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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 04/01/2016, 10:37 
xfabiox ha scritto:
LA MANCATA STRETTA DI MANO DI HITLER A JESSE OWENS E’ UN FALSO STORICO - UN FILM RIVELA LA VERITA’ SUL SUPERCAMPIONE OLIMPICO USA A BERLINO ’36: FU EVITATO DA ROOSEVELT NON DAL FUHRER
«Race», il film in uscita a febbraio, è fedele a ciò che Jesse raccontò (inascoltato) - “Mio padre non si è mai sentito snobbato da Hitler - ha certificato la figlia agli sceneggiatori - ma fu ferito dal fatto che Roosevelt non lo volle ricevere” - Il vincitore di 4 ori ai Giochi di Berlino per reazione si iscrisse tra le file dei repubblicani.
«In realtà, mio padre non si è mai sentito snobbato da Hitler» ha certificato Marlene agli sceneggiatori del film, Joe Shrapnel e Anna Waterhouse, che hanno corretto nel copione il più celebre e antico fraintendimento della storia dello sport. «In retrospettiva, mio padre fu profondamente ferito dal fatto che Franklin Delano Roosevelt, il presidente americano dell' epoca, non l' avesse ricevuto alla Casa Bianca».
«Race è un film che metterà a dura prova l' idea che gli Usa si sono fatti di Jesse Owens» ha scritto The Times .
«Dopo essere sceso dal podio, passai davanti alla tribuna d' onore per tornare negli spogliatoi. Il Cancelliere Hitler mi fissò. Si alzò e mi salutò con un cenno della mano. Io feci altrettanto, rispondendo al saluto. Giornalisti e scrittori dimostrarono cattivo gusto tramandando un' ostilità che, di fatto, non c' era mai stata» scrive nella sua autobiografia.
Qualche anno fa l' anziano giornalista tedesco Siegfried Mischner, presente ai Giochi del '36, diede nuova linfa alla verità raccontando di aver visto con i suoi occhi Hitler stringere la mano a Owens dietro le quinte dell' Olympiastadion: «Owens aveva portato un fotografo e, dopo l' Olimpiade, chiese alla stampa di correggere un errore che si sarebbe trascinato fino ai giorni nostri. Nessuno gli diede retta».
«Era importante che i fatti non fossero riscritti per l' ennesima volta» ha detto Marlene, parlando a nome della Jesse Owens Foundation. Ma spesso un' affascinante menzogna è preferibile alla cruda realtà.



era più razzista roosvelt di hitler
stai a vedere..............



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 04/01/2016, 13:36 
Non me ne stupirei :)



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 04/01/2016, 14:18 
queste non sono cose da complottisti o antiamericano lo dice lui stesso nell'autobiografia e nelle interviste e lo dice pure la figlia, non è propaganda. in più il film è americano. in america ero si super razzisti anzi lo sono ancora, ai tempi di roosvelt e di sua moglie lecca cespugli poi ancora peggio


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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 04/01/2016, 14:24 
xfabiox ha scritto:
queste non sono cose da complottisti o antiamericano lo dice lui stesso nell'autobiografia e nelle interviste e lo dice pure la figlia, non è propaganda. in più il film è americano. in america ero si super razzisti anzi lo sono ancora, ai tempi di roosvelt e di sua moglie lecca cespugli poi ancora peggio



si infatti..
stile suadfrica
i negri da una parte e i bianchi dall'altra..
come oggi del resto..

solo al cinema vanno d'amore e d'accordo..



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 14/01/2016, 17:04 
Ecco a cosa servono le GUERRE....

MISSIONI DI PACE (per interessi)

30 miliardi di dollari guadagnati sul petrolio & 20 mila miliardi di dollari in oro
sono stati rubati grazie all'invasione in Iraq

Saddam non aveva armi di distruzione di massa e non è stato coinvolto nel 9/11
Ma la sua ricchezza è stata saccheggiata comunque.

Poi sono andati in Afghanistan per garantire i campi di papaveri e miniere di litio con la forza.

