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Re: Il caso di Yara Gambirasio

11/12/2015, 20:43

mik.300 ha scritto:questi avvocati........
per un briciolo di popolarità in più..
e onorari più alti..
(è x quello che si agitano così tanto,
no?)
magari patrocinano anche gratis..
c scommetto..
farebbero assolvere il peggior serial killer
in circolazione..

GENTAGLIA..


Mik ! In nome del popolo italiano hai già emesso la sentenza ? [:305] [:305]

Re: Il caso di Yara Gambirasio

11/12/2015, 21:16

Mik se hai seguito il processo dall'inizio non parleresti cosi

La procura non ha mai voluto fornire alla difesa i raw data prendendo mille scuse.
Dopo mesi di insistenza la difesa ha ricevuto un CD con i dati tutti in disordine cronologico ed alla domanda se questi dati erano tutti, a verbale si è confermato, tutti.

Il perito della difesa, Marzio Capra, aveva letto in quei dati grezzi che i Ris avevano fatto solo quattro amplificazioni sulla traccia di Ignoto numero uno, non sufficienti per avere un valore processuale.

La settimana prima di questa ultima udienza la difesa riceve un nuovo CD con i dati grezzi ben ordinati dove in aggiunta al primo CD risultano aggiunti nuovi appunti in più e che le amplificazioni sulla traccia di ignoto uno sono molte di piu di quattro come risultava nel primo CD.

Secondo te Salvagni e Camporini non hanno tutte le ragioni di arrabbiarsi?
L'accusa, non ti pare che adatti tutti i dati dell'inchiesta man mano che la difesa la mette in difficoltà?



Difesa all’attacco. Gli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni, che avevano già ricevuto la risposta settimana scorsa sotto forma di cd con ben 1.300 pagine, attaccano subito, ancora prima che i militari aprano bocca. Si dicono sorpresi, addirittura «presi in giro». «Ci avevate detto di averci già consegnato tutti i dati grezzi – ruggisce Salvagni – e noi su quei dati avevamo costruito la nostra strategia. Adesso salta fuori che ne esistono molti altri, il 400% in più. Una mole enorme, che ci fa dubitare sulla genuinità degli stessi. Non possiamo giocare alle tre carte, è evidente che la procura adotta un sistema per far vedere alcune cose e altre no. Un modus operandi che non possiamo accettare, perciò chiediamo che questi nuovi elementi non siano ammessi nel processo». Camporini rincara la dose e ripete il termine usato dal collega, casomai qualcuno non l’avesse afferrato: «È un “sistema” inaccettabile. Prima ci dicono che i dati non si trovano, poi che serve tempo. Ma è perché hanno in tasca la sorpresa. E adesso dovremmo accettare che ci rispondano su dati diversi? Non solo è discutibile la genuinità di questi dati ma anche l’attendibilità delle risposte. Quando c’è una contestazione la procura cambia sempre le carte in tavola: è accaduto sul furgone e sulle fibre, ora anche sul dna. Ma ci dev’essere un limite, lo prevede la giurisprudenza. Perciò chiediamo che questi dati non siano ammessi: se li avessimo avuti a disposizione la nostra impostazione difensiva sarebbe stata diversa». Poi Camporini annuncia polemicamente che la difesa rinuncerà al controesame dei Ris «perché non ci fidiamo». Un mutismo replicato anche fuori dal tribunale: diversamente dal solito, i due legali non rilasciano commenti davanti alle telecamere.

Source: Bossetti, la difesa su tutte l...ra pesa di più - Bergamo Post

Re: Il caso di Yara Gambirasio

12/12/2015, 10:59

no no
il mio è un discorso in generale..
se questo tizio, tutto il caso
non fosse uscito su chi la visto, ecc.
non gliene sarebbere fregato
niente a nessuno..

questi avvocati non si agiterebbero tanto..

comunque vada sarà un successo,
alla chiambretti,
mi verrebbe da dire..

comuqnue è chiaro che si gioca tutto sui cavilli..
tutto condanna il personaggio,
magli avvocati
si aggrappano a cavilli per sfangarla..
e i giudici usano cavilli contro cavilli
per non essere fatti fessi..

Re: Il caso di Yara Gambirasio

12/12/2015, 11:06

Wolframio ha scritto:Mik se hai seguito il processo dall'inizio non parleresti cosi

La procura non ha mai voluto fornire alla difesa i raw data prendendo mille scuse.
Dopo mesi di insistenza la difesa ha ricevuto un CD con i dati tutti in disordine cronologico ed alla domanda se questi dati erano tutti, a verbale si è confermato, tutti.

Il perito della difesa, Marzio Capra, aveva letto in quei dati grezzi che i Ris avevano fatto solo quattro amplificazioni sulla traccia di Ignoto numero uno, non sufficienti per avere un valore processuale.

La settimana prima di questa ultima udienza la difesa riceve un nuovo CD con i dati grezzi ben ordinati dove in aggiunta al primo CD risultano aggiunti nuovi appunti in più e che le amplificazioni sulla traccia di ignoto uno sono molte di piu di quattro come risultava nel primo CD.

Secondo te Salvagni e Camporini non hanno tutte le ragioni di arrabbiarsi?
L'accusa, non ti pare che adatti tutti i dati dell'inchiesta man mano che la difesa la mette in difficoltà?






cavilli procedurali....
se per cavilli riescono
a inficiare l'utilizzo della prova principe,
(mica dicono che il dna è inattendibile,
dicono che "non può essere utilizzato"
ex. il dna è buono ma ha solo
4 amplificazioni invece che cinque,ecc.)
il soggetto è salvo..
semplice..

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 13:39

Prima di imbattersi in un percorso lungo e complicato si tenta la via piu breve, cioè il cavillo procedurale, se la prova del Dna viene a cadere per un cavillo, sono finite tutte le discussioni.

