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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 08/03/2016, 20:19 
Sabato 5 marzo 2016

«Mi diffamò sulle analisi del Dna»
E Bossetti querela il professore


Da imputato a parte offesa. Massimo Bossetti sarà in Tribunale anche giovedì prossimo, 10 marzo, non nei panni di accusato del delitto di Yara, bensì in quelli di presunta vittima del reato di diffamazione. Ha denunciato un genetista per un’intervista in tv.

Il muratore di Mapello ha presentato tempo fa una denuncia, tramite il suo avvocato Claudio Salvagni, nei confronti del professor Fabio Buzzi, all’epoca dei fatti responsabile dell’Unità operativa di Medicina legale e Scienze Forensi dell’Università di Pavia. Il dipartimento di Buzzi era stato incaricato dalla Procura di Bergamo di analizzare i reperti (peli e capelli) sopra e intorno al corpo di Yara Gambirasio, trovato nel campo di Chignolo d’Isola il 26 febbraio 2011.

Il 27 giugno 2014, pochi giorni dopo il fermo del carpentiere inguaiato dal Dna, in un’intervista in tv per la trasmissione «Segreti e Delitti» di Canale 5, Buzzi affermò in maniera chiara che erano stati trovati anche peli di «Ignoto 1» (e quindi di Massimo Bossetti, per gli inquirenti) sul corpo e sugli indumenti di Yara. La fonte era autorevole, era una notizia clamorosa e come tale venne accolta dai media (che la rilanciarono con ampio risalto) perché confermava le risultanze delle analisi genetiche già condotte sugli slip e sui leggings della ragazzina. Peccato che non c’era nulla di vero. Buzzi era incappato in un autentico scivolone televisivo e, poco dopo, nella stessa serata, era stato costretto a rettificare: «Non so se mi sono espresso male io, e in tal caso me ne dolgo – aveva dichiarato – oppure se c’è stato un fraintendimento con il giornalista che mi ha posto le domande, ma devo precisare che il confronto tra le formazioni pilifere e il Dna di Ignoto 1 è tuttora in corso, non è concluso». Anche il professor Carlo Previderè, che materialmente era stato incaricato dalla Procura di analizzare le tracce pilifere, intervenne per smentire e lo stesso fecero gli inquirenti: «Non risulta».

Oggi l’esito di quelle analisi è noto: sono state trovate 7 tracce umane, nessuna però appartenente all’imputato Bossetti. Di quell’infausta intervista di Buzzi rimane ora solo un procedimento penale per diffamazione, di cui però la Procura di Bergamo (titolare del fascicolo è il procuratore aggiunto Massimo Meroni) ha chiesto l’archiviazione, evidentemente non ravvisando gli estremi per procedere contro il professore.

Alla richiesta di archiviazione si è formalmente opposta la difesa di Bossetti e per questo il giudice per le indagini preliminari Marina Cavalleri ha fissato un’udienza in camera di consiglio per giovedì prossimo. Sentite le parti, il giudice potrà emettere un decreto di archiviazione, come chiesto dalla Procura, e porre fine a questa vicenda giudiziaria. In alternativa potrà disporre nuovi accertamenti o l’imputazione coatta dell’indagato. Che questa volta non è Bossetti, ma uno fra quelli che sul suo conto indagava (in qualità di capo dipartimento). In un processo ad alto tasso mediatico, accade anche questo.

Source: «Mi diffamò sulle analisi de...ssore - Bergamo città Bergamo


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Ultima modifica di Wolframio il 08/03/2016, 20:28, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 08/03/2016, 20:25 
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Lunedi 7 marzo 2016

Processo Bossetti, l’avvocato in tv
«Chiederemo una perizia sul dna»


«Bisogna capire se quel dna è veramente il suo. Le discrepanze ci sono». Claudio Salvagni, avvocato di Massimo Bossetti, presunto omicida di Yara Gambirasio, è intervenuto durante la trasmissione «I Fatti vostri» per ribadire l’intenzione di fare chiarezza sull’indizio principe del processo: il dna trovato sui vestiti della vittima, secondo gli inquirenti inequivocabilmente di Bossetti.

Il suo legale la pensa diversamente: «Noi non abbiamo parlato di prove a rischio, ma con la massima trasparenza abbiamo voluto portare alla corte ogni elemento che abbiamo trovato a sostegno della nostra tesi. Ogni cosa va portata al vaglio della corte, perché è un processo molto complesso. L’elemento fondamentale è la discrepanza che abbiamo evidenziato tante volte sul dna e a breve valuteremo di chiedere una perizia. Ci sono spiegazioni scientifiche che devono essere date. Bisogna capire se quel dna è veramente di Bossetti. E le discrepanze ci sono. Per arrivare a un giudizio al di là di ogni ragionevole dubbio bisogna dare risposte a tutte le anomalie».

