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ubatuba ha scritto:


L'articolo di Sergio Di Cori Modigliani pubblicato oggi sul blog, è tutto da leggere: http://goo.gl/FIIQG
Vi riporto uno stralcio molto interessante:
"Il 3 agosto, con un anticipo rispetto alla scadenza di 16 mesi, la presidente della Repubblica Argentina, Cristina Kirchner, si presenta alla sede di Manhattan del FMI con il suo ministro dell’economia e il ministro degli esteri ecuadoregno Patino, in rappresentanza di “Alba” (acronimo che sta per Alianza Laburista Bolivariana America), l’unione economica tra Ecuador, Colombia e Venezuela. La Kirchner si fa fotografare e riprendere dalle televisioni con un gigantesco cartellone che mostra un assegno di 12 miliardi di euro intestato al FMI con scadenza 31 dicembre 2013, che il governo argentino ha versato poche ore prima. “Con questa tranche, l'Argentina ha dimostrato di essere solvibile, di essere una nazione responsabile, attendibile e affidabile per chiunque voglia investire i propri soldi. Nel 2003 andammo in default per 112 miliardi di dollari, ma ci rifiutammo di chiedere la cancellazione del debito: scegliemmo la dichiarazione ufficiale di bancarotta e chiedemmo dieci anni di tempo per restituire i soldi a tutti, compresi gli interessi. Per dieci, lunghi anni, abbiamo vissuto nel limbo. Per dieci, lunghi anni, abbiamo protestato, contestato e combattuto contro le decisioni del FMI che voleva imporci misure restrittive di rigore economico sostenendo che fossero l’unica strada. Noi abbiamo seguito una strada opposta: quella del keynesismo basato sul bilancio sociale, sul benessere equo sostenibile e sugli investimenti in infrastrutture, ricerca, innovazione, investendo invece di tagliare. Abbiamo risolto i nostri problemi. Ci siamo ripresi e siamo in grado di saldare l’ultima tranche con 16 mesi di anticipo. Le idee del FMI e della Banca Mondiale sono idee errate, sbagliate. Lo erano allora, lo sono ancor di più oggi. Chi vuole operare, imprendere, creare lavoro e ricchezza, è benvenuto in Argentina: siamo una nazione che ha dimostrato di essere solvibile, quindi pretendiamo rispetto e fedeltà alle norme e alle regole, da parte di tutti, dato che abbiamo dimostrato, noi per primi, di rispettare i dispositivi del diritto internazionale.”. Subito dopo la Kirchner ha presentato una denuncia formale contro la Gran Bretagna e gli Usa al WTO, coinvolgendo il FMI grazie ai file messi a disposizione da Wikileaks, cioè Assange. L’Argentina ha saldato i debiti, ma adesso vuole i danni. Con gli interessi composti."


http://www.facebook.com/beppegrillo.it/ ... 9676536545


notizia che dimostrerebbe che possono essere seguite politiche non vessatorie sia in fatto di tassazione sia nel sociale,x uscire dalla crisi,e trovo alquanto strano che nessun tipo di informazione abbia accennato a questo evento,solo nella serata di ieri nel programma quinta colonna,qualkuno ne ha parlato....


Naturalmente NESSUNO TRA I MEDIA DEL MAINSTREAM venduto
ha fatto accenno a questa clamorosa notizia..... evvè? [}:)]

Maledetti.....



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 11/09/2012, 17:50 
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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
ubatuba ha scritto:


