella stessa direzione – conclude il giornalista. – Ma ovviamente non basta: c’è bisogno di una politica lungimirante. Gli antichi romani ce l’avevano. E gli Italiani di oggi?”.

Francesca Mulas


http://www.sardiniapost.it/cronaca/prop ... -migranti/

Oppure, oppure... potremmo affidare quelle terre alla cura di qualche disoccupato italiano. Quindi prendere il buon Severgnini, imbarcarlo su un gommone, gettarlo in mare ed usarlo come bersaglio. Per la nostra artiglieria navale, intendo [:295] [:295] [:295]


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 04/11/2015, 20:13 
Prego, mi segua...

...si inginocchi lì, dove vede la X rossa...

...non si preoccupi è questione di un attimo; è pronto?


BANG!



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 04/11/2015, 20:21 
MaxpoweR ha scritto:
Prego, mi segua...

...si inginocchi lì, dove vede la X rossa...

...non si preoccupi è questione di un attimo; è pronto?


BANG!


[:246] [:246] ... [:264]


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 04/11/2015, 20:29 
il problema è che questi
IMBECILLI IDIOTI

(severgnini e compagnia),
che pontificano di regalare terre e soldi
agli immigrati clandestini
non hanno problemi di soldi,
c'hanno la pancia piena..
capito?
mica toccano i loro interessi..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 06/11/2015, 12:40 
Cita:
Immigrati, in 3 milioni in Ue entro il 2017. "Pesante impatto economico"
Le previsioni economiche della Commissione Europea fanno i conti con l'emergenza profughi. "In Ue 3 milioni di immigrati entro il 2017". Numeri senza precedenti che avranno un pesantissimo impatto sulle economie dei singoli Stati. Tutti i numeri

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La Commissione europea prevede che entro il 2017 arriveranno sul vecchio continente circa 3 milioni di richiedenti asilo, "un numero senza precedenti" come ha commentato il commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, che senza alcun dubbio avra' "un impatto economico" molto legato alla capacita' dei paesi di "integrarli nel mercato del lavoro". Le previsioni economiche dell'esecutivo comunitario pubblicate oggi fanno per la prima volta i conti con l'emergenza profughi.

Dopo il milione in arrivo quest'anno, l'anno prossimo Bruxelles si aspetta un altro milione e mezzo di rifugiati, e un ulteriore mezzo milione e' previsto per il 2017. Se otterra' l'asilo la meta' di quanti arrivano, considerando che circa 3 quarti di questi sono in eta' lavorativa, questo puo' aumentare la forza lavoro europea dello 0,1% quest'anno e dello 0,3% nel 2016 e nel 2017, secondo le previsioni comunitarie.

Secondo la Commissione, a parita' di preparazione e capacita' lavorative rispetto a quelle dei lavoratori presenti nei paesi di accoglienza, i "nuovi cittadini" potranno contribuire a un aumento fino allo 0,21% nel 2016 e allo 0,26% nel 2017, mentre se i titoli e la preparazione di cui dispongono sara' inferiore, il loro contributo al Pil europeo sara' dello 0,14% nel 2016 e dello 0,26% nel 2017. Quanto all'impatto della crisi dei migranti sui conti pubblici, la Commissione lo stima allo 0,04% del Pil sul deficit Ue sia nel 2016 che nel 2017, ma potrebbe aumentare fino allo 0,03% e allo 0,05% nel 2019 e 2020.

Se la maggior parte dei paesi non avra' impatto sui propri conti pubblici, per quelli piu' esposti (fra i quali l'Italia), il costo puo' arrivare allo 0,2% del Pil nel 2015 (che corrisponde a quanto stimato da Roma nella legge di stabilita') per poi stabilizzarsi nel 2016. Anche per i paesi che rappresentano la destinazione finale dei profughi, come la Germania, l'impatto sara' fino allo 0,2% quest'anno; ma il Pil potra' aumentare dello 0,43% l'anno prossimo e dello 0,56% nel 2017, fino ad arrivare allo 0,72% nel 2020. Quanto alla Svezia, il piu' "accogliente" dei paesi in termine di migranti rispetto alla popolazione complessiva, il costo potrebbe ammontare allo 0,5% del Pil quest'anno.


