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venerdì 15 marzo 2013

La "Trilaterale" riunita a Berlino decide le sorti del mondo

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Normalmente un avvenimento del genere deve comparire nelle prime pagine dei giornali e in tutti i TG nazionali, manco li cani, nessuno ne parla, eppure quando "Il Mario Monti" si faceva le passeggiate a Lugano durante la sua presidenza, decine di cani con le macchine fotografiche gli correvano dietro.

In questo raduno a Berlino ci sono i più potenti guerrafondai e sciacalli che l'umanità abbia mai conosciuto, "LA TRILATERALE", coloro che gestiscono tutta l'economia mondiale, quelli che decidono quale stato deve essere bombardato perchè il governo di quello stato ha deciso di uscire fuori dalle grinfie della Banca Mondiale e di chi la gestisce, quale occasione si sono persi sti scimuniti di Pseudo giornalisti, valli a capire o hanno ricevuto ordine di far finta di niente? ..probabile.

Veniamo alla questione su cosa significa per l'Europa e il resto del pianeta questa riunione a Berlino, domani Venerdì ci sarà il discorso della Maitress ospitante, che ormai è di casa anche dentro la Trilaterale e altre organizzazioni dediche al benessere di tutti i cittadini che vivono sulla terra, dirà che è felice di rivedere i suoi cari amici perchè hanno scelto Berlino per poter festeggiare il loro incontro al fin di scambiarsi quattro chiacchiere e magari scolarsi qualche botte di Berliner Weissbier, tra una battuta e l'altra un sorso di birra e una carezza al posto giusto tanto per fare un po di "stimmung" allegria, decideranno che l'Italia farà la fine della Grecia se non peggio, dato che il Monti è stato sbattuto fuori come un cane randagio dalla presidenza.

Occhio perchè questi mica scherzano, hanno dato ordine di far fuori il Berlusconi e di già le prime mosse si sono viste, dopo toccherà al Bersani perchè non è stato capace di zittire Grillo o perlomeno impedire che arrivasse a tale punto, a Napolitano essendo di sangue reale, andranno a trovarlo al capezzale, le decisioni che prenderanno saranno le seguenti (spero di sbagliarmi), si parlerà delle scelte politiche di alcuni stati da loro considerati nemici e anche di alcuni amici.

Come tutti gli anni ci saranno anche rappresentanti della controparte occidentale, ovvero gli Stati che fanno parte al BRIC e che anche loro avranno portato dei suggerimenti "essendo anche loro delle canaglie", cercheranno di scongiurare il peggio, ma visto come si è messa la situazione internazionale c'è poco di buono da sperare, durante le loro discussioni non ci sarà alcun giornalista o personaggio non facente parte al gruppo al fine non far trapelar alcuna notizia su quello che viene deciso, ma ripensando agli avvenimenti degli ultimi mesi, le discussioni saranno queste:

- i popoli che fanno parte della UE verranno depredati di tutto e il ricavato andrà ancora alle banche;

- gli stati del Sud America, come il Venezuela, saranno presi di mira al fine di destabilizzarli del tutto;

- faranno manipolazioni sulle valute di altri stati al fine di portarli sistematicamente alla rovina economica-sociale;

- inventeranno altre strategie per far si che Israele possa finalmente prendere parte "legalmente" a una aggressione compatta con i paesi della NATO per poi passare all'opzione IRAN;

- saranno approvate sanzioni contro il Pakistan perchè ha deciso di costruire un Gasdotto in collaborazione dell'IRAN che lo rifornirà a buon prezzo;

- cercheranno di allungare e di incrementare ancora la guerra in Iraq per tenerlo ancora sotto il loro controllo e costruire un Gasdotto ch parte dal Qatar per poi collegarlo con l'Eura Gasrom "questione di concorrenza" dicono loro;

- faranno di tutto per incoraggiare lo stato dell'Aserbaidschan ad intraprendere una guerra contro la Russia e l'Armenia promettendo loro aiuti Nato per poi entrare anche la NATO in una guerra apocalittica;

- faranno guerra totale alla Verità che si metterà online in Internet, propagandando le solite menzogne ed escogitando nuovi sistemi di censura fino a chiudere totalmente internet (la commissione UE ci sta lavorando da parecchio tempo);

- faranno di tutto per impedire che la CINA diventi la prima nazione come economia al mondo (lo è di già, ma nessuno ha il coraggio di dirlo) anche a costo di scatenare guerra nucleare seguita da quella Batteriologica.

Questo è nel loro calendario per i prossimi mesi, descrivere quale sarà la situazione in Europa dopo l'approvazione di questi punti lo lascio immaginare a voi tutti cari connazionali, quello che stanno vivendo al momento i cittadini Greci a breve lo vedremo anche da noi, Dittatura allo stato puro, processi sommari per togliersi dai piedi personaggi scomodi alla quale bisogna tappare la bocca.

Sotto la lista dei partecipanti alla riunione della Criminalità Organizzata Mondiale

Questa è la lista dei partecipanti con Nazionalità Tedesca che dovrebbero prendere in mano il destino della UE:

Manfred Bischoff, Aufsichtsratsvorsitzender der Daimler AG, Edelgard Bulmahn, Mitglied des Bundestag und ehemaliger Minister, Jürgen Chrobog, Vorsitzender der BMW Stiftung Herbert Quandt und ehemaliger Vizeaussenminister und Botschafter in den USA, Jürgen Fitschen, Aufsichtsratsvorsitzender der Deutschen Bank, Klaus-Dieter Frankenberger, Redakteur der Frankfurter Allgemeine Zeitung, Michael Fuchs, Bundestagsabgeordneter und Vizefraktionsvorsitzender der CDU/CSU, Wolfgang Gerhardt, Bundestagsabgeordneter, Vorsitzender der Friedrich-Naumann-Stiftung und ehemaliger Parteichef der FDP, Wolfgang Ischinger, Geschäftsleitung Allianz München und Vorsitzender der Münchner Sicherheitskonferenz, Wolfgang Kirsch, Chef der DZ Bank Frankfurt, Kurt Lauk, Ex-Mitglied des Europaparlaments (CDU) und Ex-Vorstand der Daimler AG Stuttgart, Friedrich Merz, Präsident der Atlantik Brücke, Peter Müller, Vorstandsvorsitzender der Commerzbank Frankfurt, Arend Oetker, Präsident der Deutschen Council on Foreign Relations (CFR) Konzernchef der Dr. Arend Oetker Holding GmbH & Co. KG in Berlin, Vizepräsident des Bundesverband der Deutschen Industrie und Mitglied der CDU, Volker Perthes, Direktor der Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) Berlin, Heinz Riesenhuber, Bundestagsabgeordneter und Ex-Forschungsminister, Andreas Schmitz, Präsident des Bundesverband deutscher Banken (BdB) und Chef von HSBC Trinkaus & Burkhardt Düsseldorf, Heinrich Weiss, Chef der SMS Gruppe Düsseldorf, und Matthias Wissmann, Präsident des Verbandes der Automobilindustrie (VDA).

Questa la lista dei Mondialisti:

Santander, UBS, Bain & Company, ERAMET, British American Tobacco, Bank of Ireland, Enel Rom, Compagnie Financière Tradition and Viel & Cie. Paris, BP London, Conroy Gold and Natural Resources Dublin, Rothschild Europa, Texas Pacific Group, Allianz AG, Banco Finantia Lissabon, Intesa Sanpaolo Group Mailand, Lazard LLC Paris, KPMG Paris, Goldman Sachs, Fiat Group Turin, Rio Tinto London, Repsol Madrid, Prensa Española Madrid, Unilever London, Rabobank Utrecht, GE France Paris, DUCATI Energia Bologna, N M Rothschild & Sons Limited London, Royal Dutch Shell London, Rothschild Group London, Solvay Brüssel, Danske Bank Kopenhagen, ING Bank Amsterdam, BNP Paribas Paris, KBC Group, Umicore Brüssel, HSBC London, BAA London, Hermes EOS, Statoil Oslo, BAWAG P.S.K. Wien, Finmeccanica Rom, BAE Systems London, Areva Paris, Grupo Prisa El Pais Madrid, Mediobanca Madrid, Eni Rom, Techint Group Mailand, Havas Barcelona, Intesa Sanpaolo Group Mailand, Wallenberg Foundation Stockholm, Gruppo Banca Sella, Citigroup, WPP Group London, Erste Bank AG Wien, Pirelli Mailand, Telecom Italia, ABB Oslo, Heineken, Akzo Nobel, Banco Bilbao, Vizcaya Madrid.

