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Se gli Stai Uniti attaccano la Siria anche noi saremo coinvolti e saremo presi di mira dalla Russia.


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SIRIA, LA DEMONIZZAZIONE PREVENTIVA

L’opera di demonizzazione preventiva è sempre la stessa. La si ritrova, ugualmente modulata, su tutti i quotidiani e in tutte le trasmissioni televisive, di destra come di sinistra. In quanto totalitario, il sistema della manipolazione organizzata e dell’industria culturale occupa integralmente la destra, il centro e la sinistra. Il messaggio dev’essere uno solo, indiscutibile. Armi chimiche, armi di distruzione di massa, violazione dei diritti umani: con queste accuse, la Siria è oggi presentata mediaticamente come l’inferno in terra; per questa via, si prepara ideologicamente l’opinione pubblica alla necessità del bombardamento, naturalmente in nome dei diritti umani e della democrazia (la solita foglia di fico per occultare la natura imperialistica delle aggressioni statunitensi).

DI DIEGO FUSARO
lospiffero.com

http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... reventiva/

Alla demonizzazione preventiva come preambolo del “bombardamento etico” siamo abituati fin dall’inizio di questa “quarta guerra mondiale” (cfr. C. Preve, La quarta guerra mondiale, All’insegna del Veltro, Parma 2008). Successiva ai due conflitti mondiali e alla “guerra fredda”, la presente guerra mondiale si è aperta nel 1989 ed è di ordine geopolitico e culturale: è condotta dalla “monarchia universale” – uso quest’espressione, che è di Kant, per etichettare la forza uscita vincitrice dalla guerra fredda – contro the rest of the world, contro tutti i popoli e le nazioni che non siano disposti a sottomettersi al suo dominio.

Iraq 1991, Jugoslavia 1999, Afghanistan 2001, Iraq 2004, Libia 2011: queste le principali fasi della nuova guerra mondiale come folle progetto di sottomissione dell’intero pianeta alla potenza militare, culturale ed economica della monarchia universale.

La Siria è il prossimo obiettivo. L’apparato dell’industria culturale si è già mobilitato, diffamando in ogni modo lo Stato siriano, in modo da porre in essere, a livello di opinione pubblica, le condizioni per il necessario bombardamento umanitario. Il presidente statunitense Obama non perde occasione per presentare la Siria come il luogo del terrorismo e delle armi di distruzione di massa, in modo che l’opinione pubblica occidentale sia pronta al bombardamento del nemico.
La provincia italiana – colonia della monarchia universale – ripete urbi et orbi il messaggio ideologico promosso dall’impero. È uno spettacolo vergognoso, la prova lampante (se ancora ve ne fosse bisogno) della subalternità culturale, oltre che geopolitica, dell’Italia e dell’Europa alla potenza mondiale che delegittima come terrorista la benemerita resistenza dei popoli e degli Stati che non si piegano al suo barbaro dominio.

Il primo passo da compiere, per legittimare l’invasione imperialistica camuffata da interventismo umanitario, resta la reductio ad Hitlerum di chi è a capo degli Stati da invadere, non a caso detti rogue States, “Stati canaglia” (in una totale delegittimazione a priori della loro stessa esistenza): da Saddam Hussein a Gheddafi, da Chavez ad Ahmadinejad, la carnevalata è sempre la stessa. Vengono ridotti a nuovo Hitler e a nuovo nazismo tutte le forze che non si pieghino al nomos dell’economia di cui è alfiere la monarchia universale.

Del resto, l’invenzione mediatica di sempre nuovi Hitler sanguinari si rivela immancabilmente funzionale all’attivazione del “modello Hiroshima”, ossia del bombardamento legittimato come male necessario. Dove c’è un Hitler, lì deve esserci anche una nuova Hiroshima. L’ideologia della pax romana costituisce una costante del corso storico. Ogni impero qualifica come pace la propria guerra e delegittima come terrorismo e barbarie quella dei resistenti. Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant: il vecchio adagio di Tacito non è mai stato tanto attuale.

