07/10/2013, 18:51
«L’AMACA» del 6 ottobre 2013 (Michele Serra) 6 ottobre 2013 20 Votes
Mai vista tanta stampa ostile ai grillini, dopo l’occupazione tumultuante di viale Mazzini, le meschinità twittate da Crimi, le minacce con la bava alla bocca contro la “traditrice” De Pin, le urla epuratrici di Grillo contro Floris, intimidazioni inaudite dai tempi dell’editto bulgaro. Sono cose brutte, ma imputabili, credo, non alla natura o alle mire politiche di quel movimento, quanto alla sesquipedale brutalità, e villania, e ferocia gratuita, che si assume quando si frequenta troppo il web, o meglio quando il web non è accompagnato e mediato anche da altre fonti e altre frequentazioni (per dire: qualche lettura? cinema? teatro? bocciofila? insomma, carne e ossa?)
L’ipocrisia che domina il linguaggio politico, e lo corrompe, non è un modello desiderabile: e anzi, ha svuotato dall’interno le parole della politica, le ha rese insignificanti e per questo inudibili. Ma illudersi di ovviare a quell’insignificanza adottando quelle frasette sincopate, quella inimicizia urlata, quelle parole sputate in faccia agli altri, è misero e perdente. Il web è vasto e potente, ma è anche il luogo dove la palude della frustrazione riesce a travestirsi da oceano. Averne fatto il luogo eletto della nuova politica è – almeno secondo me – il tragico abbaglio del grillismo-casaleggismo.
07/10/2013, 19:27
07/10/2013, 20:39
07/10/2013, 21:11
[color=blue]Produttività in Consiglio regionale, maglia nera ai Cinque Stelle
Dai grillini in quattro mesi zero proposte di legge e solo un pugno di interrogazioni e interpellanze. La capogruppo Bianchi l’eletta meno “prolifica”
TRIESTE. Flop grillino. Nei primi quattro mesi di legislatura il M5S non ha presentato in Consiglio nemmeno una legge. Non solo. Confrontando l’attività consiliare con quella degli altri gruppi, i pentastellati risultano agli ultimi posti per produttività. Lo dimostrano i dati. Tra interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno e mozioni, il M5S ha collezionato appena un pugno di atti normativi. La capogruppo Elena Bianchi, nelle squadra dei cinque grillini, è la meno “prolifica”: se si guarda la somma dei singoli provvedimenti è Ilaria Dal Zovo, con 10 documenti sottoscritti, la più attiva; Andrea Ussai arriva a 9, Eleonora Frattolin e Cristian Sergo a 6, mentre Bianchi si ferma a 5. La capogruppo finora ha portato, o porterà nelle prossime sedute consiliari, complessivamente 4 ordini del giorni, 1 mozione, zero interpellanze e zero interrogazioni, che siano orali, scritte o a risposta immediata. Fin qui, dunque, l’operazione “apriscatole” a Palazzo non è riuscita. Anche le battaglie in aula sono spesso naufragate: sul voto della legge proposta dagli altri gruppi sul taglio ai costi della politica, cavallo di battaglia del movimento, 14 emendamenti su 15 sono stati respinti.
Le leggi
Dal 25 aprile (giorno che, con la proclamazione di Debora Serracchiani a presidente della Regione, segna l’avvio ufficiale della legislatura) ad oggi, M5S non ha presentato leggi né preso parte alla stesura di norme suggerite da altri. Degli 8 provvedimenti, di cui 5 votati e 3 in attesa dell’esame delle Commissioni, nessuno porta la firma dei grillini. La conferma, oltre che dal sito web della Regione, anche dagli stessi uffici. Al di là del testo sui costi della politica e sulla manovra di assestamento di bilancio, le leggi partorite dal Consiglio, o in corso di esame, sono norme di modifica dell’organizzazione della macchina amministrativa, di sostegno alle imprese, di intervento in materia faunistico-venatoria, di tutela del patrimonio culturale in vista delle commemorazioni per la Grande Guerra e di intervento sulla forma di governo e sul sistema elettorale. Cinque di questi provvedimenti sono stati preparati dalla giunta, mentre gli altri sono soprattutto frutto di un lavoro bipartisan. Complessivamente 3 sono del Pd e 2 di tutti gli altri gruppi; meno la Lega, che ha sottoscritto un’unica norma.
