Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 25/03/2017, 19:13 
Chiamalo esperimento se preferisci, per me è un risveglio popolare perché tutti i rappresentanti del M5S sono del popolo e non provengono dalla Casta, sono comuni cittadini entrati in politica per cambiare le cose e solo i cittadini capiscono e possono cambiare i problemi del popolo. In questi giorni ho molto riflettuto sul da farsi (almeno per me) e ho deciso che li voterò quando sarà il momento. Non vedo più altre alternative. Salvini si è perso per strada ed è comunque vincolato a troppi altri per raggiungere posizioni di potere, mi spiace perché ho sempre creduto in una destra democratica e forte ma qui non siamo in Francia. Pertanto il M5S nell'insieme delle sue idee e dei suoi rappresentanti mi sembra l'ultima spiaggia per cercare di risollevare un po le sorti di questo paese, per cambiare le solite facce della politica che non se ne può più delle loro frasi fatte, delle loro espressioni, del loro buonismo, dei loro faremo e delle loro promesse da marinaio, poi (si spera) toccherà anche all'euro. Non so voi ma io sono arcistufo di essere governato da questo personaggi.

Magari andrà peggio, magari uscire dall'euro sarà una cavolata, magari continueranno ad arrivare orde di immigrati, magari faremo bancarotta ma così come siamo messi ora e con questi presupposti siamo sicuri che tutto ciò non accadrà? Io sono un ottimista di natura, un sognatore e credo che uno al destino debba anche dargli una mano.



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 25/03/2017, 20:33 



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 26/03/2017, 09:53 
27 inutili idioti si riuniscono a Roma e…

IMG_6470.jpg


http://www.studiolegalemarcomori.it/27- ... -a-roma-e/

di Marco Mori

Per ora non commenterò, prima dovrò riuscire a contenere i conati di vomito.

Ecco il testo integrale della supercazzola sfornata dai 27 inutili idioti (che si autoproclamano leader),
che oggi si sono riuniti a Roma per commemorare il sessantesimo anniversario dei trattati.

*******

Dichiarazione dei leader dei 27 Stati membri e del Consiglio europeo, del Parlamento europeo e della Commissione europea

25 marzo 2017

Noi, i leader dei 27 Stati membri e delle istituzioni dell’UE, siamo orgogliosi dei risultati raggiunti dall’Unione europea: la costruzione dell’unità europea è un’impresa coraggiosa e lungimirante. Sessanta anni fa, superando la tragedia di due conflitti mondiali, abbiamo deciso di unirci e di ricostruire il continente dalle sue ceneri. Abbiamo creato un’Unione unica, dotata di istituzioni comuni e di forti valori, una comunità di pace, libertà, democrazia, fondata sui diritti umani e lo stato di diritto, una grande potenza economica che può vantare livelli senza pari di protezione sociale e welfare.

L’unità europea è iniziata come il sogno di pochi ed è diventata la speranza di molti. Fino a che l’Europa non è stata di nuovo una. Oggi siamo uniti e più forti: centinaia di milioni di persone in tutta Europa godono dei vantaggi di vivere in un’Unione allargata che ha superato le antiche divisioni. L’Unione europea è confrontata a sfide senza precedenti, sia a livello mondiale che al suo interno: conflitti regionali, terrorismo, pressioni migratorie crescenti, protezionismo e disuguaglianze sociali ed economiche. Insieme, siamo determinati ad affrontare le sfide di un mondo in rapido mutamento e a offrire ai nostri cittadini sicurezza e nuove opportunità.

Renderemo l’Unione europea più forte e più resiliente, attraverso un’unità e una solidarietà ancora maggiori tra di noi e nel rispetto di regole comuni. L’unità è sia una necessità che una nostra libera scelta. Agendo singolarmente saremmo tagliati fuori dalle dinamiche mondiali. Restare uniti è la migliore opportunità che abbiamo di influenzarle e di difendere i nostri interessi e valori comuni. Agiremo congiuntamente, a ritmi e con intensità diversi se necessario, ma sempre procedendo nella stessa direzione, come abbiamo fatto in passato, in linea con i trattati e lasciando la porta aperta a coloro che desiderano associarsi successivamente. La nostra Unione è indivisa e indivisibile.

Per il prossimo decennio vogliamo un’Unione sicura, prospera, competitiva, sostenibile e socialmente responsabile, che abbia la volontà e la capacità di svolgere un ruolo chiave nel mondo e di plasmare la globalizzazione. Vogliamo un’Unione in cui i cittadini abbiano nuove opportunità di sviluppo culturale e sociale e di crescita economica. Vogliamo un’Unione che resti aperta a quei paesi europei che rispettano i nostri valori e si impegnano a promuoverli.