La reductio ad Hitlerum si accompagna pressoché sempre all’impiego ideologico del concetto di umanità come titolo volto a giustificare – come già sapeva Carl Schmitt (cfr. Il concetto del politico) – l’ampliamento imperialistico. La guerra che si autoproclama umanitaria serve non solo a glorificare se stessa, ma anche a delegittimare il nemico, a cui è negata in principio la qualità stessa di uomo. Contro un nemico ridotto a Hitler e a essere non umano, il conflitto può allora essere spinto fino al massimo grado di disumanità, in una completa neutralizzazione di ogni dispositivo inibitorio di una violenza chiamata a esercitarsi in forma illimitata. Vale la pena di leggere il profetico passo di Schmitt: «Un imperialismo fondato su basi economiche cercherà naturalmente di creare una situazione mondiale nella quale esso possa impiegare apertamente, nella misura che gli è necessaria, i suoi strumenti economici di potere, come restrizione dei crediti, blocco delle materie prime, svalutazione della valuta straniera e così via. Esso considererà come violenza extraeconomica il tentativo di un popolo o di un altro gruppo umano di sottrarsi agli effetti di questi metodi “pacifici”». È questa l’essenza dell’odierna “quarta guerra mondiale”, puntualmente dichiarata contro i popoli che aspirano a sottrarsi all’imperialismo statunitense (e subito dichiarati terroristi, assassini, nemici dei diritti umani, “Stati canaglia”, ecc.).

In coerenza con la destoricizzazione tipica del nostro presente, l’epoca che si colloca sotto lo slogan dell’end of history, la dimensione storica viene sostituita, a livello di prestazione simbolica, ora dallo scontro religioso tra il Bene e il Male (identificati rispettivamente con l’Occidente a morfologia capitalistica e con le aree del pianeta che ancora resistono), ora dal canovaccio della commedia che, sempre uguale, viene impiegato per dare conto di quanto accade sullo scacchiere geopolitico: il popolo compattamente unito contro il dittatore sanguinario (Assad in Siria), il silenzio colpevole dell’Occidente, i dissidenti “buoni”, cui è riservato il diritto di parola, e, dulcis in fundo, l’intervento armato delle forze occidentali che donano la libertà al popolo e abbattono il dittatore mostrando con orgoglio al mondo intero il suo cadavere (Saddam Hussein, Gheddafi, ecc.).

Seguendo penosamente l’ideologia dominante, la sinistra italiana continua a rivelare, anche in questo, una subalternità culturale che farebbe ridere se non facesse piangere: da “L’Unità” a “Repubblica” l’allineamento con l’ideologia dominante è totale (ed è, per inciso, un’ulteriore prova a favore della tesi circa l’ormai avvenuta estinzione della dicotomia tra una destra e una sinistra perfettamente interscambiabili, composte da nietzscheani “ultimi uomini”). La parabola che porta dall’immenso Antonio Gramsci a Massimo D’Alema è sotto gli occhi di tutti e si commenta da sé.
Secondo questa patetica commedia, tutti i mali della società vengono imputati al feroce dittatore di turno (sempre identificato dal circo mediatico con il nuovo Hitler: da Saddam a Gheddafi, da Ahmadinejad a Chávez), che ancora non si è piegato alle sacre leggi di Monsieur le Capital; e, con movimento simmetrico, il popolo viene mediaticamente unificato come una sola forza che lotta per la propria libertà, ossia per la propria integrazione nel sistema della mondializzazione capitalistica.
Come se in Siria o a Cuba vi fossero solo dissidenti in attesa del bombardamento umanitario dell’Occidente! Come se la libertà coincidesse con la reificazione planetaria e con la violenza economica di marca capitalistica! Tra i molteplici esempi possibili, basti qui ricordare quello della blogger cubana Yoani Sánchez, ipocritamente presentata dal circo mediatico come se fosse l’unica voce autentica della Cuba castrista, la sola sostenitrice dell’unica libertà possibile (quella della società di mercato) dell’intera isola cubana.

L’aggressione imperialistica della monarchia universale può trionfalmente essere salutata come forma di interventismo umanitario, come gloriosa liberazione degli oppressi, essi stessi presentati come animati da un’unica passione politica: l’ingresso nel regime della produzione capitalistica e la sottomissione incondizionata alla monarchia universale.

