E che cavolo mik.300. Che domanda sciocca, proprio tu?
Eppure sai come informarti.
Comunque circa il sindaco Raggi, ci provano ancora.
È da quando Virginia Raggi è al Monte Capitolino che di tanto in tanto lo fanno.
Roma, il piano di Salvini per conquistare il Campidoglio: già pronto il programma
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Mancano ancora due anni alle elezioni nella Capitale ma la Lega è già pronta a far campagna elettorale. Il vicepremier ha incontrato consiglieri e coordinatori del territorio per placare il malcontento dopo la presentazione delle liste Europee e illustrare la “spallata” alla sindaca Raggi. Il capogruppo capitolino del Carroccio Politi rileva al Fatto.it: "Lo stiamo completando"
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Il dopo-Raggi a Roma? Uno o più inceneritori realizzati da Acea, tavolini a mo’ di “salotti” nelle vie del centro, lo smantellamento di tutte le piste ciclabili “inutili”. E una “città-Stato” che “liberi” la provincia. Matteo Salvini sembra fare sul serio nel puntare al Campidoglio e, a due anni di distanza dalle elezioni amministrative, ha già pronto un dettagliato programma elettorale. Tanto che i leghisti romani lo presenteranno proprio in una delle sale del colle capitolino entro la metà di maggio. Un modo anche per rinvigorire un po’ gli animi oltremodo depressi degli esponenti locali del Carroccio. In tanti sono rimasti profondamente delusi dalle esclusioni dalle candidature alle elezioni europee nella circoscrizione centro. La lista spedita al leader dal coordinamento regionale, infatti, è stata stravolta e la cosa ha generato un malcontento diffuso. Depennati quasi tutti i personaggi legati al territorio, confluiti di recente nella Lega, per far spazio a profili più “tecnici”. Con tanto di “crisi di nervi” nelle prime ore successive alla presentazione della lista.
I DELUSI DELLE CANDIDATURE – Partiamo dalla fine. Fra i principali delusi ci sono coloro che nei mesi scorsi erano passati da Fratelli d’Italia al Carroccio. Su tutti, Fabrizio Santori, ex consigliere regionale molto strutturato sulla Capitale, approdato alla Lega nel luglio 2018 dopo aver militato in tutte le principali sigle del centrodestra, dal Pdl a La Destra di Storace e da Forza Italia a Fdi. “Ma non voglio commentare queste cose, vado avanti”, dice l’ex consigliere, che aveva già iniziato la sua campagna elettorale nei quartieri. Fuori anche Monica Picca, esponente di Ostia candidatasi a presidente del Municipio X con Fratelli d’Italia prima di fare il “salto” meno di un mese fa. “Non sono passata alla Lega per candidarmi, anzi ero anche agitata all’idea”, minimizza lei. Altro deluso è l’ultracattolico Federico Iadicicco, legatosi alla corrente pro-vita di Simone Pillon che puntava tutto su Sara Petrucci. La semi-sconosciuta consigliera comunale di Arce, minuscolo comune della Ciociaria, mosse i primi passi in politica al fianco di Franco Fiorito, noto come il “batman” dello scandalo rimborsi in Regione Lazio fra il 2010 e il 2012.
GLI EQUILIBRI NELLE PROVINCE – Altro scontento di lusso il senatore viterbese Umberto Fusco, che aveva proposto una rosa di nomi della Tuscia, tutti bocciati da Salvini. Nei giorni scorsi giravano voci di sue dimissioni da vice-coordinatore regionale. “Smentisco categoricamente – dice a IlFattoQuotidiano.it – anche se non posso dire di essere contento in assoluto. Sarei ipocrita. Ma vado avanti con convinzione, con il Capitano (Salvini, ndr) c’e’ grande intesa. Sono nella Lega dal 1989, quando si parlava di secessione della Padania, figuriamoci se penso a queste cose”. Delusione anche per il coordinatore regionale, Francesco Zicchieri, che su Latina si è visto “scippare” la candidatura di Marco Sciscione a favore di Matteo Adinolfi vicino al sottosegretario Claudio Durigon. Gli unici a salvarsi sono stati il consigliere regionale Daniele Giannini che ha potuto “piazzare” – pare grazie al principio delle quote rosa – Simona Renata Baldassarre e Angelo Pavoncello, new entry nella Lega e iscritto alla Comunità Ebraica, con un passato nello staff di Gianni Alemanno.
LA “SPALLATA” A VIRGINIA – Matteo Salvini ha percepito il malcontento ed ha provato a sedare gli animi, ricevendo mercoledì scorso consiglieri e coordinatori dei territori al Viminale. Qui ha esposto il suo piano per Roma, affidato al capogruppo capitolino, Maurizio Politi. Nelle intenzioni dei leghisti c’è una “spallata” alla sindaca Virginia Raggi, puntando molto su un risultato deludente del M5s a Roma il 26 maggio. Coscienti, comunque, che difficilmente i pentastellati non faranno quadrato attorno alla prima cittadina. Anzi. Il 5 o l’8 maggio Salvini sarà in tre dei gazebo organizzati nella Capitale e lì parlerà di Roma. Poco dopo, presumibilmente, i leghisti romani presenteranno il programma per il Campidoglio nella Sala del Carroccio.