Che i Dna sia di Bossetti questo lo affermano solo gli inquirenti, la difesa si deve fidare per forza di cose, visto che da una traccia cosi "abbondante e di ottima qualità" non ne esiste piu una minima parte per poter ripetere l'esame sotto la supervisione dei periti della difesa.
La relazione dei Ris è stata più volte contestata dai legali di Bossetti, che giudicano irripetibili gli esami sul Dna trovato sui vestiti di Yara.
Inoltre se per condannare il Bossetti ci si basa su una prova scientifica quale è il Dna, la scienza deve anche spiegare come mai con un Dna nucleare di "ottima qualità" non c'è traccia del Dna mitocondriale del Bossetti, ma quello di una persona ignota.

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 13:56

Gruppo Cronisti Lombardi
11 December at 12:28 ·

La buona informazione si fa partendo da una informazione buona, precisa, dettagliata. Ma evidentemente siamo gli unici a pensarla così.

Lettera di un collega al Gruppo Cronisti Lombardi:

«In nome del popolo italiano…», ma la Giustizia è cosa loro.


Il Tribunale di Bergamo ignora le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo sul dovere di informazione. Diritto ma, soprattutto, dovere, come le numerose sentenze definiscono il nostro lavoro. Il popolo italiano, nel cui nome si esercita la giustizia (ogni sentenza si apre con questa formula) DEVE essere informato non solo della sentenza ma anche su come si forma la prova nel dibattimento processuale.
A Bergamo, davanti alla Corte di assise, con rito ordinario, è in corso il processo a carico di Massimo Bossetti, imputato per la morte di Yara Gambirasio. Le udienze sono pubbliche, l’ingresso ai giornalisti è dunque consentito, ma il presidente della Corte, Antonella Bertoya, ha vietato che in aula siano introdotti telefoni, computer, registratori e, ovviamente telecamere e macchine fotografiche. Sul rispetto dell’ordinanza vigilano numerosi carabinieri e guardie private e due accessi con metal detector. Pubblico e giornalisti vengono, talvolta, perquisiti e invitati a togliersi persino le scarpe. Per graziosa concessione del presidente possono, però, come usava due secoli fa, entrare i pittori che vogliano riprodurre in vignette le fasi del dibattimento.
L’inchiesta che ha portato all’arresto di Massimo Bossetti evidentemente riveste interesse pubblico. Non solo per la gravità del crimine e per la pena in gioco, ma anche perché, come più volte ribadito in aula dagli stessi inquirenti, si tratta di un’indagine record senza precedenti in Italia e, forse, nel mondo: per il prelievo di 21 mila Dna alla popolazione, per le 130 mila utenze telefoniche monitorate, per le tecniche sperimentali di indagine scientifica adottate, per la ricostruzione genealogica dei soggetti interessati che è risalita fino al 1700 e per molti altri aspetti. Si tratta dunque di un’inchiesta che interessa non soltanto (soltanto?) l’opinione pubblica.
Come è risaputo il Dna dell’imputato è al centro dell’inchiesta, del processo e della sentenza. Un Dna sul quale la difesa, come è suo diritto, solleva dubbi e chiede approfondimenti. Da molte udienze non si parla d’altro e per molte altre non si parlerà d’altro.
Decisiva, appare, per esempio, l’interpretazione di quanti e quali e con quali strumenti sono stati analizzati i “primes delle componenti alleliche mitocondriali risultate dall’amplificazione dei profili autsomici estratti dalla traccia 31G20”. Sembra assurdo ma anche su questo si gioca la giustizia per Yara e la sorte dell’imputato Bossetti. E la decisione sarà un precedente giurisprudenziale straordinario per il futuro.
L’unico resoconto di discussioni di ore ed ore su tali argomenti è affidata solo ai taccuini dei cronisti. Si può sbagliare? Si può. Per questo, come cronista accreditato (si, occorre essere accreditati per partecipare al dibattimento), ho chiesto l’accesso ai verbali delle udienze, nelle parti ove non si ravvisino, a giudizio del presidente, elementi lesivi della dignità della vittima e dei suoi familiari.
Ma dei giornalisti non ci si deve fidare, a priori. E l’opinione del popolo italiano? Si accontenti della citazione alla lettura della sentenza.
Questa, infatti, è la risposta del presidente della Corte alla stampa, al pubblico, al popolo italiano.
“Visto si rigetta la richiesta, la pubblicità dell’udienza e il diritto di cronaca sono garantiti dalla presenza dei giornalisti in aula, mentre è compito della Corte impedire un possibile uso improprio dei verbali di udienza. Bg 10/12/2015 A. Bertoya”. A voce, mi si aggiunge, che il divieto vale fino a sentenza definitiva…


Immagine



Giorgio Sturlese Tosi, cronista


Source: https://www.facebook.com/giorgio.sturle ... 3259364307



E le sentenze si emettono «In nome del popolo italiano» COL CAVOLO!!

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 14:00

Wolframio ha scritto:Prima di imbattersi in un percorso lungo e complicato si tenta la via piu breve, cioè il cavillo procedurale, se la prova del Dna viene a cadere per un cavillo, sono finite tutte le discussioni.

Che i Dna sia di Bossetti questo lo affermano solo gli inquirenti, la difesa si deve fidare per forza di cose, visto che da una traccia cosi "abbondante e di ottima qualità" non ne esiste piu una minima parte per poter ripetere l'esame sotto la supervisione dei periti della difesa.
La relazione dei Ris è stata più volte contestata dai legali di Bossetti, che giudicano irripetibili gli esami sul Dna trovato sui vestiti di Yara.
Inoltre se per condannare il Bossetti ci si basa su una prova scientifica quale è il Dna, la scienza deve anche spiegare come mai con un Dna nucleare di "ottima qualità" non c'è traccia del Dna mitocondriale del Bossetti, ma quello di una persona ignota.



si ma c vuole un pò di logica..

come si è arrivati a bossetti??
non è che hanno preso bossetti
e poi hanno ricostruito il dna..
anzi per anni il DNA dell'assassino
è stato di IGNOTO1,

cioè non si sapeva chi fosse..
poi a furia di controlli, ecc.
sono risaliti a lui..

non mi pare proprio una condotta
volta ad incastrare il fesso di turno..

questo modo di fare degli avvocati
di procedere per cavilli
è insopportabile e disonesto..