http://www.affaritaliani.it/affari-euro ... 91309.html


Cita:
“Il kebab non appartiene alla nostra cultura”. Il sindaco francese dice no a nuove aperture
Robert Ménard, primo cittadino di Béziers, si scaglia contro i chioschi degli immigrati: “Non voglio che la mia città diventi la capitale del Kebab”. La popolazione reagisce con ironia chiedendo un grande Festival del Kebab sotto lo slogan: “Je suis Kebab”


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“Misure anti-kebab”: con la precisione di un orologio svizzero, Robert Ménard, il controverso sindaco di Béziers specializzato nelle uscite polemiche per garantirsi l’attenzione dei media - del resto è un esperto in materia: prima di passare in politica con l’appoggio del Front National fu l’illustre fondatore di Reporters sans Frontières (ma questo era in una vita precedente) - ne ha sfoderata un’altra. Ufficialmente gli annunciati provvedimenti per vietare l’apertura di nuovi snack turchi o mediorientali - i cosiddetti Doner/Kebab - puntano a tutelare le bellezze della splendida cittadina del Midi. Ma i motivi elencati dallo ’sceriffo’ dichiaratamente reazionario sono anche identitari: “Siamo un Paese di tradizione giudaico-cristiana - ha detto alle telecamere di France 2 - So che per alcuni è difficile, ma è così”. E ancora: “Quando in un Paese ci sono troppi immigrati gli immigrati sono troppi... E anche nel settore alimentare, della ristorazione, quando ci sono troppo kebab i kebab sono troppi...”.



Di qui l’idea di adottare “nuove misure che almeno nel centro storico mi consentano di decidere quali sono i negozi che ci devono essere o meno. Se nuovi kebab vorranno aprire i battenti, oggi ce ne sono già una ventina, io dirò di no”, assicura. Per chi si fosse perso l’intervista in tv, Ménard sintetizza il suo concetto su Twitter: “Non voglio che Béziers diventi la capitale del Kebab - avverte in un cinguettio - Questi negozi non hanno nulla a che fare con la nostra cultura!”. Come da copione la provocazione del sindaco - l’ultima di una lunga serie: dal coprifuoco per i minori di 13 anni non accompagnati, fino al divieto di stendere i panni alle finestre, il presepe in municipio o la campagna promozionale sulle nuove pistole in dotazione alla polizia municipale -ha suscitato reazioni indignate a Parigi.



Per la prima volta, invece di drammatizzare, molti hanno preferito prenderla con l’ironia. Su Facebook è nata la proposta di organizzare a Béziers uno speciale ’Festival Internazionale del Kebab’. All’inizio doveva essere solo un modo di beffarsi del primo cittadino. Ma all’evento, fissato per il 5 maggio, si sono già iscritte 37.000 persone e ora ci si chiede se non sia il caso di organizzarlo sul serio. “Con questo Festival - racconta su Twitter l’ideatore Baptiste Fluzin - volevo solo punzecchiare il sindaco. Le sue provocazioni vengono regolarmente riprese dai media senza che si evidenzi il loro lato ridicolo e l’assenza di fondamento. L’indignazione non basta. Bisogna prenderlo in giro. Ménard non merita di più”. In attesa di sapere se il Festival ci sarà per davvero, ieri sera, si è tenuto proprio sotto alle finestre dell’ex giornalista nato in Algeria da genitori pieds-noirs un primo ’kebab-party’. “Je suis Kebab”: era uno degli slogan scanditi durante questa prima manifestazione di una ventina di persone. “Non c’è altra via d’uscita - ha spiegato uno di loro - Dobbiamo smontarlo con l’umorismo”. Ma anche con i fatti. Secondo un’inchiesta realizzata da Le Monde per esempio,- al netto dei 20 snack di Doner/Kebab citati da Ménard - i ristoranti maghrebini/turchi/libanesi di Béziers sono solo cinque contro gli 80 francesi e i 32 europei o nordamericani. Più che dal Medio Oriente, azzarda ironicamente il giornale, il rischio di “invasione culinaria” sembra arrivare dall’Asia,con ben 10 ristoranti cinesi e giapponesi per un centro di appena 70mila abitanti.


http://www.lastampa.it/2015/11/04/ester ... agina.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 06/11/2015, 17:39 
mik.300 ha scritto:
il problema è che questi
IMBECILLI IDIOTI

(severgnini e compagnia),
che pontificano di regalare terre e soldi
agli immigrati clandestini
non hanno problemi di soldi,
c'hanno la pancia piena..
capito?
mica toccano i loro interessi..


