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MessaggioInviato: 26/12/2014, 17:43 
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shighella ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

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Aztlan ha scritto:

Il gesto è disperato e non condivisibile, ma sulla TAV hanno ragione da vendere.

[quote]Thethirdeye ha scritto:

Sono gli unici a "ribellarsi" alla truffa e tu vuoi arrestarli??

Io arresterei i politici che hanno avvallato lo scempio
e che hanno SPERPERATO SOLDI PUBBLICI A VAGONATE!



Quoto.


ragione o no,non e' condivisibile il modo in cui hanno espresso la loro contrarieta'all'opera'in questione......... [:(!]




Ragazzi scusate eh.. [:)]
Moltissime volte ci siamo ritrovati concordi sul fatto che con sti farabutti, sperperatori di soldi pubblici, dovremmo insorgere, anzi avremmo l'obbligo di sollevarci in massa...giusto?
Ora mi domando: perché se qualcuno, in questo caso "i ragazzi della TAV", lo fa gli si va contro?? [8] [8]
Ma secondo voi non è violenza quella perpetrata dai suddetti farabutti? [8]

be
[/quote]
Non si va in giro a sabotare, incendiare, mettere bombe solo perché si pensa di essere nel "giusto", così come non si va a manifestare mettendo a soqquadro intere città, bruciando automobili, cassonetti e camionette della polizia, e non si dovrebbero nemmeno tirare estintori addosso ai carabinieri, secondo me [:D]


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MessaggioInviato: 26/12/2014, 17:51 
.. e secondo me.



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MessaggioInviato: 28/12/2014, 16:43 
Cagliari, terminal crociere da 5,5 milioni di euro mai usato. ‘Fondale troppo basso

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... o/1285806/

..non ci sono parole..................... [:(!] [:(!] [:(!] [:(!] [:(!] [:(!] [:(!]


Ultima modifica di ubatuba il 28/12/2014, 17:08, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 28/12/2014, 19:12 
L'esilio! [:(!]



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MessaggioInviato: 29/12/2014, 10:19 
È la Sicilia il regno dove le coop rosse lucrano sui migranti

Il caso di Siracusa dove il business dei centri è finito nel mirino dei pm

Siracusa - C'è posto per tutti nel grande affare dell'assistenza agli immigrati clandestini. Gli appalti non si fanno, gli affidamenti sono quasi tutti fiduciari, la qualità del servizio offerto passa in secondo piano davanti all'emergenza.



Immagine:
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20,27 KB

I migranti fruttano più della cocaina, insegnava Salvatore Buzzi, il re delle coop rosse di Roma che sapeva bene come muoversi in questa «terra di mezzo». Per lui la Sicilia orientale doveva diventare un centro di smistamento verso le coop «amiche».

Ramzi Harrabi vive da oltre 10 anni a Siracusa, è presidente della Consulta degli immigrati cittadini: «L'emergenza è come qualsiasi calamità naturale, richiede risultati immediati. C'è chi fa il volontario per iniziativa personale e chi sa di poter contare sul politico di turno per avere fondi. Non c'è vera rendicontazione, tutto si svolge nell'improvvisazione».

Siracusa ne è un esempio. La città è stata pressoché ignorata dagli sbarchi fino a quando è esplosa l'emergenza Nordafrica del 2011 e poi è stata travolta dall'operazione Mare Nostrum: le navi della Marina avevano come base il vicino porto militare di Augusta. Decine di migliaia di disperati dovevano essere assistiti. I centri di accoglienza sono stati aperti in tutta fretta. Coop sociali di ogni colore si sono buttate sul business: c'è l'accoglienza temporanea e quella prolungata per quanti richiedono asilo politico, bisogna assistere i minori non accompagnati, curare, sfamare, identificare. Lavoro e denaro garantito.

Alle porte della città, nel territorio comunale di Melilli in contrada Spalla, è stato aperto uno Sprar, centro di accoglienza per richiedenti asilo in un complesso di villette a schiera tra un albergo e un outlet commerciale in decadenza. Gli ospiti, per lo più pakistani, vogliono restare e non dovrebbero dare problemi. Eppure la scorsa estate hanno manifestato a lungo per la cattiva assistenza. Si lamentavano del cibo, del sovraffollamento, delle condizioni igieniche e del fatto che non gli veniva versato il «pocket money», la diaria in contanti di 2,5 euro il giorno con cui comprare sigarette e schede telefoniche. I responsabili hanno scaricato le responsabilità sul ritardo nel ricevere i soldi pubblici. L'assessore ai Servizi sociali di Siracusa, Liddo Schiavo, a sua volta ha scaricato sul governo. Nessuna solidarietà dai siracusani: «Migliaia di nostri concittadini vorrebbero un tetto, vestiti e cibo che garantiamo ai migranti con un aggravio sul bilancio comunale ormai insostenibile».

