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greenwarrior ha scritto:
Se è per quello, allora siamo tutti burattini.


Non tutti allo stesso modo Green..... per fortuna.



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MessaggioInviato: 13/01/2011, 14:29 
Chi di secessione ferisce [:p].....



Belluno chiede l’annessione al Trentino

Oltre 17mila firme costringono la giunta della provincia a pronunciarsi a favore del referendum. Un duro colpo per la Lega e per il federalismo fiscale

di Emiliano Liuzzi

Purché secessione sia. Un’intera provincia, quella di Belluno, tra le più leghiste d’Italia col 35 per cento di consensi per il Carroccio, chiede di traslocare dal Veneto al Trentino Alto Adige. Oltre 17.000 firme hanno costretto la giunta provinciale a pronunciarsi a favore del referendum, creando una pericolosa frattura all’interno della Lega nord che, al momento di votare, si è spaccata. In barba al capo, Umberto Bossi, quello del federalismo o morte, i leghisti del profondo nord chiedono la secessione, e questa volta dal nord.

Una corsa ai denari di cui possono godere province e regioni autonome? Ovvio che sì. Se la Lega crede nel federalismo fiscale, i leghisti dimostrano di trovarlo uno spauracchio. E puntano a quelle autonomie che i soldi li hanno già garantiti. La richiesta, unica, di una provincia intera che chiede il trasferimento, è motivata anche da una specificità molto più simile a quella del Trentino Alto Adige che al Veneto, uniti da quel patrimonio che sono le Dolomiti. Ma alla base resta la voglia di autodeterminarsi, lontani da Venezia e dal Veneto, e di non sopportare più i tagli, le poche risorse al turismo, il meno 25 per cento alla sanità in montagna, la chiusura dell’università di Feltre.

Così, insieme ad altri 500 comuni di confine, quasi tutti a maggioranza leghista, Belluno e la sua provincia dicono addio alla linea di Bossi, fino a oggi mai contraddetto, neppure sulle piccole questioni, pena l’espulsione, come avvenne qualche anno fa per Donato Manfroi e Paolo Bampo, parlamentari leghisti della prima ora, solo per citare le più eclatanti.

E non è che il senatur non si fosse pronunciato sull’argomento. Alla cena degli ossi, incalzato dai cronisti del Corriere delle Alpi, aveva detto: “L’autonomia è difficile, ma stiamo cercando di darvi un po’ di soldi in più, di aiutarvi, perché lo sappiamo cosa succede quanto si fa fatica e si vedono vicini che stanno bene come le province di Trento e Bolzano. Però dobbiamo portare a casa il federalismo fiscale, questa è la linea della Lega. E vedrete che le cose cambieranno”. Più o meno la risposta data da Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto, in un primo quasi ironico nei confronti degli autonomisti, ma che ieri è stato costretto ad abbassare i toni: “Pensiamo al federalismo, quella è la nostra strada”.

Più esplicito ancora era stato il ministro Roberto Calderoli: ”Il referendum? Cos’è ‘sta roba? Non se ne parla nemmeno. Con la riforma federalista, tutte le Province e le Regioni diventeranno speciali, autonome, quindi non c’è alcun bisogno di questa fuga in avanti. Sarà in questo modo che risponderemo alle attese dei bellunesi”.

Ma da oggi la Lega dovrà fare i conti con la linea secessionista di uno dei suoi territori più cari e che forse aveva sottovalutato: con ventuno voti favorevoli (di cui uno “tecnico” del leghista Cesare Rizzi) e due contrari (Renza Buzzo Piazzetta e Gino Mondin, Lega) il Consiglio provinciale di Belluno ha approvato la richiesta di dare avvio all’iter per il referendum. Un referendum che dovrebbe portare, nelle intenzioni del Comitato e delle 17.500 persone che hanno firmato, al distacco della Provincia dalla Regione Veneto e alla aggregazione al Trentino Alto Adige. Nelle tre ore di discussione, seguite in diretta dalle tv locali, i consiglieri provinciali hanno parlato dei problemi del Bellunese: dallo spopolamento al disagio di vivere in montagna, alle disparità economiche che ci sono sono con i vicini del Trentino Alto Adige.

