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MessaggioInviato: 28/11/2010, 20:45 
Dopo Grecia e Irlanda situazione critica anche per Portogallo e Spagna. L'Italia è il paese più indebitato

EUGER fisco entrate in rialzo – IRL spread azzera vantaggio iniziale, ampi commenti – NZ riduzione aspettative S&P – CAD cambio pol mon se target inflazione a rischio – AUD elogia settore minerario – CH M3 in calo – POL cpi rialzo nel prev – EU fiducia consumatori in recupero – OECD crescita rallenta – USA Fed verso riduzione previsioni crescita – JPN mercati chiusi per festività – BRL borsa in ripiego 1.8pc, MXN meglio, stabile – BONDS USA Treasury 10anni 2.8150, 30anni 4.2100, GER 2.3420, UK 4.2850, CH 1.52 - BORSE INDICI DOW 11178 -0.22, Nasdaq 2150 +0.73, SMI 6532 -0.88, DAX 6822 -0.32, FTSE 5680 -0.91, MIB 20372 -1.93, Nikkei 10115 +0.93, HK -1.79, CINA -1.90 - DOLLAR INDEX 79.10 – PETRO 83.20 – ORO 1362 – PLAT 1655 – PALL 685 – ARG 27.53 – VOLATILITÀ 18.40 da 18.00.

Inizio settimana euforico generale per i mercati finanziari, sulla scia della decisione confermata di richiesta di aiuti finanziari, poi accordati, da IRL. Sono state rese note le cifre necessarie, i settori aiutati, e i Paesi coinvolti che accetteranno di aiutare. Inizialmente questa decisione, che era fonte di “depressione” dei mercati finanziari, ha aiutato a migliorare il sentimento e la propensione al rischio. Quindi sotto tono DOLL, CHF, YEN, valori qualità/rifugio, rientro SPREADS, e rialzo per EURO, TITOLI. Poi, mano a mano che progrediva la giornata, ritorno ai valori precedenti, a quelli di venerdi, come se nulla fosee successo.

Gli occhi del mercato passano ora sui restanti due deboli EU, dopo Grecia, Irlanda, su Portogallo e Spagna. Una lunga serie di commenti e dichiarazioni, in cerca di ristabilire la fiducia nei mercati, e per evitare che il “malessere” passi su altri, alimentando nuove speculazioni e ulteriori peggioramenti delle condizioni credito.

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1917


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MessaggioInviato: 28/11/2010, 20:46 
Incertezza generale dal fattore DEBITI, Euro e Corea. 860 banche in Usa in difficoltà

GER gdp confermato, export/import bene. PMI manifatt sale oltre attese, fiducia consumatori segue – FF sentimento industriali calo oltre attese, PMI sale oltre previsto – ITL fiducia cons in rialzo oltre prev. Attività immob ulteriore calo, soprattutto comm – UK nuove ipoteche in rialzo – ESP deficit comm e debito governo ampio calo. Yields balzo in alto – GRECIA ulteriori azioni prima di elargire 4.a tranche – FINL disocc al rialzo – NKR gdp al rialzo nel prev – POL tassi inv – EU PMI manifatt sale oltre attese. Chieste riforme ampie governance eco, tagli ambiziosi debiti. Min fin GER commenti di situazione molto seria per euro – USA crescita rivista al rialzo oltre attese. Vendite dett ultima sett negative, vendite immobili calo nel previsto. Richmond fed manifatt sale oltre attese. FOMC FED riduce previsioni crescita, rialzo disocc – BRL ulteriore -2.4pc – BONDS USA Treasury 10anni 2.76.50, 30anni 4.1680, GER 2.3150, UK 4.2550, CH 1.47 - BORSE INDICI DOW 11036 -1.27, Nasdaq 2495 -1.46, SMI 6393 -2.13, DAX 6705 -1.72, FTSE 5581 -1.75, MIB 19950 -2.07, Nikkei 10030 -0.84, HK +0.69, CINA +1.70 - DOLLAR INDEX 79.80 – PETRO 83.50 – ORO 1376 – PLAT 1658 – PALL 698 – ARG 27.53 – VOLATILITA 20.60 da 18.40.

Il tutto resta determinato come previsto dal fattore DEBITI, con riflessi negativi per i mercati finanziari, di deterioramento della propensione al rischio. Il mercato teme difatti un allargamento del problema, passato dapprima su GRECIA, in seguito IRL, e con ESP e PORT quelli che sono ora sotto il tiro della speculazione.

I fondi sono stati promessi, ma nel frattempo abbiamo avuto dichiarazioni di riduzione rating sulla qualità del debito, e l’annuncio di richiesta di elezioni anticipate fatte dai verdi, che metterebbe a rischio una approvazione del budget, essenziale per ricevere gli aiuti. A causa di questo abbiamo avuto un ampio rialzo YIELDS dei paesi più esposti, in particolare sul breve termine, con un aumento dello SPREAD dei CD’s, credit default swaps.

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1920


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MessaggioInviato: 28/11/2010, 20:49 
Cina e Russia abbandonano il dollaro nei loro scambi economici

“St. Petersburg, Russia : la Cina e la Russia hanno deciso di rinunciare al dollaro americano ed usare invece le loro valute per scambi bilaterali. Cosi hanno annunciato martedì sera il Premier Wen Jiabao e la sua controparte russa Vladimir Putin.

I due Paesi erano soliti usare altre valute, specialmente il dollaro, per commerci bilaterali, tuttavia funzionari di alto livello, da ambo le parti hanno cominciato a valutare altre possibilità.

“Questo ha forgiato un passo importante nello scambio bilaterale ed è il risultato di consolidati sistemi finanziari dei Paesi del mondo”,ha detto Putin e lo ha detto dopo aver incontrato Wen.

Entrambi hanno anche presenziato ad una cerimonia firmataria di 12 documenti, inclusa la cooperazione energetica. Tali documenti hanno riguardato la cooperazione sull'aeronautica, la costruzione di strade, le dogane, la protezione della proprietà intellettuale, la cultura. Devono ancora essere resi pubblici i dettagli di questi documenti.

Putin ha detto che uno dei due patti tra i Paesi è l'acquisto di 2 reattori nucleari da parte della Russia, provenienti da un impianto di energia nucleare a Tianwan, il complesso nucleare più evoluto in Cina.

Il Primo Ministro Russo Igor Sechin, ha detto che Mosca e Pechino è improbabile concordino prima della metà del prossimo anno, sul prezzo delle forniture di gas russo alla Cina.

La visita di Wen segue quella di 3 giorni in Cina da parte del Presidente russo Dmitry Medvedev, nel settembre scorso, durante la quale sia lui che il presidente Hu Jintao hanno lanciato una gasdotto che ha unito il produttore di energia più grande del mondo, con il più grande consumatore di energia.

Wen, in una conferenza stampa ha detto che la partnership tra Pechino e Mosca ha raggiunto un livello senza precedenti e auspica che i due Paesi “non diventino mai reciproci nemici”.

“La Cina seguirà fermamente lo sviluppo pacifico e sosterrà il rinascimento della Russia come grande potenza”, ha aggiunto.

“La modernizzazione della Cina non intaccherà gli interessi degli altri Paesi, mentre una relazione cino-russa solida e forte è in linea con gli interessi fondamentali di entrambi i Paesi”.

Wen ha detto che Pechino è nella volontà di incrementare la cooperazione con Mosca nel nord-est asiatico, nell'Asia centrale e nella regione asiatica del Pacifico, cosi come nelle maggiori organizzazioni e meccanismi internazionali nell'obbiettivo di un “ragionevole ed equo nuovo ordine” nelle politiche ed economia internazionali. Pang Zhongying, specialista nelle politiche internazionali alla Università cinese di Renmin, ha detto che la proposta non è di sfidare il dollaro, ma mira piuttosto ad evitare i rischi che esso rappresenta”.

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/1924


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MessaggioInviato: 03/12/2010, 06:06 
Portogallo e Irlanda: situazione molto piu' grave della Grecia

I debiti di famiglie e aziende sono enormi. Quella messa peggio e' l'Irlanda. Ma a Lisbona si consuma come negli altri paesi, malgrado la crescita del reddito molto inferiore. Ergo: pagheranno caro le loro spese folli.

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1045566

Ormai e' ben noto a tutti che i problemi finanziari dell'Irlanda sono diversi da quelli della Grecia, tuttavia in entrambi i casi si puo' parlare di piena crisi del debito sovrano. La differenza chiave che intercorre tra le due puo' essere applicata al gruppo di nazioni a rischio della periferia dell'area euro rimaste in piedi senza bisogno di aiuti da parte di FMI e Ue.

La Grecia ha un problema del debito sovrano e un altro di deficit fiscale, ma non ha un problema sul fronte del debito privato. Al contrario, Irlanda, Portogallo e Spagna hanno un ammontare di debito privato enorme se si confronta con le dimensioni delle loro economia. Quella messa peggio di tutti e' l'Irlanda.

Secondo Morgan Stanley una specie di "consumo esagerato alimentato dal credito" ha preso piede anche a Lisbona. E questo non certo per dire che le spese al consumo sono state particolarmente alte nell'ultimo decennio. E' un'osservazione riferita al fatto che i consumi delle famiglie sono aumentati con la stessa rapidita' registrata in media nell'Eurozona, nonostante una crescita del reddito pro capite molto piu' debole.

In altre parole, prima dello scoppio della crisi finanziaria dei PIIGS l'economia lusitana ha dato segnali di un eccessivo livello dei consumi, se confrontato con i fondamentali. E siamo gia' a tre. Avanti il prossimo.





Crisi/ Wsj: Spagna, Italia e Portogallo vogliono intervento Bce

Lunedì scorso incontro a Tripoli dei tre leader

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1047471

Roma, 2 dic. (Apcom) - Spagna, Italia e Portogallo premono per un intervento più deciso da parte della Banca centrale europea, per scongiurare il rischio di un contagio della crisi del debito che finora ha investito Grecia e Irlanda. Oggi si riunisce a Francoforte il Consiglio direttivo della Bce. Stando a quanto riferito da alcuni funzionari al Wall Street Journal, Italia, Spagna e Portogallo "hanno fatto pressioni, in privato, per un intervento forte e deciso da parte della banca centrale". I leader dei tre Paesi, Silvio Berlusconi, Jose Luis Rodriguez Zapatero e Jose Socrates, si sarebbero riuniti lunedì scorso a Tripoli, in Libia, con il Presidente dell'Ue, Herman Van Rompuy, e il Presidente della Commissione Ue, Jose Manuel Barroso, per discutere della crisi.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 06/12/2010, 02:30 
Euro: debito fuori controllo, attenti che la Bce non e' la Fed

La banca centrale europea ha deciso di seguire la linea dell'omologa americana, che effettua acquisti massicci di titoli di stato. Con la differenza che Bernanke può farlo legalmente, mentre Trichet deve aggirare gli accordi di Maastricht. Se non si cambia, salta tutto. Cruciale l'abbattimento dell'ostacolo politico all'emissione di bond "europei" (che equivale a simulare un'Unione politica). Opinione di Paolo Savona

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1048553

(WSI) – Per la seconda volta la Banca centrale europea ha raffreddato la speculazione, comunicando al mercato che è pronta ad acquistare titoli di stato dei paesi in difficoltà, colmando ritardi e lacune decisionali degli organi dell'Ue. E' comprensibile che così sia, dato che la Bce emette moneta e può quindi svolgere un'efficace azione di contrasto che il Fondo europeo non può condurre sia per le limitate disponibilità, sia per le sue procedure.

Gli opinionisti hanno sottolineato che la Bce ha deciso di seguire la linea della Fed americana, la quale a più riprese ha effettuato acquisti massicci di titoli di stato Usa. Con la differenza che la Banca centrale americana può farlo legalmente, mentre quella europea deve aggirare gli accordi di Maastricht, facendo di necessità virtù. Il nervosismo del presidente dell'Istituto centrale, Jean-Claude Trichet, nella conferenza stampa di ieri in cui ha accusato Germania, Francia e Italia d'aver tentato tra il 2004 e il 2005 di distruggere il Patto di stabilità, testimonia l'esistenza di una situazione ancora tesa che non giova a placare la speculazione, né rappresenta una risposta ai problemi dell'Unione e dell'Euroarea.

Sull'efficacia dell'intervento non vi possono essere dubbi; ma è lecito domandarsi se la Bce è disposta a perseguire questa politica fino al punto di perdere il controllo della creazione di base monetaria, correndo seri rischi inflazionistici, ossia ignorando il suo mandato "stretto". In caso di mancata risposta degli organi dell'Unione, il mercato la sottoporrà alla prova "estrema". Un secondo problema è che, se creasse base monetaria attraverso il cosiddetto canale Tesoro, dovrebbe ridurre quella immessa per il canale banche, con una conseguenza negativa per i tassi dell'interesse e l'offerta di credito. Tuttavia, proprio mentre la Bce annunciava la sua volontà di contrastare la speculazione sui titoli di stato, si apprendeva che le banche europee avevano già provveduto ad aggiudicarsi una grande fetta dei 3,3 miliardi di dollari del programma di emergenza del credito deciso dalla Federal Reserve governata da Ben Bernanke. I pericoli di stretta creditizia dovrebbero pertanto essere sventati, ma non quelli inflazionistici.

Esistono alternative alla politica delle due grandi Banche centrali? Per entrambe la soluzione sarebbe quella proposta da mesi su questo stesso giornale di "parcheggiare" gli eccessi di debito pubblico (oltre il 60 per cento secondo l'Unione europea e il 70 per cento secondo gli analisti) presso il Fondo monetario internazionale denominandoli Diritti speciali di prelievo. Oppure, in assenza di questo accordo, parcheggiarli presso il Fondo di stabilità europeo con la garanzia di un rimborso certo, diluito nel tempo e a tassi compatibili. Mesi addietro l'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, e ieri Mario Monti sul Corriere della Sera hanno caldeggiato un'analoga soluzione. Ma il primo propone di limitarla agli eccessi di indebitamento pubblico nati per fronteggiare la crisi, mentre l'ex commissario alla Concorrenza nell'esecutivo di Bruxelles suggerisce di attuarla con una tecnica più complicata di quella qui avanzata.

La proposta di Monti richiede l'abbattimento dell'ostacolo politico all'emissione di bond "europei" (che equivale a simulare un'Unione politica), invece dell'uso di una struttura privatistica, con azionista l'Unione europea, come quella inventata per il Fondo che ha sede in Lussemburgo. In ogni caso, la coscienza che il problema dei debiti pubblici e del rigore monetario debba essere affrontato alla radice va guadagnando terreno. E' giunto il momento di prendere decisioni coraggiose per frenare la slavina.



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MessaggioInviato: 07/12/2010, 20:56 
SE L’EURO VA VERSO L’ESTINZIONE, CHE FINE FA IL DOLLARO ?