A differenza dei centri di emergenza dei quali si occupano le prefetture, la competenza degli Sprar è stata fino a poche settimane fa dei comuni. Quello di contrada Spalla è gestito dalle amministrazioni di Siracusa e Melilli (il cui sindaco è sospeso perché condannato per abuso d'ufficio) e affidato alla coop Luoghi comuni di Acireale (Catania), legata a un grosso consorzio siciliano di coop sociali «bianche», Connecting People. «L'abbiamo scelto perché offriva capienza e solidità economica», dice Schiavo.

Poche settimane dopo le proteste allo Sprar di Melilli, il consorzio Luoghi comuni ha vinto l'appalto per la gestione del centro di primo soccorso di Pozzallo (Ragusa). E il consorzio Connecting People è sotto processo al tribunale di Gorizia per la gestione del Cara di Gradisca d'Isonzo con accuse di associazione per delinquere, truffa e frode in pubbliche forniture, per le quali la coop si proclama innocente.

In tutta la regione sono spuntate dal nulla 350 strutture di accoglienza: ad Agrigento ce n'è uno gestito da un gruppo folcloristico, «Sicilia bedda». Realtà che si espandono, come il Connecting People che controlla centri dal Friuli alla Puglia, dal Piemonte alla Campania. A Siracusa ha sede il consorzio Oasi che gestisce il Cie di Bologna grazie a un'offerta di 28,5 euro giornalieri a ospite, un super-ribasso. Un'interrogazione parlamentare dell'onorevole Carlo Giovanardi rivela che Oasi «è stato costituito il 22 dicembre 2011 da tre soci fra cui il signor Marco Bianca, socio della cooperativa Alma Mater che aveva ottenuto dalla prefettura di Siracusa a trattativa privata un finanziamento di 438.000 euro per il centro immigrati di Cassibile». Centro chiuso e finito in un'inchiesta giudiziaria (poi archiviata) per la cattiva gestione. Oasi ha vinto l'appalto del Cie di Trapani (6 milioni e mezzo per tre anni più Iva) soffiandolo a Connecting People. Che a sua volta ha strappato alle coop rosse di Salvatore Buzzi per via giudiziaria la gestione del centro romano di Castelnuovo di Porto. In Sicilia funziona così: nel business dell'immigrazione si trova sempre da lavorare.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 79160.html



Strano! TUTTI GIOVANI ... (invasione programmata?) [:107]



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MessaggioInviato: 29/12/2014, 10:22 
...e magari qualkuno paga loro pure il viaggio,...tanto poi gli euro rientrano con gli interessi.......................[:(!]


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[img][img]http://i.imgur.com/5EVgz6E.png[/img][/img]


..e questi continuano ancora a parlare di ripresa.................


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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:
Strano! TUTTI GIOVANI ... (invasione programmata?) [:107]


Immagine

A parte questa incontestabile realtà, tu, leggi ancora "Il Giornale"?

Gli interessi economici delle cooperative dietro questi traffici,
sono bipartisan.... mi sembra che l'indagine di Mafia Capitale
lo abbia evidenziato. Perchè quindi parlare solo delle coop rosse?

Perchè è STRUMENTALE.
Soprattutto oggi.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 29/12/2014, 12:54 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:



Strano! TUTTI GIOVANI ... (invasione programmata?) [:107]


A ridaje...

Ma secondo te chi è che cerca di emigrare dai loro paesi? gli anziani?!

O, con tutto il rispetto, gente che ha ancora un futuro e spera di passarlo in un posto migliore?

Sarebbe "strano" se sui barconi ci salissero gli over70!

[:D]



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MessaggioInviato: 29/12/2014, 12:57 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
Ufologo 555 ha scritto:



Strano! TUTTI GIOVANI ... (invasione programmata?) [:107]


A ridaje...

Ma secondo te chi è che cerca di emigrare dai loro paesi? gli anziani?!

O, con tutto il rispetto, gente che ha ancora un futuro e spera di passarlo in un posto migliore?

Sarebbe "strano" se sui barconi ci salissero gli over70!