L'articolo di Sergio Di Cori Modigliani pubblicato oggi sul blog, è tutto da leggere: http://goo.gl/FIIQG
Vi riporto uno stralcio molto interessante:
"Il 3 agosto, con un anticipo rispetto alla scadenza di 16 mesi, la presidente della Repubblica Argentina, Cristina Kirchner, si presenta alla sede di Manhattan del FMI con il suo ministro dell’economia e il ministro degli esteri ecuadoregno Patino, in rappresentanza di “Alba” (acronimo che sta per Alianza Laburista Bolivariana America), l’unione economica tra Ecuador, Colombia e Venezuela. La Kirchner si fa fotografare e riprendere dalle televisioni con un gigantesco cartellone che mostra un assegno di 12 miliardi di euro intestato al FMI con scadenza 31 dicembre 2013, che il governo argentino ha versato poche ore prima. “Con questa tranche, l'Argentina ha dimostrato di essere solvibile, di essere una nazione responsabile, attendibile e affidabile per chiunque voglia investire i propri soldi. Nel 2003 andammo in default per 112 miliardi di dollari, ma ci rifiutammo di chiedere la cancellazione del debito: scegliemmo la dichiarazione ufficiale di bancarotta e chiedemmo dieci anni di tempo per restituire i soldi a tutti, compresi gli interessi. Per dieci, lunghi anni, abbiamo vissuto nel limbo. Per dieci, lunghi anni, abbiamo protestato, contestato e combattuto contro le decisioni del FMI che voleva imporci misure restrittive di rigore economico sostenendo che fossero l’unica strada. Noi abbiamo seguito una strada opposta: quella del keynesismo basato sul bilancio sociale, sul benessere equo sostenibile e sugli investimenti in infrastrutture, ricerca, innovazione, investendo invece di tagliare. Abbiamo risolto i nostri problemi. Ci siamo ripresi e siamo in grado di saldare l’ultima tranche con 16 mesi di anticipo. Le idee del FMI e della Banca Mondiale sono idee errate, sbagliate. Lo erano allora, lo sono ancor di più oggi. Chi vuole operare, imprendere, creare lavoro e ricchezza, è benvenuto in Argentina: siamo una nazione che ha dimostrato di essere solvibile, quindi pretendiamo rispetto e fedeltà alle norme e alle regole, da parte di tutti, dato che abbiamo dimostrato, noi per primi, di rispettare i dispositivi del diritto internazionale.”. Subito dopo la Kirchner ha presentato una denuncia formale contro la Gran Bretagna e gli Usa al WTO, coinvolgendo il FMI grazie ai file messi a disposizione da Wikileaks, cioè Assange. L’Argentina ha saldato i debiti, ma adesso vuole i danni. Con gli interessi composti."


http://www.facebook.com/beppegrillo.it/ ... 9676536545


notizia che dimostrerebbe che possono essere seguite politiche non vessatorie sia in fatto di tassazione sia nel sociale,x uscire dalla crisi,e trovo alquanto strano che nessun tipo di informazione abbia accennato a questo evento,solo nella serata di ieri nel programma quinta colonna,qualkuno ne ha parlato....


Naturalmente NESSUNO TRA I MEDIA DEL MAINSTREAM venduto
ha fatto accenno a questa clamorosa notizia..... evvè? [}:)]

Maledetti.....


..solo tramite internet,magari,si possono fare giungere determinate notizie,che naturalemte verrebbero nascoste dall'informazione collusa............................. [:(!]


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Il titolo del video è fuorviante.....

La Lega NON propone un Referendum sull'Euro
(intesso come rimanere con questa moneta oppure no).

Ma propone la divisione dell'Italia in due blocchi distinti.

In uno di questi due blocchi, cioè il NORD, rimane l'Euro così com'è,
in quanto le regioni del Nord (secondo Maroni e quanche economista
d'accatto), possiedono i "requisiti" per rimanerci (pareggio di bilancio
regionale, produttività, etc etc)....

Mentre nell'altro blocco, cioè il Centro e il Sud d'Italia, potranno essere
confinate (magari con un muro in stile "Berlino") tra i paesi "periferici"
dell'Eurozona, con la moneta che più gli aggrada.


Complimenti davvero....... [V]



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Thethirdeye ha scritto:

Il titolo del video è fuorviante.....

La Lega NON propone un Referendum sull'Euro
(intesso come rimanere con questa moneta oppure no).

Ma propone la divisione dell'Italia in due blocchi distinti.

In uno di questi due blocchi, cioè il NORD, rimane l'Euro così com'è,
in quanto le regioni del Nord (secondo Maroni e quanche economista
d'accatto), possiedono i "requisiti" per rimanerci (pareggio di bilancio
regionale, produttività, etc etc)....

