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16/08/2013, 13:15

Ufologo 555 ha scritto:
Tanto, questi, la democrazia non la vogliono comunque! Sono islamici e rispettano solo la legge del corano: il libro e la spada. Tanto vale che rimanessero come una volta, saremmo stati tutti in pace, compreso Israele! [^]


Certo... ma se avessero lasciato tutto così com'era, gli USA, sarebbero già crollati.
Ora invece, ci sono migliaia di miliardi di risorse da mungere in medio oriente.....
Vuoi mettere? [:p]

Po ci mancava l'"abbronzato" che non sa gestitre una beata ..... [8)]


Oh Gesù... ma che fai? Parli come Silvio?

16/08/2013, 13:33

Ufologo 555 ha scritto:

In fin dei conti, regime per regime, era tutto meglio come stava PRIMA: Lo "Scià" in Persia; Mubarak in Egitto;


di tutto questo ca+++o,torno a ripetermi,ci sono pure i colpevoli
....i mitici carter ed obama,che sono in gara come i presidenti usa + incapaci........ [:213] [:213]

16/08/2013, 13:35

Non a caso sono .... democratici! [xx(]

16/08/2013, 13:40

alle prossime elezioni,
se le fanno,
i fratelli musulmani
prendono l'85%..

16/08/2013, 14:26

Ufologo 555 ha scritto:

Non a caso sono .... democratici! [xx(]

Ma perchè se fossero stati repubblicani sarebbe stato meglio? [:D]
Continuo a chiedermi da quale pianeta scrivi.....

16/08/2013, 14:31

A proposito di Rivolte e rivoluzioni che infiammano il mondo...

Avete sentito dell'autobomba a Beirut?

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=BgN_DfJ3ylU[/BBvideo]

Bene....... [:)]

Libano: ribelli Siria si dissociano da attacco Beirut,
Suleiman accusa Israele


http://www.adnkronos.com/IGN/Aki/Italia ... 22256.html

(Aki) - E' ''assurdo'' accusare i ribelli siriani dell'attentato che ieri a Beirut ha causato la morte di 24 persone e il ferimento di 248 nel quartiere di Dahiyeh a sud della capitale libanese, roccaforte dei miliziani sciiti di Hezbollah. Lo dichiara il portavoce dell'Esercito libero siriano Loay al-Mikdad in un'intervista al quotidiano an-Nahar. Al-Mikdad ha quindi definito l'attentato condotto con un'autobomba come ''un atto codardo che ha l'obiettivo di distruggere la sicurezza e la stabilita' del popolo libanese''.

E' un'accusa a Israele, invece, quella rivolta dal presidente libanese Michel Suleiman, secondo cui l'attentato ha come obiettivo quello di destabilizzare il Libano. Anche il ministro degli Interni libanese Marwan Charbel ha puntato il dito contro Israele, affermando che l'attacco potrebbe essere legato all'esplosione avvenuta la scorsa settimana vicino al confine israelo-libanese che è stata rivendicata dal leader di Hezbollah Hassan Nasrallah.

16/08/2013, 16:35

Già, è semplice! [^]

16/08/2013, 16:38

Thethirdeye ha scritto:

Ufologo 555 ha scritto:

Non a caso sono .... democratici! [xx(]

Ma perchè se fossero stati repubblicani sarebbe stato meglio? [:D]
Continuo a chiedermi da quale pianeta scrivi.....



Forse non il TUO! [:D]

16/08/2013, 18:48

rmnd ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

rmnd ha scritto:

Il medioriente e quindi il mondo intero è più sicuro con un Egitto in mano ai militari piuttosto che a degl invasati islamisti.


Eggià..... il MONDO INTERO E' IN PERICOLO... [:D]
Ma per favore....

In ogni caso, la paura, abilmente enfatizzata dei media nei confronti degli islamisti,
NON giustifica i metodi adottati e le azioni denunciate dall'articolo che ho postato.

Anche io ritengo ci siano gruppi estremisti tra quelle fila.
Tuttavia, la pericolosità dei gruppi islamici (in generale),
ci arriva solo per "sentito dire".

Voglio dire... non possiamo di certo prendere per oro colato i messaggi
veicolati dal mainstream di fattura occidentale o anglo-americana....


ti pare 'serio' per non dire criminale, che un movimento come quello dei fratelli musulmani mandi al massacro migliaia di persone civili contro i militari armati di tutto punto, solo per i loro calcoli politici?

