Verso una forza targata UE a Gaza?Israele apre a una soluzione internazionale per risolvere la crisi nella Striscia
EL AVIV - Una forza internazionale, meglio se targata Ue, da schierare a Gaza per presidiarne i confini: Israele sembra aprire le porte a una sorta di
modello Unifil, il contingente dislocato dal 2006 alla frontiera con il
Libano, per il dopo conflitto con Hamas. Anche se per ora è un'indicazione ufficiosa avanzata dal ministero degli esteri al Gabinetto di sicurezza, la mossa, una volta formalizzata, potrebbe avere seri riflessi al tavolo dei colloqui indiretti tra le parti al Cairo. Del resto, i mediatori egiziani si sono già dichiarati a favore di una riapertura del valico di
Rafah con la presenza della guardia presidenziale del leader dell'Autorità nazionale palestinese (Anp)
Abu Mazen, ma senza forze di Hamas. E proprio Abu Mazen - attore importante nel complesso scenario diplomatico e politico rimessosi in moto dopo la tregua raggiunta settimane fa nella Striscia - ha ammonito la fazione islamica di non essere disposto più ad accettare un potere parallelo a Gaza, visto che da qualche mese è teoricamente in carica un governo di unità nazionale.
Incoraggiato dal nuovo contesto regionale - e in particolare dal sostegno dell'uomo forte egiziano Abdel Fattah al-Sisi - il presidente dell'Anp ha alzato oggi i toni nei confronti di Hamas: 'Non accetteremo - ha detto secondo l'agenzia Wafa dal
Cairo dove è giunto per una riunione della Lega Araba - un partenariato con Hamas se la situazione resta così a
Gaza. Lì c'è un governo ombra di 27 vice ministri che guida la Striscia e il governo di unità nazionale non può far nulla sul terreno". Poi - anche se la stampa palestinese riporta possibili nuovi incontri tra Anp e Hamas - ha lasciato intendere che il tempo é quasi scaduto. Intanto - secondo quanto rivelato da Haaretz - il ministero degli esteri israeliano rilancia l'ipotesi di una forza internazionale da dislocare nella parte della Striscia di Gaza del valico di Rafah, lungo i 14 chilometri di confine tra la Striscia e il Sinai (la cosiddetta 'Philadelphi Routè) e in alcune aree interne all'enclave palestinese.
Una mossa, presentata lo scorso 21 agosto al Gabinetto, che secondo il ministero risponde in questa fase agli interessi d'Israele: sia per facilitare la ricostruzione di Gaza, sia soprattutto per accrescere le garanzie contro un riarmo di Hamas e delle altre fazioni palestinesi radicali. La preferenza per una forza composta da paesi Ue - pur non escludendo altre possibilità - è dovuta al fatto che la proposta è stata formulata nel contesto di idee avanzate da Germania, Gran Bretagna, Francia e altri durante il conflitto con Gaza, che riproponevano, ma con un incremento di forze, la missione europea Eubam a presidio del valico di Rafah tra il 2005 e il 2007. Secondo il documento, la presenza internazionale dovrebbe essere dotata di poteri basati - come per l'Unifil - su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sullo sfondo di un'intesa tra Israele, l'Anp, l'
Egitto, gli
Usa e l'
UE. La durata della missione dovrebbe essere almeno di un anno, con possibile estensione.
L'iniziativa sembra legata a due fatti: il primo è che il ministro degli esteri Avigdor Lieberman ha detto oggi di non ritenere possibile il raggiungimento di un cessate il fuoco a lungo termine con Hamas nella Striscia. Il secondo è che, secondo una fonte ufficiale israeliana riportata dai media, l'intelligence teme che la fazione islamica - a due settimane dall'avvio della tregua - abbia già cominciato la ricostruzione dei tunnel distrutti dall'esercito dello stato ebraico durante l'operazione 'Margine Protettivò. E ripreso la produzione dei missili a lungo raggio nelle officine di Gaza.
http://www.cdt.ch/mondo/politica/114460 ... -gaza.html7.09.2014 - 19:39