La difesa di Bossetti: "Sul cadavere di quella ragazza indiana le stesse ferite di Yara"I legali chiedono gli atti di un'inchiesta archiviata come suicidio sulla morte di una 21enne trovata senza vita nel dicembre del 2010 nel greto del fiume Serio a Cologno. L'attacco alla pm, la stessa che si occupò del caso: "Quel fascicolo pare disperso"16 marzo 2016

(ansa)
La morte di Yara Gambirasio e quella di una ragazza indiana archiviata come suicidio. Il collegamento tra le due vicende, delle quali
tra l'altro si è occupata lo stesso pubblico ministero Letizia Ruggeri, arriva dalla difesa di Massimo Bossetti che ha chiesto alla Corte d'Assise di Bergamo di poter esaminare il fascicolo d'inchiesta sulla morte di Sarbjit Kaur, 21enne di origini indiane scomparsa il 24 dicembre del 2010 e trovata senza vita sei giorni dopo a Cologno.
I legali del muratore, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, tentano infatti di stabilire un collegamento tra i due casi perché, spiegano, "le lesioni trovate sul corpo di quella ragazza sono sorprendentemente simili a quelle sul corpo di Yara".
"Siamo stati autorizzati a prendere visione di quelle carte - ha aggiunto l'avvocato Camporini - ma quel fascicolo adesso pare essere disperso".La mattina del 24 dicembre Sarbjit era uscita di casa, aveva lasciato la sua auto in un parcheggio di Seriate ed era scomparsa. Solo il 30 dicembre il suo corpo è stato ritrovato nel greto del fiume Serio a Cologno, a circa venti chilometri da dove aveva lasciato la sua auto. Sarbjit aveva una profonda ferita alla testa e i suoi polsi erano tagliati. Molti elementi hanno portato la famiglia a non ritenere probabile l'ipotesi del suicidio. I pantaloni della giovane, ad esempio, sono stati trovati a circa due metri di distanza dal suo corpo.
Non è però l'unica richiesta. Gli avvocati vogliono anche esaminare i filmati delle telecamere di sorveglianza di una ditta di materiali metallici che si trova in via Bedeschi a Chignolo d'Isola, la strada che accede direttamente al campo dov'è stato trovato il corpo di Yara il 26 febbraio 2011. L'ex direttore generale della società, Franco De Gregorio, ha testimoniato in aula, spiegando però che l'azienda aveva installato un sistema di telecamere perimetrali per proteggersi dai ladri di rame. Gli occhi elettronici, pur inquadrando via Bedeschi, in realtà "non puntavano direttamente sul campo dov'è stato trovato il corpo di Yara" e le riprese, già esaminate dai carabinieri del Ros, non hanno fatto emergere particolari rilevanti. Le immagini inoltre venivano conservate solo 15 giorni. I legali, però, hanno chiesto di prendere visione dei video allegati alle diverse denunce presentate dalla ditta in occasione di diversi tentativi di furto avvenuti nele periodo in cui Yara era dispersa e dei filmati della sera del 16 gennaio 2011, data in cui il 26enne di origine sudamericana Eddy Marone Castello è stato ucciso a calci e pugni vicino alla discoteca "Sabbie Mobili", che si trova sempre in via Bedeschi, a pochi metri di distanza dall'azienda.
Il pm Letizia Ruggeri si è opposta alle richieste della difesa, e il collegio presieduto da Antonella Bertoia, si è riservato di decidere. Si tornerà in aula il prossimo 18 marzo con una decina di testimoni convocati dai legali di Bossetti, che oggi ha ribato ai giudici che il furgone ripreso dalle telecamere di sicurezza non sarebbe il suo, descrivendo le differenze - a suo dire -
tra il suo furgone e il mezzo immortalato nei fotogrammi. In tribunale, inoltre, sono comparse le raccolte di figurine, portate dalla moglie Marita Comi, che il muratore ha raccontato essere solito acquistare tutte le sere, per i suoi bambini, mentre tornava dal lavoro. Si tratta di 10 album, e alcune raccolte che il carpentiere di Mapello ha riconosciuto. "E ce ne sono molte altre - ha detto Bossetti - qualche volta lasciavo anche il numero di telefono e gli edicolanti mi chiamavano perché io potessi completarle". Nelle scorse udienze, tre edicolanti in aula avevano sostenuto di non riconoscere Bossetti come cliente abituale, affermazioni che avevano fatto sbottare Bossetti. E' stato in quella occasione che aveva detto ai giudici: "Mentono, qui prima di me hanno mentito tutti".
Su richiesta della difesa, inoltre, in aula ha deposto anche un 17enne, che aveva 11 anni quando scomparve Yara. Ha raccontato di aver visto nel novembre del 2010, mentre lasciava la palestra di Brembate, una ragazzina parlare con 3 uomini vicino a un furgone bianco. Il ragazzo però non ha ricordato la data esatta e non è riuscito a collocare l'episodio il 26 novembre del 2010, giorno della scomparsa. La ragazzina,
ha detto il ragazzo, aveva i capelli raccolti in uno chignon e indossava un giubbotto nero con la scritta Hello Kitty. Dopo la scomparsa di Yara, ne ha parlato ai genitori, e nel gennaio del 2011 era andato a deporre dai carabinieri.
In aula, anche la deposizione di un tecnico informatico che si era occupato dell'installazione e della manutenzione dei 2 computer in casa della famiglia Bossetti. Ha raccontato di non avere mai avuto particolari richieste tecniche da parte della coppia.Source:
La difesa di Bossetti: "Sul ca...erite di Yara" - Repubblica.it Ma guarda un pò........ la Letizia