I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte del sito UFOFORUM. Ulteriori informazioni
In questo Forum puoi scrivere... con cognizione... quello che vuoi.
Rispondi al messaggio

Re: Il caso di Yara Gambirasio

08/11/2015, 12:35

Ronin77 ha scritto:Si vabbè un giorno salta fuori il sangue di quello,un'altro il sangue di quella,un'altro di quell'altra...

Tutto un polpettone alimentato dagli avvocati tramite gli organi di stampa.

Adesso aspetto l'ennesima ricostruzione dove ad uccidere yara è stata una compagna,e la prof(che aveva una relazione con bossetti) con l'aiuto di bossetti ha occultato il cadavere nel cantiere,dove nel frattempo si stava svolgendo una messa nera di satanisti mafiosi. [:287]



Il Dna della Brena come altri vari Dna di ignoti erano già stati scoperti dai Ris all'inizio dell'indagine.
Molto prima che si arrivasse a conoscere Bossetti e tantomeno i suoi futuri avvocati.
Quindi.......

Re: Il caso di Yara Gambirasio

11/11/2015, 21:11

Omicidio Yara, tutta la verità: "Quel furgone è di Bossetti, lo aveva fatto modificare"
Immagine
Al processo la difesa ha cercato di dimostrare che il mezzo ritratto mentre passa nei pressi della palestra di Yara non è chiaramente riconoscibile. Ma, secondo quanto riportato dal settimanale 'Giallo', ci sarebbero delle novità.

"Se questo video del furgone di cui state parlando non è nella relazione del Ris, non ci interessa minimamente", ha dichiarato Antonella Bertoja, presidente della Corte d'Assise di Bergamo, cioè il giudice chiamato a decidere se Massimo Bossetti è colpevole o innocente.

"È vero che siccome è un video per la televisione allora quello che abbiamo visto sugli schermi in questi mesi non è il furgone di Bossetti? - si legge su Giallo -
Un “tarocco di Stato”, come lo ha definito lui? Assolutamente no. il vero “tarocco” è stato messo in piedi dalla difesa di Bossetti, e dai giornalisti che lo appoggiano in- condizionatamente.
Giornalisti che, tra l’altro, come leggerete in un secondo articolo nelle prossi- me pagine, hanno pagato 25 mila euro per un’intervista a Marita Comi, la moglie di Bossetti.
Una “coincidenza” davvero strana. Che cosa c'è dentro questo famoso video mostrato dalle tv? Due telecamere sono quelle della ditta Polyn, una è la telecamera della ditta Mori, una è quella dell'area di servizio Shell e l'ultima è quella della Banca di credito cooperativo di Sorisole, vicino alla casa di Yara.

Queste telecamere, però, non sono tutte uguali: tre hanno riprese nitide, due no. Ma sono tutte vicine. I Ris hanno preso queste immagini e le hanno confrontate con il furgone di Bossetti.
Hanno cercato sul furgone tutti quei segn distintivi che lo rendono unico rispetto a tutti gli altri Daily Iveco in circolazione.
Hanno notato che il furgone di Bossetti ha un serbatoio modificato: il serbatoio del gasolio è di 90 litri e non di 70. Sostituito nel 2003 dalla ditta Locauto di Palazzago, è quindi più grande del normale.
Il Daily di Bossetti ha poi altre particolarità: una grossa macchia di ruggine sul fianco, il cassone anche lui modificato da fisso a ribaltabile trilaterale e ha rinforzi sulle sponde unici.
Questo significa forse che nelle immagini delle altre telecamere appare un furgone che non è di Bossetti? Assolutamente no. Significa solo che i Ris non sono in grado di stabilire scientificamente che furgone sia in quello specifico fotogramma".
http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/omicidi ... 4008.shtml

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/11/2015, 06:35

Immagine


12/11/2015

UCPI e Osservatorio Informazione giudiziaria intervengono sulla vicenda del “video” propagandistico e anticipano ulteriori iniziative.