Ma cosa accadrà adesso dal punto di vista formale? Quello referendario è uno slogan o una possibilità concreta? Intanto la Provincia di Belluno dovrà avviare l’iter, inviando il pronunciamento dell’assemblea al ministero dell’Interno con la richiesta di indizione del referendum, in teoria entro sei mesi. Un referendum che, anche se previsto dall’articolo 132 della Costituzione, non si è mai svolto in questi termini. Il ministro poi dovrebbe trasferire il plico alla Cassazione, che verificherebbe l’ammissibilità del quesito e, se la risposta fosse positiva, un decreto del presidente della Repubblica indirrebbe il referendum nel giorno ritenuto più opportuno. Ma è ma molto probabile che le eccezioni vengano fatte sul nascere e che il referendum resterà solo una dimostrazione. Forte, ma pur sempre una dimostrazione politica che non avrebbe esito concreto.

Una grana, soprattutto per la Lega. Già, perché a Belluno vanno aggiunti gli altri 500 e passa Comuni, riuniti sotto la sigla dell’Asscomiconf, l’associazione dei Comuni di confine, che vogliono cambiare casa: chi sta in Veneto chiede l’Alto Adige, il Trentino o il Friuli Venezia Giulia, chi è in Piemonte in Lombardia vuole la Valle d’Aosta. E così via. Una secessione nelle roccaforti del partito che un’altra secessione, quella dal sud del Paese, l’ha predicata fin troppo. Fino a trovarsela, oggi, come un problema interno.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01 ... ino/86070/



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MessaggioInviato: 13/01/2011, 15:02 
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Blissenobiarella ha scritto:

Chi di secessione ferisce [:p].....


Spettacolare....



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MessaggioInviato: 13/01/2011, 18:30 
Se ci fosse già stato un federalismo serio, fatti come questo non accadrebbero.
Mi stupisce che non abbiate compreso il senso di quel referendum, è la stanchezza di quei comuni veneti al confine con il Trentino, ma non verso la Lega, bensi verso lo stato che non li ha mai considerati come degni interlocutori economici e politici, ma solo entità da spremere.
E' una mossa che serve ad accellerare l' attuazione del federalismo fiscale, una spintarella perchè si proceda celermente con i decreti attuativi.



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Caro Green...,illuminami!:
Se in Sicilia dopo un referendum sull'Indipendenza vincessero i si,la Costituzione Italiana prevede la legittimazione del risultato?.


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No. [:p]



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MessaggioInviato: 14/01/2011, 21:56 
E per quale motivo l'Italia appoggia l'Indipendenza del Kossovo e per altri popoli che la vogliono con il consenso unanime della loro popolazione?,se si considera anche che la maggioranza della popolazione è Albanese!,non è una contraddizione?.


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MessaggioInviato: 15/01/2011, 09:50 
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bleffort ha scritto:

Caro Green...,illuminami!:
Se in Sicilia dopo un referendum sull'Indipendenza vincessero i si,la Costituzione Italiana prevede la legittimazione del risultato?.


Per permettere una simile eventualità, l' Italia dovrebbe essere uno stato confederale come la Svizzera.
Godete già di ottima autonomia, cominciate a sfruttarla a dovere.[;)]



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greenwarrior ha scritto:

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bleffort ha scritto:

Caro Green...,illuminami!:
Se in Sicilia dopo un referendum sull'Indipendenza vincessero i si,la Costituzione Italiana prevede la legittimazione del risultato?.


Per permettere una simile eventualità, l' Italia dovrebbe essere uno stato confederale come la Svizzera.
Godete già di ottima autonomia, cominciate a sfruttarla a dovere.[;)]

Se fosse per me...,purtroppo " tanti" si riempiono la pancia con la finta Unità.


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MessaggioInviato: 16/01/2011, 11:33 
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bleffort ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:

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bleffort ha scritto:

Caro Green...,illuminami!:
Se in Sicilia dopo un referendum sull'Indipendenza vincessero i si,la Costituzione Italiana prevede la legittimazione del risultato?.


Per permettere una simile eventualità, l' Italia dovrebbe essere uno stato confederale come la Svizzera.
Godete già di ottima autonomia, cominciate a sfruttarla a dovere.[;)]

Se fosse per me...,purtroppo " tanti" si riempiono la pancia con la finta Unità.