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Citazione: "I militari sono stupidi animali muti.. da utilizzare solo come pedine in politica estera." Henry Kissinger



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 27/01/2016, 12:45 
Cita:
La nuova pandemia Usa: dalla grande crisi sono esplose le morti per droga

NEW YORK - È la nuova pandemia. Il nuovo esercito silenzioso di vittime che si è trascinato dalla grande crisi a una ripresa debole e che ancora lascia ferite aperte nella società americana. Ne ha parlato con toni allarmati Barack Obama nel Discorso sullo Stato dell'Unione. La riconoscono a denti stretti anche numerosi leader repubblicani. È la strage per overdose di farmaci o droghe, legali e illegali, da potenti antidolorifici e oppiacei quali l'eroina. Oltre 47.000 vittime l'anno, un record che viaggia a una media di 125 al giorno.

Un dramma che sta falciando oggi soprattutto i giovani bianchi, su scala nazionale e con punte nel Sudovest e nell'Appalachia, le regioni meno ricche e con meno assistenza.
La sua diffusione è stata così rapida da essere paragonata, appunto, a una nuova malattia infettiva. Tra i più giovani in cinque anni il passaggio è stato da sei decessi a 30 ogni centomila per avvelenamento accidentale, anzitutto overdosi, mentre i suicidi per droga sono aumentati a 19,5 da 15 ogni centomila. È complice un'industria farmaceutica che per anni ha spinto farmaci oppiacei come sicuri e con meno rischi di assuefazione, moltiplicandone le prescrizioni. Al varo poi di norme più severe molti sono passati all'eroina, le cui vittime sono triplicate dal 2010 a oggi.

Un'inchiesta del New York Times, che ha preso le mosse da uno studio-shock pubblicato da economisti di Princeton, ha rivelato le dimensioni del fenomeno: l'esame di 60 milioni di certificati di decessi ha mostrato come la generazione tra i 25 e i 34 anni sia diventata la prima dalla guerra del Vietnam negli anni Sessanta non solo ad essere meno fortunata economicamente ma a morire più facilmente dei propri genitori. I casi di overdose qui sono quintuplicati dal 1999 e triplicati anche nella fascia di età successiva, tra i 35 e i 44 anni. La crescita è particolarmente forte, del 23% negli ultimi cinque anni, tra i meno istruiti, con la sola maturità di scuola superiore, a ulteriore prova del legame con la crescente diseguaglianza.

Risultato è che anche la differenza tra la mortalità dei giovani bianchi e afromaricani si è ridotta di due terzi, ai minimi da oltre un secolo. Paradossalmente, la discriminazione razziale potrebbe aver involontariamente frenato le vittime tra gli afroamericani: i medici sono parsi molto meno disposti a prescrivere loro i farmaci sotto accusa, per il sospetto che poi li rivendessero o distribuissero.

Uno degli esperti interpellati dal Times,il docente californiano Eileen Crummins, ha commentato lapidario le radici del fenomeno, il minimo comun denominatore tra molte vittime di situazioni sociali, lavorative, personali e familiari precarie e spesso peggiorate in questi anni. «La loro vita - ha detto - è talmente difficile che si spezza».


http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... fresh_ce=1


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 27/01/2016, 13:07 
potrebbe essere l'inizio del caos...

http://www.corriere.it/esteri/16_gennai ... 3ec0.shtml

Oregon, blitz Fbi contro i miliziani
Ucciso estremista, arrestato il leader
Gli agenti sono intervenuti contro il gruppo anti-Stato che aveva occupato dal 2 gennaio una riserva naturale a Burns. Finiti in manette anche i fratelli Bundy, considerati i capi della protesta. E adesso si temono altre violenze



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 01/02/2016, 10:19 
Vi consiglio di aprire il link per valutare come si sta rapidamente concentrando la ricchezza nelle mani di pochissimi!