IL FURGONE DI BOSSETTI E LE STRATEGIE MEDIATICHE DEL NUOVO CIRCO GIUDIZIARIO

Source: Il furgone di Bossetti e il nu...- Camere Penali sito ufficiale

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/11/2015, 16:43

Dalle parole ai fatti


Sciopero dell’Unione delle camere penali italiane
astensione prevista dal 30 novembre al 4 dicembre

Milano, 13 novembre 2015 - 08:17

Bossetti e Mafia capitale
«No a spettacolarizzazione»
E gli avvocati scioperano


http://bergamo.corriere.it/notizie/cron ... 9914.shtml

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/11/2015, 17:00

Bossetti, battaglia sui dati grezzi del Dna
Accusa-difesa, momenti di alta tensione


Dopo le tante polemiche scaturite in settimana, dal confezionamento del filmato del furgone al video dell’imputato inginocchiato al momento dell’arresto, il processo a carico di Massimo Bossetti, accusato del rapimento e dell’uccisione di Yara Gambirasio, si è ripreso venerdì 13 novembre con l’ennesima udienza. Che ha avuto momenti di altissima tensione e si è conclusa verso le 13,30.

http://www.ecodibergamo.it/stories/berg ... 151348_11/


Il pm Letizia Ruggeri ha risposto che tutti i dati grezzi non si possono recuperare e che ci si può limitare ai dodici profili in cui compare il Dna di Ignoto 1


Roba da matti

Re: Il caso di Yara Gambirasio

14/11/2015, 20:54

Processo Yara, la battaglia sul Dna: un mese per il destino di Bossetti


14 Novembre 2015

Immagine

Secondi. Solo pochi secondi dall’inizio dell’udienza e la Pm si infiamma: esattamente mentre scuote il ciuffo argenteo brizzolato e pronuncia la terza parola. È come quando in una partita di serie A, alla prima azione ci si picchia in area e tutti alzano le mani invocando il rigore.
«Scusi Presidente, ma l’istanza della difesa non va bene! Non va bene proprio!».
- In cosa, pubblico ministero?.
- Fin dalla premessa!
- E perché, cos’ha la premessa? Scusi Pubblico ministero, non capisco.
- No, avvocato Salvagni, lei lo sa benissimo! Già nella premessa chiedete che «tutti» i dati grezzi relativi all’indagine siano consegnati alla difesa. Cosa vuol dire «tutti»?
- (Braccia aperte, sorriso) Ehhhh… «Tutti» vuol dire «tutti»...
- (La Ruggeri scuote la testa). Eh no! Questo non è possibile!
- (Smorfia di Salvagni) Purtroppo mi aspettavo questa resistenza, da lei… Ma è necessario che sia fatto. E lo sa bene!
- (la Ruggeri alza la voce) Non è necessario per niente, avvocato!
- (Salvagni ora grida) È stato prescritto da questa Corte, lei lo sa. Ma me l’aspettavo! Me l’aspettavo!
- Anche noi ce lo aspettavamo avvocato Salvagni! Tant'è vero che lei è arrivato a dirlo persino in televisione che voleva tutti dati. Ed è impossibile!
- Non si permetta. Io sono la difesa e vado dove mi pare. Non si permetta di dirmi dove devo andare, chiaro? Cosa è possibile e cosa no, per fortuna, non lo decide lei!


Di nuovo guerra sul Dna. Di nuovo i capitani dei Ris - quelli che hanno fatto l’esame più importante - che si ritrovano a fare scena muta, davanti alle richieste della difesa (e in parte anche della Corte). Di nuovo una proroga sulla richiesta di consegna dei dati (la terza!) questa volta sostenuta con forza, come avete visto, dal Pubblico ministero Letizia Ruggeri. Sembra Ricomincio da capo, quella meravigliosa commedia dove Bill Murray si sveglia tutte le mattine nella stessa sperduta cittadina di provincia, e rivive la stessa festa della marmotta. Mentre accusa e difesa si scambiano fendenti con il consueto sovrappiù di acrimonia, i due ufficiali, pietrificati nella stessa posa in cui si trovavano sette giorni fa, restano muti, senza proferire parola.
Per un attimo li guardo negli occhi, i due capitani dei Ris, Nicola Staiti e Fabiano Gentile, seduti e immobili sul banco dei testimoni: a dirla tutta mi sembrano più imbarazzati, che sollevati, per questa granitica difesa. Non dicono nulla. Fanno parlare la Ruggeri, ma si vede che la linea che la pm segue, evidentemente per prendere tempo, in qualche modo li imbarazza, perché la Pm deve lasciare intendere che i due non siano in grado di trovare i dati dei loro stessi esami, nei referti che essi stessi hanno fornito: «Presidente» dice infatti la Ruggeri, «voglio spiegare questo: per i due capitani, andare a recuperare tutti i dati grezzi è davvero impossibile!» (brusio dell’aula). La pm continua: «Ne hanno consegnato una parte alla difesa, nel dischetto. Ma non è escluso che ce ne siano altri…. che possano saltare fuori dall’archivio dopo la data che verrà fissata per l’udienza». Pausa. La Ruggeri tiene per ultima la cosa più importante: «Dovete sapere che i laboratori dei Ris svolgono un numero importante di analisi, di tanti diversi casi, e per questo motivo è difficile estrarre tutti i Raw data relativi a quel caso. I Ris custodiscono insieme i referti di oltre 16mila Dna!».