UN INCENERITORE PER ROMA – “Lo stiamo completando”, rivela in anteprima a IlFattoQuotidiano.it Politi che anticipa alcuni punti che faranno molto discutere. “Innanzitutto i rifiuti. Roma deve dotarsi di un termovalorizzatore il prima possibile – ammette – e se non può realizzarlo Ama lo faremo fare ad Acea che ne ha già due sul territorio del Lazio”. Ma non è finita qui. Sulle cronache locali da sempre impazza il “tavolino selvaggio”, l’abitudine dei ristoratori del centro storico a piazzare sedie e tavolini in mezzo alla strada senza rispettare le autorizzazioni per i dehors. “Basta vessare gli imprenditori – dice Politi – servono regole certe, dopodiché mi piacerebbe che il Centro diventasse un grande salotto dove i turisti possano godere del clima di Roma mangiando un’amatriciana nei vicoli”. Bando anche all’“ambientalismo ideologico” e non solo sul tema rifiuti. “Basta con tutte queste piste ciclabili inutili – afferma il capogruppo – Roma non è Copenaghen. Sulla via Tuscolana stanno bloccando il traffico, se la finiranno noi poi la smantelleremo”. Ideologia al bando anche sugli asili nido: “Torniamo ai privati convenzionati, le famiglie non sanno più a chi lasciare i propri figli”.
IL SALVA-ROMA ALLA MANIERA DI SALVINI? – In queste ultime ore, Salvini si è detto contrario alla norma ‘salva-Roma’ perché “non esistono città di Serie A e di Serie B”. Politi, però, si dice possibilista. “Se non ci sono progetti concreti e un’idea di città – conclude – come pretendiamo che qualcuno ci dia miliardi di euro da sperperare nel nulla? Non possiamo pretendere che ci venga pagato il trasferimento dei rifiuti in Austria”. Con un sindaco leghista, invece? “A quel punto sarebbe tutto più facile, anche perché libereremmo i comuni della Provincia dalla palla al piede della Città Metropolitana modificando la riforma Delrio”.
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La questione morale al primo posto
di Luigi Di Maio (Postato il 19 aprile 2019, 11:04)
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Buongiorno, anche oggi la Lega minaccia di far cadere il governo. Lo aveva già fatto con la Tav. Sembra ci siano persino contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo. Sono pieni i giornali di queste ricostruzioni e lo trovo gravissimo. Sono davvero sbalordito.
Trovo grave che si prenda sempre la palla al balzo per minacciare di buttare via tutto. Ma dov’è il senso di responsabilità verso i cittadini? Dove è la voglia di cambiare davvero le cose, di continuare un percorso, di migliorare il Paese come abbiamo scritto nel contratto?
L’Italia non è mica un gioco, l’Italia siamo noi e milioni di famiglie in difficoltà che vogliono un segnale. L’Italia non è un trofeo e trovo gravissimo che la Lega con così tanta superficialità ogni volta che gli gira minacci di far cadere il governo. Ma poi per cosa? Per non mettere in panchina un loro sottosegretario indagato per corruzione (che potrà poi rientrare nel governo laddove, mi auguro, si risolvesse positivamente la questione) sono pronti a far saltare tutto e a tornare con Berlusconi? Questo è il valore che danno all’Italia?
Scusatemi, ma è stato proprio il MoVimento 5 Stelle a bloccare i tentativi del sottosegretario leghista Siri di introdurre alcune misure diciamo un po’ controverse. E anche i giornali oggi ne danno conto. Noi ce le ricordiamo: quando arrivarono sui nostri tavoli ci sembrarono strane e le bloccammo. Questo dimostra che gli anticorpi del Movimento ci sono e sono ancora forti. Senza di noi chissà cosa sarebbe accaduto.
Abbiamo sempre agito rispettando un punto, un principio: la legalità! Siamo sempre stati coerenti su questo. Lo abbiamo dimostrato anche recentemente a Roma. Siamo nati sulla questione morale e gli indagati per corruzione o per aver preso mazzette e tengenti no, non possiamo accettarli. Siamo entrati per cambiare le cose, non per lasciarle così come sono.