RT: L’incubo americano – soltanto ricchi e poveri, sparita la classe media

Su RT, l’ultimo rapporto Oxfam sulla povertà: ricchi sempre piú ricchi, poveri sempre più poveri, sparisce la classe media. La polarizzazione della ricchezza mette a rischio la coesione sociale e la democrazia: “rischiamo che vengano a cercarci coi forconi”, avverte uno dei miliardari nel top 1%. Ma dall’inizio della crisi nulla è cambiato e si continuano a perseguire le stesse politiche pro-upper class che la crisi l’hanno innescata

L’economia statunitense sta generando una ricchezza da togliere il fiato per una minoranza elitaria della popolazione a scapito di milioni di persone che adesso precipitano nelle fratture aperte nel sistema economico. E allora perché continuiamo a guardare questo penoso spettacolo anno dopo anno?

La classe media americana, un tempo glorificata, è sulla buona strada per essere relegata nei libri di storia; un manufatto di un’epoca passata, quando posti di lavoro ben retribuiti, accompagnati da una forte rappresentanza sindacale e dal sostegno del governo, hanno dato a milioni di famiglie americane un senso di sicurezza e anche la prosperità.

Fate una ricerca su Google sul “sogno americano”, cinismo e scetticismo abbondano: secondo Market Watch, che cita dati Google Trends della società di brokeraggio Convergex, molti degli auto-riempitivi che appaiono coinvolgono parole piene di angoscia come “morte”, “menzogna” e “abbandonare l’America”. Nel frattempo, il 69 per cento degli americani sostiene che gli ostacoli alla realizzazione di questo sogno sfuggente “oggi sono più grandi che mai”.

Sì, la strada si sta svegliando, e non intendo Wall Street. [il riferimento è alla contrapposizione tra Main Street, la generica strada principale di tante cittadine americane, e Wall Street, la strada simbolo della finanza, NdT]

I dati economici grezzi mostrano perché la classe media americana vive in una gran paura da decenni: secondo il Pew Research Center, nel 2014 il 49 per cento del reddito negli Stati Uniti è andato a famiglie benestanti, rispetto al 29 per cento del 1970. La quota che è andata alle famiglie a reddito medio è stata del 43 per cento nel 2014, al di sotto del rispettabile 62 per cento del 1970.

Il dato rivela una tendenza preoccupante che indica non solo la disparità di reddito, ma la fine dell’America come paese egualitario, dove a tutti è garantito un equo tentativo nella “ricerca della felicità”.

Sempre più spesso, però, il paese è spaccato tra due campi contrapposti: i super-ricchi e i super-poveri. Nel 2015, il 20 per cento degli adulti americani era nel gruppo a più basso reddito, rispetto al 16 per cento del 1971. Sul lato più soleggiato dei binari, il 9 per cento sta nella categoria più alta di reddito, più del doppio del 4 per cento del 1971.

Che cosa esattamente sta spingendo questa costante erosione della classe media statunitense, il proverbiale canarino nella miniera di carbone per quel che riguarda l’economia americana – e la sua coesione sociale?

Ecco un elenco degli ostacoli principali che stanno bloccando la strada per raggiungere il sogno, secondo gli americani:

Declino dell’etica del lavoro 22%
Declino dei valori morali 20%
Debiti personali 20%
Regole che favoriscono i ricchi 19%
Mancanza di opportunità economiche 18%
Disuguaglianza economica 17%
Settore pubblico da ridimensionare 17%
Declino della classe media 17%
Costo della sanità 15%
Spesa pubblica 14%

Fonte: 7 American Values ​​Survey annuale

Purtroppo, ogni discussione con numeri che abbiano una serie infinita di zeri ha la tendenza ad anestetizzare i lettori portandoli in uno stato di disperazione e noncuranza, come i cervi intrappolati nella luce dei fari di un autocarro in arrivo. In ogni caso, ecco una breve descrizione di ciò che sta ammalando l’America e gli americani, completo di infiniti zeri.