Altra pausa, poi l’affondo: «Dunque chiedo che sia tolto questo aggettivo - “tutti” - dal documento della Difesa!». La richiesta della pm è questa: «Deve essere a cura e discrezione del laboratorio mettere a disposizione della Corte gli altri dati grezzi che eventualmente dovessero emergere».

Perché è così importante questo ennesimo battibecco? Perché il venerdì prima la testimonianza dei due ufficiali dei Ris si era interrotta proprio su questo punto, quando Stati e Gentile, giunti al controinterrogatorio, avevano alzato le mani sostenendo che per rispondere alle domande che gli venivano poste dalla difesa, sarebbe stato necessario «uno sforzo mnemonico sovrumano».
Mi era sembrata una scusa, e proferita - per di più - a denti stretti. Ieri, poi, per un puro caso, una ufficiale del reparto della polizia scientifica, la dottoressa Paola Asili, poco dopo, nel corso della propria testimonianza, esaltando con legittimo orgoglio l’efficienza del suo laboratorio, aveva involontariamente ridicolizzato le asserite difficoltà dei Ris: «Siamo uno dei quattro laboratori che ha il massimo accreditamento riconosciuto a livello internazionale», dice con legittimo orgoglio. «Ogni caso da noi diventa un fascicolo, di cui facciamo doppia copia, perché a ogni documento elettronico aggiungiamo una stampata cartacea». Non solo: «Abbiamo realizzato la tracciabilità totale di ogni reperto, ogni dato viene catalogato attraverso un software dedicato, attraverso un numero e un codice a barre». Fantastico. Ecco il quadretto: i cugini della polizia super efficienti, mentre due dei più stimati ufficiali scientifici di Parma non riescono a trovare tutti i dati richiesti nemmeno in sei mesi? Impossibile.

Evidentemente la settimana prima di questo racconto picaresco, l’immagine dei dati del delitto Yara introvabili perché confusi con quelli degli altri casi, come nel retrobottega di una drogheria, era un male necessario: serviva a prendere tempo perché in quel momento gli avvocati stavano martellando sul nodo decisivo, il cosiddetto “campione G20”, ovvero il campione preso sulla mutandina della ginnasta di Brembate dove è stata trovata la traccia di ignoto numero uno: è il reperto più importante, la chiave di volta di tutto il processo.