Source: Processo Bossetti, l’avvocat...dna» - Bergamo città Bergamo



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 09/03/2016, 21:43 
L’avvocato Salvagni: «Ancora falsità su Bossetti nel processo per l’uccisione di Yara Gambirasio»

9 marzo 2016

L’ avvocato Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti (in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o giustizia”, condotta da Matteo Torrioli, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, ha smentito una serie di tesi accusatorie nei confronti di Bossetti.

Sulla deposizione di Marita Comi, moglie di Bossetti, in merito ai video hard sul pc (“Io e massimo li guardavamo insieme” ha affermato la donna), il legale precisa: “Sul computer di Bossetti non c’è materiale pedopornografico . Lo ha detto il tenente dei Carabinieri in sede di controesame. Tolto il contenuto pedopornografico, tutto il resto è lecito. Io mi meraviglio quando qualcuno si scandalizza e fa di questo tema un argomento di discussione. Qualche benpensante ritiene che debbano essere portati via i figli alla signora Comi perché ha guardato dei video porno. Allora bisognerebbe portare via i figli al 90% delle persone, le statistiche parlano chiaro. Quello a Marita Comi è stato un interrogatorio molto duro. L’accusa voleva dimostrare che c’è una sorta di perversione nei confronti dell’imputato che dirige le sue attenzioni su un sesso femminile di minore età, cosa che però è stata smentita dalle risultanze processuali. Il pedofilo non si scopre pedofilo a 40 anni e nel pc di un pedofilo ci sono tonnellate di file a contenuto pedopornografico”.

Sulla testimonianza di Alma Azzolin, che ha detto di aver visto Yara salire sul furgone di Bossetti, l’avvocato Salvagni afferma: “Sono tantissime le incongruenze di questa testimonianza, giunta a 4 anni dai fatti. E’ l’unica testimonianza su oltre 4000 persone sentite che conferma questo dato. Quando un dato è così isolato lascia riflettere sulla sua genuinità”.

Le prossime mosse della difesa di Bossetti. “Abbiamo smontato tutte le tesi dell’accusa, resta solo mezzo dna –ha spiegato Salvagni-. La difesa chiederà a breve una perizia su questo punto”.

Source: L’avvocato Salvagni: «Ancor...rasio» | L'altroquotidiano.it


Puntata Radio, scarica:
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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 15/03/2016, 22:57 
(ANSA) - BERGAMO, 15 MAR - Il gip di Bergamo Marina Cavalleri ha disposto l'archiviazione della denuncia per diffamazione presentata da Massimo Bossetti, il muratore accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, nei confronti del professor Fabio Buzzi per via delle dichiarazioni rilasciate da quest'ultimo durante un'intervista tv. Secondo il giudice la querela è stata depositata oltre il tempo massimo consentito, ovvero 8 mesi invece che entro i 3 previsti dalla legge. Il 27 giugno 2014 il professor Buzzi, nelle vesti di responsabile dell'Unità di Medicina legale dell'Università di Pavia, dichiarò a Canale 5 che nei laboratori del suo dipartimento erano stati trovati anche peli di 'Ignoto 1', dunque di Bossetti, nelle vicinanze del corpo di Yara. Questo fece pensare che, oltre al dna sugli slip (l'attuale 'prova regina' contro Bossetti), vi fossero altre tracce genetiche riconducibili al muratore bergamasco.
Invece non era così e Bossetti per questo sporse querela.

Source: Yara: gip archivia querela Bossetti - Lombardia - ANSA.it


Sicchè.... uno "scienzato" và in Tv a raccontare che nelle vicinanze di un cadavere ha trovato i miei peli.
Il mio legale procede a querelarlo solo quando entra in possesso della perizia sulle tracce pilifere, per essere sicuro che le sue affermazioni non corrispondono al vero.
Ma nel frattempo i termini per presentare la querela scadono.

Ma è assurdo.

Vorrei proprio vedere se vado in Tv a raccontare che una Letizia qualsiasi ha imbrattato i muri delle case e la stessa si accorge della mia pubblica diffamazione solo 4 mesi dopo.
Quindi se Letizia decide di querelarmi, il gip archivierà il caso perchè ha depositato la querela oltre i tre mesi?.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 16/03/2016, 19:55 
16 marzo 2016

Bossetti, la difesa chiede i filmati
E tira in ballo altri due giovani morti


Il processo Bossetti continua a Bergamo con nuovi colpi di scena. La difesa ha iniziato a interrogare i suoi testimoni e nel primo pomeriggio sono stati sentite altre tre persone.

Tra i testimoni anche Mauro Rota, papà di una ragazza che frequentava il centro sportivo di Brembate e che conosceva Yara Gambirasio. L’uomo ha ricordato un episodio avvenuto il martedì precedente la scomparsa della ragazzina, con due uomini fermi nel parcheggio del centro sportivo che lo avevano compito e «lo fissavano».

