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Marziano
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MessaggioInviato: 19/03/2013, 21:47 
Ne avrete parlato magari, comunque ve lo posto comunque:

http://lamadishoni.blogspot.fi/2013/03/ ... ia_19.html


L'euro e la plebaglia

Jacques Attali (Algeri, 1º novembre 1943) è un economista, saggista e banchiere francese. Il compito principale di Attali nel '74 diventa quello di formare Mitterrand (futuro Presidente della Repubblica Francese) sulle materie economiche, che rappresentano il suo punto debole di fronte all'avversario Valéry Giscard d'Estaing.

Una volta eletto presidente della Repubblica, il 10 maggio 1981 Mitterrand nomina Attali suo "consigliere speciale". Oltre a seguire in prima persona l'attività del presidente della Repubblica, prendendo meticolosamente nota degli eventi, il suo compito principale consiste nella preparazione dei vertici internazionali.Resta all'Eliseo fino al 1991, quando è nominato presidente della londinese European Bank for Reconstruction and Development, l'istituzione finanziaria istituita su iniziativa dello stesso Attali dai governi occidentali per accompagnare i paesi dell'Europa Centrale e dell'ex Unione Sovietica nella transizione verso un sistema economico di libero mercato. Resta in carica fino al 1994.
È presidente della "Commissione per la liberazione della crescita" nominata dal presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy il 30 giugno 2007. La commissione è composta da 42 membri fra loro eterogenei per formazione, esperienza professionale e convinzioni politiche. Fra di essi vi sono economisti, analisti, storici, demografi, politici, imprenditori, dirigenti pubblici, giornalisti, ma anche scrittori e medici. Fra i componenti anche membri stranieri, tra cui gli italiani Franco Bassanini e Mario Monti. La commissione ha concluso i suoi lavori il 23 gennaio 2008 con la presentazione di un Rapporto finale comprendente 316 proposte formulate consensualmente dai componenti il collegio.

Vi chiederete perché di questa presentazione. Perché sapete quale è la citazione più nota per cui Jacques Attali è famoso? E' quella dove, parlando con Alain Parguez, disse testuali parole: "Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l'euro l'abbiamo creato per la loro felicità?"


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MessaggioInviato: 20/03/2013, 00:40 
Meglio tardi che mai, ma troppo lenti nelle decisioni (anche per il sistema di 'votazione' dove è richiesto il via libera di ogni , nessuno escluso , paese membro) e troppo 'timidi' nelle riforme.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-03-19/banche-accordo-parlamento-consiglio-145208.shtml?uuid=AbD28ZfH

Cita:
[color=blue]Banche, accordo tra Parlamento Ue e Consiglio su supervisione unica a Bce

Dopo tre mesi di intense trattative, Consiglio e Parlamento hanno trovato oggi qui a Bruxelles un accordo di massima sul trasferimento della vigilanza bancaria dagli stati membri alla Banca centrale europea. Una prima sofferta intesa era stata raggiunta dai 27 governi dell'Unione in dicembre. Pur parziale, la riforma rappresenta un passaggio cruciale nella trasformazione della zona euro in una unione bancaria, e giunge quasi 15 anni dopo la nascita della moneta unica.
"La vigilanza unica – ha detto questo pomeriggio in un comunicato il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan, presidente di turno dell'Ecofin – è un elemento cruciale dell'unione bancaria e un passaggio chiave nel tentativo di spezzare il circolo vizioso tra bilanci bancari e bilanci sovrani". La centralizzazione della sorveglianza bancaria presso la Bce è infatti propedeutica alla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo europeo Esm.

L'obiettivo è di evitare che il denaro vada a pesare sui debiti nazionali. I governi si sono impegnati a mettere a punto le linee-guida della ricapitalizzazione diretta entro metà anno. L'accordo raggiunto oggi porta in particolare sul controllo del Parlamento. I deputati avranno un ruolo importante nella nomina del presidente e del vice presidente del consiglio di sorveglianza. L'intesa conferma anche l'equilibrio istituzionale tra paesi della zona euro e paesi extra zona euro trovato a suo tempo dai 27.

