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Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

05/05/2017, 00:35

Wahabiti, l’Islam più pericoloso alla conquista dell’Europa

Moschee e centri culturali a rischio radicalismo che si diffondono in tutto il mondo. Il Wahabismo, grazie ai dollari del petrolio, e alla sudditanza occidentale, si diffonde ovunque. E non è un movimento pacifico


http://www.linkiesta.it/it/article/2017 ... opa/34053/

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

06/05/2017, 21:15

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

21/05/2017, 16:08

"Ecco perché l'islam è una dittatura"

L'autore best seller, l'egiziano Abdel-Samad, denuncia: "I moderati non esistono". E accusa: "La vostra società consente ai fanatici di radicarsi"


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 99375.html

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

25/05/2017, 16:04

L'Islam nel cuore dell'Inghilterra e della Francia


Pezzo in lingua originale inglese: Islam in the Heart of England and France
Traduzioni di Angelita La Spada


"In questa città, ci sono molte scuole private musulmane e madrasse. Fanno tutte finta di predicare la tolleranza, l'amore e la pace, ma non è vero. Dietro le loro mura ci costringono a ripetere i versetti del Corano, a proposito di odio e intolleranza." – Ali, un 18enne di origine francese, il cui padre si è radicalizzato.

"In Inghilterra, sono liberi di esprimersi. Non parlano che di divieti, impongono la loro visione rigida dell'Islam, ma d'altra parte non ascoltano nessuno, soprattutto quelli che non sono d'accordo con loro." – Yasmina, a proposito dei musulmani estremisti presenti nel Regno Unito.

"Birmingham è peggio di Molenbeek" – il quartiere di Bruxelles che secondo The Guardian "sta diventando noto come l'epicentro del jihadismo in Europa". – Un commentatore francese, che ha ripubblicato un articolo di Rachida Samouri.

La città di Birmingham nelle Midlands occidentali, il cuore dell'Inghilterra, il luogo in cui è iniziata la Rivoluzione industriale, la seconda città più popolosa del Regno Unito e l'ottava d'Europa, oggi è la città più pericolosa della Gran Bretagna. Con una popolazione musulmana in forte crescita, cinque delle sue circoscrizioni elettorali presentano il più elevato livello di radicalizzazione e terrorismo del paese.

Nel febbraio scorso, la giornalista francese Rachida Samouri ha pubblicato un articolo nel quotidiano parigino Le Figaro in cui ha raccontato le sue esperienze durante una visita nella città inglese. Nell'articolo titolato "Birmingham à l'heure islamiste", la giornalista descrive la sua preoccupazione per la crescente separazione tra i valori normativi britannici e quelli di molte enclave islamiche. La Samouri menziona il quartiere di Small Heath, dove quasi il 95 per cento della popolazione è musulmano, le bambine indossano il velo, la maggior parte degli uomini ha la barba e le donne portano lo jilbab e il niqab per coprire corpi e volti. I banchi al mercato chiudono durante le ore di preghiera; i negozi espongono in vetrina capi di abbigliamento islamico e le librerie sono tutte religiose. Le donne da lei intervistate dichiarano che la Francia è una dittatura basata sul laicismo (laïcité), che a loro dire è "un pretesto per attaccare i musulmani". Dicono anche di approvare il Regno Unito perché permette loro di indossare il velo integrale.

Un'altra giovane donna, Yasmina, spiega che, sebbene lei possa frequentare i locali notturni, di giorno però è costretta a indossare il velo e l'abaya [la lunga tunica nera]. E poi parla degli estremisti:

"In Inghilterra, sono liberi di esprimersi. Non parlano che di divieti, impongono la loro visione rigida dell'Islam, ma d'altra parte non ascoltano nessuno, soprattutto quelli che non sono d'accordo con loro".

Riferendosi alle scuole statali, la Samouri tratteggia "una islamizzazione dell'istruzione che è impensabile nella nostra repubblica [francese] laica". Poi, intervista Ali, un 18enne di origine francese, il cui padre si è radicalizzato. Il giovane racconta così la sua esperienza di educazione islamica:

"In questa città, ci sono molte scuole private musulmane e madrasse. Fanno tutte finta di predicare la tolleranza, l'amore e la pace, ma non è vero. Dietro le loro mura ci costringono a ripetere i versetti del Corano, a proposito di odio e intolleranza".

