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... oppure perché loro stanno bene, non gliene frega un cavolo! [:(!]



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MessaggioInviato: 23/12/2013, 16:04 
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Ufologo 555 ha scritto:

E questo farabutto dove lo mettiamo ...? [^] [:(!]




I debiti dei De Benedetti fanno tremare le banche


Mps ha finanziato per anni i De Benedetti senza chiedere adeguate garanzie. E adesso la Cir detta le condizioni. Tra gli istituti anche Intesa e Mediobanca



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Le grandi banche italiane che hanno prestato a Sorgenia 1,8 miliardi di euro e che hanno appena concesso alla società elettrica il congelamento delle scadenze fino al luglio del 2014, chiedono alla Cir, la holding della famiglia De Benedetti che controlla il 53% della società elettrica, di fare la sua parte.

In pratica di partecipare a un aumento di capitale. I De Benedetti nicchiano perché hanno poca voglia di mettere mano alle casse della Cir e dunque andare a toccare i 350 milioni netti che sono arrivati dalla Fininvest dopo la sentenza della Cassazione sul Lodo Mondadori.

Per questo la famiglia dell'Ingegnere ha preso tempo, dando sì una vaga disponibilità, ma a due condizioni: la prima è che anche gli austriaci di Verbund, soci al 45% di Sorgenia, facciano lo stesso; la seconda è che anche le banche partecipino alla ricapitalizzazione, un po' sul modello Alitalia. La trattativa è appena avviata e dunque si vedrà. Ma c'è da scommettere che non sarà agevole. Verbund, da quel che si capisce, non è affatto intenzionata a sborsare nuovi quattrini in Sorgenia, avendo negli anni già partecipato a costosi aumenti di capitale. Si pensi che nel 2008 gli austriaci hanno investito 200 milioni in una ricapitalizzazione - allora equivalenti a una valutazione del gruppo di ben 3,3 miliardi - quando il valore di carico dell'intera partecipazione di maggioranza dei De Benedetti nel gruppo Sorgenia è iscritta nel bilancio Cir del 2012 a soli 208 milioni. Insomma, è difficile che Verbund abbia molta voglia di seguire ancora la famiglia dell'Ingegnere (che come noto ha ceduto tutte le sue azioni Cir ai figli) su Sorgenia. Tanto che continuano a circolare le voci di una richiesta degli austriaci di concordato preventivo.

Per le banche sarebbe un bel problema perché, a ben guardare, sul caso Sorgenia rischiano di perdere molti quattrini. Ma chi è causa del suo mal...: come è stato possibile prestare 1,8 miliardi a un gruppo energetico che negli ultimi anni, sul picco di 2,5 miliardi di fatturato, non ha mai prodotto più di 200 milioni di margine operativo lordo (ebitda)? Nel piano appena presentato alle banche, Sorgenia dichiara un ebitda di 110-120 milioni nel triennio prossimo, 2014-2016. Quindi ancora peggio dei margini passati.

Il punto è che le banche prima della crisi hanno erogato credito sulla base di stime di margini e ricavi rivelatesi poi completamente sballate. Il fatturato 2013, per esempio, era stato stimato a 3,9 miliardi, quando nei primi 9 mesi è arrivato solo a 1,7. In altri termini non ci sono le condizioni per generare una cassa sufficiente a sostenere il debito. A parità di parametri di produzione e redditività, nessuna banca concederebbe oggi (e probabilmente neanche ieri) una proporzionale quantità di credito a nessun imprenditore, medio, piccolo o grande. A meno di non ricevere in cambio adeguate garanzie reali.

E qui cade un altro asino: quali sono le garanzie che le banche hanno chiesto a Sorgenia per gli 1,8 miliardi fin qui prestati? Non è facile scoprirlo per la privacy che circonda la clientela bancaria e questa operazione in particolare. Ma sembra che la maggior parte degli importi, come le analoghe operazioni di finanziamento avvenute nel comparto energia prima della crisi economica, non avesse altra garanzia che i flussi di cassa futuri. Da fonti finanziarie si apprende che non sono state date né azioni Cir, né azioni Sorgenia in pegno. Così Mps, la banca più esposta per oltre 500 milioni, può solo sperare che la domanda di energia termica riprenda improvvisamente a volare. Mediobanca (esposta per 140 milioni), Intesa (un centinaio), Unicredit, Bpm e Ubi (circa 60 a testa), avrebbero richiesto anche garanzie reali quali gli immobili strumentali, cioè le centrali. Ma anche in questo caso, visto i valori di potenziale realizzo, nessuno può stare tranquillo.

http://www.ilgiornale.it/news/interni/i ... 77451.html



Altrochè il cavaliere! [^] Quello è ... fesso!