Possibile che in quella udienza i Ris non ricordassero nemmeno quante volte avevano esaminato la traccia? Possibile che non potessero ricordarlo nemmeno ieri? Il perito della difesa, Marzio Capra, aveva letto nei “dati grezzi” che i Ris avevano fatto “solo” quattro amplificazioni sulla traccia di Ignoto numero uno. Il che - con i kit dell’epoca - a suo parere bastava a fare un esame, ma non una controprova di adeguato valore processuale. Ieri, mentre volavano questi fendenti (con tanto di battuta caustica sul fatto che Salvagni avesse auspicato pubblicamente in tv - secondo la Ruggeri in modo inopportuno - che i dati arrivassero senza intoppi), i capitani sembravano quasi rassegnati. Così, tra un colpo e l’altro deve intervenire la presidente, Antonella Bertoja. La presidente è una donna elegante, bionda, con le mani affusolate, gli orecchini d’oro e l’aria angelica di una dama ottocentesca. Che però, quando serve, tira fuori una grinta da sceriffo nel saloon: «Io desidero che in questo tribunale siano seguite fino in fondo tutte le regole della convivenza! Se sento un altro mormorio, di qualsiasi tipo, faccio svuotare l’aula e procedo a porte chiuse!». E poi, sulla contesa, dando per una volta ragione agli avvocati: «Quello che accade fuori da qui non ci interessa!». Prende la palla al balzo Salvagni: «Sono d’accordo con lei. Ma tutti noi» dice l’avvocato, «siamo rimasti sconvolti dalle affermazioni circa la conservazione precaria di questi dati, stupefatti dal caos totale che a detta della Pm regnerebbe nel laboratorio dei Ris! Questo» conclude, «è di una gravità assoluta. Non possiamo accettare che l’accusa produca i dati a rate! Vogliamo tutte le radiografie che spiegano i referti contenuti nella consulenza di Staiti e di Gentile!». L’atmosfera è così grave che si alza anche Paolo Camporini, l’uomo che tra i due avvocati è “il poliziotto buono”. Camporini è un “proceduralista” convinto che non mette mai in discussione il processo. Stavolta il più adirato sembra lui: «Siamo» esordisce, «a una lesione gravissima del diritto di difesa! Abbiamo accettato una limitazione alle nostre domande. Abbiamo accettato, responsabilmente di circoscrivere le richieste a slip e leggins…». Camporini prende un respiro, come per rallentare il ritmo dell’invettiva: «Per ben cinque volte, cinque! - leggete a pagina 111 del verbale - a mia domanda specifica, i capitani hanno risposto che quelli erano tutti i dati! Tutti! Lo hanno detto loro, non io!». Anche l’avvocato si tiene un petardo per la fine: «Voglio credere che su questa traccia non sia possibile far apparire dati diversi. Se questo accadesse domanderemo una perizia per verificare i sistemi informativi. È chiaro?». Camporini prende un altro respiro: «La pazienza l’abbiamo avuta finora, adesso è finita!» (Gong). La Bertoja sospende ancora una volta l’udienza, per consultarsi. Presidente e giuria si ritirano in Camera di consiglio per pochi, lunghi minuti. Poi torna, con una nuova mediazione. I Ris dovranno rispondere solo alle domande sui campioni che contengono ignoto numero uno. Ma sulla consegna dei dati grezzi il suo tono non pare conciliante: «I consulenti si pronunceranno su tutti i dati, che allo stato attuale sono tutti quelli esaminati. Il loro ruolo di pubblici ufficiali imporrà loro di render noti tutti i dati che troveranno. La Corte giudicherà». A chi ha datto ragione? Lo scopriremo solo nell’udienza clou, perché da lei arriva anche la data dell’ultimo duello: «I capitani faranno in modo di consegnare la risposta alle domande della difesa per il nove dicembre. L’undici verranno controinterrogati».

Così, tra poco meno di un mese, per la terza volta, i Bill Murray dei Ris si risveglieranno in Aula per rispondere sui loro esami. Se arriveranno nuovi Raw-data la difesa salirà sulle barricate e potrebbe impugnare i verbali delle testimonianze rese sotto giuramento, e contestare dati grezzi nuovi e quindi ai suoi occhi “sospetti”. Ma questa volta sarà l’ultima, niente tempi supplementari. Una partita decisiva per il processo. Si attendono nuovi colpi di scena.

di Luca Telese

Source: Processo Yara, la battaglia su...i - Italia - Libero Quotidiano


L'arpia ha la Immagine [:297] [:297]

Re: Il caso di Yara Gambirasio

20/11/2015, 19:37

Colpo di scena al processo yara: scoperto di chi e' uno dei capelli trovati sul corpo di yara

Immagine

20 nov 2015 18:51 1. COLPO DI SCENA AL PROCESSO YARA: IL DNA TROVATO SU UNO DEI CAPELLI INCASTRATI TRA IL GIUBBINO DI YARA E IL CAMPO DI CHIGNOLO COINCIDE CON QUELLO DI TALE ROSITA BRENA
2. HA LO STESSO COGNOME DI SILVIA, L’INSEGNANTE DI GINNASTICA IL CUI SANGUE E’ STATO TROVATO SUL CAPPOTTO DELLA 13ENNE UCCISA IL 26 NOVEMBRE 2010 A CHIGNOLO D’ISOLA
3. A PARTE I PM, NESSUNO SA CHI SIA QUESTA DONNA. È UNA PARENTE DELLA MAESTRA? DOVE ABITA? MISTERO ASSOLUTO. LA PROCURA LE HA DEDICATO, IN 60 MILA PAGINE, UNA SOLA RIGA
4. FINITA L’UDIENZA È SCATTATA LA CACCIA A ROSITA BRENA. CHI È? COME MAI HA AVUTO UN CONTATTO CON YARA? SARÀ INTERROGATA? PER IL MOMENTO SOLO BOCCHE CUCITE

Condividi questo articolo

[i][1][/i]

Immagine

[i][2]
[/i]
IL GIUBBOTTO DI YARA

Giangavino Sulas per www.oggi.it[3]

Alla sedicesima udienza del processo per l’omicidio di Yara è comparso in aula il fantasma di un’altra donna misteriosa. Una donna che lasciato il suo Dna mitocondriale in un capello incastrato fra il giubbino della vittima e il terreno sul quale il corpo di Yara era riverso nel campo di Chignolo.

