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MessaggioInviato: 13/05/2013, 11:11 
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MaxpoweR ha scritto:

si ma che c'entrano i gay nel topic? Boh


In effetti non c'entrano nulla.

Tuttavia, molto spesso, per fini puramente strumentali, l'argomento pedofilia viene associato all'argomento omosessualita'.

Il che porta alla necessita' di dover ribadire l'assoluta estraneita' tra le due questioni.



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"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

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MessaggioInviato: 13/05/2013, 11:16 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Giustissimo; però permettendo una cosa, permettendone un'altra ... [8)]
[:253]


permettendo cosa, che due persone si amino? è un male? e da quando?

conosco una coppia gay, 2 ragazzi davvero simpatici ed a posto, il fatto che stiano insieme non mi turba affatto. se si vogliono bene per me è ok.



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MessaggioInviato: 13/05/2013, 11:29 
Anche per me, rispetto la persona, comunque! ma ripeto: basta che si facciano gli "affari loro" in privato! [^]



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MessaggioInviato: 13/05/2013, 11:32 
conosco una coppia gay, 2 ragazzi davvero simpatici ed a posto, il fatto che stiano insieme non mi turba affatto. se si vogliono bene per me è ok.



ben detto


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MessaggioInviato: 13/05/2013, 11:34 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Anche per me, rispetto la persona, comunque! ma ripeto: basta che si facciano gli "affari loro" in privato! [^]


cosa intendi quando dici "in privato"?

se io mi bacio con la mia ragazza per strada va bene ma se lo fanno loro no?

intendi questo?



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MessaggioInviato: 13/05/2013, 12:15 
Sì! E guarda la reazione dei bamnini (se non ti è mai capitato ... Loro non hanno preconcetti, perciò ...) [;)]
Mi "tiro" fuori (c'è troppa abitudine a tutto ...) [:253]



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MessaggioInviato: 13/05/2013, 12:32 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Sì! E guarda la reazione dei bamnini (se non ti è mai capitato ... Loro non hanno preconcetti, perciò ...) [;)]
Mi "tiro" fuori (c'è troppa abitudine a tutto ...) [:253]


non ho parole...

comunque come diceva Zacmck questa è omofobia al 100%.

a proposito di reazioni, le hai mai viste quelle dei bimbi quando alle 18 in piena fascia protetta su studio aperto fanno vedere culi e ciocce (poppe-tette o come preferite chiamarle) all'aria?

li non c'è amore, solo strumentalizzazione del corpo a fini pubblicitario propagandistici, ma quello va bene perchè tanto sono etero...?

vabbè, termino la mia digressione parzialmente off topic.



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MessaggioInviato: 13/05/2013, 19:25 
Certo! anche quello è uno SCANDALO...! [^]
Devo ripeterlo? Non c'è più moralità, di alcun tipo. Punto.



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MessaggioInviato: 13/05/2013, 19:34 
Ritorniamo in topic grazie. [:D]



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MessaggioInviato: 13/05/2013, 20:57 
Cita:
zakmck ha scritto:

Cita:
Thalita ha scritto:
Il confronto pedofilia/omosessualità non va accettato e nemmeno avere paura che in futuro le idee cambino. Altrimenti si fa il loro gioco, il gioco di quelli che vorrebbero riconosciuta la pedofilia per i loro sporchi piaceri.

La pedofilia utilizza il corpo dei bambini per soddisfare i propri impulsi sessuali deviati. Fanno una violenza.

Sta a noi combattere queste proposte e non accettare paragoni che non stanno in piedi.


[:264]


Cita:
(Io poi alzerei l'età del consenso a 18 anni)


Attenzione pero'. Se andiamo sopra i 16 anni riempiamo le carceri.



Mi accorgo ora che avrei dovuto specificare meglio.

Non è il sesso tra coetanei che vorrei fosse vietato, ma le unioni con forti differenze di età specialmente in quella fascia che va dai 14 ai 16 e che al momento è così regolata:
tra i 14 e i 16 anni: viene considerato validamente espresso il consenso, salvo che l'autore dei fatti sia l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore ovvero conviva con il minore, o che il minore gli sia stato affidato per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia (fonte wikipedia)

mi piacerebbe che in questa fascia ci fosse un tetto alla differenza di età con una frase del tipo: "purché la differenza di età tra i due soggetti non sia superiore a 5 anni" (per esempio).