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-16/egitto-oggi-giorno-rabbia-093429.shtml?uuid=AbaJ6dNI
I Fratelli musulmani hanno chiesto ai loro sostenitori di manifestare per le vie del Cairo partendo dalle moschee dove si tengono le preghiere del venerdì. Lo slogan che guiderà la manifestazione sarà «il popolo vuole rovesciare il golpe». «Nonostante il dolore per la perdita dei nostri martiri, gli ultimi crimini commessi dagli autori del golpe hanno aumentato la nostra determinazione», si legge in un comunicato diffuso dalla Fratellanza.


L'esercito non dovrebbe fare quello che ha fatto e che continuerà a fare. Ma lì chi detiene il potere, sa come vanno certe cose. Non possono lasciar correre o i fratelli musulmani usando le masse rovescieranno a loro volta il governo.

Quindi pur consapevoli che l'esercito deve sparare, i fratelli musulmani non si fanno scrupoli e mandano la folla al macello. E lo fanno con premeditazione, proprio perchè sanno che l'esercito non potrà far altro che sparare.

Accidenti è vero!,le rivolte in Ungheria e in Cecoslovacchia ai tempi dell'URSS,secondo la tua linea di pensiero allora non li hai approvati!!. [8]
Dovevano esercitare una repressione ancora più dura,no..che poi alla fine dopo qualche carro armato per strada hanno ceduto!. [:D] [:o)]
Ultima modifica di bleffort il 16/08/2013, 19:29, modificato 1 volta in totale.

17/08/2013, 11:40

Immagine

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 55537.html

17/08/2013, 15:41

Assalto a moschea Fatah
'Aiuto, ci uccidono tutti'


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 55537.html


Diretta da RaiNews24:
http://tg24.sky.it/tg24/diretta.html

Il Cairo, polizia attacca la moschea: scontri e sparatorie
http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2013/08/1 ... morsi.html

17/08/2013, 16:33

Ufologo 555 ha scritto:

Già, è semplice! [^]


ma scusato,quella forza multinazionale posizionata nel sud del libano,fra cui gli italiani,non doveva assieme alle forze libanesi disarmare gli hezbollah?o sono in loco x abbronzarsi,pure quelli euro sprecati,,,,,,,,,, [:(!]

17/08/2013, 16:47

Eeeeeeeeee! Quelli li mise lì il bravo Prrrrrodi per farvrdre che CI PENSAVAMO NOI a dividere gl'israeliani dai libanesi! Roba da matti; e soino ancora lì (a turno) ad ... abbronzarsi!
Tranquillo che se gli "Hezbollah" decidono di attaccare vedrai che fuggi, fuggi! [:261]

19/08/2013, 20:20

Esteri

«Usa e Ue non hanno capito». I Fratelli musulmani sono il problema: «Perseguitano cristiani e musulmani»



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«Quello che sta accadendo è contro il popolo egiziano, contro cristiani e musulmani. Tuttavia, i Fratelli Musulmani approfittano della debolezza della minoranza cristiana per aggredire, per uccidere», così monsignor Youhanna Golta, vicario patriarcale di Alessandria dei Copti, ha parlato a Radio Vaticana delle quaranta chiese cristiane bruciate in questi giorni in Egitto, insieme a case, scuole, monasteri e negozi: «Sia cristiani che musulmani, in Egitto, sono perseguitati dai Fratelli Musulmani», ha spiegato Golta. Perciò non bisogna «farne una questione cristiana o musulmana, perché si tratta di un “problema egiziano”: tutto quello che sta accadendo è contro il popolo egiziano, contro cristiani e musulmani. Ma, ha aggiunto, «i nostri amici musulmani, cioè la maggioranza dei musulmani, aiutano e sostengono i cristiani».