Ali parla della ferrea disciplina che gli è stata imposta, dei maltrattamenti subiti, delle punizioni che gli sono state inflitte per essersi rifiutato di imparare a memoria il Corano senza comprendere una parola o per aver ammesso di avere una ragazza.

La Samouri osserva che per i giovani predicatori musulmani "la legge della Sharia rimane la sola salvezza dell'anima e l'unico codice di leggi al quale dobbiamo fare riferimento". La giornalista intervista alcuni membri di un "tribunale" della Sharia prima di parlare con Gina Khan, una ex musulmana che fa parte dell'organizzazione anti-Sharia One Law for All. Secondo la giornalista, Gina Khan – una femminista laica – considera i tribunali "un pretesto per tenere le donne sotto pressione e un mezzo per i fondamentalisti religiosi grazie al quale estendere la loro influenza nella comunità".

Mobin, un altro adolescente di origine francese spiega come suo padre preferisca Birmingham alla Francia perché "si può indossare il velo senza problemi e si possono trovare scuole dove le classi non sono miste". Secondo il giovane, "Birmingham è un po' come un paese musulmano. Siamo tra noi, non ci mescoliamo agli altri. È difficile".

La stessa Samouri rileva come sia inquietante questo contrasto tra la Francia e l'Inghilterra musulmana. E lo sintetizza così:

"Uno stato dentro lo stato o piuttosto un'islamizzazione rampante di una parte della società, qualcosa che la Francia è riuscita ad evitare per ora, anche se il suo modello di laicità comincia a essere messo alla prova".

Un altro commentatore francese, ripubblicando l'articolo della Samouri, scrive: "Birmingham è peggio di Molenbeek" – il quartiere di Bruxelles che secondo The Guardian "sta diventando noto come l'epicentro del jihadismo in Europa".

Il paragone con Molenbeek può sembrare un po' esagerato. Ciò che è incomprensibile è che i giornalisti francesi si concentrino su una città britannica quando, in realtà, la situazione in Francia – nonostante il suo laicismo – è in qualche modo molto più grave che nel Regno Unito. Articoli recenti hanno rilevato il crescente amore per l'Islam della Francia e la sempre maggiore debolezza di quest'ultima di fronte alla criminalità islamista. Questa debolezza è incorniciata da un desiderio politicamente corretto di insistere su una politica multiculturalista, a costo di fidarsi degli estremisti musulmani e delle organizzazioni fondamentaliste. Il risultato? Gli attentati jihadisti in Francia sono stati tra i peggiori della storia. Si calcola che il paese ha circa 751 no-go zones ("zones urbaines sensibles"), luoghi in cui la violenza estrema scoppia di tanto in tanto e dove la polizia, i vigili del fuoco e altre forze dell'ordine non osano addentrarsi per paura di provocare ulteriore violenza.

Molte autorità nazionali e gran parte dei media negano l'esistenza di queste enclave, ma come di recente ha spiegato l'esperto norvegese Fjordman:

Se dite che esistono alcune zone in cui anche la polizia ha paura di addentrarsi, dove le normali leggi laiche del paese si applicano con difficoltà, allora è indiscutibile che zone di questo tipo esistono ora in diversi paesi dell'Europa occidentale. La Francia è uno dei più colpiti: ha un'alta concentrazione di immigrati arabi e africani, tra cui milioni di musulmani.

Nel Regno Unito, non esistono zone del genere, certamente non a questo livello. In molte città, ci sono enclave musulmane in cui un non musulmano può non essere il benvenuto; luoghi che assomigliano al Pakistan o al Bangladesh più che all'Inghilterra. Ma nessuno di questi posti è una no-go zone nel senso francese, tedesco o svedese – luoghi in cui la polizia, le ambulanze e i vigili del fuoco vengono aggrediti se entrano e in cui l'unico modo di accedervi (per spegnere un incendio, ad esempio) è sotto scorta armata.

La Samouri apre l'articolo scrivendo:

"Nei quartieri popolari della seconda città dell'Inghilterra, lo stile di vita settario degli islamisti tende a imporsi e minaccia di far saltare una società vittima della sua utopia multiculturalista".

Ha visto qualcosa che è sfuggito ai giornalisti britannici?