La IG-Farben vi dà il Benvenuto!

Come vedete non manca nessuno, ci sono pure i nostri connazionali, quelli che si son fottuti i nostri soldi con l'aiuto del Mister Mario Monti, c'è gente che si premura a fargli pure scorta con la speranza che almeno con loro hanno un pò di clemenza... scordatevelo.

[fonte mentereale]

Pubblicato da Reporter Live Italia alle 16:16:00

Source: R.L.I.-: La "Trilaterale" riun...lino decide le sorti del mondo



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MessaggioInviato: 16/03/2013, 14:52 
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MessaggioInviato: 16/03/2013, 20:29 
Siamo alla frutta:

Cipro, accordo su piano salvataggio. Deciso prelievo forzoso sui conti dei cittadini
I ministri delle Finanze dell’Eurozona in cambio di un piano di aiuti per circa 10 miliardi di euro al governo di Nicosia hanno deciso un pesante prelievo sui depositi bancari apri al 9,9% su tutti i depositi superiori a 100.000 euro e del 6,75% per quelli inferiori. I ciprioti in fila agli sportelli per prelevare contanti ai bancomat
di Francesco De Palo | 16 marzo 2013
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ni/532440/
Più informazioni su: Cipro, Eurogruppo, Eurozona, Fmi, nicosia, Piano Salvataggio, Unione Europea.



Brusco risveglio stamani per i cittadini di Cipro quando le radio hanno annunciato l’accordo raggiunto in nottata dai ministri delle Finanze dell’Eurozona che prevede, in cambio di un piano di aiuti per circa 10 miliardi di euro al governo di Nicosia, un pesante prelievo sui depositi bancari. Dalle prime ore del giorno, lunghe file di cittadini, a piedi e in auto, si sono create davanti alle succursali delle banche che dispongono di uno sportello automatico per effettuare prelievi di contante.

La prima reazione della gente è stata di incredulità poi di rabbia, sia per le tante promesse “che i risparmi non sarebbero mai stati toccati” fatte sia dal vecchio sia dal nuovo governo, ma anche perché questa è la prima volta che i correntisti bancari di un Paese vengono colpiti direttamente dalle misure di un piano di aiuti europeo. Una tale misura infatti non è mai stata presa nei casi di Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo. Dal prelievo sui depositi bancari – molti dei quali si ritiene appartengano a cittadini russi non residenti – sono attesi introiti per circa 5,8 miliardi di euro. Il prelievo consisterà in un’imposta unica del 9,9% su tutti i depositi superiori a 100.000 euro e del 6,75% per quelli inferiori. Le banche effettueranno i prelievi martedì mattina, dopo la festività religiosa e bancaria del cosiddetto ‘Lunedì pulito’, l’equivalente ortodosso del Mercoledì delle Ceneri.

Anche le banche cooperative, che in genere il sabato sono aperte, hanno deciso di chiudere gli sportelli a causa dell’enorme afflusso di clienti che volevano prelevare il denaro in contanti e chiudere i propri conti. Il governo cipriota ha dato inoltre disposizioni affinché le banche blocchino durante questo fine settimana la possibilità di effettuare trasferimenti di denaro via internet.

Il prelievo sui depositi bancari previsto dal piano di aiuti per Cipro porterà 5,8 miliardi di euro, spiega il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. “La situazione di Cipro è unica” in ragione del suo “settore bancario ipertrofico”, ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo, ed è per questo che “abbiamo ritenuto giustificato il tassare i depositi”, ha sostenuto.

Il piano di salvataggio da 10 miliardi di euro concordato con Ue ed Fmi è l’opzione “meno onerosa” per Cipro ha detto la notte scorsa ai giornalisti il ministro delle Finanze cipriota Michael Sarris. “C’era una seria minaccia alla stabilità del nostro sistema bancario e finanziario. Non è un esito piacevole, ma crediamo che sia la meno onerosa, se paragonata con altri possibili esiti”. Secondo il ministro, “molti più soldi avrebbero potuto essere persi in una bancarottadel sistema bancario o del Paese”. Sottolineato che l’accordo permette di evitare “tagli ai salari ed alle pensioni”, Sarris ha infine auspicato che il pacchetto possa “contribuire a segnare un nuovo inizio per Cipro”. Va inoltre osservato che nelle banche cipriote hanno depositi molti cittadini greci, che hanno trasferito lì i loro soldi dalle banche greche nel periodo in cui si temeva il default ad Atene. Dalla Bce precisano che tali disposizioni non si applicheranno alle società controllate ma, secondo il Cipro News Agency (CNA), tra i depositanti dell’isola è già panico. Oggi la vulgata a Cipro da parte di tutta la stampa è: se ci devono prestare dei soldi ma poi li prendono dai nostri conti bancari, che razza di aiuto è?

Il numero uno del Fmi, Christine Lagarde fa sapere che il suo istituto è pronto ad approvare un contributo, ma senza specificare l’ammontare degli aiuti. “Crediamo che la proposta sia sostenibile per l’economia di Cipro. Il Fmi sta considerando la proposta di un contributo al pacchetto di finanziamenti. L’esatto ammontare – aggiunge – non è ancora specificato, ci vorrà del tempo per decidere”.



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MessaggioInviato: 16/03/2013, 20:42 
L’Ue sbaglia sul prelievo dei depositi bancari di Cipro
http://www.linkiesta.it/cipro-europa-depositi
Fabrizio Goria
Cipro è salvata, ma i depositi bancari subiscono un prelievo forzoso. Ecco l’errore fatale dell’Ue


Il salvataggio di Cipro, che vale lo 0,2% del Pil dell’eurozona, rischia di essere la goccia che fra traboccare il vaso in Europa. Colpa di quella tassa una tantum sui depositi bancari, condizione vincolante per il bailout deciso dall’Eurogruppo, che fin dalle prime ore del mattino ha provocato lunghe file ai bancomat ciprioti. La certezza è che, con questa mossa, l’Ue rischia molto. Mai nella storia della zona euro erano state introdotte forzatamente misure di restrizione sui movimenti di capitali tra Stati membri.

Cipro storicamente è stata una nazione in cui il riciclaggio di denaro era comune. In particolare, inglesi e russi, quando avevano bisogno di ripulire i soldi guadagnati illegalmente, aprivano un conto corrente a Cipro. Questo è un elemento che non si deve dimenticare quando si parla del salvataggio appena approvato. Il Fondo monetario internazionale, infatti, fino all’ultimo ha rifiutato di fornire soldi nel bailout. Motivo? Le infiltrazioni mafiose nell’isola. Solo a tarda notte, e dopo le pressioni di quasi tutto l’Eurogruppo, il direttore generale del Fmi Christine Lagarde ha deciso di dare il suo supporto, tecnico ed economico, fino a un miliardo di euro.

Cosa sta succedendo a Cipro ha quasi del paradossale. Per rendere funzionante il bailout si è deciso di introdurre una tassa, chiamata “one-off stability levy”, che prevede due aliquote di prelievo: 6,75% per i depositi fino a 100.000 euro, 9,9% oltre questa soglia. Apriti cielo. Come riportano diversi corrispondenti Reuters presenti fra Nicosia e Limassol, se non è in corso un bank-run, poco ci manca. Fin dalla mattina - la decisione sul bailout è arrivata intorno alle 4 italiane - sono state lunghe le code per prelevare i contanti allo sportello. Due i problemi: i bancomat hanno pochi soldi e fino a martedì le banche sono chiuse, perché domani è bank holiday per Cipro. Di qui, la rabbia estrema di molti cittadini e il timore che l’Ue abbia fatto un errore di valutazione. Specie perché, come riportano fonti della Commissione europea, una parte dei depositi è già stata congelata. Ipotesi confermata anche dal ministro cipriota delle Finanze Michalis Sarris: «Abbiamo preso misure immediate in modo che i trasferimenti elettronici di denaro (vedi i bonifici, ndr) non possano avere effetto prima della riapertura delle banche, prevista per Martedì».