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DI GONZALO LIRA
gonzalolira.blogspot.com

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... l-dollaro/

L’Eurozona sta per crollare – chiunque dica il contrario viene lapidato, lavora a Bruxelles, oppure non ha controllato il mercato obbligazionario europeo di recente: si sta scatenando l’inferno lì.
E se, come ho sostenuto qui , il Parlamento Irlandese decidesse di non approvare il piano di austerity il prossimo 7 dicembre – ossia, se decidesse di non accettare il salvataggio della Banca Centrale Europea – allora si scatenerà l’inferno in Europa giusto in tempo per il Natale: Satana e Babbo Natale potrebbero scontrarsi sulla Rue Belliard prima della fine dell’anno.
Perciò gli “smart money” incominciano a pensare a quello che succederà dopo che ci sarà stato il picco della crisi dell’euro.
In altri termini, cosa succederà al dollaro, una volta che l’euro si sarà estinto.
Per prima cosa, dobbiamo capire come siamo arrivati a questo punto, per prevedere quello che succederà dopo.

Le Repubbliche delle Banane d’Europa
Negli anni ’70 e ’80, varie repubbliche latino americane hanno stupidamente ancorato la loro valuta al dollaro Americano.
È andato a meraviglia – all’inizio. Dapprincipio, questi “pesci piccoli” hanno tratto vantaggio dal tasso di cambio valuta fisso per indebitarsi in dollari, e per darsi alle spese alla grande.
È tutto finito in lacrime, naturalmente, quando è arrivato il conto. Il Cile, l’Argentina, il Perù, l’Uruguay, tutti, in vari periodi, hanno avuto la propria valuta ancorata al dollaro. E in ciascuna di queste situazioni, una volta che il legame valutario è diventato insostenibile, le loro economie sono crollate.
E questo è esattamente ciò che hanno fatto le economie più piccole dell’Europa. Come ho scritto ad aprile, se si pensa all’euro come semplicemente ad un legame valutario molto complesso, allora la crisi di solvibilità cui stiamo assistendo in Europa era inevitabile.
Proprio come le repubbliche delle banane in America Latina, i paesi PIIGS dell’Europa si sono indebitati fino al punto dell’insolvibilità.

Cosa stanno facendo gli Europei? Cercano di salvare gli arti cancrenosi al posto del paziente.
Quando le economie latino americane e i loro obbligazionisti hanno capito – con le brutte maniere – che il loro legame valutario con il dollaro era insostenibile, questi paesi hanno svalutato la loro moneta locale ed hanno iniziato a ricostruire la loro economia.
E gli obbligazionisti? Ossia, quella gente sciocca abbastanza dare prestiti ai paesi che avevano ancorato la loro valuta al dollaro? Se gli è andata bene, hanno scontato il valore di mercato delle obbligazioni. Altrimenti, se ne sono tornati a casa con un ciambellone grande e grosso – un enorme zero.
Cosa ha fatto la BCE in merito al fallimento delle economie dell’eurozona della Grecia e dell’Irlanda? Ha cercato di sostenerle con i salvataggi – ma mantenendo tali economie legate all’euro.
Cosa sono i salvataggi? Beh, sono prestiti. In altre parole, questi euro-imbecilli stanno prestando denaro a queste economie fragili per consentire loro di ripagare gli altri prestiti che hanno contratto. Gli euro-parassiti di Bruxelles non permettono alla Grecia e all’Irlanda di essere inadempienti e una ristrutturazione: insistono al contrario sul salvarli e sull’imporre misure di austerity, senza costringere gli obbligazionisti a fare sconti sul valore di mercato delle obbligazioni.
Pertanto, mentre le economie della Grecia e dell’Irlanda continuano a deteriorare, hanno una valuta oltremodo forte per la loro economia, e sono costrette a pagare 100c sull’euro, su prestiti che non possono realisticamente ripagare.
Gli effetti sono ovvi:
Già il salvataggio della Grecia della scorsa primavera – che doveva essere ripagato nel 2014 e nel 2015 – è stato prolungato al 2017. E gli osservatori casuali della situazione irlandese si rendono conto che, con un salvataggio che costa 85 bilioni di euro al 5,8% di interesse, non c’è modo che l’Irlanda sia mai in grado di uscire dal debito. La Grecia e l’Irlanda saranno schiave del debito per sempre, persino quando il peso schiacciante dell’euro distruggerà le loro economie.
Nel frattempo i mercati obbligazionari hanno compreso che i salvataggi della Grecia e dell’Irlanda stanno solo procrastinando il problema – i burocrati a Bruxelles stanno semplicemente dando alla Grecia e all’Irlanda più prestiti per saldare vecchi debiti. Quindi i mercati obbligazionari stanno semplicemente saltando al prossimo punto di crisi a venire:
la Spagna.
Come ho sostenuto qui (trad.italiana), la Spagna rappresenta il campo di battaglia dove l’Eurozona potrà sopravvivere come una partnership molto più ristretta di stati membri, oppure dove l’Euro sarà letteralmente distrutto — possibilmente insieme all’Unione Europea.

Allora cosa succederebbe all’euro?
Ci sono due possibilità:
La prima, è che gli euro-testa-di-********** di Bruxelles cercheranno di fare in Spagna quello che hanno già fatto con così straordinaria incompetenza in Grecia e in Irlanda – sorreggere il debito sovrano con ulteriori prestiti. I mercati obbligazionari – proprio come nel caso della Grecia e dell’Irlanda – capiscono che questo è futile, o nella migliore delle ipotesi un palliativo, e pertanto vanno alla prossima economia debole nella lista: l’Italia.
Proprio come hanno fallito la Grecia e l’Irlanda, cade la Grecia, cade l’Italia, finché i mercati obbligazionari decidono per la Francia – membro finale dell’eurozona. Le obbligazioni francesi vengono attaccate, la Germania si ritira del tutto –
- in breve, un gran caos, con l’euro moribondo abbandonato a lato della strada e tutti i paesi che ritornano alle loro valute originarie, ma con tassi d’interesse a doppi zeri, mentre il mercato obbligazionario europeo viene cancellato.
Questo è il peggiore scenario.
La seconda possibilità – la possibilità che avrebbe dovuto essere attuata nel caso della Grecia, e che credo gli eurocrati attueranno quando sarà la volta del disastro di Spagna e Italia – è di far uscire gli stati dall’eurozona.
Questa è la cosa sensata da fare. Credo anche quella più probabile: le economie deboli e insolventi – la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna, l’Italia, il Belgio – vengono eliminate dall’eurozona e ritornano alle loro valute locali, con la ristrutturazione del loro debito.
Per come la vedo io, far uscire le economie più deboli è l’unico modo per curare questa cancrena valutaria che sta uccidendo l’intera eurozona. Per fermare la cancrena, la devi aspirare e amputare l’arto. Per fermare quello che sta succedendo nell’eurozona? Stessa cosa.
Se si permette alla cancrena di diffondersi – se l’EU e la BCE insistono sui salvataggi per tutte le economie dell’eurozona, mentre insistono che rimangano tutte nell’euro e ripaghino 100c sull’euro – allora l’unione monetaria europea non ha speranze, come pure l’Unione Europea stessa.
Pertanto le nazioni deboli e insolventi dovranno essere espulse dall’eurozona, per salvare le economie più forti e fiorenti.
Ci sono svariati stati nell’Unione Europea che hanno una propria valuta, diversa dall’euro – tagliare fuori le economie che sono ovviamente lese dall’euro è la cosa razionale da fare.
Ma del resto, con quegli euro fessi di Bruxelles non si sa mai.

Che ne sarà del dollaro?
Bisogna capire una cosa dell’eurozona, prima di poterne capire qualunque altra: che è grande.
Certamente, l’eurozona è più piccola della zona del dollaro – ma non di molto: il suo PIL nel 2009 è stato di €8,5 trilioni di euro ($11 trilioni di dollari), approssimativamente il 78% del PIL degli Stati Uniti.
I PIL combinati degli [stati] “PIIGS” + quello del Belgio nel 2009 sono stati di circa €2,5 trilioni di euro – perciò se venissero buttati fuori, la ridotta eurozona rimarrebbe con un [PIL] molto rispettabile di €6 trilioni di euro.
Qualunque grande mossa sull’euro avrebbe un impatto massiccio sul resto dell’economia mondiale, Stati Uniti e dollaro compresi – e non lasciatevi dire il contrario da nessuno.
Perciò – sia che si verifichi (nel peggior caso) un completo crollo dell’euro, oppure (nel miglior caso) un’espulsione ordinata delle economie deboli e insolventi dall’eurozona – i grandi vincitori saranno i metalli preziosi, i prodotti (industriali, agricoli e il petrolio), il franco svizzero, la sterlina inglese, le obbligazioni di stato britanniche, il dollaro, e i buoni del tesoro USA. In questo preciso ordine.
Gli Europei hanno una storia che li guida: sanno che in tempi difficili i metalli preziosi sono il rifugio più sicuro. Per di più, molti di loro – giustamente – non hanno fiducia nei pazzi che dirigono la Federal Reserve: credono che QE e varie ripetizioni siano pazzesche.
Quindi fuggiranno dall’euro ai metalli preziosi. Anche i prodotti aumenteranno, per approssimativamente le stesse ragioni.
Il franco svizzero e specialmente la sterlina inglese aumenteranno – di molto – con un terremoto dell’euro. Gli Svizzeri sono un tradizionale porto sicuro – ma i Britannici sotto Cameron stanno vincendo i kudos per le loro misure di austerity. Indipendentemente dal fatto che si creda o meno che siano mezze misure, c’è la percezione in Europa che il Regno Unito sia fermamente sull’Austerity di Sua Maestà: questo rende la sterlina molto allettante per gli Europei.
Molto più del dollaro americano: anche il dollaro salirà con il crollo dell’euro, ma non perché è così allettante – non lo è. Come ho detto, gli Europei non hanno fiducia nei pazzi dell’Eccles Building. Ma se tutti usciranno dall’euro, inevitabilmente una parte di loro andrà al dollaro, anche se solo come protezione dalle mosse improvvise del franco e della sterlina. Lo stesso vale per i buoni del tesoro americani. I loro redditi assurdi diventeranno ancora più assurdi – ma i buoni del tesoro saranno una classe di asset di ultima risorsa per il capitale europeo che fugge dall’euro.
Quindi indipendentemente da come finirà l’euro – o con un totale crollo valutario, o con un esodo degli stati membri più deboli e insolventi – il dollaro si rafforzerà in qualche modo, ma sarà niente a confronto con la sterlina inglese e il franco svizzero.
E il dollaro si indebolirà – sostanzialmente – contro i metalli preziosi o i prodotti di tutte le classi, quando crollerà l’euro.
Come molti di voi sanno, sono un teorico dell’iperinflazione . [I’m a Hyperinflation Boy] Quindi su questo argomento, un crollo dell’euro – totale o parziale – accelererà l’arrivo dell’iperinflazione del dollaro.
Il motivo per cui lo credo è che anche se il dollaro si rafforzasse contro le altre maggiori valute, cadrebbe contro i metalli preziosi e prodotti, sia industriali che agricoli, compreso il petrolio. L’aumento del prezzo di tutti i prodotti per effetto degli Europei che usciranno dal fallimento della loro valuta, metterà pressione sul dollaro, che spingerà l’economia americana ancora di più nella direzione verso cui sta già andando.
Quindi un crollo dell’euro non è una buona notizia per il dollaro – al contrario: accelererà la caduta del dollaro stesso.

Fonte: http://gonzalolira.blogspot.com
Link: http://gonzalolira.blogspot.com/2010/11 ... -does.html
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di MICAELA MARRI



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MessaggioInviato: 09/12/2010, 01:12 
Conti pubblici: Usa peggio dell'Europa, lo dice la Cina

Il dollaro? Restera' un bene rifugio. Per quanto? Dai sei ai 12 mesi. Perche'? L'attenzione e' ancora sul debito sovrano del Vecchio Continente. Il futuro? Inesorabile declino di Treasury e biglietto verde. Se lo dice Pechino che ha le piu' grandi riserve valutarie al mondo...

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1050629

Pubblicato il 08 dicembre 2010

Il dollaro? Restera' un bene rifugio. Per quanto? Dai sei ai 12 mesi. Perche'? I fari sono ancora puntati sulla crisi del debito sovrano in Europa ma quando la situazione si sara' stabilizzata il mercato si rendera' conto che i conti pubblici americani sono nei guai.

E' l'opinione di Li Daokui, membro accademico del braccio di politica monetaria della Banca centrale cinese. La convinzione: gli Stati Uniti sono messi peggio dell'Eurozona. La conseguenza: i prezzi dei titoli di stato Usa e del biglietto verde sono destinati a calare. "Per ora l'attenzione del mercato e' ancora sull'Europa e per i prossimi 6-12 mesi non si spostera' sugli Usa", ha dichiarato Daokui dopo la firma del compromesso tra Repubblicani e amministrazione Obama sull'estensione dei tagli alle tasse.

"Deve essere pero' chiaro che la situazione fiscale degli Stati Uniti e' decisamente peggiore di quella europea. In uno o due anni, quando la situazione sul debito sovrano nel Vecchio continente sara' piu' stabile, i fari degli operatori si porteranno definitivamente sugli Usa. Allo stesso tempo il dollaro sara' protagonista di un declino considerevole cosi' come i prezzi dei Treasury".

La Cina possiede il piu' grande ammontare di riserve valutarie nel mondo, il cui valore e' pari a $2640 miliardi di dollari di cui due terzi si stima siano proprio investiti in asset in dollari, inclusi i Treasury.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Bce, preoccupa la disoccupazione
"Allarme per sostenibilità bilanci"
L'Eurotower auspica riforme strutturali e avverte: "Situazione ancora piena di rischi e alcune vulnerabilità possono portare a sorprese negative di rilevanza sistemica". Troppo lunghi i tempi di esclusione dal mercato del lavoro. Fitch declassa l'Irlanda

Bce, preoccupa la disoccupazione "Allarme per sostenibilità bilanci" Jean-Claude Trichet, presidente della Bce
FRANCOFORTE - La sostenibilità dei bilanci di alcuni paesi dell'area euro desta ancora "viva preoccupazione" e pertanto è necessario che tutti gli stati "portino avanti piani di risanamento pluriennali credibili e attuino integralmente le misure di riequilibrio previste". Lo sottolinea la Banca centrale europea nel bollettino di dicembre, in cui l'Eurotower esprime anche allarme per la situazione del mercato del lavoro in Europa. E, quasi a confermare i timori di Francoforte, arriva la decisione della società di rating Fitch, che ha abbassato di tre gradini il suo giudizio sull'Irlanda.

I timori per i conti. "Sebbene alcuni paesi registrino andamenti dei conti pubblici più favorevoli di quanto atteso in precedenza - spiega la Bce - per altri rimane molto viva la preoccupazione circa la sostenibilità delle posizioni di bilancio e la vulnerabilità a reazioni avverse del mercato". In particolare, si legge ancora nel bollettino, "i disavanzi attesi sono in qualche misura inferiori a quanto prospettato nelle previsioni della Commissione formulate nella primavera 2010, sia per l'area dell'euro nel suo insieme sia per la maggior parte dei singoli paesi".

