TASSE, TASSE, TASSE ....

Riceviamo da Massimiliano Mazzanti e volentieri pubblichiamo, caro direttore,
Occhio al 38! Nella smorfia napoletana, questo numero indica ‘e Mmazzate (pare si scriva proprio così, con 2 “m”); nelle intenzioni del governo Pd-5 Stelle, indica il numero di passaggi sufficienti per assicurare al sistema creditizio l’ammontare dell’intera capacità di spesa quotidiana degli italiani, tramite l’obbligatorietà dei pagamenti elettronici. Il calcolo è semplice e facilmente verificabile da chiunque, basta avere un negoziante per amico. Per quanto le banche assicurino di venire incontro ai consumatori, non applicando aliquote sui pagamenti elettronici (per altro, solo su quelli inferiori a una determinata soglia), nessuno – e si capisce bene il perché di questo – parla delle commissioni che i dettaglianti dovranno obbligatoriamente riconoscere a una delle diverse società che fornisco loro il così detto “pos” – point of sale, letteralmente “punto di vendita”; in realtà, il “lettore” di bancomat e creditcard – che, di norma, viaggiano su percentuali del 2.6%-2.8%.
Il balzello nascosto
In parole semplici, ogni 100 euro di spese varie, 2 euro e 80 centesimi finiranno nelle tasche del circuito creditizio (spesso, queste società che forniscono i “pos” sono filiazioni delle banche). Dunque, se gli italiani spendono in media 1 miliardo di euro al giorno per le loro minute necessità, dopo appena un mese e 8 giorni quell’intera cifra sarà stata incassata dalle banche. Certo, inizialmente questo balzello non graverà sulle tasche del consumatore, ma del venditore. Questi, però, s’accorgeranno presto della decurtazione sostanziale del suo incasso – per inciso: non del 2.8%, ma del doppio, dal momento che la commissione si paga sul lordo e non è detto che sia detraibile, almeno completamente -, procedendo necessariamente a un allineamento dei prezzi. Tagliando breve, agendo sul meccanismo di pagamento, il governo, compiacendosi il sistema bancario, potrà ottenere quasi se non gli stessi o superiori benefici che otterrebbe con l’aumento di 2 o tre punti dell’Iva, ma senza aver adottato ufficialmente alcuna misura vessatoria diretta. Al governo basta attendere l’“uscita del 38” che, come in certe lotterie truccate, uscirà regolarmente almeno nove volte all’anno.
https://www.secoloditalia.it/2019/09/pa ... ando-liva/