Mentre nell'altro blocco, cioè il Centro e il Sud d'Italia, potranno essere
confinate (magari con un muro in stile "Berlino") tra i paesi "periferici"
dell'Eurozona, con la moneta che più gli aggrada.


Complimenti davvero....... [V]


E' un idea riproposta. Se ne parlava già poco prima dell' avvento dell' euro.
Non era una cattiva idea allora, non lo è nemmeno adesso. Nella precedente proposta si parlava di un Italia a due velocità, una nell' euro e l' altra con la lira in modo da attirare investimenti e rissolevare la propria economia, per poi aderire successivamente alla moneta unica.



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greenwarrior ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

Il titolo del video è fuorviante.....

La Lega NON propone un Referendum sull'Euro
(intesso come rimanere con questa moneta oppure no).

Ma propone la divisione dell'Italia in due blocchi distinti.

In uno di questi due blocchi, cioè il NORD, rimane l'Euro così com'è,
in quanto le regioni del Nord (secondo Maroni e quanche economista
d'accatto), possiedono i "requisiti" per rimanerci (pareggio di bilancio
regionale, produttività, etc etc)....

Mentre nell'altro blocco, cioè il Centro e il Sud d'Italia, potranno essere
confinate (magari con un muro in stile "Berlino") tra i paesi "periferici"
dell'Eurozona, con la moneta che più gli aggrada.


Complimenti davvero....... [V]


E' un idea riproposta. Se ne parlava già poco prima dell' avvento dell' euro.
Non era una cattiva idea allora, non lo è nemmeno adesso. Nella precedente proposta si parlava di un Italia a due velocità, una nell' euro e l' altra con la lira in modo da attirare investimenti e rissolevare la propria economia, per poi aderire successivamente alla moneta unica.


Perchè non farlo con tutto lo stivale allora? Un Italia con la lira per risollevare la propria economia e poi (forse) aderire alla moneta unica.

Tra l'altro mi sembra che oggi come oggi diversi paesi, soprattutto dell'est, che forse qualche anno fa facevano la coda per entrare nell'euro ci stiano ripensando alla grande.

Che abbiano mangiato la foglia???

[}:)]



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MessaggioInviato: 15/09/2012, 18:13 
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Thethirdeye ha scritto:

Il titolo del video è fuorviante.....

La Lega NON propone un Referendum sull'Euro
(intesso come rimanere con questa moneta oppure no).

Ma propone la divisione dell'Italia in due blocchi distinti.

In uno di questi due blocchi, cioè il NORD, rimane l'Euro così com'è,
in quanto le regioni del Nord (secondo Maroni e quanche economista
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Mentre nell'altro blocco, cioè il Centro e il Sud d'Italia, potranno essere
confinate (magari con un muro in stile "Berlino") tra i paesi "periferici"
dell'Eurozona, con la moneta che più gli aggrada.


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Ma scusate ma questi leghisti ancora si pongono sul piedistallo? Io sono della provincia di Salerno e non vi nascondo che avevo simpatia per la lega e condividevo quasi tutto ciò che dicevano ma in fondo si son dimostrati come tutti gli altri politici da strapazzo che ci governano (Berlusconi escluso :>) dunque ripeto da quale pulpito questi parlano di separazione? Siate seri non fate ridere i polli.



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Atlanticus81 ha scritto:

Perchè non farlo con tutto lo stivale allora? Un Italia con la lira per risollevare la propria economia e poi (forse) aderire alla moneta unica.

Tra l'altro mi sembra che oggi come oggi diversi paesi, soprattutto dell'est, che forse qualche anno fa facevano la coda per entrare nell'euro ci stiano ripensando alla grande.

Che abbiano mangiato la foglia???

[}:)]


Quoto.

Sarebbe la cosa più sensata......
Ma la Lega pensa ancora agli interessi dei "nordisti"...
Senza pensare che siamo TUTTI nella stessa barca.. e che il tempo è pochissimo.

Domanda: ma un Referendum serio sull'uscita dall'Euro, non lo propone nessuno?
Ma che bisogna fare per far muovere le chiappe a questi politici incapaci ed inetti?