[:D]

Non solo.... oggi hanno detto che gli italiani che sono emigrati all'estero
(GIOVANI) sono quasi un milione e 600.000 unità. Ah già... loro partono
con l'aereo....... [:o)]



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MessaggioInviato: 29/12/2014, 13:09 
Però non chiamateli ... profughi! E secondo voi cosa vengono a fare qui? A trovare lavoro che non c'è ....? E case che non ci sono? [^]



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Arresti a Roma: Bene! Ma perché proprio ora e prima no?
03 Dicembre 2014 Scritto da Fausto Carotenuto

misteri roma Decine di arresti a Roma. Un circuito nero intorno all’ex sindaco Alemanno e ad ex terroristi. Improvvisamente la magistratura romana scopre che Roma era governata dal malaffare. E arresta i principali esponenti della manovalanza fascista che è servita a fare il terrorismo nero per conto della CIA, la banda della Magliana al servizio della P2 e della corrente nera vaticana, a fare da massa di manovra per la corrente andreottiana della DC, e quindi a gestire Roma anche politicamente con il sindaco Alemanno e con pezzi di PD.

“Improvvisamente” si scopre questa orribile rete di malaffare, quando invece fino ad ora la procura romana, quella che veniva definita “il porto delle nebbie”… non aveva mai scoperto niente. Anche di fronte all’evidenza dei fatti. Proteggendo questo sistema per decenni.





CarminatiIl fascista Carminati, ora arrestato, delinquente della banda della Magliana e dei NAR… se la cavava sempre, anche insieme ad Andreotti come nel caso dell’omicidio Pecorelli. Per il quale era stato condannato in primo grado come killer. Ad Andreotti ci pensa ormai la giustizia divina… ma a Carminati e compagnia non ci aveva pensato nessuno fino ad ora... se non per dar loro una mano.

Decenni di protezione da parte dei servizi segreti e di pezzi di Vaticano, di appartenenza ad ordini templarmassonici deviati e di sostanziale impunità, in quanto sostegno di un certo potere politico, finanziario ed ecclesiastico.

Ancora qualche settimana fa capaci di organizzare in Campidoglio gazzarre come quella contro il Sindaco Marino per una stupida questione di permessi ztl e multe, mentre loro continuavano col malaffare a succhiare miliardi al popolo romano.

Forse non si erano ancora resi conto che l’aria era cambiata.

Al tempo di tangentopoli nessuno li toccò: allora Di Pietro e gli altri giudici vennero indirizzati a colpire soprattutto Milano, i craxiani ed alcuni specifici pezzi di DC, lasciando intatto il malaffare romano. Perché? Perché i poteri di manipolazione internazionali avevano deciso che P2, Opus Dei e IOR, protetti dalla cupola del papato di allora, dovevano dominare la scena romana e nazionale per un determinato periodo: la stagione berlusconiana e woitiliana.

Ma ora quel tipo di controllo della capitale e del Paese è fuori tempo. Era una modalità feudale di controllo del territorio, affidata ad un coacervo di poteri religiosi, criminali e politici locali ai quali veniva affidata la gestione di una città o di una regione.

Ora, con il predominio europeo, americano e vaticano della corrente gesuito-massonica la musica è totalmente cambiata.

Adesso la tendenza è a debellare le cricche locali in tutta Italia (vedi gli scandali regionali a ripetizione ovunque) per cambiare modalità di controllo del territorio da parte degli stessi grandi poteri di manipolazione.

montiPer passare alla fase europeista premondialista di gestione del potere, occorre fare in modo che i politici dipendano dal centro, dai vertici del sistema oscuro. Non siano più dei ras locali che derivano la loro forza dal mettere a disposizione dei poteri oscuri centrali la forza affaristica, finanziaria, elettorale e criminale che deriva dalla gestione del potere territoriale. Questa modalità viene ora abbandonata e combattuta dai poteri oscuri perchè rende più difficile e forse impossibile la tendenza a formare un forte stato centrale europeo, premessa di quello mondiale. In qualche modo gli interessi locali, anche se criminali, fanno da ostacolo alla cessione di sovranità. Il potere locale, nella nuova visione gesuito-massonica, va stroncato per fare posto ai funzionari dell’impero centrale: gente “morigerata” che prende ordini dall’alto. Che per fare questo è ben pagata, ma non ha bisogno di razzolare nel malaffare locale.

Ed è per questo che le grandi protezioni del sistema criminal-fascista romano sono cessate: papato, interessi americani, governo italiano e governo europeo sono ora tutti nelle mani dei mondialisti gesuito-massonici.

Prima la cupola romana veniva sostenuta e usata da governi, papi e cardinali, servizi segreti italiani, americani, israeliani, inglesi, francesi… che erano strumenti della vecchia modalità “feudale”.

Ora gli stessi poteri hanno cambiato strategia… e noi in tante regioni ci liberiamo progressivamente dei vecchi cancri locali politico-criminali.

Questo uno dei vantaggi della lotta tra piramidi oscure di potere: ogni tanto lottando tra loro ci fanno un favore. Ma non illudiamoci: non lo fanno per noi..