LO STESSO COGNOME DELLA MAESTRA

Questa donna, della quale non si era mai parlato in 5 anni di indagini e in 15 udienze processuali, si chiama Rosita Brena. Ha lo stesso cognome di Silvia Brena, la maestra di ginnastica di Yara che ha lasciato sul polsino del giubbino il suo Dna.

[i][4][/i]

Immagine

[i][5]
[/i]
yara gambirasio

Ma in questo momento nessuno, a parte forse la Procura, sa chi sia. Solo una omonimia con la maestra? Una parente? Dove abita? Mistero assoluto. Nessuno ha voluto parlare su questo colpo di scena esploso in aula durante il controesame di Carlo Previderè, il genetista dell’università di Pavia incaricato dal Pm Letizia Ruggeri di esaminare le formazioni pilifere sul corpo di Yara. “Per adesso basta così”, ha detto con aria sorniona Salvagni, l’avvocato di Bossetti. “Più avanti ne vedremo delle belle”.

[i][6][/i]

Immagine

[i][7]
[/i]
SILVIA BRENA

LA LISTA DI 532 DONNE

Previderè ha rivelato di essere partito dalla lista delle famose 532 donne consegnate dal comandante del Ris Giampietro Lago al professor Giardina, direttore della genetica forense all’università romana di Tor Vergata per scoprire chi fosse la madre di Bossetti, confrontando il loro Dna mitocondriale con quello di Ignoto 1. In realtà Giardina, indotto in errore dal Ris, lo confrontò con quello di Yara e non scoprì così che fra quelle 532 donne c’era anche Esther Arzuffi, la mamma di Massimo Bossetti. Una operazione costata 118 mila euro e conclusa con un flop.

IL DNA COINCIDE

Carlo Previderè confrontando quei Dna con quelli ricavati dai capelli trovati su Yara ha scoperto che il profilo genetico di una di quelle donne corrispondeva esattamente al mitocondriale di uno di quei capelli. Questa donna è appunto Rosita Brena. Il suo capello era ancorato al terreno dal corpo di Yara, “Quindi”, ha aggiunto Salvagni, “non è volato in quel punto. C’era già quando Yara è stata aggredita”.

LE ISTRUTTRICI DELLA PALESTRA DI YARA TRA DI LORO LAURA CAPELLI E SILVIA BRENA

QUEL CAPELLO HA NOME E COGNOME

Come è noto sul corpo e sugli indumenti di Yara furono scoperte circa 200 formazioni pilifere (capelli e peli) umane. 94 di queste avevano il profilo genetico mitocondriale di Yara, 101 non erano analizzabili e 7 avevano un mitocondriale di persone sconosciute. Questo sapevamo fino a oggi. Ma i difensori di Bossetti leggendo le 60 mila pagine del fascicolo hanno scoperto che almeno uno di quei sette capelli ha un nome e un cognome. Ma la Procura a questo nome e cognome ha dedicato, in 60 mila pagine, una sola riga. Quindi non avrebbe fatto alcun accertamento supplementare. O almeno non ce n’è traccia negli atti.

BOCCHE CUCITE

Finita l’udienza naturalmente è scattata la caccia a Rosita Brena. Chi è? Come mai ha avuto un contatto con Yara negli ultimi istanti di vita della povera ginnasta? Sarà interrogata? Per il momento solo bocche cucite.

http://156.54.106.174/rubrica-29/cronac ... 113378.htm

http://www.oggi.it/attualita/notizie/20 ... esclusivo/

Re: Il caso di Yara Gambirasio

20/11/2015, 21:24

E ora sul dna di Guerinoni salta fuori un’altra anomalia

19 novembre 2015

Cifre, sigle, termini tecnici. La nuova udienza del processo a Massimo Bossetti ha fornito materia per scienziati. I non addetti ai lavori, giudici popolari in primis, hanno faticato parecchio a seguire le testimonianze dei due genetisti consulenti della procura, Andrea Piccinini e Emiliano Giardina. Il primo, direttore del laboratorio di genetica forense dell’Università di Milano, ha effettuato l’analisi del dna sulla salma di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno deceduto nel 1999. Concludendo che l’uomo era il padre di Ignoto 1 «al 99,999999%». Poco dopo anche Giardina, responsabile del laboratorio di Tor Vergata, l’esperto che aveva scoperto la discendenza su base bio statistica ancora prima che biologica, ha ribadito di aver «stabilito con certezza la parentela diretta tra Guerinoni e Ignoto 1». Ovvero Bossetti, secondo le conclusioni dell’accusa. Fin qui le certezze, peraltro non nuove. Ma ci sono anche i dubbi.