In questi tempi di cambiamenti, e consapevoli delle preoccupazioni dei nostri cittadini, sosteniamo il programma di Roma e ci impegniamo ad adoperarci per realizzare:

1. Un’Europa sicura: un’Unione in cui tutti i cittadini si sentano sicuri e possano spostarsi liberamente, in cui le frontiere esterne siano protette, con una politica migratoria efficace, responsabile e sostenibile, nel rispetto delle norme internazionali; un’Europa determinata a combattere il terrorismo e la criminalità organizzata.

2. Un’Europa prospera e sostenibile: un’Unione che generi crescita e occupazione; un’Unione in cui un mercato unico forte, connesso e in espansione, che faccia proprie le evoluzioni tecnologiche, e una moneta unica stabile e ancora più forte creino opportunità di crescita, coesione, competitività, innovazione e scambio, in particolare per le piccole e medie imprese; un’Unione che promuova una crescita sostenuta e sostenibile attraverso gli investimenti e le riforme strutturali e che si adoperi per il completamento dell’Unione economica e monetaria; un’Unione in cui le economie convergano; un’Unione in cui l’energia sia sicura e conveniente e l’ambiente pulito e protetto.

3. Un’Europa sociale: un’Unione che, sulla base di una crescita sostenibile, favorisca il progresso economico e sociale, nonché la coesione e la convergenza, difendendo nel contempo l’integrità del mercato interno; un’Unione che tenga conto della diversità dei sistemi nazionali e del ruolo fondamentale delle parti sociali; un’Unione che promuova la parità tra donne e uomini e diritti e pari opportunità per tutti; un’Unione che lotti contro la disoccupazione, la discriminazione, l’esclusione sociale e la povertà; un’Unione in cui i giovani ricevano l’istruzione e la formazione migliori e possano studiare e trovare un lavoro in tutto il continente; un’Unione che preservi il nostro patrimonio culturale e promuova la diversità culturale.

4. Un’Europa più forte sulla scena mondiale: un’Unione che sviluppi ulteriormente i partenariati esistenti e al tempo stesso ne crei di nuovi e promuova la stabilità e la prosperità nel suo immediato vicinato a est e a sud, ma anche in Medio Oriente e in tutta l’Africa e nel mondo; un’Unione pronta ad assumersi maggiori responsabilità e a contribuire alla creazione di un’industria della difesa più competitiva e integrata; un’Unione impegnata a rafforzare la propria sicurezza e difesa comuni, anche in cooperazione e complementarità con l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, tenendo conto degli impegni giuridici e delle situazioni nazionali; un’Unione attiva in seno alle Nazioni Unite che difenda un sistema multilaterale disciplinato da regole, che sia orgogliosa dei propri valori e protettiva nei confronti dei propri cittadini, che promuova un commercio libero ed equo e una politica climatica globale positiva.

Perseguiremo questi obiettivi, fermi nella convinzione che il futuro dell’Europa è nelle nostre mani e che l’Unione europea è il migliore strumento per conseguire i nostri obiettivi.

Ci impegniamo a dare ascolto e risposte alle preoccupazioni espresse dai nostri cittadini e dialogheremo con i parlamenti nazionali. Collaboreremo a livello di Unione europea, nazionale, regionale o locale per fare davvero la differenza, in uno spirito di fiducia e di leale cooperazione, sia tra gli Stati membri che tra di essi e le istituzioni dell’UE, nel rispetto del principio di sussidiarietà. Lasceremo ai diversi livelli decisionali sufficiente margine di manovra per rafforzare il potenziale di innovazione e crescita dell’Europa. Vogliamo che l’Unione sia grande sulle grandi questioni e piccola sulle piccole. Promuoveremo un processo decisionale democratico, efficace e trasparente, e risultati migliori.

Noi leader, lavorando insieme nell’ambito del Consiglio europeo e tra le istituzioni, faremo sì che il programma di oggi sia attuato e divenga così la realtà di domani. Ci siamo uniti per un buon fine. L’Europa è il nostro futuro comune.



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 26/03/2017, 13:21 
mi sono fermato qui:

Idioti Europeisti ha scritto:
Noi, i leader dei 27 Stati membri e delle istituzioni dell’UE, siamo orgogliosi dei risultati raggiunti dall’Unione europea


[:305] [:302] [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 28/03/2017, 10:08 
Stamattina ho letto un articolo meraviglioso sui benefici e le innovazioni della fantastica UE!
Non si trova lavoro (retribuito, perché gratis in effetti ti assumono) neanche a pagarlo, però si può viaggiare con Ryanair!