Pornografia in busta paga

Con lo stesso febbrile entusiasmo con cui esce l’originale sportivo, il tanto atteso equivalente per il Capitalismo dello Sports Illustrated Swimsuit Issue – qualcosa come ‘l’anteprima del porno della busta paga’ – è arrivato in tutte le edicole e le cifre sono semplicemente sbalorditive.

Tuttavia il rapporto mozzafiato non è stato redatto da Forbes, Fortune e Financial Times, ma da Oxfam, il guardiano della povertà. E giusto in tempo per il World Economic Forum di Davos, dove l’elite finanziaria sorseggia champagne tra gite alle piste da sci e seminari, fingendo preoccupazione per le difficoltà del restante 99 per cento rannicchiato alla base della Montagna dei Soldi.

Oxfam mette tutto sul tavolo nel primo paragrafo: “Un’economia per l’1% indica che la ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale – 3,6 miliardi di persone – è diminuita di un trilione di dollari dal 2010. Questo calo del 41 per cente si è verificato nonostante la popolazione mondiale sia cresciuta di circa 400 milioni di persone in quel periodo. Nel frattempo, la ricchezza delle 62 persone più ricche è aumentata di più di mezzo trilione di dollari, fino a 1.76 trillioni di dollari”

Nel frattempo, la ricchezza detenuta dai 1.826 miliardari ammonta a 7.05 trilioni di dollari, in crescita dai 6.4 trilioni dello scorso anno

Penso che se fossi uno di quei 1.862 miliardari questi numeri mi darebbero qualche motivo di riflessione. Pensateci: in soli sei anni, la ricchezza dei 3,6 miliardi di persone in fondo alla piramide dell’economia è scesa di 1 trilione di dollari – nonostante il loro numero sia cresciuto di 400 milioni (!). Questo è il genere di tendenze economiche che invariabilmente alimenta disordini sociali, se non una rivoluzione vera e propria, come almeno un miliardario ha recentemente avuto la lungimiranza di capire.

L’anno scorso, Nick Hanauer, un miliardario di capitali d’investimento, ha lanciato un avvertimento sulla rivista Politico, dove ha sostenuto, con grande costernazione dei suoi ricchi pari che sempre preferiscono un po’ più di delicatezza, che “verranno a cercarci coi forconi” a meno che non ci sia qualche genere di grande cambiamento nell’economia globale.

“Se non facciamo qualcosa per risolvere le evidenti ingiustizie presenti in questo sistema economico, verranno a cercarci coi forconi. Nessuna società può sostenere questa crescente disuguaglianza. In realtà, non c’è esempio nella storia umana in cui sia stata accumulata ricchezza a questo modo e alla fine non siano arrivati i forconi“.

Nonostante gli avvisi di Hanauer, sembra che le cose vadano come al solito nella terra dei liberi e degli indebitati. Nonostante tutte le strette di mano sudate dopo la Grande Recessione del 2008, quando il mondo ha camminato come un sonnambulo sull’orlo dell’abisso economico, le “banche troppo grandi per fallire” sono più grandi e più cattive che mai, mentre continuano i bonus ai dirigenti con un’economia in panne.

Secondo un altro rapporto di Oxfam, “le attività detenute dalle cinque maggiori banche nel 2007 – 4.600 miliardi di dollari – sono aumentate di oltre il 150 per cento negli ultimi 8 anni. Queste cinque banche sono passate dal detenere il 35 per cento del patrimonio del settore nel 2007 al 44 per cento di oggi.”

Ma ecco il trucco: mentre queste stimate istituzioni finanziarie accumulano sempre più soldi, la “stragrande maggioranza degli americani rimane bloccata sullo stesso salario mediano del 1999”. David Cay Johnston, che fa riferimento al rapporto sui salari 2014 della Social Security Administration ( SSA), dimostra che “nel 2013 i redditi al lordo delle imposte in termini reali per il 90 per cento dei contribuenti erano gli stessi del 1966”.