«USA E UE NON HANNO CAPITO». Per questo il vicario patriarcale ha voluto sottolineare che la Chiesa non vuole solo difendere se stessa: «Noi viviamo mescolati, l’Egitto è un Paese che non deve essere diviso. Non esiste strada, non esiste edificio, non esiste città, che sia solo per i musulmani o solo per i cristiani. Accanto all’università islamica di al-Azhar ci sono negozi cristiani, accanto alla grande cattedrale del Cairo vivono i musulmani. L’Egitto è un Paese che non accetta la divisione».
È questo secondo Golta che gli «Stati Uniti non hanno capito» e «nemmeno l’Unione Europea. I Paesi occidentali sono in possesso di false notizie, di informazioni stravolte e sbagliate». Lo stesso aveva dichiarato lunedì scorso ad Aiuto alla chiesa che soffre (Acs) il vescovo copto di Assiut, monsignor Kyrillos William Samaan, spiegando che durante gli attentati tanti musulmani si sono schierati al fianco dei copti: «Questo – ha sostenuto Samaan – è il vero Egitto: cristiani e musulmani uniti», anche se «abbiamo bisogno che tutti i musulmani alzino la voce in nostra difesa. Altrimenti toccherà a noi pagare il prezzo della democratizzazione».
Egitto, la verità sulle violenze dei Fratelli musulmani

COMPATTI CONTRO LA VIOLENZA. Sempre a Radio Vaticana il vescovo di Giza, monsignor Antonious Aziz Mina, ha spiegato infatti che «tutto il popolo è compatto, tranne questi Fratelli Musulmani che hanno governato per un anno facendo vedere il peggio di quello che hanno da esprimere». Ma perché scagliarsi proprio contro i cristiani? Per Mina il gruppo sarebbe legato sia ad Al Qaeda sia ad Hamas. E non avendo «alcun interesse, né per il Paese, né per gli egiziani, per nessuno», il loro unico obiettivo sarebbero le chiese: «Credono – ha chiarito il vescovo – che i cristiani entreranno in conflitto con il governo e con l’esercito, e pensano dunque di seminare il disordine in tutto il Paese.
Invece, i cristiani sono consapevoli che c’è un prezzo da pagare per isolare queste fazioni che non hanno alcuna forza ed esperienza politica. La forza che hanno è solamente terroristica». Infatti, ha proseguito Mina, «in Egitto c’è una grande presenza cristiana, anche se non cattolica. Ma all’interno, questa presenza dei cristiani – cattolici, ortodossi, protestanti – è compatta. Hanno sempre le stesse posizioni e oggi li vediamo tutti compatti per dire: “No al terrorismo, no a questa violenza!”. E questo “no” è molto pacifico». Sarebbero quindi i musulmani ad essere spaccati. Anche se, ha concluso il vescovo, «ci sono interessi – oserei dire – internazionali che sostengono questi Fratelli Musulmani (…). Finora l’Egitto era l’equilibrio di tutto il Medio Oriente, e non so chi sia interessato a distruggerlo».

http://www.tempi.it/i-vescovi-egiziani- ... hJgyH9IMZk

20/08/2013, 15:18

Obama: il grande ... bluff! [:o)]





<h3>IL VUOTO DELLA POLITICA ESTERA USA

Un'assenza ingombrante</h3>



Il disastro egiziano è tale che persino gli osservatori europei più simpatetici nei confronti di Barack Obama, oggi prendono atto della inconsistenza della sua politica estera. C'è un rapporto fra i fallimenti internazionali di Obama e la popolarità di cui ha goduto a lungo in Europa. Era infatti piaciuto a tanti europei, soprattutto, perché lo immaginavano come il possibile liquidatore dell'«impero americano».

Gli storici del futuro, plausibilmente, si divideranno all'infinito nella valutazione dei meriti e dei demeriti della politica estera del presidente dell'11 Settembre, di George Bush Jr. Ma difficilmente negheranno che l'azione internazionale di Obama sia stata un fallimento. Ha eliminato Bin Laden? Ha fatto un uso massiccio dei droni per colpire terroristi islamici? Sì, ma senza la guida di una visione politica, quale che essa sia, l'uso degli strumenti militari non porta lontano. La guerra, diceva Clausewitz, ha una grammatica ma non una logica. La logica della guerra è politica. Ed è la politica che è mancata nell'azione militare e in quella diplomatica dell'Amministrazione .


