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robs79 ha scritto:

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MaxpoweR ha scritto:

chi è il teatrante da 6 anni?

Indovinello:chi fa spettacoli di bassa lega a teatro e dal 2009 ha fondato un partito? [:o)]


Ah si giusto ^_^ La scimmia urlatrice



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[:107]

AL PEGGIO NON C'E' MAI ... FINE!


Governo Renzi, Jobs Act: via detrazione coniuge a carico!

FORSE SE VINCO LE EUROPEE VI DO 80 EURO IN BUSTA, PER ADESSO VI TOLGO LA DETRAZIONE PER IL CONIUGE A CARICO...CONTENTI? STATE SERENI CHE A VOI CI PENSA RENZINO VOSTRO..

15-03-2014 - Pier Luigi Crivelli
Un provvedimento contenuto nella riforma del Lavoro abolirebbe la detrazione per il coniuge a carico

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Sembra che stiano per arrivare altre brutte notizie per le famiglie italiane, ed in particolar modo per tutti i nuclei familiari in cui a lavorare è solo il marito, mentre la moglie resta a casa a badare ai bambini oppure ai genitori anziani.


Il Governo Renzi sembra sia intenzionato a cancellare la detrazione per il coniuge a carico, giustificando il provvedimento come un incentivo, anche per le donne, a lavorare e a produrre per l'economia italiana.

Nella famosa proposta di riforma del Lavoro, il tanto chiacchierato "Jobs Act", infatti, è indicata, nell'ultima pagina, una frase eloquente che non sembra dare adito a dubbi sulle azioni da intraprendere.


Viene, infatti, scritto: "Abolire la detrazione per il coniuge a carico e introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare".


A questo proposito, cominciano ad arrivare pesanti critiche a questa ventilataabolizione della detrazione per il coniuge: il Forum delle associazioni familiari inveisce contro l’iniziativa ministeriale descrivendola come "una scelta che lascia interdetti per le valenze sociali e culturali che porta con sè".


C'è chi insorge, soprattutto, perchè già immagina le situazioni familiari che si verranno a creare: la moglie sarà costretta a lavorare e ad usare quei pochi soldi guadagnati per pagare una colf o una baby sitter che svolga il suo attuale lavoro di casalinga.

http://blog.libero.it/VOLTAPAGINA/12695427.html


Coniuge a carico, via le detrazioni: cattolici contro il jobs act di Renzi

Genova - Sul lavoro femminile è scontro tra alcune organizzazioni cattoliche, sostenute dal quotidiano dei vescovi italiani “Avvenire”, e il governo, che nel suo “jobs act” (misure a sostegno dell’occupazione) indica la possibilità di «abolizione della detrazione per il coniuge a carico ed introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare». L’intenzione è quella di scoraggiare la permanenza a casa delle donne e favorire la loro assunzione da parte delle imprese, che godrebbero di una serie di vantaggi fiscali. Ma l’idea non piace all’Avvenire, che ha criticato questo tipo di impostazione sostenendo che «l’idea sottesa all’operazione è ritenere il lavoro esterno delle donne quale unica forma degna di riconoscimento pubblico. Come se la cura familiare fosse un’attività meramente privata, un lusso, un privilegio che va a detrimento della società, anziché garantirne l’arricchimento, com’è nella realtà grazie all’educazione dei figli e alla presa in carico degli anziani. Una visione puramente ideologica».