farsi toccare i propri interessi?????sono mica scemi loro,i coxxxxxi siamo noi che protestiamo,al bar....poi pensa hanno pure detto che con le prossime ondate il pil incrementera' dello 0,2%,quindi meglio prepararsi all'invasione........ [:292] [:292]


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 07/11/2015, 13:46 
vimana131 ha scritto:
“Il kebab non appartiene alla nostra cultura”. Il sindaco francese dice no a nuove aperture
Robert Ménard, primo cittadino di Béziers, si scaglia contro i chioschi degli immigrati: “Non voglio che la mia città diventi la capitale del Kebab”. La popolazione reagisce con ironia chiedendo un grande Festival del Kebab sotto lo slogan: “Je suis Kebab”


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“Misure anti-kebab”: con la precisione di un orologio svizzero, Robert Ménard, il controverso sindaco di Béziers specializzato nelle uscite polemiche per garantirsi l’attenzione dei media - del resto è un esperto in materia: prima di passare in politica con l’appoggio del Front National fu l’illustre fondatore di Reporters sans Frontières (ma questo era in una vita precedente) - ne ha sfoderata un’altra. Ufficialmente gli annunciati provvedimenti per vietare l’apertura di nuovi snack turchi o mediorientali - i cosiddetti Doner/Kebab - puntano a tutelare le bellezze della splendida cittadina del Midi. Ma i motivi elencati dallo ’sceriffo’ dichiaratamente reazionario sono anche identitari: “Siamo un Paese di tradizione giudaico-cristiana - ha detto alle telecamere di France 2 - So che per alcuni è difficile, ma è così”. E ancora: “Quando in un Paese ci sono troppi immigrati gli immigrati sono troppi... E anche nel settore alimentare, della ristorazione, quando ci sono troppo kebab i kebab sono troppi...”.



Di qui l’idea di adottare “nuove misure che almeno nel centro storico mi consentano di decidere quali sono i negozi che ci devono essere o meno. Se nuovi kebab vorranno aprire i battenti, oggi ce ne sono già una ventina, io dirò di no”, assicura. Per chi si fosse perso l’intervista in tv, Ménard sintetizza il suo concetto su Twitter: “Non voglio che Béziers diventi la capitale del Kebab - avverte in un cinguettio - Questi negozi non hanno nulla a che fare con la nostra cultura!”. Come da copione la provocazione del sindaco - l’ultima di una lunga serie: dal coprifuoco per i minori di 13 anni non accompagnati, fino al divieto di stendere i panni alle finestre, il presepe in municipio o la campagna promozionale sulle nuove pistole in dotazione alla polizia municipale -ha suscitato reazioni indignate a Parigi.



Per la prima volta, invece di drammatizzare, molti hanno preferito prenderla con l’ironia. Su Facebook è nata la proposta di organizzare a Béziers uno speciale ’Festival Internazionale del Kebab’. All’inizio doveva essere solo un modo di beffarsi del primo cittadino. Ma all’evento, fissato per il 5 maggio, si sono già iscritte 37.000 persone e ora ci si chiede se non sia il caso di organizzarlo sul serio. “Con questo Festival - racconta su Twitter l’ideatore Baptiste Fluzin - volevo solo punzecchiare il sindaco. Le sue provocazioni vengono regolarmente riprese dai media senza che si evidenzi il loro lato ridicolo e l’assenza di fondamento. L’indignazione non basta. Bisogna prenderlo in giro. Ménard non merita di più”. In attesa di sapere se il Festival ci sarà per davvero, ieri sera, si è tenuto proprio sotto alle finestre dell’ex giornalista nato in Algeria da genitori pieds-noirs un primo ’kebab-party’. “Je suis Kebab”: era uno degli slogan scanditi durante questa prima manifestazione di una ventina di persone. “Non c’è altra via d’uscita - ha spiegato uno di loro - Dobbiamo smontarlo con l’umorismo”. Ma anche con i fatti. Secondo un’inchiesta realizzata da Le Monde per esempio,- al netto dei 20 snack di Doner/Kebab citati da Ménard - i ristoranti maghrebini/turchi/libanesi di Béziers sono solo cinque contro gli 80 francesi e i 32 europei o nordamericani. Più che dal Medio Oriente, azzarda ironicamente il giornale, il rischio di “invasione culinaria” sembra arrivare dall’Asia,con ben 10 ristoranti cinesi e giapponesi per un centro di appena 70mila abitanti.