Possiamo chiedere a Putin se c' è un posto libero in Siberia. [:D]



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MessaggioInviato: 23/12/2013, 17:52 
Serracchiani, al maneggio della presidente la Regione dà 40mila euro

La governatrice Debora ha una passione per i cavalli. Ed ecco che nella manovra del Friuli Venezia Giulia spunta un emendamento "ad equinum"

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... -euro.html

saranno le giovani leve,ma hanno gia' imparato bene il succo del mestierante........................... ad equinum [:(!]


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MessaggioInviato: 24/12/2013, 13:09 
Si allontana l’età del ritiro per le donne: dal 1°gennaio per la vecchiaia serviranno fino a 64 anni e 9 mesi

La pensione di vecchiaia delle donne si allontana sempre di più. L’innalzamento del limite di età è iniziato nel 1993 con la riforma Amato che ha portato la soglia anagrafica, sebbene gradualmente, da 55 a 60 anni. A partire dal 2012 è cambiato tutto. La legge Monti-Fornero ha infatti dato un deciso colpo di acceleratore alla equiparazione con gli uomini, già peraltro decisa dal precedente governo Berlusconi, che nell’estate 2011 aveva previsto un percorso che doveva iniziare nel 2014 per raggiungere il traguardo nel 2026. Ma non è stato così.

Dal primo gennaio 2012, infatti, l’età delle donne è salita di colpo a 62 anni - soglia alla quale già nel 2013 sono stati aggiunti 3 mesi (per via dell’adeguamento alle cosiddette speranze di vita) - e sarà ulteriormente elevata a 63 anni e 9 mesi nel 2014. Per le lavoratrici autonome (commercianti, artigiane e coltivatrici dirette), invece, lo scalone del 2012 è stato di 3 anni e 6 mesi (l’età è passata da 60 a 63 anni e mezzo). Limite che salirà a 64 e 9 mesi nel 2014. Più difficile infine anticipare la vecchiaia, per entrambi i sessi. Chi non ha ancora l’età, l’anno prossimo dovrà infatti accumulare almeno 42 anni e 6 mesi di contributi (41 e 6 mesi le donne).

http://www.corriere.it/economia/13_dice ... e920.shtml

A fronte di ciò i sindacati e le altre associazioni di categoria... se fossero sindacati con la S maiuscola e non una manica di porci sempre pronti a mangiare nel loro truogolo ben riempito dai padroni... dovrebbero promuovere lo sciopero fiscale dei versamenti dei contributi INPS!!!

Vedi come il Sistema collasserebbe dopo 10 minuti...



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MessaggioInviato: 24/12/2013, 16:29 
Un rosso pacco di natale

Pisapia e Fassino

PORCATA DI SINISTRA

Le province abolite? No, occupate dal Pd

La furbata rossa, le "città metropolitane": il trucco per continuare a comandare e sprecare nei loro feudi



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http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp

(Comunisti si diventa e ... poi, si muore!) [^]



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MessaggioInviato: 24/12/2013, 16:34 
"Napolitano ha dimenticato l'orgoglio nazionale"


La lettera di un ufficiale al presidente della Repubblica in merito al suo colloquio con i due marò



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http://www.ilgiornale.it/?refresh_cens

Ma perché, ne abbiamo mai avuto ...?! [8)] [:o)]



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MessaggioInviato: 24/12/2013, 18:48 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Un rosso pacco di natale

Pisapia e Fassino

PORCATA DI SINISTRA

Le province abolite? No, occupate dal Pd

La furbata rossa, le "città metropolitane": il trucco per continuare a comandare e sprecare nei loro feudi



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http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp

(Comunisti si diventa e ... poi, si muore!) [^]



sono mestieranti della politica........................... [:(!]


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MessaggioInviato: 24/12/2013, 18:50 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

"Napolitano ha dimenticato l'orgoglio nazionale"



...l'unico orgoglio nazionale sono le poltrone.................ad personam [;)]


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MessaggioInviato: 25/12/2013, 09:56 
(Fgb, ti conviene ammainare la bandiera ... E' riamsto solo come simbolo delle squadre di calcio! Ed io non sono tifoso) [8)]



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MessaggioInviato: 25/12/2013, 19:58 
Milano, 17 dic. (Adnkronos) - E' di oltre 70 milioni di euro l'ammontare del raggiro accertato dagli uomini della Guardia di finanza del Comando provinciale di Milano ai danni dei creditori di una società operante nel magentino, attualmente in concordato preventivo. In tutto sono 21 gli indagati a vario titolo tra amministratori, membri del collegio sindacale e professionisti, per i reati di bancarotta fraudolenta e documentale, accusati di aver provocato il dissesto della società.