In altre parole, Ue e Cipro hanno congelato parte dei conti correnti dei ciprioti e di tutti gli stranieri che hanno depositi sull’isola. Ed è proprio su questo punto che rischia di crollare tutto il sistema di fiducia su cui si basa l’eurozona. Dal momento che viene meno la libera circolazione dei capitali, disciplinata dagli articoli 56 e 60 del Trattato CE, viene meno uno dei pilastri fondamentali dell’Ue stessa. Come riportano i trattati l’obiettivo dell’Ue è quello di «abolire tutte le restrizioni sui movimenti di capitali tra Stati membri e successivamente tra Stati membri e paesi terzi (con la possibilità, in quest’ultimo caso, di applicare misure di salvaguardia in circostanze eccezionali)». Ma fino a che punto un bailout si può considerare una circostanza eccezionale? Quando, come nel caso di Cipro, il salvataggio vale oltre il 50% del Pil del Paese, che a sua volta vale lo 0,2% del Pil della zona euro?

L’introduzione di misure per la limitazione alla circolazione del capitale, unito a un prelievo forzoso, rischia di fare molto più male che l’inconcludenza della politica europea per uscire dalla peggiore crisi della sua storia. Non solo. Paradossalmente, rischia di fare più male dell’austerity e dei suoi effetti. Quando si era salvata la Grecia si disse che era un caso «unico». Si è visto che i bailout non si sono fermati. Anche quando la Grecia ha effettuato la prima ristrutturazione del debito sovrano nella storia della zona euro si disse che era una situazione «unica». Poi arrivò il default selettivo e il piano di buyback del debito.

Infine, Cipro. Come ha detto il ministro Sarris «non c’erano alternative» a questo genere di azioni. Tuttavia, era forse possibile evitare di bruciare la fiducia degli europei. Magari introducendo una Financial transaction tax (Ftt) più spinta, complice l’elevata presenza di società di servizi finanziari nell’isola. Di sicuro, non rompendo il vincolo di fiducia fra cittadini, banche e governi. In questo modo, l’Ue rischia di veicolare il messaggio sbagliato, cioè quello che i governi possono mettere le mani nelle tasche delle persone. La legittimazione, anche implicita, di ciò è forse l’errore più grande che l’Ue potesse fare.

fabrizio.goria@linkiesta.it



Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/cipro-europa-de ... z2NjWArufs



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MessaggioInviato: 16/03/2013, 20:48 
Olanda: banca nazionalizzata e risparmi espropriati. Può succedere la stessa cosa a MPS?
Pubblicato il 04 02 2013 alle 13:46 da Vittoria Patanè
http://www.forexinfo.it/Olanda-banca-nazionalizzata-e


L’Olanda ha deciso. La Sns Bank, quarto istituto del Paese, verrà nazionalizzata ed i risparmi degli investitori che possiedono obbligazioni subordinate e azioni verranno azzerati.
Ad annunciarlo tramite una lettera inviata al Parlamento è stato pochi giorni fa il Ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem. Sì, proprio lo stesso che due settimane fa è stato nominato presidente dell’Eurogruppo e successore di Jean-Claude Juncker.
I risparmiatori, tra cui molti italiani, vedranno così sparire dalle proprie tasche miliardi di euro senza poter dire una parola perché l’Olanda, nota per la sua solidità e la sua intransigenza, uno dei paesi dalla tripla A, non ha esitato neanche un attimo a decidere l’espropriazione dei risparmi altrui.
Ma andiamo ad analizzare la storia.

I perché della nazionalizzazione
Difficile non fare un parallelo tra la vicenda di Sns e quella delle banche irlandesi che qualche anno fa rimborsarono con un solo centesimo ogni mille euro i risparmiatori che detenevano obbligazioni subordinate.
La banca era da tempo in crisi, sommersa da 2,3 miliardi di perdite sul settore immobiliare, anche se, guardando il bilancio, qualcosa non torna.
Nel giugno 2012 l’Sns vantava un Core Tier 1 (principale indice di patrimonializzazione di una banca, che indica la sua solidità finanziaria) pari al 9,6% e perfettamente in linea con le direttive di Basilea. Anche i rating non erano male: S&P dava a Sns Reeal una BBB-, Fitch BBB+ e solo Moody’s collocava la banca nel campo speculativo (Ba2). Eppure la situazione è precipitata ugualmente.
“Per salvaguardare la stabilità finanziaria, non ho altra scelta che la nazionalizzazione, perché altrimenti Sns andrebbe in bancarotta.”
Queste le parole utilizzate da Jeroen Dijsselbloem nell’annunciare la propria decisione di nazionalizzare l’istituto bancario a un costo di 3,7 miliardi di euro. La prerogativa era salvare un milione di conti correnti, ma ad andarci di mezzo sono stati i risparmiatori.

L’esproprio
“Tutti coloro che detengono obbligazioni subordinate di Sns Reaal e Sns Bank subiranno un esproprio...Ritengo che questi titoli dovranno essere rimborsati a zero euro, al pari delle azioni”.
La scelta del Ministro delle Finanze è dunque chiara, l’esproprio è inevitabile.
Per obbligazionisti e azionisti le perdite saranno considerevoli.
A salvarsi saranno solo le obbligazioni senior (cioè quelle garantite dagli asset della banca stessa), tutte le altre non varranno più nulla.
E a rimetterci saranno anche molti risparmiatori italiani che avevano investito i propri soldi, fidandosi della solidità di un sistema bancario ritenuto, fino a poco tempo fa, uno dei più affidabili al mondo.

MPS: può succedere lo stesso?
Coloro che hanno investito i loro risparmi in obbligazioni ed azioni MPS, e che adesso vedono aumentare il rischio di perdere il proprio denaro, possono stare tranquilli.
La situazione sembra parecchio differente, la terza banca d’Italia non fallirà e un possibile esproprio per obbligazionisti ed azionisti è davvero lontano.
Nonostante lo scandalo continui ad imperversare e le indagini portino a galla sempre nuovi risvolti, la politica dell’Eurozona è sempre stata la stessa: le banche si salvano da sole grazie al sostegno del mercato e, se non ci riescono, intervengono i Governi.
Irlanda e Olanda creano due precedenti pericolosi per i risparmiatori, ma, per il momento l’Italia sta percorrendo una strada del tutto differente.



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MessaggioInviato: 17/03/2013, 13:01 
L'Europa mostra la sua vera faccia a Cipro: banche chiuse, prelievo forzato sui conti


Prove tecniche di default nell'isola mediterranea: lo Stato in bancarotta impone (succede sempre di venerdi' notte) un'imposta addizionale del 9,9% su tutti i depositi superiori a 100.000 euro e del 6,75% su tutti gli altri. Una misura annunciata alla fine dell'Eurogruppo, la Spectre che con Ue e Fmi ha varato un salvataggio di emergenza da 10 miliardi. Coinvolti molti capitali italiani e russi.

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NICOSIA (WSI) - Rabbia e incredulita' sono palpabili oggi sull'isola mediterranea dopo che ciprioti e stranieri qui residenti si sono svegliati stamani con la brutta notizia che lo Stato si prendera' una consistente fetta dei loro risparmi per salvare il Paese dalla bancarotta. Una misura annunciata nella notte, alla fine dell'Eurogruppo, che ha raggiunto l'accordo per un piano di salvataggio che prevede un tetto massimo di aiuti di 10 miliardi, di cui 1 dal Fondo Monetario Internazionale.