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MessaggioInviato: 13/05/2013, 21:29 
Riporto la parte introduttiva dell'articolo. Fin qui i commenti si sono focalizzati a discutere sulla differenza tra gay e pedofili.
Non mi sembra che l'autore intendesse paragonare gli omosessuali ai pedofili.
Nemmeno lo scopo che mi ero prefissato nel riportare qui questo articolo, era questo.

Cita:
Facendo ricorso alle stesse tattiche utilizzate dagli attivisti per i diritti gay, i pedofili stanno cercando di ottenere uno status giuridico simile, sostenendo che il loro desiderio sessuale per i bambini è solo un naturale “orientamento sessuale”.

Se agli omosessuali piace andare a letto con un patner dello stesso sesso, perché dovrebbe essere così sbagliato che un settantenne vada a letto con una bambina di sette anni?

Gli interrogativi sono questi: “Se un tipo offrisse una caramella ad una bambina e questa acconsentisse a fare sesso, dove sarebbe il problema?” Non la sta forzando, o sbaglio? La bambina non dovrebbe avere il diritto di scegliere?

I critici dell’omosessualità hanno a lungo sostenuto la tesi che, una volta normalizzata l’omosessualità come semplice “stile di vita o orientamento sessuale alternativo”, nulla sarebbe più stato off limits. Gli attivisti gay si sono battuti in questo frangente, insistendo che questo non sarebbe mai accaduto.

Beh, è successo.

I pedofili stanno utilizzando le stesse tecninche, una volta utilizzate dagli omosessuali per legalizzare la loro forma preferita di sesso


Vi invito a rileggere questo pezzo e piuttosto focalizzare la discussione su chi sono i pedofili, appartengono di preferenza ad una classe sociale particolare? Oppure tutti i ceti e le classi sociali hanno in egual misura dei pedofili.

Personalmente sono consapevole che un pedofilo lo si trova un po ovunque, tra i poveri ed i ricchi, tra poco istruiti e laureati, tra preti e politici, tra singoli e sposati. ma quale categoria ha il maggior numero di pedofili?

Credo che sia da qui che dobbiamo partire, perchè secondo il mio parere la maggior parte di pedofili è insita di preferenza in alcune classi sociali.

l'articolo in sè, avevo previsto che avrebbe suscitato del dissenso ed avrebbe potuto urtare, infatti prima di pubblicarlo ho chiesto un parere ad un Admin del forum.
Ma a mio avviso l'impostazione in generale la trovo interessante perchè è innegabile che il mondo stà degenerando e tutto il marciume stà venendo allo scoperto, perciò questi produttori di marciume stanno posando uno alla volta i mattoni per costruirsi una base legale che li protegga.

Infatti l'articolo inizia cosi:
Cita:
Facendo ricorso alle stesse tattiche utilizzate dagli attivisti per i diritti gay, i pedofili stanno cercando di ottenere uno status giuridico simile, sostenendo che il loro desiderio sessuale per i bambini è solo un naturale “orientamento sessuale”.


E quale categoria di pedofili ha i mezzi per riuscire a far passare per legale il loro status?. Non certo lo scemo del villaggio.

Immagine

Mi permetto inoltre l'ultimissimo off topics perchè mi trovo d'accordo con Ufologo quando dice:
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Anche per me, rispetto la persona, comunque! ma ripeto: basta che si facciano gli "affari loro" in privato! [^]


Quando ero un dipendente ho avuto 2 datori di lavoro omosessuali, attualmente ho anche dei clienti omosessuali. Gente normalissima, discreta,nessuno si accorge che lo sono e non hanno bisogno di dimostrare nulla.

Invece questi come nella foto che ostentano la loro omosessualità

ImmagineImmagine

mostrandosi come pagliacci, mezzi nudi, in mutanda e slinguazzanti.

Sono dei pagliacci.
Ma se l'omosessualità è una cosa normale che bisogno c'è di dimostrare in mutanda che sono gay?
Gli eterosessuali fanno queste cretinate per dimostrare che non sono gay?
Non mi sembra, se tutto fosse normale questo scempio non lo si vedrebbe.