Tutto ciò era già scritto negli atti e nelle parole di Obama fin dalla sua prima campagna presidenziale. Se si vuole dare un quarto di nobiltà alla sua visione politica bisogna ricondurla al jeffersonismo (da uno dei Padri fondatori dell'America, Thomas Jefferson). È una corrente per la quale l'America, terra benedetta da Dio, deve coltivare le proprie virtù in patria, impegnandosi il meno possibile all'esterno e influenzando gli altri soprattutto con la forza dell'esempio, delle proprie libertà e virtù repubblicane. A differenza dei wilsoniani , sia democratici che repubblicani (da Wilson a Roosevelt, da Kennedy a Reagan, a Bush Jr.), i jeffersoniani non credono che affare dell'America sia rendere il mondo safe for democracy , sicuro per la democrazia. Sono indifferenti alla natura dei regimi politici con cui trattano. È sufficiente che i governanti di tali regimi siano disposti a cooperare con l'America. Il tanto lodato discorso del Cairo (2009), quello con cui il neopresidente definiva, in chiave anti-Bush, i futuri rapporti con il mondo islamico, è stato il vero manifesto politico della sua Amministrazione. In quel discorso si trovano non solo le radici dei recenti errori americani in Medio Oriente, ma anche le ragioni di un più generale fallimento . Se ci si dichiara pronti a cooperare con chiunque quale che siano le sue scelte e ideologie, fatto salvo un generico appello al rispetto dei diritti umani, ci si trova poi disarmati quando quelle scelte e ideologie producono esiti sgraditi o nefasti.

In nome della indifferenza ai regimi politici altrui, Obama ha per lungo tempo snobbato le democrazie europee, ha creduto possibile instaurare salde relazioni di cooperazione con la Cina e con la Russia, ha raffreddato i rapporti con Israele, ha posto termine affrettatamente alla presenza americana in Iraq, ha annunciato, altrettanto affrettatamente, il ritiro dall'Afghanistan, ha abbandonato a se stessi i giovani in rivolta nell'Iran del 2009. E ha infine cavalcato, senza uno straccio di disegno politico, ma ponendosi al rimorchio dell'opinione pubblica, le cosiddette rivoluzioni arabe. Basta da solo lo stato attuale dei rapporti con la Russia di Putin per dimostrare quanto velleitaria e inconsistente sia stata la sua politica estera .
Obama, è vero, si è trovato sulle spalle la più grave crisi economica dopo il '29. E ha dovuto fare i conti con un indebolimento senza precedenti dell'America. Ma la sua politica internazionale ha aggravato quell'indebolimento, non lo ha contenuto o ritardato.

Un'assenza di visione politico-strategica spiega, ad esempio, il via libera che Obama diede alla disastrosa guerra di Libia voluta dal presidente Sarkozy per compensare la «perdita» francese della Tunisia. Una guerra che non ha portato ai libici la «libertà dal tiranno» ma ha creato l'ennesimo Stato fallito, in preda a bande armate, facendo anche saltare l'unica diga che bloccava la diffusione dell'estremismo islamico a sud del Sahara.
Sulle indecisioni americane nella guerra civile siriana non c'è da spendere parole. Sono servite a segnalare alle potenze regionali alleate (Turchia, Arabia Saudita, Israele) che l'America è inaffidabile e ondivaga e che ciascuno deve fare per sé. In Egitto, poi, l'incapacità diplomatica americana ha raggiunto i massimi livelli. Morsi era un presidente democraticamente eletto ma, data la natura illiberale del suo movimento, egli doveva essere tallonato, blandito con le carote e minacciato col bastone. Per la situazione del Sinai e per i rischi che correvano le libertà degli egiziani. L'America avrebbe dovuto esercitare forti pressioni per spingere Morsi, come chiedeva l'esercito prima del golpe, ad aprire le porte del governo alle altre componenti della società. Ha invece scelto di appoggiarlo e basta. Col risultato di essere oggi invisa a tutti gli egiziani, laici e fondamentalisti. Un'efficace politica estera è una equilibrata miscela di principi e convenienze. Obama ha snobbato i principi e ha perso anche sul piano delle convenienze.

Piaceva tanto agli europei, dopo gli anni del terribile Bush, il liquidatore dell'impero americano. Ma era solo una prova dell'insipienza politica europea. Puoi anche volere sbarazzarti degli ingombranti americani. Ma a patto che l'alternativa di cui disponi non sia il nulla
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20 agosto 2013 | 7:45

http://www.corriere.it/editoriali/13_ag ... 09c3.shtml
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