"Nelle celebrazioni di Roma per i 60 anni dalla firma del Trattato che ha istituito la Comunità economica europea, aldilà delle dichiarazioni solenni sulla pace e gli impegni altisonanti sulla necessità di rilanciare il progetto, i leader europei hanno dimenticato forse la corsa più essenziale: l'impatto che l'Europa comunitaria ha su ciascun cittadino ogni giorno.
L'Unione Europea è una creatura imperfetta, piena di difetti, sicuramente in crisi e difficoltà, di certo incompleta quando si tratta di euro, immigrazione, difesa o politica estera. E' una macchina burocratica (in realtà ha meno funzionari di Roma con le sue municipalizzate) che a volte produce norme incomprensibili e inutili. E' un consesso di 28 Stati membri – 27 dopo la Brexit – che fanno sempre più fatica a mettersi d'accordo tra loro. Eppure l'Ue ha cambiato profondamente, e per il meglio, la vita di tutti. E noi, troppo spesso, diamo per scontato quel che in realtà non dovrebbe esserlo.
Le quattro libertà fondamentali sulla libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone, il mercato interno, le regole sulla concorrenza, l'armonizzazione e l'adozione di standard comuni, lo “zero virgola” in materia di bilancio, la promozione di programmi come Erasmus o il “soft power” in politica estera hanno creato opportunità, ricchezza e benefici molto concreti, che faremmo bene a tenerci stretti e vanno ben oltre gli svantaggi causati dai difetti della costruzione comunitaria. Ecco alcuni esempi.

1. Così piena di difetti, l'Ue ha permesso a Ryanair di democratizzare i weekend all'estero

E' stata una delle grandi rivoluzioni del mercato interno avvenuta negli ultimi 20 anni. Grazie alla liberalizzazione dei cieli, l'Ue ha consentito a delle compagnie private di fare concorrenza ai vettori “di bandiera”. Alla metà degli anni ottanta, chi viaggiava in aereo per lavoro, piacere o necessità doveva spendere somme enormi. Il mio primo ricordo risale al 1984 quando, alla morte di un bisnonno, mia madre fu costretta a pagare tre biglietti su un volo Sabena Milano-Bruxelles 700 mila lire. Ciascuno. Era l'epoca del Pex e Super-pex, a seconda che si trascorresse la notte del sabato o tutto il fine settimana fuori.
Poi, nella seconda metà degli anni novanta, grazie alla liberalizzazione dei cieli, a Linate arrivò la compagnia Eba, diventata Virgin Express: 150 mila lire andata e ritorno per Bruxelles. Pochi anni dopo ci fu l'irruzione di Ryanair, di Easyjet e dei molti emuli più o meno fortunati. O meglio: la rivoluzione democratica dei cieli. Oggi un volo può costare meno di un taxi per l'aeroporto. Perfino del biglietto del treno o dell'autobus se si è fortunati. Un weekend a Madrid, Parigi o Londra?
Non è più qualcosa riservato alle elite. Quel che si risparmia in biglietto aereo può essere usato per un albergo (o una stanza trovata su Airbnb invece che passare per l'agenzia) o per una cena a lume di candela. Una viaggio di lavoro a Berlino, Bruxelles o Amsterdam? Le Piccole e Medie Imprese hanno potuto internazionalizzarsi più facilmente. Una tragedia o un'urgenza a causa di un lutto famigliare? Non sei costretto a un prestito in banca per andare a un funerale. Scusate se è poco.
 
2. Così piena di difetti, l'Ue ha permesso di scegliere tra Frecce e Italo

Il settore aereo è solo uno dei tanti che ha dovuto aprirsi alla concorrenza a causa – o per merito – dell'Ue. Anche se in modo difforme tra Stati membri, la libertà di scelta è arrivata anche nelle ferrovie, con la possibilità di acquistare un biglietto Roma-Milano dal vecchio monopolista (le Frecce) o dal nuovo concorrente (Italo). Le tariffe sono più basse, i servizi sono migliori e il più delle volte i bagni funzionano.
Negli novanta del secolo scorso, Roma-Milano in treno era un lungo calvario, trascorso con le dita incrociate, nella speranza di arrivare con meno di un'ora di ritardo. Chi poteva prendeva l'aero su Linate. Chi voleva essere sicuro di arrivare entro una certa ora si faceva gli Appennini in auto. Il prezzo? Tenuto conto dell'inflazione, anche a tariffa piena, prendere oggi un treno a alta velocità costa meno di un intercity vent'anni fa. Lo stesso vale per le telefonate. Negli anni ottanta, tre minuti di chiamata verso gli Stati Uniti – si vantava una vecchia pubblicità della SIP – costavano come una rosa: 3 mila lire. Oggi, grazie a Skype e altri servizi Voip, ma soprattutto grazie alla concorrenza tra operatori, è praticamente gratis.
 