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 14:05

Wolframio ha scritto:[wbf]Gruppo Cronisti Lombardi
11 December at 12:28 ·

La buona informazione si fa partendo da una informazione buona, precisa, dettagliata. Ma evidentemente siamo gli unici a pensarla così.

Lettera di un collega al Gruppo Cronisti Lombardi:

«In nome del popolo italiano…», ma la Giustizia è cosa loro.



Come è risaputo il Dna dell’imputato è al centro dell’inchiesta, del processo e della sentenza. Un Dna sul quale la difesa, come è suo diritto, solleva dubbi e chiede approfondimenti. Da molte udienze non si parla d’altro e per molte altre non si parlerà d’altro.
Decisiva, appare, per esempio, l’interpretazione di quanti e quali e con quali strumenti sono stati analizzati i “primes delle componenti alleliche mitocondriali risultate dall’amplificazione dei profili autsomici estratti dalla traccia 31G20”. Sembra assurdo ma anche su questo si gioca la giustizia per Yara e la sorte dell’imputato Bossetti. E la decisione sarà un precedente giurisprudenziale straordinario per il futuro.





capito i cavilli?

"l’interpretazione di quanti e quali e con quali strumenti sono stati analizzati i “[b]primes delle componenti alleliche mitocondriali risultate dall’amplificazione dei profili autsomici estratti dalla traccia 31G20[/b]

componenti alleliche..
profili autsomici..
vabbeh..
la buttano in vacca..
tirano scemi i giudici..
magari tutta l'espressione in sè
non significa nulla o non è corretta,
ma loro ci provano lo stesso..
"vuoi vedere che i giudici vanno in loop?"
se non c riescono con quest'accozzaglia di nomi,
al prossimo giro tirano in ballo
il paradosso di schroedinger
e il bosone di higgs..
sicuro..
io metterei al gabbio anche gli avvocati..
insieme all'imputato..

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 14:22

mik.300 ha scritto:
Wolframio ha scritto:Prima di imbattersi in un percorso lungo e complicato si tenta la via piu breve, cioè il cavillo procedurale, se la prova del Dna viene a cadere per un cavillo, sono finite tutte le discussioni.

Che i Dna sia di Bossetti questo lo affermano solo gli inquirenti, la difesa si deve fidare per forza di cose, visto che da una traccia cosi "abbondante e di ottima qualità" non ne esiste piu una minima parte per poter ripetere l'esame sotto la supervisione dei periti della difesa.
La relazione dei Ris è stata più volte contestata dai legali di Bossetti, che giudicano irripetibili gli esami sul Dna trovato sui vestiti di Yara.
Inoltre se per condannare il Bossetti ci si basa su una prova scientifica quale è il Dna, la scienza deve anche spiegare come mai con un Dna nucleare di "ottima qualità" non c'è traccia del Dna mitocondriale del Bossetti, ma quello di una persona ignota.



si ma c vuole un pò di logica..

come si è arrivati a bossetti??
non è che hanno preso bossetti
e poi hanno ricostruito il dna..
anzi per anni il DNA dell'assassino
è stato di IGNOTO1,

cioè non si sapeva chi fosse..
poi a furia di controlli, ecc.
sono risaliti a lui..

non mi pare proprio una condotta
volta ad incastrare il fesso di turno..

questo modo di fare degli avvocati
di procedere per cavilli
è insopportabile e disonesto..



Insopportabile e disonesto è l'agire a senso unico della procura che invece dovrebbe essere imparziale.

La logica vuole che la prova del Dna sia ripetibile.
Non si dichiara che il Dna era abbondante e fresco quando si vuole incastrare qualcuno e poi che non ce nè piu per ripetere l'esame a richiesta della difesa.

A me invece sembra proprio "una condotta volta ad incastrare il fesso di turno..".

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 14:41

mik.300 ha scritto:
capito i cavilli?
...............

Io li ho capiti benissimo [:)]