Ha commentato Philippe Lamberts, un deputato ecologista belga: "la vigilanza unica "è un importante progresso federale". E ha aggiunto: "Banche con attività pari al 75-80% del totale europeo saranno vigilate dal centro", vale a dire dalla Bce. Il compromesso raggiunto dai 27 prevede che solo gli istituti di credito più importanti – circa 150 – saranno sorvegliati direttamente dall'istituto monetario. La stragrande maggioranza delle banche rimarranno sotto il diretto controllo nazionale.
In compenso, Parlamento e Consiglio devono ancora trovare un accordo sul ruolo dell'Autorità bancaria europea (nota con l'acronimo inglese Eba) che continuerà a regolamentare il mercato unico. L'intesa raggiunta sul futuro della vigilanza bancaria dovrà essere ora approvata sia dall'Ecofin che dall'assemblea parlamentare. Secondo la stessa Bce, ci vorrà circa un anno perché l'istituto monetaria possa essere in grado di vigilare pienamente sulle banche di cui sarà responsabile.[/color]



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[^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner):
«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
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MessaggioInviato: 20/03/2013, 15:59 
Cita:
Un mercato unico Euro-atlantico. Ecco l’arma per la ripresa

[color=blue]Perché Bruxelles punta tutto sull’accordo di libero scambio con Washington. Parla il commissario De Gucht


http://www.ilfoglio.it/soloqui/17405[/color]



----------
non è correlato, ma un'intesa ue e usa può aiutare i loro mercati interni dall'aggressività asiatica .


Cita:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-03-20/pannelli-solari-cinesi-vittime-142734.shtml?uuid=AbNxDvfH

[color=blue]I pannelli solari cinesi vittime del basso costo: in bancarotta il colosso Suntech
[/color]


...L'eccesso di offerta di pannelli a basso costo da parte dei produttori cinesi e le dispute commerciali, che hanno portato a dazi antidumping da parte di Stati Unite e Ue, sono stati i fattori che hanno provocato una spettacolare inversione delle fortune del colosso cinese, passato in neanche un anno dalla leadership globale del settore alla bancarotta...


Ultima modifica di rmnd il 20/03/2013, 15:59, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 20/03/2013, 16:24 
Cita:
rmnd ha scritto:

Cita:
Un mercato unico Euro-atlantico. Ecco l’arma per la ripresa

[color=blue]Perché Bruxelles punta tutto sull’accordo di libero scambio con Washington. Parla il commissario De Gucht


http://www.ilfoglio.it/soloqui/17405[/color]



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non è correlato, ma un'intesa ue e usa può aiutare i loro mercati interni dall'aggressività asiatica .


Cita:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-03-20/pannelli-solari-cinesi-vittime-142734.shtml?uuid=AbNxDvfH

[color=blue]I pannelli solari cinesi vittime del basso costo: in bancarotta il colosso Suntech
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...L'eccesso di offerta di pannelli a basso costo da parte dei produttori cinesi e le dispute commerciali, che hanno portato a dazi antidumping da parte di Stati Unite e Ue, sono stati i fattori che hanno provocato una spettacolare inversione delle fortune del colosso cinese, passato in neanche un anno dalla leadership globale del settore alla bancarotta...



ma la globalizzazione
va bene solo quando fa comodo ?


se provano a fare lo stesso
stati africani contro
l'importazione di materie prime cibo
li bombardano sicuro..

bah..



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 20/03/2013, 17:36 
Christine Lagarde, perquisita la casa del numero uno del Fondo Monetario


E' accusata di un presunto abuso di potere compiuto quando era ministro dell'Economia francese: ha affidato il contenzioso tra l'uomo d'affari marsigliese Bernard Tapie e la banca di Lione a un tribunale arbitrale invece che a uno ordinario. Solo ieri si è dimesso il ministro delle Finanze per frode fiscale

Immagine

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... cl/536382/


Le forze dell’ordine hanno perquisito la casa parigina di Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale, famosa per la lista contenente i nomi di celebri cittadini greci evasori consegnata da lei stessa ai governi di Grecia, Spagna, Italia e Germania e pubblicata sul sito del magazine ellenico Fimes.

La perquisizione, però, è legata all’inchiesta aperta nel 2012 su un suo presunto abuso di potere, ai tempi in cui era ministro dell’Economia e arriva all’indomani delle dimissioni di Cahuzac, fino al 19 marzo ministro delle Finanze francese, accusato di frode fiscale per un conto corrente segreto che avrebbe tenuto in Svizzera fino al 2010. Il fascicolo, a carico di ignoti, riguarda le modalità con cui è stato risolto il contenzioso tra l’uomo d’affari marsigliese Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnais (Lcl), di proprietà pubblica al tempo dei fatti contestati. Si vuole verificare se la decisione, da parte della Lagarde, di affidare la sentenza sul caso a un tribunale arbitrale e non a uno ordinario, sia stata legittima o un abuso di potere.