3. Così piena di difetti, l'Ue ha promosso lo standard GSM che ha sostituito TACS (e doppino)

Ormai ci siamo scordati della prima rivoluzione della telefonia mobile in Italia. Era l'era del TACS: il Total Access Communication System con cui negli anni ottanta e novanta funzionavano i primi telefonini da mezzo chilo e oltre di Regno Unito, Irlanda, Italia e Giappone, ma senza poter superae le frontiere nazionali. Introdotti in Italia nel 1990 dalla cara e vecchia SIP, i telefonini TACS hanno smesso di funzionare il 31 dicembre 2005 sostituiti – già da qualche anno – dai più avanzati GSM.
Di chi la colpa? Dell'Ue e dei suoi burocrati. Il“Global System for Mobile Communications” (in origine “Groupe spécial mobile”), è stato finalizzato dall'ETSI, organismo creato nel 1988 su proposta della Commissione per promuovere standard comuni nel settore delle telecomunicazioni. Tra gli obiettivi: permettere ai telefonini di viaggiare attraverso le frontiere. All'ETSI si devono anche il DECT, le Smart Cards e le firme elettroniche. Ma nulla è stato rivoluzionario quanto il GSM, diventato lo standard per la telefonia mobile cellulare più diffuso al mondo, utilizzato da più di 3 miliardi di persone in 200 paesi.
 
4. Così piena di difetti, l'Ue permette di portare in Belgio 80 bottiglie di Sassella, senza accise

Un buon vino non deve mai mancare in tavola. E quale miglior vino italiano in Europa di una Sassella della Valtellina, che gli svizzeri importavano avidamente come alternativa ai migliori Borgogna e Bordeaux? Scherzi a parte, con il tabacco, quello dell'alcol è uno di quei settori dove la libera circolazione è solo parziale nell'Ue. C'è una “modica quantità” che si può portare con sé, senza dove pagare le accise dello Stato membro in cui si è diretti: 80 bottiglie a testa. Oltre son guai (un euro a bottiglia di accisa per il Belgio e la necessità di passare per un importatore).
Ma che si sia consumatori, piccoli produttori e grandi multinazionali del meglio del “made in Italy” alimentare, l'Ue è un grande affare. La Coldiretti, che non brilla per europeismo, ha fatto un bilancio di questi 60 anni: il numero di bottiglie di vino italiano esportate fuori dai confini è cresciuto del 1130%. Dalla firma del trattato di Roma del 1957 è aumentata di 180 volte la pasta spedita dall'Italia all'estero. In Belgio oggi, gli emigrati italiani di vecchia e nuova generazione consumano “Rummo”, “Cocco”, “De Cecco”, “Barilla”. La pasta “Soubry” made in Belgium o la Panzani fabbricata in Francia (che si erano imposte grazie alle regolamentazioni nazionali sulle farine) sono un cattivo ricordo alimentare del passato perfino per i belgi.
 
5. Così piena di difetti, l'Ue con la borsa Erasmus permette alla non elite di studiare all'estero

La rivoluzione Erasmus, un programma di scambio di studenti, inventato dall'Ue senza grandi entusiasmi iniziali, è straordinaria. Secondo le stime della Commissione, un milione di bambini sono nati da coppie che si sono conosciute durante un Erasmus. Per esperienza personale posso dire che l'Erasmus ha anche evitato milioni di divorzi predestinati, facendo scoprire a molti giovani che non erano fatti l'uno per l'altra in quei 6-12 mesi in cui uno dei due (o entrambi) erano all'estero. Ma la cosa più straordinaria dell'Erasmus è che ha permesso a della gente comune di poter studiare all'estero, anche nelle migliori università.
Trent'anni fa, entrare a Science Po' a Parigi o mettere piede a Oxford era roba riservata ai “figli di papà”. Certo, una borsa di studio da 300 euro al mese non è un granché. Ma spesso basta per coprire le spese in più che hanno gli studenti già fuori sede. E se non basta, l'Erasmus ti da quella flessibilità mentale per trovare un “lavoretto” in modo da permetterti un'esperienza formativa unica.
 