Hai ragioni da vendere.
State pagando la truffa del plebiscito.[;)]



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MessaggioInviato: 19/01/2011, 00:15 
Tremonti ordina, la Sicilia “secede”. Per la Regione la finanziaria nell’isola non vale: “Spendiamo come ci pare”

http://www.blitzquotidiano.it/


Tremonti ordina, la Sicilia “secede”. Il governo dell’isola, autonomo eccome se autonomo, ha deciso e fatto sapere che laggiù la legge finanziaria non vale. C’è ma non si applica perché la Regione Sicilia pratica la secessione del portafoglio. Ora e subito, altro che Bossi che aspetta il federalismo. Nessuno può mettere bocca su come la Sicilia gestisce la sua spesa, non se lo sogni il Ministro Tremonti e non ci speri lo Stato Centrale. A Palermo hanno infatti deciso che non saranno applicate le norme contro gli sprechi negli enti locali e di contenimento della spesa introdotte dalla finanziaria di due anni fa e poi successivamente inasprite.
A stabilirlo è una circolare emanata dal dipartimento delle Autonomie locali che porta la firma dell’assessore Caterina Chinnici che giudica “le disposizioni, seppur finalizzate alla riduzione dei costi connessi al funzionamento degli organi rappresentativi ed esecutivi degli enti locali, refluiscono in maniera rilevante sullo status di amministratore locale e sull’assetto ordinamentale e organizzativo degli enti medesimi, materia riservata dallo Statuto alla potestà legislativa esclusiva della Regione siciliana”. In altre parole potrebbe suonare come “iniziativa lodevole quella di ridurre la spesa, ma noi facciamo come ci pare”. Perché, si noti la grazia burocratica del termine scelto, le iniziative del governo di Roma “refluiscono”, cioè toccano anche la spesa pubblica in Sicilia. Quindi la legge di Tremonti e di Roma vale solo se non “refluisce”.
Ma non è tutto perché l’assessore, con la sua circolare che ha ottenuto il benestare dell’ufficio legislativo e legale della Regione, ricorda a tutti che la Sicilia può non applicare il divieto di cumulo degli emolumenti per i parlamentari nazionali ed europei e per i consiglieri regionali e può mantenere il rimborso forfettario e onnicomprensivo delle spese diverse da quelle di viaggio dovuto agli amministratori autorizzati per mandato a recarsi fuori dal capoluogo del comune. Per cui, oltre a non poter dire alla Sicilia come spendere, non si può nemmeno dire ai suoi amministratori quanti incarichi possono ricoprire contemporaneamente. A garantire tutto questo ci pensa l’articolo 119 della Costituzione che sancisce l’autonomia finanziaria e di spesa delle Regioni, ricorda sempre la Chinnici, che ha tenuto a precisare anche ”Nessuno stop a tutte quelle disposizioni per la riduzione dei costi della politica introdotte con la Finanziaria nazionale dal ministro Tremonti che, però, così come chiarito dall’Ufficio legislativo e legale, non si applicano in Sicilia vista la potestà esclusiva della Regione in materia”. Il Ministro può quindi stare tranquillo, la bocciatura siciliana della finanziaria non è per tutti, nelle altre Regioni, la Sicilia bontà sua concede, rimane valida.



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MessaggioInviato: 20/01/2011, 17:03 
I Comuni bocciano il federalismo. Bossi: «O passa oppure si va al voto»
Chiamparino: «Così non va assolutamente». Il Senatùr: «Se bocciato si torna alle urne, Berlusconi è d'accordo»


ROMA - Il testo del decreto sul fisco municipale contiene al suo interno «molte incertezze su numerosi punti fondamentali per la vita dei Comuni italiani. Così non va assolutamente e preghiamo il governo di apportare gli opportuni chiarimenti quanto prima»: è il parere espresso oggi dal presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, secondo il quale «il provvedimento licenziato dal ministro Calderoli e ora all'attenzione della commissione Bicamerale per il federalismo è dominato da confusione e incertezza, che probabilmente sono il prodotto dell'attuale fase politica che governo e Parlamento stanno vivendo». Ma il federalismo è anche, almeno per il momento, il cemento che continua a tenere insieme la maggioranza e a sancirlo è stato il vertice di mercoledì sera a Palazzo Grazioli tra Berlusconi e lo stato maggiore leghista andato avanti fino a notte fonda. «Ieri abbiamo sancito che se non si passa il federalismo, si va al voto - ha fatto sapere oggi Umberto Bossi, sintetizzando l'esito della riunione -. Berlusconi è d'accordo. Ma passa al 100%».