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Non basta bisognerebbe fare un referendum per cambiare la politica monetaria e tornare alla moneta di proprietà dell ostato allora si -_-



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MaxpoweR ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

Il titolo del video è fuorviante.....

La Lega NON propone un Referendum sull'Euro
(intesso come rimanere con questa moneta oppure no).

Ma propone la divisione dell'Italia in due blocchi distinti.

In uno di questi due blocchi, cioè il NORD, rimane l'Euro così com'è,
in quanto le regioni del Nord (secondo Maroni e quanche economista
d'accatto), possiedono i "requisiti" per rimanerci (pareggio di bilancio
regionale, produttività, etc etc)....

Mentre nell'altro blocco, cioè il Centro e il Sud d'Italia, potranno essere
confinate (magari con un muro in stile "Berlino") tra i paesi "periferici"
dell'Eurozona, con la moneta che più gli aggrada.


Complimenti davvero....... [V]


Ma scusate ma questi leghisti ancora si pongono sul piedistallo? Io sono della provincia di Salerno e non vi nascondo che avevo simpatia per la lega e condividevo quasi tutto ciò che dicevano ma in fondo si son dimostrati come tutti gli altri politici da strapazzo che ci governano (Berlusconi escluso :>) dunque ripeto da quale pulpito questi parlano di separazione? Siate seri non fate ridere i polli.


Non tutti e quelli che lo hanno fatto sono stati spediti a casa.
Nella Lega non si parlà più di secessione da un pezzo ma di un vero federalismo.
Il discorso delle due monete e puramente economico e serve per portare il sud ai livelli strutturali del nord.
L' economia del nord è in grado di reggere alle restrizioni imposte dall' euro, il sud no e allora il sud con la lira e svincolata dai patti di stabilità puo attirare investimenti che la porterebbero ad uniformare l' economia dell' intero paese.



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MessaggioInviato: 15/09/2012, 18:58 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Non basta bisognerebbe fare un referendum per cambiare la politica monetaria e tornare alla moneta di proprietà dell ostato allora si -_-


Assolutamente d'accordo....

Anche perchè l'America (cioè la FED) STAMPA denaro da un secolo...
e se ne frega altamente del debito pubblico. Come se ne frega il Giappone...
che ha il rapporto debito Pil doppio rispetto a noi.

Noi invece il denaro lo dobbiamo "comprare" dalla BCE e dall'FMI.

Speriamo che l'ItaGlia si svegli al più presto....
perchè la situazione è davvero tragica...



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Thethirdeye ha scritto:

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Atlanticus81 ha scritto:

Perchè non farlo con tutto lo stivale allora? Un Italia con la lira per risollevare la propria economia e poi (forse) aderire alla moneta unica.

Tra l'altro mi sembra che oggi come oggi diversi paesi, soprattutto dell'est, che forse qualche anno fa facevano la coda per entrare nell'euro ci stiano ripensando alla grande.

Che abbiano mangiato la foglia???

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Sarebbe la cosa più sensata......
Ma la Lega pensa ancora agli interessi dei "nordisti"...
Senza pensare che siamo TUTTI nella stessa barca.. e che il tempo è pochissimo.

Domanda: ma un Referendum serio sull'uscita dall'Euro, non lo propone nessuno?
Ma che bisogna fare per far muovere le chiappe a questi politici incapaci ed inetti?


Fare gli interessi dei nordisti come li chiami tu, significa salvare la barca che affonda. E' inutile star qui a discutere, la verità è questa e se un movimento ha cambiato politica cercando soluzioni nuove che possano giovare al paese, non vedo perchè al primo accenno di proposta ci si debba buttare a capofitto nella retorica nord vs sud.

Sono in linea di massima daccordo sull' ipotesi di uscire dall' euro all' unisono.


Ultima modifica di greenwarrior il 15/09/2012, 19:03, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
greenwarrior ha scritto:
Fare gli interessi dei nordisti come li chiami tu, significa salvare la barca che affonda.


Scusami Green... ma io non lo credo.