La Siria, come si diceva, è uno dei prossimi obiettivi militari della monarchia universale. È, al momento, uno dei pochi Stati che ancora resistono alla loro annessione imperialistica all’ordine statunitense. E questo del tutto a prescindere dalla politica interna siriana, con tutti i suoi limiti lampanti, che nessuno si sogna di negare o anche solo di ridimensionare.
Con buona pace di Norberto Bobbio e di quanti, dopo di lui, si ostinano a legittimate le guerre “umanitarie” occidentali, la sola guerra legittima resta, oggi, quella di resistenza contro la barbarie imperialistica. Per questo, con buona pace del virtuoso coro politicamente corretto, addomesticato e gravido di ideologia, senza esitazioni occorre essere solidali con lo Stato siriano e con la sua eroica resistenza all’ormai prossima aggressione imperialistica.

La Siria, come Cuba e l’Iran, è uno Stato che resiste e che, così facendo, insegna anche a noi Occidentali che è possibile opporsi all’ordine globale che si pretende destinale e necessario. Diventa, allora, possibile sostenere degli Stati resistenti quanto Fenoglio, nel Partigiano Johnny, asseriva a proposito dei partigiani (anch’essi eroi della resistenza, come oggi i rogue States): “ecco l’importante: che ne restasse sempre uno”.


Diego Fusaro
Fonte: http://www.lospiffero.com
Link: http://www.lospiffero.com/cronache-marx ... 12188.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 28/08/2013, 08:22 
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Thethirdeye ha scritto:


SIRIA, LA DEMONIZZAZIONE PREVENTIVA

L’opera di demonizzazione preventiva è sempre la stessa. La si ritrova, ugualmente modulata, su tutti i quotidiani e in tutte le trasmissioni televisive, di destra come di sinistra. In quanto totalitario, il sistema della manipolazione organizzata e dell’industria culturale occupa integralmente la destra, il centro e la sinistra. Il messaggio dev’essere uno solo, indiscutibile. Armi chimiche, armi di distruzione di massa, violazione dei diritti umani: con queste accuse, la Siria è oggi presentata mediaticamente come l’inferno in terra; per questa via, si prepara ideologicamente l’opinione pubblica alla necessità del bombardamento, naturalmente in nome dei diritti umani e della democrazia (la solita foglia di fico per occultare la natura imperialistica delle aggressioni statunitensi).

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Alla demonizzazione preventiva come preambolo del “bombardamento etico” siamo abituati fin dall’inizio di questa “quarta guerra mondiale” (cfr. C. Preve, La quarta guerra mondiale, All’insegna del Veltro, Parma 2008). Successiva ai due conflitti mondiali e alla “guerra fredda”, la presente guerra mondiale si è aperta nel 1989 ed è di ordine geopolitico e culturale: è condotta dalla “monarchia universale” – uso quest’espressione, che è di Kant, per etichettare la forza uscita vincitrice dalla guerra fredda – contro the rest of the world, contro tutti i popoli e le nazioni che non siano disposti a sottomettersi al suo dominio.

Iraq 1991, Jugoslavia 1999, Afghanistan 2001, Iraq 2004, Libia 2011: queste le principali fasi della nuova guerra mondiale come folle progetto di sottomissione dell’intero pianeta alla potenza militare, culturale ed economica della monarchia universale.

La Siria è il prossimo obiettivo. L’apparato dell’industria culturale si è già mobilitato, diffamando in ogni modo lo Stato siriano, in modo da porre in essere, a livello di opinione pubblica, le condizioni per il necessario bombardamento umanitario. Il presidente statunitense Obama non perde occasione per presentare la Siria come il luogo del terrorismo e delle armi di distruzione di massa, in modo che l’opinione pubblica occidentale sia pronta al bombardamento del nemico.
La provincia italiana – colonia della monarchia universale – ripete urbi et orbi il messaggio ideologico promosso dall’impero. È uno spettacolo vergognoso, la prova lampante (se ancora ve ne fosse bisogno) della subalternità culturale, oltre che geopolitica, dell’Italia e dell’Europa alla potenza mondiale che delegittima come terrorista la benemerita resistenza dei popoli e degli Stati che non si piegano al suo barbaro dominio.

Il primo passo da compiere, per legittimare l’invasione imperialistica camuffata da interventismo umanitario, resta la reductio ad Hitlerum di chi è a capo degli Stati da invadere, non a caso detti rogue States, “Stati canaglia” (in una totale delegittimazione a priori della loro stessa esistenza): da Saddam Hussein a Gheddafi, da Chavez ad Ahmadinejad, la carnevalata è sempre la stessa. Vengono ridotti a nuovo Hitler e a nuovo nazismo tutte le forze che non si pieghino al nomos dell’economia di cui è alfiere la monarchia universale.