Colpo di scena al processo, quella rivelazione sui kit del Dna

13 dicembre 2015

Immagine

Claudio Salvagni è sarcastico: «Ma come? Questa traccia così pura e meravigliosa dello slip, fino a ieri risultava esaminata solo quattro volte. Oggi, con i nuovi dati presentati, ci risultano 18 amplificazioni!
Non può essere consentito, è una grave lesione del diritto della difesa».
Letizia Ruggeri è algida: «Non è possibile configurare nessuna inutilizzabilità dei nuovi dati. Chiedo che l' eccezione sia respinta!».
L' avvocato, calmo ma terreo, attacca come mai prima: «Dubitiamo che siano genuini questi dati! Ci è stato detto che erano tutti, e non è così: vorremmo averli tutti davvero!
Non solo quelli sugli slip. È il gioco delle tre carte!».
La Ruggeri, tombale: «Sento qui, oggi, accuse al limite della calunnia! Chiedo da subito la trasmissione al mio ufficio dei verbali di questa seduta!».
Salvagni si gira con un sorriso beffardo verso i giornalisti: «Vedete? Mi vuole denunciare. Ci manca solo questo, ormai!».
Aula magna del Tribunale.
Nell' ultima udienza dell' anno del processo Yara succede davvero di tutto, a metà fra dramma e commedia, tra momenti di tensione e involontari siparietti ironici. Breve sintesi: arrivano nuovi dati sugli esami di "Ignoto uno", la persona che avrebbe lasciato tracce sui vestiti della ragazzina uccisa, che saltano fuori nel dibattimento (fuori tempo massimo, ma ammessi dalla Corte), sul reperto più importante del processo (il famoso slip). Ci sono relazioni che non tornano, firmate dagli stessi autori ma discordanti fra di loro. Si verifica addirittura un inedito sciopero del controinterrogatorio da parte degli avvocati, poi viene ventilata una minaccia di denuncia da parte del pm (l' avete appena letta).
Si produce persino un involontario momento-commedia all' italiana dell' ufficiale supervisore dei Ris di Parma, da cui si evince che - non solo per il processo Yara - i laboratori dei Ris per fare gli esami del Dna usavano spesso dei kit «tecnicamente scaduti», come gli yogurt (ma, in qualche modo, rigenerati!).
Certo: era - e si sapeva già - una delle udienze chiave del processo. Era anche il terzo e ultimo atto dell' interrogatorio dei cosiddetti "capitani" - Nicola Staiti e Fabiano Gentile - che hanno condotto gli esami più delicati sul reperto più delicato, il cosiddetto G20 (ovvero la porzione di mutandina su cui è stato trovato il Dna di "Ignoto numero uno"). A inizio seduta prende la parola Salvagni, teso, corrucciato, nervosissimo: «Volevo mettere un punto fermo molto importante perché questo è un processo dna-centrico, è il fulcro nodale del processo». Su questo, almeno, non c' è dubbio: i cosiddetti «dati grezzi» di cui si discuteva erano stati richiesti la prima volta il 27 aprile 2015, poi di nuovo il 17 luglio (con l' udienza dell' ammissione delle prove), e infine l' 11 settembre, quando la presidente Bertoja - malgrado una strenua opposizione della pm Ruggeri - aveva prescritto che il Ris produccesse «tutti i dati disponibili». Come mai tanta resistenza dell' accusa? Mistero.
Spiega Salvagni: «I dati grezzi sono come una radiografia, non il referto. La difesa ha bisogno della radiografia!». E aggiunge: «Abbiamo impostato il controesame sulla base di quel che ci ha stato detto. Quei dati hanno determinato le scelte difensive di questa fase istruttoria. E cosa è successo? Il caos - spiega l' avvocato -, consulenti che producono dati alla rinfusa, gli stessi autori non riuscivano a rispondere». Infine l' ultimo affondo: «In sede di controesame, a domanda della corte, i due capitani avevano ribadito: "In quel cd ci sono tutti i dati grezzi". Tutti!». E questo, effettivamente, è a verbale. Infatti il 26 ottobre era arrivato il dischetto, e poi era iniziata una danza processuale senza precedenti. I due capitani avevano detto in aula di non essere in grado di rispondere alle domande sul numero e sulla qualità degli esami, poi avevano chiesto una sospensione, l' avevano ottenuta, erano tornati in una nuova udienza, poi avevano lamentato la difficoltà di reperire i dati (nel loro stesso archivio!) spiegando che erano «confusi con quelli di altri casi», poi domandato una nuova sospensione, e infine ottenuto di essere risentiti una terza volta (!) rispondendo a domande scritte, e riservandosi di fornire «nuovi dati grezzi qualora li trovassimo» (e così è stato). Era possibile che dopo aver avuto bisogno di sei mesi per reperire quei dati, venisse loro concesso di produrne altri? Questa era la domanda che tutti si facevano. Ebbene, la presidente Bertoja, dopo aver riunito la Corte ieri ha detto di sì.
Ieri i due capitani sono ricomparsi per la terza volta sul banco dei testimoni, spiegando che pochi giorni fa, il 4 dicembre, avevano prodotto la loro relazione scritta e il loro supplemento di dati. Prima sorpresa: «Su 15-20 nuovi ferogrammi prodotti» (quantificazione fatta da loro), si scopre che ben 14 riguardano proprio lo slip. Una incredibile anomalia, statisticamente («il quattrocento per cento in più!» dice Salvagni indignato). E Staiti e Gentile devono esserne consapevoli, se è vero che per attutire la portata di questo dato dicono: «Sul reperto G-20 ci sono 9 tracce in più su 18». Un piccolo escamotage: per dare quel numero i capitani computano sia amplificazioni che ripetizioni. Ma i casi sono due: o sono 9 nuove tracce su 13 esami (senza le ripetizioni), oppure sono 14 su 18 (in tutto): il dato di partenza è sempre 4. Salvagni non ci sta: «La difesa sta urlando la necessità di svolgere al proprio meglio il mandato difensivo. Se questi dati sono stati prodotti nella loro indagine, e se vogliamo ammettere che fossero presenti, perché non sono stati forniti? Perché regnava questo caos nei Ris?
Vogliamo davvero credere che ci fosse? È evidente che questo è stato un sistema per far vedere alcune cose e non altre». Anche l' avvocato Camporini è duro: «L' integrazione è possibile solo se non si eccedono le circostanze prospettate. Questo non può essere ammesso mentre c' è una consulenza tecnica in corso». Ed è lo stesso difensore ad annunciare il colpo di scena: «Noi non ci fidiamo: non formuleremo domande nel controesame - annuncia - perché le risposte sarebbero inquinate». Così, in un clima surreale i due capitani illustrano i loro dati rispondendo alle domande della Bertoja. Con qualche discrasia curiosa. Nella loro relazione avevano detto di aver trovato sullo slip L' aplotipo Ypsilon. Che è importantissimo - soprattutto in questa indagine fondata su una indizio parentale - perché è quello con cui si trasmette il gene paterno. Ma nella sintesi della nuova relazione si scopre che su quel reperto i capitani scrivono di non aver usato il kit che individua «l' Ypsilon». Nell' intervallo mi avvicino a Stati: "Come è possibile?". La Pm, seduta davanti a lui, gli fa cenno «No-No» con la matita. Lui la guarda, si ferma, pare imbarazzato: «Mi spiace... ma... non sono autorizzato a rispondere».
Chiedo al consulente della difesa, Marzio Capra: «Posso solo fare un' ipotesi: l' esame sull' Ypsilon lo hanno fatto su un altro reperto, e poi, sovrapponendo i risultati, lo hanno attribuito anche all' altro campione». Il Dna di "Ignoto uno" è stato quindi ricostruito come un puzzle? Mistero. In aula la Ruggeri chiederà proprio di quell' Ypsilon, e Staiti le risponderà: «Abbiamo fatto un errore materiale nella prima relazione».
Ma se è vera la seconda relazione e non la prima, la domanda allora è: come mai non fare quell' esame così cruciale proprio sul campione considerato più importante? Altro mistero.
La Corte si riunisce alle 12. Poi la Bertoja annuncia che ammette l' integrazione dei capitani: «Non sono dati nuovi, ma una nuova produzione di dati già elaborati».
Sembra finita. Ma alle 13.30 arriva il tenente colonnello Marco Pizzamiglio, tenente colonnello del Ris. Salvagni fa una domanda che all' inizio pare folle: «Le risulta che i polimeri utilizzati per i test possano essere scaduti?». Risposta incredibile dell' ufficiale: «Sì, può capitare». Possibile? Spiega Pizzamiglio. «Le scadenze vengono riviste perché le date indicate dai produttori sono strette, per vendere di più.
Se scadono noi ricontrolliamo».
A questo punto l' avvocato incalza: «Nel caso specifico avete usato lotti con polimeri scaduti?». Risposta del Ris: «Allora non avevamo i controlli assoluti di oggi, ma che li facevamo su ogni singolo caso facevamo un controllo.
Tante scadenze non sono reali... E poi avevamo così tante ripetizioni nel risultato che il problema si poneva». Chiede Salvagni: «Si può sapere su quali campioni sono stati utilizzati i lotti scaduti?». E l' ufficiale: «No, l' operazione del kit non viene tracciata, non è possibile saperlo».
Ma la scena più divertente dopo tanta tensione è questa.
Pizzamiglio è in aula perché è il firmatario del rapporto sul Dna, il più importante del processo. Su questo deve essere interrogato. Ma quando arriva la prima domanda, rivela: «Io però non ho visto nulla: né i reperti, né il corpo, gli esami, nulla.
Il mio compito era solo di valutare che la relazione fosse chiara e coerente». E come poteva farlo, chiede l' avvocato? La risposta, capolavoro di burocratese. L' ufficiale è spavaldo, pare "il dentone" di Alberto Sordi: «Non ho visto nessun reperto e nessun esame, è vero: ma pur non avendoli visti sono perfettamente in grado di dare un giudizio». E come? «Io non vedo i reperti. Ma leggo, e giudico se ci sono fattori coerenti!». Risate in aula. Amen. Tra kit, alleli, polimeri e Y, Massimo Bossetti esce con faccia attonita: si prepara al suo Natale in carcere.