Mi auguro che la Lega lo abbia capito. Perché quella di ieri su Virginia Raggi è stata una vera e propria sceneggiata mediatica. Tra l’altro, sempre ieri sera, a pochi giorni dallo scandalo sulla sanità che ha travolto il Pd in Umbria, ho avuto la fortuna di ascoltare il nuovo segretario del Pd dire che quando un politico è indagato, deve dare delle spiegazioni ai cittadini. Sono più che d’accordo, peccato però che ancora stiamo aspettando le sue di spiegazioni…
Vedete, la legalità, l’etica, la questione morale in politica hanno anche un prezzo, a volte, e un peso. Noi, questo peso, sappiamo sostenerlo. Noi questi valori li abbiamo sempre difesi. E continueremo a farlo. A testa alta e con orgoglio.
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21/04/2019, 09:02
Siri indagato, da “mai occupato di eolico” a “Arata mi ha dato l’emendamento”: le tre versioni del sottosegretario
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Giovedì, quando è uscita la notizia dell'indagine per corruzione, l'esponente leghista si è detto "allibito" perché "non mi sono mai occupato di eolico in vita mia". Venerdì ha ammesso di aver presentato una proposta di modifica alla legge sugli incentivi: "Me l'ha chiesto una filiera di piccoli produttori". Oggi sul Corriere spiega: "Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto va bene, mandamelo"
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Giovedì: “Non so assolutamente chi sia questo imprenditore coinvolto, non mi sono mai occupato di eolico in tutta la mia vita. Sono senza parole, credo che si tratti di un errore di persona”. Venerdì: “Ho presentato un emendamento che mi ha chiesto una filiera di piccoli produttori“. Sabato: “Arata mi ha detto che rappresentava un’associazione dei piccoli imprenditori dell’eolico (…) mi ha fatto una testa così e io gli ho detto va bene, mandamelo“. Tre versioni in tre giorni: così sono cambiate le spiegazioni del sottosegretario ai Trasporti Armando Siri sulla vicenda delle norme per favorire l’eolico che lo vede indagato per corruzione.
“Mai occupato di eolico nella vita” – Secondo l’accusa, per presentare quell’emendamento (cosa che tentò di fare più volte, senza riuscire a farlo passare) gli furono promessi 30mila euro dall’ex parlamentare di Fi Paolo Arata, autore del programma di governo della Lega sull’Ambiente e ritenuto socio occulto di Vito Nicastri, imprenditore dell’eolico arrestato con l’accusa di aver contribuito alla latitanza del boss Matteo Messina Denaro. A caldo Siri, ideologo della flat tax cara alla Lega, aveva detto di essere “allibito” perché non aveva idea di chi chi fosse Nicastri. “Non ne sono niente, non so se ridere o piangere. Io non mi sono mai occupato di eolico in tutta la mia vita. Sono senza parole”, era stata la sua reazione.
“Ho presentato un emendamento chiesto dalla filiera” – La versione è un po’ cambiata venerdì, quando il capogruppo della Lega alla Camera Massimiliano Romeo ha confermato come l’emendamento che avrebbe ampliato la platea degli impianti beneficiari tariffe incentivanti fosse stato inviato da Siri, aggiungendo che non c’era nulla di insolito perché “ci arrivano migliaia di emendamenti da parte del governo per presentarli e noi li presentiamo. E, come da prassi, chi ci mette la firma è il capogruppo”. A quel punto, intervistato a “Punto di Domanda”, il sottosegretario ha raccontato: “Io non so nulla. Ho presentato un emendamento che mi ha chiesto una filiera di piccoli produttori che mi dicevano di essere in difficoltà. Io non ho fatto altro che portarlo negli uffici, li è finito il mio ruolo”. Per poi aggiungere di non aver “mai preso un centesimo” perché “non sono vendibile, non sono comprabile. Chiunque dica una cosa del genere è vittima di suggestioni fantastiche”. Dunque “non sento di dovere lasciare il mio incarico sulla base di illazioni che non hanno fondamento”.
“Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto: Mandamelo” – Oggi però, intervistato dal Corriere, Siri aggiunge un altro particolare: a girargli quell’emendamento caro ai piccoli produttori dell’eolico era stato proprio Arata. “Arata mi ha detto che rappresentava un’associazione dei piccoli imprenditori dell’eolico. Diceva che la filiera era in ginocchio, mi ha fatto una testa così e io gli ho detto va bene, mandamelo. Non sono andato a vedere nel dettaglio“. Nel dettaglio, l’emendamento diceva che “le tariffe incentivanti e i premi di cui al decreto ministeriale 6 luglio 2012 e ai suoi allegati, del ministero dello Sviluppo Economico, si applicano agli impianti aventi accesso diretto agli incentivi ai sensi dell’articolo 4 comma 3, del medesimo decreto, alla condizione che siano entrati in esercizio fino alla data del 30 settembre 2017 e documentino di aver inviato la comunicazione di fine lavori al competente gestore di rete entro il 30 giugno 2017“, quindi senza rispettare il termine originariamente previsto dalla legge.