6. Così piena di difetti, l'Ue ha costretto la Fiat a mettere i retrovisori di serie

Chi se le ricorda i tempi in cui gli specchietti retrovisori erano un optional da richiedere al concessionario? La concorrenza dovuta al mercato interno e l'armonizzazione delle regole sulla sicurezza stradale hanno spinto i produttori di automobili a migliorare considerevolmente la loro offerta. Fiat ha dovuto proporre i retrovisori di serie e produrre con acciaio di migliore qualità per non venire spazzata via dalla qualità tedesca (in realtà anche la Volkswagen inizialmente era molto scarsa sul materiale di serie).
Lo stesso vale per moltissimi altri settori. Lo sapevate che la pillola RU486 – l'aborto farmacologico anziché chirurgico – c'è in Italia anche grazie all'Ue? Un farmaco autorizzato in un paese dell'Ue può essere importato negli altri. Ma l'Europa è molto di più. Le regole sulla concorrenza dell'Ue hanno costretto i governi nazionali a fare i salti mortali prima di usare i soldi dei contribuenti per salvare aziende decotte. E' accaduto e accade ancora decine di volte ogni anno, ma sulla base di condizioni talmente strette che gli aiuti di Stato da regola sono diventati un'eccezione. E ogni aiuto di Stato in meno significa meno tasse per tutti.
 
7. Così piena di difetti, l'Ue permette di attraversare liberamente le frontiere

Negli anni ottanta, quando bambino andavo in vacanza in una località di nome Latte a pochi chilometri da Ventimiglia, il sabato i miei genitori mi portavano a comprare i croissant per la colazione di tutta la famiglia a Mentone. Era una festa... ma anche un calvario. Spesso la fila per passare la frontiera durava quasi un'ora. E meglio non dimenticarsi il passaporto, perché il rischio era di essere respinti. Schengen ha cambiato tutto: niente più controlli alle frontiere.
Il mercato unico anche: niente più file di camion o doganieri per controllare quel che trasportavi nel cofano. L'aria del Brennero e della Val d'Aosta è più pulita perché i camion passano più in fretta. L'Europa è anche quella dei diritti senza frontiere: se uno Stato membro vieta una pratica medica – per esempio un certo tipo di fecondazione assistita – basta prendere un aereo. Ogni volta che sento qualcuno protestare per le file dovuti ai controlli francesi a Ventimiglia a causa della crisi dei migranti, mi verrebbe da rispondere: volete davvero abolire l'Ue?
 
8. Così piena di difetti, l'Ue dell'euro ha praticamente azzerato i costi di mutui

Nel 1974 il tasso mensile di un mutuo in Italia era del 9 per cento. Nel 1980 era salito al 16,5 per cento e non è più sceso sotto quella soglia per i successivi quattro anni. Nel 1989 un mutuo costava ancora il 13,5 per cento al mese. A me basta questo per tenermi stretto l'euro, malgrado l'unione economica e monetaria sia una costruzione incompleta e fragile. Le rigide regole dello “zero virgola” del Patto di Stabilità hanno dato credibilità a paesi che non ne avevano, abbattendo i costi del debito sovrano e di conseguenza anche i tassi di interesse sui mutui. Ma c'è molto altro. Come il fatto che non si devono più pagare commissioni di cambio quando si va in altri 18 paesi europei.
O che la moneta unica abbia limitato l'inflazione, preservando il potere di acquisto delle fasce più deboli della popolazione. O che l'euro abbia permesso a banche straniere di entrare nel mercato italiano, offrendo conti correnti a costo zero. Per affezione nei confronti della mia prima banca, oggi continuo a pagare un euro ciascun bonifico che faccio online. Il che dimostra che il problema non è tanto l'euro, ma chi lo usa.
 
9. Così piena di difetti, l'Ue finanzia le imprenditrici afgane

Dopo agricoltura e aiuti regionali, la politica di sviluppo è la posta più importante del bilancio comunitario. Diversi miliardi vengono investiti ogni anno per cercare di far uscire dalla povertà milioni di persone in giro per il mondo. Una parte di questi soldi viene spesa male. Ma l'Ue ogni tanto c'azzecca, come mi è capitato di vedere in Afghanistan, dove ha finanziato tra l'altro un progetto di imprenditorialità femminile.
Poche centinaia di euro bastano a una donna per mettere in piedi una piccola azienda. Quella che ho visto io nel 2008 era una sorta di cooperativa che fabbricava gioielli d'argento. In questo modo le donne si liberavano dalla dipendenza dall'uomo e, almeno per qualche ora al giorno, perfino dal burqa. Questo è solo uno dei molti esempi di “soft power” dell'Ue. Quello più di successo è aver fatto entrare nel club 3 ex dittature del Sud (Spagna, Portogallo e Grecia) e 8 paesi dell'ex blocco sovietico (la cosiddetta Europa dell'Est). C'è ancora qualcuno che si ricorda che in Spagna c'era la dittatura?
 