Serve semmai a salvare una parte della barca.
E non è neanche detto, ironia della sorte, che sia la parte
che si trova a nord...perchè se esce solo il centro e il sud
(stiamo naturalmente parlando in linea teorica), potrebbe
essere comunque difficile per il nord rimenere nell'Euro...
visti i chiari di Luna... [;)]

Inoltre, per uscire dall'Euro, dobbiamo essere tutti compatti
ed uniti. Cosa che alla Lega non interessa.....



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LA TRAPPOLA DELL’ EURO

il punto di di ALBERTO BAGNAI

Fonte: http://www.altrainformazione.it/wp/2012 ... dell-euro/

Un paio di anni fa la crisi dell’eurozona entrava nella sua fase acuta, dalla quale ad oggi non siamo ancora usciti. Il timore (usando un eufemismo) per le sue possibili conseguenze sociali e politiche mi spingeva ad affiancare alla mia attività di ricerca e insegnamento un’opera di divulgazione, sulla base della convinzione che l’unica remota possibilità di scongiurare esiti violenti e autoritari della crisi in corso passasse attraverso la diffusione di un’informazione fattualmente corretta. Risulta purtroppo difficile considerare tale quella diffusa dalla totalità dei mezzi di informazione italiani, nei quali elementi fattuali palesi vengono sistematicamente distorti, naturalmente in un’unica direzione, quella favorevole al progetto di unione monetaria.

Due anni dopo questo lavoro faticoso ma appassionante comincia a dare i suoi frutti, e fra questi il più importante è quello di avermi fatto capire che non ero solo. Tanti altri italiani dubitavano già del fatto che l’ingresso nell’euro fosse stata una scelta opportuna, e alcuni si erano già espressi in questo senso (fra questi Marino e Fabrizio), ma a molti mancavano le parole, i dati, gli argomenti teorici che confermassero a un livello più ampio e scientificamente più rigoroso e coerente la sinistra sensazione che l’evidenza aneddotica di tutti i giorni proponeva loro con spiacevole insistenza: quella di aver preso una colossale fregatura. Il dialogo con tutte queste persone è stato uno stimolo prezioso: mi ha permesso di misurare e valicare la distanza (non così ampia) che separava il cittadino comune dalla comprensione di fatti relativamente semplici e assolutamente ovvi per gli addetti ai lavori; mi ha fornito i mezzi per comunicare in modo sempre più efficace “la follia dell’euro” (dal titolo di un lavoro dell’amico Tony Thirlwall); mi ha dato l’energia necessaria per aiutare un numero crescente di persone a combattere nel proprio ambiente una dura battaglia quotidiana contro il “luogocomunismo”, quella funesta ideologia che a colpi di slogan (“l’euro ci ha salvato dalla crisi! l’euro ci ha dato stabilità!”), tanto facili da assimilare quanto scollati dalla realtà dei fatti, ha ucciso le menti di milioni di italiani, ostacolando un dialogo aperto e mettendo così a rischio la possibilità di una gestione democratica e consapevole della crisi.

Una tappa per me particolarmente significativa di questo percorso è stato l’incontro con Marino alla fine dello scorso anno (in un anno di lavoro convulso è sempre mancata l’occasione di conoscere anche Fabrizio). Marino possiede tre qualità preziose: una visione che a me pare estremamente lucida del quadro politico europeo, dalla quale consegue un giusto scetticismo verso “sogni” e “visioni europee” dei nostri illuminati governanti (quelli che ci hanno messo in questo disastro ignorando volutamente gli ammonimenti della professione economica); una lunga consuetudine col metodo scientifico, che gli consente di strutturare in modo rigoroso il ragionamento, e di stimolare il suo interlocutore ad articolare in modo compiuto i suoi argomenti (qualità della quale sono spesso stato vittima); infine, e questa forse è la qualità più preziosa, Marino non è un economista, il che gli permette di mantenere quella freschezza e indipendenza di giudizio che spesso manca al “professionista” dell’economia, il cui pensiero spesso si coagula, involontariamente ma inesorabilmente, intorno a categorie stereotipate. I più feroci “luogocomunisti”, duole ammetterlo, si annidano proprio nella professione economica.