La fine di questa orrida cupola romana è dovuta a fini di potere, come prima lo era il suo mantenimento.

Ma è anche vero che noi forse respireremo un po’ meglio camminando per le strade di Roma… E pensando ad un passato fatto di tante vittime di questi criminali, al malaffare, al sacco edilizio, ai clerici corrotti, alle infamità dei servizi deviati, alla magistratura ed alle forze dell’ordine colluse, ai tanti delitti irrisolti… Potremo inviare un sorriso di speranza alla memoria di Pecorelli, di Moro, di Emanuela Orlandi… e di tante altre vittime di questo sporco gruppo di criminali al soldo dei poteri anticoscienza.

Ora dovremo abituarci alle nuove modalità operative di questi poteri.

Se possibile, per svelare le loro più forti ma meno evidenti manovre contro di noi, avremo bisogno di una coscienza ancora più sveglia.

Più facile vedere il male che ci fanno i delinquenti evidenti, di quello che ci fanno e ci faranno i delinquenti morigerati e apparentemente non corrotti.

Ma quello che conta per noi è la nostra azione quotidiana per migliorare la vita intorno a noi, compiendo noi le azioni necessarie ad elevare il clima morale degli ambienti nei quali viviamo.

La lotta tra piramidi oscure per il potere continuerà cambiando continuamente modalità, ma non aspettiamoci da loro la crescita delle coscienze e della società. Per noi rimane un’unica via: la ricerca del Bene nostro e di tutti contemporaneamente a partire dai pensieri, dai sentimenti e dalle azioni di ognuno di noi.


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Sicilia: il genocidio silenzioso di un popolo in “esilio”
15-12-2014in RASSEGNASTAMPA

Provate a vedere una strada di una qualsiasi città siciliana nel periodo natalizio; oltre alle immancabili buche, si potrà notare un traffico fuori dal comune, in cui anche un piccolo centro sembra essere abitato da milioni di persone.

Questo è l’emblema del vero e proprio genocidio siciliano; ogni auto in più, rappresenta una famiglia in più di emigrati che scende sull’isola per le vacanze e che giorno 7 rientra nel proprio posto di lavoro in nord Italia o all’estero. Mediamente, in ogni auto in più, ci sono 4 o 5 menti che potrebbero prestare le loro capacità alla Sicilia e che invece sono costrette a lavorare lontane dalla propria terra.

Non è un caso la parola genocidio: essa indica una pianificata azione che mira alla dispersione di un popolo, ma non è detto che possa avvenire solo per via di una mattanza o di un bagno di sangue, il genocidio può essere anche incruento e silenzioso, ma altrettanto doloroso e dannoso per un determinato territorio. Il 27 gennaio, giornata scelta per il ricordo dei genocidi in quanto in quel giorno del 1945 veniva scoperto il campo di Auschwitz dall’armata rossa, più che proiettare l’immancabile documentario sulla shoah, bisognerebbe far visionare ai giovani siciliani i filmati dei paesini dell’entroterra siculo trasformati in borghi disabitati o delle scuole di diversi comuni in cui scarseggiano i bambini, ed in cui non si formano da anni classi di prima elementare.

La Sicilia a poco a poco si va svuotando; nel silenzio più totale, giovani laureati, padri e madri di famiglia lasciano l’isola in cerca di fortuna ed ognuno di loro che va via, è una mente persa, è un nucleo familiare che genererà possibilmente figli non siciliani ed una famiglia che fra tre o quattro generazioni dimenticherà del tutto le origini, ed in Sicilia non metterà più piede, nemmeno per le vacanze natalizie.

Ognuno di loro che parte è una sconfitta per il territorio, è un tassello in più nell’azione pianificata di desertificazione dell’isola, fin troppo abitata per essere un territorio che in futuro dovrebbe diventare semplicemente una gigantesca portaerei americana ed un avamposto militare a stelle e strisce nel Mediterraneo, in cui ospitare siti militari di ogni genere, dalle basi aeree e navali per finire alla base radar Muos di Niscemi. Ad oggi la Sicilia ospita ben 31 siti militari appartenenti all’esercito americano, i nostri “liberatori”.