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L’innocenza la decidono i giudici, non la politica. Quello era Berlusconi
di Luigi Di Maio (Postato il 20 aprile 2019, 15:17)
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Di seguito l’intervista che ho rilasciato a Repubblica
«La Lega deve spiegare», dice Luigi Di Maio. Sull’inchiesta per corruzione che riguarda il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri, il vicepremier M5S chiede un chiarimento agli alleati. E dice: «L’innocenza la decidono i giudici, non la politica. Quello era Berlusconi».
Perché chiede le dimissioni di Siri?
«Mi auguro che possa dimostrare la sua innocenza, ma qui si tratta di opportunità politica. C’è un’indagine per corruzione in cui c’entra anche la mafia, non è uno scherzo. E c’è di mezzo un faccendiere che sembra essere un link tra Forza Italia e Lega».
Paolo Arata, ex parlamentare forzista, è padre di Federico Arata, assunto a Palazzo Chigi dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Cosa pensa di questa storia?
«Nelle prossime ore chiederò a Salvini e Giorgetti un chiarimento a livello politico. Prima di arrivare a delle conclusioni devo parlare con loro».
Per capire cosa?
«Se c’è un collegamento chiaro con la vicenda dell’eolico e con il fatto che Arata non è entrato all’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente per cui era stato candidato dalla Lega, ndr)».
Siri dice di essere innocente, vittima di un complotto. Salvini gli crede. Lei no?
«Io non credo ai complotti, non penso ci creda neanche la Lega. Se dice di essere innocente va bene, ma lo devono stabilire i magistrati, tutto qua. Io non dico che Siri debba andare a casa, può continuare a fare il senatore in attesa di rientrare, non è che perde il lavoro».
Sapeva che alcuni emendamenti che avrebbero favorito il “signore dell’eolico” Vito Nicastri sono passati dal suo ministero?
«Ci sono state diverse proposte in più occasioni sull’eolico e alcune richieste di introdurre delle sanatorie sugli incentivi. Le abbiamo sempre bloccate. Ci sembravano strane».
Andrete in procura con quei documenti?
«Alcune persone del mio staff sono state sentite come persone informate sui fatti».
Siri aveva già patteggiato un anno e 8 mesi per bancarotta fraudolenta. Come mai è entrato comunque nel governo?
«Il contratto stabilisce paletti ben precisi e Siri li rispettava. Fosse stato per noi saremmo stati ancora più stringenti, ma le cose si fanno in due. Alla luce anche di questo e di ciò che ha detto il presidente Anac Raffaele Cantone sarebbe opportuno che la Lega lo mettesse in panchina per un po’. Lo devono dire i magistrati che è innocente non la Lega. La politica non può sostituirsi al potere giudiziario. Queste cose le faceva Berlusconi».
Che succede se non lascia?
«Qui nessuno obbliga nessuno, deve essere chiaro. La mia è stata una valutazione politica e credo di avere la libertà di farla. Noi intanto gli abbiamo già tolto le deleghe e dunque abbiamo sterilizzato il suo operato. È stata una misura presa in via precauzionale a tutela del governo e delle istituzioni».
Il governo è a rischio?
«Il governo non è a rischio, anzi, per me va avanti, perché quando lavoriamo da squadra funzioniamo bene. Il problema nasce quando qualcuno si muove in autonomia, come se governasse da solo. Certe decisioni, indipendentemente dalle competenze, vanno prese collegialmente perché hanno una ricaduta su tutto il territorio. I ministeri non sono casa nostra, non è che possiamo usarli per fare campagna elettorale».
Ha scritto su Facebook che sembra siano in corso contatti tra Lega e Berlusconi per fare un altro esecutivo. Teme una compravendita di parlamentari?
«Ma no, è diverso. Si proverà di nuovo a rimettere in piedi l’accozzaglia di centrodestra che abbiamo mandato all’opposizione alle politiche».
Non li avete mandati tutti all’opposizione. Salvini è al governo con voi. E ora dice che flirtate con il Pd. È vero?
«No e lo sa anche Salvini. Il Pd sta inanellando un autogol dopo l’altro, è difficile andare d’accordo con chi propone patrimoniali, aumenti di stipendio ai parlamentari e si ritrova dentro inchieste come quella umbra».
Meglio non fare a gara di inchieste, perché a Roma c’è quella sul M5S Marcello De Vito per corruzione.
«De Vito è uno ed è stato espulso all’istante».
La Lega torna a dire che il decreto crescita con dentro la norma sul debito di Roma non può passare.
«Vedo tanto nervosismo. Credono di fare un dispetto al Movimento? Alla sindaca? È una ripicca che ricadrebbe sui romani. Lasciamo fuori i cittadini dai nervosismi della Lega».
E se il decreto crescita martedì non passasse con dentro quella misura?
«Ne risponderanno ai cittadini perché quella norma garantisce un futuro ai servizi, agli asili, alle scuole. Qui non si tratta del Movimento, ma del bene di una città. Servono interventi anche per altri comuni: a Catania dove ci sono loro, a Torino».
