Mi scuso per il mio tardivo intervento diretto, ma forse è meglio così, in modo che potessi valutare appieno le varie reazioni alla discussione. A suo tempo, un membro del forum mi ha chiesto di partecipare alla discussione, in quanto diretto interessato, ma la scarsità del tempo non mi ha permesso finora di impostare le mie argomentazioni nel modo dovuto…. In compenso vedo che l’hanno fatto molti altri. Devo dire che ha giocato anche il fattore di non essere particolarmente interessato ad intervenire, se non per “senso del dovere”. Perché? Perché sapevo che avrei dovuto affrontare i soliti luoghi comuni sulle persone come me e su tutti i movimenti o gli enti che in qualche modo ci difendono. E infatti, vedendo le reazioni dei partecipanti, devo dire che le mie aspettative non sono state smentite minimamente. Lasciamo perdere i commenti di due membri del forum, Ufologo555 e GreenWarrior, che non sono mai stati dalla parte di noi minoranze sessuali, e quindi anche questa volta non si sono smentiti. Loro hanno le loro idee e gliele lascio, dato che ne hanno diritto. Non sono certo loro che mi hanno irritato od offeso. Né sono stupito del fatto che solo Bliss e TTE hanno saputo dimostrare una mentalità aperta e progressista: persone come loro purtroppo sono ancora troppo rare, ma tant’è: mi devo accontentare e ringraziare di non essere nato in Iran, dove quelli come me vengono massacrati quotidianamente dal fanatismo religioso. E devo ringraziare anche di non vivere a Roma, dove i gay vengono picchiati per la strada spesso e volentieri. Certo, forse i fascisti ci penserebbero due volte a picchiare uno come me o i miei amici, anche più massicci di me. In ogni caso, mi sono annoiato a sentire i soliti luoghi comuni da parte di alcuni, conditi da una buona dose di ipocrisia che sostanzialmente voleva dire sempre la stessa cosa: gli omosessuali mi vanno bene fino a quando non li vedo per strada! Fino a quando non sono visibili nella vita di tutti i giorni, fino a quando non li vedo esprimere i loro sentimenti, fare le loro vite assieme a quelle di tutti gli altri, mescolarsi alle persone “normali” ed esprimere il loro stile di vita nella cultura collettiva. È la vecchia storia del “non sono io che sono razzista, sei tu che sei negro!” La vera essenza dell’ipocrisia: far finta di essere “buoni” senza impegnarsi minimamente a farlo, nemmeno con i pensieri e nemmeno con le parole, dato che le parole di molti qui, tradivano l’incapacità di essere veramente aperti con i “diversi” come me. Basti, almeno al momento, citare i commenti impietosi che ho sentito esprimere sul conto dell’Ikea. Secondo certe persone qua, la pubblicità dell’Ikea sarebbe stata “squallida e vergognosa”. Perché? Perché quella pubblicità sarebbe così repellente, mentre le altre no? Nessuno si è degnato di spiegarlo. Ed è naturale il perché: nessuno voleva ammettere che trovava “squallida” quella pubblicità per il fatto che presentava come “famiglia” due maschi che si tengono per mano…. tutto là. Il resto è solo ipocrisia. Non venitemi a dire che era “una bassa operazione di accalappiaggio commerciale” e altre banalità del genere. I pubblicitari fanno il loro mestiere, che è quello di reclamizzare i prodotti presso quelle categorie che possono essere più facilmente interessate al prodotto. I mobili li compra chi si fa la casa o la ristruttura. Due persone o più che vanno a vivere assieme, si comprano i mobili. Se poi in queste categorie ce ne sono alcune che normalmente non si vedono degnate da pubblicità specifiche per loro, i pubblicitari più intelligenti faranno in modo di accontentare anche queste. Per questo l’Ikea, che è svedese, e viene perciò da un paese dove l’unione civile fra persone dello stesso sesso è riconosciuta da anni, ha pensato bene che era ora di dare una svegliatina anche agli italiani. Quindi l’Ikea ha fatto bene a fare la pubblicità che ha fatto, perché ha ricordato una volta di più che nella società moderna non ci sono solo le famiglie “legittime”, ma anche quelle “di fatto”, cioè che non sono riconosciute dallo Stato ma