PRONTI AL CONFRONTO - Quanto agli enti locali, il leader dell'Anci si è detto comunque disponibile all'apertura di una fase di interlocuzione in conferenza unificata. Se però - ha avvertito - il governo dovesse dire no a questa ipotesi, preferendo il solo iter parlamentare, «allora l'Anci non si schiererebbe per evitare inaccettabili torsioni politiche».

IL RUOLO DEL COLLE - «Abbiamo sancito che se non si fa il federalismo si va a votare. Questo è l'accordo stretto ieri» ha precisato il Senatùr. Ma Bossi è convinto che non succederà: «La riforma passerà al 100%. Chi è che vuole andare a votare?». E su questo Bossi elogia il Presidente della Repubblica: «C'è anche il Capo dello Stato che dice cose dui buonsenso. È un uomo di grande buonsenso». Per Bossi dunque adesso «aspettiamo la commissione» che esamina il federalismo, «non possiamo stare qui a fare niente». E dopo, come detto ieri da Calderoli, «ci può essere una stagione di riforme e di rilancio dell'economia». E alla domanda se tra le riforme ci possa essere anche quella della giustizia, il leader leghista ha replicato: «Non parliamo di singole cose».

FACCIA A FACCIA CON CALDEROLI - Oggi nel primo pomeriggio Chiamparino incontrerà Calderoli e il presidente della Bicamerale per il Federalismo fiscale, Enrico La Loggia, per esporgli il punto di vista dell'Anci.

LE RICHIESTE DEI SINDACI - L'Anci ha votato all'unanimità un documento in cui elenca le proprie richieste: sbloccare subito le addizionali Irpef; prevedere che l'incremento dei tributi resti ai Comuni; estendere la possibilità di introdurre un contributo di soggiorno a tutti i Comuni («così non ha senso perchè chi ha più bisogno dell'imposta di soggiorno sono i Comuni piccoli che hanno molti turisti», ha spiegato Chiamparino); decidere con i Comuni le aliquote di compartecipazione a tributi immobiliari, Irpef e cedolare secca; definire un quadro dettagliato del Fondo perequativo; definire rapidamente la disciplina di Tarsu/Tia; sostenere le unioni e fusioni di Comuni. Sulla nuova Imu, che Chiamparino ha definito «un restyling dell'Ici» e che rappresenterà i due terzi della base imponibile dei Comuni, il presidente dell'Anci ha sottolineato che «la definizione dell'aliquota demandata di anno in anno alla Finanziaria introduce un elemento di subalternità inaccettabile: in questo modo ci si obbliga a vivere alla giornata, anzi all'annata»
.
http://www.corriere.it/politica/11_genn ... aabc.shtml



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MessaggioInviato: 20/01/2011, 18:28 
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Blissenobiarella ha scritto:

I Comuni bocciano il federalismo. Bossi: «O passa oppure si va al voto»
Chiamparino: «Così non va assolutamente». Il Senatùr: «Se bocciato si torna alle urne, Berlusconi è d'accordo»


ROMA - Il testo del decreto sul fisco municipale contiene al suo interno «molte incertezze su numerosi punti fondamentali per la vita dei Comuni italiani. Così non va assolutamente e preghiamo il governo di apportare gli opportuni chiarimenti quanto prima»: è il parere espresso oggi dal presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, secondo il quale «il provvedimento licenziato dal ministro Calderoli e ora all'attenzione della commissione Bicamerale per il federalismo è dominato da confusione e incertezza, che probabilmente sono il prodotto dell'attuale fase politica che governo e Parlamento stanno vivendo». Ma il federalismo è anche, almeno per il momento, il cemento che continua a tenere insieme la maggioranza e a sancirlo è stato il vertice di mercoledì sera a Palazzo Grazioli tra Berlusconi e lo stato maggiore leghista andato avanti fino a notte fonda. «Ieri abbiamo sancito che se non si passa il federalismo, si va al voto - ha fatto sapere oggi Umberto Bossi, sintetizzando l'esito della riunione -. Berlusconi è d'accordo. Ma passa al 100%».

PRONTI AL CONFRONTO - Quanto agli enti locali, il leader dell'Anci si è detto comunque disponibile all'apertura di una fase di interlocuzione in conferenza unificata. Se però - ha avvertito - il governo dovesse dire no a questa ipotesi, preferendo il solo iter parlamentare, «allora l'Anci non si schiererebbe per evitare inaccettabili torsioni politiche».