Se la Lega vincesse le europee e chiedesse la guida del governo, cedereste?
«Non è pensabile che lo faccia, il voto del 26 maggio non condizionerà gli equilibri. Sarebbe una forzatura. Sono le elezioni politiche a stabilire la composizione del Parlamento italiano».
Com’è possibile andare avanti se gli attacchi sono quotidiani? Sembrate in disaccordo su tutto. O fingete, oppure non si capisce come possiate uscirne.
«Non è vero che siamo in disaccordo su tutto. Spesso ci sono delle sfumature da correggere, è normale. D’altronde il M5S e la Lega sono due forze politiche diverse. Ogni tanto va trovata una quadra ma il risultato c’è sempre. A proposito, mi auguro di poter trovare una quadra anche sulla legge sul conflitto di interessi. Il Paese la aspetta da 30 anni. Noi ci stiamo lavorando, spero la votino anche la Lega, il Pd e le altre forze politiche».
La Lega ha chiesto le dimissioni di Virginia Raggi per l’audio con cui chiede all’ex ad Ama di cambiare il bilancio.
«Ecco, lo ha detto lei, sono state chieste delle dimissioni per la pubblicazione di un audio, peraltro in cui si sente Virginia arrabbiarsi con l’ex ad perché Roma è sporca e lui voleva premiare i dirigenti. Questa è la misura di tutto…».
In quell’audio si sente una sindaca dire a un ad di fare una cosa che lui dice di non poter fare. Lo ritiene legittimo?
«Quello che ho ricostruito, perché ho subito chiesto spiegazioni in qualità di capo politico, è che chiedeva di fare quel che dicevano i revisori dei conti».
Di fare un bilancio vero?
«Esatto».
Perché tifare per il fallimento di Ama?
«E chi è che tifa per il fallimento di Ama? In campagna elettorale chi voleva privatizzare l’azienda era il centrodestra, non il M5S. Anzi, noi l’abbiamo salvata dal fallimento».
Ricandiderebbe Raggi a sindaca di Roma, se le nuove regole lo permettessero?
«Mi perdoni ma non posso rispondere ai se. Al momento Virginia è al secondo mandato e ogni sindaco del M5S è concentrato sul presente per lavorare al meglio».
Salvini l’ha attaccata anche per i suoi distinguo riguardo all’immigrazione, Ha cambiato idea dopo aver sposato la linea leghista sul caso Diciotti?
«Sulla Diciottic’è stata una posizione espressa da tutto il governo. È sempre la stessa ed è unitaria. Con il caos in Libia la priorità è salvaguardare la sicurezza degli italiani e i nostri confini. Ho solo suggerito di allargare la riflessione».
Come?
«Se dovessero arrivare in migliaia, la soluzione non può che essere europea, come ha detto lo stesso capo dello Stato. Il problema è chi non accetta le quote come Orbàn o altri partiti che in Europa sono alleati della Lega. Fermo restando che il vero problema non sono tanto i 30 migranti che arrivano a Lampedusa, ma i quasi 600mila irregolari che abbiamo in Italia. Nessuno ne parla. Nessuno parla dei rimpatri. Su questo mi aspetto qualcosa in più».
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Fonte
21/04/2019, 13:11
bisogna spazzare via questa feccia. Tolleranza 0.
21/04/2019, 13:24
ArTisAll ha scritto:Siri indagato, da “mai occupato di eolico” a “Arata mi ha dato l’emendamento”: le tre versioni del sottosegretario
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Giovedì, quando è uscita la notizia dell'indagine per corruzione, l'esponente leghista si è detto "allibito" perché "non mi sono mai occupato di eolico in vita mia". Venerdì ha ammesso di aver presentato una proposta di modifica alla legge sugli incentivi: "Me l'ha chiesto una filiera di piccoli produttori". Oggi sul Corriere spiega: "Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto va bene, mandamelo"
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Giovedì: “Non so assolutamente chi sia questo imprenditore coinvolto, non mi sono mai occupato di eolico in tutta la mia vita. Sono senza parole, credo che si tratti di un errore di persona”. Venerdì: “Ho presentato un emendamento che mi ha chiesto una filiera di piccoli produttori“. Sabato: “Arata mi ha detto che rappresentava un’associazione dei piccoli imprenditori dell’eolico (…) mi ha fatto una testa così e io gli ho detto va bene, mandamelo“. Tre versioni in tre giorni: così sono cambiate le spiegazioni del sottosegretario ai Trasporti Armando Siri sulla vicenda delle norme per favorire l’eolico che lo vede indagato per corruzione.