Ultima modifica di Wolframio il 13/05/2013, 21:41, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/05/2013, 00:27 
A riguardo dell'ostentazione della omosessualità non nascondo che una volta la pensavo esattamente come Wolframio e Ufologo. Certo non discuto il fatto che spesso ciò possa essere accompagnato da una grossa percentuale di folklore.

MA...

dobbiamo sempre considerare la situazione di discriminazione nella quale la comunità gay si trova a dover vivere - pensate ai casi di omofobia violenta a Roma così come ai giovani omosex nelle località più "provinciali" del paese. Penso che una cosa sia essere omosessuale a Milano un'altra esserlo in un paese sperduto della provincia.

Queste manifestazioni di orgoglio e l'ostentazione del loro essere penso siano quantomeno comprensibili quale "grido" per dire... ci siamo anche noi e non abbiamo più paura di dirlo.

Parafrasando Wolf, è vero ... se tutto fosse normale questo scempio non si vedrebbe... ma purtroppo la società è ancora pregna di omofobia, discriminazione e ipocrisia... e questo non è normale nè tantomeno giusto nei confronti di persone che non fanno nulla di male.

A volte mi sembra più tutelato uno che va in giro a picconare la gente piuttosto che un omosessuale.

Tornando invece al tema del topic (scusate nuovamente la divagazione, ma quello dell'omosessualità è un tema che mi sta molto a cuore) Wolframio solleva un giusto interrogativo.

Chi ha il potere per potere condizionare la società ispirando la legalizzazione della pedofilia in un prossimo futuro? Non certo lo scemo del villaggio.

E allora mi viene in mente il messaggio che veniva comunicato da un film con Nicolas Cage (8mm - delitto a luci rosse): perché un ricco e potente uomo d'affari commissionava la produzione di snuff movie per poterne godere la visione privata?

La semplice e agghiacciante risposta che il film offre è: PERCHE' POTEVA

Il Potere... il potere di disporre di ciò che nessun altro può avere, di fare ciò che nessun altro può fare, la sensazione di essere al di sopra del resto dell'umanità, di quell'umanità di cui sfrutto la parte più innocente e pura (i bambini) per il mio piacere.

In ultimo non è da escludersi la sensazione di onnipotenza...

E perdonatemi se in tutto ciò io ci vedo la mano di ciò che la religione cristiana troppo banalmente chiama demonio, ma che assume diverse connotazioni.

Il Gufo del Bohemian Groove, i Rettiliani di Icke, i demoni della demonologia, i diavoli della religione, gli orchi delle favole, le forze oscure dei piani astrali... in sintesi il lato oscuro dell'Uomo.



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MessaggioInviato: 14/05/2013, 01:15 
Vi propongo un articolo che parla della sessualizzazione dei bambini nella pubblicità... rileggendo il topic non l'ho trovato e mi sembrava interessante usarlo come materiale di condivisione visto che ritengo ben collegarsi al discorso di wolframio su chi nella società abbia il potenziale per giungere passo dopo passo a rendere la pedofilia diciamo quantomeno "moralmente accettabile".

Anna Oliverio Ferraris - Jolanda Stevani
L’EROTIZZAZIONE DEI BAMBINI NELLA PUBBLICITA’


Quando sentiamo parlare di abuso infantile, il nostro pensiero e i nostri sentimenti vanno, in maniera quasi automatica, agli sventurati piccoli protagonisti di squallide storie, fatte di maltrattamenti fisici e sessuali ad opera di adulti.

La violenza all’infanzia è una realtà con la quale le cronache ci costringono a fare i conti. Esistono tuttavia manifestazioni più mascherate e subdole di violazione dell’infanzia, ossia tutte quelle forme di sfruttamento che il mondo adulto mette in atto nei confronti dell’universo infantile e che, con un’unica espressione, potremmo definire “furto dell’infanzia”.

Nella nostra società l’infanzia è spesso al centro di un processo schizofrenico: da un lato la protezione del bambino è riconosciuta, come mai nel passato, un valore primario e inderogabile dalla collettività; dall’altro appare invece diffusa la tendenza a perseguire forme sempre più pervasive di “adultizzazione” dei bambini, che violano questa età della vita proprio nel suo principio costitutivo, cioè il “diritto ad essere un bambino”, di crescere cioè seguendo tempi e tappe fisiologiche.