"E' probabile che il debito pubblico in rapporto al Pil aumenti in tutti i Paesi dell'area euro nei 2011 e in quasi tutti nel 2012, ad eccezione di Germania e Italia" scrive ancora la Banca centrale europea, notando come, nel 2012, il rapporto medio debito/Pil dell'area euro sia atteso
all'87,8%. "Quattro Paesi dell'area (Belgio, Irlanda, Grecia e Italia) - scrive tuttavia la Bce - registrerebbero rapporti debito/Pil superiori al 100%".

"E' essenziale che i Paesi Ue portino avanti piano di risanamento pluriennali credibili e attuino integralmente le misure di riequilibrio previste - ammonisce la Banca centrale europea -. Nei bilanci per il 2011 devono precisare interventi di aggiustamento credibili dei conti, incentrati sul lato della spesa".

La Bce, inoltre, si dice critica riguardo le proposte di riforma della governance economica dell'Unione europea concordate al Consiglio Ue di fine ottobre. "Non bastano ad assicurare quel salto di qualità" che chiede la Banca centrale europea. "Il consiglio direttivo - insiste la Bce - nutre timori sul fatto che nell'attuazione della sorveglianza delle finanze pubbliche non vi sia sufficiente automaticità".

Rischi per stabilità finanziaria. Giudizi poco ottimisti la Bce esprime poi nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria, secondo il quale la situazione complessiva dell'area euro resta "ancora piena di rischi" soprattutto per alcune "vulnerabilità" che potrebbero "generare sorprese negative di importanza potenzialmente sistemica". La prima è data da un "triangolo delle vulnerabilità" fra crescita economica, finanziamento delle banche e squilibri fiscali. In alcuni Paesi, a causa dei problemi di tenuta dei conti pubblici, si sono create le condizioni per dei feedback negativi fra i tre elementi. La crisi, sottolinea la Bce, ha evidenziato che senza progressi nel consolidamento fiscale "aumenta la probabilità di una spirale insostenibile del debito" dovuta al forte aumento dei premi di rischio. E "ogni successione di cattive notizie" per le banche o per la crescita "potrebbe portare a un peggioramento simultaneo" dei costi di finanziamento.

Altra preoccupazione per il sistema finanziario dell'area euro deriva dalla possibilità che "si manifestino sacche di vulnerabilità nei bilanci delle aziende non finanziarie, dovute all'alto debito, alla bassa generazione di utili e alle difficili condizioni di finanziamento". Sotto pressione soprattutto "piccole e medie imprese".

Da ricordare, inoltre, squilibri finanziari globali che "dovrebbero tornare ad aumentare". Una loro risoluzione disordinata, avverte Francoforte, potrebbe creare "una significativa volatilità dei cambi" creando ulteriori difficoltà agli aggiustamenti fiscali e finanziari richiesti in alcuni paesi dell'area euro. Con "squilibri globali" le banche centrali intendono l'imponente deficit commerciale statunitense, finanziato dalla sottoscrizione dei titoli di Stato americani da parte della Cina.

In alcuni Paesi dell'area euro un numero "limitato" di istituzioni finanziarie mostra una "continua" dipendenza dal sostegno offerto dalle autorità. "E' necessario intervenire attraverso la ristrutturazione, la riduzione del rischio e, ove necessario, la riduzione delle dimensioni del bilancio" delle imprese coinvolte.

Luci e ombre sul mercato del lavoro. Per quanto riguarda l'occupazione, la Bce nota che "le condizioni del mercato del lavoro hanno continuato a stabilizzarsi negli ultimi mesi" ma "l'aumento della disoccupazione di lungo periodo è motivo di preoccupazione ed esige una risposta di policy efficace". Il numero di persone rimaste disoccupate per almeno 12 mesi, sottolinea l'Istituto di Francorforte, "ha subito un incremento del 30% nell'anno fino al secondo trimestre del 2010, a fronte di una crescita media del 4% registrata nel periodo 2008-2009".

La Bce suggerisce, "al fine di ridurre la disoccupazione strutturale e il rischio di erosione del capitale umano associato ai lunghi periodi di disoccupazione", politiche intese a "promuovere la moderazione e la flessibilità salariale, insieme ad altre politiche attive per il mercato del lavoro, che rendano più efficiente l'incontro tra domanda e offerta e rafforzino l'attaccamento al mercato del lavoro da parte dei disoccupati di lungo periodo".

La Bce auspica quindi "l'urgente attuazione di riforme strutturali di ampia portata", misura definita "essenziale per migliorare le prospettive di una maggiore crescita sostenibile. Profonde riforme risultano particolarmente necessarie nei paesi che in passato hanno subito una perdita di competitività o che al momento soffrono di disavanzi nei conti pubblici e disavanzi esterni elevati". Per l'Eurotower, "eliminare le rigidità del mercato del lavoro e potenziare la crescita della produttività favorirebbero ulteriormente il processo di aggiustamento di tali economie. Inoltre - osserva l'istituto di Francoforte - stimolare la concorrenza nei mercati dei beni e soprattutto dei servizi agevolerebbe la ristrutturazione dell'economia e incoraggerebbe l'innovazione e l'adozione di nuove tecnologie".

Le previsioni su Pil e inflazione. Le previsioni della Banca centrale sulla crescita del Pil dell'area euro, elaborate dagli esperti dell'Eurosistema sulla base delle informazioni disponibili al 19 novembre scorso, stimano un intervallo compreso tra l'1,6 e l'1,8% nel 2010, tra lo 0,7 e il 2,1% nel 2011 e tra lo 0,6 e il 2,8% nel 2012.

Il Pil reale è cresciuto dello 0,4% nel terzo trimestre del 2010, continuando la crescita dell'1% del secondo trimestre di quest'anno e nell'ultimo trimestre ci si attende una ulteriore crescita positiva. Secondo la Bce, le esportazioni dell'area euro dovrebbero beneficiare della ripresa dell'economia mondiale e, allo stesso tempo, la domanda privata interna dovrebbe contribuire alla crescita, supportata dalla politica monetaria e dalle misure adottate per "ripristinare il funzionamento del sistema finanziario". Secondo la Bce, però, ci si aspetta che la ripresa sia "rallentata dai processi per l'adeguamento dei bilanci in vari settori".

Quanto all'inflazione, gli esperti dell'Eurosistema nei mesi a venire la collocano intorno ai livelli attuali "soprattutto a causa di pressioni esterne sui prezzi derivanti dalle materie prime". In seguito, a fronte del calo dell'inflazione importata, le spinte interne sui prezzi dovrebbero intensificarsi in certa misura, di riflesso al graduale miglioramento dell'attività". Il tasso di inflazione complessivo "si porterebbe in media all'1,5-1,7% nel 2010, all'1,3-2,3% nel 2011 e allo 0,7-2,3% nel 2012".

Tassi d'interesse e titoli di Stato. Sul piano finanziario, i tassi d'interesse dell'area euro continuano ad essere "adeguati", scrive la Banca centrale nel bollettino di dicembre, con prospettive d'inflazione "moderate" e una "dinamica di fondo della ripresa che rimane positiva". La Bce evidenzia tuttavia che la dinamica della ripresa presenta "incertezze". In particolare, "permangono timori riguardo al riemergere di tensioni nei mercati finanziari". Per questo, la Bce "continuerà a seguire tutti gli andamenti nel prossimo periodo con molta attenzione", "l'offerta di liquidità e le modalità di aggiudicazione saranno modificati secondo opportunità, tenendo conto del fatto che l'insieme delle misure non convenzionali adottate nel periodo di acute tensioni finanziarie è pienamente coerente con il mandato della Bce e, per come strutturato, di natura temporanea".

Focalizzandosi sull'ultima fase di tensioni sui titoli di Stato dell'area euro, la Bce certifica che le emissioni di Italia e Grecia hanno accusato aumenti dei divari di rendimento "considerevolmente inferiori" rispetto a quelli accusati da Irlanda, Portogallo e Spagna. "I rendimenti dei titoli di stato decennali di Irlanda, Portogallo e Spagna sono aumentati rispettivamente di 305, 130 e 125 punti base - si legge -. Gli incrementi complessivi per Italia e Grecia sono risultati considerevolmente inferiori, collocandosi intorno a 70 e 50 punti base rispettivamente. Il primo dicembre i differenziali di rendimento correnti rispetto ai titoli tedeschi erano pari a 910 per la Grecia, 605 per l'Irlanda, 400 per il Portogallo, 260 per la Spagna e 170 punti base per l'Italia".

Fitch declassa l'Irlanda. Infine, Fitch ha abbassato il rating sovrano dell'Irlanda a BBB+ da A+, con outlook stabile. La decisione riguarda la valutazione di lungo termine di emittente in valuta locale ed estera. Abbassato anche il rating di breve termine in valuta estera a F2 da F1, mentre resta invariato a AAA il country ceiling (il rating massimo attribuibile ad entità del paese) in quanto appartenente all'aera euro. L'abbassamento dei rating - spiega Fitch - riflette i costi aggiuntivi derivanti dal salvataggio del sistema bancario, le maggiori incertezze e le più deboli prospettive dello scenario economico e l'impossibilità di accedere ai finanziamenti sul mercato a costi sostenibili.

Fonte
http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... e-9991434/


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MessaggioInviato: 12/12/2010, 23:48 
Previsto il collasso economico dopo la diffusione dei dati sulle banche da parte di wikileaks

Update riguardante l'emergenza: i dati sulle banche che wikileaks vuole far filtrare causeranno il collasso economico e potrebbero innescare leggi di emergenza. I dati di Wikileaks per portare le maggiori banche degli Stati Uniti al collasso causeranno un contraccolpo sismico all'economia globale. Le banche chiuderanno, le attività si troveranno impantanate e saranno implementate leggi di emergenza. Anche la corsa alle banche programmata per il 7 di dicembre potrebbe causare il collasso del sistema finanziario.

L' euro si sta sgretolando più velocemente del previsto, ma una ben gestita divisione dell'eurozona non causerà una catastrofe.

Julian Assange di Wikileaks ha detto al magazine Forbes che ha in programma di pubblicare documenti interni delle banche che potrebbero far collassare “una o due” delle maggiori banche americane, secondo il Wall Street Journal.

Quello che omette è che causare il collasso di due banche maggioritarie significa far collassare con loro l'intero sistema finanziario causando una corsa alle banche ed un caos comparabile a quello del 1931. Un irresponsabile appello ad una corsa alle banche il 7 dicembre è stata fatta da Max Keiser colui che ammise in uno spettacolo radiofonico di aver venduto il suo ufficio nel World Trade Center appena prima dell'undici settembre. Anche Keiser non avverte le persone del fatto che una corsa alle banche causerebbe l'immediato collasso dell'economia e la chiusura delle banche lasciando le persone senza soldi o cibo.

Chi trae vantaggio da una simile catastrofe che chiunque con una conoscenza di base di economia è in grado di prevedere?

L'euro collassa ad una velocità spaventosa. La fine dell'eurozona potrebbe distruggere l'unione europea e nel processo i suoi architetti, le potenti banche e dinastie come quella dei reali olandesi.

Creare un collasso economico può servire per implementare misure di emergenza che esistono già a livello teorico, addirittura la legge marziale potrebbe essere una delle strade intraprese da banchieri e corporazioni per salvare l'eurozona e l'Unione Europea.

Assange è veramente un cointelpro che cerca di costruire un evento false-flag per realizzare un crimine economico? Di certo dovete chiedervi quale ragione abbia per voler distruggere l'economia globale con il pretesto di informare le persone della corruzione del sistema bancario di cui tutti siamo già consapevoli viste le prove, le investigazioni, etc…

Chiunque osservi con occhio critico le attuali rivelazioni di Wikileaks trova più che altro gossip o argomentazioni molto adatte ai media di main stream. Cosa c'è veramente, in quelle rivelazioni, che vale la pena relazionare? Perché queste notizie triviali sono sparse qua e là su tutti i media controllati e perché vengono promosse da rivenditori di notizie di seconda mano conosciuti per aver preso parte all'operazione CIA mokingbird che si occupava di tenere sotto controllo le informazioni destinate al pubblico?

Scopriamo dalle rivelazioni di wikileaks che il ministro della difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg è considerato un “buon amico dell'America”. Quest'uomo dopotutto è un membro del Council on Foreign Relations, quindi dov'è la sorpresa?

Scopriamo che il principe Andrea non può decidere se rimproverare o meno giornalisti e poliziotti per il loro essere corrotti o se invece prendersela con paesi come la Francia, per la loro corruzione. Quest'uomo è membro di una famiglia reale, nessuno si è mai aspettato da lui una visione coerente del mondo.

Scopriamo che gli impiegati dell'unione europea sono spiati, purtroppo è risaputo che siamo tutti più o meno spiati.

Quando ho cercato nei file di Wikileaks qualcosa che riguardasse l'Austria, l'unico documento che ho trovato è stato un “cablogramma” che diceva che gli Iraniani nascondono piani per la costruzione di un reattore nucleare.

Avendo io una conoscenza che lavorava all'agenzia internazionale per l'energia atomica a Vienna so che ci sono documenti di Washington che classificano il programma nucleare iraniano come civile e poco minaccioso. Mi domando perché non ci sia nessuna riferimento a tali documenti su Wikileaks.

Il cablogramma che riguarda il reattore nucleare non fa altro che implementare l'agenda globalista che ha bisogno di più guerre in medio-oriente. Stanno dando ai media corporativi una scusa per spostare l'attenzione lontano dalla crisi dell'eurozona.

Coloro che controllano Assange hanno forse deciso di fare un passo avanti data la velocità con la quale l'eurozona si sta sgretolando? Hanno deciso che hanno bisogno della legge marziale, e ne hanno bisogno in fretta? Chi poteva essere in una posizione più adatta di quella di Assange per generare un false-flag economico, tutti i governi gli danno la caccia, e nessuno riesce a prenderlo o fermarlo. Possibile che Assange non abbia valutato le conseguenze che scaturirebbero dal crollo di una banca o due ed il conseguente arresto del sistema economico senza preparare o avvertire nessuno di quello a cui un gesto del genere porterebbe?

E perché il magazine Forbes, il più rinomato tra gli outlet di notizie dei globalisti dovrebbe allegramente pubblicare l'avviso che Assange sta per pubblicare dati che causeranno una corsa alle banche ed il collasso economico nel giro di una notte facendo scattare leggi di emergenza o addirittura la legge marziale.

