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Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

16/08/2016, 16:36

Vertamente scrivere sui "social" si perde solo tempo ................. [8)]

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

16/08/2016, 20:18

Thethirdeye ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:
Quanto spiegheremo ci permetterà infine di chiarire anche un altro comune equivoco, esposto più avanti, relativo all’opinione di Tommaso sulla donna.

CONTINUA: http://www.uccronline.it/2013/01/13/il- ... o-daquino/


Guarda su youtube.com



è pratica comune per i CREDENDO leggere una cosa e capirne un'altra o per meglio dire leggere una cosa e farsi spiegare cosa significa da qualcun altro :]

Le parole di T D'Aquino sono vere?

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

16/08/2016, 21:06

MaxpoweR ha scritto:Le parole di T D'Aquino sono vere?


Summa Theologica I, XCII, 1.

“La donna è un errore della natura, con la sua eccessiva secrezione di liquidi e la sua bassa temperatura essa è fisicamente
e spiritualmente inferiore, è una specie di uomo mutilato, fallito e mal riuscito, la piena realizzazione della specie umana
è costituita solo dall’uomo.”
(San Tommaso d'Aquino, Dottore della chiesa e patrono delle università cattoliche 1225-1275)

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

16/08/2016, 21:07

Beh c'è poco da fare esegesi allora :)

Bisognerebbe chiedere alla Boldrini cosa ne pensa... E cosa pensa di una istituzione che ha come suo patrono questo tizio...

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

17/08/2016, 12:20

Il memoriale di Monsignor Balda, protagonista di Vatileaks 2,
segna un nuovo scandalo sessuale in Vaticano. Ma tra silenzi
e segreti quanti religiosi vivono una doppia vita?

Senza-titolo-3.jpg

http://www.grandecocomero.com/sesso-pre ... gay-video/

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

17/08/2016, 13:18

come si dice dalla mie parti: "fottono e se ne fottono"

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

17/08/2016, 13:22

MaxpoweR ha scritto:come si dice dalla mie parti: "fottono e se ne fottono"

Ma il fottere è da intendersi sempre e comunque tra maschi e femmine.
Vero???
Non questa "roba" moderna. [:292] [:292] [:292] [:292]

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

17/08/2016, 13:46

mah per me non c'è differenza, ognuno è libero di provare piacere/amare chi e come vuole. Il problema è che questi fanno voto di castità e fanno la morale alla gente ogni giorno facendoli sentire in colpa perfino delle proprie pulsioni naturali pur non avendo infranto alcun voto come i suddetti, quando loro poi tolto il collarino fanno i porci.

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

17/08/2016, 13:48

MaxpoweR ha scritto:mah per me non c'è differenza, ognuno è libero di provare piacere/amare chi e come vuole. Il problema è che questi fanno voto di castità e fanno la morale alla gente ogni giorno facendoli sentire in colpa perfino delle proprie pulsioni naturali pur non avendo infranto alcun voto come i suddetti, quando loro poi tolto il collarino fanno i porci.

Per me invece la differenza è sostanziale.

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

17/08/2016, 13:52

cari amici, non vorrei dare ragione a Ufologo [8D] [:D]
ma occorrerebbe leggere tutto il contesto:

un estratto
[quoteArticolo 1
Se c'era bisogno di produrre la donna nella prima costituzione del mondo
Sembra che non ci fosse bisogno di produrre la donna nella prima costituzione del mondo. Infatti:
1. Dice il Filosofo [De Gen. animal. 2, 3] che "la femmina è un maschio mancato".
Ma nella prima costituzione del mondo non doveva esserci nulla di mancato e di difettoso. Quindi la donna non doveva essere creata allora.
2. La sudditanza e l'inferiorità sono conseguenze del peccato: infatti dopo il peccato fu detto alla donna [Gen 3, 16]: "Tuo marito ti dominerà"; e S. Gregorio [Mor. 21, 15; De reg. past. 2, 6] spiega: "Senza il peccato siamo tutti uguali".
Ma la donna è dotata per natura di minore forza e dignità dell'uomo poiché, secondo S. Agostino [De Gen. ad litt. 12, 16], "il soggetto che agisce è più nobile di quello che riceve". Quindi la donna non doveva essere formata nella prima origine del mondo prima del peccato.
3. È doveroso eliminare le occasioni del peccato. Ma Dio conosceva già che la donna sarebbe stata occasione di peccato per l'uomo. Quindi non doveva crearla.

In contrario: Sta scritto [Gen 2, 18]: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto simile a lui".