Del resto, l’invenzione mediatica di sempre nuovi Hitler sanguinari si rivela immancabilmente funzionale all’attivazione del “modello Hiroshima”, ossia del bombardamento legittimato come male necessario. Dove c’è un Hitler, lì deve esserci anche una nuova Hiroshima. L’ideologia della pax romana costituisce una costante del corso storico. Ogni impero qualifica come pace la propria guerra e delegittima come terrorismo e barbarie quella dei resistenti. Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant: il vecchio adagio di Tacito non è mai stato tanto attuale.

La reductio ad Hitlerum si accompagna pressoché sempre all’impiego ideologico del concetto di umanità come titolo volto a giustificare – come già sapeva Carl Schmitt (cfr. Il concetto del politico) – l’ampliamento imperialistico. La guerra che si autoproclama umanitaria serve non solo a glorificare se stessa, ma anche a delegittimare il nemico, a cui è negata in principio la qualità stessa di uomo. Contro un nemico ridotto a Hitler e a essere non umano, il conflitto può allora essere spinto fino al massimo grado di disumanità, in una completa neutralizzazione di ogni dispositivo inibitorio di una violenza chiamata a esercitarsi in forma illimitata. Vale la pena di leggere il profetico passo di Schmitt: «Un imperialismo fondato su basi economiche cercherà naturalmente di creare una situazione mondiale nella quale esso possa impiegare apertamente, nella misura che gli è necessaria, i suoi strumenti economici di potere, come restrizione dei crediti, blocco delle materie prime, svalutazione della valuta straniera e così via. Esso considererà come violenza extraeconomica il tentativo di un popolo o di un altro gruppo umano di sottrarsi agli effetti di questi metodi “pacifici”». È questa l’essenza dell’odierna “quarta guerra mondiale”, puntualmente dichiarata contro i popoli che aspirano a sottrarsi all’imperialismo statunitense (e subito dichiarati terroristi, assassini, nemici dei diritti umani, “Stati canaglia”, ecc.).

In coerenza con la destoricizzazione tipica del nostro presente, l’epoca che si colloca sotto lo slogan dell’end of history, la dimensione storica viene sostituita, a livello di prestazione simbolica, ora dallo scontro religioso tra il Bene e il Male (identificati rispettivamente con l’Occidente a morfologia capitalistica e con le aree del pianeta che ancora resistono), ora dal canovaccio della commedia che, sempre uguale, viene impiegato per dare conto di quanto accade sullo scacchiere geopolitico: il popolo compattamente unito contro il dittatore sanguinario (Assad in Siria), il silenzio colpevole dell’Occidente, i dissidenti “buoni”, cui è riservato il diritto di parola, e, dulcis in fundo, l’intervento armato delle forze occidentali che donano la libertà al popolo e abbattono il dittatore mostrando con orgoglio al mondo intero il suo cadavere (Saddam Hussein, Gheddafi, ecc.).

Seguendo penosamente l’ideologia dominante, la sinistra italiana continua a rivelare, anche in questo, una subalternità culturale che farebbe ridere se non facesse piangere: da “L’Unità” a “Repubblica” l’allineamento con l’ideologia dominante è totale (ed è, per inciso, un’ulteriore prova a favore della tesi circa l’ormai avvenuta estinzione della dicotomia tra una destra e una sinistra perfettamente interscambiabili, composte da nietzscheani “ultimi uomini”). La parabola che porta dall’immenso Antonio Gramsci a Massimo D’Alema è sotto gli occhi di tutti e si commenta da sé.
Secondo questa patetica commedia, tutti i mali della società vengono imputati al feroce dittatore di turno (sempre identificato dal circo mediatico con il nuovo Hitler: da Saddam a Gheddafi, da Ahmadinejad a Chávez), che ancora non si è piegato alle sacre leggi di Monsieur le Capital; e, con movimento simmetrico, il popolo viene mediaticamente unificato come una sola forza che lotta per la propria libertà, ossia per la propria integrazione nel sistema della mondializzazione capitalistica.
Come se in Siria o a Cuba vi fossero solo dissidenti in attesa del bombardamento umanitario dell’Occidente! Come se la libertà coincidesse con la reificazione planetaria e con la violenza economica di marca capitalistica! Tra i molteplici esempi possibili, basti qui ricordare quello della blogger cubana Yoani Sánchez, ipocritamente presentata dal circo mediatico come se fosse l’unica voce autentica della Cuba castrista, la sola sostenitrice dell’unica libertà possibile (quella della società di mercato) dell’intera isola cubana.