[Il pm Letizia Ruggeri]

Immagine

L’allele in più. Perché durante la sua deposizione Piccinini ha parlato di un risultato che in un primo momento sembrò «inatteso e inspiegabile», tanto da rendere necessarie più richieste di proroga per completare la perizia. Il riferimento è a un «allele», ovvero un gene, apparso in sovrannumero sul cromosoma 15: sbucò nel profilo genetico di Guerinoni, ma non in quello di Bossetti. Un’apparente «incongruenza», emersa però solo durante l’uso di un marcatore su 28, tra l’altro non impiegato dai Ris (che utilizzarono 23 marcatori anziché i 28 di Piccinini). Il professore ci pensò su, concludendo che doveva trattarsi di un allele «artefatto». Un termine che ha creato suspence in aula. La stessa presidente della Corte, Antonella Bertoja, ha chiesto di tradurre per i profani. Piccinini ha spiegato che in pratica si trattava di un «falso» provocato da un difetto del kit utilizzato durante il test. Il genetista interpellò la ditta produttrice per chiedere conferma di questa ipotesi e l’azienda rispose che sì, in effetti poteva capitare. Una sorta di «fantasma» genetico, scomparso durante analisi successive eseguite con criteri diversi.

Immagine

Altri 5 errori, non gravi. Scoglio dunque ampiamente superato per l’accusa, secondo cui il «99,9999999%» non è minimamente scalfito. Non così per la difesa, che darà battaglia quando a parlare sarà il super consulente Marzio Capra (ex Ris). «Mi risulta che un artefatto possa però capitare in posizione negativa e non positiva», ha anticipato l’avvocato Paolo Camporini (Salvagni era assente per la prima volta per altri impegni). A margine dell’udienza, Capra ha infatti spiegato che «è come dire che un incidente è capitato al km 10, invece è successo al km 25». Distinguo delicati e difficili, però determinanti per la tenuta della «prova regina» del dna. Alla lista si sono aggiunti anche cinque errori materiali di trascrizione nei risultati delle analisi che Piccinini ha dovuto ammettere a denti stretti. Niente di grave, però nemmeno una bella figura.

Il pasticcio del dna mitocondriale. L’altro grande dubbio riguarda il dna mitocondriale. Come noto, quello di Bossetti non è mai stato trovato nella traccia biologica “mista” sugli slip di Yara. C’è il nucleare, e Giardina ha ripetuto che è l’unico affidabile per identificare una persona, mentre le analisi del mitocondriale sono rimaste ai primi anni duemila, che in genetica equivale più o meno all’età della pietra. Ma il professore di Tor Vergata non ha potuto che ammettere l’errore che ha determinato un ritardo di due anni nelle indagini. Giardina fu incaricato di confrontare il mitocondriale di 532 donne della Val Seriana (tra cui anche Ester Arzuffi, madre di Bossetti) con il mitocondriale attribuito inizialmente al presunto assassino. I confronti diedero esito negativo. Per forza. «Si scoprì dopo che il profilo confrontato, in realtà, conteneva solo i mitocondri della vittima – ha detto Giardina -. Quello dell’imputato non si vede, anche se non significa che non ci sia». La sequenza genetica analizzata era contenuta in una tabella consegnatagli dalla procura. Chi compilò quella tabella? Risponde direttamente il pm Letizia Ruggeri: «Questo mitocondriale fu estratto nel laboratorio di Firenze dal colonnello Lago, non in veste di comandante dei Ris ma in qualità di consulente privato». Un pasticcio cui si venne a capo solo quando in campo scese un altro genetista, Carlo Previderè: fu lui – secondo la versione ufficiale – ad accorgersi dell’errore. A quel punto le comparazioni furono fatte tra dna nucleari ed Ester Arzuffi risultò essere la madre di Ignoto 1. Di lì a Bossetti il passo fu breve.