Sul tema si è espresso anche il Forum delle associazioni familiari: «una scelta che lascia interdetti non tanto e non solo per i suoi significati economici, quanto per le valenze sociali e culturali che porta con sé». «Ogni persona - afferma Francesco Belletti, presidente del Forum - deve poter essere libera di scegliere se dedicare il proprio impegno ai familiari (che siano figli, anziani o malati) o al lavoro esterno. Riteniamo ideologica l’idea che le donne `devono´ lavorare, come unica risposta alla crisi. Per noi, prima di tutto, le donne devono poter scegliere, senza penalizzazioni se decidono di investire la propria attività e le proprie energie nelle relazioni e nella cura dei familiari. Quasi azzerato il welfare pubblico, l’assistenza ai bisognosi (non soltanto malati, ma anche semplicemente figli che non è detto debbano passare dieci ore al giorno a scuola) viene affidata alla famiglia. E ora la famiglia si troverà a dover delegare a badanti o baby sitter, alle quali girare il reddito che si guadagna con l’impiego esterno». «Vogliamo sperare che Renzi, dopo aver quasi dedicato la sua manovra alla famiglia dai microfoni di innumerevoli trasmissioni televisive, voglia porre rimedio allo svarione che rischia di metterlo in grave imbarazzo» conclude Belletti.

COSA DICE IL GOVERNO
Questa la parte del “jobs act” a cui si riferisce la polemica in corso:

«Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali. La delega ha la finalità di contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi: introdurre a carattere universale l’indennità di maternità, quindi anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata; garantire, alle lavoratrici madri parasubordinate, il diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro; abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare; incentivare accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo e l’impiego di premi di produttività, per favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con l’esercizio delle responsabilità genitoriali e dell’assistenza alle persone non autosufficienti; favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico - privato dei servizi alla persona, anche mediante la promozione del loro utilizzo ottimale da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi».

http://www.ilsecoloxix.it/p/economia/20 ... ioni.shtml

Se questo pisquano non verrà fermato MANDERA' IN MALORA AL PIU' PRESTO ciò che resta dell'Italia!!! [:(!]



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MessaggioInviato: 05/04/2014, 15:54 
SON TORNATI I COMUNISTI

Il piano del ministro di Renzi: "Salario minimo ai lavoratori e gli imprenditori in galera"

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Prenota i prossimi quattro anni ("le azioni del governo risulteranno credibili se dura fino al 2018). Ma indica tempi più ristretti per le riforme istituzionali ("chiuderemo tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015"). Parla di abbattimento del cuneo fiscale, individuando in 32-33 miliardi di euro il fabbisogno necessario a portare "il peso fiscale che grava sui lavoratori italiani a livello di quelli europei". Risorse che, spiega, "dovranno arrivare dalla riduzione della spesa pubblica che si può fare in tre anni, a patto che si inizi da adesso".

Lo afferma il viceministro dell’Economia Enrico Morando, intervenuto al workshop Ambrosetti a Cernobbio. "Deve essere chiaro che chiunque, in nome di una perfezione che non è di questo mondo, adesso fa di nuovo fallire l’accordo" sulle riforme "e porta il Paese a votare, crea un enorme problema per il recupero dell’efficienza economica del Paese, perchè senza un lungo ciclo di governo riformista l’Italia non può fare le riforme per tornare a crescere" avverte Morando. ancora: "Gli 80 euro in più promessi dal governo per i lavoratori a partire da maggio non devono essere percepiti come un intervento spot perchè ci sono le elezioni europee. Può darsi - ammette - che questo intervento dal punto di vista elettorale sia efficace e lo spero, ma ciò che conta è che questo intervento sia percepito come il primo per ridurre il cuneo fiscale alla dimensione media europea".

Morando torna poi su uno dei temi più scottanti, tra quelli che il governo Renzi ha messo in agenda: il salario minimo. Per il viceministro dell'Economia "ci sono le condizioni per fare una legge in tempi brevi che introduca il salario minimo". E punta il dito verso gli imprenditori: "Se un datore di lavoro dovesse pagare di meno" un lavoratore "per me a quel punto dovrebbe andare in galera".

http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... alera.html

[:107] [:286]



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MessaggioInviato: 05/04/2014, 15:57 
[:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)]

La marcia del ..."rullo compressore"! [xx(]


Ecco l'ultimo bluff di Renzi: chiude le ambasciate mai aperte
Trucco sui risparmi: in Islanda e Mauritania le sedi non funzionano, Santo Domingo e Honduras senza ambasciatore



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I tagli ai distacchi sindacali? Solo venti persone. Stabilizzati 4.500 docenti di sostegno e 9mila tra bidelli e amministrativi

http://www.ilgiornale.it/

ROBA DA MATTI! (Anzi, da sinistri!)


[:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)]


(Non bastava la FARSA delle "auto blu" ...!) [:246]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 05/04/2014, 15:59, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 06/04/2014, 17:31 
domenica 6 aprile 2014

LA DITTATURA DELL'ILLEGITTIMTA'

DI IDA MAGLI

italianiliberi.it

Finalmente “Renzi il Giovane” è riuscito ad inaugurare la nuova Era, quella del primato dei giovani. L’eliminazione del Senato, il più antico consesso romano di governo degli Anziani (Seniores) significa – ed è – soprattutto questo, gridato a gran voce, simbolicamente ma anche concretamente: “Via i vecchi”! Il Ministro del lavoro sta pensando ai prepensionamenti per dare lavoro ai giovani ed è sicuramente inutile fargli notare che soltanto con il sistema di certi popoli “primitivi”, quello di abbandonarli senza acqua né cibo in luoghi disabitati, sarà possibile oggi liberarsi dei vecchi dato che è la maggiore conquista della nostra civiltà aver allungato di oltre un terzo la durata media della vita sconfiggendo il tifo, la tubercolosi e la mortalità per parto.

Probabilmente la signora Madia non sa che le donne morivano giovanissime perché affrontavano partorendo un rischio di morte talmente alto che la Chiesa l’aveva equiparato a quello dei soldati in battaglia emanando per le partorienti lo stesso obbligo di confessarsi, all’inizio delle doglie, in vigore per i soldati prima del combattimento.

Lo stato di salute e la durata della vita dei cittadini è il dato primario che connota una società: non è capace di governare chi non se ne rende conto al punto di credere di poter tenere una parte del gruppo fuori dal gioco.

Se accantoniamo però questa constatazione sul modo farsesco con il quale siamo governati, non possiamo non rimanere stupiti della facilità con la quale, malgrado la lunga esperienza storica che ne abbiamo alle spalle, è possibile in Italia a chi abbia un minimo di disinvoltura e di potere instaurare una dittatura. Sono nate quasi sempre così le dittature in Europa: sfruttando i momenti di mancanza o di sospensione delle regole e affermando che è necessario, appunto, instaurarne di nuove.

Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi non c’è mai stata però una situazione di reale vuoto e di illegittimità conclamata delle istituzioni come quella in cui viviamo e nella quale Renzi nuota a suo piacere. L’incostituzionalità della legge elettorale è diventata, invece che una debolezza, il suo maggiore punto di forza in quanto è ormai passato così tanto tempo dalla sentenza della Consulta che si possono considerare come nulle anche le decisioni della massima Magistratura. D’altra parte Renzi sa di poter contare su un’assoluta certezza: i suoi colleghi non si faranno mai sbalzare fuori dalle proprie poltrone andando alle elezioni e Berlusconi gli manterrà il suo appoggio perché non ha altro modo per rimanere nel gioco politico. Accantonato quindi con disinvoltura il progetto di una nuova legge elettorale, il nostro piccolo Mussolini si dedica a sistemare l’Italia in vista del potere in Europa.

È l’Europa, infatti, che ha guidato Napolitano nell’escludere il ritorno alle elezioni per potere instaurare i governi di Monti, di Letta e di Renzi ed è per questo motivo, la sottomissione all’impero europeo, che nel diluvio di commenti che accompagna le imprese di Renzi nessuno accenna, né giornalisti né politici, al primato dell’Europa che le domina. La pseudo cancellazione del Senato serve infatti, oltre al piacere di togliere di mezzo un’istituzione “vecchia”, a indebolire lo Stato e disintegrarne l’unità: eliminare gli Stati nazionali è indispensabile all’unione politica dell’Europa.