Dopo un anno di indagini, analisi di bilanci e flussi finanziari, i militari di Magenta, coordinati dalla Procura di Milano, hanno ricostruito le mosse con cui l'imprenditore e i suoi 'complici' hanno svuotato il patrimonio immobiliare della società.

Ad esempio i soldi della vendita di immobili a Magenta e Rieti, per una somma di 54 milioni di euro, sarebbero finiti attraverso operazioni finanziarie infragruppo e con società riconducibili ad un socio, noto professionista milanese, non nelle casse della società ma in quelle dell'imprenditore.

http://notizie.tiscali.it/regioni/lomba ... 31343.html


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MessaggioInviato: 26/12/2013, 12:18 
Parmalat dieci anni dopo lo scandalo, ecco cosa rimane del buco più grande d’Europa

Ognuno dei protagonisti del crac ha trovato la propria dimensione. Fausto Tonna ha da 8 anni un contratto a progetto in una società della provincia. Stefano Tanzi è impiegato in una ditta di ceramiche del distretto di Sassuolo. il capocontabile che fece sparire tutti i documenti lavora in un'azienda della "food valley" parmense. Calisto Tanzi ha già accumulato 37 anni di condanne: ma del suo tesoretto ben poco è venuto a galla. E c'è un filo rosso che lega Tanzi e Ligresti


“No ma questo all’opinione pubblica non gliene frega un cavolo! Fossi un uomo pubblico, allora sì. Ma questa è una diatriba privata, ma che cavolo gliene frega alla gente! … Tu prendi come sempre come mira Parmalat. Parmalat, c’è gente che è rimasta in mutande, tu credi che a qualcuno gliene freghi qualcosa?”. E’ un giudizio piuttosto crudo, quello che emerge dalle conversazioni captate dalle fiamme gialle a quasi dieci anni dal crac di Collecchio tra due dei personaggi di un’altra pagina nera della finanza italiana, ma in buona parte ancora da scrivere: il tracollo della galassia Ligresti. A parlare, infatti, è Alberto Alderisio, uomo di fiducia di Salvatore Ligresti, che il 15 aprile 2013 incalza l’ex amministratore delegato di Fondiaria Sai, Fausto Marchionni, vistosamente preoccupato di ciò che la gente dirà di lui: “E per me verrà fuori: ‘l’azienda ha fatto crac, lui si è messo in tesca questi soldi’, magari il figlio della ministra (Annamaria Cancellieri, ndr) se n’è messi in tasca di più ma ce lo dimentichiamo e … verrà fuori una cosa di sto genere!”, si era lamentato con il suo interlocutore.

CALISTO ATTENDE L’ULTIMA SENTENZA. E mentre per qualcuno i danni del passato di Collecchio sono ormai un ricordo lontano che non interessa a nessuno, in casa Tanzi la famiglia dell’ex re del latte e i suoi più stretti collaboratori sono riusciti nella non facile impresa di ritagliarsi una vita tranquilla e agiata. Lontani dalle telecamere e dai giornali, ognuno dei protagonisti del crac Parmalat ha trovato infatti la propria dimensione. Tranne Calisto Tanzi che, ormai 75enne, ha sul capo 37 anni di condanne accumulate nei vari processi a suo carico tra primo e secondo grado di giudizio e sta già scontando 8 anni per aggiotaggio agli arresti domiciliari presso l’ospedale di Parma, mentre attende per la prossima primavera il verdetto della Cassazione sulla condanna a 17 anni e 10 mesi per bancarotta che potrebbe riportarlo in carcere.


IL TESORETTO? MAI TROVATO. Del suo mitico tesoretto ben poco è venuto a galla e tra questo poco ci sono i quadri per un centinaio di milioni di euro rinvenuti nel 2009, anche se le leggende metropolitane raccontano di imbarcazioni di lusso ormeggiate in riviera che, in quelle calde ore di fine 2003, nel giro di una notte hanno cambiato nome con una semplice mano di vernice. Gli altri, intanto, sono tornati ad essere liberi cittadini. Che però si tengono a distanza di sicurezza dal mondo della finanza creativa che dieci anni fa ha generato un crac da 14,3 miliardi di euro, tuttora un record europeo, danneggiando almeno 145mila piccoli risparmiatori.