Il paragone con Molenbeek può non sembrare del tutto esagerato. In un report di un migliaio di pagine dal titolo "Terrorismo islamista: Analisi dei reati e degli attacchi nel Regno Unito (1998-2015)", realizzato dalla stimata analista Hannah Stuart per la Henry Jackson Society, Birmingham è citata più di una volta come la principale fonte di terrorismo della Gran Bretagna.[1]

Una conclusione che emerge dal rapporto è che le condanne per terrorismo sono raddoppiate negli ultimi cinque anni. Peggio ancora, il numero degli autori di reati che non erano già noti alle autorità è aumentato considerevolmente. Il coinvolgimento delle donne nel terrorismo, sebbene in misura minore rispetto agli uomini, "è triplicato nello stesso periodo". In modo allarmante, "proporzionalmente, i reati implicanti atti violenti come decapitazioni o accoltellamenti (pianificati o meno) sono aumentati di undici volte passando dal 4 per cento al 44 per cento" (p.xi).

Soltanto il 10 per cento degli attacchi è stato commesso da "lupi solitari", quasi l'80 per cento era affiliato, ispirato o collegato a reti dell'estremismo – con il 25 per cento legato ad al-Muhajiroun. Come sottolineato nel report, questa organizzazione (che ha assunto nomi diversi) un tempo era difesa da alcuni funzionari di Whitehall – una chiara indicazione questa dell'ingenuità del governo.

Immagine

Omar Bakri Muhammed, che ha fondato insieme ad Anjem Choudary l'organizzazione islamista britannica Al-Muhajiroun, nel 2013 ha ammesso in un'intervista televisiva che lui e Choudary hanno inviato jihadisti occidentali a combattere in molti paesi diversi. (Fonte dell'immagine: MEMRI video screenshot)

Una conclusione più importante è che esiste un chiaro nesso fra zone musulmane inaccessibili e terrorismo. Come sottolinea un articolo del Times sull'analisi della Henry Jackson Society, questo legame "è stato precedentemente negato da molti". Da un lato:

Quasi la metà di tutti i musulmani vive in quartieri dove i musulmani sono meno di un quinto della popolazione. Tuttavia, un numero sproporzionatamente basso di terroristi islamisti – il 38 per cento – proviene da tali quartieri. Nella città di Leicester, che ha una considerevole popolazione musulmana ben integrata, sono cresciuti soltanto due terroristi negli ultimi 19 anni.

Ma dall'altro lato:

Solo il 14 per cento dei musulmani britannici vive in quartieri dove i musulmani sono più del 60 per cento dei residenti. Tuttavia, il report rileva che il 24 per cento di tutti i terroristi islamisti proviene da tali quartieri. Birmingham, città con un'alta proporzione di musulmani che vivono isolati, è forse un esempio chiave del fenomeno.

Il rapporto continua asserendo:

In solo cinque – e tutte a Birmingham – delle 9.500 circoscrizioni del paese si contano 26 persone condannate per terrorismo, un decimo del totale nazionale. Queste circoscrizioni - Springfield, Sparkbrook, Hodge Hill, Washwood Heath e Bordesley Gree – annoverano zone piuttosto ampie dove la stragrande maggioranza della popolazione è musulmana.

A Birmingham, con 234mila musulmani residenti nelle sue 40 circoscrizioni, sono 39 le persone finora condannate per terrorismo. Questa cifra supera quella del totale degli arrestati per lo stesso reato nel West Yorkshire, Greater Manchester e Lancashire dove vivono circa 650mila musulmani, che sono quasi tre volte gli islamici residenti a Birmingham. Ci sono sacche di elevata segregazione nel nord dell'Inghilterra, ma sono molto più piccole di quelle di Birmingham.

Il maggior numero di persone condannate per terrorismo, 117, proviene da Londra, ma questa cifra è approssimativamente proporzionata al milione o poco più di musulmani residenti nella capitale.

L'autrice dello studio, Hannah Stuart, ha osservato che il suo lavoro ha sollevato "difficili interrogativi su come l'estremismo metta radici nelle comunità svantaggiate, molte delle quali hanno elevati livelli di segregazione. È necessario fare molto di più per sfidare l'estremismo e promuovere il pluralismo e l'integrazione in loco".