Mozioni e interrogazioni
Esclusi Cittadini e il Carroccio, tutti i gruppi hanno presentato almeno una mozione. Così M5S, movimento di opposizione, che ha preparato un provvedimento per la “tutela e la partecipazione dei cittadini di Servola al processo di riqualificazione e riconversione industriale dell’area”. Agli atti del Consiglio, per quanto riguarda i grillini, risulta pure un’unica interpellanza a fronte, per esempio, delle 11 dell Pdl. Partito, anche questo all’opposizione, che fa la parte del leone soprattutto nelle interrogazioni: ammontano a 25, tra quelle scritte, a risposta orale o immediata. Appena 9 quelle targate M5S.
Ordini del giorno
Il movimento non partecipa alle leggi dei colleghi d’aula (e non ne fa di proprie, almeno non ancora) ma sottoscrive gli ordini del giorno preparati dagli altri. Il Pdl ne può vantare 13, il Pd 11, il Gruppo Misto 8, Autonomia responsabile e Sel 6, la Lega Nord 5 e i Cittadini 3. Sono soprattutto atti bipartisan: cioè idee dei gruppi di maggioranza e opposizione a cui, in questo caso, il movimento non si è tirato indietro. È bipartisan l’odg, appoggiato dai grillini, con cui l’aula domanda l’utilizzo dei defibrillatori in ambienti extraospedalieri; è bipartisan l’odg per fronteggiare l’emergenza negli organici dei Vigili del Fuoco, così come il documento che sollecita la giunta a intervenire contro il fenomeno dello spopolamento delle montagne o la richiesta di supporto a un centro diurno per disabili a Udine. Tutta farina del sacco altrui se si esclude un provvedimento, esclusivamente proposto da M5S, che domanda interventi a sostegno dei disabili nelle scuole.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
03 settembre 2013[/color]
[color=blue]La capogruppo grillina e il giallo della laurea presa a San Pietroburgo
Sui social network si alza un polverone su Elena Bianchi. L’esponente del M5S: «Ho studiato mentre già lavoravo»
UDINE. Una laurea in ontopsicologia, conseguita lo scorso anno all’Università di San Pietroburgo, pur parlando «a malapena tre parole di russo», come ammette la diretta interessata. Che, pur inserendo il titolo di studio ottenuto nell’ex Unione sovietica nel curriculum vitae apparso sul materiale elettorale distribuito fino allo scorso aprile, non ha ritenuto di indicare il conseguimento della laurea nella biografia ufficiale, quella pubblicata sul sito internet del Consiglio regionale.
Da qui è partito chi, nelle scorse ore, ha messo in dubbio il cursus studiorum di Elena Bianchi, capogruppo del Movimento 5 Stelle a palazzo Oberdan, dando vita a una vivace dibattito sui social network, dove l’esponente pentastellata viene paragonata a Renzo Bossi e Oscar Giannino, rispettivamente figlio dell’ex leader della Lega Nord ed editorialista del Sole 24 ore, costretti al classico passo indietro dopo la scoperta della mendacità dei titoli di studio dichiarati.
«Mi sono laureata mentre stavo lavorando, per questo ci ho messo quasi dieci anni – spiega Bianchi –. Si trattava di un corso speciale, organizzato per gli studenti italiani da un’associazione di professionisti: essendo la psicologia una mia passione, avevo deciso di intraprendere questo percorso. E sono orgogliosa di averlo fatto».
L’accusa
A scatenare il dibattito su Facebook è stato Ettore Ribaudo, esponente del Mir di Samorì e già candidato sindaco a Cormons, salito agli onori delle cronache locali in passato per le battaglie contro l’inquinamento luminoso. Per Ribaudo, risultano anzitutto incongruenti i termini temporali indicati da Bianchi nel proprio curriculum: «Come hai fatto a laurearti – chiede – se affermi di lavorare a San Daniele dal 2005? Miei contatti a San Pietroburgo affermano di non conoscerti. E perché non hai imparato il russo, se è obbligatorio per il conseguimento della laurea?», interroga Ribaudo. Non solo: secondo il grande accusatore della Bianchi, è poco chiaro anche l’ottenimento nel 1985 del diploma alla High School di Camas, Washington, che precede di due anni il rilascio del diploma di tecnico industriale al Malignani. «Si tratta di Intercultura, un meraviglioso programma di scambi interculturali», ha puntualizzato l’esponente del M5S sul social network.