Il caso Tapie-Lcl riguarda la consulenza che la banca diede all’uomo d’affari per la vendita del marchio Adidas, nei primi anni Novanta, e in particolare il fatto che l’istituto prima acquistò la società da Tapie, per poi cederla di nuovo a un prezzo ben più elevato. Nel 2008 il tribunale arbitrale aveva riconosciuto a Tapie un risarcimento di 403 milioni di euro riconoscendo che Lcl aveva agito in modo scorretto.


Ultima modifica di Werther il 20/03/2013, 17:36, modificato 1 volta in totale.


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Non puoi chiedere all'universo di togliersi la maschera se tu non lascerai cadere la tua. (Philip Kindred Dick)
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MessaggioInviato: 20/03/2013, 18:59 
Oh che bello che gli rompono le uova nel paniere alla Commare secca [:)]



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MessaggioInviato: 20/03/2013, 21:57 
CIPRO: UN TEST CHE SI DOVEVA FARE
Postato il Mercoledì, 20 marzo @ 05:16:57 CDT di ernesto

DI TYLER DURDEN
zerohedge.com

Il "salvataggio" sequestra-conti di Cipro rivela molto della struttura fondamentalmente neocoloniale e neofeudale dell'Eurozona e conferma la resa politica di questa regione alla finanziarizzazione.
Finalmente, l’Europa ha tolto la maschera e dietro le facce malaticce di sovranità, democrazia e libero mercato capitalista, possiamo vedere il vero apparato messo a nudo: l’aristocrazia politico-finanziaria dell'Eurozona che strangolerà i cittadini di ogni nazione per proteggere il proprio potere ed evitare che banche e obbligazionisti paghino per le loro perdite.

Vedi: Il Modello E.U. del Neofeudalismo e della Finanziarizzazione Neocoloniale (24.5. 2012).

Vediamo per punti tutto quello che ci sta rivelando il "Caso Cipro" sul vero stato del potere della politica finanziaria in Europa:

1. -Una terminologia impostata sul decentramento maschera la struttura reale: l'UE opera per realizzare un modello neocoloniale. Nel vecchio modello di colonialismo 1.0, la potenza colonizzatrice conquistava o cooptava le élite di potere delle regioni periferiche, e cominciava a sfruttare le risorse e la manodopera delle nuove colonie per arricchire il nucleo imperiale. Nel neocolonialismo, le forze della finanziarizzazione (debito e leva finanziaria sotto il controllo dei cartelli bancari, appoggiati dai governi) vengono utilizzate per coinvolgere le élite locali e il popolo con il centro finanziario: i "coloni" delle periferie prendono in prestito soldi per comprare prodotti finiti fabbricati nelle economie del centro, arricchendo le Elite imperiali con:

A) Gli utili realizzati vendendo merci ai debitori

B) Gli interessi sul credito concesso alle colonie periferiche per potersi comprare dalle economie del nucleo centrale le «merci per vivere alla grande»

C) Una scelta su quali operazioni permetteranno di finanzializzare le attività periferiche più appetitose, come immobiliare e debito dello Stato.

In sostanza, le banche centrali della E.U. hanno colonizzato i paesi periferici finanziandoli con l'euro, permettendo una massiccia espansione del debito e del consumo nelle periferie. Le banche e gli esportatori del nucleo centrale dell'E U quindi hanno ricavato enormi profitti da questa espansione del debito e del consumo.
Ora che il regime di finanziarizzazione dell'euro ha fatto il suo corso, si svela il vero volto del neocolonialismo: il patrimonio e il reddito dei paesi periferici dovranno trasferirsi verso il nucleo centrale, come pagamento degli interessi sul debito privato #8203;#8203;e sul debito sovrano che è dovuto alla banca centrale e alle banche private, che si proteggono a vicenda.

Questo non è solo il raggiungimento del neocolonialismo, ma anche di un neofeudalesimo. Le nazioni della periferia del E.U. sono effettivamente paesi neocoloniali debitori del nucleo (quasi-imperiale) delle banche, e allo stesso tempo i contribuenti delle nazioni virtuose, del centro (ora solo Germania e Olanda) sono ridotti, anche loro, a servi della gleba, ed il loro lavoro è utilizzato per produrre utili su qualsiasi prestito, fatto dalle banche ai paesi periferici, anche se evidentemente il prestito non potrà mai essere restituito.
Potremmo definire la E.U. una plutocrazia o un'oligarchia ma la sua struttura neofeudale ci costringe a identificare una classe che ha ricchezza e potere politico che vanno oltre i confini nazionali: questa si chiama aristocrazia.