Fonte
http://www.ecplanet.com/node/2000


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MessaggioInviato: 15/12/2010, 17:08 
OCSE: 16, 7 MLN DI GIOVANI 'NEET', NON STUDIANO NE' LAVORANO

(AGI) - Roma, 15 dic. - L'economia globale si sta riprendendo ma la disoccupazione giovanile sta andando peggio: i giovani hanno piu' del doppio delle possibilita' di trovarsi senza lavoro rispetto agli altri. E' l'allarma lanciato dall'Ocse in un rapporto sull'occupazione giovanile. Dall'inizio della crisi, si legge nello studio, nell'area Ocse ci sono 3,5 milioni di giovani disoccupati in piu' e almeno 16,7 mln si trovano nel gruppo cosiddetto 'Neet' cioe' non lavorano e non studiano. Tra questi ultimi 6,7 mln sono in cerca di un impiego mentre altri 10 milioni hanno smesso di cercare. L'organizzazione invita dunque i governi a intervenire.
"Investire nelle persone giovani - afferma il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria - e' vitale per scongiurare il rischio di esclusione a lungo termine. Bisogna lanciare programmi di intervento che forniscano un'efficace assistenza alla ricerca di lavoro per i giovani". L'Ocse inoltre si spetta che il tasso di disoccupazione giovanile dell'area restera' intorno al 18% nel 2011 e al 17% nel 2012: piu' del doppio del tasso totale che a ottobre si e' attestato all'8,6%. L'Italia e' al penultimo posto nell'area Ocse per quanto riguarda il tasso di occupazione dei giovani: nel nostro Paese solo il 21,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni e' occupato, contro una media Ocse del 40,2%. Peggio del Bel Paese fa solo l'Ungheria con il 18,1%. Tra gli occupati infine in Italia oltre il 44% ha un lavoro precario. (AGI) .

Fonte
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/n ... e_lavorano


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MessaggioInviato: 16/12/2010, 07:43 
Crisi e derivati, anche le banche hanno
i piedi d’argilla. E a pagare sono i correntisti

La prima vittima di questa situazione è stato il Banco emiliano romagnolo. A causa della carenza liquidità dal 7 dicembre i clienti non possono ritirare né soldi dai propri conti, né titoli, né strumenti finanziari.
“Too big to fail” tradotto: “Troppo grande per fallire”. Il riferimento è alle banche e alle istituzioni finanziarie indicate come la causa principale della crisi. La storia è nota: si diceva che i giganti fossero così enormi da non poter crollare, ma non è stato così; avevano i piedi d’argilla. Da allora nulla è cambiato. Anzi. E’ appena cominciata l’era del “too small to save”. E a pagare il conto sono i correntisti. Anche in Italia dove Abi, Tremonti e top manager del credito non perdono occasione per ribadire che le banche sono solide.

Eppure i correntisti del Banco Emiliano Romagnolo hanno avuto una brutta sorpresa. Sul sito dell’home banking dell’istituto, il 7 dicembre è apparso questo messaggio: “Si comunica che, in relazione all’eccezionale carenza di liquidità, i Commissari di BER Banca, ai sensi dell’art. 74 del TUB, hanno adottato, previa autorizzazione della Banca d’Italia e per il periodo di un mese, il provvedimento di sospensione del pagamento delle passività di qualsiasi genere e la restituzione degli strumenti finanziari ai Clienti”.

Insomma dalla piccola banca bolognese (che fra gli azionisti conta anche la moglie di Pavarotti) i clienti non possono ritirare né soldi dai propri conti, né titoli, né strumenti finanziari. La Banca d’Italia parla di “circostanze eccezionali” e “insufficienza delle disponibilità liquide a far fronte alle passività in scadenza”. In sostanza, l’istituto sarebbe inciampato sulla mina derivati con conseguenti grosse perdite in bilancio. La stessa Vigilanza spiegava in una nota del 6 dicembre: “I Commissari straordinari del Banco Emiliano Romagnolo (Ber), in amministrazione straordinaria, con il parere favorevole del Comitato di Sorveglianza e previa autorizzazione della Banca d’Italia, hanno deliberato la sospensione del pagamento delle passività di qualsiasi genere e della restituzione degli strumenti finanziari alla clientela, ai sensi dell’art. 74 del d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385 (TUB), per il periodo massimo di un mese, fatte salve eventuali proroghe”. Si sta dunque studiando un piano di intervento che, con il sostegno del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e delle banche creditrici, realizzi la salvaguardia degli interessi della clientela. Ovvero i sudati risparmi dei correntisti.

Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi “copre” ogni intestatario di conto corrente (o conto deposito, anche se “vincolato”) fino a un massimo di 103mila euro per singola banca. In realtà non è un fondo perché non ha una dotazione di denaro già versato ex-ante, accumulato nel tempo ed investito (il che darebbe maggiore sicurezza e garanzia). È piuttosto un Consorzio di Banche che s’impegnano a pagare ex-post se una delle consorziate fallisce, ovvero sborsano i soldi sono in caso di bisogno perché dovrebbero averne accantonati un po’ nei loro bilanci. A questa tutela il Governo ne ha aggiunta un’altra. Nell’ottobre 2008 ha dichiarato che garantirà per tutto il 2009 i conti correnti affiancando il FITD. L’esecutivo non ha però specificato in che modo e con quali risorse farà fronte al suo eventuale intervento.

Eppure il caso del Banco romagnolo non è isolato. Anche Banca MB è sostanzialmente nella stessa situazione di BER (ed è tre volte più grossa). Dopo 16 mesi di commissariamento, la MB ha infatti applicato l’articolo 74 del testo unico della legge bancaria con il quale vengono bloccati i conti attivi dei clienti e tutti gli strumenti finanziari, ivi compresi quindi i titoli nominativi, che non rientrano comunque a far parte dell’attivo/passivo, salvo quelli presi in pegno a garanzia di finanziamenti. Chi ne fa le spese sono anche i dipendenti, che sembrano non poter beneficiare degli ammortizzatori sociali.

Ma non finisce qui. Dal 2005 a oggi 20 piccole banche sono state commissariate e molte altre sono state colpite da sanzioni. Tra queste c’è la Carim (Cassa di Risparmio di Rimini) che è stata “blindata” a ottobre. Il Tesoro, con decreto del 29 settembre 2010, emanato su proposta della Banca d’Italia, ha infatti disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e di controllo dell’istituto romagnolo e la sottoposizione della stessa ad amministrazione straordinaria per gravi irregolarità nell’amministrazione e violazioni normative, gravi perdite patrimoniali nonché per gravi inadempienze nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento del gruppo bancario, con particolare riferimento alla controllata Credito Industriale Sammarinese (CIS).

La gestione della banca è stata affidata agli organi straordinari, che operano sotto la supervisione della Banca d’Italia. La clientela, intanto, può continuare ad operare come in precedenza con la Carim che prosegue regolarmente la propria attività. Per ora. Nell’elenco delle banche commissariate compaiono poi il Gruppo Delta, Sedici Banca, BCC di San Vincenzo La Costa , BCC della Sibaritide, Banca Arner, Banca di Rimini, BCC Fiorentino (la banca di Denis Verdini), Credito di Romagna, Banca di Credito e Risparmio di Romagna. La lista circola sui blog di economia più cliccati (come Mercato Libero e il Grande Bluff) dove il tam tam è già partito: “occhio alle banche locali perché più esposte alla crisi del territorio e meno difendibili, diffidate se vi vogliono far sottoscrivere le loro obbligazioni, chiedete di poter controllare bilanci e sofferenze e soprattutto chiedete di accedere ai risultati dell’ultima ispezione di Banca d’Italia”. Insomma, si salvi chi può.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12 ... sti/81690/


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MessaggioInviato: 17/12/2010, 00:14 
CRISI SISTEMICA: L’ORA DELLA VERITA’ SI AVVICINA


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dic 16th, 2010

DI GILLES BONAFI
Mondialisation.ca

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -avvicina/

L’8 novembre 2010 ha avuto luogo un evento d’importanza capitale, che è stato trattato in due righe dalla maggior parte dei quotidiani più importanti. Ovvero, lunedì 8 novembre Ambac Financial, l’assicuratore delle obbligazioni americano, si è posto sotto la tutela del paragrafo 11 della legge sui fallimenti degli Stati Uniti. La dichiarazione di fallimento del gruppo di fronte alla U.S. Bankruptcy Court di Manhattan è il segno precursore di una prossima catastrofe economica senza precedenti, poiché Ambac è un valorizzatore di crediti (monoline in inglese) che si trova proprio nel cuore del processo di cartolarizzazione basato su una logica assicurativa. Di fatto, tramite questa scappatoia, i debiti vengono trasformati in titoli finanziari, una enorme piramide di Ponzi!
Gli assicuratori, inoltre, forniscono la propria garanzia per il pagamento in caso di default o di fallimento dell’emittente di questi titoli. È dunque il nostro intero sistema finanziario che sta crollando sotto i nostri occhi, e la posta in gioco è così colossale che nessuno stato potrà accollarsi queste perdite, di cui dovrà farsi carico piuttosto una struttura sopranazionale (FMI, BCE).
Per esempio, Ambac garantirebbe per 700 miliardi di dollari dei suddetti strumenti di debito (CDS), che vanno paragonati ai 400 miliardi di dollari (secondo gli analisi di IFR, International Financing Review, un servizio di Thomson Reuters) di Lehman Brothers, il cui fallimento, il15 settembre 2008, ha dato il colpo d’avvio alla crisi attuale.

I prodotti derivati
Bisogna sapere che la parte essenziale di quei prodotti finanziari chiamati prodotti derivati è costituita da CDS (Credit Default Swaps). Ad esempio, il 97,14% dei derivati dei crediti statunitensi sono CDS, come indicato a pagina 8/35 del rapporto OCC1 (Office of the Comptroller of the Currency, l’autorità governativa statunitense che tutela le banche), pubblicato il 27 settembre 2010. I prodotti derivati ammontano ad una somma di 223.376 miliardi di dollari negli U.S.A., ovvero 3,7 volte il PIL mondiale!
I CDS sono contratti di assicurazione immessi sul mercato e soprattutto fuori bilancio, ovvero essi non appaiono nei libri contabili di una società, insomma, degli attivi fantasma.
Di fatto, mettendo questi prodotti fuori bilancio, gli organismi finanziari evitano di costituire delle riserve, garantendo dei prodotti assicurativi. La parte fondamentale di questi prodotti derivati è addossata a dei debiti e soprattutto all’assicurazione per il mancato rimborso di questi ultimi, ed è qui che si pone il problema, perché, in caso di fallimento di uno degli elementi coinvolti, tutti questi prodotti devono apparire sui conti degli istituti finanziari. Inoltre, la maggior parte di questi CDS sono addossati a dei crediti immobiliari (privati e commerciali), e sappiamo che negli USA vengono attuati ogni giorno 12.966 procedimenti di sequestro immobiliare, un crollo, questo, senza precedenti.

Anche il settore immobiliare sta attraversando una crisi senza precedenti. Potete così capire meglio la mia ossessione nell’analizzare la situazione del mercato immobiliare negli USA. È in vista un crac gigantesco. Gli stress-tests non hanno tenuto conto di questo, perché questi prodotti sono fuori bilancio, con una posta in gioco che va oltre ogni immaginazione.
Si cerca così di rendere complicata la comprensione dei CDS, quando essi, riassumendo, non sono che dei debiti trasformati in prodotti finanziari e, infine, in soldi, un vero gioco di prestigio. Il dibattito fra gli economisti sulla definizione del denaro ha recentemente trovato una definizione sconvolgente: esso non sarebbe che un’informazione, e le vecchie teorie sulle relazioni lavoro/capitale sono morte e sepolte.
I protagonisti di questa crisi sono, d’altra parte, dei grandi pedagoghi, seguendo così l’esempio di Alan Greenspan, ex presidente della FED, che, sull’edizione di “Le Monde” del 9 luglio 1998, dichiarava: “Se qualcuno ha capito qualcosa di quello che ho appena detto, significa che mi sono espresso male”.
I prodotti derivati (delle metastasi) sono quindi al cuore del problema finanziario attuale e, tuttavia, il loro ammontare a livello mondiale non smette di diminuire, passando dai 690.000 miliardi di dollari, all’inizio del 2008, ai 444.000 nel quarto trimestre del 2009, secondo la BRI 3 (Banca delle Relazioni Internazionali).
Nonostante questo, è bene notare come il 30 giugno 2008 l’OCC dichiarasse che gli USA possedevano 182.100 miliardi di dollari di prodotti derivati (vedi tabella del rapporto dell’OCC1, pagina 11/35), poi 200.000 miliardi ad inizio 2010; questi ammontano ormai a 223.376 miliardi di dollari, ovvero 3,7 volte il PIL mondiale, di cui 211.850 miliardi in possesso di quattro banche: JP Morgan Chase, Bank of America, Citibank e Goldman Sachs.
Si è avuta dunque una crescita progressiva di 20.000 miliardi di dollari di prodotti derivati ogni sei mesi, tutti concentrati nelle mani di quattro protagonisti dell’economia, una gigantesca corsa in avanti di una finanza senza controllo.
Per la cronaca, JP Morgan detiene da sola 75.253 miliardi di dollari di prodotti derivati, vale a dire più di 1,2 volte il PIL mondiale!!! (Vedi tabella a pagina 27/35 del rapporto dell’OCC1).
Le conseguenze di questo sperpero finanziario sono colossali, ed il peggio deve ancora venire. D’altra parte, il PIL mondiale è diminuito nel 2009 del 2,2%, come dichiara l’osservatorio dell’ONU4.
I ricercatori Jed Friedman e Norbert Schady hanno altresì dimostrato che da 30.000 a 50.000 bambini sarebbero morti di malnutrizione per conseguenza diretta della crisi economica. Quest’ultima ha provocato, ad ogni modo, un boom di estrema povertà, coinvolgendo 64 milioni di persone in più.
Le pensioni, come il sistema sociale, scompariranno anch’essi in questo buco nero finanziario.
La crisi sistemica attuale non è che la messa in evidenza del fallimento strutturale del capitalismo: la concentrazione di capitali nelle mani di pochi agenti (la legge di Pareto).
Non mi stancherò mai di ripetere che questo sistema, che funziona su un lavoro basato sul consumo a partire dei debiti, e sull’appropriazione, da parte di qualcun altro, della stragrande maggioranza degli interessi, impone, nel corso degli anni, un allargamento della base dei crediti. E, una volta che si inizia a prestare a persone che non sono in grado di rimborsare (i poveri), il sistema crolla su se stesso.
Le perdite finanziarie a venire saranno colossali, e simili alla botte delle Danaidi, condannate a riempire negli Inferi, appunto, una botte senza fondo: tali perdite finiranno per rovinare gli stati, visto che tutti gli organismi finanziari del pianeta sono correlati, ed il famoso effetto domino entrerà in azione.
Il debito dell’Irlanda (che illustra al meglio la situazione) passerà dal 28 al 93% dal 2007 al 2011, secondo l’FMI, quello della Spagna dal 42 al 74% nello stesso periodo, si assiste così ad una Discesa agli Inferi degli Stati-Nazione 5. Così, i 90 miliardi di aiuti all’Irlanda, ben presto inghiottiti dalla sua finanza, non saranno niente in confronto con i prossimi 500 miliardi per la Spagna6.
Il Fondo europeo per la stabilità finanziaria (FESF), prima tappa di un futuro FME (Fondo monetario europeo) operativo a partire dal 4 agosto 2010, ed attualmente dotato di 750 miliardi di euro, vedrà sicuramente raddoppiare il proprio capitale per salvare la Spagna (dal quotidiano tedesco “Die Welt”), come prevede Axel Weber, uno dei membri del direttorio della Banca Centrale Europea (BCE).
Negli USA vengono prodotti dalla FED ogni mese 110 miliardi di dollari7, soldi che non alimentano l’economia e che, non appena prodotti, sono già spariti nella famosa botte delle Danaidi della finanza. Il problema è di fatto mondiale. Certo, si troverà una soluzione, magari una soluzione sopranazionale con un FMI, una BCE (o FESF), che diverranno i prestatori in ultimo grado di questo sistema economico, basato sul consumo a partire dai debiti. Il dollaro sarà quindi sostituito, arriverà la moneta mondiale: il DSP.