IL RUOLO DEL COLLE - «Abbiamo sancito che se non si fa il federalismo si va a votare. Questo è l'accordo stretto ieri» ha precisato il Senatùr. Ma Bossi è convinto che non succederà: «La riforma passerà al 100%. Chi è che vuole andare a votare?». E su questo Bossi elogia il Presidente della Repubblica: «C'è anche il Capo dello Stato che dice cose dui buonsenso. È un uomo di grande buonsenso». Per Bossi dunque adesso «aspettiamo la commissione» che esamina il federalismo, «non possiamo stare qui a fare niente». E dopo, come detto ieri da Calderoli, «ci può essere una stagione di riforme e di rilancio dell'economia». E alla domanda se tra le riforme ci possa essere anche quella della giustizia, il leader leghista ha replicato: «Non parliamo di singole cose».

FACCIA A FACCIA CON CALDEROLI - Oggi nel primo pomeriggio Chiamparino incontrerà Calderoli e il presidente della Bicamerale per il Federalismo fiscale, Enrico La Loggia, per esporgli il punto di vista dell'Anci.

LE RICHIESTE DEI SINDACI - L'Anci ha votato all'unanimità un documento in cui elenca le proprie richieste: sbloccare subito le addizionali Irpef; prevedere che l'incremento dei tributi resti ai Comuni; estendere la possibilità di introdurre un contributo di soggiorno a tutti i Comuni («così non ha senso perchè chi ha più bisogno dell'imposta di soggiorno sono i Comuni piccoli che hanno molti turisti», ha spiegato Chiamparino); decidere con i Comuni le aliquote di compartecipazione a tributi immobiliari, Irpef e cedolare secca; definire un quadro dettagliato del Fondo perequativo; definire rapidamente la disciplina di Tarsu/Tia; sostenere le unioni e fusioni di Comuni. Sulla nuova Imu, che Chiamparino ha definito «un restyling dell'Ici» e che rappresenterà i due terzi della base imponibile dei Comuni, il presidente dell'Anci ha sottolineato che «la definizione dell'aliquota demandata di anno in anno alla Finanziaria introduce un elemento di subalternità inaccettabile: in questo modo ci si obbliga a vivere alla giornata, anzi all'annata»
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http://www.corriere.it/politica/11_genn ... aabc.shtml


Stranissimo!!!!!!!
Comuni e regioni sono state le prime ad approvare la bozza proposta a suo tempo da Calderoli e da allora non è cambiato nulla.



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greenwarrior ha scritto:

Stranissimo!!!!!!!
Comuni e regioni sono state le prime ad approvare la bozza proposta a suo tempo da Calderoli e da allora non è cambiato nulla.



Ma non è vero per niente! Da allora è cambiato molto.....
Se approfondisci la polemica messa in atto dai comuni,
entrando nel merito delle singole questioni, ti accorgi
(ad esempio) che l'ICI è uscito dalla finestra e rientrato
dalla porta con un altro nome...... [:D]

Lo dicevo io..... la coperta è sempre e comunque
troppo corta caro Green!

Ti faccio un esempio:

La tassa che va da 0,50 a 5 euro per ogni turista (che in un
paese come l'Italia che dovrebbe vivere di turismo... ma
lasciamo correre che è meglio), è stata abilitata solo per
le grandi città. Ma la cosa non funziona.... perchè ci sono
tantissimi piccoli comuni di 500 persone che, quando
d'estate arriveranno 3.000 turisti, PAGHERANNO le tasse
di nettezza urbana per tutti i 3.500 presenti!

E sto parlando SOLO della nettezza urbana...
e non di TUTTI i servizi Green!!!

Mi sono spiegato? [:D]

Domanda: ma chi lo ha scritto 'sto federalismo?

Lo capisce anche uno con la terza elementare
che non può funzionare così com'è stato scritto OGGI.

Dai su......



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Esatto TTE.
Se federalismo deve essere, non può essere quello proposto dalla lega.

Per un semplice motivo: La lega non sta proponendo delle vere innovazioni, sta solo puntando ad allargare e rafforzare il proprio bacino elettorale cercando di compiacere sostenitori e probabili sostenitori.
Mi spiace, ma non c'è altro.