A servire l'aristocrazia è una classe di tecnocrati ben pagati, di factotum, di lacchè, di leccapiedi e di fedeli esecutori. Sotto questa casta ben retribuita di tecnocrati, troviamo un’enorme casta schiava del debito, asservita per pagare gli interessi sui debiti propri o sui debiti degli altri, e costretta dalla sua stessa impotenza a pagare i debiti per proteggere le banche e gli obbligazionisti dall'assorbirsi le perdite.

Cipro ha aggiunto solo “un tocco di espropriazione” a questo ben oliato sistema di saccheggio: la strategia è (vorrebbe essere) l’ espropriazione diretta dei depositi bancari, per garantire le banche, anche quelle non-imperiali e chi possiede loro titoli, che non perderanno mai soldi che hanno investito in prestiti assurdamente rischiosi.

2. - Si tratta di un bottino sovranazionale. Mentre i commentatori con dibattiti quotidiani hanno ingannato la gente per anni, spiegando quanto la Germania abbia tratto beneficio dall'euro, non hanno raccontato che chi beneficia veramente dell’euro non è uno stato ma sono le banche sovranazionali e tutto l'apparato politico dell'UE, che le banche hanno ormai fatto prigioniero.
I cittadini tedeschi possono approvare o disapprovare che avvenga un'espropriazione a Cipro, ma questo non ha nessuna importanza: perché anche se è ben mascherato, anche loro sono pedine che si muovono nella scacchiera delle banche: i salvataggi delle nazioni periferiche sono evidenti salvataggi delle banche centrali e degli obbligazionisti.

Anche gli stati-nazione della periferia neocoloniale sono semplici pedine di una propaganda studiata, di un utile inganno da mostrare agli ingenui e ai sentimentali, che credono ancora nelle strutture nazionali e che insistono a non voler vedere una triste realtà neocoloniale di servitù e saccheggi.

3. - La democrazia è una finzione, quando per chiunque si voti, saranno comunque banche e obbligazionisti a mantenere il controllo del flusso dei redditi e della ricchezza privata. La democrazia in Europa è la caricatura di una ridicola finzione, di un assurdo sanguinoso gioco circense offerto alle masse per distrarle dalla loro impotenza e dal loro stato di servi della gleba morosi.
La democrazia è una finzione quando la politica che protegge le banche e gli obbligazionisti dalle loro perdite non si cambia, indipendentemente da quale partito, coalizione o nuovo leader politico arrivi nominalmente al potere.
La ricchezza privata dei contribuenti tedeschi viene espropriata quando pagano le loro imposte, che servono per salvare le banche centrali e gli obbligazionisti: Quale differenza vogliamo vedere tra questo esproprio e quello più palese della espropriazione di beni privati che si vorrebbe fare a Cipro?
E' solo una differenza tecnica, il risultato è lo stesso: Un trasferimento forzato di ricchezza da chi l’ha guadagnata con il proprio lavoro verso quelle banche e verso quegli obbligazionisti che, se agissero in una vera economia capitalista, sarebbero immediatamente costretti ad assorbirsi le perdite causate dall’ alea delle loro scommesse finanziarie, altamente rischiose.

4. - La finzione ideologica del capitalismo è morta in Europa. Il capitalismo è una finzione quando qualcuno può rischiare il capitale sapendo di non perdere niente.

5. - Cipro è un test indispensabile per capire, in modo palese, se l'esproprio di beni privati si può fare anche senza far cadere un governo o senza provocare rivoluzioni. Se il furore si placherà abbastanza presto, la stessa tecnica di esproprio potrà essere imposta altrove. Se la reazione sarà forte e minaccerà l’aristocrazia, allora si dovranno studiare altre forme di espropri meno evidenti, da sperimentare in qualche altra neocolonia.
6. - “Divide et impera” è l'eterno ordine del giorno della propaganda. Le élite di potere stanno cercando di mettere i servi della gleba delle periferie contro i servi del centro, con l'obiettivo di evitare che entrambi i gruppi si rendano conto di essere ormai tutti legati alla stessa catena di un anomalo sistema politico-finanziario in mano all’Aristocrazia.

