Yara, Bossetti a processo chiede le telecamere in aula: "Non ho niente da nascondere"28 giugno 2015
Il 3 luglio inizierà il dibattimento in Tribunale a Bergamo a carico di Bossetti. Il giudice Antonella Bertoja dovrà valutare se esiste interesse pubblico. Senza esso, serve il consenso di tutte e tre le parti, compreso il pm e i genitori di Yara Gambirasio
di
Michele AndreucciBergamo, 28 giugno 2015 - A pochi giorni dall
'inizio del processo (il 3 luglio), Massimo Bossetti, in carcere dal 16 giugno 2014 con l
'accusa di essere l'assassino di Yara Gambirasio, rompe il silenzio
chiedendo che
il dibattimento che lo vedrà sulla sedia dell'imputato
sia aperto alle televisioni. Durante l'ultima puntata della trasmissione "Segreti e Delitti", in onda su Canale 5, è stata mostrata una lettera scritta da Bossetti e destinata a Ezio Denti, uno dei numerosi consulenti che lavorano per i suoi difensori, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini.
"Voglio che le telecamere siano presenti in aula - scrive Bossetti dalla sua cella della casa circondariale di Bergamo -. Voglio lottare perchè
questo processo si svolga solo ed esclusivamente a porte aperte, così che chiunque possa prendere atto di tutte le dichiarazioni fatte da me e dall'accusa, perchè
non ho niente da nascondere. Questo è
il mio grandissimo, solo ed unico desiderio".
In realtà il presidente della Corte d'Assise, i
l giudice Antonella Bertoja, una decisione definitiva non l'ha ancora presa. Per ora si sa che il
3 luglio camaraman e fotografi, almeno all'inizio,
resteranno fuori dall'aula, in attesa proprio di una decisione. Secondo Bertoja,
la morte di Yara ha avuto un forte clamore ma
è un fatto privato, quindi manca un "interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento".
Diverso sarebbe, per esempio, se l'imputato fosse un politico. La decisione fa la differenza soprattutto per i giornalisti. Se il giudice rileva l'interesse, può autorizzare foto e riprese televisive in aula anche senza il consenso delle
parti, in questo caso
Bossetti, il pm Letizia Ruggeri e il papà e la mamma di Yara. Se invece manca l'interesse, serve il loro consenso. Con la precisazione che
chi dice no viene tutelato, non viene ripreso o viene filmato con il volto coperto. In via informale
due parti hanno già detto no alla presenza delle televisioni in aula e una sì.
Il pm Ruggeri è contraria, per evitare che finiscano in tv dettagli scabrosi e retroscena forti sull'omicidio. Nemmeno i genitori di Yara gradiscono avere telecamere e obiettivi puntati addosso. L'avvoccato di Bossetti, Claudio Salvagni, invece, ha detto più volte di volere che "
il dibattimento sia più pubblico possibile".
In ogni caso i
l processo sarà blindato, con carabinieri e polizia a presidiare le udienze e i corridoi. Prima di entrare nell'aula della Corte d'Assise si dovrà superare un doppio controllo. Il solito, all'ingresso del palazzo di giustizia di via Borfuro, passando borse, cinture, occhiali, orologi, chiavi e telefonini sul nastro trasportatore e superando il metal detector. E poi un secondo analogo in corridoio. Cellulari, iPhone e iPad verranno poi "sequestrati" e depositati, imbustati e ritirati all'uscita, consegnando l'apposita ricevuta. Per quanto riguarda i giornalisti, in aula entreranno solo quelli che hanno ottenuto l'accredito firmato dal presidente del Tribunale, Ezio Siniscalchi. Ciò si è reso necessario perchè l'aula della Corte d'Assise non è grandissima e non è in grado di ospitare tutti. Anche perchè, per esigenze di sicurezza, si potrà assistere al processo solamente seduti su una sedia.
Source:
Yara, Bossetti a processo chie...ilano, notizie della Lombardia Ne ero sicuro:
Il pm Ruggeri è contraria, per evitare che finiscano in tv dettagli scabrosi e retroscena forti sull'omicidio.
Ma mi faccia il piacere.... i dettagli scabrosi possono emergere unicamente dalla bocca degli assassini che sul banco degli imputati non ci saranno.
Eventuali dettagli scabrosi possono al massimo derivare da ricostruzioni fantasiose del delitto.
Diciamo piuttosto che:
Il pm Ruggeri è contraria, per evitare che finiscano in tv dettagli scabrosi e retroscena forti sul modo di condurre le indagini.
Scuse...scuse e scuse...
In realtà il presidente della Corte d'Assise, il giudice Antonella Bertoja, una decisione definitiva non l'ha ancora presa. Per ora si sa che il 3 luglio camaraman e fotografi, almeno all'inizio, resteranno fuori dall'aula, in attesa proprio di una decisione. Secondo Bertoja, la morte di Yara ha avuto un forte clamore ma è un fatto privato, quindi manca un "interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento".
Anche la vita di un semplice e comunissimo cittadino incensurato era un fatto privato, ma qui non ci si sono fatti scrupoli nel renderla morbosamente pubblica.
E per concludere....
quindi manca un "interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento"
........
L'interesse sociale esiste eccome!!, nella misura in cui la gente ha tutto il diritto di conoscere e giudicare la malagiustizia attorno a questo caso.