A seguire è stato il turno di Dominic Salsarola, archeologo forense che si occupò, in équipe con la professoressa Cristina Cattaneo, delle operazioni di recupero della salma di Yara sul campo di Chignolo d’Isola e dei prelievi di terreno necessari per le analisi di laboratorio.

L’archeologo si era occupato anche delle ricerche sul cantiere, dopo quelle dei cani molecolari, ricerche sospese quando fu ritrovato il cadavere della ragazza nel campo. Dalla difesa però c’è l’intenzione di allargare il campo delle indagini e tornare anche sul cantiere, così come richiesta dei legali di Massimo Bossetti di acquisire i filmati delle riprese video effettuate dalle telecamere di un’azienda di via Bedeschi: materiale video dal giorno della scomparsa di Yara al giorno del ritrovamento del corpo che la difesa non avrebbe mai visionato. Una richiesta che il pm contesta e giudica tardiva.

Ma il colpo di scena arriva a fine udienza quando ancora i legali della difesa chiedono alla Corte di acquisire i fascicoli degli atti relativi all’omicidio di Eddy Castillo (ucciso vicino al campo di Chignolo quaranta giorni prima del ritrovamento di Yara) e del decesso di Sarbjit Kaur, ventunenne indiana trovata priva di vita nel fiume Serio a Cologno un mese dopo la scomparsa della tredicenne di Brembate Sopra: il caso era stato archiviato come suicidio. Una richiesta, tra l’altro, che la difesa aveva già fatto alla Corte e che era stata rigettata perchè non attinente al caso. Con Camporini che in aula però sottolinea: «Le lesioni sul corpo della giovane indiana sono simili a quelle sul corpo di Yara»

.Ora la prossima udienza è in programma per venerdì mattina: si proseguirà con i testimoni portati dalla difesa di Massimo Bossetti.

Source: Bossetti, la difesa chiede i f...morti - Bergamo città Bergamo



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 16/03/2016, 21:50 
La difesa di Bossetti: "Sul cadavere di quella ragazza indiana le stesse ferite di Yara"

I legali chiedono gli atti di un'inchiesta archiviata come suicidio sulla morte di una 21enne trovata senza vita nel dicembre del 2010 nel greto del fiume Serio a Cologno. L'attacco alla pm, la stessa che si occupò del caso: "Quel fascicolo pare disperso"

16 marzo 2016

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(ansa) La morte di Yara Gambirasio e quella di una ragazza indiana archiviata come suicidio. Il collegamento tra le due vicende, delle quali tra l'altro si è occupata lo stesso pubblico ministero Letizia Ruggeri, arriva dalla difesa di Massimo Bossetti che ha chiesto alla Corte d'Assise di Bergamo di poter esaminare il fascicolo d'inchiesta sulla morte di Sarbjit Kaur, 21enne di origini indiane scomparsa il 24 dicembre del 2010 e trovata senza vita sei giorni dopo a Cologno.

I legali del muratore, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, tentano infatti di stabilire un collegamento tra i due casi perché, spiegano, "le lesioni trovate sul corpo di quella ragazza sono sorprendentemente simili a quelle sul corpo di Yara". "Siamo stati autorizzati a prendere visione di quelle carte - ha aggiunto l'avvocato Camporini - ma quel fascicolo adesso pare essere disperso".

La mattina del 24 dicembre Sarbjit era uscita di casa, aveva lasciato la sua auto in un parcheggio di Seriate ed era scomparsa. Solo il 30 dicembre il suo corpo è stato ritrovato nel greto del fiume Serio a Cologno, a circa venti chilometri da dove aveva lasciato la sua auto. Sarbjit aveva una profonda ferita alla testa e i suoi polsi erano tagliati. Molti elementi hanno portato la famiglia a non ritenere probabile l'ipotesi del suicidio. I pantaloni della giovane, ad esempio, sono stati trovati a circa due metri di distanza dal suo corpo.