Rispondo: Era necessario che in aiuto dell'uomo, come dice la Scrittura, fosse creata la donna: e questo non perché gli fosse di aiuto in qualche altra funzione, come dissero alcuni, poiché per qualsiasi altra funzione l'uomo può essere aiutato meglio da un altro uomo che dalla donna, ma per cooperare alla generazione.
Vi sono infatti dei viventi che non hanno in se stessi la virtù attiva di generare, ma sono generati da un agente di specie diversa: e sono quei vegetali e quegli animali che, privi di seme, vengono generati, in una materia adatta, dalla sola virtù attiva dei corpi celesti.
Altri invece possiedono unitamente la virtù attiva e quella passiva della generazione, e sono le piante che nascono dal seme. Infatti nelle piante non c'è funzione vitale più nobile della generazione: perciò è giusto che la virtù attiva della generazione si trovi in esse sempre unita a quella passiva.
Invece negli animali perfetti la virtù attiva della generazione è riservata al sesso maschile e la virtù passiva al sesso femminile][/quote]

dahttp://www.mysticreader.eu/Somma%20Te ... %2092.html

ciao
mauro

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

17/08/2016, 13:55

mauro ha scritto:cari amici, non vorrei dare ragione a Ufologo [8D] [:D]
ma occorrerebbe leggere tutto il contesto:

un estratto
[quoteArticolo 1
Se c'era bisogno di produrre la donna nella prima costituzione del mondo
Sembra che non ci fosse bisogno di produrre la donna nella prima costituzione del mondo. Infatti:
1. Dice il Filosofo [De Gen. animal. 2, 3] che "la femmina è un maschio mancato".
Ma nella prima costituzione del mondo non doveva esserci nulla di mancato e di difettoso. Quindi la donna non doveva essere creata allora.
2. La sudditanza e l'inferiorità sono conseguenze del peccato: infatti dopo il peccato fu detto alla donna [Gen 3, 16]: "Tuo marito ti dominerà"; e S. Gregorio [Mor. 21, 15; De reg. past. 2, 6] spiega: "Senza il peccato siamo tutti uguali".
Ma la donna è dotata per natura di minore forza e dignità dell'uomo poiché, secondo S. Agostino [De Gen. ad litt. 12, 16], "il soggetto che agisce è più nobile di quello che riceve". Quindi la donna non doveva essere formata nella prima origine del mondo prima del peccato.
3. È doveroso eliminare le occasioni del peccato. Ma Dio conosceva già che la donna sarebbe stata occasione di peccato per l'uomo. Quindi non doveva crearla.

In contrario: Sta scritto [Gen 2, 18]: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto simile a lui".

Rispondo: Era necessario che in aiuto dell'uomo, come dice la Scrittura, fosse creata la donna: e questo non perché gli fosse di aiuto in qualche altra funzione, come dissero alcuni, poiché per qualsiasi altra funzione l'uomo può essere aiutato meglio da un altro uomo che dalla donna, ma per cooperare alla generazione.
Vi sono infatti dei viventi che non hanno in se stessi la virtù attiva di generare, ma sono generati da un agente di specie diversa: e sono quei vegetali e quegli animali che, privi di seme, vengono generati, in una materia adatta, dalla sola virtù attiva dei corpi celesti.
Altri invece possiedono unitamente la virtù attiva e quella passiva della generazione, e sono le piante che nascono dal seme. Infatti nelle piante non c'è funzione vitale più nobile della generazione: perciò è giusto che la virtù attiva della generazione si trovi in esse sempre unita a quella passiva.
Invece negli animali perfetti la virtù attiva della generazione è riservata al sesso maschile e la virtù passiva al sesso femminile]


dahttp://www.mysticreader.eu/Somma%20Te ... %2092.html

ciao
mauro[/quote]
Filosofia gay?????? [:291] [:291]

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

17/08/2016, 15:35

mauro ha scritto:cari amici, non vorrei dare ragione a Ufologo [8D] [:D]
ma occorrerebbe leggere tutto il contesto:

un estratto
[quoteArticolo 1
Se c'era bisogno di produrre la donna nella prima costituzione del mondo
Sembra che non ci fosse bisogno di produrre la donna nella prima costituzione del mondo. Infatti:
1. Dice il Filosofo [De Gen. animal. 2, 3] che "la femmina è un maschio mancato".
Ma nella prima costituzione del mondo non doveva esserci nulla di mancato e di difettoso. Quindi la donna non doveva essere creata allora.
2. La sudditanza e l'inferiorità sono conseguenze del peccato: infatti dopo il peccato fu detto alla donna [Gen 3, 16]: "Tuo marito ti dominerà"; e S. Gregorio [Mor. 21, 15; De reg. past. 2, 6] spiega: "Senza il peccato siamo tutti uguali".
Ma la donna è dotata per natura di minore forza e dignità dell'uomo poiché, secondo S. Agostino [De Gen. ad litt. 12, 16], "il soggetto che agisce è più nobile di quello che riceve". Quindi la donna non doveva essere formata nella prima origine del mondo prima del peccato.
3. È doveroso eliminare le occasioni del peccato. Ma Dio conosceva già che la donna sarebbe stata occasione di peccato per l'uomo. Quindi non doveva crearla.