La soluzione: una moneta mondiale
I diritti speciali di prelievo (SDR in inglese, per Special Drawing Rights) sono un insieme di valute che comprende il dollaro, la sterlina, lo yen e l’euro.
Il G20, che deve ridisegnare il sistema monetario in vista del fallimento degli stati, dovrà quindi modificare il funzionamento di questa moneta, destinata a sostituire il dollaro negli scambi mondiali e, soprattutto, a permettere al sistema di sopravvivere (prestatori in ultimo grado).
Una prima riforma consisterebbe nell’includere altre monete per poi equipararle ad un paniere di materie prime (forse con l’oro?); magari sarebbe l’unica soluzione plausibile contro il crollo attuale del dollaro. I DSP diverrebbero dunque facilmente convertibili in valute nazionali e resisterebbero all’inflazione, sarebbero insomma il Graal dei monetaristi. Il famoso “Bancor” starebbe insomma nascendo, il solo interrogativo concerne la questione del controllo democratico di una tale valuta.
Zhou Xiaochuan, il governatore della Banca Centrale Cinese, lo aveva già annunciato nel marzo 2009. Il Fondo Monetario Internazionale ha moltiplicato per venti il proprio capitale basato sui DSP, passando da 21,4 miliardi a 204 miliardi (300 miliardi di dollari circa), nel settembre 2009, raddoppiando poi il proprio capitale il 5 novembre 20108. C’è da scommettere decisamente che quest’ultimo raddoppierà ancora ed ancora, poiché per risolvere la crisi del debito servono dei nuovi debiti, un sistema alla Ponzi.
La vera questione è dunque solo sapere se il governo mondiale, nelle mani dell’alta finanza, sarà di tipo democratico o oligarchico.

Economia di guerra negli USA
Ridisegnare il sistema monetario mondiale significherà anche sostituire il dollaro negli scambi globali con i DSP. Nonostante questo, la caduta degli USA, l’Impero romano contemporaneo, ci espone a dei gravi pericoli. In effetti, gli USA si trovano da ormai molto tempo in un’economia di guerra.
Le delocalizzazioni hanno di fatto provocato un ribasso degli effettivi industriali fra la popolazione attiva americana, passati dal 32,6% del 1974 al 18% circa odierno. La finanza statunitense non ha fatto che mascherare questo tracollo. Su di un PIL di 14.600 miliardi di dollari, l’industria statunitense non rappresenta più di 2993 miliardi, di cui la maggior parte dipende dall’industria degli armamenti.
D’altra parte, Barack Obama ha presentato per l’anno fiscale 2011 un budget per la difesa di 768 miliardi di dollari, da confrontare con i 512 miliardi del 20099. Un incremento del 50%!!!
Il 30% degli armamenti al mondo viene venduto dagli USA, ciò rappresenta 75 miliardi di dollari, una cifra in costante aumento, alla quale bisogna aggiungere i 768 miliardi di dollari del budget 2011.
Si capisce così che la maggior parte degli investimenti industriali negli USA dipende direttamente dall’industria degli armamenti, che rappresenta ormai il 30% dell’industria, il solo settore che non conosce crisi e che rischia di gettarci nel caos. Gli avvenimenti in Corea, così come le tensioni in Iran e in Venezuela, devono essere analizzati tenendo conto della situazione economica catastrofica degli USA.
Tuttavia, il problema posto dal crac senza precedenti che attraversiamo oggi è una crisi di civiltà, che va oltre la sfera dell’economia. La crisi sistemica rimette in questione il funzionamento “democratico” del mondo occidentale. Il lavoro (a partire dai debito!), il nostro principale legame sociale, è allo stesso modo in corso di distruzione.
Friedrich Wilhelm Nietzsche, nel suo libro visionario “Al di là del bene e del male” (pubblicato a spese dell’autore nel 1886) ha descritto il mondo e l’uomo per come funzionano realmente. Oggi ci rifiutiamo ancora di osservarci per quello che siamo ed assistiamo alla scomparsa del velo della nostra apparente democrazia.
Nietzsche pensava: “C’è una morale dei padroni ed una morale degli schiavi” (Al di là del bene e del male). Il suo sogno, come quello di molti altri, era l’instaurazione di un governo mondiale dittatoriale. Inoltre, Nietzsche prediceva la fine della democrazia: “La democratizzazione dell’Europa tenderà infine a produrre un tipo di essere umano preparato nel modo più sottile al mondo della schiavitù, ma in alcuni casi isolati ed eccezionali il tipo dell’uomo forte non potrà che divenire più forte, più prospero e più ricco di quanto lo sia mai stato, grazie alla sua educazione libera da pregiudizi, grazie alla prodigiosa diversità delle sue attività, delle sue capacità e delle sue maschere.”

Aldous Leonard Huxley, autore de “Il mondo nuovo”, ci offre una chiave di lettura fondamentale nelle ultime pagine del suo saggio “Ritorno al mondo nuovo” (Brave New World Revisited), pubblicato nell’ultimo periodo della sua vita, nel 1958: “Nell’attesa, resta ancora qualche libertà nel mondo. È vero che molti giovani sembrano non apprezzarle, ma un certo numero di individui fra noi crede ancora che senza di esse gli uomini non possano divenire pienamente uomini e che esse, quindi, abbia un valore insostituibile. Forse le forze che la minacciano sono troppo potenti, perché si possa resistere ancora a lungo. Ma resta ancora nostro dovere fare di tutto il possibile per opporci.”



Gilles Bonafi è professore ed analista economico. È un collaboratore fisso di Mondialisation.ca. Articoli di Gilles Bonafi pubblicati da Mondialisation.ca
Fonte: http://www.mondialisation.ca
Link: http://www.mondialisation.ca/index.php? ... &aid=22286
Traduzione per Comedonchisciotte.org a cura di DANIEL ABBRUZZESE
Note :
1 : http://www.occ.treas.gov/topics/capital ... /dq210.pdf
2 : http://www.mondialisation.ca/index.php? ... &aid=19946
3 : http://www.bis.org/publ/qtrpdf/r_qt1003b_fr.pdf , p. 11
4 : http://www.un.org/apps/newsFr/storyF.as ... =crise&Cr1
5 : http://www.agoravox.fr/actualites/econo ... tats-71462
6 : http://www.le****ro.fr/flash-eco/2010/1 ... sauvee.php
7 : http://www.washingtonpost.com/wpdyn/con ... 07404.html
8 : http://www.imf.org/external/np/exr/facts/fre/sdrf.htm
http://www.le****ro.fr/flash-eco/2010/1 ... apital.php
9 : http://www.lepoint.fr/actualites-monde/ ... 8/0/419474



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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Il fantasma della crisi e la sudditanza delle masse - di Antonio Perrotta

Sono due storie, la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad usum delphini, e poi la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa - Honoré de Balzac

Le premesse della crisi: banche, usura, schiavitù, illusione e connivenza politica

Quando un governo dipende dai banchieri per il denaro, questi ultimi, e non i capi del governo, controllano la situazione, dato che la mano che dà è al di sopra della mano che riceve... Il denaro non ha madrepatria e i finanzieri non hanno patriottismo, né decenza:il loro unico obiettivo è il profitto. - Napoleone Bonaparte, 1815

1. Il fantasma dell'attuale crisi globale, nel suo trito clichè, è l'ennesima secolare partita fittizia che i soliti bari intentano a danno di popoli e governi. L'ennesimo giochetto, perfezionatosi col tempo, che un manipolo di congiurati settari (sempre gli stessi) organizzano sulla pelle delle persone.

E' talmente evidente antico e collaudato che riesce davvero difficile constatare il consenso che l'ignoranza globale ad esso accorda . Ma, direbbe Chamfort, "ci sono scemenze ben presentate come ci sono scemi ben vestiti"...

Il che non attenua minimamente la responsabilità di ciascuno visto che l'osservazione tende a biasimare l'incapacità divisante delle menti in generale più che lodare le doti trasformiste degli scemi al potere.

Come l'universo, il denaro è un'illusione o, per dirla con Kierkegaard, "pura astrazione".

Ma a differenza dell'illusione originaria indagata da tanta filosofia indiana, oltre che da Platone Berkeley Schopenhauer Ighina o David Bohm, la seconda è artificiosa e interessata.

Il denaro comunemente inteso non esiste, se non nella vostra mente. La sua convenzione strumentale è solo uno tra gli innumerevoli dogmi instillati nel corso dei secoli: riposa sul vostro sonno.

Il sistema monetario viene mantenuto in vita sano (cioè malato) ...

... per consentire l'indebita perpetuazione di una truffa secolare basata sul debito e sui fantasmi percettivi dell'insolvenza che ne derivano. Tutto, oggi più che mai, fondato sul nulla.

Detto sistema, assiomatico come tutti gli altri allestiti nel tempo, non solo non è l'unico, ma semplicemente è il peggiore. Da esso deriva la schiavitù occupazionale, fiscale, reddituale, sanitaria, energetica, istituzionale, mentale, istruttiva, educativa, spirituale etc.

Se non siete beneficiari di questo "nulla" sotto forma di cifre digitali o dell'equivalente in banconote (del valore tipografico di appena 0,30 centesimi cadauna), potete crepare di fame per strada o sotto un ponte. Tanto vale la vostra vita. O meglio: tanto desiderate che valga...
L'essere umano, se non è debitamente ligio alla schiavitù monetaria del lavoro fondata sul nulla, vale meno di quel pezzo di carta che gli consentirebbe di sopravvivere.

La portata globale del panico indotto dall'attuale crisi economica ne è l'enfatizzazione più magniloquente e palese; ed anche più ridicola e grottesca, se non fosse per i biechi intenti sottesi al disegno. La parata d'attendenti camerieri e garzoni sugli schermi è tanto più falsa e simulata quanto più incredibile è la messe di palle divulgate. Mi riferisco in particolar modo ai politicastri, ai ragioneri d'ufficio e ai pennivendoli al soldo.

Le banche centrali sono private associazioni a delinquere che emettono moneta senza alcuna copertura in oro o metalli preziosi, creandola letteralmente dal nulla al costo tipografico. E questo solamente per quella minima parte di moneta tangibile in circolazione che costituisce circa il 10% del volume complessivo di transazioni. Il resto sono semplici numeri su schermi contabili, nulla di più.

Il denaro viene prestato allo stato (con un tasso di sconto deciso dalle banche stesse) il quale indebita la collettività espropriandola di mezzi dignità e libertà grazie al giogo del lavoro e al conseguente prelievo fiscale volto esclusivamente a ripagare quel debito eterno contratto con la banca e gli enormi interessi che ne derivano.

I grassi banchieri nazionali e internazionali si appropriano della vita e del sangue di milioni di persone in tutto il mondo riducendoli in schiavitù con la connivenza dei governi e dei leader politici. Costoro, cedendo la sovranità monetaria allelobbies massonico-bancarie (che attraverso i loro istituti e la finanza controllano il mondo), hanno deliberatamente espropriato i cittadini di qualunque diritto o libertà in cambio di privilegi personali e garanzie di casta.

In soldoni: per mezzo dei camerieri al potere lo Stato chiede x milioni di euro alla banca centrale privata (che spende 30 centesimi per stampare una banconota senza più l'obbligo della convertibilità in oro) e stampa a sua volta titoli del debito pubblico in contropartita. Il denaro emesso dalle usurocrazie centrali all'atto dell'emissione è gravato di debito a spese della collettività in quanto prestato. La banca carica il costo tipografico almeno del 200% nel momento stesso in cui emette.

Di questa carta straccia sorta ex nihilo, lo Stato non deve restituire il valore intrinseco reale (cioè l'irrisorio costo tipografico), ma il valore nominale di facciata più gli interessi applicati. La differenza, ovvero la rendita da Signoraggio, se la mette in tasca il banchiere, unica figura dell'intero processo che, come tutti gli usurai, guadagna senza lavorare.

La classe politica connivente non fa che drenare sangue e risorse al cittadino tramite l'infame prelievo fiscale e la barbara coercizione al sudore della fronte.

Il cittadino è schiavo del suo impiego in quanto base di una truffa secolare. Si può dire che egli fatichi tutta la vita o quasi (spesso con straordinari e doppi impieghi lavorativi) unicamente per arricchire l'elite bancaria al potere. Poche briciole della torta vengono lasciate cadere in suo favore consentendo così l'illusione di un misurato compenso alle proprie fatiche. Ma egli ignora completamente la portata complessiva della torta/affare.

In cambio di beni e ricchezza reale prodotti, il lavoratore viene foraggiato con assegni e pezzi di carta dal valore nullo, con accrediti fittizi di qualcosa che non esiste.

Chi si sottrae a queste catene o chi, sventuratamente, per natali e latitudini, non ha neanche accesso al giogo del servaggio impiegatizio, è libero... libero di morire di fame.

Milioni di cittadini in tutto il mondo sono schiavi inconsapevoli. E la schiavitù, da sempre, rappresenta la componente essenziale dell'economia tradizionalmente intesa. Basti pensare all'antica Grecia o alla civiltà romana. Quella odierna non ha neanche la dignità della consapevolezza o della regolamentazione esplicita.

E se spesso il numero di schiavi, in passato, superava il numero di uomini liberi, oggigiorno la (s)proporzione è mostruosa: poche decine di famiglie ed i loro accoliti al potere contro il resto del mondo ai loro piedi, politici compresi.

2. La farsa costituzionale, la sacra inviolabilità dei suoi articoli, fu concepita al solo scopo di promuovere consolidare e rendere accettabile l'inganno sotto mentite spoglie. Difatti per le congreghe al potere simili articoli e principi sono fastidiosi intralci da aggirare con perizia e senza troppi clamori; ma anche utili vessilli da sbandierare ed incensare alla bisogna.