Tyler Durden
Fonte: http://www.zerohedge.com
Link: http://www.zerohedge.com/news/2013-03-1 ... ngs-cyprus
18.03.2013

Traduzione per http://www.ComeDonChisciotte.org a cura di BOSQUE PRIMARIO

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=11629


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MessaggioInviato: 21/03/2013, 00:02 
Cita:
ubatuba ha scritto:


CIPRO: UN TEST CHE SI DOVEVA FARE
Postato il Mercoledì, 20 marzo @ 05:16:57 CDT di ernesto

Finalmente, l’Europa ha tolto la maschera e dietro le facce malaticce di sovranità, democrazia e libero mercato capitalista, possiamo vedere il vero apparato messo a nudo: l’aristocrazia politico-finanziaria dell'Eurozona che strangolerà i cittadini di ogni nazione per proteggere il proprio potere ed evitare che banche e obbligazionisti paghino per le loro perdite.




Ehhh.... 'sti complottisti.....



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 21/03/2013, 22:53 
Prelievo forzoso (rapina) sui conti correnti dei cittadini di Cipro. Anzi, il FMI avrebbe chiesto addirittura una tassa del 40%. Tutto per l'oligarchia dei banchieri. Ma in Italia possiamo stare davvero tranquilli? L'opinione di Paolo Cardenà

ROMA (WSI) - L'Unione Europea, approvando il salvataggio delle banche cipriote, aveva preteso un prelievo forzoso (rapina) sui conti correnti dei cittadini di Cipro. Come noto, il prelievo sarebbe dovuto essere del 6.75% sulle somme inferiori ai 100 mila euro, e di quasi il 10% su quelle superiori a tale giacenza. Secondo le notizie che si apprendono, in quella sede, il FMI avrebbe chiesto addirittura una tassa del 40%, ma con franchigie più elevate.

Tali misure sarebbero dovute essere approvate dal Parlamento cipriota, ma la libertà ha prevalso sull'oligarchia dei banchieri e sulla tirannia europeista.

Il Parlamento cipriota ha respinto al mittente la proposta della tassa rapina, riaffermando la sovranità del popolo che, troppo spesso, in questa Europa, sembra sfuggire ai suoi gerarchi. Cipro ha avuto il coraggio di dissentire, e ha deciso che il suo popolo non debba essere vittima di un esproprio di quel genere per pagare il conto alle Banche tedesche esposte su quelle cipriote, guarda caso, per lo stesso importo del gettito preventivato di 5, 8 miliardi di euro.

In un quadro del genere, in attesa di capire come evolverà la situazione cipriota, cerchiamo di comprendere cosa potrebbe accadere in Italia se dovessero esse introdotte misure di contrasto all'utilizzo del denaro contante.

Ciò che sta accadendo a Cipro ci insegna una cosa molto semplice, ossia che il tabù dell'inviolabilità e del rispetto dei risparmi e dei sacrifici di una vita, almeno nel contesto dell'Europa meridionale, è stato violato, è stato abbattuto, definitivamente.

A nulla possono valere eventuali rassicurazioni, smentite, o peggio, passi indietro. Le autorità europee si sono dimostrate del tutto inaffidabili. L'insegnamento che ci deriva dal caso Cipro, è che chi ha dei risparmi depositati presso qualsiasi banca dei Paesi in difficoltà, potrebbe rischiare di perderli, almeno in parte.

Sarebbe perfino ingenuo pensare che l'esproprio potrebbe riguardare solo i conti correnti, poiché ogni genere di attività potrebbe essere colpita, più o meno pesantemente, anche se con differenti livelli di difficoltà. Difficoltà certamente ovviabili, se si intende ottenere un determinato risultato, che poi sarebbe quello di rendere solvibili banche e Stati.

La linea di demarcazione tra debito e credito, di colpo, sembra essere divenuta più sottile, pallida, quasi inesistente. E' chiaro che al debito di un soggetto, corrisponde il credito di un'altro di un altro soggetto. E per rendere solvibile il debitore, non c'è nulla di più agevole che compensare posizioni a debito con quelle a credito.

Ed il gioco è fatto: il debitore è stato reso solvibile e il creditore è stato espropriato. Bella l'economia di mercato, vero? Peccato che questo valga solo per le banche e per gli Stati; non per i cittadini comuni che poi sarebbero quelli a cui l'esproprio è rivolto.

Nel contesto Italiano esiste una vulgata popolare, capeggiata da Bersani, secondo la quale, in nome della lotta all'evasione fiscale, si dovrebbe abbassare la soglia all'utilizzo del denaro contante oppure eliminarlo del tutto.

Questo, è addirittura riproposto in uno degli otto punti che dovrebbero essere quelli ispiratori l'azione del prossimo governo a guida Bersani (?). Tant'è che tra i provvedimenti da adottare, si legge: "Misure per la tracciabilità e la fedeltà fiscale".