L’aggressione imperialistica della monarchia universale può trionfalmente essere salutata come forma di interventismo umanitario, come gloriosa liberazione degli oppressi, essi stessi presentati come animati da un’unica passione politica: l’ingresso nel regime della produzione capitalistica e la sottomissione incondizionata alla monarchia universale.

La Siria, come si diceva, è uno dei prossimi obiettivi militari della monarchia universale. È, al momento, uno dei pochi Stati che ancora resistono alla loro annessione imperialistica all’ordine statunitense. E questo del tutto a prescindere dalla politica interna siriana, con tutti i suoi limiti lampanti, che nessuno si sogna di negare o anche solo di ridimensionare.
Con buona pace di Norberto Bobbio e di quanti, dopo di lui, si ostinano a legittimate le guerre “umanitarie” occidentali, la sola guerra legittima resta, oggi, quella di resistenza contro la barbarie imperialistica. Per questo, con buona pace del virtuoso coro politicamente corretto, addomesticato e gravido di ideologia, senza esitazioni occorre essere solidali con lo Stato siriano e con la sua eroica resistenza all’ormai prossima aggressione imperialistica.

La Siria, come Cuba e l’Iran, è uno Stato che resiste e che, così facendo, insegna anche a noi Occidentali che è possibile opporsi all’ordine globale che si pretende destinale e necessario. Diventa, allora, possibile sostenere degli Stati resistenti quanto Fenoglio, nel Partigiano Johnny, asseriva a proposito dei partigiani (anch’essi eroi della resistenza, come oggi i rogue States): “ecco l’importante: che ne restasse sempre uno”.


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ma avete letto ?
il NYT hacherato
dal governo siriano..
Hacked by SEA

tanto valeva firmassero hacked by Assad..

ma si può ?

che BUFFONATA....

creano un clima di ostilità
per giustificare guerre di aggressione..

le prove?
conversazioni, intercettazioni..
fuffa, cinema, insomma..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 28/08/2013, 10:41 
Ma quindi voi non siete convinti che il governo Siriano abbia usato armi chimiche contro i civili?
Non siete quindi convinti che vada fermato?


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MessaggioInviato: 28/08/2013, 11:09 
Cita:
il governo Siriano abbia usato armi chimiche contro i civili?


hanno usato quelle di Saddam HUSSEIN [8D] [;)]

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 28/08/2013, 12:09 
Cita:
mauro ha scritto:

Cita:
il governo Siriano abbia usato armi chimiche contro i civili?


hanno usato quelle di Saddam HUSSEIN [8D] [;)]

ciao
mauro

Scusa non ho capito la battuta....era una risposta?


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MessaggioInviato: 28/08/2013, 12:41 
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robs79 ha scritto:

Ma quindi voi non siete convinti che il governo Siriano abbia usato armi chimiche contro i civili?
Non siete quindi convinti che vada fermato?


Per la verità al momento sono convinti soltanto gli USA e i loro alleati.

La Russia ha già dimostrato che tutta la storia è montata ad arte.

La logica stessa lo dimostra.

Abbiamo persino la dimostrazione che le varie immagini dei morti sarebbero state create artificiosamente.

Quindi, o Assad è un idiota a usare armi chimiche contro i civili sapendo cosa questo comporti...

O gli idioti sono gli USA che credono alle mistificazioni dei ribelli, li finanziano nonostante siano collegati al loro "acerrimo nemico" Al Qaeda e li armano pure.

Siccome penso che nè uno nè l'altro siano idioti, mi sa che gli idioti...

siamo noi.



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MessaggioInviato: 28/08/2013, 12:53 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
robs79 ha scritto:

Ma quindi voi non siete convinti che il governo Siriano abbia usato armi chimiche contro i civili?
Non siete quindi convinti che vada fermato?