Il giallo del mitocondriale però resta, Camporini ha annunciato che chiederà alla Corte d’Assise una perizia per fare definitivamente chiarezza. Ora però si è aggiunto anche l’allele “artefatto”. Un altro punto su cui la difesa picchierà duro. Per trasferire tutti i dubbi nella testa dei giudici.

Source: E ora sul dna di Guerinoni sal...'altra anomalia - Bergamo Post

Re: Il caso di Yara Gambirasio

08/12/2015, 21:28

Pubblicato il: 29 novembre 2015

Yara Gambirasio: aspettando l'udienza decisiva, i fatti che scagionano Bossetti - parte 1

Piccolo riassunto sui fatti accertati durante il processo a Massimo Bossetti.

Immagine
omicidio Yara Gambirasio, processo aBossetti



Settimane di spasmodica attesa nel processo a Massimo Bossetti, a causa della sospensione delle udienze. Il processo riprenderà il prossimo 11 dicembre. Sicuramente la prossima udienza non esaurirà l'argomento "Dna", poichè il Dr. Potera, esperto nominato dalla famiglia Gambirasio, e il Prof. Capra, esperto nominato dalla difesa di Bossetti, non sono ancora stati sentiti in udienza. Torneranno in aula i due funzionari del RIS di Parma, che durante la prima udienza, non sono stati in grado di dare risposte utili per spiegare agli italiani come sarebbero arrivati da una traccia invisibile sugli slip di Yara ad "Ignoto 1" e successivamente abbinarlo a Massimo Giuseppe Bossetti.

Fino ad oggi, durante il processo a Bossetti, unico imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio, sono emersi alcuni elementi contrastanti con quanto sempre asserito dall'accusa, elementi che proverebbero l'innocenza del muratore di Mapello.

Yara viva in palestra

L'ultima volta che Yara Gambirasio è stata vista viva è stato alle 18:42 del 26 novembre 2010 nell'androne che collega gli spogliatoi con l'uscita della palestra. Nessun testimone, ha visto Yara uscire dall'edificio, nessuno l'ha poi vista fuori dalla palestra, e le telecamere di sicurezza sembra fossero fuori uso.

Alle 17:30 il cellulare di Bossetti aggancia la cella telefonica di una zona in direzione di Mapello, paese dove Bossetti vive, ben distante dalla palestra dove in quel momento si trovava Yara Gambirasio. Il cellulare di Yara, invece nella stessa ora, aggancia la cella telefonica dell'area che copre la palestra, casa sua ed il centro di Brembate.

Il mistero del furgone di Bossetti

Il furgone di Bossetti sembrerebbe risultare riconoscibile in un solo fotogramma, dove si dirigerebbe in direzione di Mapello, verso casa sua, mentre tutti gli altri fotogrammi non essendo nitidi non consentono di affermare che sia realmente inquadrato il furgone di Bossetti o di altre persone. La difesa, in merito a tale punto deve ancora essere sentita, ma preannuncia l'arrivo di incredibili novità.

La Dottoressa Rannelletta, anatomopatologa consulente della difesa, pur confermando la validità dell'autopsia fatta dalla Dottoressa Cattaneo, consulente dell'accusa, sui resti della povera Yara Gambirasio, non ne ha comunque condiviso le conclusioni. Anzi, nella sua perizia della dottoressa Ranelletta ha dimostrato che Yara non può essere morta nel campo di Chignolo d'Isola, aggiungendo che Yara sia stata svestita, prima di essere aggredita, poiché fibre di un tessuto colorato, non compatibile con gli abiti di Yara son state trovate "dentro" le ferite aperte. Alcune parti del corpo della povera Yara, risultavano affette dal fenomeno della "corificazione", processo naturale simile alla mummificazione, che tende a verificarsi nei cadaveri chiusi ermeticamente in casse di zinco o di piombo, dove la mancanza di ossigeno ne rallenta la putrefazione. Inoltre, in base alle larve di mosca ed altri insetti, trovati sul corpo e sui vestiti di Yara Gambirasio, la dottoressa Ranelleta ha stabilito che il cadavere poteva trovarsi nel campo di Chignolo d'Isola da alcuni giorni e non da 3 mesi, come ha sempre sostenuto l'accusa.