Non servono campi di sterminio qui in Sicilia per attuare il genocidio, basta semplicemente mantenere lo status quo; il meccanismo è tanto semplice, quanto perverso: controllo totale dell’isola tramite le elite di sempre, impedire l’apertura del governo della cosa pubblica alla parte più sana della società, la quale è costretta a fuggire via e dunque ecco che a rimanere in Sicilia è soltanto chi da questo malandato sistema può ancora trarne profitto. Tutto il resto va fuori, oltrepassa lo stretto e si rifà una vita lontano dalla propria terra, un esilio forzato, che rischia in futuro di trasformarsi in un addio definitivo alla Trinacria e che contribuisce allo svuotamento progressivo della Sicilia ed alla dispersione del popolo siciliano. Mauro Indelicato

Del resto, conviene a tutti che un’isola così grande e così centrale nel complesso scacchiere mediterraneo, diventi un deserto intellettuale; dall’estero, chi la vuole occupare non avrà mai ostacoli, dall’interno invece, le elite che la dominano da decenni avranno presa più facile tra la popolazione.

Tradizioni secolari, città millenarie, tutto rischia di perdersi nei prossimi decenni se la Sicilia non prende cognizione della sua realtà; la terra di Trinacria, potrebbe diventare terra di nessuno nel breve volgere di 50 anni o forse anche meno. Tanti, troppi i ragazzi e le ragazze che dall’isola sono pronti a partire, a chiudere le proprie abitazioni, a far aumentare il numero di quelle odiose tapparelle abbassate, simbolo che da lì è passata una storia familiare che ora si svolge altrove e che non riempie più le piazze, le vie, gli stadi, i bar delle città siciliane.

Un genocidio quindi, che si sta attuando tramite la via della crisi economica, della chiusura del potere nelle mani di pochi, dello sfascio del sistema scolastico ed universitario, della negazione del diritto di decidere le proprie sorti al popolo siciliano, reso sempre più povero e con sempre più carenti mezzi d’istruzione.

Per questo nel vedere le città siciliane trafficate e vissute nel periodo natalizio, sale un po’ di tristezza e di magone; questo scenario, è quello che dovrebbe esserci in Sicilia per 365 giorni all’anno ed è quello che ci sarebbe qualora l’isola non avesse perso milioni di figli grazie al fenomeno dell’emigrazione.

Intervenire si può e, forse, qualche segnale di presa di coscienza di questa condizione inizia ad intravedersi dentro la società siciliana; proprio la presa di coscienza potrebbe essere l’unica arma per fermare questa silenziosa mattanza sicula.
Mauro Indelicato
Fonte: http://www.ilfarosulmondo.it


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Anche se dovrebbero andar via gli altri non chi HA LAVORATO UNA VITA! [:(!]



Pensionati in fuga dall’Italia: vita da ricchi con la stessa pensione e i risparmi!



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45,53 KB

L’Italia non è nemmeno un Paese per vecchi. Oggi i pensionati sono in fuga insieme ai giovani. Per l’Istat sono 473mila gli over 60 che vivono all’estero. Gli ultimi a partire lo fanno soprattutto per motivi economici. Nel nostro Paese un pensionato su due prende meno di mille euro al mese. E così fa le valigie chi non vuole rinunciare allo status di un tempo. Chi altrimenti dovrebbe trasferirsi a casa del figlio per arrivare a fine mese. Chi è deluso dalla politica, dallo sfacelo dell’economia, dalla maleducazione delle persone. Chi è in cerca del benessere, lontano da ansie e stress e possibilmente al caldo. Chi dopo la morte del coniuge non ce la fa più a frequentare i soliti luoghi. Costa Rica, Thailandia, Filippine, Colombia, Brasile e Cuba dove, secondo l’Inps, i pensionati italiani da 20 nel 2010 sono passati a 70 dopo l’apertura delle frontiere a gennaio 2013. E ancora Panama, Canarie, Tunisia, Marocco, Capo Verde, Kenya e Bulgaria sono le mete di ritiro più gettonate nell’ultimo anno. Le nuove terre di residenza dove qualcuno desidera perfino essere seppellito.

La gentilezza della Thailandia – “Qui la gente è gentile e ti saluta per strada”, dice Antonio Mammato, 65 anni, che due anni fa ha salutato la costiera amalfitana per trasferirsi a Phuket, in Thailandia (dove vivono 350 pensionati italiani, cioè 200 in più rispetto a tre anni fa). Il senso di sicurezza che avverte per strada lo fa respirare: “Posso lasciare il motorino con il casco nelle zone più affollate e nessuno me lo ruba”. Ingegnere ed ex dipendente comunale: “Ho chiuso lo studio dopo la morte di mia moglie nel 2001. Per ora vivo di risparmi ma sono in attesa della pensione Inpdap, mille euro netti al mese: qui è lo stipendio di un dirigente!”. Antonio vive in un monolocale di fronte all’università, per l’affitto spende cento euro al mese, più 15 euro circa per le bollette, e giura: “La stanza mi serve solo per dormire, il resto del giorno lo passo fuori. Il clima è sempre bello”. E dell’Italia dice: “Sembra un formicaio impazzito. Io non voglio più vivere così”. In Thailandia si può permettere di tutto: “Pago 1,20 euro per un pasto, 2,50 per una camicia e 4/5 per un paio di pantaloni. E 200 euro di tasse all’anno. Ho una bella macchina e vivo nel quartiere più esclusivo dell’isola”. Se fosse rimasto in Italia non avrebbe potuto mantenere lo stile di vita di quando lavorava. Anche la compagnia non gli manca. “Ho tanti amici italiani”.