di Luca Telese

Source: Bossetti, colpo di scena al pr...i - Italia - Libero Quotidiano


Se non fosse che c'è in gioco la vita di un possibile innocente e la sua intera famiglia, ci sarebbe proprio da ridere a crepapelle di tutto quel ridicolo apparato accusatorio. [V] [V]

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 19:01

Wolframio ha scritto:
mik.300 ha scritto:
Wolframio ha scritto:Prima di imbattersi in un percorso lungo e complicato si tenta la via piu breve, cioè il cavillo procedurale, se la prova del Dna viene a cadere per un cavillo, sono finite tutte le discussioni.

Che i Dna sia di Bossetti questo lo affermano solo gli inquirenti, la difesa si deve fidare per forza di cose, visto che da una traccia cosi "abbondante e di ottima qualità" non ne esiste piu una minima parte per poter ripetere l'esame sotto la supervisione dei periti della difesa.
La relazione dei Ris è stata più volte contestata dai legali di Bossetti, che giudicano irripetibili gli esami sul Dna trovato sui vestiti di Yara.
Inoltre se per condannare il Bossetti ci si basa su una prova scientifica quale è il Dna, la scienza deve anche spiegare come mai con un Dna nucleare di "ottima qualità" non c'è traccia del Dna mitocondriale del Bossetti, ma quello di una persona ignota.



si ma c vuole un pò di logica..

come si è arrivati a bossetti??
non è che hanno preso bossetti
e poi hanno ricostruito il dna..
anzi per anni il DNA dell'assassino
è stato di IGNOTO1,

cioè non si sapeva chi fosse..
poi a furia di controlli, ecc.
sono risaliti a lui..

non mi pare proprio una condotta
volta ad incastrare il fesso di turno..

questo modo di fare degli avvocati
di procedere per cavilli
è insopportabile e disonesto..



Insopportabile e disonesto è l'agire a senso unico della procura che invece dovrebbe essere imparziale.

La logica vuole che la prova del Dna sia ripetibile.
Non si dichiara che il Dna era abbondante e fresco quando si vuole incastrare qualcuno e poi che non ce nè piu per ripetere l'esame a richiesta della difesa.

A me invece sembra proprio "una condotta volta ad incastrare il fesso di turno..".


per me quello è colpevole,
ma al di là di questo,
a me non piacciono i cavillismi..

l'esame del dna non è ripetibile
all'infinito..
dipende dal materiale,
l'analisi distrugge il campione,
su questo c siamo no?
più materiale,
più esami..

capirei se hanno incastrato il bossetti,
e poi abbiano fabbricato il campione di dna,
ma qui è successo l'opposto..
si è trovato un campione
senza sospettato..
non sapevano manco chi era il soggetto in questione..
era IGNOTO1..
ma secondo te come c sono arrivati?
lanciando i dadi??
questo dimostra la totale correttezza e buona fede
degli inquirenti..
GLI AVVOCATI SI AGGRAPPANO A CAVILLI..
amplificazioni, lotti scaduti,
il raffreddore dell'analista, ecc.
gonfiano a più non posso..
di kazzate..
Ultima modifica di mik.300 il 13/12/2015, 19:11, modificato 1 volta in totale.