La forma di adultizzazione precoce di cui ci occupiamo qui è l’erotizzazione dei bambini, in particolar modo quella che viene veicolata da alcuni messaggi pubblicitari.

Bambini erotizzati

Innanzitutto è necessario chiarire che cosa si intende per erotizzazione. Secondo la definizione dall’American Psychological Association, il concetto comprende quattro fattori, ciascuno dei quali, preso singolarmente, può essere indice di erotizzazione, tant’è che non è necessaria la compresenza di tutti e quattro i fattori per determinare il fenomeno che, è bene sottolinearlo, non ha niente a che vedere con una sana sessualità. Si può parlare di erotizzazione quando:

· il valore di una persona è ricondotto esclusivamente al suo sex appeal o al suo comportamento sessuale;
· una persona è tenuta a conformarsi ad un modo di pensare che equipara l’attrattiva fisica con l’essere sexy;
· una persona è considerata un oggetto sessuale, vale a dire destinata ad essere usata da altri come tale, piuttosto che essere stimata per la sua autonomia e capacità decisionale;
· la sessualità è imposta ad una persona in modo inappropriato.

Per l’argomento che stiamo trattando, tra i fattori sopraccitati quello che qui interessa è soprattutto l’ultimo. Freud ci ha insegnato che i bambini hanno una loro sessualità, la sessualità infantile però è diversa per molti aspetti rilevanti dalla sessualità degli adolescenti e degli adulti. Inculcare perciò nei bambini modelli di comportamento o atteggiamenti sessuali tipici degli adulti è una forma di pressione che assomiglia a una violenza.

In termini generali, possiamo dire che il fenomeno rappresenta purtroppo una tendenza di questi anni, in particolare dei media. Oltre alle immagini pubblicitarie argomento della nostra indagine, ci sono le riviste destinate alle lettrici più giovani, le quali proliferano di messaggi che rimarcano l’importanza di presentarsi sessualmente attraenti per stuzzicare l’interesse dei maschi. Internet, poi, è una miniera di materiali che propongono soggetti in tenera età rappresentati in maniera erotizzata.

Stilisti alla moda seguono questa tendenza. Da ricerche recenti emerge che, mentre in passato l’approccio dei più piccoli a tematiche di tipo sessuale si realizzava in modo prevalentemente indiretto, nel senso che si basava soprattutto sull’esposizione a rappresentazioni erotizzate di adolescenti e adulti, oggi per i più piccoli l’iniziazione a queste tematiche è diventata più diretta ed immediata. Sui media e in alcune pubblicità i bambini vengono oggi proposti in pose e abbigliamenti che, in maniera più o meno esplicita, veicolano messaggi di tipo erotico (vedi le figure A e B).

Bambini accelerati

Nel 1991, l’esperto di comunicazione Neil Postman denunciava la scomparsa dell’infanzia, fenomeno già denunciato da altri studiosi, come Vance Pakard, nel corso degli anni Sessanta e Settanta. Secondo Postman la società odierna, consumistica per eccellenza, tende ad opacizzare le differenze tra adulti e bambini, ponendoli sotto il comune denominatore di consumatori e, come tali, sempre meno facilmente distinguibili, non solo nel linguaggio, ma anche negli atteggiamenti e nelle aspirazioni, persino nei comportamenti relativi alla sessualità.

Così, sempre più spesso si vedono piccoli assumere gli atteggiamenti, pose e movenze degli adulti. L’influenza del consumismo ha trovato terreno fertile nell’evoluzione delle relazioni familiari successiva agli anni Sessanta, sintetizzabile nel passaggio da una struttura familiare di tipo verticale, ad un assetto basato su legami di tipo orizzontale, ossia relazioni genitori-figli di tipo paritario, fondate su una equiparazione di diritti all’interno della famiglia, che di fatto cancella i confini generazionali e indebolisce la scansione delle tappe evolutive.