Tradotto significa: abbassamento della soglia di utilizzo del denaro contante (o completa eliminazione). Già in diversi articoli abbiamo trattato l'argomento e qui ci limitiamo solo ad esporre alcune considerazioni. Bersani pretende che il denaro contante sia depositato in banca. Ciò significa che chi ha uno stipendio, ad esempio, dovrà riceverlo obbligatoriamente in banca. Così come ogni sostanza contante, di cui si dispone, dovrà essere depositata in banca, e da lì spesa attraverso la moneta elettronica.

Di colpo, grazie ad un atto normativo, il cittadino verrebbe privato, oltre che di questa forma di libertà, anche dell'unica forma di dissenso a sua disposizione nei confronti del sistema bancario. Per contro, le banche verrebbero graziate in quello che per loro costituisce il vero e proprio incubo: la corsa agli sportelli.

A quel punto, essendo il denaro smaterializzato e sostituito con un algoritmo astratto e intangibile, ne deriva che se non esiste moneta contante da scambiare e da prelevare, viene meno anche il pericolo che la popolazione possa chiedere la restituzione di ciò che non esiste. E' evidente, e le banche festeggiano.

Il sistema bancario deterrebbe in deposito la maggior parte della ricchezza del paese. Deterrebbe in custodia i vostri investimenti in titoli, azioni, obbligazioni, i preziosi custoditi in cassette di sicurezza, e ora anche il denaro che, obbligatoriamente, deve essere depositato sul conto corrente.

Siccome le pretese impositive dello Stato si fondano su imponibili di cui lo Stato stesso ne dovrebbe conoscere le dimensioni e la collocazione, se ne deriva che lo Stato non potrebbe tassare ciò che non conosce, come ad esempio il denaro contante che voi custodite a casa, almeno fino a questo momento.

Il pericolo è proprio quello di essere obbligati, tramite un provvedimento di legge, a privarsi dell'utilizzo del contante, per rendere la macchina coercitiva del fisco ancora più efficiente, funzionale, perfetta e micidiale.

Tra poche settimane, le banche italiane dovranno trasmettere all'anagrafe tributaria tutte le movimentazioni dei nostri conti correnti. Lo stato, con un semplice click, potrà conoscere in tempo reale ogni vostra ricchezza: sia la sua collocazione, che la sua dimensione complessiva.

Ricchezza incrementata, ovviamente, dai depositi di denaro contante che, oltre a far aumentare la base imponibile da colpire con un'eventuale imposizione patrimoniale, offre allo Stato la garanzia del buon esito della sua pretesa tributaria.

Quindi, in questo caso, avrebbe a sua completa disposizione ogni forma di ricchezza, e potrebbe tassare, confiscare ed espropriare, ogni importo a suo piacimento, desiderio e necessità, sia per salvare chi tale ricchezza la detiene in deposito (le banche), sia per salvare se stesso e i privilegi del manipolo di gerarchi da un eventuale bancarotta.

Anzi, questo pericolo è quantomai reale e percepibile al punto che lo stesso Bersani non nasconde affatto il desiderio di applicare un'imposta patrimoniale.

Volete un esempio su cosa potrebbe fare lo stato con il vostro patrimonio? Bene, basta prendere ad esempio Cipro. La cosa più semplice da fare è proprio quella di aggredire il deposito sui conti correnti.

Sono sostanze disponibili e quindi per definizione idonee ad essere immediatamente trasferite, dal conto corrente alle casse dello stato. E poi se lo Stato è fortunato e a voi vi dice male, sul conto corrente potrebbe anche trovare un saldo particolarmente elevato derivante dal mutuo che la vostra banca magari vi ha accreditato qualche giorno prima per comprare la vostra casa o finanziare la vostra attività. Quindi un "extragettito" per lo Stato, una maggiore rapina per voi, su dei patrimoni a debito che dovrete rimborsare alla banca.

La cosa vi sorprende? Nel 1992, con la patrimoniale di Amato, è accaduto proprio questo. Aziende e famiglie di sono viste confiscare ricchezza su delle somme derivanti da un finanziamento concesso dalla banca e temporaneamente depositato sul conto corrente bancario. Vi sembra giusto?

Volete un'altro esempio? Eccovi serviti. Bersani, ad esempio, come dicevamo, non nasconde affatto l'idea che sarebbe favorevole ad un'imposta patrimoniale sui grandi patrimoni, intendendo per tali, quelli oltre 1.5 milioni di euro.