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 19:09

Wolframio ha scritto:
mik.300 ha scritto:
capito i cavilli?
...............

Io li ho capiti benissimo [:)]


Colpo di scena al processo, quella rivelazione sui kit del Dna

13 dicembre 2015

Immagine

Claudio Salvagni è sarcastico: «Ma come? Questa traccia così pura e meravigliosa dello slip, fino a ieri risultava esaminata solo quattro volte. Oggi, con i nuovi dati presentati, ci risultano 18 amplificazioni!
Non può essere consentito, è una grave lesione del diritto della difesa».
Letizia Ruggeri è algida: «Non è possibile configurare nessuna inutilizzabilità dei nuovi dati. Chiedo che l' eccezione sia respinta!».
L' avvocato, calmo ma terreo, attacca come mai prima: «Dubitiamo che siano genuini questi dati! Ci è stato detto che erano tutti, e non è così: vorremmo averli tutti davvero!
Non solo quelli sugli slip. È il gioco delle tre carte!».
La Ruggeri, tombale: «Sento qui, oggi, accuse al limite della calunnia! Chiedo da subito la trasmissione al mio ufficio dei verbali di questa seduta!».
Salvagni si gira con un sorriso beffardo verso i giornalisti: «Vedete? Mi vuole denunciare. Ci manca solo questo, ormai!».
Aula magna del Tribunale.
Nell' ultima udienza dell' anno del processo Yara succede davvero di tutto, a metà fra dramma e commedia, tra momenti di tensione e involontari siparietti ironici. Breve sintesi: arrivano nuovi dati sugli esami di "Ignoto uno", la persona che avrebbe lasciato tracce sui vestiti della ragazzina uccisa, che saltano fuori nel dibattimento (fuori tempo massimo, ma ammessi dalla Corte), sul reperto più importante del processo (il famoso slip). Ci sono relazioni che non tornano, firmate dagli stessi autori ma discordanti fra di loro. Si verifica addirittura un inedito sciopero del controinterrogatorio da parte degli avvocati, poi viene ventilata una minaccia di denuncia da parte del pm (l' avete appena letta).
Si produce persino un involontario momento-commedia all' italiana dell' ufficiale supervisore dei Ris di Parma, da cui si evince che - non solo per il processo Yara - i laboratori dei Ris per fare gli esami del Dna usavano spesso dei kit «tecnicamente scaduti», come gli yogurt (ma, in qualche modo, rigenerati!).
Certo: era - e si sapeva già - una delle udienze chiave del processo. Era anche il terzo e ultimo atto dell' interrogatorio dei cosiddetti "capitani" - Nicola Staiti e Fabiano Gentile - che hanno condotto gli esami più delicati sul reperto più delicato, il cosiddetto G20 (ovvero la porzione di mutandina su cui è stato trovato il Dna di "Ignoto numero uno"). A inizio seduta prende la parola Salvagni, teso, corrucciato, nervosissimo: «Volevo mettere un punto fermo molto importante perché questo è un processo dna-centrico, è il fulcro nodale del processo». Su questo, almeno, non c' è dubbio: i cosiddetti «dati grezzi» di cui si discuteva erano stati richiesti la prima volta il 27 aprile 2015, poi di nuovo il 17 luglio (con l' udienza dell' ammissione delle prove), e infine l' 11 settembre, quando la presidente Bertoja - malgrado una strenua opposizione della pm Ruggeri - aveva prescritto che il Ris produccesse «tutti i dati disponibili». Come mai tanta resistenza dell' accusa? Mistero.
Spiega Salvagni: «I dati grezzi sono come una radiografia, non il referto. La difesa ha bisogno della radiografia!». E aggiunge: «Abbiamo impostato il controesame sulla base di quel che ci ha stato detto. Quei dati hanno determinato le scelte difensive di questa fase istruttoria. E cosa è successo? Il caos - spiega l' avvocato -, consulenti che producono dati alla rinfusa, gli stessi autori non riuscivano a rispondere». Infine l' ultimo affondo: «In sede di controesame, a domanda della corte, i due capitani avevano ribadito: "In quel cd ci sono tutti i dati grezzi". Tutti!». E questo, effettivamente, è a verbale. Infatti il 26 ottobre era arrivato il dischetto, e poi era iniziata una danza processuale senza precedenti. I due capitani avevano detto in aula di non essere in grado di rispondere alle domande sul numero e sulla qualità degli esami, poi avevano chiesto una sospensione, l' avevano ottenuta, erano tornati in una nuova udienza, poi avevano lamentato la difficoltà di reperire i dati (nel loro stesso archivio!) spiegando che erano «confusi con quelli di altri casi», poi domandato una nuova sospensione, e infine ottenuto di essere risentiti una terza volta (!) rispondendo a domande scritte, e riservandosi di fornire «nuovi dati grezzi qualora li trovassimo» (e così è stato). Era possibile che dopo aver avuto bisogno di sei mesi per reperire quei dati, venisse loro concesso di produrne altri? Questa era la domanda che tutti si facevano. Ebbene, la presidente Bertoja, dopo aver riunito la Corte ieri ha detto di sì.