Renzi odia il popolo italiano quanto e più (di più perché ride mentre lo tradisce) di quanto l’abbiano sempre odiato i suoi politici e governanti lungo tutta la sua storia, salvo la brevissima pausa del Risorgimento. Il dovere principale per il quale si batte è rispettare Maastricht e la moneta euro. A felicitarsi di questa fedeltà è venuta in Italia la Regina Elisabetta II e ne aveva ben donde: nella sua qualità di massimo capo della massoneria mondiale e di partecipante alla Banca Centrale Europea, così come a tutte le altre Banche Centrali, sta gioiosamente seduta sulla montagna di soldi che ha spremuto e spreme ai poveri europei, ai poveri italiani, agli imprenditori suicidi, ai milioni di lavoratori rimasti disoccupati da quando i loro governanti hanno adottato la moneta euro. È una spietata strozzina, come sono spietati strozzini i Re di Spagna, d’Olanda, del Belgio, i Rothschild, i Rockfeller e tutti gli altri azionisti delle Banche Centrali.

Ancora una volta, però, giornalisti e politici hanno mantenuto il silenzio sull’obbrobriosa personalità di questa donna, dedicandosi a commentare il tenero colore dei suoi cappelli. È questo silenzio che permette agli usurai d’Europa di portare i popoli alla rovina.

Ida Magli

Fonte: http://www.italianiliberi.it

Link: http://rlu.ru/R9i

[align=right]Source: “TEATRO MAGICO. L’INGRESSO...A DITTATURA DELL'ILLEGITTIMTA' [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 06/04/2014, 17:40, modificato 1 volta in totale.


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[:257] [:264]



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MessaggioInviato: 06/04/2014, 19:23 
Governo, Renzi taglia gli sgravi: via 780 euro a 5 milioni di famiglie
Il governo taglia le detrazioni: ecco quanto perdono cinque milioni di famiglie



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Un momento di lucidità c’è stato negli ultimissimi giorni e il governo in effetti ha meditato il passo indietro. Qualche (timida) polemica, del resto, ha costretto l’esecutivo di Matteo Renzi a valutare a fondo il blitz sulle detrazioni fiscali per i coniugi a carico. Un giro di vite fiscale inserito a fari spenti nel comunicato con cui l’ex sindaco di Firenze ha illustrato, alcune settimane fa, il «mitico» job act del Partito democratico. Salvo rare eccezioni, non se n’è accorto praticamente nessuno: stiamo parlando di una stangata clamorosa che colpisce oltre 5 milioni di famiglie alle quali Renzi toglierà la bellezza di 65 euro al mese. Calcolatrice alla mano, vuol dire 780 euro l’anno. Tuttavia, non ci sono speranze: la mazzata vedrà la luce nella versione finale del disegno di legge che i tecnici di Palazzo Chigi hanno messo a punto e che giusto ieri è stato presentato al Senato per l’inizio del prescritto iter parlamentare. Ci vorrà qualche mese, dunque, prima che i salari vengano messi a dieta. E non resta che sperare in qualche ripensamento nel corso dell’esame a Palazzo Madama e Montecitorio.

In ballo, come accennato, c’è lo sconto in busta paga (tecnicamente si tratta di uno sgravio sulla trattenuta Irpef effettuata dai datori di lavoro) riconosciuto dallo Stato a chi ha il coniuge a carico (perché disoccupato o con entrate ridicole). Un sussidio pubblico, che si aggiunge ad altri sconti fiscali (come quelli per i figli), finito nel mirino del governo. La norma deve essere ancora scritta, ma le carte preparatorie di Palazzo Chigi parlano chiaro: Renzi vuole «abolire la detrazione per il coniuge a carico e introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino sotto una determinata soglia di reddito familiare». Nel testo presentato al Senato si parla di «armonizzazione»: espressione meno spudorata, ma che conferma la volontà di intervenire sugli sgravi per le famiglie.

