Russia-Italia, il partner che non possiamo proprio permetterci di perdere. Ecco perché
Sanzioni sì, ma mirate. E reversibili. Perché la Russia va punita, ma gli interessi vanno difesi.
Lunedì 17 marzo gli Stati Uniti e i 28 Paesi dell’ Unione europea hanno deciso una rappresaglia ‘soft’ contro il Cremlino per i fatti della Crimea calibrando un pacchetto di sanzioni che colpiscono alcune personalità politiche russe e ucraine, ma lasciano intatta l’economia.
I ministri degli esteri dell’Ue si sono accordati su una lista di 21 personalità, Washington ha aggiunto un proprio elenco di sette politici del governo russo e quattro leader separatisti della Crimea, con l’accusa di aver minacciato «il processo democratico e le istituzioni ucraine». «Se la Russia continuerà a interferire con l’Ucraina», ha minacciato il presidente Usa Barack Obama, «siamo pronti a ulteriori sanzioni». Le sanzioni ad personas sono un’alternativa meno compromettente rispetto a una guerra economica che avrebbe conseguenze disastrose sulla ripresa zoppicante dell’economia europea.
RECORD DI SCAMBI NEL 2012. Gli ultimi dati attendibili sono del 2012, anno che ha registrato un boom di scambi tra Ue e Russia: 123 miliardi di euro in esportazioni e di 213 di importazioni. Un volume d’affari quasi raddoppiato rispetto al 2009. L’Italia è uno dei maggiori partner commerciali di Mosca: 10 miliardi in esportazioni e 18,3 in importazioni. Solo la Germania ha un volume d’affari superiore con esportazioni per 37,9 miliardi e importazioni per 39,8 miliardi.
TERZO PARTNER DELL’UE. La Russia è il terzo partner commerciale dell’Ue dietro a Usa e Cina, e da sola costituisce il 7% delle esportazioni e il 12% delle importazioni. Se dall’Europa partono merci, dalla Russia arriva soprattutto energia. Nel complesso 163 miliardi di euro: 160 milioni di tonnellate di petrolio e 125 miliardi di metri cubi di gas naturale. Il 30% del gas consumato nei Paesi europei (non solo quelli Ue) è russo e l’Italia, dopo la Germania, è la maggior acquirente.
CI SERVE IL GAS DEI RUSSI. Non illudiamoci, a pagare una crisi commerciale con la Russia, saranno soprattutto i consumatori europei. Parola di Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni. Se nel breve periodo una riduzione delle forniture avrebbe poche conseguenze, ha dichiarato al Financial Times, all’arrivo dell’inverno i prezzi si alzerebbero e l’Europa diventerebbe molto più vulnerabile e dipendente dalle forniture di Paesi instabili come l’Algeria o la Libia. Boicottare il gas non avrebbe senso: «Abbiamo bisogno di quello russo ogni giorno. Loro hanno bisogno dei nostri soldi ogni uno o due anni» ha sentenziato Scaroni. La morale è che noi dipendiamo dal loro gas più che loro dai nostri soldi.
Legame indissolubile con il Cremlino per l’energia
In ambito energetico il legame con Mosca è ormai quasi indissolubile. Nel dicembre 2012 è partita la realizzazione di South Stream un gasdotto lungo 2.345 chilometri nato da un accordo del 2007 tra il ministero dello Sviluppo economico italiano e quello dell’Energia russo e realizzato in joint venture dalla russa Gazprom (50%) con Eni (20%), la francese Edf (15%) e la tedesca Wintershall (15%). Un’opera dal costo stimato di 17 miliardi di dollari (circa 12,2 miliardi di euro) con lo scopo di mettere in connessione diretta (evitando l’Ucraina) i consumatori europei e le riserve russe.
SAIMPEM NEL SOUTH STREAM. Recentemente è stato annunciato che l’italiana Saipem si occupi della posa sul fondale marino della prima linea sottomarina del gasdotto, un appalto da 2 miliardi di euro che potrebbe portare però anche all’affidamento all’azienda di successive tranche dell’opera. Nei progetti le prime forniture dovrebbero arrivare in Europa alla fine del 2015, in Italia nel 2016. Il pieno regime dovrebbe essere raggiunto nel 2017 o nel 2018 con una potenza pianificata di 63 miliardi di metri cubi all’anno.
INTESA PER CERCARE PETROLIO. Nel luglio del 2012 Eni ha firmato anche con il gigante petrolifero russo Rosneft un accordo che prevede la costituzione di un sodalizio per lo sfruttamento dei giacimenti di Fedynsky e di Tsentralny Barentsevo nel Mare di Barents (25 miliardi di barili) e di Zapadno Chernomorsky nel Mar Nero. L’intesa prevede scambi di tecnologie e personale, nonché la partecipazione di Rosneft ai progetti internazionali di Eni e una cooperazione sul possibile sfruttamento energetico dell’Artico. Nel settore energia non va dimenticato il ruolo di Enel che in Russia ha interessi nelle centrali termoelettriche di Konakovo, Nevinnomyssk, Reftinskoe e Sredneuralsk.