Dalle prime ore del giorno, lunghe file di cittadini, a piedi e in auto, si sono infatti create davanti alle succursali delle banche dotate di uno sportello automatico per effettuare prelievi di contante. E durante la lunga attesa la gente sfogava la propria rabbia contro il precedente presidente della Repubblica, il comunista Demetris Christofias, accusato di aver temporeggiato e non aver preso tempestive misure contro la crisi imminente. Ma anche la propria frustrazione per l'operato del nuovo capo dello Stato, Nikos Anastasiades (centro-destra), cui rimproverano di non aver mantenuto la promessa, piu' volte ripetuta in campagna elettorale, "che i risparmi in banca non sarebbero mai stati toccati".

Anche le banche cooperative, che in genere il sabato mattina sono aperte, oggi hanno dovuto sprangare gli sportelli in fretta e furia a causa della ressa di clienti arrabbiati e preoccupati che - imprecando contro quello che in molti hanno definito "una catastrofe" e "un furto bello e buono", volevano prelevare tutto il loro denaro e chiudere i conti. Il presidente cipriota ha spiegato che il prelievo sui depositi e' stata una decisione "dolorosa" da prendere ma si e' resa necessaria per ottenere gli aiuti finanziari internazionali ed "evitare la bancarotta".

"Avremmo potuto optare per uno scenario catastrofico con una bancarotta disordinata oppure per uno scenario doloroso con una gestione ordinata della crisi", ha sottolineato Anastasiades. Con un approccio nuovo e radicalmente diverso da quello adottato per i precedenti salvataggi di Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo, i ministri delle Finanze dell'eurozona e il Fondo monetario internazionale hanno dunque raggiunto la scorsa notte un accordo per un piano d'aiuti a Cipro.

Ma, in cambio (e per ridurre la loro partecipazione al prestito), i creditori hanno chiesto che i depositi nelle banche dell'isola siano sottoposti ad una pesante tassa straordinaria e ad una ritenuta alla fonte sugli interessi. Quindi e' questa la prima volta che i correntisti bancari di un Paese vengono colpiti direttamente dalle misure di un piano di aiuti europeo. Il prelievo consistera' in un'imposta unica del 9,9% su tutti i depositi superiori a 100.000 euro e del 6,75% per quelli inferiori, e dovra' essere approvato dal Parlamento che si riunira' in sessione straordinaria domani.

Le banche effettueranno i prelievi martedi' mattina, dopo la festivita' religiosa e bancaria del cosiddetto 'Lunedi' pulito', l'equivalente ortodosso del Mercoledi' delle Ceneri, ma hanno gia' ricevuto disposizioni di 'congelare' l'ammontare dell'imposta qualora l'intestatario del conto volesse trasferire il denaro all'estero. Agli istituti e' stato inoltre imposto di bloccare durante questo fine settimana la possibilita' di effettuare trasferimenti di denaro via internet. Dal prelievo sui depositi bancari sono attesi introiti per circa 5,8 miliardi di euro. Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da molti media europei, circa la meta' dei depositi nelle banche dell'isola sarebbero intestati a cittadini russi non residenti.

Un'informazione non corrispondente a verita' che pero' ha senz'altro contribuito ad aumentare nei Paesi creditori il timore che un aiuto economico a Cipro sarebbe poi finito in un sistema bancario pieno di soldi russi dall'origine non proprio trasparente. Secondo fonti attendibili, dei circa 69 miliardi di euro presenti nel sistema bancario cipriota, solo un 37% (ovvero 25,5 miliardi) sarebbe detenuto da non residenti, russi ma anche di altre nazionalita'. La somma concordata la scorsa notte a Bruxelles per il piano di aiuti a Cipro e' nettamente inferiore ai 17,5 miliardi di euro chiesti inizialmente da Nicosia.

Il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, ha spiegato che "la situazione di Cipro e' unica" in ragione del suo "settore bancario ipertrofico" ed e' per questo che "dal momento che si tratta di un contributo alla stabilita' finanziaria di Cipro, abbiamo ritenuto giustificato chiedere un contributo a tutti i titolari di depositi bancari. Non stiamo penalizzando Cipro - ha concluso Dijsselbloem - ma stiamo affrontando i suoi problemi".

"La soluzione che abbiamo scelto e' dolorosa ma e' l'unica che ci consentira' di proseguire la nostra vita senza sconvolgimenti", ha detto da parte sua Anastasiades al suo rientro a Nicosia sottolineando il rischio di "crollo" dell'intero sistema bancario dell'isola.

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Accordo Ue, 10 miliardi per salvare Cipro. In arrivo un prelievo forzoso sui depositi

Previsto l'aumento della tassazione dal 10 al 12,5% e una serie di privatizzazioni. Per la prima volta nella storia dell'Unione Europea i fondi destinati a un salvataggio vengono prelevati dai conti corrente. Che a Cipro sono dei cittadini, ma anche e soprattutto di società russe.

di RAFFAELE RICCIARDI

MILANO - Gli italiani che nella notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992 avevano un deposito su un conto corrente bancario sanno bene di che cosa si tratta. In quei giorni - o meglio in quelle ore - il governo guidato da Giuliano Amato mise mano ai c/c degli italiani con il noto "prelievo forzoso" del sei per mille sulle cifre depositate, ideato per sventare l'attacco alla lira.

Ora - fatte le debite proporzioni e ricordate le profonde differenze - la storia si sta per ripetere, ma in quella piccola isola del Mediterraneo che è Cipro. Nella notte, infatti, il nuovo governo di Cipro guidato dal presidente Nikos Anestesiades ha ottenuto, al termine di una lunga riunione notturna dell'Eurogruppo, l'ok a un piano di aiuti "fino a 10 miliardi". Serviranno a sostenere il sistema bancario dell'isola messo a dura prova, negli ultimi tre anni, dalla crisi greca e dalla ristrutturazione del debito di Atene, verso il quale le banche cipriote erano molto esposte.

Un punto cruciale del programma di assistenza verrà proprio dai depositi bancari; è infatti prevista una tassa straordinaria che sarà del 6,75% per le giacenze inferiori a 100mila euro e del 9,9% per quelle superiori. Complessivamente, il contributo dei correntisti di Nicosia e dintorni raggiungerà i 5,8 miliardi di euro. La stima è stata fatta dal neo presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha definito "ipertrofico" il settore creditizio di Cipro.

Corsa ai depositi. In effetti il risveglio stamani dei ciprioti - quando le radio hanno annunciato l'accordo raggiunto in nottata - è stato brusco. Secondo quanto riportano le agenzie, dalle prime ore del giorno, lunghe file di cittadini, a piedi e in auto, si sono recate davanti alle succursali delle banche che dispongono di uno sportello automatico per effettuare prelievi di contante. La prima reazione della gente è stata di incredulità poi di rabbia, sia per le tante promesse "che i risparmi non sarebbero mai stati toccati" fatte sia dal vecchio sia dal nuovo governo, ma anche perché questa è la prima volta che i correntisti bancari di un Paese vengono colpiti direttamente dalle misure di un piano di aiuti europeo. Il calendario gioca però un brutto scherzo alla popolazione: nella giornata di lunedì, infatti, ai ciprioti non sarà possibile accedere ai conti corrente perchè è un giorno di festività nazionale e il ministro delle Finanze, Michalis Sarris, ha garantito che il governo impedirà una corsa ai ritiri "elettronici".

Alle entrate provenienti da queste imposte, per contribuire alla ristrutturazione del sistema bancario, si aggiungeranno quelle provenienti dal piano di privatizzazioni da 1,4 miliardi e da un aumento della tassa sulle società dal 10 al 12,5%. "Non penalizziamo Cipro - ha assicurato Dijsselbloem in una conferenza stampa a Bruxelles - Siamo al fianco del governo cipriota, questo pacchetto permetterà una ristrutturazione del settore bancario e renderà sostenibile il debito". "La soluzione presentata - ha fatto eco la direttrice dell'Fmi, Christine Lagarde - è durevole, sostenibile e nell'interesse dell'economia cipriota". Il Fondo, secondo fonti diplomatiche, potrebbe contribuire al pacchetto con circa un miliardo di euro.