Come potrebbero poi delle alte cariche giurare in segreto e con vincolo di omertà tutt'altri statuti in palese contrasto con quelli pubblici messi a decoro della nostra Repubblica? Come potrebbe il risibile inno nostrano accomunare orgogliosamente tutti gli italiani se fu concepito ed è rivolto a determinati "Fratelli d'Italia" e non al popolo italiano? Come ci si può feticisticamente commuovere davanti lo sventolio di una bandiera prati sangue e monti quando il simbolismo cromatico fu dettato esclusivamente dai colori d'elezione d'una certa potente congrega?

Ma questo gli italiani non lo sanno: cantano un inno che non li contempla e baciano una bandiera che non li rappresenta, nella quale avvolgono le spoglie dei figli morti in guerre e stragi, caduti con onore in virtù di quella stessa bandiera...

Detto questo direi che gli statuti bancari sono molto più sacri reali e vincolanti per il cittadino rispetto a qualsivoglia parodia democratica.

Dinanzi al primo articolo della nostra "Carta" (che ha un valore reale e/o simbolico addirittura inferiore a quello delle banconote), chi ha compreso un minimo le reali "politiche" sottese al sistema vigente, non potrà che ridere o imprecare, intentare crimini nei confronti di chi a palazzo puntualmente ne solfeggia l'eco, o, quantomeno, promuovere l'unico impiego possibile che quella "carta" invoca.

Tutti lo ricordano a memoria:

« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. »

E già ci sarebbe da chiedersi perchè tutti lo ricordino e perchè nulla si sappia delle politiche monetarie vigenti. Tra le sovranità cui allude l'articolo infatti, quella monetaria dovrebbe essere ai primi posti.

Sul fatto che l'italia sia una Repubblica (al di là di false e stucchevoli consuetudini elettive e propagandistiche) ci piove... e molto anche.

In che modo questa res-publica, fittamente controllata e ampiamente pagata (sovvenzionata), appartiene a tutti ? A partire da ciò che in sommo grado dovrebbe costituire patrimonio dell'umanità, libera cosa pubblica, come ad esempio le mirabili opere artistiche e architettoniche del potere (politico militare ecclesiastico), sino agli squallidi loculi domestici di proprietà delle banche, alle strade, all'acqua, agli enti, a tutto ciò che da affittuari schedati e controllati paghiamo all'erario statale (cioè bancario), cosa ci sarebbe in definitiva di nostro, di umanamente e liberamente accessibile?

Sarebbe come dire che il popolo di un istituto penitenziario è libero padrone della struttura per il fatto che mangia e deambula al suo interno. La nostra Repubblica (o l'intera Unione Europea) è un super carcere di proporzioni allargate non meno controllato, non meno diretto, non meno asservito; un luogo dove se non hai carta moneta non è possibile sopravvivere. Figuriamoci spostarsi, godere di beni e servizi, avere un tetto, visitare un museo o accedere ad una carica pubblica!

Potrebbe forse uno sconosciuto, senza mezzi, magari con l'intento di diffamare pubblicamente la distorsione criminale del sistema, candidarsi (o essere candidato dal duopolio di gelliana memoria) ed avere qualche speranza di riuscita?

Come potrebbe essere libero un essere umano bollato sin dalla nascita con un certificato anagrafico in tutto e per tutto analogo a quello merceologico. Dal momento in cui viene al mondo l'uomo cessa di essere uomo per divenire cittadino/merce a garanzia del sistema. Di fatto è un vivo prodotto di scambio su cui speculare, con tanto di bolla d'accompagnamento identificativa al seguito. Si fa finta di concedere diritti che naturalmente ha e nessuno potrebbe concedere. Si limita in ogni senso la libertà personale con finti codici e guirisdizioni, sanzioni e risvolti penali. Lo si sottopone illegittimamente alla Giustizia ed ai tribunali, ordini istituiti dai propri affiliati e per ciò stesso effettivamente vincolanti solo per gli aderenti all'ordine medesimo. La giustizia esercitata sulle persone fisiche è un altro secolare inganno ordito per limitare e controllare gli individui che non hanno limiti se non quelli dettati dalla propria coscienza e consapevolezza (purtroppo ora corrotta e limitata). Ma Kafka nelle scuole viene "spiegato" altrimenti.

Le elezioni politiche, il servaggio delle istituzioni, come accennato, sono una farsa per chi ancora confida in una croce (la propria) sulla scheda elettorale. I governi non esistono. Sono pura cosmesi e depistaggio di Stato. Il tutto sovvenzionato in maniera più che egregia dal cittadino medesimo in grazia della propria prigionia e in favore delle grandi usurocrazie finanziarie.

"Dare alle banche la possibilità di creare la moneta - ammetteva Sir Josiah Stamp, vecchio governatore della banca d'Inghilterra - è come darsi in schiavitù e pagarsela pure".

Che l'accesso alle funzioni pubbliche, a dispetto delle monarchie, non avvenga per ereditarietà o appartenenza dinastica (e non è sempre vero), ma magari per censo potere o associazionismo massonico, non fa alcuna differenza (si parla ovviamente delle sfere più influenti di politica nazionale, non di quelle condominiali dove strepita il garrulo consigliere comunale).

Le stesse diversificazioni dei sistemi costituzionali nei vari paesi, sono illusorie, confezionate ad arte. Se manca il controllo popolare della moneta sonante l'asservimento è garantito, indipendentemente dalle note costituzionali flautate a palazzo. Come lapidariamente asserì Mayer Anselm Rothschild (della dinastia omonima da secoli ai vertici della piramide) "Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e mi infischierò di chi ne fa le leggi".

E' vero che coloro che sono "temporaneamente chiamati" a dirigere questa res-publica non sono proprietari ma servitori. Tuttavia non dello stato o del popolo come dir si voglia; bensì degli alti patronati economici e finanziari che attraverso il sistema bancario governano il pianeta.

Che i cittadini, assorbiti dalla politica dai media e dalle sagre, rimangano nell'ignoranza più assoluta rispetto alla loro posizione (cioè proni e senza guardiaspalle al seguito), è di fondamentale importanza. Se non lo fossero il castello crollerebbe in men che non si dica. Non a caso Henry Ford ebbe a dire: “E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina". Quali altri motivi avrebbe avuto per una dichiarazione del genere?

Alla luce di queste considerazioni, sempre occhieggiando l'art. 1 della vostra costituzione, parole come democrazia o sovranità popolare hanno forse una ragion d'essere che esuli dalla mera propaganda o dalla mistificazione rassicurante?

L'intero mondo è nelle mani dei perversi disegni di poche famiglie in auge. Di sovrano il popolo non ha nulla; men che mai la fondamentale proprietà della moneta che lo Stato (i governi allestiti) hanno provveduto a demandare a terzi. Il tutto in maniera illecita e incostituzionale, violando, sotto gli occhi di tutti, sia l'art. 1 della loro beneamata costituzione (cedendo la sovranità monetaria a soggetto diverso dallo Stato e per il 95% privato: la Banca D'Italia); sia l'art. 11 (demandando ulteriormente tale sovranità al tempio europeo - sovranazionale ed extraterritoriale - della BCE, centro signorante del potere monetario che non risulta sia uno stato o che risponda a qualche controllo da parte di essi).

Una cosa risponde parzialmente al vero nel sigillo costituzionale: che questo fantasma Repubblicano si fondi sul lavoro. Tuttavia non nell'accezione nobilitante che nei secoli Chiesa e Stato hanno dato ad intendere per comune interesse. Ma nell'accezione degradante di obbligo necessario e necessitante al fine di sopravvivere nel torpore e nell'ignoranza, perpetuando gli interessi di una élite e centralizzandone il potere. Essere cioè il più possibile occupati in impieghi monotoni e frustranti (pena la fame) in totale spregio alla peculiare vocazione umana celebrata per millenni da maestri sapienti e dottrine d'ogni sorta; vocazione debitamente occultata nei secoli dalle religioni ufficiali, dalle scienze ufficiali, dalle storie ufficiali e dalle filosofie di stato. Il posto di lavoro, l'impiego coatto nella catena di montaggio, sono supremi paradigmi funzionali al potere. Non la libera creatività lavorativa, la libera ricerca spirituale, scientifica, artistica o il gurdjieffiano "lavoro su di sé" per una reale comprensione del bagaglio universale che ci anima e accomuna.

"Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo Stato sarà perduto" ammoniva l'obliato Max Stirner.

La truffa originaria perpetrata dalle loggie centrali (banche) si consolida e perpetua anche con le banche ordinarie.

Quando sottoscrivete un prestito o un mutuo nel vostro istituto di (s)fiducia, non penserete certo che si stampino pezzi di carta o vengano movimentate risorse aurifere. Quello che la banca con grande dispendio lavorativo e di capitale opera è scrivere la somma prestata sul monitor a vostro nome. Denaro inesistente, creato dal nulla, che probabilmente vi impegnerà sino al resto dei vostri giorni.

La banca non presta nulla di proprio e, a ben vedere, non presta nulla. Da quel momento sarete debitori della somma pattuita, più i relativi interessi, per del denaro inesistente ceduto a costo zero. Da quel momento ci si autoproclama finanziatori di se stessi.

La truffa tuttavia non è solo ab origine, ma consequenziale.

Con il regolamentato meccanismo/truffa della "riserva frazionaria", ogni qual volta depositate una somma sul vostro conto corrente date alla banca il diritto di prestare almeno dieci volte tanto. E dico almeno poichè la truffa si basa sul coefficiente di riserva applicato che può variare dall'1,6% al 12%. Il meccanismo ovviamente è inversamente proporzionale. Più basso è il coefficiente più alta sarà la somma inesistente da elargire. Con il coefficiente al 2% la banca perpetua il miracolo sul deposito per cinquanta volte.

Ogni singola banconota nelle vostre tasche è un debito contratto con qualcun altro su del denaro inesistente.

La montagna di debiti che cittadini imprese e stati contraggono nel tempo, non è altro che vento e scrittura contabile. Ancora una volta ad ammonire è il fantasma, l'illusione; un'illusione a cui collettivamente diamo corpo e sostanza nella più cieca credulità.

Si pensi al cosiddetto "debito del terzo mondo", sempre prontamente sbandierato e strumentalizzato dai paladini dell'equità e della giustizia sociale. Un enorme giogo fittizio utile per asservire sfruttare sterminare e tenere in scacco intere nazioni. Un'illusione a monte, accettata per ignoranza e servilismo, genera da secoli distruzioni, morte, fame, guerre, genocidi, suicidi...

Il debito, per gli stati, non è un "problema" da risolvere come cercano di farvi credere (basterebbe smettere di credere nell'illusione); ma un "sistema" da preservare per mantenere gli assetti soggioganti del potere massonico/bancario in auge.

3. Come farebbe dunque lo Stato italiano o l'UE a gestire questa crisi economica se non possiede nulla? Non possiede la moneta, e da decenni oramai, con il mito delle privatizzazioni e del liberismo propagandato dal solito potere, non possiede più alcun bene o ricchezza reale. Tutto demandato a società private che, al fondo, ne nascondono di segrete; e, come arguì felicemente Ambrose Bierce, le Società per azioni non sono altro che "un ingegnoso stratagemma per ottenere un profitto individuale senza responsabilità individuale".

Ciononostante il "debitore stato" si accolla il debito del "debitore banca" rendendo un debito inesistente (quello bancario) reale ed esistente per i cittadini coscritti a lavoro. "Debito", tra l'altro, che non potrà mai essere ripianato essendo fisiologicamente concepito per espandersi e ingabbiare. I soldi della nostra coscrizione non fanno che pagare gli interessi sugli interessi degli interessi.

L'invenzione della cosidetta "Finanza" ha provveduto a collaudare gestire ed economizzare ciò che non si ha e che, peggio, non esiste; attività particolarmente care a gruppi quali Banck of America, Marrill Lynch, Bank of New York Mellon, Citigroup, Goldman Sachs, Jp Morgan Chase, Morgan Stanley, State Street e Wells Fargo.

Simili fantasmi che architettano le crisi per consolidare potere e capitalizzare profitti sulla pelle di miliardi di individui (esistenti e di là da venire essendo di fatto indebitati sin dalle acque materne), chiedono ed ottengono finanche una solidale distribuzione delle perdite a carico dei cosiddetti contribuenti, i quali, in quanto tali, non si sogneranno mai di rivendicare una solidale redistribuzione dei guadagni.

E intanto si lamentano, inveiscono contro i politici, cambiano partito, cambiano sindacato, cambiano tessere, fondano associazioni in difesa del consumato (questa dovrebbe essere la giusta dicitura), organizzano scioperi e striscioni fra transenne manganelli e tute blu, belano avvilenti coretti rivendicativi sotto i palazzi, rovesciano qualche cassonetto, infrangono qualche vetrina, sguazzano sotto gli idranti delle camionette da loro pagate e invocate, sciamano in lacrime sotto i fumi commoventi sparati dai fedeli tutori dell'ordine... e poi, finalmente, stanchi, lacerati, più divisi e sospettosi gli uni degli altri, rincasano nel mirabile loculo dell'ipoteca domestica e, da buoni condomini, sprofondano in poltrona davanti alla TV, abbracciati rinfrancati e coccolati dalla Carrà, dalla Ventura, da Costanzo, da Piero Angela, Santoro e Travaglio.

Non resta dunque che confidare nelle solerti previsioni di Huxley: "Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici".

Non si può continuare stupidamente a ripetere che il debito uccide milioni di bambini in Africa (cosa scientemente voluta e programmata). Non è l'illusione in sé ad uccidere, ma chi architetta ed esporta l'illusione nel mondo. Sono i banchieri sovranazionali che uccidono i bambini creando debito dal nulla (il controllo demografico è una priorità per il controllo in generale). E' la connivenza politica col sistema a far strage di innocenti. Siamo, in ultima analisi, noi e la nostra ignoranza a consentirlo.

Le guerre poi sono puntelli fondamentali per la cristallizzazione del sistema e per l'esautorazione di qualsivoglia sovranità particolare. I conflitti sono funzionali all'asservimento economico (e quindi politico sociale culturale e informativo) di un paese, giovano in sommo grado al rafforzamento egemonico del potere elitario.

Le banche creano denaro e alimentano entrambi gli schieramenti in lotta fomentando il terreno di scontro (di nuovo il giogo enorme dei profitti basato sugli interessi). D'altra parte controllano anche le industrie belliche cui gli schieramenti si rivolgono spendendo le ingenti somme prestate. I capitali rientrano in possesso delle banche sia attraverso queste industrie sia attraverso le imposizioni sul prestito originario. Ma ogni debito contratto per distruggere comporta un ulteriore debito per ricostruire. Immaginate ad esempio l'enorme debito che graverà in Iraq dopo la ricostruzione. Ufficialmente potrà ritirarsi fino all'ultimo soldato. Di fatto quello stato (come l'Afghanistan e tanti altri) non ha più alcuna sovranità. E' ingabbiato nella morsa illusoria del debito ed è dunque colonia e reame occidentale, del sistema bancario occidentale, che, tra l'altro, controlla anche il sistema petrolifero.