10. Così piena di difetti, l'Ue permette a un ragazzo sardo di aprire una pizzeria a Bruxelles senza passare dalla casella minatore

Per me la pizza e chi ci sta dietro è la parte più straordinaria dell'Ue. Fino a qualche anno fa, mangiare una buona pizza a Bruxelles era impossibile, malgrado i 700 mila belgi di origine italiane presenti in Belgio. Non è solo questione di mozzarella e pomodoro, farina doppio zero. Il fatto (semplificato) è che prima dell'Ue, per emigrare in Belgio, bisogna passare dalla casella minatore. Dieci anni prima del Trattato, nell'aprile 1947 venne firmato a Roma il protocollo italo-belga che sostanzialmente stabiliva l'invio dall'Italia di 2 mila minatori a settimana in cambio di carbone dal Belgio.
Senza farla troppo lunga, una volta andati in pensione per anzianità o invalidità o chiusura delle miniere, molti italiani hanno aperto delle pizzerie, ma di qualità piuttosto scadente. Ma il punto è un altro. In sostanza per fare il pizzaiolo in Belgio dovevi essere passato dal protocollo sui minatori, o giù di lì: quote, visite mediche, lista redatta da un funzionario, viaggio in treno o in autobus come su un carro bestiame, condizioni di vita e di lavoro tremende, prima di realizzare un piccolo sogno. Oggi, grazie all'Ue e alla libera circolazione dei lavoratori e delle persone, non è più così.
Se le cose nel tuo paese non vanno tanto bene, si prende lo zaino, un volo Ryanair e si parte per un altro Stato membro. Per tre mesi puoi cercare lavoro o mettere in piedi la tua attività, senza che nessuno possa dirti nulla. E così a Bruxelles è arrivata una buona pizza. Merito di un ragazzo sardo che, dopo un'esperienza non felice a Berlino, si è trasferito nella capitale belga, si è messo a importare prodotti di qualità (mozzarella, pomodoro, farina), ha aperto una pizzeria in un locale da 25 coperti senza molte pretese e ha vinto il premio miglior pizza del Belgio.
La pizzeria è sempre piena, una margherita costa 10 euro, ma c'è la fila perché una volta al mese vale la pena fare un investimento per una buona pizza. Il ragazzo italiano poi ha aperto anche un ristorante e da lavoro a almeno sei giovani italiani, che se fossero rimasti in Italia con ogni probabilità rientrerebbero nella categoria disoccupati. Bruxelles è piena di giovani italiani nelle stesse condizioni, che spesso al governo italiano non risultano nemmeno come “emigrati” perché non sanno che ci sarebbe l'obbligo di iscriversi all'Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, ndr). Magari un giorno torneranno in Italia, o forse no. Ma il fatto che è grazie all'Ue hanno l'opportunità di cercare di realizzare i loro sogni senza dover passare dalla casella minatore."


http://www.agi.it/blog-italia/bruxelles ... o-1625319/



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 28/03/2017, 10:23 
peccato che alla prima bufera, al primo intoppo
anche questi supposti e irrisori vantaggi
siano andati a farsi benedire..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 28/03/2017, 10:31 
Ormai lo sport preferito degli "euroentusiasti" é l'arrampicata sugli specchi.



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 29/03/2017, 10:00 
L'ideologo di Putin: in Europa sarà presto caos, guerra civile, distruzione.

Alexandr Dugin, il filosofo di Putin: "L’Europa non può comprendere l’atto politico per eccellenza, la sovranità, perché essa stessa ha perso il controllo della propria sovranità. Siamo in piena guerra ideologica, ma stavolta non è fra comunismo e capitalismo, ma fra élite liberal politicamente corrette, l’aristocrazia globalista, e chi non condivide questa ideologia, come la Russia, ma anche Trump. Il pensiero è al livello più basso possibile. L’Europa era la patria del logos, dell’intelletto, del pensiero. Oggi è una caricatura di se stessa, una parodia della libertà, decadente e postmoderna, e versa nella decomposizione totale. L’Europa è debole spiritualmente e mentalmente. Non è possibile curarla, perché le élite politiche non lo lasceranno fare. Si arriverà presto al momento finale, dopo ci sarà il caos, la guerra civile, la distruzione". Leggi l'intervista integrale: https://goo.gl/KyXXEK



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 29/03/2017, 13:43 
Non vedo motivi per una guerra civile. L'Europa finirà presto e questo lo hanno capito tutti ma da qui a scenari apocalittici come quelli descritti ce ne passa. Molto probabilmente assisteremo a un ritorno a paesi sovrani a cominciare dalla Francia se vincerà Marine Le Pen altrimenti si dovrà vedere se in caso di vittoria del M5S riusciremo ad uscire almeno dall'euro.