La conservazione di un cadavere in luogo chiuso e coperto, richiede una "capacità organizzativa" non riconducibile ad una sola persona, Massimo Bossetti non era in grado di garantire nei propri luoghi tale azione. Questo ancora una volta, apre grandi interrogativi su cosa sia realmente accaduto quella terribile notte del 26 novembre 2010 alla povera Yara Gambirasio

Source: Yara Gambirasio: aspettando l'... scagionano Bossetti - parte 1

Re: Il caso di Yara Gambirasio

10/12/2015, 14:00

La butto là senza commenti: qualche mese fa ero ad un cena e ho conosciuto una sensitiva, famosa per aver indicato il punto esatto in un lago dove si trovavano i resti di un canoista morto annegato qualche anno prima, che afferma di essere visitata spesso dal fantasma di Yara, a sua, della sensitiva, specifica domanda, Yara ha risposto ripetutamente che Bossetti non è l'assassino e che entro fine anno (2015) questa conclusione sarebbe saltata fuori. Mancano 20 giorni a fine anno e vediamo se la sensitiva ci ha azzeccato.

PS: lo stesso fantasma avrebbe indicato in uno straniero il suo assassino.

Re: Il caso di Yara Gambirasio

10/12/2015, 14:07

PErchè non si fa dare nome e cognome e magari anche dove vive? -_- E' facile fare i sensitivi RIBADENDO cose già note :]

Re: Il caso di Yara Gambirasio

10/12/2015, 15:38

MaxpoweR ha scritto:PErchè non si fa dare nome e cognome e magari anche dove vive? -_- E' facile fare i sensitivi RIBADENDO cose già note :]


Riporto quanto dettomi:

Yara nonostante ripetute richieste NON ha voluto fornire il nome del suo assassino però ha aggiunto che sarà scoperto e che l'assassino NON è Bossetti.

PS: ho semplicemente scritto quello che ho sentito. Ci credo? No, non ci credo anche se questa signora ha indovinato esattamente il punto nel lago dove c'erano le ossa del canoista. Mio cugino è uno dei sub che ha recuperato i resti e me lo ha confermato.

Re: Il caso di Yara Gambirasio

11/12/2015, 14:56

Chiedo scusa se la critica potesse sembrare rivolta a te :) In ogni caso nutro seri dubbi sulle potenzialità di questi sensitivi ma ancor di più sulla logica di comportamento di questi presunti spiriti che si comportano sempre in modo tale che il loro tramite venga creduto molto poco :) bah...

Re: Il caso di Yara Gambirasio

11/12/2015, 20:06

Bossetti, gli avvocati in aula: “Ci state prendendo in giro”

I legali del carpentiere di Mapello, unico imputato per il brutale delitto di Yara Gambirasio, hanno chiesto l’inutilizzabilità dei dati grezzi dei Ris. E il pm minaccia querela

Immagine



“Ci stanno prendendo in giro, e spero che anche la Corte se ne renda conto”. È il duro attacco degli avvocati di Massimo Giuseppe Bossetti nel corso dell’udienza di venerdì 11 dicembre, in cui sono previste le deposizioni di Staiti e Gentile, due ufficiali dei Ris di Parma chiamati a chiarire le analisi svolte sugli indumenti della vittima per arrivare al dna di Ignoto 1.

I legali del carpentiere di Mapello, unico imputato per il brutale delitto della 13enne Yara Gambirasio hanno chiesto l’inutilizzabilità dei dati grezzi forniti dai Ris: “Dubitiamo che siano genuini – ha detto l’avvocato Claudio Salvagni -. Prima i Ris hanno dichiarato in aula che i dati erano tutti emersi, ora ne hanno aggiunti il 400 per cento in più.

Il modus operandi di questa procura – ha aggiunto – non ci permette di operare e quindi dubitiamo della validità dei dati grezzi”.

Secca la replica del pubblico ministero Letizia Ruggeri: “I dati aggiunti sono 15-18. Tutti i dati sono stati acquisiti e depositati in regolarmente e già analizzati in Cassazione, al Tribunale del Riesame, dal gip e dal gup”.

“È gravemente offensivo mettere in dubbio i dati. Sono affermazioni al limite della calunnia”, ha chiuso il pm.

I legali di Bossetti hanno annunciato che rinunciano al controesame dei due colonnelli dei Ris di Parma “perché non ci fidiamo”.

Source: Bossetti, gli avvocati in aula...endendo in giro" - BergamoNews

Re: Il caso di Yara Gambirasio

11/12/2015, 20:12

questi avvocati........
per un briciolo di popolarità in più..
e onorari più alti..
(è x quello che si agitano così tanto,
no?)
magari patrocinano anche gratis..
c scommetto..
farebbero assolvere il peggior serial killer
in circolazione..

GENTAGLIA..
Rispondi al messaggio