IL CREATIVO FINANZIARIO TONNA: “TUTTE BALLE”. Il 62enne direttore finanziario di quella che fu la multinazionale del latte di Collecchio, Fausto Tonna, condannato in secondo grado a nove anni e dieci mesi di reclusione, lavora oggi con un contratto a progetto alla Prisma, società di Casale Mezzani, nell’immediata periferia di Parma, specializzata nella produzione di porte automatiche. Sarà anche precario, ma fatto sta che l’ex direttore creativo dell’area finanza di Collecchio è alla Prisma da ormai otto anni. Nell’azienda che fa capo a Luciano Sorio si occupa di amministrazione, non di conti come spiegava in un’intervista rilasciata a Repubblica il 17 luglio del 2005. “Il mio è stato uno sputtanamento planetario – raccontava Tonna – Se anche volessi cercare lavoro all’estero, non potrei. Ormai sono marchiato. Tonna, quello del crac, quello dei conti truccati, quello che ha affossato la Parmalat. Quasi tutte balle. La metà delle cose delle quali mi hanno accusato sono false”.

LA FAMIGLIA E I MANGER SI RICOLLOCANO. T&T, come vennero ribattezzati Tanzi e Tonna, non sono più insomma i vertici della multinazionale che dava lavoro a 36mila persone in tutto il mondo e poteva contare su un giro d’affari da oltre 6 miliardi di euro depurati dal dato falso dichiarato all’epoca, ma la coppia al centro del più grosso fallimento della storia economica italiana e del Vecchio Continente non è dietro le sbarre. “Qui mi vengono a trovare moglie e figli”, dichiarava Tanzi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera lo scorso 17 ottobre. Stefano, il figlio di Calisto con la passione per il calcio, non lavora poi così lontano: dopo aver patteggiato almeno 7 anni tra un filone e l’altro del processo a Collecchio, ha trovato impiego alla Ceramiche Ricchetti degli eredi di Oscar Zannoni, imprenditore del distretto di Sassuolo scomparso nel 2009 e noto alle cronache finanziarie per aver fatto parte fin dalle origini del salotto buono di Mediobanca ed essere stato consigliere della FonSai dei Ligresti.

La sorella maggiore di Stefano, Francesca, ex numero uno dei villaggi Parmatour per il cui crac nel 2007 ha patteggiato 6 anni e cinque mesi (almeno 120 i giorni trascorsi in carcere), ha lasciato Parma ma è rimasta nel settore: qualche anno fa si è trasferita in provincia di Padova dove è ripartita gestendo un albergo, il Blue Dream Hotel di Monselice, mentre sua sorella Laura vive una vita defilata fra l’Italia e la Svizzera. A far parlare di lei solo il marito Stefano Strini che, dopo essere stato coinvolto nel ritrovamento dei quadri da un centinaio di milioni nella cantina di famiglia, si è reinventato kebabbaro nel quartiere storico della movida di Parma. Scomparsa dalla scena finanziaria, poi, Paola Visconti, la figlia di Anna Maria, sorella di Calisto. Tra i protagonisti del film Il gioiellino sulla grande truffa di Collecchio, è stata l’unica donna ad aver fatto parte del consiglio della Parmalat ma sostiene di essere entrata subito in contrasto in contrasto con la gestione di T&T perché, raccontò ai pm voleva “un’amministrazione più moderna”. A lei fanno ancora capo il 2,9% della holding Coloniale in amministrazione straordinaria. Così come a Stefano fa riferimento una quota dello 0,97% oltre al 50% di Tourpart srl e al 2% di Utilitas srl (Gruppo Acqua holding sa).

Oltre agli eredi e a Tonna, si è ricollocata sul mercato anche la prima linea manageriale della Parmalat dei Tanzi. Come per esempio Gianfranco Bocchi, l’ex capocontabile che nelle ore del disastro su ordine di Tonna fece sparire la documentazione contabile del gruppo spargendola tra i cassonetti del territorio e il tritacarne di casa, dopo aver patteggiato tre anni e cinque mesi nel 2007, si è riciclato nella Rodolfi Mansueto, società della food valley parmigiana che deve le sue fortune al pomodoro. Insomma, processo e pene a parte, tutto sembra essere tornato alla normalità della tranquilla vita di provincia.

