articolo estremamente lungo. Posto la parte finale. http://www.rivistapaginauno.it/5stelle-post-ideologia-capitale.php Cita: Il fatto che Grillo esploda come fenomeno politico nel 2005, con la nascita del blog e poi dei Meetup, ossia grazie all’incontro fatale con Gianroberto Casaleggio, è una realtà ormai portata all’attenzione pubblica da tutti i media, che hanno puntato i riflettori sulla figura di questo guru della rete; una persona rimasta nell’ombra durante i primi anni del Movimento, e poi costretta a salire alla ribalta dalle voci sulla sua esistenza che iniziavano a circolare nell’opinione pubblica. Tuttavia concentrarsi sul singolo uomo, un personaggio che tra l’altro si presta a catalizzare su di sé l’attenzione – schivo, sfuggente, stregonesco, di poche parole – fa sì che altri aspetti di questa collaborazione passino in secondo piano, al punto che anche Gianroberto Casaleggio appare essere uno specchietto per le allodole. La Casaleggio associati s.r.l., infatti, non è solo Gianroberto Casaleggio.
Nata nel 2004, tra i fondatori della società e seduto nel consiglio di amministrazione (fino all’ottobre 2012) troviamo anche Enrico Sassoon, classe 1948, giornalista economico dal lungo curriculum imprenditoriale. Inizia la sua carriera all’Ufficio Studi della Pirelli, specializzandosi in analisi finanziarie e del sistema economico e industriale italiano; dal 1977 al 2003 ricopre diversi ruoli all’interno del gruppo Il Sole 24 ore, affiancando anche altri incarichi come quello di direttore responsabile della rivista di management L’Impresa (dal 1985 al 1998) e del settimanale Mondo economico (dal ‘93 al ‘97); nel 1996 fonda la Global Trends s.r.l., di cui è tuttora presidente del consiglio di amministrazione, società che svolge attività di studio, ricerca e comunicazione in campo economico, manageriale e ambientale per aziende e istituzioni sia pubbliche che private, e dieci anni dopo crea la StrategiQs Edizioni, di cui è ancora oggi amministratore delegato.
Quest’ultima si occupa prevalentemente della pubblicazione della Harvard Business Review (di cui Sassoon è direttore responsabile nell’edizione italiana), la rivista per manager e professionisti d’impresa che fa capo alla Harvard Business School, la prestigiosa scuola di economia dell’università di Boston. Dal 2005 al 2008 ricopre la carica di direttore responsabile di Affari internazionali, rivista online di politica, strategia ed economia, oggi diretta da Stefano Silvestri, editorialista de Il Sole 24 Ore dal 1985, presidente dell’Istituto Affari Internazionali dal 2001 (think tank di cui la rivista è organo di stampa) e tuttora membro della Trilateral.
Già questo basterebbe per farsi un’idea di chi sia Enrico Sassoon, ma c’è dell’altro. Dal 1998 al 2006 è stato amministratore delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy (e tuttora siede in consiglio di amministrazione), a tutti gli effetti un covo di multinazionali riunite per gestire e tutelare i propri interessi nel Belpaese (vedi box).
American Chamber of Commerce in Italy
Nel consiglio di amministrazione di American Chamber of Commerce in Italy, accanto a Enrico Sassoon siedono, tra gli altri (1):
• David H. Thorne, ambasciatore Usa in Italia; • Vittorio Terzi, direttore McKinsey & Company Italia; • David Bevilacqua, consigliere Cisco Systems Italy; • Mario Mascolo, presidente e amministratore delegato 3M Italia; • Maria Pierdicchi, direttore Standard & Poor’s area sud Europa; • Eugenio Sidoli, presidente e amministratore delegato Philip Morris Italia; • Roberto Antonucci, direttore commerciale American Airlines Italia; • Giuseppe Cattaneo, membro comitato esecutivo Aspen Institute Italia; • Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato IBM Italia; • Carlo D’Asaro Biondo, presidente di Google Italy per l’Europa Meridionale e Orientale, Medio Oriente e Africa; • Gianmaria Donà Dalle Rose, amministratore delegato Twentieth Century Fox Home Entertaintment Italia; • Daniel Frigo, presidente e amministratore delegato Walt Disney Company Italia; • Stefano Lucchini, direttore Relazioni internazionali e comunicazione Eni; • Alessandro Minuto Rizzo, consulente strategico Enel; • Carlo Persico, responsabile Servizio International Network, Direzione internazionale IntesaSanpaolo; • Cesare Romiti, presidente onorario Rcs Editori e membro del comitato esecutivo Aspen Institute Italia; • Stefano Venturi, amministratore delegato Hewlett-Packard Italia; • Giancarlo Villa, presidente e amministratore delegato Esso Italia.
(1) Per la lista completa vedi http://www.amcham.it/default.asp?id=358
Attualmente, pare che Enrico Sassoon sia uscito dalla Casaleggio associati. Nel settembre 2012, infatti, dichiara in una lettera al Corsera la sua intenzione di vendere le quote possedute, denunciando “un’informazione distorta e malata” che avrebbe speculato sulla sua presenza all’interno della società interpretando il suo ruolo “come rappresentante di più o meno precisati ‘poteri forti’ intenzionati a infiltrare, tramite la Casaleggio Associati, il blog di Beppe Grillo e, tramite Gianroberto Casaleggio, il movimento politico”. “Non rappresento alcun potere forte, né in generale né nello specifico, né ritengo che alcun potere forte si senta rappresentato da me”, dichiara, e conclude: “Lascio la società perché i miei interessi personali e professionali sono altrove, ma anche per spezzare il filo delle speculazioni interessate. Mi auguro che serva” (1).