La decisione di intervenire sui depositi ha escluso un salvataggio completo da 17 miliardi, che avrebbe portato il rapporto tra debito e Pil per Cipro al 145%. Invece l'Eurogruppo ha espresso l'auspicio che il percorso di risanamento che verrà avviato con questo prestito - il quarto per la zona euro dopo quelli di Irlanda, Portogallo e Grecia (ma anche le banche spagnole hanno ricevuto per ora 40 miliardi) - porterà il debito al 100% del Pil entro il 2020. Cipro ha anche dato il benestare a un percorso di audit interno (sia attraverso il sistema Moneyval che con esperti indipendenti) per affrontare il tema del riciclaggio di denaro. Se è vero, infatti, che la misura colpisce duramente la popolazione cipriota, per le autorità dovrebbe anche andare a ricadere sull'estero.

Un sistema bancario basato sull'estero. La fotografia scattata al sistema bancario cipriota dal Fondo monetario internazionale nel 2011 è significativa. Allora gli asset delle banche dell'isola erano 152 miliardi di euro, ben l'835% del prodotto interno lordo. Sul fronte dei depositi, su un totale di quasi 94 miliardi censiti nel sistema quasi 34 miliardi provenivano dall'estero e oltre 17 erano stati raccolti in Grecia. Proprio i rapporti con l'estero e l'esposizione alla Grecia (pari nel 2011 al 160% del prodotto interno lordo) hanno da una parte attirato le critiche alla finanza cipriota e dall'altra l'hanno messa in crisi.

L'anomalia del sistema bancario cipriota è stata proprio la smisurata presenza di filiali e succursali di banche estere (in prevalenza da Grecia e Russia), che nel 2011 avevano asset nell'isola rispettivamente per 8 e 35 miliardi (il 42 e il 195% del Pil cipriota) pur senza avere interazioni sostanziali con l'economia reale. Lo stesso Fmi diceva chiaramente che erano "attratte a Cipro quasi esclusivamente per motivi fiscali e il loro rapporto con il tessuto economico è limitato". In questo filone si inserisce il rapporto privilegiato con la Russia, additato dai regolatori di Bruxelles come uno dei nodi da sciogliere per arrivare al trasferimento di fondi.

Dalla Russia con i miliardi. L'amore della Russia per Cipro è iniziato negli anni '90, quando molti furono attratti dal tax rate sulle imprese al 4%. Da quando l'isola è entrata nell'euro, nel 2008, le compagnie russe hanno raddoppiato la loro presenza nel settore dei servizi finanziari dell'isola, arrivando a contare per il 40% circa del prodotto totale dell'economia cipriota. Per il Global Financial Integrity, organizzazione specializzata in report che tracciano appunto il rischio riciclaggio, nel 2011 Cipro ha attratto qualcosa come 120 miliardi di dollari di investimenti dalla Russia, mentre il flusso di capitali inverso ha sfiorato i 130 miliardi. L'anno prima hanno lasciato il Mediterraneo per il Cremlino e dintorni la bellezza di quasi 180 miliardi di dollari, mentre il percorso inverso è stato fatto da 154 miliardi. I depositi di matrice russa, infine, nelle banche cipriote dovrebbero aggirarsi intorno a 25 miliardi di euro. Lo stesso Cremlino, in contatto con le autorità europee, starebbe ora pensando di alleggerire la pressione nei confronti di Nicosia allungando e rendendo meno onerose alcune linee di credito (recentemente da Mosca sono partiti 2,5 miliardi di prestiti, anche in nome dei buoni rapporti tra i due Paesi).

Ecco perché a lungo il governo di Cipro ha cercato di evitare il ritocco della tassazione al rialzo - che ha dato origine all'afflusso di capitali - e di fare pulizia nel sistema finanziario. Decisione ormai improrogabile, che rischia di far scappare le società russe. Per loro la strada da fare potrebbe però essere poca: potrebbero pensare a Malta, che ha un tax rate intorno al 5%, e un clima simile.



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MessaggioInviato: 18/03/2013, 17:27 
18/MAR/2013

L'Irlanda si smarca dalla BCE...
http://www.falkorossodapulia.com/2013/0 ... .html#more

Che l’eurozona sia nel caos ormai è un dato di fatto. La mancanza di un governo centrale capace di prendere decisioni univoche, chiare razionali e comprensibili si sta facendo sentire proprio adesso che bisogna fare delle scelte e nessuno sa bene chi sia autorizzato a farle. In mezzo a questo marasma l’Irlanda nel silenzio più assoluto dei media, ha fatto una mossa che potrebbe spiazzare tutti e mettere in crisi il colosso europeo dai piedi d'argilla.

Ma cosa ha fatto l'Irlanda, o più nello specifico il suo premier kenny? Ad inizio gennaio del 2013, il premier intraprende i suoi primi viaggi della speranza verso Bruxelles e Francoforte per trovare nella Commissione Europea o nella BCE degli interlocutori validi per ritrattare l’intero programma di rientro dal debito.



La situazione già precaria dell’economia irlandese che mostrava qualche timido cenno di ripresa non poteva essere appesantita con i previsti prelievi annuali e secondo Kenny era più che mai necessaria una ristrutturazione del debito per consentire un atterraggio più morbido e allungare il piano generale di rimborso. Tuttavia il classico balletto dello scaricabarile inscenato dagli inconcludenti tecnocrati europei unito all’avvicinarsi della data del 31 marzo in cui l’Irlanda avrebbe dovuto rimborsare la sua quota annuale, hanno convinto Kenny a prendere una decisione perentoria.

Il governo irlandese scambierà le cambiali in scadenza possedute dalla Banca Centrale d’Irlanda con titoli del debito pubblico con tempi di maturazione media superiori a 34 anni, in cui le maggiori quote di rimborso sono previste per il 2038 e il 2053. Per la prima volta, uno stato non più sovrano dell’eurozona se ne è infischiato di attendere le decisioni degli sfaccendati e stralunati tecnocrati di Bruxelles e ha fatto una scelta a tutti gli effetti “sovrana”, che contrasta vistosamente con i trattati europei e in particolare con il famigerato articolo 123 che impedisce alle banche centrali dell’eurozona di finanziare direttamente i rispettivi governi. Il precedente prestito si è trasformato insomma in una forma più o meno camuffata di monetizzazione del deficit pubblico: soldi freschi della banca centrale in cambio di titoli di stato, anche se poi questi soldi non servono per alimentare la spesa del governo ma sono stati già convogliati nelle casse delle banche fallite. In ogni caso, questo legame diretto fra governo e banca centrale rappresenta un vero abominio e un affronto per la tecnocrazia europea, che proprio su questa inconsueta e ancora incomprensibile cesura aveva fondato le basi del suo primato oligarchico e antidemocratico.

Interrogato sullo smacco irlandese dai giornalisti nell’ultima conferenza stampa di inizio marzo, il governatore della BCE Mario Draghi non senza qualche imbarazzo ha riferito di avere preso nota di ciò che sta accadendo in Irlanda, riservandosi di rivedere con calma l’intera faccenda insieme agli altri membri del Consiglio Direttivo della banca centrale di Francoforte. Ad ogni modo, Draghi ha fatto capire che la questione riguarda ormai i rapporti interni fra il governo irlandese e la Banca Centrale d’Irlanda, mentre le presunte irregolarità inerenti il rispetto dell’articolo 123 verranno analizzate con la dovuta scrupolosità entro la fine dell’anno. Nulla però Draghi ha detto riguardo la questione di fondo che soggiace all’intera vicenda e lo stesso Kenny ha spesso accennato in modo velato, con tutte le cautele del caso in pubblico: ma se i soldi prestati dalla BCE al governo irlandese vengono creati dal nulla, perché i cittadini dovrebbero svenarsi e privarsi dei loro risparmi per rimborsare del denaro che una volta rientrato alla base verrebbe distrutto o bruciato? Che senso ha mettere in ginocchio un’intera nazione per dei semplici bit elettronici o delle voci contabili all’interno del bilancio di una banca centrale? Non sarebbe più giusto che la parte di debito dovuto alla BCE venisse in qualche abbonata o decurtata, lasciando intatta solo la quota prestata dal FMI?