Come Giovanni Giurlanda, 62 anni, di Padova, ex impiegato di banca, dal 2006 in Thailandia. “Sono partito perché non sopportavo l’idea di starmene da solo con le mani in mano”, racconta Giovanni, divorziato dal 2002. Cosa fa in Thailandia adesso? “Vivo! Ho scoperto uno stile semplice e più naturale: vado in spiaggia e a pescare quasi tutti i giorni, gli abitanti vivono alla giornata e ti trasmettono molta serenità”. Giovanni prende duemila euro di pensione. Si è comprato una casa dove abita con la sua nuova compagna. “Un altro motivo per cui me ne sono andato dall’Italia è l’arroganza delle persone, la poca serietà dei politici e la situazione che non si smuove. Ero stanco di tutto questo, davvero”.

Al sole di Tenerife – La signora Elena, toscana di nascita, nella vita precedente faceva la stilista a Milano. Poi tre anni fa ha voltato pagina, a Tenerife. Oggi studia spagnolo e sta all’aria aperta con le amiche. Perché ha fatto le valigie? “Non per soldi. In Italia soffrivo di mal di schiena. Qui mi sono ripresa: il microclima delle Canarie mi aiuta sia fisicamente sia psicologicamente. Poi, mi creda, non ho più potuto assistere al degrado culturale, alle piccole industrie che chiudevano a favore delle grandi catene. Ai governi vergognosi. È stato troppo umiliante”. Quali sono i vantaggi dell’isola? “Il clima, caldo e non piovoso tutto l’anno, e il fatto di essere nell’Unione Europea con un’impostazione da Paese nordico: burocrazia e sanità efficiente, ordine, pulizia, ambiente curato. Mi fa sentire rispettata”. Pensa di rientrare in Italia? “Mai. Neanche nella tomba. Voglio essere seppellita qui”.

Panama, Costa Rica, Belize: alla ricerca di regimi fiscali agevolati e qualità di vita – “In un anno le richieste di pensionati sono aumentate del 30 per cento – dice Alessandro Castagna, responsabile di Voglioviverecosì, il portale dedicato a chi vuole cambiare vita -. Andalusia e isole Canarie sono le destinazioni più frequenti perché sono abbastanza vicine, fanno parte dell’Unione Europea, godono di un buon sistema sanitario, c’è poca criminalità, burocrazia efficiente e la lingua è facile”. La conferma arriva anche da Massimo Dallaglio di Mollotutto, altro sito web utile per farsi un’idea delle opportunità oltreconfine -. Gli anziani vogliono informarsi sulle mete migliori, sul costo della vita, su come si fa a trasferire residenza e pensione all’estero. Noi abbiamo referenti italiani in loco con cui possiamo metterli in contatto. In generale – precisa Dallaglio – attirano i Paesi con un regime fiscale agevolato, per esempio la Tunisia, dove si sborsa il 25 per cento di tasse sul 20 per cento di reddito. E c’è un accordo che garantisce ai pensionati italiani una copertura medica totale.

Anche in Costa Rica, dopo un pagamento mensile in base al reddito (massimo cento euro), si ricevono le cure completamente gratis. Mentre in Belize, altra nuova meta di ritiro, i vantaggi fiscali vanno dal rimborso di tutte le spese necessarie per il cambio di residenza, allo sconto del 50 per cento su tutte quelle di soggiorno temporaneo sostenute prima di acquistare o affittare una casa, sulle assicurazioni mediche e i biglietti aerei. E a Panama – aggiunge – per chiunque abbia una pensione governativa o corporativa di almeno 700 euro al mese la residenza è quasi automatica”.

“In Tunisia vita da re per chi non ha problemi di salute” – Adriano Martelli, 66 anni, ex infermiere, si è rifatto una vita in Tunisia, raggiunta quattro anni fa. Con la sua pensione, da 900 euro, a Torino si era dovuto trovare un secondo lavoro per sopravvivere. “Da quando sono qui ho guadagnato quindici anni. Non ho mai preso un raffreddore, e ho smesso di prendere le pastiglie per gastrite, mal di testa e pressione, non ne ho più bisogno”. Ha scelto questo Stato perché ci abitavano già degli amici. “Alla fine del mese in Italia non mi rimaneva più niente: 400 euro per un monolocale da 30 metri quadri, poi le bollette e le spese per la macchina”.

