WOW ... Travaglio particolarmente micidiale, oggi su Il Fatto Quotidiano
![Clown [:o)]](./images/smilies/UF/icon_smile_clown.gif)
La rivespata
di Marco Travaglio
La prima cena chez Vespa, quella che riuniva B.
e figlia Marina, Piercasinando, Geronzi,
Draghi, Letta-Letta e signora, il cardinal
Bertone e ovviamente Bruno con la sora
Augusta, ha ingelosito a morte tutto il resto del
generone romano (a parte Tremonti, che ha tenuto a
precisare di preferire un panino solitario al
ministero, e Fini, che ha declinato l’invito nel timore
di un avvelenamento). Così l’insetto paraninfo ha
apparecchiato una seconda cenetta per gli esclusi
dalla prima: praticamente gli s****ti, il cui numero è
legione. Viene in mente “Lo shampoo” di Gaber che,
nella seconda strofa, attacca con voce roca: “Seconda
p a s s a t a . . .”. Ecco: alla seconda passata portaportese,
un’ammucchiatina sulla terrazza di Propaganda Fide,
si accalcavano sgomitanti – informa l’autore vole
Signorini – Renato Schifani, l’ex autista ed ex
avvocato di mafiosi (anch’essi di seconda fila)
divenuto inopinatamente presidente del Senato; il
capogruppo Gasparri col suo concentrato di neuroni
e il dioscuro Cicchitto eccezionalmente
scappucciato; i ministri pro tempore (ancora per
poco) Gnazio La Rissa, Matteoli, Prestigiacomo,
Galan e persino uno smunto Angelino Jolie, ridotto a
larva umana dopo l’ottantesima riscrittura della legge
bavaglio. Completavano il quadro la Renata
Spolverini e un mazzetto di uomini Rai, come il dg
Masi con nuova squinzia al seguito, i resti di Noisette
Del Noce e il sempre elegante Augusto Minzolini, il
lord Brummel de noantri, coi pantaloni aperti per
ogni evenienza. In rappresentanza della sinistra
estinta c’erano Fausto Bertinotti e la sora Lella,
sempre graditi con tutto quel che han fatto per la
destra. E poi una spruzzata di prenditori, tipo
Bellavista Caltagirone, Giovannino Malagò e Moretti
Polegato. Se la prima cena esclusiva, all’insegna
dell’austerità e dell’alta politica, ha subito prodotto i
risultati sperati (il ritorno di fregola fra Silvio e Pier e
l’emendamento salva-Geronzi dell’on. Latronico, un
nome una vocazione), la seconda passata è scivolata
via così, sanza infamia e sanza lode. Pare che fosse
tutto un trillare di cellulari, un concertone di
suonerie pacchiane e uno schiamazzare in dolce stil
novo a base di “ahò”, “te possino”, “chi nun more se
r ivede”, “li mortacci tua”, un viavai di parvenu da ora
di punta che ingollavano pesce crudo,
mezzemaniche e calamaretti aiutandosi con le mani e
pulendosi con la cravatta. Il Masi non stava fermo un
minuto, sempre al telefono col direttore di Rai2
Massimo Liofredi, il cotonato con l’attaccatura bassa
che resiste impavido agli assalti della Petruni per
difendere la sua rete e completarne la distruzione
senza intoppi. Insomma una seratina elegante,
raffinata, stilosa, di quelle che opportunamente
pubblicizzate potrebbero portare la Lega al 30 per
cento. Spiccava l’assenza di qualunque traccia del Pd.
Il che potrebbe anche essere un titolo di merito
(certi inviti, diceva Longanesi, non basta rifiutarli:
bisogna proprio non riceverli), sempreché si tratti di
una scelta ponderata e non di una dimenticanza. Già,
perché c’è pure il caso che l’insetto, sempre così
sensibile al potere, si sia scordato i piddini perché
non contano più nulla. Come certi mariti distratti che
dimenticano le mogli all’autogrill. Del resto questa
crisi epocale da fine impero prescinde totalmente dal
centrosinistra. Ministri e sottosegretari cadono l’uno
dopo l’altro per volontà di Fini, non del Pd. Bersani,
che ormai parla come Giovanni Rana, è segnalato
negli States, forse per contribuire al crollo della
popolarità di Obama (ne sa qualcosa Ségolène Royal,
che si giocò le ultime chance presidenziali quando
Fassino andò a darle una mano contro Sarkozy). Né
lui né D’Alema, per non disturbare, han detto una
parola chiara sulla condanna in appello di Dell’Utr i.
Anzi, Max s’è precipitato in soccorso di B. con la
proposta di un bel governo di larghe intese. Al punto
che non si comprende perché mai B. voglia
rimpiazzare Fini con quello smorfiosetto di Casini,
quando c’è il Pd a disposizione. Gratis.
R O T F L