La difesa
«Avendo ottenuto la laurea essenzialmente perché appassionata dell’argomento, non mi sono interessata alla sua validità in Italia: per questo non ho ritenuto di indicarla nella biografia della Regione», si difende la Bianchi, che aggiunge: «Si trattava di un corso speciale, organizzato in collaborazione con un’associazione e organizzato alla stregua di un master: i docenti venivano in Italia e i corsi erano svolti con l’ausilio dei traduttori, in quattro distinti moduli. In tutto – prosegue – sono andata a San Pietroburgo cinque volte, l’ultima l’anno scorso per discutere la tesi». Spulciando su internet si scopre che in passato non sono mancate discussioni e polemiche sull’effettiva validità del corso di laurea in ontopsicologia realizzato in collaborazione con l’Aio (Associazione internazionale ontopsicologia) che, stando a quanto riportano alcuni siti specializzati, può arrivare a costare dai 1.500 ai 15mila dollari. «Ho tutta la documentazione che attesta l’ottenimento del titolo: chi volesse visionarlo, non deve fare altro che prendere appuntamento con la segreteria del gruppo consiliare», sottolinea la capogruppo del M5S.
Le conseguenze
Sul social network la discussione sul cursus studiorum della capogruppo pentastellata si è presto animata, coinvolgendo fin dalle prime ore una ventina di utenti. C’è chi invoca le dimissioni, tirando ancora una volta in ballo il rampollo di casa Bossi, e chi invoca addirittura l’intervento della magistratura. Ribaudo, dal canto suo, tira per la giacca anche il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, chiedendo un’interrogazione sul curriculum della Bianchi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
06 giugno 2013[/color]
07/10/2013, 21:12
rmnd ha scritto:Grazie Nunzio,
divulgo solo per carbonari del web e irriverenti rivoluzionari:
Oggi ore 11 P.zza Duomo MILANO, QuiMilanoLibera stop,
alla Mondadori c'è Bruno Vespa stop,
ritrovo presso l'edicola angolo Via Torino stop
contestazione al tafano peggiore del giornalismo italico stop.
Astenersi perditempo...
Paolo Cicerone, ( #9733;#9733;#9733;#9733;#9733;) Commentatore certificato 05.12.10 04:06|
Più conosci i grillini e più ti rendi conto con che razza di personaggi si abbia a che fare.
08/10/2013, 09:48
[color=blue]E Grillo passò dalle bufale all’Emmental svizzero!
Beppe Grillo i soldi dei suoi spettacoli doveva pure investirli da qualche parte. E quale migliore posto se non nell’accogliente e paradisiaca Svizzera? Il Savonarola dell’antipolitica ha deciso, infatti, diprendere casa a Lugano, aggiungendosi a quella schiera di ospiti illustri che hanno scelto come riservata residenza la Svizzera di lingua italiana.
Ovviamente il Grillo parlante mette subito le mani avanti e dice che non ha acquistato una villa per sè, bensì un appartamento per ospitare i server del suo blog, nel caso un giorno venisse fuori una leggina che in qualche modo metterebbe la museruola ai blogger.
E lo stesso Grillo a spiegarloall’Adnkronos e in un’intervista più ampia rilasciata al quotidiano svizzero“Il caffè online”:«Sì, ho comprato un appartamento a Lugano perché se mi oscurano il blog sono pronto a ripartire il giorno stesso con Beppegrillo.ch o Beppegrillo.eu.Speravo che la notizia non si diffondesse. Non vorrei che venisse interpretata come una mossa codarda o che qualcuno cominciasse a dire che ho comprato la villa in Svizzera. Non è una fuga dalle tasse, per intenderci. L’eventuale trasferimento riguarderebbe solo il blog, non me»
Excusatio non petita, accusatio manifesta!
Ovvio, no? Si inizia col blog e si finisce con i conti bancari.
Caro Grillo, ma a chi la vuoi dare a bere? Se è vero che volevi tutelare il tuo blog, potevi acquistare il dominio beppegrillo.eu o .com o .quelchetipare, direttamente dall’Italia, senza bisogno di espatriare. In ogni caso, se le autorità italiane decidono di oscurare un sito, possono farlo senza stare a guardare il suffisso.