A Susa, città turistica tunisina, ha preso in affitto un piano di una casa sul mare: oltre cento metri quadrati, arredato, per 260 euro al mese. E ne spende altri 150 per cibo e detersivi. “Vivo con poco più di 400 euro al mese e faccio una vita da re: ho la donna delle pulizie, otto telefoni cellulari (il prezzo è di circa 20 euro l’uno), una tv, faccio shopping e vado al ristorante almeno due volte alla settimana. Un pasto mi costa circa cinque euro”. Adriano in Tunisia non ha più bisogno dell’auto. “Mi muovo con i pulmini pubblici: si fermano dove vuoi tu, basta alzare la mano. Il biglietto non costa neanche 50 centesimi. Anche i taxi sono economici: un euro per sette chilometri”. Unico neo: la sanità. “Le strutture sono fatiscenti. Consiglio di venire qui soltanto a chi non ha problemi di salute”.

Nel 2013 l’Inps ha registrato 250 pensionati residenti in Tunisia, quasi cento in più rispetto al 2010. Renato Fortino è socio dell’agenzia “Case in Tunisia”, nata nel 2008, che si occupa di assistere in loco chi è intenzionato a stabilirsi nel Paese (dal permesso di soggiorno al trasferimento della pensione, apertura del conto in banca fino ai corsi di francese e arabo). “Nel 60 per cento dei casi si tratta di pensionati che in Italia prendono dai 500 ai 600 euro al mese, reddito che una volta trasferito in Tunisia è lordo e di questo l’80 per cento è defiscalizzato, mentre la base imponibile è solo sul 20 per cento del rimanente (pari a circa il 6/7 per cento). Questo target cerca case in affitto da 180 a 230 euro al mese, di solito con una camera da letto e salone. Ma non ci sono solo i piccoli pensionati – precisa Fortino – Abbiamo seguito anche ex medici, direttori di banca, imprenditori, dirigenti statali, che qui lievitano il loro potere di acquisto. Ultimamente arrivano italiani di mezza età tagliati fuori dal mercato del lavoro che qui provano a reinventarsi: dal maestro di tennis all’istruttore cinofilo e psicologo”.

“Addio Lecco, spargete le mie ceneri nel Mar Nero” – La Bulgaria è l’ennesimo Eldorado per anziani: quelli italiani sono 364 contro i 106 di tre anni fa. Franco Luigi Tenca, 66 anni, è uno di questi. Vive nella capitale, Sofia, da ottobre 2009. Ex camionista di Mandello del Lario, in provincia di Lecco, separato dal 2005 e in pensione dal 2007 con 1200 euro al mese. È stato intervistato dalle Iene e dopo che il servizio è andato in onda, a gennaio, la sua casella di posta elettronica è stata presa d’assalto: 1600 mail in dieci giorni da parte di pensionati, tutti italiani, di cui il 20 per cento già residente all’estero: “Mi hanno scritto dalle Canarie, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Lituania, Sudafrica, Mauritania, Congo, Brasile, Filippine e New York”, dice Franco, ancora incredulo. Gli hanno chiesto di tutto: “Come si sta, dov’è la Bulgaria, quante tasse ci sono, se c’è l’euro, se è vero che l’assicurazione della macchina costa un terzo (vero), quanto tempo serve per avere il trasferimento della pensione lorda e della residenza”. Risposta: “Dipende da quanto impiega il Comune italiano di residenza a mandarti il certificato di cambio di residenza. A me lo hanno spedito dopo 20 giorni ma c’è chi aspetta anche 5 mesi. Comunque qui nel giro di una settimana l’ufficio immigrazione ti fornisce la tua carta d’identità bulgara. Prima però devi presentare un documento di riconoscimento italiano, un contratto di affitto e un conto corrente in una banca locale, che apri subito con 50 euro. Dopodiché vai in ambasciata per l’iscrizione all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, cioè l’Aire”.