Molti osservatori dicono che Birmingham non ha superato questo test:

"È una situazione davvero strana", ha dichiarato Matt Bennett, consigliere dell'opposizione al Comune: "Si può avere questa comunità chiusa che è tagliata fuori dal resto della città in molti modi. La leadership del Comune non desidera in particolar modo interagire direttamente con le persone di origine asiatica – quello che le piace fare è conversare con qualcuno al quale poter 'offrire' il proprio sostegno".

Chiaramente, non stupisce affatto che la mancanza di integrazione sia la radice di un problema crescente. Questo è il tema centrale dell'importante rapporto che Madame Louise Casey ha presentato nel dicembre scorso al governo britannico. Commissionato dall'ex-premier David Cameron, "The Casey Review: A review into opportunity and integration" identifica alcune comunità musulmane (essenzialmente quelle costituite da immigrati pakistani e bengalesi e i loro figli) come le più resistenti all'integrazione in seno alla società britannica. Queste comunità fanno poco o nulla per incoraggiare i bambini a partecipare ad eventi, attività o momenti di formazione-non musulmani; molte delle loro donne non parlano una parola d'inglese e non svolgono alcun ruolo nell'ambito della società più ampia; e sono in parecchi a dire di preferire la legge islamica della Sharia alla legge britannica.

La Casey fa esplicitamente riferimento al famigerato piano del "Cavallo di Troia" scoperto nel 2014, un complotto di estremisti islamici per introdurre le dottrine e le pratiche salafite fondamentaliste in una serie di scuole di Birmingham – non solo scuole private di fede islamica, ma anche ordinarie scuole pubbliche (pp. 114 ff.): "volevano assumere il controllo di un certo numero di scuole di Birmingham per dirigerle conformemente ai rigorosi principi islamici...".

È importante rilevare che non si trattava di scuole "islamiche" o "confessionali". [L'ex-capo dell'antiterrorismo britannico] Peter Clarke, nel suo rapporto del luglio 2014 affermava:

"Ho potuto constatare che le scuole dove si ritiene siano accaduti questi fatti sono scuole pubbliche non confessionali...".

Clarke ha rilevato una serie di comportamenti inappropriati nelle scuole, come atti di bullismo, intimidazioni, modifiche dei programmi scolastici, proselitismo improprio in scuole non confessionali, disparità di trattamento e separazione. Ecco alcuni esempi specifici:

una discussione sui social media tra insegnanti è stata definita la "Park View Brotherhood", in cui le idee omofobiche, estremiste e settarie contenute erano diffuse alla Park View Academy e in altre scuole;
gli insegnanti lanciavano messaggi anti-occidentali nelle assemblee dicendo che i bianchi non avrebbero mai avuto a cuore gli interessi dei bambini musulmani;
l'introduzione delle preghiere del venerdì nelle scuole pubbliche non confessionali e le pressioni esercitate sul personale e gli studenti affinché vi partecipassero. In una scuola, è stato installato un sistema di diffusione sonora per chiamare gli allievi alla preghiera, e attraverso il quale un membro del personale rimproverava gli studenti che si trovavano nel cortile e non partecipavano alla preghiera e metteva in imbarazzo alcune ragazze per l'attenzione che veniva loro rivolta perché alle giovani con il ciclo mestruale non è consentito di partecipare alla preghiera; e
il personale di grado superiore che chiamava gli studenti e lo staff che non partecipavano alle preghiere "k****r". (Kuffar, il plurale di kafir, è un termine offensivo che sta per "miscredenti". Questo affronto riproduce la tecnica salafita di stigmatizzare i musulmani moderati o riformisti come non musulmani che possono essere uccisi perché apostati.)

La Casey poi cita la conclusione di Clarke:

"Ci sono state azioni coordinate, deliberate e continue, condotte da un certo numero di individui per introdurre un'etica islamica intollerante e aggressiva in alcune scuole di Birmingham. Tale obiettivo è stato conseguito in un certo numero di scuole acquisendo influenza sugli organi direttivi, nominando dirigenti scolastici o funzionari solidali, piazzando persone che condividessero le loro idee in posizioni chiave, e cercando di rimuovere i dirigenti scolastici che non erano compiacenti abbastanza".