Non è però l'unica richiesta. Gli avvocati vogliono anche esaminare i filmati delle telecamere di sorveglianza di una ditta di materiali metallici che si trova in via Bedeschi a Chignolo d'Isola, la strada che accede direttamente al campo dov'è stato trovato il corpo di Yara il 26 febbraio 2011. L'ex direttore generale della società, Franco De Gregorio, ha testimoniato in aula, spiegando però che l'azienda aveva installato un sistema di telecamere perimetrali per proteggersi dai ladri di rame. Gli occhi elettronici, pur inquadrando via Bedeschi, in realtà "non puntavano direttamente sul campo dov'è stato trovato il corpo di Yara" e le riprese, già esaminate dai carabinieri del Ros, non hanno fatto emergere particolari rilevanti. Le immagini inoltre venivano conservate solo 15 giorni. I legali, però, hanno chiesto di prendere visione dei video allegati alle diverse denunce presentate dalla ditta in occasione di diversi tentativi di furto avvenuti nele periodo in cui Yara era dispersa e dei filmati della sera del 16 gennaio 2011, data in cui il 26enne di origine sudamericana Eddy Marone Castello è stato ucciso a calci e pugni vicino alla discoteca "Sabbie Mobili", che si trova sempre in via Bedeschi, a pochi metri di distanza dall'azienda.
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Il pm Letizia Ruggeri si è opposta alle richieste della difesa, e il collegio presieduto da Antonella Bertoia, si è riservato di decidere. Si tornerà in aula il prossimo 18 marzo con una decina di testimoni convocati dai legali di Bossetti, che oggi ha ribato ai giudici che il furgone ripreso dalle telecamere di sicurezza non sarebbe il suo, descrivendo le differenze - a suo dire - tra il suo furgone e il mezzo immortalato nei fotogrammi. In tribunale, inoltre, sono comparse le raccolte di figurine, portate dalla moglie Marita Comi, che il muratore ha raccontato essere solito acquistare tutte le sere, per i suoi bambini, mentre tornava dal lavoro. Si tratta di 10 album, e alcune raccolte che il carpentiere di Mapello ha riconosciuto. "E ce ne sono molte altre - ha detto Bossetti - qualche volta lasciavo anche il numero di telefono e gli edicolanti mi chiamavano perché io potessi completarle". Nelle scorse udienze, tre edicolanti in aula avevano sostenuto di non riconoscere Bossetti come cliente abituale, affermazioni che avevano fatto sbottare Bossetti. E' stato in quella occasione che aveva detto ai giudici: "Mentono, qui prima di me hanno mentito tutti".

Su richiesta della difesa, inoltre, in aula ha deposto anche un 17enne, che aveva 11 anni quando scomparve Yara. Ha raccontato di aver visto nel novembre del 2010, mentre lasciava la palestra di Brembate, una ragazzina parlare con 3 uomini vicino a un furgone bianco. Il ragazzo però non ha ricordato la data esatta e non è riuscito a collocare l'episodio il 26 novembre del 2010, giorno della scomparsa. La ragazzina,

ha detto il ragazzo, aveva i capelli raccolti in uno chignon e indossava un giubbotto nero con la scritta Hello Kitty. Dopo la scomparsa di Yara, ne ha parlato ai genitori, e nel gennaio del 2011 era andato a deporre dai carabinieri. In aula, anche la deposizione di un tecnico informatico che si era occupato dell'installazione e della manutenzione dei 2 computer in casa della famiglia Bossetti. Ha raccontato di non avere mai avuto particolari richieste tecniche da parte della coppia.

Source: La difesa di Bossetti: "Sul ca...erite di Yara" - Repubblica.it


Ma guarda un pò........ la Letizia


Ultima modifica di Wolframio il 16/03/2016, 22:06, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 16/03/2016, 22:05 
In merito al computer di Bossetti nell'articolo sopra................ Ognuno scrive quel che gli pare.



Ascoltato anche Giovanni Terzi, il tecnico informatico che si è occupato di installare il pc della famiglia Bossetti.

Giovanni Terzi, 45 anni di Mapello, conosce dal 2001 la famiglia di Massimo Bossetti e in particolare Marita Comi che ha lavorato in una delle aziende della famiglia di Terzi.

In aula è arrivato anche l’avvocato di Bossetti Claudio Salvagni, che ha interrogato il tecnico informatico: «Mi sono occupato io di installare l’Acer della famiglia Bossetti e confermo: Massimo Bossetti non è esperto di computer e sono stato io a installare l’anti-virus e il programma di cancellazione dei file temporanei».

Il tecnico ha raccontato che spesso veniva contattato perchè la famiglia aveva difficoltà a usare il pc, «in particolare quando dovevano collegarsi ai registri elettronici». E ha sottolineato: «Non mi hanno mai chiesto informazioni sulla navigazione e su come si formatta un pc».

Terzi sottolinea che è stato lui, dopo l’arresto di Massimo Bossetti, a mandare un sms a Marita dicendole di chiudere il profilo Facebook del marito, dove erano raccolte foto dell’uomo, già salvate e utilizzate dai media nazionali.

Source: Il tecnico informatico: Bosset... Fb» - Bergamo città Bergamo



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 17/03/2016, 19:45 
Processo a Bossetti, la nuova testimonianza choc insinua il sospetto: hanno spostato il cadavere di Yara?