In contrario: Sta scritto [Gen 2, 18]: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto simile a lui".

Rispondo: Era necessario che in aiuto dell'uomo, come dice la Scrittura, fosse creata la donna: e questo non perché gli fosse di aiuto in qualche altra funzione, come dissero alcuni, poiché per qualsiasi altra funzione l'uomo può essere aiutato meglio da un altro uomo che dalla donna, ma per cooperare alla generazione.
Vi sono infatti dei viventi che non hanno in se stessi la virtù attiva di generare, ma sono generati da un agente di specie diversa: e sono quei vegetali e quegli animali che, privi di seme, vengono generati, in una materia adatta, dalla sola virtù attiva dei corpi celesti.
Altri invece possiedono unitamente la virtù attiva e quella passiva della generazione, e sono le piante che nascono dal seme. Infatti nelle piante non c'è funzione vitale più nobile della generazione: perciò è giusto che la virtù attiva della generazione si trovi in esse sempre unita a quella passiva.
Invece negli animali perfetti la virtù attiva della generazione è riservata al sesso maschile e la virtù passiva al sesso femminile]

dahttp://www.mysticreader.eu/Somma%20Te ... %2092.html

ciao
mauro


Le parole sono chiare poi ci si può filosofeggiare quanto si vuole per indorare la pillola agli occhi degli adepti :)

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

25/08/2016, 14:03



Povera Chiesa ...



http://espresso.repubblica.it/attualita ... refresh_ce




Cardinali milionari: la mappa delle proprietà private del clero



Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli, insegnava Gesù di Nazareth nel Discorso della Montagna. Dopo duemila anni di predicazioni nel nome di Cristo, però, sulla terra continuano a passarsela meglio i ricchi. Non solo i laici, agnostici o miscredenti. Anche tra i cattolici più devoti c’è chi ostenta patrimoni invidiabili. E perfino tra gli alti prelati di Santa Romana Chiesa ora spunta una specie di club dei milionari: cardinali e vescovi che sono proprietari di grandi fortune private. Palazzi, appartamenti, monolocali, fabbricati rurali, capannoni, cantine, fattorie, agrumeti, uliveti, frutteti, boschi e pascoli sterminati.

Si tratta di ricchezze assolutamente lecite, spesso frutto di lasciti testamentari o eredità familiari, che non si possono in alcun modo accostare alle fortune illegali accumulate da quelle pecore nere che, ieri come oggi, non sono mai mancate neppure nelle greggi cattoliche. Dopo l’avvento di Papa Bergoglio, il pontefice che ha scelto di ispirarsi già dal nome a San Francesco d’Assisi e che non perde occasione per richiamarsi alla «Chiesa dei poveri», ammonire che «San Pietro non aveva il conto in banca», scagliarsi contro «il peccato della corruzione» e «certi preti untuosi, sontuosi e presuntuosi» che sfoggiano «macchine di lusso», però, anche in Vaticano c’è chi comincia a chiedersi quante ricchezze personali possiedano i prelati più potenti. Chi riuscirà a passare dall’evangelica cruna dell’ago?



A regalare le prime risposte documentate è il nuovo libro-inchiesta di Mario Guarino (“Vaticash”, ed. Koinè), il giornalista investigativo che più di vent’anni fa svelò molti segreti di Silvio Berlusconi quando era solo “il signor tv”. Dopo aver ripercorso i vecchi e nuovi intrighi ecclesiastici, dall’Ambrosiano allo Ior, dalle collusioni mafiose alle cricche edilizie e finanziarie, Guarino espone i risultati di mesi di ricerche catastali sui patrimoni personali di oltre cento alti prelati, con dati aggiornati all’aprile 2014. Una collezione di fortune private regolarmente dichiarate al fisco, che non ha nulla a che fare, dunque, con le polemiche sulle leggi di favore per le istituzioni religiose o sull’esenzione dalle tasse riservata ai beni degli enti ecclesiastici. Nessuno scandalo giudiziario, insomma: solo un viaggio ragionato, tra citazioni dei vangeli e appelli all’umiltà e alla modestia di Papa Francesco, alla scoperta delle fortune immobiliari, schedate nei pubblici registri del catasto italiano, che fanno capo alle persone fisiche di cardinali e vescovi. Un’inchiesta giornalistica che sfata e riserva parecchie sorprese.