A parte il fatto che egli non fornisce chiarimenti su cosa debba intendersi per patrimonio, ossia se si dovranno considerare beni immobili, mobili, investimenti, aziende ecc., come già dicevamo in un precedente articolo, il sospetto è che, quando si accorgeranno che il gettito derivante da un'imposizione patrimoniale a quei livelli sarà molto ridotto, probabilmente, abbasseranno di molto il livello di patrimonio dal quale far scattare l'imposizione al fine di aumentare la base imponibile.

Solo per citare un esempio, qualora dovesse essere tassato il patrimonio immobiliare, non è detto che il contribuente abbia disponibili gli importi per adempiere all'obbligazione tributaria. Ecco quindi che il fisco potrebbe aggredire il conto corrente dove si detengono, per obbligo normativo, anche le risorse indispensabili per il sostentamento dei propri congiunti, lasciando a pancia vuota tutta la famiglia. Ma la carrellata di casi e gli aspetti inquietanti di una simile coercizione della libertà individuale è ancora lunga, fitta ,se non interminabile. Si potrebbe andare avanti per ore, ma non cambierebbe affatto il risultato.

La banca, concludendo, diverrebbe una gigantesca camera di compensazione, ossia soggetto giuridico al servizio (più di quanto lo sia oggi) dello Stato per espropriare ricchezza: ossia il presente e il futuro di liberi ed onesti cittadini.


Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Vincitori e Vinti - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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Euro: il più grande affare della Germania

- Peppe Meola -

Quando si parla di crisi dell’Eurozona, l’opinione più diffusa (sui media) è che essa sia dovuta solo e soltanto alla sciatteria e dissennatezza economica degli Stati periferici, i celebrerrimi Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna).
Secondo la vulgata mediatica, in questa situazione chi è chiamato a tappare le falle e tenere a galla il barcone europeo è la laboriosa e virtuosa Germania.
Il governo di Berlino, si dice, è costretto a sostenere il peso di una crisi che non ha minimamente contribuito a generare; di cui, peraltro, è semmai vittima, visti gli sforzi che è costretta a sostenere per tutti.

Chiunque in questi mesi abbia sostenuto tesi diverse, e tendenti a considerare la Germania parte attiva del problema, è stato messo all’indice; il modello tedesco non può essere messo in discussione, “perchè rappresenta lo standard dell’eccellenza europea“.

Il che probabilmente è vero. Ma non in presenza di un sistema come quello della moneta unica.
L’euro è stato una manna dal cielo per l’espansione dell’economia tedesca; ed il suo successo è stato la disgrazia di altre economie europee.
Ma di questo ne abbiamo già parlato; ed in rete sono molte le voci, alcune autorevolissime, che hanno ben spiegato la natura degli squilibri dell’euro. Il fatto è che queste voci erano confinate nelle riserve indiane dell’informazione “alternativa”.

Però c’è una grossa novità: il tema ha valicato la barriera del web, ed è approdato “niente popò di meno” che sul canale dell’informazione economica mainstream per eccellenza…

Nella guerra degli egoismi che si combatte ormai giornalmente sui mercati finanziari, travolti da montagne di debiti pubblici e privati, spicca la mancanza di solidarietà della Germania in Europa. Non vi è dubbio che alcuni Paesi, in particolare Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, abbiano vissuto sopra le loro possibilità nell’ultimo decennio.

Ma se la Germania ha l’ambizione di guidare l’Europa non può continuare a opporre solo dei no ai partner che, oltre ad accettare il nuovo rigore fiscale che Berlino giustamente pretende, propongono anche una uscita comune dalla crisi con una parziale mutualizzazione dei debiti e più crescita (gli eurobond garantirebbero l’una e l’altra).
C’è chi ritiene che la Germania sia un Paese perfetto, perché nello stesso tempo competitivo e virtuoso più di tutti: quindi anche nella posizione di pretendere molto dagli altri e di dettare le regole. Che ciò sia vero in parte è un dato di fatto. Ma, appunto, solo in parte.
Si consideri, ad esempio, la competitività e la sua manifestazione più evidente, cioè un forte avanzo commerciale.