16 marzo 2016

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Nuova, incredibile testimonianza al processo per la morte della ragazzina di Brembate. Che getta una nuova ombra sulle indagini. E sulle accuse al muratore di Mapello


Una nuova testimonianza choc scombina ancora una volta le carte nel processo contro Massimo Bossetti, imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio. Parole sconvolgenti quelle pronunciate in aula. Che lasciano intuire un nuovo, terribile sospetto. Che il cadavere di Yara sia stato spostato, il giorno prima del suo ritrovamento nel campo di Chignolo d’Isola

QUEL SOPRALLUOGO NEL CANTIERE – Il 25 febbraio 2011, poche ore prima che Yara venisse ritrovata nel campo di Chignolo d’Isola, la Procura di Bergamo cercava ancora il suo corpo nel famoso cantiere di Mapello, dove stava sorgendo un grande centro commerciale. Lo stesso cantiere dove tre mesi prima gli inquirenti erano stati condotti, seguendo le tracce odorifere di Yara, da ben tre cani molecolari, usati separatamente. E dove la sera in cui scomparve Yara (26 novembre 2010) lavoravano solo il custode, Mohamed Fikri e Giuseppe Benozzo, impegnati nella gettata dei pavimenti. Fikri è il marocchino arrestato su un traghetto diretto in Marocco e poi scagionato dal Gip su richiesta del Pm, mentre Benozzo è comparso nella vicenda solo come testimone. Anche l’ipotesi del cantiere di Mapello era già stata scartata dal magistrato inquirente perché, disse: “I cani possono aver sbagliato”.

LA TESTIMONIANZA CHOC – E invece oggi, durante la 34° udienza del processo contro Massimo Giuseppe Bossetti, Dominic Salsarola, un archeologo del pool del medico legale Cristina Cattaneo, specializzato nelle tecniche di scavo e nella topografia per la posizione dei corpi, citato come testimone, ha rivelato in aula che ancora il 25 febbraio, il giorno prima del ritrovamento di Yara a Chignolo, aveva fatto un sopralluogo nel cantiere di Mappello, su incarico dello stesso Pm Letizia Ruggeri, alla ricerca proprio del cadavere di Yara. Salsarola notò subito, durante questo sopralluogo, che nel cantiere erano nel stati aggiunti «elementi costruttivi» (nuovi fabbricati) dei quali ipotizzò subito la demolizione per poter fare ricerche più approfondite. Il giorno dopo l’incarico gli fu revocato perché, nel primo pomeriggio, il corpo di Yara fu ritrovato nel campo di Chignolo. Solo un caso? Ricordiamo che quel campo di Chignolo fu sorvolato per tre mesi dagli elicotteri della Protezione civile, dei carabinieri e della polizia, oltrechè dal comandante Iro Rovedatti, del Volo a vela di Valbrembo, che non notarono mai nulla. “Se ci fosse stato lo avrei notato durante i miei voli”, disse a Oggi Iro Rovedatti – ESCLUSIVO

IL TERRIBILE SOSPETTO – La testimonianza dell’archeologo Dominic Salsarola ha subito fatto sorgere un sospetto: Yara per tre mesi è stata tenuta nascosta all’interno del grande cantiere e, appena si prospettò l’ipotesi di alcune demolizioni, nella notte fra il 25 e il 26 febbraio 2011, fu portata via e abbandonata nel campo incolto più vicino.

LO CHIGNON DI YARA – Ma l’udienza ha riservato anche un’altra clamorosa sorpresa. Prima della testimonianza dell’archeologo, ha deposto in aula Giovanni R., un ragazzo di 17 anni, appassionato di ciclismo e nuoto. Si allenava nel Centro sportivo di Brembate. Pochi giorni dopo la scomparsa di Yara, si ricordò (e lo raccontò ai genitori) che la sera del 26 novembre 2010 (era sicuramente un venerdì, giorno di allenamenti), mentre aspettava che i genitori lo venissero a prendere, nel parcheggio del Centro sportivo notò un furgone bianco chiuso, con portellone scorrevole laterale, e tre uomini che parlavano con una ragazza. Non la riconobbe perché gli dava le spalle, ma notò che aveva i capeli raccolti sulla nuca a “cucù”, termine dialettale per indicare lo chignon. A differenza di quanto si vede nella FOTO ESCLUSIVA pubblicata da Oggi in edicola.

IL FASCICOLO SCOMPARSO – Dopo di lui Mauro Rota, il papà di una ragazza che faceva ginnastica artistica nella palestra frequentata da Yara, ha rivelato che tre giorni prima della scomparsa della ragazza aveva notato due individui sospetti che si aggiravano nel parcheggio della palestra. In conclusione, i difensori di Bossetti hanno chiesto alla Corte di poter esaminare il fascicolo sulla morte di Sarbjit Kaur, una ragazza indiana trovata senza vita sul greto del fiume Serio alla fine di dicembre del 2010, un mese dopo la scomparsa di Yara. “Perché”, hanno detto, “le sue ferite presentano una incredibile rassomiglianza con i tagli trovati sul corpo di Yara”. Il Gip Tino Palestra ha già concesso la visione degli atti ma, “il fascicolo non si trova più.: è sparito», hanno detto gli avvocati di Bossetti. La Corte si è riservata di decidere.