Secondo la Casey, la situazione, anche se migliorata dal 2014, rimane instabile. E in una lettera inviata al ministro dell'Istruzione, la funzionaria governativa cita sir Michael Wilshaw, il capo dell'Ofsted, il servizio nazionale inglese di ispezione scolastica, che ha dichiarato non più tardi dell'8 luglio 2016, che la situazione "resta fragile", con:

una minoranza di persone della comunità che sono ancora intenzionate a destabilizzare queste scuole;
una mancanza di sostegno coordinato offerto alle scuole per istituire buone prassi;
una cultura della paura in cui gli insegnanti si trovano ad operare che è latente ma non è scomparsa;
un'intimidazione manifesta da parte di alcuni elementi della comunità locale;
una concertata resistenza all'educazione personale, sociale e alla salute (PSHE) e alla promozione della parità.

La Casey inoltre rileva altre due problemi esistenti soltanto a Birmingham, che fanno luce sulla popolazione musulmana della città. A Birmingham la stragrande maggioranza delle donne musulmane non conosce l'inglese (p.96) ed è presente il maggior numero di moschee (161) del Regno Unito (p. 125).

Da anni il governo britannico blandisce la popolazione musulmana. Il governo era chiaramente convinto che i musulmani si sarebbero integrati, assimilati e sarebbero diventati pienamente britannici, come avevano fatto i primi immigrati. Più di un sondaggio ha tuttavia mostrato che le generazioni più giovani sono ancor più fondamentaliste dei loro genitori e dei nonni, che sono arrivati direttamente dai paesi musulmani. Le generazioni più giovani sono nate in Gran Bretagna, ma all'epoca in cui l'Islam estremista sta crescendo a livello internazionale, in particolare nei paesi con cui le famiglie musulmane britanniche hanno stretti legami. Non solo, ma un gran numero di predicatori fondamentalisti continua a passare per le enclave musulmane inglesi. Questi predicatori tengono liberamente sermoni nelle moschee e nei centri islamici rivolti alle organizzazioni giovanili, nei collage e nei campi universitari.

Infine, vale la pena notare che Khalid Masood, un convertito all'Islam che ha ucciso quattro persone, ferendone molte altre, durante l'attacco sferrato a marzo davanti al Parlamento britannico, aveva vissuto a Birmingham prima di recarsi a Londra per fare il jihad.

È giunto il momento di pensare seriamente ai modi in cui la moderna tolleranza britannica dell'intolleranza e il consenso per un gradito multiculturalismo pacifista hanno favorito questa regressione. Birmingham è probabilmente il posto dove iniziare.

Denis MacEoin è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute. Ha appena finito di scrivere un libro sui motivi di preoccupazione riguardo all'Islam nel Regno Unito.




https://it.gatestoneinstitute.org/10415 ... ra-francia

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

23/06/2017, 16:23


I jihadisti stanno conquistando l'Europa?

di Giulio Meotti
21 giugno 2017

Pezzo in lingua originale inglese: Are Jihadists Taking over Europe?


Nei quattro paesi europei più colpiti dagli attacchi terroristici – Gran Bretagna, Francia, Belgio e Germania – il numero degli estremisti ufficiali ha raggiunto i 66.000. Un vero esercito, in servizio attivo.

Il riscatto chiesto dai terroristi è già visibile: hanno destabilizzato il processo democratico in molti paesi europei e stabiliscono le condizioni per l'esercizio della libertà di espressione. Una presa di controllo jihadista dell'Europa non è più impensabile. Gli estremisti islamici stanno già raccogliendo ciò che hanno seminato: sono riusciti a sconfiggere Geert Wilders e Marine Le Pen, gli unici due candidati europei che volevano davvero combattere l'Islam radicale.

L'Europa potrebbe essere conquistata nello stesso modo in cui lo Stato islamico ha preso il controllo di gran parte dell'Iraq: con soltanto un terzo del territorio iracheno.

Secondo alcuni media, "la Germania sta costruendo in silenzio un esercito europeo sotto il suo comando". La cancelliera tedesca Angela Merkel, dopo lo scontro con il presidente americano Donald Trump, sembra voler investire insieme alla Francia in un esercito europeo.

Attualmente, però, esiste un solo vero esercito in Europa: l'esercito jihadista, ovvero i terroristi che il 3 giugno hanno colpito Londra e ucciso sette persone, appena due settimane dopo la strage di Manchester.