Anche l’ottimo Gabriele Mastellarini, direttamente da suo blog si rivolge al compagno di merende di Grillo, il sempre ben informato Marco Travaglio, per spiegare al caro Beppe che la gente, contrariamente a ciò che potrebbe pensare lui, non è stupida.
Scrive Mastellarini:Caro Travaglio, avrai certamente letto che Grillo ha confermato questo repentino cambio di abitazione (e forse anche di residenza, dopo che da quelle parti è già di stanza la cantante Mina) giustificandolo con la possibilità di censura per il suo blog http://www.beppegrillo.it, sul quale anche tu – caro il mio Travaglio – appari tutte le settimane. Ovviamente un’altra balla, più grande dellaBio palla.Ti basterà verificare sul sito http://www.nic.it e notare che il dominiohttp://www.beppegrillo.it non è intestato a Giuseppe Grillo ma a un certo Emanuele Bottaro, esperto di informatica, già presidente di un’associazione dei consumatori (se non hai tempo di verificare, l’ho già fatto io per te e ti ho incollato tutto alla fine di questa lettera).Il dottor Bottaro è di Modena e risulta essere anche l’amministratore del sito, mentre di Grillo nessuna traccia ufficiale. Se il discorso del comico avesse una valenza logica, a espatriare doveva essere Bottaro e non lui.Caro Travaglio, sarebbe bene che avvertissi Grillo dicendogli che la Svizzera non è nell’Unione Europea e che può (poteva) benissimo comprare il dominio beppegrillo.eu direttamente dall’Italia. Anzi bastava sollecitare Bottaro a farlo per suo conto, come già avvenuto con beppegrillo.it.A scanso di equivoci, caro Travaglio, ti comunico che dall’Italia è possibile aprire comodamente un dominio .eu, .com, .info, etc senza doversi trasferire. Inoltre, come ben sai, se le autorità italiane decidono di oscurare un sito possono farlo senza stare a guardare il suffisso. E lo stesso accade in Svizzera, anzi lì sono molto più rigidi.
A proposito. Leggete cosa dice Sergio Fornasini (esperto di informatica, tecnico di reti, project manager di un’importante multinazionale di tlc):«I domini beppegrillo.ch e beppegrillo.eu risultano già occupati, ennesima dimostrazione che il Grillo non sa nemmeno lui cosa stia dicendo a proposito della migrazione eventuale del suo blog su un altro dominio o all’estero. Se solo lontanamente avesse davvero preso in esame l’ipotesi si sarebbe quanto meno informato, questo invece dimostra che non è stato fatto nemmeno uno studio di fattibilità a quanto sta affermando. Non male per quello che in tutte le classifiche è il primo blogger in Italia, e che non fa altro che parlare delle meraviglie della rete»
Insomma, è sempre la solita storia. Predicare bene e razzolare male, malattia particolarmente diffusa tra i moralizzatori. Come dire: «Fate ciò che dico, non fare quel che faccio». Povero Grillo, ultimamente non gliene va bene una. Beh, magari in Svizzera potrebbe rifarsi e passare dalle bufale all’Emmental. (do.mal.)[/color]
08/10/2013, 12:08
08/10/2013, 12:11
08/10/2013, 12:15
08/10/2013, 13:18
Nuovo processo nel M5S
[color=blue]L’accusa al grillino: “Ha tenuto 70 mila euro”
ANDREA MALAGUTI
ROMA
«If». Il deputato Cinque Stelle Ivan Catalano, (divorato dall’antico dilemma: vale di più il mio onore o la serenità di chi mi sta a fianco?), ha scoperto la sindrome di Rudyard Kipling. Che cos’è che fa di un deputato un uomo, figlio mio? Ci ha pensato un sacco, Catalano. Lacerato dai dubbi, divorato dai sensi di colpa, schiacciato dall’insostenibile fardello di chi è costretto a scegliere tra il bene e il giusto, ha trovato la sua complicata sintesi astenendosi dal restituire mezza indennità e diaria in eccedenza per devolvere il gruzzoletto a una più nobile, umanitaria e sconosciuta causa. «Mi sono trovato a un bivio. Da una parte il codice di comportamento 5 Stelle dall’altra la mia incapacità di ignorare i bisogni primari di persone a me vicine». Familiari, amici, dirimpettai? Chi lo sa. La privacy è privacy. In ogni caso «un uomo», avrebbe detto Kipling. Contraddicendo l’idea di un folto gruppo di cittadini parlamentari, che per mesi hanno restituito ottomila euro a botta, contro la media di cento euro del ventiseienne collega lombardo. «Tra una cosa e l’altra si è messo in tasca settantamila euro». Bugia? Verità? E, soprattutto, fessi loro o davvero iellato lui? Nell’incertezza - e forse sentendo la malinconia dei bei tempi andati, quando i dissidenti finivano alla sbarra senza tanti complimenti - i deputati Cinque Stelle hanno chiesto spiegazioni. «Se non le dà è fuori». Perciò, ieri sera, si sono ritrovati in un’auletta di Montecitorio e hanno inscenato il primo atto del processo. «Ivan, che ti prende?».