Ovviamente di fronte a questi scottanti interrogativi i funzionari della banca centrale tedesca Bundesbank sono sobbalzati all'unisono e hanno fatto una corale levata di scudi, ricordando che il compito principale della banca centrale deve essere il controllo dell’inflazione e pur di mantenere bassa l’inflazione, la gente può essere tranquillamente dissanguata e lasciata morire. Ricordiamo che i tedeschi sono ormai gli unici al mondo, insieme ai loro servili lacchè europeisti disseminati in tutto il continente, a credere che l’aumento della massa monetaria crei automaticamente inflazione e soprattutto che una banca centrale possa davvero influenzare e modificare il livello della massa monetaria circolante. Due scemenze belle e buone che servono per coprire la verità profonda dell'intransigenza teutonica in tema di politica monetaria: per chi ancora non lo avesse capito, l’euro non è una moneta comune ma una veste un po’ più sofisticata del marco tedesco e i marchi, da che mondo è mondo, non si regalano a nessuno, ma bisogna guadagnarseli con il sangue. Fine della storia. O almeno così sembra, dato che nel caos attuale imperante nell’eurozona la decisione “sovrana” dell’Irlanda potrebbe creare un precedente politico a cui potranno in futuro appellarsi gli altri governi degli stati più in difficoltà. In particolare pensiamo a Grecia e Portogallo, i cui governi invece stanno continuando a pagare a caro prezzo i loro durissimi piani di rientro con rivolte popolari, sofferenze e vessazioni non più tollerabili della cittadinanza. Ma anche l’Italia potrebbe essere presto coinvolta in questa faccenda e non a caso qualche tempo fa il direttore del collocamento dei titoli pubblici del MEF Maria Cannata aveva timidamente accennato alla possibilità di rifinanziare l’enorme debito pubblico italiano con titoli a più lunga scadenza, dai 30 fino ai 50 anni. Non è sicuramente una soluzione definitiva al problema del debito pubblico e della perdita della sovranità monetaria, ma indubbiamente un’operazione del genere potrebbe alleviare non poco la pesantezza degli impegni immediati di consolidamento del debito e partecipazione ai fondi di salvataggio presi in sede europea dall’Italia (vedi Fiscal Compact e Mes).



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MessaggioInviato: 18/03/2013, 21:02 
La Polonia da uno schiaffo a Bruxelles: non vuole più l’euro. L’Europa dell’austerity non è più una meta

Pubblicato il 04 03 2013 alle 17:14 da Vittoria Patanè
http://www.forexinfo.it/La-Polonia-da-uno-schiaffo-a

La Polonia è stata chiara: niente euro prima del 2015. “Dobbiamo valutare costi e benefici” ha detto il Presidente polacco Bronis#322;aw Komorowski.
E ad onor del vero, allo stato attuale dei fatti, chi si sente di dargli torto? L’Europa di oggi non è più una meta da raggiungere, un conglomerato di Paesi in cui entrare per non rimanere tagliati fuori dal mondo.
Anzi, sta diventando sempre più probabile che la tanto agognata Eurozona fra qualche anno non esista più, uccisa dalla crisi e da politiche errate che anziché far ripartire l’economia la stanno strozzando in una morsa assassina.
La piccola Polonia ha paura di diventare presto un’altra delle vittime di questa situazione che non accenna a fermarsi. Come la Slovenia, entrata nell’euro solo nel 2004 e già, dopo nove anni di battaglie e di Governi incapaci di far fronte ai problemi, in pericolo default.
E allora andiamo a vedere quali sono i timori e i perché che hanno spinto la Polonia a prendere questa decisione.

Le radici della decisione
“Perché dobbiamo adottare l’euro adesso? Non c’è alcuna fretta. È chiaro, nonché importante e fondamentale, che ci sia un ampio sostegno pubblico. Bisogna convincere il popolo polacco che l’adesione all’euro è una buona cosa per il Paese.
Queste le parole pronunciate da Bronis#322;aw Komorowski alcuni giorni fa. Parole che faranno storcere il naso ai vertici di Bruxelles che, al contrario, vorrebbero che il Paese polacco accelerasse i tempi.
La decisione era già nell’aria. Già un anno fa, nel pieno della crisi, il Ministro delle Finanze Jacek Rostowski aveva palesato i primi dubbi sulla questione, dubbi che oggi vengono confermati dal Presidente Komorowski.
Solo dopo un’attenta valutazione di costi e benefici, ma anche, dopo le elezioni politiche e presidenziali che si svolgeranno fra due anni, la Polonia farà una scelta sul proprio futuro.
Anche il Premier Donald Tusk è intervenuto dicendo il suo parere sull’argomento:
“Solo così la Polonia potrà avere tutti gli elementi che gli permetteranno di scegliere la migliore opzione, al fine di garantire la sicurezza dell’economia polacca e mantenere la propria competitività, anche dopo l’entrata nell’eurozona”.

I dubbi polacchi
Il PIL polacco è cresciuto del 4,3% nel 2011 e del 2% nel 2012; i conti pubblici sono equilibrati, con un rapporto deficit/Pil del 3,4%, in calo rispetto agli anni passati (ricordiamo che la soglia fissata dal Fiscal Compact è del 3%). Ma cosa ancora più importante: la Polonia non ha subito il contagio della crisi che ha afflitto l’intera Eurozona.
E allora perché entrare nell’euro?
“Il più grande timore percepito è quello di un peggioramento delle condizioni economiche e di una più elevata vulnerabilità. Non sempre l’euro è visto come un’opportunità, specie in periodi di estrema sofferenza come questi.”
Queste le parole che si leggono in uno studio di PKO Bank, la più importante banca del Paese.
Del resto, neanche i cittadini polacchi sembrano troppo convinti. Secondo lo stesso studio, solo il 41% della popolazione vorrebbe l’euro al posto dello zloty.

La situazione europea
Le elezioni italiane sembrano aver dato il colpo di grazia all’Europa. Da ogni parte del mondo arrivano condanne a quell’austerity che fino a pochi giorni fa sembrava la soluzione ai problemi del continente.
L’Eurozona pare sull’orlo del precipizio e i dissidi interni si acuiscono sempre di più.
La Germania contro tutti. I vertici tedeschi sembrano ormai gli unici a credere che austerity e rigore possano davvero risolvere qualcosa.
E allora, in una situazione del genere, siamo sicuri che quella della Polonia non sia una scelta lungimirante?



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Olanda: banca nazionalizzata e risparmi espropriati. Può succedere la stessa cosa a MPS?
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=273280

L'Europa mostra la sua vera faccia a Cipro: banche chiuse, prelievo forzato sui conti
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=273369

L'Irlanda si smarca dalla BCE...
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=273651

La Polonia da uno schiaffo a Bruxelles: non vuole più l’euro. L’Europa dell’austerity non è più una meta
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=273720


Che spettacolo questa Europa...... vero rmnd? [:D]



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Thethirdeye ha scritto:

Olanda: banca nazionalizzata e risparmi espropriati. Può succedere la stessa cosa a MPS?
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L'Europa mostra la sua vera faccia a Cipro: banche chiuse, prelievo forzato sui conti
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L'Irlanda si smarca dalla BCE...
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Che spettacolo questa Europa...... vero rmnd? [:D]



speriamo continui a rimanere fuori dall'euro la Polonia, altrimenti belle e ottime cene per due a soli 15 euro in totale me le scordo, come il diesel a 1,3 euro.;-)

Comunque la Polonia ringrazi l' Europa. Perché se le condizioni dei polacchi stanno migliorando (ma ti assicuro, hanno standard x noi ancora in gran parte inaccettabili) lo si deve anche alle ricette adottate dai governi degli ultimi anni per rispettare e raggiungere i requisiti minimi per l'adozione dell'euro.


Cipro? Ma non ha, forse sbaglio, un debito pubblico pari al suo PIL? Se le cose stanno in questi termini, la colpa è dell' Europa o della pessima gestione interna dell'economia cipriota?