C’è la tendenza ad accelerare la crescita dei bambini (hurried child syndrome) in nome di una precocità che dovrebbe renderli vincenti nell’arena sociale, quando invece soltanto una crescita che rispetta i tempi dello sviluppo può garantire la formazione di una personalità matura e autonoma. Tale tendenza è oggi sfruttata dal mercato che nei bambini accelerati vede una grossa fonte di investimenti e di guadagni: se sono dei cloni degli adulti, sia pure in miniatura, ad essi e ai loro genitori si può proporre una gamma di prodotti molto più ampia e articolata di un tempo.

Consumatori e oggetto di consumo

Per quanto concerne il mercato pubblicitario, i bambini costituiscono una succulenta fetta della popolazione dei consumatori: non a caso oggi si parla tanto di nag factor, un termine con cui si intende il “tormento” (richieste insistenti, capricci, paragoni con gli altri bambini...) che un bambino ben condizionato dalla pubblicità dà ai suoi genitori, nonni, zii ecc. affinché acquistino per lui un determinato prodotto, gli consentano di vestire seguendo i dettami della moda, di mangiare determinati alimenti. Che i bambini abbiano una posizione rilevante tra i consumatori è confermato dai cliché di matrice commerciale appiccicati ai giovanissimi utenti. Un esempio sono le cosiddette tweens o tweenager, ossia la fascia che sta tra due età e che comprende bambine tra i sei e i dodici anni. Un altro esempio è l’acronimo KGOY (Kids Growing Older Younger) che bene illustra l’immagine di una infanzia compressa e accelerata.

L’erotizzazione del corpo infantile rispecchia una tendenza diffusa tra gli operatori della pubblicità, secondo cui il sesso può essere utilizzato per vendere qualsiasi cosa. In questo caso si tratta di prodotti per bambini che vengono acquistati dagli adulti, anche se spesso su richiesta degli stessi bambini. Lo stimolo erotico quindi è pensato per raggiungere gli adulti, il che rende particolarmente ambiguo e inquietante questo genere di operazioni commerciali.

Nel 2006, due ricercatori dell’Australian Institute Emma Rush e Andrea La Nauze hanno pubblicato due resoconti, intitolati rispettivamente “Corporate Paedophilia” e “Letting Children Be Children” in cui sono illustrati i risultati di ricerche svolte sugli annunci pubblicitari rivolti ai bambini e ai loro genitori. Da questi studi è emerso che le immagini erotizzate dei bambini, per lo più femmine, sono diventate sempre più comuni nella pubblicità. Il termine “Corporate Paedophilia” è una metafora utilizzata dai due ricercatori per descrivere la tendenza a vendere prodotti ai bambini prima che essi siano in grado di comprendere il significato dei messaggi pubblicitari: essa sottolinea come una strumentalizzazione di questo genere possa essere assimilata ad un vero e proprio abuso, traducendosi in uno sfruttamento del bambino da parte dell’adulto al fine di trarne vantaggi economici.

Negli Stati Uniti, sulla questione della erotizzazione del corpo infantile c’è stata una vera e propria mobilitazione di giornalisti, associazioni per la tutela dell’infanzia, genitori e psicologi, che ha portato alla costituzione di una task force in seno all’American Psychological Association. Nel 2007 Eileen L. Zurbriggen e coll. hanno pubblicato un rapporto dal titolo Task Force on the Sexualisation of the Girls da cui emerge che alla erotizzazione del corpo delle bambine, non concorrono soltanto pubblicità e mass media ma anche molti genitori, insegnanti e coetanei. Ciò che si verifica è una sorta di circolo vizioso: attraverso ricerche di mercato i pubblicitari cercano di individuare delle tendenze; attraverso i potenti mezzi di cui dispongono (televisioni, giornali, cartelloni stradali…) le pubblicità diffondo, rilanciano e potenziano quelle tendenze che i pubblicitari pensano di avere individuato (generalmente su fasce particolari della popolazione); questa diffusione su vasta scala ha l’effetto di modificare i gusti e la mentalità di ampie fette della popolazione generando, a volte, effetti collaterali non previsti e dando inizio ad una escalation in una determinata direzione.