L'amaro sfogo del sindaco di Valloriate: "Come amministrare il paese con 13.000 euro?"
mercoledì 19 gennaio 2011

Gianluca Monaco: "Questi i risultati del federalismo fiscale? Stiamo entrando nella ricorrenza dei 150 anni dall’Unità d’Italia, ma forse, tanti Comuni Italiani non ne fanno già più parte"


Il paese di Valloriate

(Valloriate è un comune di 131 abitanti della provincia di Cuneo)

Dal sindaco di Valloriate riceviamo e pubblichiamo:

- 89 per cento … questa è la percentuale di tagli prevista dal famigerato federalismo , che interesserà il Comune di Valloriate… da 120 mila euro a 13 mila euro annui… In parole povere vorrà dire amministrare un Comune con un territorio pari a 17 km quadrati, 42 borgate,40 km di strade comunali con poche migliaia di euro…13 mila euro per la precisione…
Io mi chiedo : ma saranno veramente i piccoli Comuni di montagna come Valloriate ad essere un peso per il sistema paese Italia? Saranno veramente i piccoli Comuni di montagna (abituati da sempre a tirare avanti con risorse insignificanti) la causa di questa crisi? Voglio ricordare ai nostri governanti ed a chi si è inventato questo federalismo che nella maggior parte dei casi i Sindaci e gli amministratori dei piccoli Comuni non percepiscono un euro di indennità per il lavoro svolto per i loro concittadini, non hanno auto blu,non hanno privilegi e non vanno in pensione dopo due o tre anni e nemmeno percepiscono buone uscite alla fine del loro mandato.

Abbiamo sentito parlare per anni di questo federalismo come la soluzione a tutti i problemi del nord ,slogan come ROMA LADRONA, DISOBEDIENZA FISCALE, PADRONI A CASA NOSTRA, IMBRACCEREMO I FUCILI, SECESSIONE e chi più ne ha più ne metta, ed ora, proprio chi ha sempre detto che le risorse del nord devono restare al nord si presenta come il boia che metterà sul patibolo i Comuni della montagna ed i suoi abitanti.

Chi abita in montagna non è forse cittadino italiano? Chi abita in montagna non paga le tasse come i cittadini italiani? E allora perché? Tocca sempre alla montagna a pagare il prezzo più alto? Forse siamo già in campagna elettorale, perciò, chi vive in montagna conta poco, non fa numero, non entra a far parte dei sondaggi, cittadini e diritti potenzialmente sacrificabili…

Nelle ultime tornate elettorali a Valloriate e nei piccoli Comuni venivano distribuite bustine di parmigiano e di disinfettante per lavarsi le mani , chissà… forse della montagna se ne sta lavando le mani chi le distribuiva… Siamo di fronte all’ennesimo insulto alla dignità e all’onesta che da sempre caratterizzano la gente di montagna, l’ennesimo furto a chi lotta ogni giorno con le difficoltà di abitare posti già di per se difficili per condizioni climatiche, per scarsità di servizi, forse siamo di fronte all’abbandono dello Stato per quei luoghi in cui è nata la costituzione italiana, l’abbandono delle istituzioni per la gente di montagna che ha pagato un contributo enorme per la Libertà, per la Patria, per l’Italia…

Come Sindaco di Valloriate non posso che essere preoccupato per il futuro che ci viene prospettato, come cittadino italiano sono indignato e sono stanco di essere messo a conoscenza dai mezzi di informazione sui gusti sessuali dei nostri politici, sono stanco di assistere ogni giorno all’oltraggio messo in atto alla costituzione italiana, sono stanco di ascoltare discorsi in cui si dice che bisogna investire risorse nella montagna, sono stanco di vedere ogni giorno la montagna depredata delle sue risorse per ricevere nulla in cambio.

Quando ho deciso di candidarmi come Sindaco di Valloriate ero pieno di aspettative e di entusiasmo, ed anche se sapevo che le risorse erano ridotte al lumicino mi sono impegnato insieme ai miei collaboratori per gestire al meglio ciò che era a nostra disposizione, facendo attenzione a come venivano impegnati i soldi e garantendo i servizi ai cittadini, promuovendo il nostro territorio e cercando di mantenere vive le nostre tradizioni.

Ora ci troveremo di fronte ad una situazione per cui non sarà nemmeno più possibile pagare lo stipendio ai dipendenti comunali. Stiamo entrando nella ricorrenza dei 150 anni dall’Unità d’Italia, ma forse, tanti Comuni Italiani non ne fanno già più parte…

Gianluca Monaco



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(Margaret Mead)
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