Giangavino Sulas

Source: Processo a Bossetti, la nuova ...cadavere di Yara? | Attualità



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MessaggioInviato: 19/03/2016, 06:14 
Yara, sospesa l'udienza: il custode della palestra rischia un'accusa

Sospeso l'interrogatorio del testimone perché è "venuta meno qualsiasi genuinità delle prove". Ci sono discrepanze tra le quattro testimonianze rese

15:16 - Colpo di scena durante il processo per la morte di Yara Gambirasio. Il presidente della corte d'assise di Bergamo ha sospeso l'esame del custode della palestra da cui sparì la giovane perché era venuta meno "qualsiasi genuinità delle prove". E' successo quando i legali hanno posto domande e il presidente ha fatto notare loro che si trattava di un testimone e non un imputato. "Per ora", ha esclamato una dei legali.
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Il motivo del contendere è la presenza o meno del custode, Walter Brembilla, all'interno della sua abitazione, adiacente la palestra: nelle quattro testimonianza rese a verbale in date diverse, infatti, ci sono discrepanze. Che l'uomo ha spiegato con la "paura che mi davate la colpa perché ero il custode. Ero sotto pressione, sono stato in Questura un casino di volte".

"Come mai ha cambiato più volte versione sulla ricostruzione di quella sera", hanno più volte chiesto i legali, "dicendo, la prima volta, che era stato in casa?" "Ho avuto paura che se dicevo che ero sceso di casa alle 18.30 avrebbero sospettato di me", ha spiegato il custode, che ad una domanda dei legali della difesa ha aggiunto: "Non avevo niente da nascondere, non mi ha minacciato nessuno". Brembilla ha quindi confermato la sintesi della corte. "Se non fossi stato in grado di dare risposte molto precise sugli orari, avrebbero sospettato di me. Ma io non ho visto niente".

Il custode ha spiegato che quel pomeriggio si era recato a prendere alla stazione con il furgone della palestra un ragazzo alla Stazione di Ponte San Pietro, e di essere rientrato in palestra attorno alle 17.10, prima di riaccompagnarlo, dopo l'allenamento, di nuovo in stazione alle 18.40/45. Tra i due orari Brembilla ha affermato di aver ricevuto due telefonate.

Uno dei legali di Bossetti: teste è reticente - Paolo Camporini, uno dei legali di Massimo Bossetti, in una pausa dell'udienza ha spiegato che, da parte del custode della palestra da cui sparì Yara Gambirasio, vi è stato un atteggiamento di "omerta' e reticenza". Il legale ha così spiegato le sue parole in aula, quando la corte aveva fatto notare ai difensori che Walter Brembilla era un teste e non un imputato e Camporini aveva esclamato: "Per ora". "Vi sono reati commessi in aula - ha detto Camporini - appunto omertà e reticenza".

"E' una persona che sicuramente sa qualcosa, non vuole e non ha voluto dirlo - ha detto uno dei legali di Bossetti -. Strano che avesse paura, perché allora la ragazza non era ancora stata ritrovata".

Source: Yara, sospesa l'udienza: il cu...ra rischia un'accusa - Tgcom24



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Quarto grado di ieri


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Dal minuto 1.59.40
http://www.video.mediaset.it/video/quar ... 03159.html






In merito alle dichiarazioni degli edicolanti faccio una mia personale osservazione:

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3 sole edicole sul tragitto dal cantiere dove lavorava Bossetti a casa sua.
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Migliaia di figurine acquistate e nessuno lo ricorda come cliente abituale.
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Considerando che una bustina contiene 5 figurine ed ipotizzando che Bossetti ne comperava in edicola una ogni nuova edizione.
Facendo i conti della serva e considerando solo 1000 figurine in possesso del Bossetti anche se sono molto di più.
Abbiamo come minimo 200 passaggi in edicola del Bossetti divisi per 3 edicole.
Ogni edicolante avrebbe in teoria visto il Bossetti per almeno 66 volte.
Possibile che dopo 66 volte nessuno lo ritiene come cliente abituale?

Ammesso Che il Bossetti acquistasse una scatola contenente 11 bustine con 5 figurine ciascuna, i 3 edicolanti lo potrebbero aver incontrato per sole 3 volte.
E questo, che nessuno lo ricordi come cliente, ci puo stare.

Ma la Bertoia cita solo due scatole e le altre figurine sono sciolte e raccolte con elastico.

Comunque la Ruggeri tra l'affermare che Bossetti non si sia mai recato in edicola per le figurine, ce ne passa.





In merito al custode della palestra:
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Da notare che il suo furgone ripreso dalla telecamera della Polynt incrocia quello attribuito a Bossetti.
Da notare anche che il custode nella prima deposizione messa a verbale diceva di trovarsi in casa a quell'ora.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/03/2016, 15:27 
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Potrebbe essere il cicciotello con il pizzo che la seguiva pure in chiesa, del quale parlava il fratello di Yara?
Forse.... ma a condizione che Yara non conosceva nemmeno di vista il custode della palestra.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/03/2016, 18:25 
Il castello di carte comincia a crollare... Ne basta uno che cade e cadono tutti. La PM secondo me ha qualche scheletro nell'armadio anche relativo al caso dell'altra ragazza...... mmmmmmmmmmmmmmm stessa cricca?