Le conseguenze

Ma quali possono essere le conseguenze di una erotizzazione così precoce delle bambine? Le conseguenze possono riguardare diversi aspetti della personalità. Dal punto di vista cognitivo, è stato evidenziato che il concentrarsi eccessivamente sul corpo e sul look in tenera età può generare una negligenza nei confronti di altri aspetti fondamentali dello sviluppo come il calcolo matematico, il ragionamento, le attività artistico-espressive. Per quanto riguarda invece la sfera emotiva, una preoccupazione costante per l’aspetto fisico può creare, in chi si scopre “inadeguato”, tensioni interne, insoddisfazioni o vergogna quando invece i bambini dovrebbero concentrarsi su altri aspetti dell’esistenza e vivere il proprio corpo in modo spensierato.

Lo sviluppo di una sana immagine corporea e di una solida autostima può essere ostacolato dallo sforzo di avere le stesse fattezze e gli stessi gusti dei modelli proposti dalla moda e una conseguenza di tale insensata tensione è la possibilità di cadere nella trappola dei disturbi alimentari. Infine, quando la preoccupazione per il proprio aspetto fisico e il giudizio degli altri diventa un’ossessione, le bambine preferiscono evitare di cimentarsi negli sport come in altre attività fisiche.

L’erotizzazione precoce ha tra i suoi effetti anche quello di incoraggiare le bambine ad impegnarsi in atteggiamenti seduttivi che attirano l’attenzione dei maschi prima di essere in grado di comprenderne le potenziali conseguenze sul piano fisico e psicologico. L’oggettivazione del corpo e l’identificazione con un modelli adulti conducono facilmente ad una rappresentazione del sesso di tipo strumentale, nel senso che la sessualità può essere concepita e vissuta alla stregua di una merce di scambio, a completo discapito della componente relazionale e affettiva. Il fatto che, per imitazione e omologazione, una bambina assuma atteggiamenti da lolita, seduttivi nei confronti dell’altro sesso, non fa che rafforzare questa tendenza.

A livello sociale questo fenomeno comporta insidie evidenti: questi piccoli che sono sempre meno piccoli e sempre più prototipi di un’adultità che li oggettivizza e li deruba del loro diritto di essere bambini, rappresentano un allettante vivaio che soddisfa le brame voyeuristiche e normalizza gli appetiti dei pedofili. Trasformata in oggetto di consumo, la bambina che per la gioia dello sponsor (e della mamma…) assume pose seduttive e occhieggia allusiva dai cartelloni pubblicitari, lancia un chiaro messaggio di disponibilità; il che ha l’effetto, nella realtà, di rendere le sue coetanee più esposte e vulnerabili.

Gli adulti

Di fronte a forme di pubblicità deresponsabilizzate e aggressive e a dei media che sfruttano ogni occasione per spettacolarizzare la realtà, scioccare gli spettatori e dare una immagine morbosa dell’infanzia, genitori, insegnanti e tutti coloro che vogliono il bene dei bambini si trovano oggi a dover contrastare una tendenza diffusa e pericolosa. Inutile dire che questo compito sarebbe notevolmente facilitato se gli organismi di controllo (garanti, comitati, disciplina pubblicitaria…) svolgessero un’azione più incisiva e meno formale di quella che invece sembrano svolgere attualmente. Si tratta però anche di prendere coscienza di come i propri atteggiamenti possano incoraggiare questa tendenza invece di ridurne l’impatto.

Lo studio condotto dalla “task force” dell’ American Psychological Association, ha evidenziato il ruolo non trascurabile di genitori e altri adulti che vivono in stretto contatto con i bambini nell’erotizzazione del loro mondo e nel fiancheggiare coloro che, per fini commerciali, cercano di trasformare i bambini in piccoli adulti. Evidentemente molti genitori si adeguano, senza troppe riflessioni, alle mode del momento quanto invece serve riappropriarsi del proprio ruolo educativo. Serve anche ribadire che, nonostante il forte impatto che hanno i media e le pubblicità, genitori e insegnanti continuano ad essere dei modelli “forti” per i bambini, assai più di quanto non lo siano per gli adolescenti che, per le esigenze di emancipazione legate all’età, tendono a prendere le distanze dagli adulti e ad entrare in polemica con loro.