Queste sono idiozie pure, allora chiudano e smettano di vendere tutto ciò che non appartiene alla loro cultura e non solo iil kebab -_-



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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 08/11/2015, 21:23 
MaxpoweR ha scritto:


Queste sono idiozie pure, allora chiudano e smettano di vendere tutto ciò che non appartiene alla loro cultura e non solo iil kebab -_-


Di solito questi locali sono coperture per la criminalità...


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 Oggetto del messaggio: Re: Continuano gli sbarchi di Immigrati sulle coste italiane
MessaggioInviato: 08/11/2015, 21:26 
Cita:
L'allarme che scuote la Germania: "20 milioni di migranti nei prossimi 5 anni"

La previsione del presidente dei Comuni bavaresi: "Con il ricongiungimento familiare ogni immigrato verrà raggiunto da almeno quattro altri parenti"

Venti milioni di immigrati potrebbero riversarsi in Germania entro il 2020: a sostenerlo è il presidente dell'Associazione Bavarese dei Comuni (Bayerische Gemeindetag), il signor Uwe Brandl.

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Brandl, che è anche esponente di punta dei Cristiano-sociali bavaresi (Csu) alleati di governo di Angela Merkel, lo ha affermato il 14 ottobre scorso a Norimberga durante l'annuale kermesse per amministratori locali "Kommunale". Sindaci e governatori erano riuniti per discutere di sistemi energetici e urbanistica, ma Brandl ha deciso di portare la discussione su un tema che era non si poteva non toccare: quello dell'arrivo in massa dei richiedenti asilo.

Un tema scottante particolarmente in Baviera, dove gli arrivi dei migranti si contano ormai nell'ordine delle migliaia ogni giorno. Come riporta il sito bavarese Bayern Depesche, Brandl ha sottolineato in particolare il pericolo della moltiplicazione degli arrivi attraverso la norma che regola il ricongiungimento familiare, calcolando in quattro persone la media di familiari che ci si aspetta raggiungano la Germania per riunirsi ai parenti già in territorio tedesco.

Una moltiplicazione esponenziale contro cui non si può fare nulla: Brandl ha calcolato in venti milioni il numero di stranieri che potrebbe riversarsi in Germania entro i prossimi cinque anni. "Una famiglia di rifugiati che conti quattro persone - ha spiegato il presidente dell'associazione dei Comuni bavaresi - può contare su 1200 euro al mese per i trasferimenti. Inoltre ci sono da conteggiare i costi per il vitto e l'alloggio."

"Questo - prosegue Brandl - in tempi in cui una famiglia tedesca con il capofamiglia disoccupato dopo magari trent'anni di lavoro. Non si tratta di razzismo o di estremismo di destra: i cittadini semplicemente ci chiedono se questo sia giusto".

Il politico bavarese ha attaccato frontalmente il cancelliere Merkel, domandandosi se si sente ancora legata al giuramento che ha prestato al momento dell'entrata in carico. Il rischio, ha avvertito, è quello che il centrodestra moderato tedesco perda elettori a vantaggio dell'estrema destra di NPD e Alternative Fur Deutschland, con il pericolo collegato di un aumento dell'astensionismo.

"La pretesa di non porre alcun limite all'accoglienza - ha concluso durissimo - non mette solo in pericolo la pace sociale ma rischia di condurre questo Paese a schiantarsi contro un muro."

Le preoccupazioni dell'esponente della Csu, peraltro, trovano conferma anche in alcuni rapporti dei servizi di sicurezza federali pubblicati nei giorni scorsi da Die Welt. Preoccupazioni per la sicurezza interna sono state espresse a diversi livelli sia negli ambienti dell'intelligence che nelle varie agenzie per la Protezione della Costituzione e degli alti ranghi della polizia. "L'altissimo afflusso di immigrati - afferma un alto funzionario citato dal quotidiano tedesco - porterà instabilità al Paese. Stiamo già importando degli estremisti islamici, anti-semiti arabi, conflitti etnici e nazionali tutti interni a realtà che non sono quella tedesca."

Problemi ulteriormente aggravati da una circostanza preoccupante: il grande numero di arrivi impedisce una reale integrazione e favorisce la crescita di società parallele che si sviluppano al di fuori del quadro democratico e costituzionale.




http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lal ... 89830.html


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