Ieri i due capitani sono ricomparsi per la terza volta sul banco dei testimoni, spiegando che pochi giorni fa, il 4 dicembre, avevano prodotto la loro relazione scritta e il loro supplemento di dati. Prima sorpresa: «Su 15-20 nuovi ferogrammi prodotti» (quantificazione fatta da loro), si scopre che ben 14 riguardano proprio lo slip. Una incredibile anomalia, statisticamente («il quattrocento per cento in più!» dice Salvagni indignato). E Staiti e Gentile devono esserne consapevoli, se è vero che per attutire la portata di questo dato dicono: «Sul reperto G-20 ci sono 9 tracce in più su 18». Un piccolo escamotage: per dare quel numero i capitani computano sia amplificazioni che ripetizioni. Ma i casi sono due: o sono 9 nuove tracce su 13 esami (senza le ripetizioni), oppure sono 14 su 18 (in tutto): il dato di partenza è sempre 4. Salvagni non ci sta: «La difesa sta urlando la necessità di svolgere al proprio meglio il mandato difensivo. Se questi dati sono stati prodotti nella loro indagine, e se vogliamo ammettere che fossero presenti, perché non sono stati forniti? Perché regnava questo caos nei Ris?
Vogliamo davvero credere che ci fosse? È evidente che questo è stato un sistema per far vedere alcune cose e non altre». Anche l' avvocato Camporini è duro: «L' integrazione è possibile solo se non si eccedono le circostanze prospettate. Questo non può essere ammesso mentre c' è una consulenza tecnica in corso». Ed è lo stesso difensore ad annunciare il colpo di scena: «Noi non ci fidiamo: non formuleremo domande nel controesame - annuncia - perché le risposte sarebbero inquinate». Così, in un clima surreale i due capitani illustrano i loro dati rispondendo alle domande della Bertoja. Con qualche discrasia curiosa. Nella loro relazione avevano detto di aver trovato sullo slip L' aplotipo Ypsilon. Che è importantissimo - soprattutto in questa indagine fondata su una indizio parentale - perché è quello con cui si trasmette il gene paterno. Ma nella sintesi della nuova relazione si scopre che su quel reperto i capitani scrivono di non aver usato il kit che individua «l' Ypsilon». Nell' intervallo mi avvicino a Stati: "Come è possibile?". La Pm, seduta davanti a lui, gli fa cenno «No-No» con la matita. Lui la guarda, si ferma, pare imbarazzato: «Mi spiace... ma... non sono autorizzato a rispondere».
Chiedo al consulente della difesa, Marzio Capra: «Posso solo fare un' ipotesi: l' esame sull' Ypsilon lo hanno fatto su un altro reperto, e poi, sovrapponendo i risultati, lo hanno attribuito anche all' altro campione». Il Dna di "Ignoto uno" è stato quindi ricostruito come un puzzle? Mistero. In aula la Ruggeri chiederà proprio di quell' Ypsilon, e Staiti le risponderà: «Abbiamo fatto un errore materiale nella prima relazione».
Ma se è vera la seconda relazione e non la prima, la domanda allora è: come mai non fare quell' esame così cruciale proprio sul campione considerato più importante? Altro mistero.
La Corte si riunisce alle 12. Poi la Bertoja annuncia che ammette l' integrazione dei capitani: «Non sono dati nuovi, ma una nuova produzione di dati già elaborati».
Sembra finita. Ma alle 13.30 arriva il tenente colonnello Marco Pizzamiglio, tenente colonnello del Ris. Salvagni fa una domanda che all' inizio pare folle: «Le risulta che i polimeri utilizzati per i test possano essere scaduti?». Risposta incredibile dell' ufficiale: «Sì, può capitare». Possibile? Spiega Pizzamiglio. «Le scadenze vengono riviste perché le date indicate dai produttori sono strette, per vendere di più.
Se scadono noi ricontrolliamo».
A questo punto l' avvocato incalza: «Nel caso specifico avete usato lotti con polimeri scaduti?». Risposta del Ris: «Allora non avevamo i controlli assoluti di oggi, ma che li facevamo su ogni singolo caso facevamo un controllo.
Tante scadenze non sono reali... E poi avevamo così tante ripetizioni nel risultato che il problema si poneva». Chiede Salvagni: «Si può sapere su quali campioni sono stati utilizzati i lotti scaduti?». E l' ufficiale: «No, l' operazione del kit non viene tracciata, non è possibile saperlo».
Ma la scena più divertente dopo tanta tensione è questa.
Pizzamiglio è in aula perché è il firmatario del rapporto sul Dna, il più importante del processo. Su questo deve essere interrogato. Ma quando arriva la prima domanda, rivela: «Io però non ho visto nulla: né i reperti, né il corpo, gli esami, nulla.
Il mio compito era solo di valutare che la relazione fosse chiara e coerente». E come poteva farlo, chiede l' avvocato? La risposta, capolavoro di burocratese. L' ufficiale è spavaldo, pare "il dentone" di Alberto Sordi: «Non ho visto nessun reperto e nessun esame, è vero: ma pur non avendoli visti sono perfettamente in grado di dare un giudizio». E come? «Io non vedo i reperti. Ma leggo, e giudico se ci sono fattori coerenti!». Risate in aula. Amen. Tra kit, alleli, polimeri e Y, Massimo Bossetti esce con faccia attonita: si prepara al suo Natale in carcere.

di Luca Telese

Source: Bossetti, colpo di scena al pr...i - Italia - Libero Quotidiano


Se non fosse che c'è in gioco la vita di un possibile innocente e la sua intera famiglia, ci sarebbe proprio da ridere a crepapelle di tutto quel ridicolo apparato accusatorio. [V] [V]


ma hai letto bene?
i lotti scaduti erano quelli
con scadenze prudenziali e accorciate dalle industrie farmaceutiche
per vendere di più..
hai presente quando si butta via il cibo ancora commestibile
o l'obsolescenza programmata ?
il principio è quello..
i ris, essendo a corto di danè,
grazie al governo..
allora cercavano di economizzare e
riciclare quelli ancora buoni..

a me questo bossetti in ogni caso
non mi fa simpatia..

mi pare il classico decerebrato senza coscienza,
putt.aniere e arrapato di minorenni..