Monsignor Liberio Andreatta è da molti anni il responsabile dell’Opera romana pellegrinaggi (Orp), l’agenzia vaticana per il turismo religioso, che organizza i viaggi di milioni di pellegrini verso mete di culto come Assisi, Fatima o Medjugorje. Nato nel 1941 in provincia di Treviso, il religioso proviene da una famiglia molto in vista e oggi risulta titolare di un notevolissimo patrimonio personale: a suo nome, il catasto italiano rilascia ben 38 fogli di visure immobiliari. Monsignor Andreatta infatti possiede a titolo personale svariate centinaia di ettari di terreni, coltivati a uliveti, frutteti, boschi da taglio e castagneti, sparsi tra la Maremma e le campagne di Treviso. Nella provincia natia, precisamente a Crespano del Grappa, possiede anche un edificio di 1432 metri quadrati e, insieme ad alcuni parenti, ha altri tre immobili in usufrutto. Inoltre risulta proprietario di una serie di fabbricati rurali tra Fibbianello e Semproniano, sulle colline toscane attorno a Saturnia. Stando ai registri catastali, ha accresciuto il suo patrimonio anche in tempi recenti, acquistando tra il 2008 e il 2011 altre centinaia di ettari di uliveti in Maremma.



Grande possidente, specializzato però nell’edilizia residenziale, è anche l’attuale arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, nato nel 1938 ad Acireale: nella sua cittadina d’origine risulta aver acquistato, dal 1995 al 2013, otto appartamenti e quattro monolocali in via Felice Paradiso, oltre ad alcune abitazioni per complessivi 22 vani e altri due monolocali in corso Italia. Le visure catastali, inoltre, attribuiscono all’arcivescovo la proprietà di altri nove appartamenti (più un monolocale) in otto diversi stabili in via Giuliani; tre abitazioni e due monolocali in via Kennedy; altri cinque appartamenti (il più grande di 15 vani) in via San Carlo; un altro edificio residenziale e tre monolocali in altre strade sempre di Acireale, dove è intestatario di un ulteriore appartamento in via Miracoli. Nella stesso comune siciliano, il cardinale possiede anche decine di ettari di terreni seminativi, oltre a un vastissimo agrumeto che però è in comproprietà con alcuni familiari.



Più diversificato il patrimonio personale del cardinale Camillo Ruini: l’ex presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), nato a Sassuolo nel 1931, è proprietario di tre appartamenti e tre monolocali a Modena, in via Fratelli Rosselli. A Reggio Emilia possiede un ulteriore appartamento, più un monolocale e un seminterrato. Insieme a una sorella, inoltre, è cointestatario di un’abitazione (con pertinenze immobiliari) nella natia Sassuolo. Il catasto infine attribuisce all’ex rappresentante dei vescovi italiani la proprietà di altri tre appartamenti e un monolocale a Verona.

Il cardinale Fiorenzo Angelini, nato a Roma nel 1916, storico sponsor di Giulio Andreotti ed ex responsabile della sanità vaticana, si accontenta invece della proprietà di due appartamenti su due piani a Roma, per complessivi 16,5 vani, in via Anneo Lucano, zona Monte Mario.

Molto meglio se la passano alcuni prelati che hanno assunto cariche importanti negli ultimi anni. L’arcivescovo ciellino Ettore Balestrero, nato a Genova nel 1966, che si schierò al fianco del cardinale Tarcisio Bertone nella contesa sullo Ior, è un poliglotta che ha girato il mondo e ora è nunzio apostolico in Colombia. Eppure conserva numerose proprietà in Italia, tra cui una residenza di dieci vani a Roma, in via Lucio Afranio, alle spalle dell’Hotel Hilton Cavalieri, altre quattro unità immobiliari a Genova tra le vie Tassorelli e Pirandello (la più grande è di 9,5 vani) e un appartamento in nuda proprietà a Stazzano, nell’Alessandrino, dove però possiede anche molti terreni agricoli e boschi da taglio.

Monsignor Carlo Maria Viganò, nato a Varese nel 1941, che sotto papa Ratzinger si era conquistato la fama di incorruttibile moralizzatore, proviene da una famiglia più che benestante: insieme a un familiare è comproprietario di circa mille ettari di terreni a Cassina de’ Pecchi, vicino a Milano. Nello stesso comune possiede inoltre quattro appartamenti e tre fabbricati.

