FORSE SARA' L'INIZIO DEL TERRORISMO LIBICO IN ITALIA:
La fatwa degli imam contro Italia e Francia: faremo 11.000 morti
La minaccia per vendicare gli 11 imam libici che sarebbero deceduti in un raid Nato su Brega. L'Alleanza: Era contro un bunker
Roma, 14 mag. (TMNews) - Per vendicare 11 imam libici, che secondo il regime di Muammar Gheddafi sarebbero morti ieri durante un raid aereo della Nato su Brega, i musulmani dovrebbero uccidere "1000 persone per ogni imam morto", in particolare "in Francia, Italia, Danimarca, Qatar ed Emirati arabi uniti". A lanciare questa sorta di "fatwa" sono stati degli imam che hanno partecipato a una conferenza stampa del portavoce del governo di Tripoli, Mussa Ibrahim, in cui il regime ha denunciato il ferimento di 50 persone e la morte degli 11 religiosi.
Intanto la Nato ha fatto sapere che il raid aereo di ieri sulla località libica di Brega era volto a colpire un bunker militare del regime, e l'Alleanza atlantica non è in grado di verificare le notizie messe in circolazione dal governo di Muammar Gheddafi secondo cui almeno 16 civili sarebbero stati uccisi nell'attacco. "E' stato colpito un bunker di comando e controllo perché la struttura era usata dal regime di Gheddafi per coordinare attacchi aerei contro la popolazione civile libica", recita il comunicato, "siamo coscienti delle affermazioni di perdite civili in relazione a questo attacco, e nonostante non possiamo confermare in modo indipendente la validità dell'affermazione, ci rammarichiamo per tutte le perdite di vite di civili innocenti quando avvengono".
"L'obiettivo della Nato e dei suoi partner - conclude il comunicato - è di ridurre l'abilità del regime di Gheddafi di attaccare i civili indebolendo la sua struttura di comando e controllo. L'edificio in questione era stato identificato con chiarezza come un centro di comando e controllo".
Sul fronte internazionale il ministro francese degli Affari esteri, Alain Juppé, ha chiesto di intensificare la pressione militare sul regime del colonnello che, ha spiegato, è ormai "finito". In un'intervista pubblicata dal quotidiano arabo Al-Hayat, Juppé ha confermato la necessità di "intensificare la pressione militare" perché "tenuto conto della personalità di Gheddafi, non sentirà altre ragioni che quella della forza".
"Non si tratta di un intervento che richiede mesi e mesi, è una questione di settimane", ha commentato il capo della diplomazia di Parigi, sottolineando che la pressione militare va esercitata assieme ad un'azione politica condotta dal Consiglio nazionale di transizione, che è "un interlocutore sempre più riconosciuto".
Ma il Rais libico è tornato ieri a battere un colpo con un beffardo messaggio audio trasmesso dalla Tv di Stato, in cui il colonnello ha affermato che i raid della Nato non sono e non saranno in grado di colpirlo. "Non mi raggiungeranno perché milioni di libici mi portano nel loro cuore", ha detto, con una dichiarazione tesa a dissipare i sospetti e le voci secondo cui Gheddafi sarebbe ferito o forse morto, e probabilmente fuggito da Tripoli. Intanto, nelle stesse ore, il responsabile degli Affari esteri del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi, in visita alla Casa Bianca, ha ottenuto un parziale riconoscimento dalle autorità di Washington. Il Cnt è "un interlocutore legittimo e credibile", ha detto il Consigliere di Barack Obama per la Sicurezza nazionale, Tom Donilon, pur senza riconoscere ufficialmente l'organo politico dei ribelli libici, come hanno già fatto Francia, Qatar, Italia e Regno Unito.
Tratto da Virgilio notizie
Vi è il pericolo che nessun Europeo o Americano può uscire dai propri confini nazionali,in quanto siamo diventati bersagli del terrorismo in qualsiasi parte del mondo.
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