L’obiettivo del governo è spingere le aziende ad assumere donne in cambio di uno sconto fiscale offerto sotto forma di credito di imposta (tax credit). Di là dalla filosofia della misura (che da un lato favorisce l’occupazione femminile e dall’altro, però, sembra discriminare sia le donne che vogliono stare a casa sia quelle che hanno a carico il marito), vale la pena soffermarsi su quante imprese, in questa fase, anche in cambio di un’agevolazione tributaria, possano assumere. Probabilmente, molto poche.

Non solo. L’altro aspetto controverso emerge se si confronta questa misura con lo sconto fiscale Irpef che Renzi va sbandierando da quasi un mese. La platea è quasi sovrapponibile: buona parte dei lavoratori con reddito fino a 25 mila euro, destinatari dello sconto Irpef annunciato dal premier, hanno probabilmente anche il coniuge a carico. Il risultato è evidente. Per 80 euro in più se ne perderanno 65: il beneficio effettivo, perciò, per una fetta enorme di contribuenti si riduce alla miseria di 15 euro al mese, 180 euro l’anno. tempi - va detto - non coincidono. Il bonus da 80 euro, salvo sorprese, arriverà con le buste paga di maggio, mentre la stangata da 65 euro deve ancora compiere il lungo percorso in Parlamento. Nella peggiore delle ipotesi entrerà in vigore a gennaio 2015 e questo garantirebbe - per i contribuenti con basso reddito e coniuge a carico - un aumento secco dello stipendio fino a 80 euro per soli 8 mesi. Con l’anno nuovo, lo sgravio potrebbe essere sterilizzato dal giro di vite sulle detrazioni.

Senza dimenticare che le coperture per la riduzione dell’Irpef vanno ancora trovate. Il quadro sarà chiaro martedì quando il Documento di economia e finanza sarà approvato dal consiglio dei ministri. Nel Def si tracceranno le direttrici anche per le risorse da usare nella manovra Irpef: per il 2014 servono 6-7 miliardi di euro, mentre a regime, dal 2015, si passa a 10 miliardi. Il grosso dovrà arrivare dalla spending review, cioè dalle riduzioni sulle spese dello Stato. Dei 4 miliardi di tagli individuati per quest’anno 300 milioni arriverebbero dalla sanità ai quali ne andrebbero aggiunti altrettanti per effetto della stretta sugli acquisti di beni e servizi (800 milioni i risparmi complessivi attesi nel 2014) che investirà anche le convenzioni degli ospedali: dai servizi di ristorazione e sicurezza a quelli di lavanderia.

http://www.liberoquotidiano.it/news/115 ... gravi.html



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Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Cita:
robs79 ha scritto:

Cita:
MaxpoweR ha scritto:

chi è il teatrante da 6 anni?

Indovinello:chi fa spettacoli di bassa lega a teatro e dal 2009 ha fondato un partito? [:o)]


Ah si giusto ^_^ La scimmia urlatrice


Sì sì... intanto, mentre voi pensate alla scimmia urlatrice vi ricordo che al governo c'è il peggior buffone mai visto nella storia repubblicana, mille volte peggio di Monti e Letta (il che è tutto dire).

Ma la differenza è che agli spettacoli teatrali della scimmia urlatrice il biglietto lo pago solo se voglio andare a vederlo.

Per gli spettacoli di Renzi invece sono costretto a pagare anche se non voglio.

[V]



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Gioite avete trovato il vostro nuovo "Berlusconi" [;)]


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.. se il berlusca avesse fatto come 'sto pagliaccio (non curandosi di Fini e Casini) forse ....... (ma sarebbe stato ugualmente impedito da tutti i sindacati e i girotondi in piazza!) [8)] [:o)]



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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Cita:
robs79 ha scritto:

[quote]MaxpoweR ha scritto:

chi è il teatrante da 6 anni?