E LE BANCHE? STANNO BENE GRAZIE. E le banche che Tanzi ha chiamato tante volte in causa nelle aule dei tribunali? Stanno bene, grazie. Anche perché la liquidità raccolta dal commissario straordinario Enrico Bondi grazie alla cause legali contro istituti di credito, revisori e manager seguite alla bancarotta di Collecchio ha sfiorato quota 2 miliardi di euro, cioè soltanto il 14,3% circa del buco. Senza contare che le banche che avevano finanziato Parmalat per anni ne avevano ricavato lauti profitti tra commissioni e interessi salati. Il filone giudiziario che si è occupato delle responsabilità degli istituti stranieri, però, nel 2011 ha registrato una sonora sconfitta con l’assoluzione degli imputati per aggiotaggio informativo, mentre tra le poche condanne si registra quella “eccellente”, ma non ancora definitiva, dell’ex presidente di Capitalia (oggi Unicredit), Cesare Geronzi e del suo allora amministratore delegato, Matteo Arpe. Entrambi nel giugno scorso si sono visti confermare in Appello a Bologna la condanna di primo grado nel filone Ciappazzi: 5 anni per bancarotta fraudolenta e usura il primo e tre anni e sette mesi per bancarotta il secondo. Ma sul verdetto incombe ancora il verdetto della Cassazione.

FRANCESCA TANZI COME GIULIA LIGRESTI. Complessivamente, però, ben poco è cambiato, come dimostra anche solo la storia recente della Ligresti’s Dinasty che in questo anniversario ha preso il posto della famiglia Tanzi ormai sbiadita nei ricordi degli italiani. Le similitudini tra i due casi non mancano, a partire dalle accuse delle figlie dei patriarchi. “Suo padre dice che a inguaiare la Parmalat sono state le banche. E’ d’accordo?”, chiedeva a Francesca Tanzi un giornalista di Repubblica nel 2011. “Non lo so, ma quelli che ci hanno rovinato comandano ancora l’Italia”, era stata la risposta dell’ex zarina del turismo di Collecchio che a differenza di Giulia Ligresti, non ha voluto andare troppo a fondo e alla domanda: Chi sono?, ha risposto: “Niente nomi”. C’è qualcuno tra politici, banchieri, personaggi illustri che ha girato le spalle ai Tanzi? “Il 90 per cento della corte”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... pa/820648/

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=r7Ox1dKEHDA[/BBvideo]


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MessaggioInviato: 26/12/2013, 14:41 
... Ecco perchè m'incacchio quando si parla solo del cav .........[8)]



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MessaggioInviato: 26/12/2013, 18:31 
...nuova dimostrazione che in italia a pagare sono le persone comuni,mentre i grandi papaveri riescono sempre a trovare una via di uscita..........................ben remunerata.....[:(!]


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MessaggioInviato: 26/12/2013, 18:35 
L’Arpa di Brescia ha scoperto scorie di cromo sotto l’autostrada A4 in territorio di Castegnato. In particolare la terza corsia autostradale sarebbe stata realizzata sopra scorie industriali altamente tossiche. “Abbiamo fatto questo intervento sull’attraversamento della Tav, trovando cromo nei terreni analizzati” ha confermato la direttrice dell’Arpa di Brescia Maria Luisa Pastore, segnalando che “le concentrazioni di cromo sono 1400 volte oltre i limiti di legge“. Secondo il sindaco di Castegnato (Brescia) Giuseppe Orizio, il cromo non avrebbe pero’ raggiunto le falde acquifere del paese. “L’acqua che bevono gli abitanti di Castegnato e’ sicura – sottolinea il primo cittadino di Castegnato – Non ci sono tracce di cromo, nonostante il nostro territorio per anni sia stato abusato di discariche illegittime

http://www.meteoweb.eu/2013/12/incredib ... ti/248860/

....pure qui e' supponibile che nessuno paghera'....................come solito.............[:(!]


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MessaggioInviato: 26/12/2013, 18:44 
Cita:
ubatuba ha scritto:
“L’acqua che bevono gli abitanti di Castegnato e’ sicura – sottolinea il primo cittadino di Castegnato – Non ci sono tracce di cromo, nonostante il nostro territorio per anni sia stato abusato di discariche illegittime


Nel qual caso avrebbero semplicemente alzato i livelli minimi tollerati nelle falde acquifere come gia' in passato e' stato fatto per casi analoghi (vedi atrazina).



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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