Catalano, che entrando nel Palazzo aveva un’espressione immobile da museo delle cere, si era preparato la risposta con cura. Una cosa del tipo: ho peccato, ma non per me, e presto vi restituirò ogni singola moneta. E quando l’ha detto i suoi occhi, nell’ombra, hanno brillato di una luce verdastra come quelli dei gatti. «Non ho intenzione di lasciare il Movimento». Era convinto che quelle frasi fossero destinate a suscitare solidarietà e invece gli onorevoli-cittadini-portavoce si sono limitati a guardarlo contrariati. «Davvero rendi?». «Rendo».
Un comportamento almeno più cortese di quello tenuto dai militanti in rete. Venuti a conoscenza dell’incresciosa questione l’avevano lapidato. «Venduto». «Opportunista». «Vigliacco». Tenerezze di questo tipo. E anche molto peggio. Il consueto «metodo Boffo» 2.0 alimentato da una serie di dichiarazioni passate del deputato lombardo non esattamente in sintonia con la linea Grillo-Casaleggio. Aperture al Pd. Solidarietà a Orellana. Attacchi ai responsabili della comunicazione Cinque Stelle. Come se avesse voglia di farsi cacciare. Edmond Dantès del Conte di Montecristo alla disperata ricerca di una via di fuga. Che ancora non gli si è dischiusa. Perché il Movimento ha scoperto la pazienza, avendo capito che ogni espulsione si trasforma in un autogol. Gli irrequieti, irascibili, scombinati riottosi, in fin dei conti nel Palazzo li hanno portati loro. Sono questi i dirigenti a cui volete dare in mano il Paese? Catalano, nel frattempo, rimane incollato al suo velenoso mondo antico. «Ero e resto fiducioso. La mia è una questione risolvibile». E lo dice placido come se fosse affondato nel pouf davanti alla tv. Fine della storia? Difficile. Improbabile. [/color]
08/10/2013, 13:23
M5S, Restitution Day: “1,5 milioni di euro riconsegnati allo Stato. E’ la nostra festa”
...cut...
08/10/2013, 14:51
[color=blue]Le contraddizioni del cittadino Fico
Non vorrei farmi sgridare dall’on. prof. Renato «All’u-na-ni-mi-tà» Brunetta per via della Commissione di Vigilanza Rai. Mi ero permesso di consigliare all’on. prof. di non partecipare ai talk show della Rai per rispetto della sua carica: un controllore non può calarsi, simultaneamente, anche nella parte del controllato. E che succede?
Che l’on. cittadino Roberto Fico, presidente della Vigilanza Rai, si presenta addirittura da Fabio Fazio, dopo aver maledetto in tutte le salse i programmi tv. Sono proprio comici questi pentastellati, come il loro santo fondatore!
A parte il fatto che i Crimi, le Lombardi, i Fico farebbero bene a tenersi lontani dalle telecamere (ogni apparizione è un punto perso), il discorso che valeva per Brunetta, a maggior ragione vale per Fico. Il presidente sfiora il ridicolo quando dice: «Io spero di essere l’ultimo presidente della Commissione di Vigilanza». Ma non era meglio non metterci piede? Non era meglio combattere per l’abolizione di questo istituto che serve solo a sancire il controllo dei partiti sulla Rai? Temo che Fico si sia già innamorato del giocattolo. Il colmo di comicità lo raggiunge quando afferma: «Tanti dipendenti vengono da me perché vogliono essere valorizzati». Valorizzati? Tanti dipendenti vanno da lui perché cercano un padrinato politico, perché da quelle parti usa così.