Nei quattro paesi europei più colpiti dagli attacchi terroristici – Gran Bretagna, Francia, Belgio e Germania – il numero degli estremisti ufficiali ha raggiunto i 66.000. Un vero esercito, in servizio attivo. I funzionari dell'intelligence hanno identificato 23 mila estremisti islamici residenti in Gran Bretagna come potenziali terroristi. Questa cifra rivela la reale portata della minaccia jihadista nel Regno Unito. L'entità della sfida islamista che i servizi di sicurezza si trovano a dover affrontare è stata rivelata dopo le forti critiche espresse in merito alle numerose occasioni trascurate di fermare l'attentatore suicida di Manchester.

Le autorità francesi sorvegliano 15 mila islamisti, secondo un database creato nel marzo 2015 e gestito dall'Unità di coordinamento della lotta antiterrorista (Uclat). Altri sondaggi indicano che il numero degli islamisti radicali presenti in Francia potrebbe addirittura arrivare a 20 mila.

In Belgio, la lista delle persone schedate dai servizi antiterrorismo è sempre più lunga passando da 1.875 sospetti nel 2010 a 18.884 nel 2017. A Molenbeek, il celebre nido jihadista di Bruxelles, la capitale dell'Unione Europea, i servizi di intelligence monitorano 6.168 islamisti. Si pensi a questo: 18.884 jihadisti belgi rispetto a 30.174 soldati belgi in servizio attivo.

In Germania, il numero dei potenziali jihadisti è esploso da 3.800 nel 2011 a 10 mila, secondo Hans-Georg Maassen, direttore dell'Ufficio per la protezione della Costituzione (l'agenzia di intelligence interna della Germania).

Questi islamisti hanno costruito una potente infrastruttura del terrore nelle città europee. Tali basi del terrore sono enclave multiculturali, volontariamente isolate dal resto della popolazione, in cui i musulmani estremisti promuovono il fondamentalismo islamico e applicano la Sharia, la legge islamica – come i Tower Hamlets Taliban, nella parte orientale di Londra; le banlieu francesi e il "triangolo della sharia" dell'Aja, conosciuto nei Paesi Bassi come "mini-califfato". Questi musulmani estremisti possono tranquillamente procurarsi le armi dai Balcani, dove, grazie alle frontiere aperte dell'Europa, sono in grado di recarsi con facilità. Essi possono anche ottenere il denaro dall'estero, grazie a paesi come il Qatar e l'Arabia Saudita. Questi islamisti hanno inoltre la capacità di autofinanziarsi con l'aiuto delle moschee che controllano e attraverso le "risorse umane" offerte dai migranti che attraversano il Mediterraneo in massa.

Ventitremila potenziali jihadisti nel Regno Unito, 18 mila in Belgio, 10 mila in Germania, 15 mila in Francia. Che cosa ci dicono questi numeri? Che si potrebbe avere una guerra in Europa "nel giro di pochi anni", come ha dichiarato il capo dell'esercito svedese, il generale Anders Brännström, ai suoi uomini.

Si pensi agli attacchi terroristici che hanno avuto luogo in Europa dal 1970 al 2015:

"4.724 persone sono morte in attentati, 2.588 sono state assassinate, 2.365 sono state vittime di aggressioni, 548 sono state prese in ostaggio, 159 sono morte a causa di dirottamenti aerei e 114 in seguito ad attacchi ad edifici. Migliaia di persone sono rimaste ferite o sono scomparse".

Il terrorismo in Europa ha ucciso 10.537 persone in 18.803 attacchi segnalati come tali e la situazione è sempre più grave:

"Negli attentati del 2014 e 2015 è stato registrato il più alto numero di vittime, i terroristi colpiscono civili, funzionari governativi, imprese e media, in tutta Europa dal 2004".

Una presa di controllo jihadista dell'Europa non è più impensabile. Gli estremisti islamici stanno già raccogliendo ciò che hanno seminato: sono riusciti a sconfiggere Geert Wilders e Marine Le Pen, gli unici due candidati europei che volevano davvero combattere l'Islam radicale. E se domani questi islamisti armati attaccheranno il Parlamento a Roma, i seggi elettorali a Parigi, le basi dell'esercito in Germania o le scuole londinesi, sferrando un attacco simile a quello di Beslan?