Allora, dove è andata tutta la ricchezza d’America? Quando esattamente il sogno americano si è trasformato in un incubo grottesco? Come scrive Gabriel Zucman nel suo libro appena uscito, “La ricchezza nascosta delle nazioni,” circa 7600 miliardi di dollari sono stato accumulati in paradisi fiscali offshore come il Lussemburgo, le Grand Cayman e l’Irlanda, da dove individui ed aziende ricche sono in attesa di un “condono” per trasportare il bottino a casa sulle loro navi pirata.

Zucman ha dimostrato un po’ di entusiasmo ribelle che di solito non si trova nelle sale del mondo accademico: “Se una frazione significativa di persone ricche può evadere le tasse e se il resto della popolazione percepisce che le tasse non sono applicate in modo equo… la disponibilità a pagare le tasse scomparirà. ”

Questo messaggio fa riferimento ai nostri padri rivoluzionari, che hanno ispirato la Rivoluzione Americana contro i loro padroni britannici dichiarando “niente tasse senza rappresentanza”.

Dai luoghi di lavoro alle sale del potere politico, agli americani manca di certo la rappresentanza, che è alla base della loro attuale situazione ed è la ragione della tragica scomparsa della classe media americana una volta orgogliosa,

Senza una classe media sana e robusta, l’America non solo regredirà allo stato di paese del terzo mondo, ma sarà anche matura per un grave sconvolgimento sociale di una portata che non abbiamo mai visto.

http://vocidallestero.it/2016/01/31/rt- ... sse-media/


Aprite il link... guardate come la ricchezza si sta concentrando nelle mani di pochissimi! Il gioco è alle battute finali... stanno raccogliendo tutto il possibile prima della mano conclusiva



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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 01/02/2016, 12:41 
Sta succedendo la stessa identica cosa in ItaGlia..... [:305]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 01/02/2016, 13:42 
come nel medioevo..
il signorotto locale,
tutti gli altri servi della gleba..



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 06/02/2016, 12:32 
Lobby: ecco chi ci sarà dietro al prossimo presidente USA

HIllary-Clinton-Goldman-Sachs-Ride-laughs-Play.jpg



Lobby e potere: Un giornalista chiede a Hillary Clinton dei suoi discorsi a pagamento in Goldman Sachs: lei ride di gusto, in maniera sprezzante, e non risponde. Un uomo sullo sfondo fulmina il ragazzo che fa la domanda. La Clinton ha guadagnato oltre 2 milioni di dollari facendosi pagare discorsi davanti ai lupi di Wall Street in meno di sette mesi, di cui 675mila dollari solo con Goldman Sachs!

CONTINUA>>> http://www.byoblu.com/post/2016/02/05/l ... e-usa.aspx



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 09/02/2016, 12:49 
COUNTERPUNCH: COME IL CAPITALISMO AMERICANO È STATO COSTRUITO SULLA SCHIAVITÙ

Counter Punch pubblica un pesante articolo storico sulle origini del capitalismo americano. Gli Stati Uniti sono emersi così rapidamente a superpotenza economica sulla scena mondiale non grazie ai loro ideali e al “sogno” di libertà – ma più prosaicamente grazie allo sfruttamento intensivo della schiavitù.

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È così che si costruiscono gli Imperi. Grandi imprese e banche americane, celebri ancora oggi, hanno costruito le loro fortune sulla schiavitù. Nella seconda parte l’articolo argomenta che la discriminazione razziale presente ancora oggi in America, la profonda frattura sociale, la violenza contro gli afroamericani di cui ci parla quotidianamente la televisione, sarebbero la conseguenza di un passato che non si è ancora concluso, di una mai avvenuta riconciliazione.

Articolo di Garikai Chengu, 18 dicembre 2015

Oggi [18 dicembre, NdT] è l’anniversario dei 150 anni di abolizione della schiavitù in America e, contrariamente alla credenza popolare, la schiavitù non è un prodotto del capitalismo occidentale. È il capitalismo occidentale ad essere un prodotto della schiavitù.

L’espansione della schiavitù nei primi otto decenni dopo l’Indipendenza Americana ha guidato l’evoluzione e la modernizzazione degli Stati Uniti.