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 20/03/2016, 14:03 
Tutto è contro Bossetti (eccetto le prove)

L'imperativo è condannare. Ma sappiano i giudici che saranno autori di uno strazio.

Vittorio Feltri - Sab, 19/03/2016 - 15:02

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Il processo a Bossetti, presunto assassino di Yara, uccisa nei dintorni di Brembate (Bergamo), va avanti da mesi tra finti colpi di scena da cui non emerge nulla di nuovo, e proseguirà inutilmente per altri mesi, nonostante l'imputato sia già stato virtualmente condannato all'ergastolo. Tutto congiura contro di lui, il quale qualsiasi dichiarazione rilasci a propria discolpa viene guardato dalla corte e dagli addetti all'informazione come un povero mentecatto, addirittura incapace di rammentare quel che accadde alla vittima e a se stesso la sera in cui si consumò la tragedia. Infatti, gli rimproverano di non ricordare ciò che egli stesse facendo mentre la fanciulla spariva e si accingeva a essere ammazzata. Come se fosse facile ricostruire i particolari della propria vita vissuta ieri; figuriamoci di quella vissuta due o tre anni orsono. Alla base delle accuse rivolte al muratore c'è appunto la smemoratezza. Gli rimproverano di avere scordato cosa combinò il giorno del delitto, dove era quel pomeriggio, dove andò, quale percorso scelse per rincasare.È assurdo. Se a me chiedono quale cibo ho mangiato 24 ore fa a cena, rimango muto. Mi confondo. Nessuno è in grado di descrivere la propria attività di mercoledì scorso, mentre il povero Bossetti sarebbe obbligato, per non apparire bugiardo, a stendere un verbale inequivocabile di ciò che ha effettuato mesi, anni fa. Ma questo è ancora niente. I magistrati e le magistrate, specialmente le Pm, amano la precisione e la pretendono da tutti tranne che da se stessi.Propongo un ragionamento elementare. Bossetti ha caricato sul proprio furgone Yara e si ignora a quale scopo. Possederla? Forse.

Per quale motivo ella avrebbe dovuto salire sul mezzo del carpentiere senza battere ciglio? Mettiamo che lui l'abbia presa con la forza. Alle sei di sera? Nel pieno centro del Paese? Nessuno ha visto la scena? Lei non ha gridato? Si è adagiata tranquillamente sulla poltroncina del camion? Non è escluso che i due si frequentassero, dice qualcuno. Già. Ma due che si frequentano e si danno un appuntamento lo concordano. Quando e come? Sui telefonini di lei e di lui non vi è traccia di comunicazione. Neanche una conversazione pur breve. Neanche lo straccio di un sms. Dubito che essi abbiano raggiunto un'intesa telepatica.Una testimone, tardivamente rivelatasi tale, sostiene di aver notato giorni prima l'adolescente (riconosciuta dall'apparecchio dentario) su un'automobile simile a quella di Bossetti (inconfondibile per via degli occhi celesti). Il dettaglio, se fosse accertato, dimostrerebbe che la coppia aveva una consuetudine. Ma se così fosse è fatale che sui cellulari di entrambi i soggetti esisterebbe qualche traccia della loro amicizia. Invece, non esiste nulla. Segno che non si erano mai parlati, che non avevano avuto alcun abboccamento. E allora dove sono le prove?Si giura che il furgone dell'operaio abbia gironzolato a lungo nella zona di Brembate nelle ore della sparizione della bambina. Ma bisogna sottolineare che di furgoni del tipo di quello posseduto da Bossetti, nella zona, ne circolano a migliaia, tutti uguali o simili, della medesima marca e con le stesse caratteristiche. non è semplice identificarli. Ovvio. Che altro c'è di significativo per inchiodare il lavoratore del mattone? Il famoso Dna, ricavato dalle mutandine della vittima che corrisponde a quello dell'imputato. Stando alla vulgata, questo elemento sarebbe decisivo per negare l'innocenza dell'uomo. In effetti la scienza non è da sottovalutare, non sbaglia. Però chi la maneggia, invece, essendo una persona, quindi fallace come tutte le persone di questo mondo, può sbagliare e andare incontro a una clamorosa topica. Soprattutto, se si considera che l'esame in questione è irripetibile. Pertanto non è assoluta la sua attendibilità. Se non c'è l'opportunità di eseguire una controprova, non c'è prova. Mi sembra evidente.Però Bossetti è un poverocristo, un perfetto agnello sacrificale da immolare sull'altare della giustizia a ogni costo. Ecco perché non si salverà. Le indagini sono costate decine di milioni. L'attesa di una sentenza esemplare è molto forte. L'opinione pubblica è stata negativamente influenzata da una stampa ostile e da una televisione ancora più accanita contro di lui. Qualsiasi affermazione egli pronunci in aula per difendersi gli si ritorce contro. Le cronache lo dipingono ormai come l'assassino da punire e non c'è verso di assistere a un contraddittorio serio e fondato sulla concretezza. Le circostanze vengono distorte. La moglie che lo protegge è fatta passare quale fedifraga priva di moralità. Per tacere della famiglia di lui, sputtanata fin dall'apertura dell'inchiesta. La mamma di Bossetti che fa figli con chi capita eccetto che col marito, il quale per altro è morto di crepacuore. La prole dell'imputato che va a scuola nel paesino in cui tutti sanno tutto di tutti, additata alla pubblica opinione quale progenie di una famiglia scucita e da considerare della peggior specie.Il risultato è sotto gli occhi della comunità: è stato ridotto a strame non solo Bossetti, ma anche il suo nucleo di ascendenti e discendenti. Uno schifo così non si era mai visto. L'imperativo è condannare. Ma sappiano i giudici che saranno autori di uno strazio.