Il riscatto chiesto dai terroristi è già visibile: hanno destabilizzato il processo democratico in molti paesi europei e stabiliscono le condizioni per l'esercizio della libertà di espressione. Sono riusciti a esercitare pressioni sull'Europa per spostare il fronte di battaglia dal Medio Oriente all'Europa stessa. Di tutti i soldati francesi impegnati nelle operazioni militari, la metà è stata utilizzata su tutto il territorio nazionale; e in Italia, più della metà dei soldati italiani è impegnata nell'operazione "Strade sicure", per garantire la sicurezza nelle città della Penisola.

Immagine

Dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001, gli Stati Uniti hanno deciso di combattere gli islamisti in Afghanistan e in Iraq, per non dover combatterli a Manhattan. L'Europa ha scelto di fare esattamente il contrario, come se avesse accettato di trasformare le proprie città in una nuova Mosul.

Se i leader europei non agiscono ora per distruggere il nemico all'interno, si potrà prefigurare uno "scenario afgano", in cui gli islamisti controlleranno una parte del territorio dal quale lanciare attacchi contro le città. L'Europa potrebbe essere conquistata nello stesso modo in cui lo Stato islamico ha preso il controllo di gran parte dell'Iraq: con soltanto un terzo del territorio.


https://it.gatestoneinstitute.org/10562 ... sti-europa

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

23/06/2017, 16:34

A mio parere il terrorismo islamico non ha destabilizzato niente e non ha nemmeno cambiato più di tanto le abitudini della persone. La gente continua a frequentare concerti etc. come faceva prima. Magari ci sono dei timori in più ma la vita continua come sempre a parte una maggior presenza di Forze Armate sul territorio ma questo è conseguenziale.

Potranno anche fare altri attentati, anche più importanti, ma la loro battaglia è comunque perdente. Lo "Stato Islamico" è stato un fallimento, li stanno decimando e per quanto possano colpirci non avranno mai la meglio nei loro folli piani tipo conquistare Roma con tanto di bandiera sul Colosseo. Questo fenomeno dello jihadismo sfumerà com'è finito il terrorismo palestinese degli anni 70/80.

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

23/06/2017, 19:09

si ma questo finto terrorismo serve per attuare quello che si vede nella foto sopra in tutte le capitali e medie grosse città. più altre restrizioni.

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

23/06/2017, 21:32

xfabiox ha scritto:si ma questo finto terrorismo serve per attuare quello che si vede nella foto sopra in tutte le capitali e medie grosse città. più altre restrizioni.

Ad esempio?

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

23/06/2017, 22:33

sottovento ha scritto:
xfabiox ha scritto:si ma questo finto terrorismo serve per attuare quello che si vede nella foto sopra in tutte le capitali e medie grosse città. più altre restrizioni.

Ad esempio?

1 restrizioni per evitare che si scioperi
2 restrizioni per evitare che si protesti
3 restrizioni per ......

Medioevo: Monarca che PAGA i guerrieri, che schiacciano e derubano coloro che producono ricchezza, cioè il cibo.
E' da quando l'uomo, dopo il diluvio universale è diventato stanziale ed ha iniziato a conservare il cibo che la faccenda va avanti.

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

24/06/2017, 15:41

Finchè non si capirà che il Wahabismo ed i Salafismo sono associazioni EVERSIVE che hanno come obiettivo il sovvertimento dell'ordine democratico occidentale in favore dell'instaurazione di monarchie teocratiche e non si faranno leggi ad hoc non si potrà contrastare efficacemente il fenomeno. Così come non sarebbero tollerabili associazioni di stampo Brigadista Rosso così non devono essere tollerati centri di cultura, moschee o Imam che si rifanno al Wahabismo. Ma... ops, la Grande Moschea di Roma la hanno costruita i Sauditi... quindi?

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

24/06/2017, 16:10

Personalmente non credo alla teoria complottistica che il terrorismo islamico sia un elemento per imbavagliare e controllare le società occidentali. Se così fosse avrebbero potuto sfruttare allo stesso scopo il terrorismo degli anni 70. In quel periodo infatti fra Brigate Rosse, estremismo di destra, terrorismo palestinese etc. avevano tutti gli elementi per instaurare uno stato di polizia, perché attendere fino ai giorni nostri?