Indovinello:chi fa spettacoli di bassa lega a teatro e dal 2009 ha fondato un partito? [:o)]


Ah si giusto ^_^ La scimmia urlatrice


Sì sì... intanto, mentre voi pensate alla scimmia urlatrice vi ricordo che al governo c'è il peggior buffone mai visto nella storia repubblicana, mille volte peggio di Monti e Letta (il che è tutto dire).

Ma la differenza è che agli spettacoli teatrali della scimmia urlatrice il biglietto lo pago solo se voglio andare a vederlo.

Per gli spettacoli di Renzi invece sono costretto a pagare anche se non voglio.

[V]
[/quote]

Beh non è un problema mio :)

Io non l'ho certo legittimato nè votato come restanti 57 milioni di italiani dei quali però ci sono 3 milioni che hanno speso perfino un € per votarlo; direi che la responsabilità è in parte soprattutto la loro, di sicuro non mia.

A non mi lasciano votare per il presidente del consiglio da una vita ormai nonostante ne siano cambiati 3, quindi non mi sento minimamente nè responsabile nè partecipe della vita parlamentare di questa EX repubblica. :)


Ultima modifica di MaxpoweR il 07/04/2014, 14:57, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Governo, Renzi taglia gli sgravi: via 780 euro a 5 milioni di famiglie
Il governo taglia le detrazioni: ecco quanto perdono cinque milioni di famiglie



questo e' il gioco delle tre carte da una parte da dall'altra toglie,con la conseguenza che il risultato non cambia...................[;)]


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.. e così perdo altri 15 euro ...! [:(!] Ecco cosa fanno i governi di sinistra: TASSE! (E le tolgono ai ... pensionati!) [:142]



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MessaggioInviato: 07/04/2014, 20:02 
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Ufologo 555 ha scritto:

[:107]

AL PEGGIO NON C'E' MAI ... FINE!


Governo Renzi, Jobs Act: via detrazione coniuge a carico!

FORSE SE VINCO LE EUROPEE VI DO 80 EURO IN BUSTA, PER ADESSO VI TOLGO LA DETRAZIONE PER IL CONIUGE A CARICO...CONTENTI? STATE SERENI CHE A VOI CI PENSA RENZINO VOSTRO..

15-03-2014 - Pier Luigi Crivelli
Un provvedimento contenuto nella riforma del Lavoro abolirebbe la detrazione per il coniuge a carico

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Sembra che stiano per arrivare altre brutte notizie per le famiglie italiane, ed in particolar modo per tutti i nuclei familiari in cui a lavorare è solo il marito, mentre la moglie resta a casa a badare ai bambini oppure ai genitori anziani.


Il Governo Renzi sembra sia intenzionato a cancellare la detrazione per il coniuge a carico, giustificando il provvedimento come un incentivo, anche per le donne, a lavorare e a produrre per l'economia italiana.

Nella famosa proposta di riforma del Lavoro, il tanto chiacchierato "Jobs Act", infatti, è indicata, nell'ultima pagina, una frase eloquente che non sembra dare adito a dubbi sulle azioni da intraprendere.


Viene, infatti, scritto: "Abolire la detrazione per il coniuge a carico e introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare".


A questo proposito, cominciano ad arrivare pesanti critiche a questa ventilataabolizione della detrazione per il coniuge: il Forum delle associazioni familiari inveisce contro l’iniziativa ministeriale descrivendola come "una scelta che lascia interdetti per le valenze sociali e culturali che porta con sè".