Ultima modifica di rmnd il 19/03/2013, 02:01, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
rmnd ha scritto:
Cipro? Ma non ha, forse sbaglio, un debito pubblico pari al suo PIL? Se le cose stanno in questi termini, la colpa è dell' Europa o della pessima gestione interna dell'economia cipriota?


E' sempre dell'Europa.

Guarda... te lo metto qui... facile facile...

Ue legalizza l'appropriazione indebita per salvare le banche.

Ma il capitalismo non dice che se un'azienda non è capace di stare sul mercato
dovrebbero chiudere? Le banche restituiscano i soldi dei correntisti agli stessi
e che i loro manager siano arrestati.

Ma la Ue è una creatura delle banche, ovvio che protegga gli usurai del pianeta.

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=273739


In sostanza.... se l'Europa, pur di salvare le Banche, decide di togliere i soldi ad un milione
di cittadini (per giunta nel fine settimana, con un giorno di festa il lunedì), non solo non
merita di esistere..... ma merita pure di vedere condannati i fautori di un simile SCEMPIO.

Dieci miliardi di euro rmnd....
Ma perchè non li stampano... come fa America e Giappone,
invece di creare queste ingiustizie? Spiegacelo va....



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CSI - Cyprus: Saving and Investment
(dopo il punto di vista del cinico ragioniere, voliamo alto con la macroeconomia... per poi precipitare nel baratro del debito estero!)
http://goofynomics.blogspot.it/2013/03/ ... tment.html

È arrivato... "L'arrotino?" chiederete voi. No, il coroner.

Andiamo a vedere cos'è successo a Cipro. Perché capirete, il piddino, sapendo di sapere, è anche un espertone, e per ogni problema che rischia di incrinare il suo sogno, quel sogno che lui vuole tanto lasciare a suo figlio (non potendo lasciargli un esempio), per ogni problema, dicevo, lui ha una spiegazione, sempre diversa. Si sa, il piddino è fatto così. Gli fai vedere un albero e gli chiedi: "Scusa, ma è un faggio o una quercia?". E lui, diligente, si munisce di lente d'ingrandimento e comincia a contare le nervature di ogni foglia.

Nel disperato tentativo di non ammettere che il problema è l'euro, la spiegazione che il piddino dà del caso cipriota è veramente esilarante! Il problema, dice il piddino, sarebbe che i capitali che arrivavano a Cipro appartenevano ai perfidi oligarchi russi, e quindi, insomma, erano capitali dubbi. Quale sia il nesso che lega l'origine dubbia di alcuni capitali alla sòla che hanno preso tutti i depositanti (nel meraviglioso mondo dell'euro che tutela i risparmi) a me sinceramente sfugge. Come sfugge (sapientemente nascosto nelle pieghe di un'informazione virtualmente inesistente) chi staremmo salvando a Cipro.

Vi faccio un esempio, spero benaugurante. Ma scusate tanto: se voi, domattina, uscendo per strada, trovaste in terra un bel biglietto da 500 euro, cosa fareste? Vi chiedereste se è caduto di tasca a Jack the Ripper o a Cappuccetto Rosso? Non penso. Credo che vi chinereste con molta dignità, ostentando indifferenza, e ve lo mettereste rapidamente in tasca. E avreste (avrete) tutta la mia paterna benedizione. Perché pecunia non olet.

Fuor di metafora: ci hanno fatto una capa tanta col fatto che abbiamo bisogno di capitali esteri, il nostro presidente del consiglio andava in giro per il mondo col cappello in mano a invocare "portate soldi in Italia, compratevi le nostre aziende...". Perché quello che è un bene per noi dovrebbe essere un male per Cipro? Se ti servono soldi, che te ne importa di chi te li dà? Perché i soldi degli "oligarchi" dovrebbero essere meno buoni di quelli degli "sceicchi"? Alla fine, c'è grande probabilità che siano stati fatti nello stesso modo: col petrolio. Il problema dei soldi non è tanto da dove provengono. Se uno te li dà li prendi, no? Il problema è a chi vanno, cioè cosa ci fai. E qui, appunto, casca l'asino. Perché, come abbiamo più volte constatato studiando il romanzo di centro e periferia (aka ciclo di Frenkel), il problema, nel ciclo minskyano centro-periferia(http://goofynomics.blogspot.it/2012/11/ ... feria.html), è che a un certo punto in periferia di capitali ne arrivano troppi, così tanti che farci qualcosa di remunerativo diventa impossibile. La periferia crolla così sotto il peso dei capitali che non riesce né a restituire né a remunerare, e che normalmente sono stati presi in prestito da privati: sono debito privato estero.

È successo qualcosa di diverso a Cipro?

Naturalmente no.

Ed è una sorpresa quello che sta succedendo?

Naturalmente no: sevedeva (per usare il tormentone di Claudio Borghi), e sevedeva benissimo http://storify.com/borghi_claudio/il-tr ... evedevismo .

Siccome la storia l'ho raccontata diverse volte (l'ultima qui http://goofynomics.blogspot.it/2013/01/ ... venia.html, a proposito della Slovenia), possiamo andare rapidi.

I saldi settoriali


I saldi settoriali (per i dilettanti, bilanci settoriali http://goofynomics.blogspot.it/2013/01/ ... ancio.html) di Cipro sono qui e ci raccontano la solita storia di sempre (chi non sa cosa siano può vedersi la spiegazione riferita alla Grecia qui http://goofynomics.blogspot.it/2012/02/ ... -fine.html e qui http://goofynomics.blogspot.it/2012/02/ ... ne_19.html):

Immagine

Le due rette tratteggiate verticali corrispondono all'entrata nell'ERM II (nel 2005) e nell'Eurozona (nel 2008), cioè a quando Cipro ha "fissato" il proprio cambio all'euro, e a quando poi ci è definitivamente entrato, con una scelta spectacularly ill-timed (per dirla con Krugman).

Il vero cambiamento strutturale è il primo, la fissazione del cambio. Come vedete, ha i tre effetti previsti dal ciclo di Frenkel:

1) arrivano capitali a manetta (la spezzata verde, che descrive gli afflussi - se positiva - o deflussi - se negativa - di capitali esteri, decolla verso l'alto);

2) questi capitali vanno a finanziare fondamentalmente il settore privato, che diventa debitore netto (la spezzata rossa, che descrive il saldo finanziario privato, sprofonda rapidamente verso un deficit di -15 punti di Pil, partendo da un +5 due anni prima della fissazione del cambio!);

3) il settore pubblico consolida la propria posizione e quindi i beoti di Bruxelles sono contenti (la spezzata blu, che descrive il saldo del bilancio pubblico, partendo da un discreto deficit passa rapidamente in surplus).

Quindi, come vedete, le traiettorie sono le solite: forte indebitamento dei privati con capitali esteri mentre il settore pubblico consolida la propria situazione. Poi arriva uno shock, il panico, i privati devono "rientrare" (la spezzata rossa torna su da -15 a -5), lo Stato interviene per sostenere i redditi e gli istituti in crisi (la spezzata blu passa rapidamente in deficit) e i capitali esteri si arrestano... ma nel caso di Cipro non tanto, e non subito, e sotto vediamo perché: fino al 2011 gli afflussi di capitali esteri viaggiano attorno al 10% del Pil, che è moltissimo.

Per darvi un'idea, la procedura per gli squilibri macroeconomici della Commissione Europea http://ec.europa.eu/economy_finance/eco ... dex_en.htm (tempestivamente adottata dopo aver sbriciolato e deglutito quasi tutti i paesi della periferia), prevede che ci sia un early warning quando la media mobile a tre anni degli afflussi di capitali superi il 4% del Pil. Vedete anche a occhio che da quando Cipro è entrato nell'ERM II questo indicatore ha sempre superato la soglia di attenzione. Quindi sevedeva, sestravedeva.

Per inciso: impara l'arte e mettila da parte. I dati sono quihttp://www.imf.org/external/pubs/ft/ ... index.aspx , andate a vedere qual è il prossimo palloncino che scoppierà...