Re: Il caso di Yara Gambirasio

13/12/2015, 19:34

Beh se lo vuoi mandare all'ergastolo perchè non ti piace, basta dirlo chiaramente cosi ti risparmi il fastidio di giustificare una indagine che rasenta il ridicolo.

I due capitani nella loro relazione avevano detto di aver trovato sullo slip L' aplotipo Ypsilon. Che è importantissimo - soprattutto in questa indagine fondata su una indizio parentale - perché è quello con cui si trasmette il gene paterno. Ma nella sintesi della nuova relazione si scopre che su quel reperto i capitani scrivono di non aver usato il kit che individua «l' Ypsilon».


Immagine (quella che faceva cenno di no, a Staiti dei Ris, con la matita)
In aula la Ruggeri chiederà proprio di quell' Ypsilon, e Staiti le risponderà: «Abbiamo fatto un errore materiale nella prima relazione».


Traduzione:
L'esame per l'aplotipo Y è stato fatto, anzi no, c'è stato un errore materiale nella prima relazione (cioè "abbiamo scritto che l'avevamo fatto ma in realtà non l'avevamo fatto")

L'aplotipo Y serve ad essere sicuri che coincida con quello dell'imputato.
Io posso pensare che il test sia stato fatto, ma visto che non coincideva con quello di Bossetti, è stato soppresso.

Per quanto riguarda la scadenza dei kit, vorrei proprio vedere se un supermercato che vende merce scaduta non cade nell’illecito amministrativo previsto dal d.to leg.vo 109/92, art. 10 bis, comma 5:
E’ vietata la vendita dei prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato sulla confezione.” ed art. 18, comma 2: “La violazione delle disposizioni degli artt. 3, 10-bis e 14 è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro milleseicento a euro novemilacinquecento.”.

Non ci sono scuse che tengano per il supermercato, mentre le scuse sono valide solo per i tutori della legge che lavorano su un caso cosi delicato e complicato?.

Ma se la scusa è quella della mancanza di soldi, non si dovevano buttare al cesso tutti quelli spesi per i test del Dna a mezza Bergamo, senza contare gli oltre centomila euro per confrontare erroneamente il Dna di Yara con le quasi 500 donne della zona.

Tu lo vorresti tenere in carcere perchè non ti piace,il Bossetti.
Ma la PM che di aspetto non è meglio, lo vuole tenere in carcere per nascondere la propria incompetenza e giustificare gli sprechi.

Re: Il caso di Yara Gambirasio

14/12/2015, 09:53

Wolframio ha scritto:Beh se lo vuoi mandare all'ergastolo perchè non ti piace, basta dirlo chiaramente cosi ti risparmi il fastidio di giustificare una indagine che rasenta il ridicolo.

I due capitani nella loro relazione avevano detto di aver trovato sullo slip L' aplotipo Ypsilon. Che è importantissimo - soprattutto in questa indagine fondata su una indizio parentale - perché è quello con cui si trasmette il gene paterno. Ma nella sintesi della nuova relazione si scopre che su quel reperto i capitani scrivono di non aver usato il kit che individua «l' Ypsilon».


Immagine (quella che faceva cenno di no, a Staiti dei Ris, con la matita)
In aula la Ruggeri chiederà proprio di quell' Ypsilon, e Staiti le risponderà: «Abbiamo fatto un errore materiale nella prima relazione».


Traduzione:
L'esame per l'aplotipo Y è stato fatto, anzi no, c'è stato un errore materiale nella prima relazione (cioè "abbiamo scritto che l'avevamo fatto ma in realtà non l'avevamo fatto")

L'aplotipo Y serve ad essere sicuri che coincida con quello dell'imputato.
Io posso pensare che il test sia stato fatto, ma visto che non coincideva con quello di Bossetti, è stato soppresso.

Per quanto riguarda la scadenza dei kit, vorrei proprio vedere se un supermercato che vende merce scaduta non cade nell’illecito amministrativo previsto dal d.to leg.vo 109/92, art. 10 bis, comma 5:
E’ vietata la vendita dei prodotti che riportano la data di scadenza a partire dal giorno successivo a quello indicato sulla confezione.” ed art. 18, comma 2: “La violazione delle disposizioni degli artt. 3, 10-bis e 14 è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro milleseicento a euro novemilacinquecento.”.

Non ci sono scuse che tengano per il supermercato, mentre le scuse sono valide solo per i tutori della legge che lavorano su un caso cosi delicato e complicato?.

Ma se la scusa è quella della mancanza di soldi, non si dovevano buttare al cesso tutti quelli spesi per i test del Dna a mezza Bergamo, senza contare gli oltre centomila euro per confrontare erroneamente il Dna di Yara con le quasi 500 donne della zona.

Tu lo vorresti tenere in carcere perchè non ti piace,il Bossetti.
Ma la PM che di aspetto non è meglio, lo vuole tenere in carcere per nascondere la propria incompetenza e giustificare gli sprechi.


per me questo bosseti resta un viscido
che corre dietro alle ragazzine
e non si fa scrupolo di questo..

ma al di là di questo
la difesa si aggrappa a cavilli..
il dna da qualche parte lo avranno tirato fuori, no?
siccome non possono negare questo fatto
allora ricorrono a eventuali lotto scaduti, errori materiali,
errori di grammatica,
ecc.
tra un pò chiederanno l'annullamento della prova
perchè l'ufficiale del ris ha scritto e senza l'accento..
o ha senza h, ecc.

Re: Il caso di Yara Gambirasio

14/12/2015, 15:06

su quali basi dici che è un viscido che corre dietro alle ragazzine?
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