C'è chi insorge, soprattutto, perchè già immagina le situazioni familiari che si verranno a creare: la moglie sarà costretta a lavorare e ad usare quei pochi soldi guadagnati per pagare una colf o una baby sitter che svolga il suo attuale lavoro di casalinga.

http://blog.libero.it/VOLTAPAGINA/12695427.html


Coniuge a carico, via le detrazioni: cattolici contro il jobs act di Renzi

Genova - Sul lavoro femminile è scontro tra alcune organizzazioni cattoliche, sostenute dal quotidiano dei vescovi italiani “Avvenire”, e il governo, che nel suo “jobs act” (misure a sostegno dell’occupazione) indica la possibilità di «abolizione della detrazione per il coniuge a carico ed introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare». L’intenzione è quella di scoraggiare la permanenza a casa delle donne e favorire la loro assunzione da parte delle imprese, che godrebbero di una serie di vantaggi fiscali. Ma l’idea non piace all’Avvenire, che ha criticato questo tipo di impostazione sostenendo che «l’idea sottesa all’operazione è ritenere il lavoro esterno delle donne quale unica forma degna di riconoscimento pubblico. Come se la cura familiare fosse un’attività meramente privata, un lusso, un privilegio che va a detrimento della società, anziché garantirne l’arricchimento, com’è nella realtà grazie all’educazione dei figli e alla presa in carico degli anziani. Una visione puramente ideologica».

Sul tema si è espresso anche il Forum delle associazioni familiari: «una scelta che lascia interdetti non tanto e non solo per i suoi significati economici, quanto per le valenze sociali e culturali che porta con sé». «Ogni persona - afferma Francesco Belletti, presidente del Forum - deve poter essere libera di scegliere se dedicare il proprio impegno ai familiari (che siano figli, anziani o malati) o al lavoro esterno. Riteniamo ideologica l’idea che le donne `devono´ lavorare, come unica risposta alla crisi. Per noi, prima di tutto, le donne devono poter scegliere, senza penalizzazioni se decidono di investire la propria attività e le proprie energie nelle relazioni e nella cura dei familiari. Quasi azzerato il welfare pubblico, l’assistenza ai bisognosi (non soltanto malati, ma anche semplicemente figli che non è detto debbano passare dieci ore al giorno a scuola) viene affidata alla famiglia. E ora la famiglia si troverà a dover delegare a badanti o baby sitter, alle quali girare il reddito che si guadagna con l’impiego esterno». «Vogliamo sperare che Renzi, dopo aver quasi dedicato la sua manovra alla famiglia dai microfoni di innumerevoli trasmissioni televisive, voglia porre rimedio allo svarione che rischia di metterlo in grave imbarazzo» conclude Belletti.

COSA DICE IL GOVERNO
Questa la parte del “jobs act” a cui si riferisce la polemica in corso:

«Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali. La delega ha la finalità di contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi: introdurre a carattere universale l’indennità di maternità, quindi anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata; garantire, alle lavoratrici madri parasubordinate, il diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro; abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare; incentivare accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo e l’impiego di premi di produttività, per favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con l’esercizio delle responsabilità genitoriali e dell’assistenza alle persone non autosufficienti; favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico - privato dei servizi alla persona, anche mediante la promozione del loro utilizzo ottimale da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi».

http://www.ilsecoloxix.it/p/economia/20 ... ioni.shtml

Se questo pisquano non verrà fermato MANDERA' IN MALORA AL PIU' PRESTO ciò che resta dell'Italia!!! [:(!]


ma la detrazione del conouge a carico
mi sembra che si ayyiri sulle 690 euro all'anno..

80x12=960

960-690=+270

con una mano danno,
con l'altra levano..
che genio,
neanche berlusca..
era arrivato a tanto..


Ultima modifica di mik.300 il 07/04/2014, 20:04, modificato 1 volta in totale.


_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 07/04/2014, 20:07 
anno affermato che tolgono la moglie a carico x incentivare le donne al lavoro,..ma dovrebbero spiegare quale lavoro se le assunzioni sono praticamente nulle....[:(!]


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