Le affermazioni di Sassoon e il suo abbandono, tuttavia, non cancellano il fatto che è stato socio fondatore e consigliere cda fino a ottobre 2012, e risulta difficile credere che il suo sia stato un mero investimento finanziario a profitto, dato che la società, dopo l’esplosione iniziale, ha visto progressivamente ridurre gli utili fino a chiudere il 2011 in perdita, sotto di 57.807 euro (i dati del bilancio 2012 non sono a oggi ancora disponibili). E suonano curiose la tempistica – dopo la vittoria elettorale alle regionali in Sicilia e mentre Grillo si stava organizzando per le elezioni nazionali – e la preoccupazione di salvaguardare l’immagine del movimento politico – una preoccupazione che mal si concilia con l’interesse puramente economico di chi ha fatto semplicemente un investimento finanziario. Di certo c’è l’intenzione di “spezzare il filo delle speculazioni interessate”, di ritirarsi nell’ombra nel momento in cui la sua presenza nella Casaleggio associati è divenuta oggetto di interesse e domande.
Se il recente ritiro di Sassoon resta, sotto alcuni aspetti, nebuloso, iniziano invece a essere più decifrabili gli ingredienti della perfetta miscela che ha innescato l’esplosione del blog e del conseguente fenomeno politico di Grillo: le capacità nel gestire marketing e strategie di rete di Gianroberto Casaleggio – attraverso il meccanismo dei cosiddetti influencer, persone che agiscono in rete e sono in grado di influenzare e dirottare l’opinione del popolo del web (“senza l’influencer non si può vendere”, scrive Casaleggio sul sito, e anche un’opinione si vende al pari di un qualsiasi prodotto [2]) – si sono unite alla ragnatela di relazioni presenti in quel terreno economico-finanziario-editoriale su cui Sassoon passeggia bellamente da una vita, per quanto se ne dichiari estraneo. Ecco che appare sotto un’altra luce il fatto che nel dicembre 2005, ad appena un anno dalla nascita, Il Sole 24 ore assegni il Premio WWW, miglior sito italiano nella categoria news e informazione, al blog di Grillo; che nel 2008 l’Observer lo collochi al nono posto tra i blog più influenti al mondo; che nello stesso anno Time lo inserisca nella lista dei venticinque migliori blog del pianeta.
Diviene più decifrabile anche il cambio di rotta operato da Grillo dal 2005 in poi, ossia dall’inizio della fusione intellettuale con la Casaleggio associati: l’attacco al sistema economico delle multinazionali portato avanti dal comico genovese al tempo degli spettacoli nei palazzetti dello sport sparisce dall’agenda, e oggetto dei suoi strali diviene la casta politica italiana, disonesta e corrotta. Un cavallo su cui puntare per una sicura scalata elettorale, data la corruzione endemica che caratterizza fin dagli anni Ottanta la politica nazionale e l’esplosione delle inchieste giudiziarie che, per l’ennesima volta, hanno scoperchiato il vaso di Pandora.
Difficile pensare che l’unione Casaleggio-Sassoon-Grillo sia stata casuale, visti i perfetti risultati che ha portato. All’interno del connubio, il comico genovese appare sempre più aver assolto al ruolo di Howard Beale in Quinto Potere, il film di Sidney Lumet del 1976: la funzione di catalizzatore, e poi di incanalatore, della legittima frustrazione e avversione dei cittadini nei confronti della classe politica. L’uomo in grado di trascinare gli italiani alla finestra a urlare: “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”. L’uomo giusto al posto giusto.
“Il blog era un’opportunità per Grillo come per pochissime altre persone in questo Paese,” afferma Gianroberto Casaleggio in un’intervista rilasciata nel 2005, “perché per avere una grande evidenza, una grande popolarità, cioè un grande successo in rete, tu devi partire dalla reputazione e dalla popolarità preesistente offline; se tu non hai credibilità in rete non puoi andare, perché non puoi sottrarti al confronto, non puoi dire le cose senza che vengano credute, e la prima volta che sbagli o dici una cosa non corretta, tu sei fuori dalla rete. Quindi la rete è uno strumento molto importante, sarà probabilmente il più importante nei prossimi anni per la politica, però uno strumento che possono usare in pochi” (3). Grillo era uno di quei pochi.
Non sorprendono dunque le dichiarazioni post elettorali di Leonardo Del Vecchio, esponente di spicco del capitalismo italiano che conta, quello dei salotti buoni, patron di Luxottica, influente azionista di Generali e Unicredit, collegato tramite i consiglieri che siedono nel cda dell’azienda di famiglia al Gruppo L’Espresso, a Il Sole 24 ore, alla Pirelli, ad Autogrill dei Benetton, che si dice “fiducioso” e “tranquillo” (anche i mercati “non vanno male, hanno perso solo il primo giorno”) e non disdegna l’idea di vedere Grillo alla presidenza del Consiglio, e conclude dicendo: “A me poi questo fatto di ragionare sulle idee non dispiace” (4). Quelle idee né di destra né di sinistra, ma solo buone o cattive, a detta dei grillini.
Se nella cultura italiana fosse sopravvissuta anche solo l’ombra di un pensiero di sinistra, diventerebbe quasi superfluo soffermarsi sulle dinamiche con cui il fenomeno Grillo è esploso, sui legami di Enrico Sassoon, sul dibattito (sterile) in merito al grado di democrazia interna al Movimento; perché basterebbe il sostegno di Del Vecchio a Grillo per capire di quali interessi di classe è portatore il Partito 5 stelle e dunque collocare a destra la sua politica; e per confermare, ancora una volta, che il pensiero post ideologico è solo il nuovo abito di cui si veste il Capitale.
|
_________________ [^]The best quote ever (2013 Nonsense Award Winner): «Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!» © Anonymous/The Irish Rovers http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/
|
|