Ed è proprio il petrolio che negli anni ha sostituito la copertura in oro. Basti pensare all'accordo stipulato tra la FED americana e l'OPEC in virtù del quale i produttori di petrolio avrebbero venduto i loro barili solo in cambio di dollari USA. Ciò per continuare a garantire fiumi di carta straccia accettabile sul mercato e negli scambi internazionali.

Anche un tordo allora capirebbe la natura di certe stragi e attentati e le guerre intraprese in nome della sicurezza mondiale e della prevenzione. E sempre un tordo non potrebbe che ridere di fronte alle solenni balle rammendate da due poveri idioti come Bush o Donald Rumsfeld. Il tordo sì; i popoli no... evidentemente meno acuti dei tordi e più idioti di Bush e Rumsfeld.

La crisi indotta: Storia di un bluff

Siamo sull'orlo di una trasformazione globale. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la giusta crisi globale e le nazioni accetteranno il nuovo ordine mondiale. - David Rockefeller

1. La classe politica di turno, sotto il mito dell'alternanza e della farsa democratica, è pagata esclusivamente per coprire, colludere, partecipare e realizzare, con inganni ed elusioni, piani di cui sono ricattabili compartecipi; attuare con fair playdemagogico le varie tappe del disegno macchinato dall'alto.

Fondamentale dunque dirigere lo sguardo delle folle altrove, ipnotizzare l'attenzione di elettori e mass media su false beghe ideologiche di palazzo. Gli enormi stipendi, le immunità e tutti i privilegi loro concessi sono la debita conseguenza di questo costante ufficio di inganno e alto tradimento perpetrato a danno di elettori nazioni e disegni costituzionali. Confidare in un governo, in un leader, in un partito, in un sistema elettorale e quant'altro, è semplicemente da imbecilli. Significa contribuire esattamente a finanziare il proprio asservimento con plauso e tifo da stadio. Con l'asservimento sovranazionale alla BCE, il quadro, è in dirittura d'arrivo. Da questo mostro indipendente e autoreferenziale dipendono le singole banche centrali di ogni nazione che detengono una quota associativa del supremo creatore centrale, organismo multitentacolare autofondante, non eletto, non controllato, non vincolato.

Il popolo, tramite l'acritico consenso al valore nominale (di facciata) attribuito a dei pezzi di carta, sottostà ad una relazione fondata sulla creazione continua di un "bene/strumento" inesistente, cioè ad una dipendenza esclusiva e fondante di ciò che è creato dal suo Creatore. Un po' come accade nella “filosofia dell'atto di essere” sviluppata da Tommaso d'Aquino in ambito teologico-cristiano.

Come si potrebbe lavorare sudare e magari morire con la consapevolezza di ingrassare le pance ad élite criminali dandosi in schiavitù, demandando a terzi il potere di vita e di morte su milioni di individui? Come può uno stato favorire e appoggiare le grandi usurocrazie mondiali, estorcere in sua vece e condannare il piccolo usuraio di quartiere?

In un simile contesto, quanto di casule potrebbero avere le fasi di espansione e depressione economica?

Ridotto ai minimi termini il gioco è di una semplicità imbarazzante. Le ampollose dissertazioni tecniche propagate dai media in questi ultimi mesi, ancora una volta sono fumo negli occhi e asservimento, quando non semplice ignoranza e analfabetismo.

In determinati periodi le banche elargiscono notevoli prestiti con un tasso di interesse relativamente basso. Le persone, entusiaste, corrono in massa dai propri carcerieri viste le vantaggiose condizioni di reclusione. I prestiti si moltiplicano, l'illusione si autofinanzia e rigenera aumentando sensibilmente la quantità di denaro in circolazione e la spesa dei cittadini. Il meccanismo economico, oliato di tutto punto, riparte sotto la spinta della maggiore domanda e offerta di beni e servizi. La santa occupazione, conseguentemente, trarrà i suoi benefici.

In queste circostanze si approfitta per contrarre debiti al di là delle normali esigenze, cavalcando l'onda anomala della fase espansiva.

Piene di fiducia verso il mercato e le istituzioni migliaia di persone accendono prestiti prima impensabili, rinnovando ilparterre consumistico imposto e prediletto: televisori nuovi, guardaroba nuovi, telefoni nuovi, auto nuove, case nuove, vacanze esotiche etc. Stesso discorso per piccole medie e grandi imprese: aumentano gli investimenti per essere competitive e far fronte all'accresciuta domanda. Per quanto riguarda la Borsa e il mercato azionario, gli andamenti positivi coordinati dall'alto spingono la gente ad investire molti danari, magari sotto la guida di un consulente finanziario, in queste slot machine truccate.

Successivamente, all'apice dell'inganno, quando cioè gli effetti sortiti raggiungono le previsioni, le banche cominciano ad attivare la fase B del piano ritirando gradualmente gran parte della moneta in circolazione. Quelle centrali aumentano i tassi di interesse, quelle ordinarie, in nome della tutela, concedono sempre meno prestiti. Il denaro fino ad allora utilizzato per vitalizzare gli scambi viene progressivamente dirottato alla fonte, cioè di nuovo alle banche per ripagare gli alti interessi in corso derivanti dai prestiti precedentemente elargiti.

Il denaro comincerà a scarseggiare in misura sempre più sensibile, gli acquisti diminuiranno vertiginosamente, il ciclo economico, tra mille scuse e pretesti, tornerà ad incepparsi, le aziende dovranno espellere sempre più lavoratori o porli in regime di cassa integrazione.

Il denaro fruibile, essendo insufficente per ripianare i debiti, precipiterà la gente nella paura e nella disperazione (di nuovo l'arma millenaria della paura e dell'insicurezza). Molte persone, gravate dagli interessi e senza più lavoro, perderanno le case (ipotecate in favore delle banche), intere famiglie soffriranno di stenti umiliazioni o elemosine di stato, molte imprese falliranno ed i loro beni di nuovo saranno confiscati dalle banche.

Marx, che non era uno sciocco, scriveva: "queste crisi si verificano proprio nel momento in cui l’interminabile catena di pagamenti, ed il sistema artificiale atto a regolarli è in una situazione di pieno sviluppo".

La sovrapproduzione è un concetto cardine del sistema. Essa non serve minimamente a sollevare dalla fame e dall'indigenza gran parte del mondo, ma ad indebitare sino al collasso i mercati di riferimento e a profilare guerre. Per chi non lo avesse ancora capito crisi economiche e guerre sono complementari.

L'eccesso di beni prodotti trova una sua perversa via di fuga nello sfruttamento capitalistico del mercato interno della nazione soccombente. La libertà comunemente intesa non esiste. Men che mai nei tanto decantati regimi democratici occidentali. La libertà, come diceva Aldous Huxley, "non fiorisce in un paese che sta sempre sul piede di guerra, o che si prepara a combattere. Una crisi permanente giustifica il controllo su tutto e su tutti, da parte del governo centrale".

Tutto ciò sotto il patrocinio della nostra ignoranza e della nostra sudditanza. In ultima analisi il crimine è collettivo. Fummo concepiti come schiavi e continuiamo ad esserlo nella più completa insania e cecità, dimentichi del nostro dominio cosciente e delle autentiche vocazioni umane.

Come criceti giriamo forsennatamente nella ruota chiedendoci quando mai arriveremo. Pochissimi riescono a pensare, fermarsi, scendere dalla ruota e comprendere l'illusione, l'inganno del percorso. Preferiscono imputare la colpa dell'inarrestabile movimento alla ruota piuttosto che alle proprie zampe.

Criceti ridotti alla fame (mentale spirituale e alimentare) e con stipendi da fame. L'impegno dei servi intermedi in questo senso (politici magistrati sindacati economisti etc.) è assoluto. Avere intere nazioni, interi sistemi economici e dunque milioni di persone nella morsa crescente del debito, puo convenire ad un solo attore: il cartello bancario (che a sua volta comprende quello farmaceutico petrolifero bellico e alimentare).

2. Gli stipendi, per loro natura, oltre ad essere indegni, sono bassi e limitati. Conseguentemente il numero di beni che si può acquisire è modesto e determinato. Tuttavia, in nome del profitto e quindi del controllo, si produce sempre un numero di beni maggiore al fabbisogno; beni illusori, prescindibili, inutili, che tuttavia, di concerto, il belato civico impone e rende necessari. Per stare al passo coi consumi ed essendo impossibilitati alla fonte per via dei nostri magri salari, non possiamo che ricorrere al credito dei solerti e beneamati massoni bancari, sempre pronti a sacrificarsi per i nostri desideri. Più si produce in sovrabbondanza a salari da fame, più aumenta il debito in generale, più aumenteranno i guadagni bancari insieme al controllo e al potere.

E' chiaro allora perchè nei periodi di cosiddetta espansione gli interessi siano tenuti relativamente bassi, ed il marketing, i media, la propaganda, i governi, le multinazionali e le stesse banche incoraggino i polli ad indebitarsi sino al collo quasi fosse un'occasione da non perdere. Ovviamente nel successivo periodo di contrazione avranno tutto il tempo per spennarli a dovere.

In sostanza la causa dell'indebitamento, della crisi e della recessione conseguirà, grazie ad un regolamentato statuto delinquenziale fondato sul nulla, tutta la vera ricchezza accumulata dalla popolazione con fatiche e sudori.

Il denaro, fuor di metafora e a dispetto di qualsivoglia allegoria letteraria, è l'unico fiume che scorre verso la sorgente. La schiavitù lavorativa esiste per soddisfare questi meccanismi di ladrocinio a danno dei popoli. Questo meccanismo è planetario.

"Gli affari internazionali possono condurre le loro operazioni con pezzi di carta - arguiva Eric Ambler -, ma l'inchiostro usato è il sangue umano".

Ciò che telegiornali, corrispondenti economici (valletti) e tribune politiche raccontano in Tv, tra accesi dibattiti e astratti rimpalli di accuse, serve a coprire tutto ciò.

Il resto, prodotti finanziari e derivati tossici, sono mero decorativismo speculativo; non trascurabile... certamente, ma pur sempre ascrivibile a giochi di ingegneria finanziaria che fungono da specchietti per le allodole e ingarbugliano in una miriade di piani apparentemente differenziati le regole di un medesimo gioco, alimentando confusioni, interpretazioni, alibi e capri espiatori.

Il gioco è talmente vecchio e palese da risultare, per chi da tempo lo comprende, penoso e grottesco. Purtroppo, vista l'ignoranza generale, lo stesso ha ripercussioni globali a dir poco nefaste.

La crisi economica odierna, nella frattalità delle sue diramazioni finanziarie, ricalca fondamentalmente un modello antichissimo.

Già molti secoli prima di Cristo, in Babilonia, assistiamo ad una "depressione" che coinvolse gli strati più bassi della popolazione. Il grano, frutto del duro lavoro contadino, era depositato in appositi silos governativi a fronte di una determinata certificazione che ne compensava il deposito. Successivamente, come si può facilmente intuire, lo strumento dei certificati fu esteso ad ogni tipo di scambio. I gestori di questo commercio divennero una sorta di proto-banchieri che cominciarono a prestare con interesse (un meccanismo non dissimile dall'attuale "riserva frazionaria") generando una situazione di forte sbilanciamento tra il debito complessivo ed il grano disponibile in deposito. L'intervento del re, per motivi strategici e militari, costrinse i banchieri ad una remissione del debito ed all'interruzione di una truffa che comunque si sarebbe ripetuta ciclicamente.

Lo stesso metodo fu poi radicato in Egitto e dominò per intere dinastie di faraoni. Le crisi ingenerate costringevano molti lavoratori e contadini a vendersi come schiavi per poter mangiare. Esattamente ciò che accade oggi con il sistema valutario privato basato sul debito e sulla coercizione lavorativa. Se non si è schiavi non si mangia; difficilmente si sopravvive.

In epoca romana, i retroscena della congiura di Catilina sussumono una situazione di forte crisi creditizia. Molti giovani patrizi, oberati dai debiti e dagli interessi, reclamavano una svolta politica che scongiurasse la morsa di una spirale senza fine. Come sempre accade il costante aumento del debito e l'insufficienza del denaro circolante piombò nella disperazione reduci, plebei, patrizi e senatori indebitati.

Nella sua ennesima candidatura a console Catilina propose nientemeno che l'estinzione dei debiti, attirandosi una folta schiera di sostenitori. Chiaramente tutto ciò fu osteggiato dai soliti banchieri dell'epoca (di estrazione greco-egizia) e l'elezione di Catilina, unitamente ai suoi piani cospirativi e grazie alla reiterata opposizione di Cicerone sfumò nuovamente. Catilina troverà coraggiosamente la morte intercettato e assediato dall'esercito di Caio Antonio presso Pistoia, dopo che molti dei suoi disertarono. Molti patrizi dovettero vendersi come schiavi e la storia, come di norma accade, fu riscritta a beneficio dei trionfatori.

Nerone, da par suo, diminuì la quantità di argento presente nelle monete lasciandone inalterato il valore nominale.

In epoca rinascimentale l'Alchimia, nell'accezione più pratica di trasmutazione del vile metallo in oro, non è altro che il lucroso affare della creazione monetaria. In Italia i Medici studiarono e approfondirono la questione raffinando il meccanismo della truffa guadagnandone in ricchezza e potere...

3. Come si vede da questa semplice e parziale rassegna l'ingranaggio del sistema ha subito, ad opera dei medesimi attori, un collaudo secolare di reggenza e occultamento. Ma in fondo la partitura non cambia. Ancora una volta il denaro circolante è insufficiente per ripianare i debiti accumulati. L'insolvenza non è un incidente. Il fulcro dell'espediente risiede proprio in essa e nella crescita illusoria del debito.

Questo raffinato sistema del debito ha consentito negli anni ad una piccola cricca di fratelli in grembiule il conseguimento di un potere centrale incontrastato.

L'ultimo passo sarà la costituzione di un'unica banca centrale mondiale ed un'unica valuta globale elettronica che consenta un totale controllo delle transazioni e delle vite umane. Organismi di facciata come l'attuale banca mondiale, il FMI, il WTO, l'ONU, la BCE etc. non lavorano che per questo.

Dopo la riunione del G20 all’inizio di aprile 2009, non si è mancato di sottolineare quanto “il mondo abbia fatto un altro passo avanti verso la creazione di una valuta globale, con l’appoggio di una banca centrale globale, che gestisce la politica monetaria per tutta l’umanità”.

E' chiaro che la progressiva riduzione nella diversificazione delle valute in circolazione consente un maggior potere e controllo da parte di questi schivi e compassati banchieri. La nascita dell'euro è stato un passo verso quella meta e non un'agevolazione monetaria per il turista all'estero.

Passando al setaccio gli azionisti della Lehman Brothers (il "colosso" fallito pretesto della crisi) o quelli della Merrill Lynch, attraverso le varie Corporation coinvolte si risale agevolmente ai soliti noti; ovvero ai 2 rami d'oro del potere economico e finanziario mondiale: i Rockefeller ed i Rothschild, due storiche casate ebraiche protagoniste di quanto esposto (e di ben altro...).

