Ma quante balle.......
I media e la corsa agli sportellihttp://www.byoblu.com/post/minipost/ma- ... -sportelliNessuno sottovaluta i rischi del bank run in Grecia, cioè il fenomeno per cui un grande numero di correntisti ritirano i soldi contemporaneamente, causando alle banche una crisi di liquidità. Tuttavia sui giornali i titoli “Corsa al bancomat in Grecia” si rincorrono ormai da mesi. Era del 3 gennaio scorso un pezzo del Fatto Quotidiano sui 2,5 miliardi di euro ritirati dai bancomat in Grecia nello scorso dicembre, dal titolo inequivocabile: “Grecia, inizia la corsa ai bancomat“. Otto giorni fa, nuovo pezzo:
“Grecia, è corsa agli sportelli bancari“. Figuratevi oggi, dopo l’annuncio di ieri sera sul referendum voluto da Tsipras sulle proposte dei creditori (guai a chiamari Troika, mi raccomando!). Viene da chiedersi: “Ma perché, con tutti questi bank run i greci hanno ancora dei soldi in banca? Ma alllora sono ricchi, altro che poveri!“. Notizie date con evidente tono allarmistico, che finiscono per ammonire anche noi italiani, suonando più o meno come un sinistro presagio:
“State attenti, che se fate i furbi succederà anche qui da noi“. Il bank run è un rischio concreto, ne parlavamo già nell’intervista con Claudio Borghi del 23 maggio 2012: “Come si esce dall’euro“. Tuttavia, quando si dà una notizia di questo tenore, uno si aspetta di vederlo davvero, questo bank run. E invece, ecco due video a caso, pubblicati oggi dal Corriere e dal Fatto Quotidiano.
Non sembra esattamente un apocalisse di cittadini che si ammazzano per ritirare gli ultimi centesimi in un clima da selvaggio far west. Anzi, nel video del Fatto, verso la fine, si ammette candidamente che in piazza Syntagma davanti ai bancomat non c’è assolutamente nessuno. E la maggior parte delle immagini pubblicate in rete per descrivere il bank run in corso ad Atene sono prive di riferimenti o si riferiscono a fatti risalenti al 2011.
E allora perché questi titoloni da “autodistruzione in corso”? Forse perché è necessario conferire un’aura di catastrofismo estremo a una scelta, quella referendaria, che mette nelle mani dei cittadini la scelta se sottostare alle politiche di austerity oppure no? Se il frame da rinforzare (quello di cui ci parlava Marcello Foà in un video che vi consiglio di riguardarvi) è quello dell’irreversibilità dell’euro, allora si capisce perché qualsiasi breccia nel sistema, qualunque via di fuga dal percorso per topini ammaestrati in cui ci è dato correre venga dipinto come il trampolino di lancio verso un salto nel vuoto, foriero di sventura, anzi di morte certa.Nessuno esclude che un bank run ci possa essere presto, ma che almeno si dia la notizia quando questo accade sul serio, non quando in fila al bancomat ci sono quattro cittadini morti dal sonno che, imbeccati da domande scontate, annuiscono senza particolare entusiasmo.