Una delle intuizioni a mio parere più profonde di Marino e Fabrizio è anche, se vogliamo, la più ovvia (tanto ovvia che, naturalmente, ben pochi la prendono in considerazione): la valutazione dei costi dell’uscita dall’euro deve risultare dal confronto fra scenari (è, come dicono gli economisti, un’analisi “controfattuale”), il che comporta che ai costi dell’uscita vadano sottratti i costi della permanenza. Calata nella cronaca di questi giorni, questa intuizione ci suggerisce che lo stillicidio dello spread altro non è che un pagamento anticipato per il costo che gli investitori dovrebbero sostenere se l’euro si sfaldasse. Di fatto, lo spread prezza il rischio di svalutazione sui titoli detenuti dagli investitori esteri. La conclusione che se ne trae è che noi stiamo già pagando il nostro biglietto di uscita dalla trappola… ma lo stiamo pagando per restare intrappolati! Forse, se si capisse appieno che stiamo già pagando i costi dell’uscita, diventerebbe più naturale pretendere che ci si appropri anche dei suoi benefici (svalutando effettivamente la nostra valuta e rilanciando così il commercio e l’economia, secondo i meccanismi che Marino e Fabrizio descrivono con precisione ed efficacia).

Condivido totalmente un’altra loro convinzione, quella che è utopistico attendere una svolta da una reazione politica articolata a livello transnazionale paneuropeo. Le classi lavoratrici dei singoli paesi europei stanno subendo una dopo l’altra i colpi di maglio dell’austerità, senza preoccuparsi minimamente di organizzare una reazione comune, senza averne gli strumenti, né le possibilità. La reazione alla macelleria sociale compiuta in Grecia è stata un timido “io speriamo che le la cavo”. Ma in assenza di una simile coscienza di classe europea, la logica della politica e quella dell’economia vogliono che alla segmentazione dei mercati del lavoro corrisponda una segmentazione delle valute nazionali, senza la quale qualsiasi shock esterno fatalmente si tradurrà in una richiesta di “svalutazione interna”, cioè di taglio dei salari. In termini politici, Marino e Fabrizio pongono nei termini più corretti e razionali il tema del recupero del concetto di sovranità nazionale come condizione imprescindibile per l’attuazione di politiche di contrasto allo strapotere del capitalismo finanziario. Una riflessione estremamente coraggiosa in un paese nel quale perfino (anzi, soprattutto!) la sinistra “di sinistra”, mentre bolla come “nazionalismo” qualsiasi riflessione critica sulla (illusoria) razionalità dell’euro, continua a favoleggiare di un (altrettanto illusorio) “sindacato europeo”, quando non esistono, perché nessuno ha voluto che esistessero, un sistema educativo, un mercato del lavoro, e un sistema previdenziale europeo. Il capitalismo del Nord, del resto, ha lucrato proprio sulle divergenze fra i paesi (secondo il meccanismo ben individuato da Roberto Frenkel, del quale Marino e Fabrizio danno conto nella parte quinta del testo), ed è difficile e soprattutto ingenuo aspettarsi la sua collaborazione a un progetto che riduca efficacemente queste divergenze.

Scorrendo il testo constato con un certo orgoglio quanto Marino e Fabrizio citino la mia opera di divulgazione, e sono loro grato per l’attenzione che hanno dato al mio lavoro. Devo dire che sono quasi in imbarazzo, perché in fondo continua a sembrarmi strano di esser tanto citato e tanto ringraziato per aver detto cose che a me (e ai migliori colleghi esteri) sembrano tanto ovvie, cose che, come non mi stanco di ripetere, sono in tutti i libri di testo. Ma, chissà, forse queste cose tanto ovvie non sono, certamente in Italia c’era bisogno di ribadirle, e probabilmente nel nostro paese occorre ancora un po’ di incoscienza per esporsi così. Mi sembra doveroso contraccambiare notando come gli articoli di maggior successo del mio blog siano quasi tutti nati da stimoli ricevuti da Marino e Fabrizio. Il loro intuito nell’individuare quali fossero le domande più pressanti per il cittadino comune è stato un elemento importante per il successo della mia opera di divulgazione. Auguro altrettanto e più successo a questa loro fatica, che certamente lo merita, e che certamente contribuirà a riequilibrare nel senso della verità dei fatti il dibattito su un tema così importante per le vite nostre e dei nostri figli.