Sfruttando da padroni il mercato fino all'osso, illegalmente e con la compiacenza dei governi, costoro mirano ad esaurire qualsivoglia produttiva vitalità dei mercati sino alla più completa sterilità degli stessi. Raggiunto l'obiettivo i colossi dai piedi d'argilla eretti alla bisogna, vengono fatti crollare (cioè fallire) in maniera controllata (un po' come accadde per le torri gemelle). Ovviamente falliscono per non pagare i creditori. La parola fallimento è però fuorviante; le banche non falliscono. Di facciata vengono coltivate propaggini fantasma per la messa in opera di progetti specifici. Quando l'obiettivo è raggiunto si potano i rami oramai improduttivi senza alcun danno per la pianta ed il fusto centrale; anzi con un generale rinvigorimento dello stesso. Più che fallire la banca cessa un ciclo di truffe per rivolgersi altrove. A fronte di un suo impegno nell'esborso di valori inesistenti acquisisce ricchezze beni e proprietà reali, rubandoli letteralmente a chi li produsse con fatica e lavoro.

Gli utili ovviamente saranno spartiti all'interno della cricca e l'enorme buco lasciato sarà ripianato dai fieri cittadini che, piagnucolando, imploreranno i loro pseudo governanti affinchè elargiscano qualche elemosina o li facciano lavorare 10 ore in più ad un salario inferiore rispetto a quello precedentemente percepito.

In altre parole: gli stessi truffatori eletti a palazzo con lo scopo di consentire la rovina dei popoli vengono di nuovo invocati dal belato di piazza quali paterni dispensatori di ottimismo, fari nella notte e prodighe casse di mutuo soccorso.

Naturalmente le grandi Corporation ringraziano rimettendosi al lavoro su nuovi mercati, capitalizzano il potere con nuove importanti fusioni, ottengono altre fondamentali privatizzazioni di servizi pubblici (acqua cibo salute energia etc.), limitano ulteriormente l'apparente libertà sociale in nome della sicurezza della stabilità e del controllo; limitazioni puntualmente eseguite dai servi di turno e di cui già se ne può apprezzare il mordente.

Tutto in vista del loro tanto agognato Nuovo Ordine Mondiale: cioè uno stato fascista globale di automi super controllati e manipolati, alla mercè di fanatici criminali da grembiule e compasso referenti della City of London, e cioè del vertice della massoneria mondiale: la Corona inglese. La frase posta ad epigrafe del presente capitolo basta a riassumere emblematicamente questa intera dissertazione.

E' evidente perchè chiunque cerchi professionalmente di portare anche in parte il sistema in luce (puntando il dito su banche poteri occulti e massoneria) venga diligentemente e ritualmente fatto fuori dalla scena. Per quanto riguarda la nostra cara Italietta basta ricordare Falcone, Borsellino, Ambrosoli o Molinari e le innumerevoli stragi di stato.

In realtà mentre il patriottico cittadino sprofonda sempre più nello sfruttamento, nello schiavismo, nella fame e nel controllo, i veri responsabili di simili disastri controllati non sono neanche minimamente citati o sospettati dai più, gli amministratori delle banche d'affari e commerciali si dimettono percependo liquidazioni milionarie, le banche "fallite" vengono salvate con iniezioni di liquidità dallo stato (dai cittadini) che quelle banche non controlla minimamente avendo ceduto la propria sovranità monetaria alle stesse divenendone fedele valletto.

Il debitore Stato si concede il lusso caritatevole di concedere soldi al creditore dilapidando i cittadini con tasse e balzelli e prendendo nuovamente denaro in prestito con interessi.La follia ha una misura? No, ed Erasmo si riconferma.

Antonio Perrotta

Fonte
http://www.nexusedizioni.it/apri/Argome ... -Perrotta/


Ultima modifica di vimana131 il 19/12/2010, 23:12, modificato 1 volta in totale.

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Crisi sistemica globale: esplode la bolla
dei debiti pubblici in Occidente


Contesto europeo, catalizzatore Usa: seconda meta' del 2011. Pubblichiamo l'analisi GEAB (Global Europe Anticipation Bulletin) il rapporto per i PFG ("Poteri forti globali"). Wall Street Italia ritiene debba essere fatto conoscere a decine di migliaia di persone in piu', perche' faccia veramente presa.

Pubblicato il 20 dicembre 2010

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1055831

Pubblichiamo l'analisi GEAB n.50 (Global Europe Anticipation Bulletin) il rapporto del think-tank LEAP/Europe 2020 per i PFG ("Poteri forti globali") che Wall Street Italia ritiene debba essere fatto conoscere a decine di migliaia di persone in piu', perche' faccia veramente presa. Infatti e' venuto il momento storico di tallonare senza tregua e richiamare alle loro reponsabilita' le poche persone della Casta (non eletta) che gestiscono il Monopoli mondiale a scapito e spesso contro il volere di noi cittadini "normali". Non e' giusto sia cosi'. Ed e' meglio che siamo molti di piu' a sapere.

GEAB N°50: Crisi sistemica globale: seconda meta' del 2011 - Contesto europeo, catalizzatore Usa - Esplosione della bolla dei debiti pubblici occidentali

Il secondo semestre 2011 segnerà il momento in cui l’ insieme degli operatori finanziari del pianeta finalmente capirà che l’Occidente non rimborserà una parte importante dei prestiti richiesti nel corso degli ultimi due decenni. Secondo LEAP/E2020, sarà infatti verso l’ottobre 2011 – a causa dello sprofondamento di un grande numero di città e di stati americani in situazioni finanziarie inestricabili in seguito alla fine dei finanziamenti federali dei loro disavanzi, mentre l’ Europa farà fronte ad una necessità molto importante di rifinanziamento dei suoi debiti (1) – che questa situazione esplosiva si rivelerà in tutta la sua ampiezza.

L’ amplificazione mediatica della crisi europea in materia di debiti sovrani dei paesi periferici di Eurolandia genererà il contesto di tale esplosione da cui il mercato americano "dei Munis„ (2) ha già portato un assaggio nel novembre 2010 (come previsto dal nostro gruppo fin dallo scorso giugno nella GEAB N°46 con un mini-crash che ha visto andare in fumo tutti i profitti dell’ anno in alcuni giorni. Questa volta il crash (compreso il fallimento del gruppo di ri-assicurazione "monoline" Ambac (3)) si è svolto con discrezione (4) poiché la macchina mediatica anglosassone (5) è riuscita a dirottare l’attenzione mondiale su un nuovo episodio della sitcom fantasiosa "la fine dell’ Euro o il remake monetario dell’influenza H1N1„ (6). Tuttavia, la sovrapposizione degli chocs negli Stati Uniti ed in Europa costituisce una configurazione molto inquietante, comparabile secondo il nostro gruppo allo shock di "Bear Stearn„ che precedette di otto mesi il fallimento di Lehman Brothers e il crollo di Wall Street nel settembre 2008. Ma i lettori del GEAB sanno bene che gli shock importanti di rado finiscono in prima pagina con molti mesi d’anticipo, mentre i falsi allarmi quasi sempre (7)!

In questo numero 50 del GEAB, anticipiamo dunque l’ evoluzione di questo shock terminale dei debiti pubblici occidentali (in particolare dei debiti americani ed europei) come pure i mezzi per premunirsi. D’altra parte, analizziamo le conseguenze strutturalmente molto importanti delle rivelazioni di WikiLeaks sull’influenza internazionale degli Stati Uniti e la loro interazione con le conseguenze globali del Quantitative Easing II, programmato dalla Fed. Questo numero di dicembre del GEAB è naturalmente l’occasione per valutare la pertinenza delle nostre anticipazioni per il 2010, con un tasso di successo che per quest’anno è del 78%. Sviluppiamo anche consigli strategici per Eurolandia (8) e gli Stati Uniti. E pubblichiamo l’indice GEAB-$ che permetterà ormai ogni mese di seguire sinteticamente l’evoluzione del dollaro US rispetto alle principali valute mondiali (9). In questo comunicato pubblico del GEAB N°50, abbiamo scelto di presentare un estratto di anticipazione circa l’esplosione della bolla dei debiti pubblici occidentali.

Così, la crisi dell’ indebitamento pubblico occidentale si accentua molto rapidamente per la pressione di quattro costrizioni sempre più forti:

- l’ assenza della ripresa economica negli Stati Uniti che strangola l’ insieme delle Comunità pubbliche (tra cui lo Stato Federale (10)) abituate in questi ultimi decenni ad un indebitamento facile e ad entrate fiscali importanti (11).

- l’ indebolimento strutturale accelerato degli Stati Uniti tanto in materia monetaria, finanziaria che diplomatica (12) che riduce la loro attitudine ad attirare il risparmio mondiale (13).

- il prosciugamento mondiale delle fonti di finanziamento economico che accelera la crisi di sovraindebitamento dei paesi periferici europei (di Eurolandia come Grecia, Irlanda, Portogallo Spagna,… ed anche del Regno Unito (14)) ed inizia a toccare i paesi-chiave (USA, Germania, Giappone (15)) in un contesto di rifinanziamento molto importante dei debiti europei nel 2011.

- la trasformazione di Eurolandia in un nuovo "sovrano„ che elabora gradualmente altre regole del gioco per i debiti pubblici del continente.

Queste quattro costrizioni generano fenomeni e reazioni variabili secondo le regioni/paesi.

Il contesto europeo: il cammino dal lassismo al rigore sarà in parte pagato dagli investitori.

Dal lato europeo, si assiste così alla trasformazione laboriosa, ma incredibilmente rapida, della zona euro in un tipo di entità semi-statale: Eurolandia. La parte faticosa del processo non attiene soltanto alla debole qualità del personale politico interessato (16) come martellano in lunghe interviste "i precursori„ dell’Europa quali Helmut Schmidt, Valéry Giscard d’ Estaing o Jacques Delors. Non avendo mai dovuto far fronte ad una crisi storica di questa ampiezza, un po’ di modestia farebbe loro bene. Questo lato gravoso dipende anche dal fatto che le evoluzioni in corso nella zona euro sono di un’ampiezza politica gigantesca (17) e che sono effettuate senza alcun mandato politico democratico: questa situazione paralizza i dirigenti europei che passano il loro tempo a negare quello che stanno per fare, cioè, costruire un tipo di entità politica che si doterà di componenti economiche, sociali, fiscali,… (18) Eletti prima che la crisi scoppiasse, non sanno che i loro elettori (ed allo stesso tempo i soggetti economici e finanziari) sarebbero in gran parte soddisfatti di una spiegazione sul corso delle decisioni previste (19). Poiché la maggior parte delle grandi decisioni a venire è già identificabile, come noi analizziamo in questo numero del GEAB.

Infine, c’è il fatto che le azioni di questi stessi dirigenti sono passate al setaccio e manipolate dai principali mass media specializzati nelle questioni economiche e finanziarie, di cui nessuno appartiene alla zona euro, e che tutti al contrario sono ancorati alla zona $/£ dove il rafforzamento dell’Euro è considerato come una catastrofe. Questi stessi mass media contribuiscono direttamente a imbrogliare le carte sul processo in corso in Eurolandia (20). Tuttavia, si può constatare che quest’influenza nociva diminuisce poiché, tra "la crisi greca„ e "la crisi irlandese„, la volatilità indotta sul valore dell’Euro si è affievolita. Secondo il nostro gruppo, nella primavera del 2011 questo diventerà un fenomeno trascurabile. Non resterà dunque altro che la questione della qualità del personale politico di Eurolandia che sarà profondamente rinnovato a partire dal 2012 (21); e, più fondamentale ancora, il problema considerevole della legittimità democratica dei formidabili avanzamenti in materia di integrazione europea (22). Ma in un certo modo, si può dire che da qui al 2012/2013, Eurolandia avrà istituito i meccanismi che le avranno permesso di resistere allo shock della crisi, anche se le occorrerà legittimare a posteriori la loro esistenza (23).

In materia, cosa che contribuirà ad accelerare l’esplosione della bolla dei debiti pubblici occidentali, e che interverrà in modo concomitante per il suo catalizzatore USA, è la comprensione da parte degli operatori finanziari di ciò che si nasconde dietro il dibattito "delle Eurobligations„ (o E) (24) di cui si inizia a parlare da alcune settimane (25). A partire dalla fine 2011 (al più tardi) la sostanza di questo dibattito inizierà ad essere rivelata nel quadro della preparazione della perpetuazione del Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria (26). Ma, cosa che apparirà bruscamente per la maggioranza degli investitori che speculano attualmente sui tassi esorbitanti debiti greci, irlandesi, ecc.…, è che la solidarietà di Eurolandia non si estenderà fino a loro, in particolare quando si porranno i casi della Spagna, dell’Italia o del Belgio, qualsiasi cosa ne dicano i dirigenti europei oggi (27). In breve, secondo LEAP/E2020 occorre aspettarsi un’operazione immensa di scambi di debiti sovrani (sulla base della crisi globale in materia di debiti pubblici) che vedrà offrire Eurobbligazioni garantite da Eurolandia a tassi molto bassi contro titoli nazionali a tassi elevati con una detrazione dal 30% al 50% poiché, nel frattempo, la situazione dell’ insieme del mercato dei debiti pubblici occidentali si sarà deteriorato. I dirigenti di Eurolandia nuovamente eletti (28) (dopo il 2012) saranno democraticamente legittimati ad effettuare tale operazione di cui grandi le banche (anche europee (29)) saranno le prime vittime. È molto probabile che alcuni creditori sovrani privilegiati come la Cina, la Russia, i paesi petroliferi,… si vedranno proporre trattamenti preferenziali. Non si lamenteranno poiché l’operazione avrà per conseguenza quella di garantire i loro importanti averi in euro.



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 23/12/2010, 17:29 
La fine dell'America

Il video che sta spopolando su Internet sbarca per la prima volta in Italia grazie a WSI. E' consigliata la visione ad un pubblico maturo. Vietato a chi non ha conoscenze di economia e macroeconomia.

Immagine

Pubblicato il 21 dicembre 2010

Fonte:
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1057697

Ecco il video (qui sotto) che sta avendo una diffusione "virale" negli Stati Uniti. Wall Street Italia lo mostra per la prima volta al pubblico italiano. Il rischio di essere accusati (come al solito) di disfattismo e catastrofismo facendo vedere cio' che migliaia di persone nel resto del mondo hanno gia' visto, e' irrilevante rispetto all'obiettivo di fornire piu' strumenti possibili ai nostri lettori, al fine di capire e interpretare i duri tempi che il mondo sta vivendo dopo la spaventosa crisi finanziaria del 2008 e la Grande Recessione che ne e' seguita. Avvertenza: il video dura 1 h e 17 minuti ed e' interamente in inglese. E' consigliata la visione solo a chi abbia le necessarie conoscenze di economia, macroeconomia e finanza.




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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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