Il debitopubblicocastacriccacoruzzionebruttomaoraarrivainparlamentolabasecheècompostadapersonepuliteetuttiiproblemiandrannosubitoaposto

(per gli amici: debito pubblico).

E cosa faceva il nemico pubblico numero uno (a pari merito con inflazzzzione e doppie punte)? Quello che vedete in questo grafico:

Immagine

Formati ai divini insegnamenti televisivi direte: aumentava! Sbajato... Prima della crisi del 2008 anche a Cipro, come ovunque altrove, il debito pubblico stava diminuendo, e abbastanza rapidamente. Era intorno al 50%, ben al di sotto della soglia di attenzione di Maastricht (60%), della quale ormai dovreste aver capito che non significa nulla. Ovviamente questo dato di stock è compatibile col dato di flusso relativo al saldo del bilancio pubblico (vedi sopra).

E così, se qualcuno vi dice che la crisi di Cipro (o qualsiasi altra crisi, di fatto) è colpa del debito pubblico, sapere che avete a che fare con una persona in malafede o disinformata (l'una cosa non esclude l'altra).

Punto.

Il debito estero

Parliamo invece del debito vero, quello estero, cioè, più esattamente, della posizione finanziaria netta sull'estero di Cipro. E anche qui gli stock ci raccontano una storia compatibile con quella dei flussi. Abbiamo detto che arrivavano capitali dall'estero, e quindi è ovvio che sia aumentato il debito estero netto, cioè sprofondata verso il negativo la posizione estera netta. Lo volete vedere? Eccolo qua:

Immagine

Si poteva intuire, intorno al 2007, che c'era qualcosa che stava precipitando, no? Afflusso di capitali significa debito. Sì, lo so, Scacciavillani non lo capisce, ma lui fa parte di "FARE per fermare la contabilità nazionale".

Mi dispiace (per lui).

Diceva Satie che "Si la musique ne plaît pas aux sourds, même s'ils sont muets, ce n'est pas une raison pour la méconnaître". Ecco, magari l'amico degli sceicchi un difetto ce l'ha: non è muto, ricordate? Ma sicuramente questa non è una ragione per sottovalutare la contabilità. Contabilità la quale ci dice che lo sprofondamento del debito estero netto di Cipro è l'ovvia contropartita di tanti begli "afflussi di capitali".

La bilancia dei pagamenti

Ma perché quando nel 2008 è scoppiata la crisi non c'è stato un sudden stop, un arresto improvviso dei finanziamenti esteri? Perché Cipro ha continuato a prendere soldi in prestito al ritmo di 10 punti di Pil all'anno? Perché la spezzata verde del primo grafico non è andata a zero?

Io un'idea ce l'avrei. È la solita storia dell'Irlanda http://archivio.lavoce.info/articoli/pagina1002054.html: tu attiri capitali, magari con dumping fiscale di vario tipo (basse aliquote sui redditi da capitale/impresa, ad esempio), ma poi questi capitali devi remunerarli. Guardatevi questa figura:

Immagine

Il saldo delle partite correnti corrisponde agli afflussi di capitale, cambiati di segno (se le partite correnti sono negative, stanno arrivando capitali). Le sue due componenti sono il saldo commerciale e il saldo redditi, che in buona sostanza ti spiegano se ti stai indebitando con l'estero per pagare merci estere o per corrispondere all'estero interessi.

Quando arriva la botta della crisi nel 2008, il reddito a Cipro diminuisce (il tonfo è stato del -1.9%, quasi nulla in confronto a noi), e quindi c'è un'immediata correzione al rialzo del saldo commerciale (spezzata rossa), perché meno reddito = meno importazioni (come ci ha spiegato il ragioniere fotografo http://goofynomics.blogspot.fr/2013/03/ ... i-che.html ). Ma ovviamente la correzione dell'indebitamento (spezzata blu) è molto meno rapida, e perché? Perché bisogna pagare gli interessi sui debiti pregressi, e farlo in condizioni di spread crescente. Quindi nel 2009 la spezzata verde continua a scendere. Ancora nel 2010 Cipro pagava un 4% di Pil di interessi netti all'estero. Il dato 2011 indica un azzeramento degli interessi netti, ma è provvisorio. Scommettiamo che fra un paio di anni si scoprirà che nel 2011 il dato era più vicino a -4 che a zero?

Benvenuti nel fantastico mondo dell'euro che facilità la mobilità internazionale dei capitali. Peccato che ogni tanto questi capitali siano di oligarchi cattivi. Eh, già, il problema poi è sempre quello: quanta cattiveria, signora mia, a quesso monno, e soprattutto quanta invidia! Eh, quest'euro che ci protegge gli americani ce l'invidiano proprio tanto...

Sarà per quello che ci avevano detto che sarebbe stato meglio di no! Loro volevano fuorviarci, ma noi siamo stati fuuuuuuuuuuuuuurbi...


(fonti: per i primi due grafici il WEO, per i secondi due l'edizione CD-ROM delle IFS. Tutta robba bbona, che viene da Washington).



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MessaggioInviato: 19/03/2013, 10:44 
Se pensiamo all'aria che tira in Germania e teniamo conto che sono in periodo pre-elettorale ricordiamoci di queste osservazioni:

Cipro è il laboratorio: l'europa sperimenta la patrimoniale pensando già a spagna e italia
http://www.idealista.it/news/archivio/2 ... gna-italia

Se i paesi del sud europa hanno dei gravi problemi di bilancio, in molti casi i loro cittadini possiedono patrimoni superiori ai vicini del nord. almeno questa è la tesi che circola in europa, tanto che il prelievo forzoso applicato ai ciprioti potrebbe essere una specie di prova generale. del resto è da mesi che ci ripetono che , tra case, risparmi e assett finanziari, gli italiani sono i più ricchi di tutti

secondo l'autorevole e influente quotidiano liberalconservatore tedesco, il frankfurter allgemeine, la banca centrale europea starebbe cercando di ritardare la pubblicazione dei dati sui patrimoni dell'eurozona perché cambierebbe l'opinione sullo stato dei paesi in difficoltà. cipro, che ha chiesto il salvataggio, avrebbe un patrimonio medio di 87mila euro, mentre gli italiani sarebbero anche più ricchi dei tedeschi, 165mila euro procapite contro 135mila

la banca centrale europea, in effetti, ha raccolto i dati delle 17 banche centrali dell'area euro per un report sulla distribuzione del patrimonio nei 17 paesi dell'euro. lo studio va avanti dal 2006 e i risultati saranno pronti ad aprile. pare che i numeri faranno tremare gli equilibri europei, perché gli italiani, solo per fare un esempio, risultano tra i più ricchi in assoluto

la tesi di germania, finlandia, o austria, dunque è: che il debito pubblico se lo paghino da soli! questo è il grafico delle ricchiezze medie riportato dal quotidiano tedesco. gli italiani sono al quarto posto con 165mila euro pro-capite, davanti agli austriaci e i finlandesi. gli spagnoli avrebbero 81mila euro pro-capite, mentre i ciprioti 87mila euro pro capite

Immagine

di quanto potrebbe essere l'una tantum sui risparmi degli italiani? se fosse del 15% il debito scenderebbe immediatamente sotto il 100%. non sono calcoli stralunati, ma la proposta dell'economista capo della commerzbank, jörg kramer, sulle pagine del quotidiano finanziario tedesco handelsblatt

tra le ragioni della ricchezza italiaca vi sono anche le case, il cui valore da solo è di tre volte superiore al pil, mentre il debito pubblico è pari al 120% del prodotto interno lordo. non a caso sulla proprietà immobiliare è già stata introdotta quella patrimoniale di fatto che è l'imu

ma le voci che circolano sono quelle di una patrimoniale finanziaria. in germania, come abbiamo visto, già la invocano. lo spettro della vulnerabilità dei risparmi potrebbe avere un effetto perverso, come la fuga di capitali, per chi può, o per lo meno la messa in sicurezza dei soldi



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