“Mai occupato di eolico nella vita” – Secondo l’accusa, per presentare quell’emendamento (cosa che tentò di fare più volte, senza riuscire a farlo passare) gli furono promessi 30mila euro dall’ex parlamentare di Fi Paolo Arata, autore del programma di governo della Lega sull’Ambiente e ritenuto socio occulto di Vito Nicastri, imprenditore dell’eolico arrestato con l’accusa di aver contribuito alla latitanza del boss Matteo Messina Denaro. A caldo Siri, ideologo della flat tax cara alla Lega, aveva detto di essere “allibito” perché non aveva idea di chi chi fosse Nicastri. “Non ne sono niente, non so se ridere o piangere. Io non mi sono mai occupato di eolico in tutta la mia vita. Sono senza parole”, era stata la sua reazione.
“Ho presentato un emendamento chiesto dalla filiera” – La versione è un po’ cambiata venerdì, quando il capogruppo della Lega alla Camera Massimiliano Romeo ha confermato come l’emendamento che avrebbe ampliato la platea degli impianti beneficiari tariffe incentivanti fosse stato inviato da Siri, aggiungendo che non c’era nulla di insolito perché “ci arrivano migliaia di emendamenti da parte del governo per presentarli e noi li presentiamo. E, come da prassi, chi ci mette la firma è il capogruppo”. A quel punto, intervistato a “Punto di Domanda”, il sottosegretario ha raccontato: “Io non so nulla. Ho presentato un emendamento che mi ha chiesto una filiera di piccoli produttori che mi dicevano di essere in difficoltà. Io non ho fatto altro che portarlo negli uffici, li è finito il mio ruolo”. Per poi aggiungere di non aver “mai preso un centesimo” perché “non sono vendibile, non sono comprabile. Chiunque dica una cosa del genere è vittima di suggestioni fantastiche”. Dunque “non sento di dovere lasciare il mio incarico sulla base di illazioni che non hanno fondamento”.
“Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto: Mandamelo” – Oggi però, intervistato dal Corriere, Siri aggiunge un altro particolare: a girargli quell’emendamento caro ai piccoli produttori dell’eolico era stato proprio Arata. “Arata mi ha detto che rappresentava un’associazione dei piccoli imprenditori dell’eolico. Diceva che la filiera era in ginocchio, mi ha fatto una testa così e io gli ho detto va bene, mandamelo. Non sono andato a vedere nel dettaglio“. Nel dettaglio, l’emendamento diceva che “le tariffe incentivanti e i premi di cui al decreto ministeriale 6 luglio 2012 e ai suoi allegati, del ministero dello Sviluppo Economico, si applicano agli impianti aventi accesso diretto agli incentivi ai sensi dell’articolo 4 comma 3, del medesimo decreto, alla condizione che siano entrati in esercizio fino alla data del 30 settembre 2017 e documentino di aver inviato la comunicazione di fine lavori al competente gestore di rete entro il 30 giugno 2017“, quindi senza rispettare il termine originariamente previsto dalla legge.
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L’innocenza la decidono i giudici, non la politica. Quello era Berlusconi
di Luigi Di Maio (Postato il 20 aprile 2019, 15:17)
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Di seguito l’intervista che ho rilasciato a Repubblica
«La Lega deve spiegare», dice Luigi Di Maio. Sull’inchiesta per corruzione che riguarda il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri, il vicepremier M5S chiede un chiarimento agli alleati. E dice: «L’innocenza la decidono i giudici, non la politica. Quello era Berlusconi».
Perché chiede le dimissioni di Siri?
«Mi auguro che possa dimostrare la sua innocenza, ma qui si tratta di opportunità politica. C’è un’indagine per corruzione in cui c’entra anche la mafia, non è uno scherzo. E c’è di mezzo un faccendiere che sembra essere un link tra Forza Italia e Lega».
Paolo Arata, ex parlamentare forzista, è padre di Federico Arata, assunto a Palazzo Chigi dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Cosa pensa di questa storia?
«Nelle prossime ore chiederò a Salvini e Giorgetti un chiarimento a livello politico. Prima di arrivare a delle conclusioni devo parlare con loro».
Per capire cosa?
«Se c’è un collegamento chiaro con la vicenda dell’eolico e con il fatto che Arata non è entrato all’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente per cui era stato candidato dalla Lega, ndr)».
Siri dice di essere innocente, vittima di un complotto. Salvini gli crede. Lei no?
«Io non credo ai complotti, non penso ci creda neanche la Lega. Se dice di essere innocente va bene, ma lo devono stabilire i magistrati, tutto qua. Io non dico che Siri debba andare a casa, può continuare a fare il senatore in attesa di rientrare, non è che perde il lavoro».
Sapeva che alcuni emendamenti che avrebbero favorito il “signore dell’eolico” Vito Nicastri sono passati dal suo ministero?
«Ci sono state diverse proposte in più occasioni sull’eolico e alcune richieste di introdurre delle sanatorie sugli incentivi. Le abbiamo sempre bloccate. Ci sembravano strane».
Andrete in procura con quei documenti?