Nel frattempo Franco è diventato referente per Mollotutto e quasi ogni settimana accoglie gruppi di pensionati che vengono qui per un sopralluogo. “La mia mail è franco.tenca@alice.it. Pubblicatela pure!”. Franco vive con la nuova moglie, una signora bulgara della sua età, in un appartamento in centro di 50 metri quadri, che gli costa al mese 20 euro di affitto: “Mia moglie è inquilina dai tempi del regime comunista e il canone è rimasto uguale”. Altrimenti per un alloggio arredato della stessa superficie si spendono 200 euro. Cinquanta euro in più per 80 metri quadrati. Per le bollette? “40 euro al mese di elettricità e 12 per l’acqua. Qui non c’è il gas, abbiamo il boiler e il piano di cottura elettrico”, spiega Franco. E la spesa? “300 euro al mese per due persone. Anche il fisco non strozza: circa il 18 per cento di tasse e il sei per cento se sei pensionato”. Risultato: “Oggi vivo da nababbo e non più da barbone come in Italia, dove al venti del mese ero costretto ad attingere ai risparmi, che a forza di fare così sarebbero finiti alla svelta”. Svantaggi? “La lingua, ma la gente è cordiale e appena può ti aiuta, mi ricorda gli italiani negli anni ‘60 e ’70”. La Bulgaria è entrata nell’Unione europea nel 2007 ma non ha adottato l’euro: “La moneta è il lev e vale quasi due euro”, risponde Franco alle decine di pensionati che gli continuano a scrivere. Tornerà a Lecco prima o poi? “Assolutamente no. Voglio che le mie ceneri siano gettate nel Mar Nero”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05 ... mi/955591/

ANNAMOSENE! [^]



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MessaggioInviato: 29/12/2014, 19:56 
Pensionati in Tunisia

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I pensionati in Tunisia godono di enormi vantaggi fiscali grazie alla defiscalizzazione della pensione e alla riscossione della pensione lorda in Tunisia. Il nostro servizio di assistenza al trasferimento in Tunisia include servizi quali apertura conto corrente tunisino, permesso di soggiorno in Tunisia, permesso di residenza in Tunisia (iscrizione AIRE), ricerca casa in Tunisia da acquistare o in affitto.
Vantaggi economici per i pensionati italiani che vanno a vivere in Tunisia

Dal 2007 è entrata inoltre in vigore in Tunisia la legge finanziaria n. 85 del 25 dicembre 2006 che prevede una tassazione delle persone fisiche particolarmente vantaggiosa, permettendo ai pensionati di avere un sostanzioso aumento del netto pensionistico da percepire.

Questo perche' la citata legge prevede per i pensionati stranieri una quota di reddito non imponibile pari all'80%, imponendo la tassazione solo sul rimanente 20%. L’aliquota per scaglioni di reddito poi va dal 15 al 35% massimo che si applica sopra i 50.000 TND (circa 25.000 EUR al tasso di cambio attuale).
Il costo della vita in Tunisia minore che in Italia

Ma i vantaggi non si fermano qui. Ancora di maggiore rilevanza e’ il ridotto costo della vita (da metà ad un quarto a seconda della città e dei beni usati come termine di confronto) che consente una vita agiata anche a quei pensionati che dispongono di una modesta pensione.

In Tunisia 1 Dinaro ha un potere d'acquisto pari ad 1 Euro in Italia, se non superiore per alcuni beni. Essendo 1 Dinaro (al cambio corrente) pari a circa metà di 1 Euro (50 centesimi); si ha di fatto un raddoppio del potere d'acquisto. (Esempio sulla benzina: 1 Lt di benzina senza piombo costa 1,570 Dinari pari a 0,70 Euro.

Infine, alcune voci del bilancio familiare subiscono una sostanziale riduzione. Acqua, luce, gas e carburanti hanno infatti costi particolarmente bassi.

In tal modo, i pensionati in Tunisia, vedranno dunque aumentare le proprie entrate nette e potranno giovarsi nell'avere un costo della vita inferiore rispetto al paese di provenienza.
Pensione in Tunisia: come aumenta

Facciamo un esempio pratico con una pensione di 16.250 EUR lordi. (13.000 netti):

Reddito annuo lordo in TND (approssimativo considerando un cambio di 1EUR=2TND): 32.500
Quota non imponibile (80%): 26.000 TND
Reddito imponibile: 6.500 TND
Imposta annua: 1300 TND = 590 EUR

In questo esempio relativo alle tasse sulla pensione in Tunisia, in pratica i 13.000 Euro netti percepiti in Italia diventano 15.659 Euro (ovvero circa 31.000 TND, che equivale ad una rendita mensile di circa 2.600 Dinari).

A titolo di paragone lo stipendio di un direttore di azienda può variare tra 1000 e 1.500 TND.
Vantaggi per chi vuole investire in Tunisia

La situazione tributaria è altrettanto vantaggiosa per gli imprenditori italiani che decidono di delocalizzare la propria azienda aprendo una sede in Tunisia. Fare impresa in Tunisia è piuttosto conveniente, in virtù del ridotto prelievo fiscale riservato alle imprese straniere.


http://www.liveintunisia.org/it/pensionati-tunisia



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