Per la verità al momento sono convinti soltanto gli USA e i loro alleati.

La Russia ha già dimostrato che tutta la storia è montata ad arte.

La logica stessa lo dimostra.

Abbiamo persino la dimostrazione che le varie immagini dei morti sarebbero state create artificiosamente.

Quindi, o Assad è un idiota a usare armi chimiche contro i civili sapendo cosa questo comporti...

O gli idioti sono gli USA che credono alle mistificazioni dei ribelli, li finanziano nonostante siano collegati al loro "acerrimo nemico" Al Qaeda e li armano pure.

Siccome penso che nè uno nè l'altro siano idioti, mi sa che gli idioti...

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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Cita:
GoldenBoy ha scritto:

Se gli Stai Uniti attaccano la Siria anche noi saremo coinvolti e saremo presi di mira dalla Russia.

Ahahaha si e poi?


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Nel frattempo....

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/08/21/Siria-attivisti-centinaia-vittime-attacco-gas-letali_9180224.html

NEW YORK - A ritmo serrato, la potente macchina da guerra Usa scalda i motori: gia' da giovedi potrebbe arrivare la luce verde per una dura azione punitiva contro il regime di Damasco, accusato di aver oltrepassato la 'linea rossa' usando micidiali armi chimiche contro i ribelli e la popolazione civile in Siria. Ufficialmente, il presidente Obama non ha ancora preso una decisione definitiva, fa sapere la Casa Bianca, ma i suoi piu' stretti collaboratori e i suoi alleati incalzano con dichiarazioni pubbliche inequivocabili.

Allo stesso tempo, la Russia continua ad ammonire sulle possibili ricadute di un intervento, anche per l'intera regione: L'occidente, ha detto il vice-premier Dmitri Rogozine, si muove nel mondo islamico "come una scimmia con una granata". Per la Russia, ha inoltre affermato, i tentativi di aggirare l'Onu "creano per l'ennesima volta pretesti artificiali e infondati per un intervento militare nella regione, gravidi di nuove sofferenze in Siria e conseguenze catastrofiche per Medio Oriente e Nord Africa".

Anche l'Italia tira il freno sulla possibilita' di passare all'azione senza un mandato delle Nazioni Unite. "L'Italia non prenderebbe parte a soluzioni militari al di fuori di un mandato del Consiglio di sicurezza dell'Onu", ha precisato il ministro degli Esteri Emma Bonino alle Commissioni Esteri congiunte. Fonti governative hanno poi precisato che senza un mandato dei Quindici e' escluso anche l'uso delle basi militari italiane. Ma un passaggio attraverso le Nazioni Unite sembra del tutto improbabile.

Anche Pechino - che come Mosca ha diritto di veto in Consiglio di sicurezza - attraverso un editoriale dell' agenzia Nuova Cina ha affermato che ''e' imperativo che gli Usa e i Paesi che la pensano come loro si astengano da qualsiasi avventato intervento armato e lascino le Nazioni Unite giocare la loro parte nel decidere come agire''. Una soluzione negoziata sembra pero' sempre piu' lontana, anche perche' le relazioni tra Washington e Mosca si fanno sempre piu' tese.

Il Dipartimento di Stato ha infatti comunicato all'ultimo momento di aver rinviato l'incontro fra diplomatici americani e russi in programma a L'Aia, in seguito ''alle consultazioni in corso per trovare una risposta appropriata'' all'attacco del 21 agosto in Siria. In attesa che sia reso noto il rapporto dell'intelligence sull'uso di armi chimiche in Siria nei prossimi giorni, continuano a rullare i tamburi di guerra. Le forze armate Usa sono ''pronte ad andare'' se il presidente Obama, 'Commander in Chief', ordinera' di passare all'azione, ha reso noto il segretario alla difesa, Chuck Hagel. Il Pentagono, ha detto, ha spostato tutti ''gli asset necessari per essere in grado di onorare e assecondare qualsiasi opzione il presidente'' decidesse di seguire. Opzioni, ha poi precisato il portavoce della Casa Bianca, che non riguardano un cambio di regime a Damasco e non sono solo limitate al solo uso della forza. Anche Londra ha fatto sapere che le forze armate britanniche stanno mettendo a punto un piano di emergenza nell'eventualita' di una azione militare, mentre il premier David Cameron ha affermato che ''la comunita' internazionale deve rispondere'' all'attacco chimico in Siria, e ha richiamato il Parlamento dalle ferie, convocandolo proprio per giovedi'. ''L'attacco chimico su Damasco non può restare senza risposta'', e la Francia è ''pronta a punire chi ha preso la decisione di colpire col gas degli innocenti'', gli ha fatto eco da Parigi il presidente Francois Hollande.