Lo storico Edward Baptist illustra come, nell’arco di tempo di una vita umana, il Sud crebbe da una stretta fascia costiera di piccole piantagioni di tabacco ad un impero continentale del cotone, e gli Stati Uniti divennero un’economia moderna, industriale e capitalista.

Attraverso la tortura e i maltrattamenti i proprietari degli schiavi ottennero la massima efficienza, che permise agli Stati Uniti di prendere il controllo del mercato mondiale del cotone, la materia prima fondamentale della Rivoluzione Industriale, e diventare così una nazione ricca e potente.

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Il cotone era nel diciannovesimo secolo ciò che il petrolio è stato nel ventesimo secolo: il bene che determinava la ricchezza delle nazioni. Il cotone contava per un sorprendente 50 percento delle esportazioni statunitensi, e scatenò il boom economico che l’America conobbe allora. L’America deve alla schiavitù la sua stessa esistenza di paese appartenente al primo mondo.

In termini astratti, il capitalismo e la schiavitù sarebbero due sistemi fondamentalmente contrapposti. Uno è fondato sul lavoro libero, l’altro sul lavoro forzato. Però in pratica il capitalismo stesso non sarebbe stato possibile senza la schiavitù.

Negli Stati Uniti gli accademici hanno dimostrato che il profitto ottenuto dalla schiavitù non riguardava soltanto il Sud, che vendeva il cotone o la canna da zucchero raccolta dagli schiavi. La schiavitù è stato un elemento centrale anche per la creazione delle industrie che oggi dominano l’economia statunitense: il settore immobiliare, il settore delle assicurazioni e la finanza.

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Wall Street è stata fondata sulla schiavitù.

Furono schiavi africani a costruire perfino il muro fisico da cui Wall Street prende il nome, che costituiva il confine settentrionale della colonia olandese, costruito per respingere i nativi che rivolevano indietro le loro terre. Per formalizzare il colossale commercio di esseri umani, nel 1711 i funzionari di New York stabilirono a Wall Street il mercato degli schiavi.

Molte importanti banche americane, tra cui JP Morgan e Wachovia Corp costruirono delle fortune sulla schiavitù, e accettavano gli schiavi come “garanzia”. JP Morgan ha recentemente ammesso di avere “accettato circa 13.000 persone in schiavitù come collaterale sui prestiti, e di essersi impossessata di circa 1.250 schiavi“.

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La storia che i libri di testo scolastici americani raccontano che la schiavitù era regionale, anziché nazionale, e dipingono la schiavitù come una brutale aberrazione rispetto alle regole di democrazia e libertà che l’America si è data. La schiavitù viene raccontata come una sfortunata deviazione dalla marcia del paese verso la modernità, non certo come il motore che ha guidato la prosperità economica dell’America. Nulla potrebbe essere più lontano dal vero.

Per apprezzare davvero l’importanza che la schiavitù ha avuto per il capitalismo americano, basta guardare la scabrosa storia di un’azienda che prima della Guerra Civile Americana confezionava abiti, chiamata Lehman Brothers. Warren Buffet è l’amministratore delegato di Berkshire Hathaway, nonché il miliardario più ricco d’America. L’azienda da cui Berkshire Hathaway è nata era una produttrice tessile dello Stato di Rhode Island, e approfittava della schiavitù.

Nel Nord, New England è stata la patria dell’industria tessile americana e la culla dell’abolizionismo, ma si è arricchita sulla schiena degli schiavi costretti a raccogliere il cotone nel Sud. Gli architetti della rivoluzione industriale di New England controllavano costantemente il prezzo del cotone, e i loro stabilimenti tessili si sarebbero fermati senza il lavoro degli schiavi nelle piantagioni.