<h4>Senza l’esistenza dell’Eurozona, la Germania con un proprio tasso di cambio indipendente non avrebbe mai potuto accrescere come in questi anni il suo surplus commerciale e portare la sua posizione netta sull’estero dal 4,5% del Pil del 1999 al 38,4% nel 2010. Gran parte della competitività tedesca, in altri termini, si è basata sul cambio.</h4>

La Germania non sarebbe mai diventata così forte senza l’euro e l’acquisto massiccio di prodotti tedeschi da parte dei suoi partner europei, per di più spesso e volentieri finanziati da banche tedesche con tassi per esse molto remunerativi. Secondo nostri calcoli su dati Eurostat, dal 1999 al 2011 la Germania ha accumulato con Spagna, Portogallo e Grecia un surplus commerciale complessivo di ben 301 miliardi di euro correnti. Altri 298 miliardi di surplus cumulato la Germania li ha avuti dalla Francia e “solo” 185 miliardi dall’Italia. Per inciso, la cifra più bassa dell’Italia è anche una dimostrazione implicita della maggior competitività manifatturiera del nostro Paese verso la Germania stessa, alla quale vendiamo molto e da cui importiamo soprattutto auto di lusso in virtù delle nostre elevate capacità di spesa.
Senza l’euro e il gigantesco flusso continuativo di surplus commerciali provenienti dai partner dell’Eurozona, difficilmente i tedeschi avrebbero potuto costruire quello stock di attività nette estere che oggi permette loro di guardare dall’alto verso il basso i Paesi mediterranei. La solidità finanziaria della Germania, infatti, non è data tanto dal basso debito pubblico (che in rapporto al Pil è tutt’altro che trascurabile e in rapporto al patrimonio nazionale è simile a quello italiano) ma dalla montagna di crediti che la Germania ha accumulato in anni di attivi bilaterali crescenti con i suoi partner dell’Eurozona.
In definitiva, da quando è nato l’euro la Germania ha potuto godere come economia esportatrice di uno status privilegiato non molto diverso da quello della Cina, la cui moneta è da anni “ancorata” al dollaro, nonostante l’enorme surplus commerciale di Pechino. Quello tedesco è stato un vero e proprio “dumping valutario” tra partner europei che ha straordinariamente favorito una Germania oggi però davvero poco riconoscente verso gli acquirenti dei suoi prodotti.

<h4>Un caso a dir poco unico: infatti, perlomeno la Cina ha abbondantemente reinvestito i proventi dei propri surplus commerciali in America ed in America li ha lasciati anche dopo il fallimento di Lehman Brothers. La Germania, invece, prima ha prestato soldi ai Paesi mediterranei che compravano i suoi prodotti e poi, scoppiata la crisi di Atene, ha cominciato a rimpatriare liquidità e a ridurre sistematicamente le sue posizioni. Oggi, col «flight to quality» Berlino sta addirittura aspirando dal Sud Europa denaro fino all’ultima goccia e, con i bassi tassi che la crisi europea le permette di piazzare alle aste dei Bund, finanzia ancora una volta con un approccio non propriamente solidale la propria crescita.</h4>
Non è stato un greco o uno spagnolo ma un ex ministro degli esteri tedesco, Joschka Fisher ieri sul Sole 24 Ore, a dichiarare che in questo modo la Germania rischia di distruggere per la terza volta l’Europa in un secolo.

Forse che adesso si possa cominciare a ragionare seriamente sui costi/benefici della moneta unica?
Che stia finendo la sbornia ideologica/teologica dell’europeismo oltranzista?
Vedremo.

Stay tuned

lemieconsiderazioniinutili.blogspot.it/2012/06/euro-il-piu


Tratto da: Euro: il più grande affare della Germania | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z2OGk5hvuX
-

forse e' sperabile che almeno qualkuno cominci ad aprire gli occhi e capire chi realmente ha tutto l'interesse che lo status quo rimanga,alla faccia di un europa solidale.....


Ultima modifica di ubatuba il 22/03/2013, 13:04, modificato 1 volta in totale.

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Blissenobiarella ha scritto:




..uno dei maggiori colpevoli della ns situazione attuale.quando,pur di entrare nell'euro,accetto' un cambio a dire poco vergognoso,nel corrispettivo lira/euro...... [:(!] [:(!]


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Mortadella infame! [:(!]
Ma andava bene a metà degl'italiani, pur di non mandare sù il nano! Bell'affare! [:o)]
E adesso ... piangiamo. (Ma evidentemente non ci basta!) [8)]



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Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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Blissenobiarella ha scritto:




E pensare che il PD, sarebbe disposto a candidarlo come Presidente della Repubblica.

Ci rendiamo conto sì? [:D]



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Blissenobiarella ha scritto:




E pensare che il PD, sarebbe disposto a candidarlo come Presidente della Repubblica.

Ci rendiamo conto sì? [:D]


Dopo il nobel per la pace all'UE non mi stupirei più di nulla. Nemmeno del più grande TRADITORE del paese messo a Presidente della Repubblica.

Ma quale Res-publica poi??? Dovrebbero chiamarla Res - Bancae, colonia della Germania!!



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