Contemporaneamente, varie fonti di stampa raccolgono da fonti dell'amministrazione Usa indiscrezioni sui possibili obiettivi e sui tempi dei raid. Secondo la Nbc l'attacco scatterebbe giovedi e potrebbe avere la durata di tre giorni. Secondo il Washington Post nel mirino di ''attacchi chirurgici'' ci sono obiettivi di alto valore delle difese aeree, navali e di terra del regime, cosi' come i centri di sostegno logistico e comando delle forze armate. Secondo l'agenzia Bloomberg, i piani all'esame non considerano truppe di terra o l'imposizione di una no-fly-zone, ne' tantomeno di colpire direttamente il presidente al Assad. Damasco, intanto, si mostra a sua volta bellicosa: ''In caso di attacco ci difenderemo con ogni mezzo a disposizione'', ha detto il ministro degli esteri Walid al Muallim, minacciando anche una risposta con ''mezzi di difesa che sorprenderanno''. Di certo, di quest'atmosfera sembrano farne le spese gli ispettori dell'Onu sul campo: la loro visita prevista oggi ad un nuovo sito, hanno fatto sapere, e' stata rinviata di un giorno, ''al fine di migliorare la preparazione e la sicurezza per la squadra''.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 28/08/2013, 13:03 
Israele ha schierato i complessi missilistici “Patriot” nel nord del paese, nell’area di Haifa, in base a quanto riferito dai media la decisione è stata presa a seguito dell’aggravarsi della situazione siriana.
Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva dichiarato a Tel Aviv che il suo paese sarà pronto ad affrontare “qualunque situazione” si dovesse sviluppare in Siria. Questi ha inoltre sottolineato che “Se noteremo qualunque tentativo di attaccarci reagiremo con tutte le nostre forze”.
L’amministrazione delle Forze Armate israeliane ha riferito che negli ultimi giorni la domanda di maschere antigas è triplicata.


http://italian.ruvr.ru/2013_08_28/Israe ... i-Patriot/


Questo dimostra che per Israele l'allargamento del conflitto è più che reale e altamente probabile.

E poi ci sono i Patriot schierati in Turchia e Arabia Saudita... in previsione di allargamento all'IRAN


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Faccio una domanda un po' provocatoria....ma a noi se gli Stati Uniti attaccano la Siria,se l'Iran attacca Israele,che ci frega???


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MessaggioInviato: 28/08/2013, 14:03 
Ho sentito ora l'intervento della Bonino su rai news 24, condivido ogni parola che ha detto.
In sintesi dice che dobbiamo procedere solo ed unicamente attraverso l'ONU, tutte le prove dell'attacco chimico devono convergere verso gli ispettori ONU.
Se si rileverà una responsabilità inequivocabile di Assad si dovrà procedere contro di lui attraverso gli strumenti legali della comunità internazionale.
Niente guerra, niente attacco punitivo ...

Mi chiedo se poi queste parole si tradurranno in una posizione rigida oppure, come in Libia, andremo a bombardare dicendo all'opinione pubblica una menzogna.


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MessaggioInviato: 28/08/2013, 14:06 
Cita:
gippo ha scritto:
Mi chiedo se poi queste parole si tradurranno in una posizione rigida oppure, come in Libia, andremo a bombardare dicendo all'opinione pubblica una menzogna.

Non dimentichiamo che l'Italia, dal punto di vista logistico, è in una posizione strategica.
E anche la Bonino, ahinoi, è stata "posizionata" in un ruolo strategico.... [:246]



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Cita:
robs79 ha scritto:

Faccio una domanda un po' provocatoria....ma a noi se gli Stati Uniti attaccano la Siria,se l'Iran attacca Israele,che ci frega???



Solo il fatto che il prezzo del petrolio aumenterebbe a dismisura dovrebbe fregarti qualcosa.

E questo escludendo scenari più catastrofici.



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