Il libro “Complicità: Come il Nord ha promosso, prolungato e tratto profitto dalla schiavitù“, di Anne Farrow, illustra come la borghesia del Nord era collegata al sistema della schiavitù da milioni di fili: compravano la melassa, che era prodotta dal lavoro degli schiavi, e vendevano il rum nel Triangolo del Commercio; prestavano denaro alle piantagioni del Sud, e molto del cotone che veniva venduto alla Gran Bretagna era imbarcato nei porti di New England.

Nonostante sia stato poi dipinto come un eroe dei diritti civili, Abraham Lincoln non pensava affatto che i neri fossero uguali ai bianchi. Il piano di Lincoln era quello di rispedire i neri in Africa e, se non fosse stato assassinato, il rinvio dei neri in Africa sarebbe stato con ogni probabilità la sua politica dopo la Guerra Civile. Lincoln ammise persino che i proclami sull’emancipazione, secondo le sue stesse parole, erano solo “una misura pragmatica per la guerra” finalizzata a convincere la Gran Bretagna che il Nord era mosso “da qualcosa di più che dalla propria ambizione“.


Per i neri la fine della schiavitù, centocinquanta anni fa,

è stato solo l’inizio di una ricerca ancora non conclusa

di equità democratica ed economica.


Fino a prima della Seconda Guerra Mondiale, l’élite americana vedeva la civilizzazione capitalista come un progetto razziale e coloniale. Ad oggi, il capitalismo americano può essere visto solo come “capitalismo razziale”: l’eredità della schiavitù segnata dal concomitante emergere della supremazia e del capitalismo bianco nell’America moderna.

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I neri in America vivono in un sistema di capitalismo razziale.
Il capitalismo razziale esercita la sua autorità sulla minoranza nera attraverso l’oppressiva serie dei linciaggi da parte della polizia, incarcerazioni di massa e istituzionalizzazioni guidate dalla disuguaglianza economica e razziale. Il capitalismo razziale è senza dubbio uno dei moderni crimini contro l’umanità.


Vedere un afroamericano al vertice del potere in quella che è stata la terra della schiavitù sarebbe esaltante, se solo gli indicatori sulla disuguaglianza dei neri non si stessero impennando. Di fatto, durante l’amministrazione di Obama il divario tra la mediana della ricchezza delle famiglie nere e quella delle famiglie bianche è aumentato del 7 per cento. Il divario tra la disoccupazione dei neri e dei bianchi si è anch’esso ampliato durante l’amministrazione Obama, del 4 per cento.

La polizia nazionale storicamente ha agito per mettere in atto il capitalismo razziale. Le prime forze di polizia moderne in America furono le pattuglie per il controllo degli schiavi e le ronde notturne, che erano finalizzate a controllare gli afroamericani.

La letteratura storica esprime chiaramente che prima della Guerra Civile esisteva una forza di polizia legittimata che aveva il solo scopo di opprimere la popolazione schiavizzata e proteggere la proprietà e gli interessi dei padroni.
Le lampanti somiglianze tra le ottocentesche pattuglie per il controllo degli schiavi e l’attuale brutalità della polizia americana contro la comunità nera sono troppo evidenti per essere ignorate.

Da quando le prime forze di polizia sono state stabilite in America, i linciaggi sono diventati il fulcro della legge e dell’ordine imposto dal capitalismo razziale. Nei giorni seguenti all’abolizione della schiavitù, si costituì la peggiore organizzazione terroristica della storia americana, con la benedizione del governo statunitense: il Klu Klux Klan.

La maggioranza degli americani crede che i linciaggi siano una forma antiquata di terrorismo razziale, che ha macchiato la società americana fino alla fine dell’era delle leggi di Jim Crow. Tuttavia la propensione dell’America verso il massacro sfrenato degli afroamericani è solo peggiorata nel tempo. Il Guardian ha recentemente riportato come gli storici ritengano che tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo, in media venissero linciati due afroamericani ogni settimana.

Confrontate questo dato con la serie incompleta stilata dall’FBI, che mostra che l’omicidio di un nero da parte di un poliziotto americano avviene più di due volte a settimana, ed è chiaro che la brutalità della polizia verso le comunità afroamericane sta aumentando, non diminuendo.