LA COOPERAZIONE INDUSTRIALE. L’energia è la voce più rilevante, ma la cooperazione industriale si fa via via più intensa. Il sito web dell’ambasciata della Federazione Russa in Italia cita tra le partnership più prestigiose l’accordo siglato nel 2012 tra Fiat e Kamaz per la realizzazione di macchine agricole e veicoli industriali nello stabilimento di Naberezhnye Chelny, l’accordo tra Norislskij Nickel e il gruppo Techint per un valore di oltre 1 miliardo di dollari, la costruzione dell’elicottero Aw-139 da parte di AgustaWestland a Tomilino e gli stabilimenti del gruppo agroalimentare Cremonini che nel 2010 ha investito 100 milioni di dollari in un complesso industriale vicino a Mosca, dedicato alla distribuzione delMade in Italye alla produzione di hamburger. È notizia recente l’ingresso di Roneft in Pirelli con una quota del 13% rilevata da banche e fondi d’investimento (Unicredit, Intesa Sanpaolo e Clessidra).
Rapporti nei settori finanziario, bancario e degli investimenti
Parallelamente cresce anche la cooperazione nei settori finanziario, bancario e degli investimenti. Nel luglio 2012 Cassa depositi e prestiti, Intesa Sanpaolo, Sace, Société Générale, Kfw Ipex- Bank e Vtb Bank Russia hanno stretto un’intesa per finanziare con 500 milioni di euro il gruppo italiano De Eccher per la costruzione del Vtb Arena Park: un complesso di alberghi, appartamenti, uffici e relative infrastrutture inseriti nel progetto di riqualificazione dell’area attorno allo stadio della Dynamo Mosca, in vista del Mondiale di calcio che la Russia ospita nel 2018.
INTESA SANPAOLO IN BLUE STREAM. Una delle banche più attive in Russia è proprio Intesa Sanpaolo. Oggi gli impegni a Mosca, si è letto in una relazione della banca, hanno importi molto rilevanti e riguardano vari settori dell’economia. In particolare gli interventi diretti che sono stati realizzati in grandi progetti infrastrutturali e industriali. Tra questi il gasdotto Blue Stream per il quale il gruppo ha partecipato a un finanziamento di più di 2 miliardi di dollari, e più recentemente il gasdotto Nord Stream per il quale ha rivestito il ruolo di Mandated lead arranger nel finanziamento sindacato per un totale di 3,7 miliardi di euro e ha finanziato per 480 milioni di euro aziende italiane, coinvolte nel progetto nel Porto Bay.
TANTE OPERAZIONI DI CREDITO. Nelle operazioni di trade finance, syndicated loans e project financing, Intesa Sanpaolo collabora con tutte le più grandi banche e industrie russe. Operazioni di credito di importo rilevante sono state concluse negli ultimi anni con Gazprom, Rusal, Rosneft, Evraz Group, Mechel, Metalloinvest, Nlmk, Sual, Suek, Tatneft, Aeroflot, Hs Sukhoi, Alrosa, Ferrovie Russe, Sibur, Lukoil, Severstal, Ogk-5, Salavatnefteorgsintez e le prime banche del Paese Sberbank, Vtb, Vnesheconombank e Gazprombank.
Dalla Russia 15,3 milioni di turisti (record per i Brics)
La Russia è anche un punto di riferimento per l’offerta turistica italiana con grandi possibilità di sviluppo. Secondo un rapporto diffuso dal ministero degli Esteri italiano e redatto in collaborazione con l’Agenzia nazionale del turismo, nel 2012 più di 15,3 milioni di turisti russi si sono recati all’estero, 6% in più rispetto al 2011. I flussi turistici in uscita sono i primi, come entità, nell’ambito dei Paesi Brics: i russi fanno 1,3 volte più viaggi all’estero dei cinesi, 3,4 rispetto agli indiani e 4,6 in più dei brasiliani. Il numero dei viaggiatori è aumentato negli ultimi cinque anni del 50%, (rispetto al 41% dei cinesi). Il margine di crescita del mercato rimane ancora ampio, poiché attualmente solo il 15% dei 141 milioni di abitanti della Russia viaggia all’estero.
PER L’ITALIA VALE 1,1 MLD DI EURO. Secondo i dati di Banca d’Italia, la spesa turistica russa in Italia nel 2012 è stata pari a 1,191 miliardi di euro (nel 2011 era stata di 925 milioni). Italia e Russia hanno dichiarato il 2013-14 l’Anno del turismo incrociato italo-russo, con l’obiettivo di aumentare i flussi turistici nelle due direzioni. «Saremo la locomotiva che porterà l’Europa fuori dalla crisi» aveva dichiarato nel corso di una visita in Italia Oleg Aksyutin, amministratore delegato della società South Stream Transport che si occupa della costruzione del gasdotto.
Nella crisi ucraina, la condotta del rigore nei confronti di Mosca è un lusso che forse l’Europa occidentale non può permettersi.
http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... co-perche/......ma siamo certi che sia opportuno x il ns paese associarsi x imposizioni di sanzioni che possono prb avere effetti negativi sul ns sistema economico quanto mai asfittico????
![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)