Nel corso dei secoli il mondo è sempre stato caratterizzato da guerre, invasioni, crisi economiche e carestie, questo è solo uno dei tanti periodi che nella storia si alternano a periodi migliori. Poi magari mi sbaglio e andiamo incontro a un totalitarismo, allo sfascio dell'Europa e a delle nuove dittature, il contesto attuale consente certamente di fare diverse ipotesi molte certamente angoscianti. Anche nella 2 guerra mondiale siamo andati vicini a un dominio nazista ma alla fine non è andata così, magari anche nei prossimi anni certi fenomeni si ridimensioneranno e si avranno periodi migliori. Bisogna sempre essere realisti ma anche conservare una dose di sano ottimismo e non perdere le speranze altrimenti si rischia di vivere nell'angoscia e già la vita è abbastanza difficile di suo.

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

24/06/2017, 18:40

Sottovento infatti hai mai sentito parlare di "strategia della tensione"?
Tutti quei fenomeni che citi negli anni '70 sono serviti proprio a consolidare il controllo USA sull'Italia ed a scongiurare una virata verso il sistema del blocco comunista.
Anche lì c'era una bella regia dietro

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

24/06/2017, 18:57

Meryddin ha scritto:Sottovento infatti hai mai sentito parlare di "strategia della tensione"?
Tutti quei fenomeni che citi negli anni '70 sono serviti proprio a consolidare il controllo USA sull'Italia ed a scongiurare una virata verso il sistema del blocco comunista.

Appunto! Ma quel controllo degli Usa sull'Italia non ha mai creato ne una dittatura ne tantomeno restrizioni alla libertà del popolo. Oggi con gli attentati di matrice islamica c'è chi cerca di sostenere che invece l'obiettivo sia proprio quello cioè destabilizzare per controllare. Quando esisteva Stay Behind c'era uno scopo (condivisibile o meno) ed esso era combattere il comunismo. Oggi non esiste nessuna motivazione per destabilizzare e oltretutto a parte la Brexit tutti gli altri paesi hanno eletto leader europeisti quindi seguendo una teoria complottistica dovrebbero destabilizzare proprio l'Italia visto che fra tutti è l'unico paese che "rischia" tra virgolette una deriva populista con Lega e 5 Stelle entrambi favorevoli all'uscita dall'euro e invece in Italia mai nessun attentato jihadista.

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

24/06/2017, 20:57

si, condivido quello che dici, avevo male interpretato il tuo post allora.
Non credo neanche io che quello sia l'obbiettivo immediato. Piuttosto l'Isis ha la funzione di destabilizzare il medio oriente e di scatenare un conflitto mondiale con Russia, Iran e poi Cina da una parte ed USA, Europa e monarchie del golfo dall'altra. La dittatura, nella testa di questi maledetti burattinai, verrà a seguire...

Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !

24/06/2017, 21:13

Una guerra atomica non è scoppiata durante la guerra fredda, non vedo perché dovrebbe scoppiare per l'Isis. Casomai potrebbe scoppiare (e li ho dei timori) a causa della Corea del Nord perché prima o poi Kim farà qualche test più pesante con qualche atomica più potente e con qualche vettore capace realmente di colpire il territorio americano. Li si vedrà realmente quanto ai leader di paesi come Cina e Russia importino i destini del pianeta rispetto alla Corea del Nord.

Per come la vedo io l'Isis è solo il sottoprodotto di una destabilizzazione del Medioriente dovuta a quelle (stupide e inutili) campagne militari americane atte a far fuori Saddam e Gheddafi e per togliere di mezzo Assad). Come si può notare non sono poi così filoamericano come sembra!

Ma l'Isis come prodotto Usa ce lo vedo poco. Alla fine il cosiddetto Stato Islamico è stato ridotto a un francobollo, Al Baghdadi è probabilmente morto e a parte alcuni (certo devastanti) attentati in Europa non hanno ottenuto nulla dei loro folli piani. Non mi pare che come complotto stia funzionando bene, tutt'altro. Se poi vogliamo addebitare indirettamente l'Isis alle azioni occidentali inteso come reazione integralista sotto forma di terrorismo allora sono d'accordo ma secondo me le uniche due cose che stanno destabilizzando l'Europa si chiamano: immigrazione e crisi economica e li più che strumenti di controllo occorrono politici cazzuti, controllo dell'immigrazione e riduzione delle tasse.
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