Source: Tutto è contro Bossetti (eccetto le prove) - IlGiornale.it



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 20/03/2016, 15:04 
"Avevo paura che mi davate la colpa". Terremoto per Bossetti: parla il custode

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Un nuovo colpo di scena irrompe nel processo a Massimo Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Il presidente della Corte d'assise di Bergamo ha deciso di sospendere la deposizione in aula del custode della palestra, Walter Brembilla, proprio quel luogo da cui sparì la giovane ginnasta bergamasca. Secondo il magistrato era venuta meno "qualsiasi genuinità dele prove". Una decisione necessaria considerando il tenore delle domande che gli avvocati della difesa di Bossetti avevano cominciato a fare a Brembilla, cioè come fosse un imputato più che un testimone.

I dubbi - Il custode ha depositato diverse testimonianze agli inquirenti, mettendo insieme una serie di versioni contrastanti. A cominciare dalla sua presenza in casa, accanto alla palestra, nel lasso di tempo in cui Yara è sparita. L'uomo ha spiegato che si è contraddetto per: "paura che mi davate la colpa perché ero il custode. Ero sotto pressione, sono stato in Questura un casino di volte. Ho avuto paura che se dicevo che ero sceso in casa alle 18.30 - ha detto incalzato dai legali - avrebbero sospettato di me. non avevo niente da nascondere, non mi ha minacciato nessuno". La corte ha sintetizzato la sua posizione, Brembilla ha confermato aggiungendo: "Se non fossi stato in grado di dare risposte molto precise sugli orari, avrebbero sospetato di me. ma io non ho visto niente".

I movimenti - In aula Brembilla ha spiegato che quel pomeriggio era andato alla stazione di Ponte San Pietro per prendere un ragazzo. È poi rientrato in palestra intorno alle 17.10, prima di riaccompagnarlo a fine allenamento in stazione verso le 18.40. Nel mezzo di quei due viaggi, il custode dice di aver ricevuto due telefonate.

Sospettato - Per uno degli avvocati difensori di Bossetti, Paolo Camporini, il custode della palestra ha avuto finora un atteggiamento di "omertà e reticenza". Parole dette ai giornalisti e ribadite in aula: "Vi sono reati commessi in aula - ha chiarito l'avvocato - appunto omertà e reticenza". I sospetti dei legali di Bossetti puntano il dito proprio sulla paura del custode: "È una persona che sicuramente sa qualcosa, non vuole e non ha voluto dirlo. Strano che avesse paura, perché allora la ragazza non era ancora stata ritrovata".

Source: "Avevo paura che mi davate la ...e - Italia - Libero Quotidiano


Il custode giustifica le sue varie deposizioni incoerenti:
Ho avuto paura che se dicevo che ero sceso in casa alle 18.30 - ha detto incalzato dai legali - avrebbero sospettato di me. non avevo niente da nascondere, non mi ha minacciato nessuno


Ma perchè nella prima deposizione, i primi giorni dalla scomparsa di Yara aveva mentito?
Ma perchè dice di aver mentito per paura, quando non si sapeva nemmeno se Yara fosse fuggita con un suo eventuale amichetto, oppure allontanatasi da casa per un litigio, oppure rapita?
Ma perchè ora si giustifica aggiungendo questa frase: " non mi ha minacciato nessuno" ?.
Forse perchè ha visto qualcosa ed è stato minacciato per tacere?

Mi sà proprio di si.


Riporto un commento di un lettore di Libero.

rossini1904
19 Marzo 2016 - 19:07
In una precedente udienza, quando i periti dei Carabinieri apparivano in evidente difficoltà di fronte ai difensori di Bossetti, la Presidente intervenne in soccorso rinviando l'udienza. Ora, di fronte a un teste che viene messo in difficoltà dalle domande dalla difesa, la stessa Presidente sospende l'udienza. Avrebbe fatto lo stesso se a fare le domande fosse stata la PM? Credo proprio di no


Questa considerazione me la sono fatta pure io.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 20/03/2016, 18:08 
Excusatio non petita...



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