Voci bibliografiche
American Psychological Association, Report of the APA Task Force on the Sexualisation of the Girls, 2007 http://www.apa.org
The Australia Institute, October 2006, Discussion Paper Number 90, Rush, E., La Nauze, A. Corporate Paedophilia. Sexualisation of children in Australia.
The Australia Institute, December 2006, Discussion Paper Number 93, Rush, E., La Nauze, A. Letting Children Be Children. Stopping the sexualisation of children in Australia.
The Lancet, September 28, 2002, volume 360, Number 9338, page 1001, McLellan, F. Marketing and advertising: harmful to children’s health.
Oliverio Ferraris, A. (2004), Tv per un figlio, Editori Laterza
Postman, N. (1991), La scomparsa dell’infanzia. Ecologia delle età della vita, Armando
Stevani, J., Dalla Pedofilia all’Infantofilia. Psicologia Contemporanea, nr.197, settembre-ottobre 2006

http://www.oliverio.eu/anna/SESSUALIZZA ... AMBINI.htm



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MessaggioInviato: 14/05/2013, 01:19 
I bambini che stuprano altri bambini - La Gran Bretagna lancia l'allarme: i piccoli sono sempre più precoci, e usano il sesso come arma

Un piccolo esercito di ragazzini intenti a perpetrare abusi a sfondo sessuale, compreso lo stupro, a danno dei loro coetanei. È l’allarme lanciato nel Regno Unito dalla National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC) sulla base delle 5.000 denunce denunce raccolte dalla polizia negli ultimi tre anni, e che vedono i minorenni dalla parte dell’aggressore. Aggressori che, in certi casi, non hanno più di cinque anni.

PRECOCI - A riportare l’allarme del NSPCC è il Telegraph, che parla con viva preoccupazione di un fenomeno sempre più inquietante: bambini che imitano atti sessuali e comportamenti da”adulti”, in una sorta di sessualizzazione precoce che non appartiene all’età della prima infanzia. Secondo gli operatori del NSPCC questi bambini potrebbero aver visto materiale pornografico, magari sul computer di un fratello maggiore o condividere la camera da letto con adolescenti o, ancora, stare davanti alla televisione mentre questa trasmette scene di sesso. E, purtroppo, non si esclude l’ipotesi che questi bambini così “precoci” possano essere stati a loro volta vittime di abusi. Così questi bambini, il più delle volte maschietti, imparano “nozioni” sul sesso molto prima di quanto sia necessario e tendono ad usarlo come arma di offesa contro gli altri.

CAMPANELLO D’ALLARME - Secondo Claire Lilley dell’NSPCC, il governo britannico dovrebbe fare qualcosa per proteggere i bambini da una “società sempre più sessualizzata”, specialmente sul web dove non è difficile, per un bambino, imbattersi in chatroom dove si parla di sesso. In tre casi su cinque le piccole vittime di questi attacchi conoscono il proprio aggressore: può essere un amico di famiglia, un conoscente o, in un caso su cinque, un membro stesso della famiglia. “In certi casi i bambini più grandicelli attaccano i piccoli – spiega Lilley – Altre volte si può parlare di vere e proprie violenze sessuali nelle relazioni tra adolescenti. Speriamo che questo possa far scattare un campanello di allarme: si tratta di un problema che le autorità devono affrontare con urgenza”.

IL PERICOLO VIENE DAL WEB - Quando un ragazzino ha degli atteggiamenti sessuali non consoni alla sua età i segnali sono evidenti ma, purtroppo, vengono spesso ignorati da genitori, insegnanti e operatori sociali. Lilley cita il caso di un ragazzo di 16 anni accusato di violenza sessuale: secondo le perizie avrebbe cominciato a mostrare una condotta sessuale “non appropriata” all’età di otto anni. Uno dei terreni più insidiosi resta quello del web: un universo dove spesso i bambini sono lasciati senza guida, in balia dei propri click. Qualche settimana fa la Child Exploitation and Online Protection la lanciato una campagna rivolta ai genitori britannici, perché edicassero i propri figli circa i rischi di finire nella trappola della pedopornografia online.

http://www.giornalettismo.com/archives/ ... i-bambini/

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Quei maledetti sono vicini alla vittoria finale! La corruzione delle anime dei più piccoli e innocenti... a quel punto tutto sarà perduto.

[:(!] [xx(] [:(!]



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MessaggioInviato: 12/07/2014, 15:53 
Ipersessualizzazione delle bambine e “i guardoni del web”
http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... i-del-web/



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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