Il vero spunto per una guerra civile sarebbero gli immigrati ma anche qui considerando che quando il loro livello sarà a livelli di metà della popolazione noi avremo una percentuale di anziani così elevata da non riuscire comunque ad alimentare delle rivolte perché per fare le rivolte devi essere giovane e incazzato.



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 31/03/2017, 20:03 
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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 04/04/2017, 20:06 
Cita:
Il Parlamento europeo censura la sua libertà di espressione


di Judith Bergman
3 aprile 2017


Pezzo in lingua originale inglese: https://www.gatestoneinstitute.org/1002 ... ree-speech
Traduzioni di Angelita La Spada



- Il regolamento colpisce il cuore stesso della libertà di parola, vale a dire i politici eletti, ai quali la Corte europea dei diritti dell'uomo riconosce una speciale protezione. I membri del Parlamento europeo sono stati eletti per far sentire la voce dei loro elettori in seno alle istituzioni dell'Unione Europea.

- Il regolamento può avere solo un effetto raggelante sulla libertà di parola nell'Europarlamento e forse si rivelerà un valido strumento nel tentativo di chiudere la bocca a quei deputati che non rispettano la narrazione politicamente corretta dell'Unione Europea.

- Revocando l'immunità di Marine Le Pen, mentre quest'ultima corre per l'Eliseo, il Parlamento europeo invia il chiaro segnale che divulgare la lampante e orribile verità dei crimini commessi dall'Isis, anziché considerarlo un avvertimento su ciò che potrebbe presto accadere all'Europa, dovrebbe invece essere punito.

- Quando avrà fine questo impulso chiaramente totalitario e chi lo fermerà?

Il Parlamento europeo ha introdotto una nuova norma procedurale, che consente a un presidente di seduta di interrompere la trasmissione in diretta dell'intervento di un parlamentare "in caso di linguaggio o comportamento diffamatorio, razzista o xenofobo da parte di un deputato". Inoltre, il presidente dell'Europarlamento può anche "decidere di eliminare dalla registrazione audiovisiva delle discussioni le parti di un intervento di un deputato che contengono un linguaggio diffamatorio, razzista o xenofobo".

Nessuno, però, si è preoccupato di definire ciò che costituisce un "linguaggio o comportamento diffamatorio, razzista o xenofobo". Questa omissione implica che il presidente di seduta è libero di decidere, senza linee guida o criteri oggettivi, se gli interventi degli eurodeputati siano "diffamatori, razzisti o xenofobi". La sanzione per i trasgressori potrebbe arrivare a circa 9.000 euro.

"Si è registrato un aumento dei casi di politici che dicono cose che oltrepassano ogni limite di una normale discussione o dibattito parlamentare", ha dichiarato l'europarlamentare britannico Richard Corbett che difende il regolamento. Corbert, tuttavia, non specifica che cosa "oltrepassa ogni limite".

Nel giugno 2016, Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese, ha pronunciato un discorso al Parlamento europeo, attingendo alle vecchie calunnie del sangue antisemite, come accusare ingiustamente i rabbini israeliani di chiedere al governo israeliano di avvelenare l'acqua utilizzata dagli arabi palestinesi. Questo discorso chiaramente incendiario e antisemita non solo è stato consentito dagli eurodeputati sensibili e "anti-razzisti", ma è anche stato salutato da una standing ovation. Evidentemente, le feroci e antisemite calunnie del sangue pronunciate dagli arabi non sono "cose che oltrepassano ogni limite di una normale discussione o dibattito parlamentare".

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Il presidente dell'Autorità palestinese Mahmous Abbas riceve una standing ovation al Parlamento europeo a Bruxelles, il 23 giugno 2016, dopo aver sostenuto falsamente nel suo discorso che i rabbini israeliani chiedono di avvelenare le acque palestinesi. Abbas ha in seguito ritrattato e ammesso che la sua accusa era falsa. (Fonte dell'immagine: Parlamento europeo)

L'Europarlamento a quanto pare non ha nemmeno pubblicizzato il nuovo regolamento. Ne ha parlato solo il quotidiano spagnolo La Vanguardia. Sembrerebbe che gli elettori non siano tenuti a sapere che gli si potrebbe precludere la possibilità di ascoltare le dirette degli interventi dei parlamentari da loro eletti per rappresentarli nell'UE, se qualche presidente di seduta decide arbitrariamente che il contenuto di un intervento è "razzista, diffamatorio o xenofobo".

