Non importa da dove arrivano le bastonate a Renzi, l' importante è che arrivino.
Susanna Ceccardi: "Ho combattuto contro l'odio e l'intolleranza del PD. Ed ho vinto"
"Hanno bloccato il mio profilo Facebook ed è partita una campagna di boicottaggio contro Cascina. L'ex sindaco mi ha chiamato 'ragazzetta' e subisco attacchi personali. Ma la gente è dalla mia parte"
Marco Dozio
di Marco Dozio
Fosse stata donna di sinistra, dell’apparato Pd, l’avrebbero osannata. Avrebbero ricamato editoriali e servizi televisivi sulla bravura, sulla determinazione politica, sulla giovane età della 29enne Susanna Ceccardi, primo sindaco leghista in Toscana e soprattutto primo politico a spezzare il monopolio Pd nella Cascina rossa da 70 anni. L’intellighenzia e i media di regime ne avrebbero preso le difese prima e dopo il ballottaggio, scandalizzandosi per l’appellativo sprezzante di “ragazzetta” affibbiatole dal livoroso Alessio Antonelli, l’ex sindaco sconfitto. Avrebbero parlato di discriminazione, sessismo, attentato alla dignità delle donne. Nulla di tutto questo. Né prima né ora che gli attacchi personali si moltiplicano. Strumentalizzando l’impossibile, come accade in questi casi: inventando, per esempio, una polemica su un vecchio post in cui Ceccardi esprime un’opinione personale sulla canzone Imagine di Lennon. I democratici amministratori di Facebook, campioni della libertà di parola, le hanno bloccato il profilo per 72 ore in seguito alle segnalazioni degli odiatori di professione. Infine il ridicolo tentativo di boicottare le attività commerciali di Cascina, con l’invito via social network a evitare gli acquisti nei negozi che non esporranno cartelli anti-Ceccardi. Manifestazioni di odio e di intolleranza tipici di certa sinistra, persino di governo e “moderata”.
Gli attacchi personali nei suoi confronti si sono moltiplicati dopo la vittoria. È il senso democratico di chi non sa accettare le sconfitte?
È partita una polemica assurda su un post in cui commentavo le parole della canzone Imagine di Lennon. Solo per questo la mia pagina è stata segnalata e Facebook ha bloccato il mio profilo per 72 ore. Io ora non posso nemmeno rispondere. In quel post di gennaio commentavo una manifestazione dell’ex sindaco, in cui i bambini erano impegnati a cantare Imagine. Ho espresso solo una mia opinione, anche provocatoria se si vuole, ma non così dissimile dall’interpretazione fornita dallo stesso Lennon. Fino a prova contraria esiste la libertà di espressione. Non sanno più a cosa attaccarsi.
Sui social network è partita una campagna di boicottaggio ai danni delle attività commerciali di Cascina? La “colpa” sarebbe quella di aver votato per un sindaco leghista?
Hanno lanciato un hashtag per boicottare le attività commerciali di Cascina, in cui si esorta a non fare acquisti in quei negozi che non esporranno un cartello contro di me. Niente benzina, niente pranzi, niente acquisti dagli esercenti che non si dissoceranno pubblicamente dal sindaco. L’odio contro l’avversario politico che ha vinto democraticamente le elezioni arriva fino a questo punto.
Ricordiamo l’atteggiamento sprezzante dell’ex sindaco Antonelli, che l’ha chiamata “ragazzetta”.
Mi ha chiamato ragazzetta, ha detto che non ero al suo livello, mi ha definito xenofoba e fascista. Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci.
Com’è possibile che nel 2016 la cosiddetta sinistra di governo ricorra a slogan adolescenziali tipo “Cascina Libre”, “No pasaran”, “Cascina resiste” e “Cascina non si Lega”?
È successo e questo dà la misura del livello infimo in cui era precipitata la campagna elettorale del mio avversario. Pochi giorni prima del ballottaggio l’ex sindaco aveva diffuso un volantino con questi slogan da centro sociale. Che evidentemente non hanno funzionato. Anzi, probabilmente hanno sortito l’effetto opposto.
Lei è riuscita voltare pagina dopo 70 di giunte rosse. Come ha impresso questa svolta culturale?