I linciaggi non significano solo l’uccisione.
Spesso includono l’umiliazione, la tortura, le ustioni, le mutilazioni e la castrazione. Il linciaggio era un classico rituale pubblico in America, che spesso avveniva davanti a una grande folla, che a volte contava migliaia di persone, tra cui bambini che giocavano.

Poco dopo l’abolizione della schiavitù, nel 1899, il settimanale Springfield Weekly ha descritto così un linciaggio condotto dal KKK: “al Negro sono state tolte le orecchie, le dita e i genitali. Supplicava pietosamente per la propria vita durante la mutilazione … Prima che il corpo fosse freddo, è stato tagliato in pezzi e le ossa frantumate in piccoli pezzettini … il cuore del Negro è stato tagliato a pezzi, e così il suo fegato … si vendevano i pezzetti di ossa a 25 cent …“.


Il terrorismo razziale è fondamentale per la perpetuazione

del capitalismo razziale, ed è per questo che ancora oggi i

l governo americano rifiuta di riconoscere il KKK

come un’organizzazione terroristica.


Terrorizzare le comunità afroamericane va a braccetto con l’imprigionamento e il confinamento sistematico dei neri. In gran parte con la scusa della guerra alla droga, gli Stati Uniti incarcerano più afroamericani oggi, in percentuale, che il Sud Africa al culmine dell’Apartheid.

Le prigioni private sono state progettate dai ricchi a vantaggio dei ricchi. Il sistema delle prigioni a scopo di lucro dipende dall’imprigionamento dei neri per sopravvivere. Un po’ come gli stessi Stati Uniti. Dopotutto, ci sono più neri in prigione, in libertà vigilata o condizionale, di quanti fossero in schiavitù nel 1850 o prima che iniziasse la Guerra Civile.

Il decollo economico dell’America nel diciannovesimo secolo non è avvenuto “nonostante” la schiavitù. È avvenuto in larga parte proprio grazie ad essa. Il capitalismo è stato creato con la schiavitù, e la schiavitù a sua volta ha creato una persistente eredità di capitalismo razziale che è ancora presente nell’America di oggi.

Storicamente c’è sempre stato un netto contrasto tra i nobili ideali americani da una parte e lo status di eterna inferiorità degli afroamericani dall’altra. Alla fine del diciannovesimo secolo, per ironia, è stata eretta una statua detta “della libertà” a osservare l’arrivo nel porto di New York di milioni di stranieri, mentre i contadini neri del Sud – non degli alieni, ma profondamente alienati – erano mantenuti in condizioni di schiavitù ai margini della società. È l’ipocrisia di un’ideologia razzista che ha messo apertamente in discussione la dignità della vita dei “negri”, e che è sopravvissuta alla sconfitta del nazismo. Ad oggi l’America non può dirsi una nazione “post-razziale”, e gli indicatori sull’uguaglianza razziale in America sono di nuovo ai minimi.

Il problema razziale in America è ancora un grande dilemma nazionale che continua minacciare l’esperimento democratico americano. Il malcontento nelle comunità afroamericane continuerà a crescere verso un pericoloso punto di ebollizione, a meno che la più grande eredità della schiavitù, cioè il capitalismo razziale, non sarà apertamente svelato e smantellato completamente.

http://laschiavitudellavoro.blogspot.ch ... avitu.html



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MessaggioInviato: 09/02/2016, 12:55 
c fanno credere che viviamo nel 2016..
in realtà stiamo ancora al neolitico..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 09/02/2016, 13:10 
mik.300 ha scritto:
c fanno credere che viviamo nel 2016..
in realtà stiamo ancora al neolitico..


Mi sa che nel neolitico paradossalmente si stava meglio...

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MessaggioInviato: 09/02/2016, 14:11 
Atlanticus81 ha scritto:
mik.300 ha scritto:
c fanno credere che viviamo nel 2016..
in realtà stiamo ancora al neolitico..


Mi sa che nel neolitico paradossalmente si stava meglio...

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