Il Parlamento europeo è l'unica istituzione dell'UE ad essere eletta direttamente dal popolo. Secondo Helmut Scholz, del partito tedesco di sinistra Die Linke, i legislatori dell'Unione Europea devono essere in grado di esprimere le loro opinioni su come l'Europa dovrebbe lavorare: "Non si può limitare o negare questo diritto". Beh, si può esprimerle (ma fino a quando?), peccato che nessuno fuori dal Parlamento le sentirà.

Il regolamento colpisce il cuore stesso della libertà di parola, vale a dire i politici eletti, ai quali la Corte europea dei diritti dell'uomo riconosce una speciale protezione. I membri dell'Europarlamento sono stati eletti per far sentire la voce dei loro elettori in seno alle istituzioni dell'Unione Europea. Limitare la loro libertà di parola è antidemocratico, preoccupante e sinistramente orwelliano.

Il regolamento può avere solo un effetto raggelante sulla libertà di parola nel Parlamento europeo e forse si rivelerà un valido strumento nel tentativo di chiudere la bocca a quei deputati che non rispettano la narrazione politicamente corretta dell'Unione Europea.

Ultimamente l'Europarlamento sembra aver dichiarato guerra alla libertà di espressione. All'inizio di marzo, esso ha revocato l'immunità parlamentare alla candidata alle elezioni presidenziali francesi Marine Le Pen. Il suo crimine? Aver twittato nel 2015 tre immagini di esecuzioni dell'Isis. In Francia, "la pubblicazione di immagini violente" costituisce un reato, che può comportare una pena di tre anni di carcere e una multa di 75.000 euro. Revocando l'immunità di Marine Le Pen, mentre quest'ultima corre per l'Eliseo, il Parlamento europeo invia il chiaro segnale che divulgare la lampante e orribile verità dei crimini commessi dall'Isis, anziché considerarlo un avvertimento su ciò che potrebbe presto accadere all'Europa, dovrebbe invece essere punito.

Questo è un bizzarro segnale da inviare, soprattutto alle vittime cristiane e yazide dell'Isis, che continuano a essere ampiamente ignorate dall'Unione Europea. Gli eurodeputati, evidentemente sono troppo sensibili per affrontare i crudi omicidi di persone indifese in Medio Oriente e sono più interessati a garantire la persecuzione di messaggeri, come Marine Le Pen.

Così, la correttezza politica, che è a tutti gli effetti la "polizia religiosa" del discorso politico, non ha solo conquistato i media e il mondo accademico, ma ora anche gli eurodeputati dovrebbero sostenere il politicamente corretto oppure saranno letteralmente stroncati. Nessuno ha impedito al Parlamento europeo di approvare questo regolamento antidemocratico che disciplina la libertà di parola. Perché nessuno dei 751 eurodeputati ha lanciato a tempo debito un grido d'allarme? E cosa ancora più importante, quando avrà fine questo impulso chiaramente totalitario e chi lo fermerà?

Judith Bergman è avvocato, scrittrice, editorialista e analista politica.


https://it.gatestoneinstitute.org/10153 ... eo-censura


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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 08/04/2017, 13:38 
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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 08/04/2017, 13:50 
Cita:
Euro si. Morire per Maastricht

Qui l'unica cosa che sta morendo (lentamente) è l'Italia ma evidentemente alcuni nei loro salotti ovattati non se ne accorgono, per forza vivono in un altro mondo come buona parte dei politici.



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 08/04/2017, 14:43 
Loro (i politici "responsabili" di destra e sinistra) ci hanno fregati alla grande, alternandosi tra loro e chiedendoci sacrifici continui perché "ce lo chiedeva l'Europa"... In realtà sono tutti fratelli di loggia, dei traditori che andrebbero messi al muro.
Peccato che buona parte degli italiani continui ancora a credere alle panzane di sta gente, che senza vergogna continua imperterrita ancora col mantra "ci vuole più Europa" (come curare il cancro ai polmoni con le sigarette).



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 Oggetto del messaggio: Re: EUROPA: euroscettici vs euroentusiasti
MessaggioInviato: 08/04/2017, 14:57 
TheApologist ha scritto:
Peccato che buona parte degli italiani continui ancora a credere alle panzane di sta gente, che senza vergogna continua imperterrita ancora col mantra "ci vuole più Europa" (come curare il cancro ai polmoni con le sigarette).

Questo è senza dubbio l'aspetto più grave, complice anche il fatto che essendo il nostro un paese vecchio (come generazione) sono più gli anziani dei giovani e gli anziani sono meno propensi a votare le novità ma non è detta l'ultima parola. Anche a Roma nessuno avrebbe mai detto che la Raggi avrebbe stravinto e lo ha fatto, idem a Torino. La gente ha premiato i giovani e un partito nuovo, speriamo che questo pensiero vinca anche alle elezioni politiche.



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