«Alcune persone del mio staff sono state sentite come persone informate sui fatti».
Siri aveva già patteggiato un anno e 8 mesi per bancarotta fraudolenta. Come mai è entrato comunque nel governo?
«Il contratto stabilisce paletti ben precisi e Siri li rispettava. Fosse stato per noi saremmo stati ancora più stringenti, ma le cose si fanno in due. Alla luce anche di questo e di ciò che ha detto il presidente Anac Raffaele Cantone sarebbe opportuno che la Lega lo mettesse in panchina per un po’. Lo devono dire i magistrati che è innocente non la Lega. La politica non può sostituirsi al potere giudiziario. Queste cose le faceva Berlusconi».
Che succede se non lascia?
«Qui nessuno obbliga nessuno, deve essere chiaro. La mia è stata una valutazione politica e credo di avere la libertà di farla. Noi intanto gli abbiamo già tolto le deleghe e dunque abbiamo sterilizzato il suo operato. È stata una misura presa in via precauzionale a tutela del governo e delle istituzioni».
Il governo è a rischio?
«Il governo non è a rischio, anzi, per me va avanti, perché quando lavoriamo da squadra funzioniamo bene. Il problema nasce quando qualcuno si muove in autonomia, come se governasse da solo. Certe decisioni, indipendentemente dalle competenze, vanno prese collegialmente perché hanno una ricaduta su tutto il territorio. I ministeri non sono casa nostra, non è che possiamo usarli per fare campagna elettorale».
Ha scritto su Facebook che sembra siano in corso contatti tra Lega e Berlusconi per fare un altro esecutivo. Teme una compravendita di parlamentari?
«Ma no, è diverso. Si proverà di nuovo a rimettere in piedi l’accozzaglia di centrodestra che abbiamo mandato all’opposizione alle politiche».
Non li avete mandati tutti all’opposizione. Salvini è al governo con voi. E ora dice che flirtate con il Pd. È vero?
«No e lo sa anche Salvini. Il Pd sta inanellando un autogol dopo l’altro, è difficile andare d’accordo con chi propone patrimoniali, aumenti di stipendio ai parlamentari e si ritrova dentro inchieste come quella umbra».
Meglio non fare a gara di inchieste, perché a Roma c’è quella sul M5S Marcello De Vito per corruzione.
«De Vito è uno ed è stato espulso all’istante».
La Lega torna a dire che il decreto crescita con dentro la norma sul debito di Roma non può passare.
«Vedo tanto nervosismo. Credono di fare un dispetto al Movimento? Alla sindaca? È una ripicca che ricadrebbe sui romani. Lasciamo fuori i cittadini dai nervosismi della Lega».
E se il decreto crescita martedì non passasse con dentro quella misura?
«Ne risponderanno ai cittadini perché quella norma garantisce un futuro ai servizi, agli asili, alle scuole. Qui non si tratta del Movimento, ma del bene di una città. Servono interventi anche per altri comuni: a Catania dove ci sono loro, a Torino».
Se la Lega vincesse le europee e chiedesse la guida del governo, cedereste?
«Non è pensabile che lo faccia, il voto del 26 maggio non condizionerà gli equilibri. Sarebbe una forzatura. Sono le elezioni politiche a stabilire la composizione del Parlamento italiano».
Com’è possibile andare avanti se gli attacchi sono quotidiani? Sembrate in disaccordo su tutto. O fingete, oppure non si capisce come possiate uscirne.
«Non è vero che siamo in disaccordo su tutto. Spesso ci sono delle sfumature da correggere, è normale. D’altronde il M5S e la Lega sono due forze politiche diverse. Ogni tanto va trovata una quadra ma il risultato c’è sempre. A proposito, mi auguro di poter trovare una quadra anche sulla legge sul conflitto di interessi. Il Paese la aspetta da 30 anni. Noi ci stiamo lavorando, spero la votino anche la Lega, il Pd e le altre forze politiche».
La Lega ha chiesto le dimissioni di Virginia Raggi per l’audio con cui chiede all’ex ad Ama di cambiare il bilancio.
«Ecco, lo ha detto lei, sono state chieste delle dimissioni per la pubblicazione di un audio, peraltro in cui si sente Virginia arrabbiarsi con l’ex ad perché Roma è sporca e lui voleva premiare i dirigenti. Questa è la misura di tutto…».
In quell’audio si sente una sindaca dire a un ad di fare una cosa che lui dice di non poter fare. Lo ritiene legittimo?
«Quello che ho ricostruito, perché ho subito chiesto spiegazioni in qualità di capo politico, è che chiedeva di fare quel che dicevano i revisori dei conti».
Di fare un bilancio vero?
«Esatto».
Perché tifare per il fallimento di Ama?
«E chi è che tifa per il fallimento di Ama? In campagna elettorale chi voleva privatizzare l’azienda era il centrodestra, non il M5S. Anzi, noi l’abbiamo salvata dal fallimento».