Siamo riusciti a farlo puntando sui temi amministrativi. Mentre la sinistra l’ha buttava in caciara ideologica gridando “aiuto arrivano i fascisti e gli estremisti” e producendo quegli slogan da centro sociale. Noi abbiamo dato un’altra immagine, abbiamo evitato di rispondere alle estremizzazioni e alla volontà di alzare l’asticella dello scontro a tutti i costi.
Un approccio concreto e non ideologico?
Esatto. Abbiamo raccontato quello che Antonelli non ha fatto in questi 5 anni cosa potremo fare noi nei prossimi 5, puntando sui temi concreti. Cascina, secondo un rapporto della Cisl, è il comune che in tre anni ha maggiormente alzato le tasse in Toscana: più 197% in tre anni di aliquote comunali. Hanno raddoppiato l’aliquota Irpef e la tassa sul suolo pubblico, per non parlare del balzello sulla preiscrizione agli asili nido.
Ha impostato anche un diverso rapporto con la città?
Una questione di metodo, anzitutto: mentre il sindaco si chiudeva in una stanza e si spostava con due autisti, senza mai farsi vedere dalla gente, io non ho mai rinunciato al confronto con la città, nemmeno quando i risultati come Lega erano poco confortanti.
Ci racconta la sua ascesa politica? Come ha vissuto da leghista in terra rossa?
Sono stata eletta 5 anni fa, prima consigliera leghista in provincia di Pisa. La Lega prese il 4,5%. Ora come voto di lista siamo arrivati al 21%. Nel 2013 prendemmo lo 0,6% alle politiche, per dire. Ma anche allora non rinunciammo a farci vedere tra la gente. Non abbiamo mai nascosto la testa sotto la sabbia, non abbiamo cambiato partito come hanno fatto altri. Abbiamo perseverato nelle nostre convinzioni e alla fine ci siamo portati la gente dalla nostra parte. Avevamo ragione noi.
Come sta vivendo questi primi giorni da sindaco?
Stiamo componendo la giunta, ma soprattutto stiamo prendendo visione di quello che ci ha lasciato l’amministrazione negli ultimi 70 anni. La pentola non l’abbiamo mai aperta, è sempre stata chiusa e ora tocca a noi scoperchiarla. Ci sono provvedimenti già firmati dalla precedente giunta che non condivido.
Un esempio?
Ho subito dato disposizione di disdire la quota Anci per l’anno prossimo. Risparmiando 11mila euro in solo un giorno. Poi ci sono i 1.900 della quota Aiccre, sezione italiana del consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa, un altro carrozzone. Sto già cominciando a sfoltire, siamo solo all’inizio. Con l’assessore al bilancio e probabilmente con una società di revisione faremo un’analisi del precisa dei conti, per avere una fotografia esatta di quello che ci hanno lasciato.
Lei è stata votata da elettori di sinistra?
Sì, da tantissimi elettori di sinistra. Dal primo turno al ballottaggio abbiamo guadagnato 3.500 voti. Erano 5486, al ballottaggio sono diventati quasi 9.000. Molte persone di sinistra mi hanno votato con tanto di endorsement pubblico. Anche di estrema sinistra. Il presidente dell’Unione inquilini della provincia di Pisa Virgilio Barachini, già di Democrazia proletaria, mi ha pubblicamente sostenuto al ballottaggio dicendo che apprezzava le mie soluzioni sull’emergenza abitativa.
Ha ottenuto consensi anche dagli elettori del M5S.
La dirigenza del M5S non ha fatto endorsement a mio favore, ma tanti elettori del Movimento 5 stelle si sono espressi dicendo che mi avrebbero votato al ballottaggio. Credo di essere stata scelta dalla quasi totalità degli elettori M5S tornati a votare al secondo turno.
La sua vittoria è clamorosa e storica, ma il trend in Toscana racconta di un Pd perdente e in grande difficoltà.
Ma non è solo il Pd renziano a perdere. L’ex sindaco è un pupillo del presidente della Regione Enrico Rossi. Alle scorse elezioni vinse col 67%, ora ha perso. Rossi si è speso personalmente per Antonelli ed è venuto qui a chiudere la campagna elettorale. I candidati nelle altre città erano di area renziana, l’unico vicino a Rossi era proprio Antonelli. Segno che il Pd ha perso nel suo insieme. Avevano pure fatto i manifesti “Sto con Enrico (Rossi) e sto con Alessio (Antonelli)”. Io ho risposto con Enrico “stai sereno” e Alessio “stai sereno”.