ESISTONO REALMENTE, anche se qualcuno qui ha fatto lo gnorri e si è attaccato al significato dei termini per negare la realtà…. E non solo esistono, ma sono TANTE! Ma torniamo al tema principale, poi parleremo anche del concetto di “famiglia”, dato che sembra che la cara Bliss si sia sgolata per niente a spiegare che tale termine cambia a seconda delle epoche e delle latitudini…. Così mi ritrovo a dover ripetere delle ovvietà che, chissà perché, nemmeno certe menti “laiche” sembrano afferrare… chissà perché! Non temete: ne avrò per tutti! Comunque ricominciamo da Giovanardi, che io proporrei di ribattezzare “Vecchiardi”, o forse anche peggio, dato che sembra che della Costituzione ne capisca di meno di uno scolaretto…. Quello che offende la Costituzione è lui, e non l’Ikea, per un semplicissimo fatto che il signor Giovanardi, come molti altri politici attuali, sembra aver dimenticato: la Costituzione, prima ancora di fondarsi sulla “famiglia” in senso cattolico-borghese, si fonda sulla libertà di pensiero ed espressione. Una verità molto scomoda per i clerico-fascisti come lui! Già, perché se uno vuole chiamare “famiglia” un gruppo di persone diverso dalla solita formula papàmammabambini, può farlo liberamente perché siamo IN UNO STATO UFFICIALMENTE DEMOCRATICO (in pratica però non proprio….) E OGNUNO È LIBERO DI ESPRIMERE IL PROPRIO PENSIERO LIBERAMENTE IN PUBBLICO. IL REATO DI OPINIONE DOVREBBE ESSERE BANDITO DA OGNI STATO DEMOCRATICO. Voglio chiedere: a quanti è venuto in mente, mentre dibattevate su questa discussione? L’Ikea aveva tutto il diritto di esprimere il suo concetto di famiglia, e serve a poco dire che lo Stato italiano si fonda sulla famiglia tradizionale composta da un uomo e una donna che procreano per vie naturali come vorrebbe la Chiesa Cattolica…. l’Ikea non è un istituzione statale, è una libera azienda e i politici non devono occuparsi di pubblicità, come non devono occuparsi di economia. E questo non è un principio di sinistra…. È un principio del liberalismo di destra! Quindi è Giovanardi che offende la Costituzione e non l’Ikea! Chiuso il discorso su quel vecchio clericale di Giovanardi. Ora passiamo al concetto di “famiglia”. Qualcuno qui ha detto che “da che mondo è mondo la famiglia si fonda sull’unione fra un uomo e una donna”. Ne consegue quindi, secondo lui, che l’unione fra due uomini, o fra due donne, non è “famiglia”, ma ne consegue che anche l’unione fra un uomo e due, tre, quattro donne come fra i musulmani non è “famiglia”, e neanche fra una donna e diversi uomini, come succede in India. Né nel caso in cui c’è un continuo scambio di coppie, come in certe popolazioni cosiddette “primitive”. Però la riproduzione c’è…. I figli ci sono anche in questi casi. Ma vediamo meglio questo gioco dei termini: sembra quasi che non si abbia il diritto di modificare il significato dei termini, dato che anche se fosse vero (ma non lo è) che la famiglia è questa istituzione statica, non significa che ADESSO non si possa cambiare il significato del termine, dato che le famiglie di fatto, oggi, non ricalcano questo modello. Anche perché, certe realtà, se non vogliamo chiamarle “famiglie”; come vogliamo chiamarle, se è lecito sapere? Una coppia di donne con figli nati per fecondazione artificiale come la vogliamo chiamare? Covo lesbico? Nidiata contro-natura? Prego, spiegare cosa si vuole fare di queste “non-famiglie”…. Ma vi rendete conto ormai noi italiani a momenti saremo l’unico paese dell’Occidente che non avrà nessuna legge di riconoscimento delle famiglie di fatto e delle unioni omosessuali? Credo che nell’Unione Europea, gli unici stati che non hanno riconoscimento legale delle coppie gay-lesbiche sono la Grecia, la Polonia, Malta e, appunto, l’Italia. Come dire: i quattro paesi più retrogradi e arretrati d’Europa! Persino paesi come il Paraguay, l’Argentina e il Messico permettono l’unione civile fra persone dello stesso sesso! Mi fermo qua per il momento…. Altrimenti i fumi mi salirebbero troppo e finirei per dire degli spropositi….
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