Ricandiderebbe Raggi a sindaca di Roma, se le nuove regole lo permettessero?
«Mi perdoni ma non posso rispondere ai se. Al momento Virginia è al secondo mandato e ogni sindaco del M5S è concentrato sul presente per lavorare al meglio».
Salvini l’ha attaccata anche per i suoi distinguo riguardo all’immigrazione, Ha cambiato idea dopo aver sposato la linea leghista sul caso Diciotti?
«Sulla Diciottic’è stata una posizione espressa da tutto il governo. È sempre la stessa ed è unitaria. Con il caos in Libia la priorità è salvaguardare la sicurezza degli italiani e i nostri confini. Ho solo suggerito di allargare la riflessione».
Come?
«Se dovessero arrivare in migliaia, la soluzione non può che essere europea, come ha detto lo stesso capo dello Stato. Il problema è chi non accetta le quote come Orbàn o altri partiti che in Europa sono alleati della Lega. Fermo restando che il vero problema non sono tanto i 30 migranti che arrivano a Lampedusa, ma i quasi 600mila irregolari che abbiamo in Italia. Nessuno ne parla. Nessuno parla dei rimpatri. Su questo mi aspetto qualcosa in più».
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Fonte siri ha passato l'emendamento pro eolico..
e quindi?
per me ha fatto benissimo..
dove sta il reato?
se mi dimostrano che ha preso soldi, ne riparliamo,
per ora prove zero..
io sono per le energie rinnovabili..
quindi per di maio
sono i giudici ha stabilire se un politico va bene oppure no..
siamo apposto..!!
sappiamo che i giudici non sono vangelo
c sono quelli bravi e quell iincompetenti,
alcuni anzi autentiche teste di kaz.zo..
impiccarsi a codesti senza se e senza ma..
vuol dire suicidarsi..
contento lui..
prima o poi arriverà il suo turno..
due camorristi di caserta faranno il suo nome al telefono
arriverà un giudice ideologizzato, teleguidato da mattarella, che lo vorrà indagare..
a quel punto di maio che fa?
si dimette da ministro??
è già tutto scritto..
posta la regola generale che i delinquenti non devono governare
caso x caso
situazione x situazione..
agire in automatico è da idioti..
21/04/2019, 13:51
Mi è molto piaciuta questa frase:
"L'innocenza la decidono i giudici, non la politica".
Però si potrebbe anche dire:
"La colpevolezza la decidono i giudici, non la politica".
...insomma se non sta alla politica assolvere o condannare qualcuno perché allora questo argomento è materia di scontro?
21/04/2019, 15:13
Si ma se uno traffica con mafiosi conclamati ed è stato beccato a ciucciarsi mazzettoni da 30 mila € sta alla politica disinnescarli in attesa che la giustizia faccia il suo corso invece di tenersi eventuali serpi in seno. Tra l'altro gli emendamenti sull'eolico erano per SANARE DEGLI ABUSI perpetrati con i precedenti fondi dai soliti noti mafiosi in sicilia in odore di FI e non certo per favorirne ulteriore sviluppo a vantaggio della cittadinanza. Per fortuna il moVimento ha bloccato tutto. Ma dove comanda la lega dubito si siaq così ligi alle regole e quindi immagino i marchettoni che stanno facendo.
Sbattere fuori questa feccia senza pietà.
21/04/2019, 15:56
MaxpoweR ha scritto:Si ma se uno traffica con mafiosi conclamati ed è stato beccato a ciucciarsi mazzettoni da 30 mila € sta alla politica disinnescarli in attesa che la giustizia faccia il suo corso invece di tenersi eventuali serpi in seno.
Mi perdonerai ma non ho avuto modo di seguire la faccenda, ad ogni modo sono del parere che se ci sono -prove conclamate- sono d'accordo con quanto che dici, se invece -non ci sono- sarei più garantista ricordando comunque che in Italia vige la regola del 3° grado di giudizio.
21/04/2019, 17:37
sottovento ha scritto:MaxpoweR ha scritto:Si ma se uno traffica con mafiosi conclamati ed è stato beccato a ciucciarsi mazzettoni da 30 mila € sta alla politica disinnescarli in attesa che la giustizia faccia il suo corso invece di tenersi eventuali serpi in seno.
Mi perdonerai ma non ho avuto modo di seguire la faccenda, ad ogni modo sono del parere che se ci sono -prove conclamate- sono d'accordo con quanto che dici, se invece -non ci sono- sarei più garantista ricordando comunque che in Italia vige la regola del 3° grado di giudizio.
Anch'io sarei garantista, ma dalle Alpi alla linea Gotica, al massimo.
Oltre, più in giù, è "difficile" capire il meccanismo.
21/04/2019, 18:35
Non è "niente"! Fanno solo a ... gomitate (per racimolare voti)!
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