È sempre più facile manifestare idee audaci che capire le cose e comportarsi di conseguenza.
P.S. Da Fazio era anche ospite Oscar Farinetti che, novello Isidoro di Siviglia, insiste sulla falsa etimologia di utopia. Fa derivare la parola da «eu» (buono) e «topos» (luogo). Ma questa è solo una paretimologia. Tommaso Moro crea la parola unendo la «u» (in greco oy, cioè «non») a «topos», per indicare un’idea che non può avere luogo. Ma gli utopisti, si sa, sono fantasiosi.
08 ottobre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA[/color]
E IL MOVIMENTO DI GRILLO È PRONTO AD UNA CAMPAGNA DI MAILBOMBING PER SOSTENERLO
[color=blue]Pd e Sc contro Fico (M5s), presidente Vigilanza Rai, per il sit-in a viale Mazzini: «Lasci»
Inviata una lettera di protesta ai presidenti delle Camere. Si dimette dalla commissione l’onorevole Martino
«Bufera» politica su Roberto Fico, presidente della commissione di vigilanza Rai, per la sua partecipazione la scorsa settimana alla manifestazione che ha visto protagonista Beppe Grillo e diversi parlamentari del Movimento 5 Stelle all’esterno della sede Rai di viale Mazzini.
LETTERA - Il Pd e Scelta Civica, con i capigruppo Vinicio Peluffo e Mario Marazziti, hanno annunciato che scriveranno ai presidenti dei due rami del Parlamento per porre la questione: a loro giudizio quella presenza di Fico alla manifestazione e l’essere stato poi ricevuto con Grillo e altri del M5S dal direttore generale Rai Luigi Gubitosi ha rappresentato una violazione del ruolo di garanzia che il presidente della vigilanza deve esercitare e gli viene riconosciuto.
DIMISSIONI - Intanto proprio in segno di protesta, l’onorevole Pierdomenico Martino ha presentato le sue dimissioni dalla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, a Fico. Fico ha chiesto a Martino di riconsiderare la sua decisione.
MAILBOMBING - A difesa di Fico M5s propone una campagna di «mailbombing». A lanciare l’attacco informatico è il deputato M5S Riccardo Fraccaro. «Fico vuole liberare la Rai e i partiti che l’hanno occupata chiedono le sue dimissioni! - denuncia Fraccaro in un tweet - Scriviamo io sto con Fico a vigilanzarai@senato.it», propone.
08 ottobre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA[/color]
"In questo momento in commissione di Vigilanza Rai, i partiti che hanno lottizzato la Rai stanno chiedendo le dimissioni di Roberto Fico - scrive sul blog di Beppe Grillo il parlamentare Riccardo Nuti - E' un mondo al contrario, i disonesti che chiedono agli onesti di andarsene, che vergogna! Se dovesse servire sono pronto ad incatenarmi davanti la Camera. Se ne devono andare i disonesti, la gentaglia che ruba da anni non le persone oneste!"
08/10/2013, 15:35
08/10/2013, 15:42
rmnd ha scritto:
Mi chiedo se non sia grave che un parlamentare della repubblica si rivolga verso i suoi colleghi definendoli ladri , disonesti e gentaglia senza circostanziare le sue accuse. Non è un bell'esempio di comportamento che si richiederebbe a chi ha fatto della democrazia e delle regole il proprio cavallo di battaglia.
Quelli del PD vogliono le dimissioni di Fico? quelli del m5s potranno controbattere nei modi e nelle sedi opportune in modo pacato e civile, senza ridicolizzare le istituzioni, senza svuotare di forma e di contenuti la democrazia e il decoro che tanto a parole dicono di esserne portavoci.
08/10/2013, 15:53
Thethirdeye ha scritto:
A parte questo, e sono certo che converrai, dalla Rai devono uscire fuori i partiti.
Che sia il M5S o altri, poco importa. Ne va dell'indipendenza del servizio pubblico nazionale.