Tratto da: Marino Badiale – Fabrizio Tringali "La trappola dell’euro – La crisi, le cause, le conseguenze, la via d’uscita"

Sinossi: Un’analisi che svela i motivi per cui le ragioni della crisi dell’eurozona vanno ricercate nell’appartenenza stessa alla moneta unica e nelle spinte alla libera circolazione di merci, servizi e capitali di cui è intrisa l’intera architettura dell’Unione Europea.
Il testo descrive i nessi e i legami fra l’euro e la necessità di introdurre riforme regressive nel mondo del lavoro, fra il “fiscal compact”, le proposte per una nuova governance della UE e le modifiche costituzionali in corso, fra la crisi economica e quella politica e dei partiti, e mette in luce le conseguenze di tutto ciò in termini di depauperamento delle condizioni di vita dei ceti medi e popolari, e di restringimento degli spazi di democrazia.
Gli autori criticano le proposte di maggiore integrazione politica ed indicano la via d’uscita dalla crisi nell’abbandono della moneta unica e dell’Unione Europea, fornendo risposte chiare a tutte le principali obiezioni a questa proposta che finora sono emerse nel dibattito pubblico.

Non manca uno sguardo al sistema politico attuale, ed alle novità che presenta, dalla nascita di soggetti politici potenzialmente in grado di scompaginarne gli assetti, al consolidamento di idee e proposte che da tempo stanno emergendo dalla società civile, come quelle incentrate sul concetto di “decrescita”.

Prefazione di Alberto Bagnai.

Attenzione: Il testo di questo libro è ricco di note e riferimenti documentali. Molti di questi rimandano a materiali leggibili o scaricabili in rete. Per facilitarne la consultazione, abbiamo predisposto un file pdf con l’elenco di tutte le note ed i links cliccabili. Per scaricarlo cliccare qui. Nella finestra che si apre cliccare "File -> Scarica" in alto a sinistra.

Nota bene: per poter cliccare sui link è necessario scaricare il file pdf, come indicato sopra (nella schermata che si apre si vede il testo, ma i link non sono cliccabili).

Il libro su Amazon:
http://www.amazon.it/trappola-delleuro- ... 739&sr=8-1

Il libro su feltrinelli.it (potete verificare la presenza del libro nella libreria della vostra città):
http://www.lafeltrinelli.it/products/97 ... ppola_dell’euro_La_crisi,_le_cause,_le_conseguenze,_la_via_d’uscita/Marino_Badiale.html

Pagina Facebook:
http://it-it.facebook.com/pages/La-trap ... 1077651906

IMPORTANTE, NOTA PER I LETTORI: Le tabelle riportate nel libro, alle pagg. 27 e 28, trattano i dati relativi a quattro Paesi europei (Francia, Germania, Italia e Spagna) e alla media di tutta l’Area Euro. A pagina 26, però, la lista dei Paesi è composta come segue: "Francia, Germania, Italia e Francia" (per un refuso viene ripetuto "Francia" invece di indicare "Spagna"). In ogni tabella è comunque presente una legenda che riporta correttamente i nomi dei Paesi cui si riferiscono i dati.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/09/2012, 20:25 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:
Fare gli interessi dei nordisti come li chiami tu, significa salvare la barca che affonda.


Scusami Green... ma io non lo credo.

Serve semmai a salvare una parte della barca.
E non è neanche detto, ironia della sorte, che sia la parte
che si trova a nord...perchè se esce solo il centro e il sud
(stiamo naturalmente parlando in linea teorica), potrebbe
essere comunque difficile per il nord rimenere nell'Euro...
visti i chiari di Luna... [;)]

Inoltre, per uscire dall'Euro, dobbiamo essere tutti compatti
ed uniti. Cosa che alla Lega non interessa.....


La Lega non disdegnerebbe l' uscita dall' euro del paese ma sa benissimo che sarà praticamente impossibile perchè i nemici comuni a tutto il paese sono a Roma ( vedi chi ci governa ) compreso il varesino Monti e i nordisti al governo..



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