Anche il vescovo Giorgio Corbellini, nato a Travo (Piacenza) nel 1947, attuale presidente dell’Autorità d’informazione finanziaria (Aif, cioè l’antiriciclaggio) dopo le dimissioni di Attilio Nicora, appartiene a una famiglia ricca. Con alcuni parenti è comproprietario, sulle colline di Bettola (Piacenza), di circa 500 ettari di boschi, due fabbricati e altre centinaia di ettari di pascoli e terreni seminativi. Inoltre possiede tre appartamenti e un fabbricato nel suo paese natale.

Il cardinale Domenico Calcagno, nato a Parodi Ligure (Alessandria) nel 1943, ha dovuto lasciare in gennaio la commissione di vigilanza sullo Ior, mentre mantiene dal 2011 la carica di presidente dell’Apsa, l’ente che amministra gli immobili dello Stato vaticano. Ma anche il suo patrimonio privato non è trascurabile: il catasto italiano gli attribuisce, tra l’altro, un appartamento di 6,5 vani in via della Stazione di San Pietro e altri quattro edifici residenziali nel suo paese natale. Inoltre, insieme a due parenti, è comproprietario di oltre 70 ettari di campi e vigneti in Piemonte.

I terreni agricoli sono un bene-rifugio molto apprezzato anche da altri prelati. L’arcivescovo Michele Castoro, presidente dal 2010 della fondazione che controlla tra l’altro il grande ospedale di San Giovanni Rotondo, possiede 43 ettari di terreni a Gravina di Puglia, oltre a vari fabbricati rurali e a due appartamenti (il più grande di 12,5 vani). Ad Altamura, dove è nato nel 1952, risulta inoltre comproprietario, con cinque familiari, di altri 63 ettari di vigneti. Mentre l’ex decano dei cerimonieri pontificali, monsignor Paolo Camaldo, possiede insieme a due parenti nella natia Basilicata, tra Lagonegro e Rivello, un totale di 281 ettari di campi e vigneti.

Il libro di Guarino riporta correttamente che decine di cardinali italiani anche con ruoli di prim’ordine, come Angelo Bagnasco, Pio Laghi, Giovan Battista Re o Angelo Sodano, non hanno alcuna proprietà immobiliare.

Nullatenente risulta, come molti altri, anche l’ex segretario di Stato, Tarcisio Bertone, criticato però per la scelta di una lussuosa abitazione intestata al Vaticano: un attico di circa 700 metri quadrati a Palazzo San Carlo, ricavato dall’accorpamento di due residenze (la prima di un monsignore morto nel 2013, l’altra di una vedova convinta a sgomberare). Va ricordato che Papa Francesco vive in un semplice bilocale di 70 metri quadrati, così come monsignor Pietro Parolin, il nuovo segretario di Stato vaticano.

Gli archivi del catasto gettano nuova luce anche sulle ricchezze personali di alcuni dei personaggi più controversi della Chiesa siciliana. Monsignor Salvatore Cassisa, l’ex vescovo di Monreale più volte inquisito dai magistrati di Palermo ma sempre assolto in Cassazione, risulta tuttora contitolare, insieme a una parente, di due immobili per complessivi 18 vani a Palermo. Con altri familiari, inoltre, ha un appartamento in comproprietà e tre in usufrutto a Erice, che si aggiungono a 26 ettari di terreni e 14 unità immobiliari (per complessivi 54 vani) a Trapani.

Un vero mistero (errore della burocrazia o qualcosa di peggio?) riguarda don Agostino Coppola, l’ex parroco di Carini che fu arrestato e condannato come complice dei mafiosi corleonesi di Luciano Liggio nella sanguinosa stagione dei sequestri di persona. Gettata la tonaca e sposatosi, si era visto sequestrare tutti i beni scoperti dai giudici di Palermo e Milano, tra cui una villa da un miliardo di lire, prima di morire nel 1995. Eppure l’ex sacerdote, che celebrò le nozze in latitanza di Totò Riina, compare tuttora come proprietario di 83 ettari di uliveti e 14 di agrumeti a Carini. A nome del defunto e dei suoi familiari è registrato pure il possesso perpetuo (con l’antico sistema dell’enfiteusi) di altri 49 ettari di campagne e due fabbricati a Partinico. Terreni concessi al prete mafioso, stando ai dati del catasto siciliano, da due proprietari istituzionali: il Demanio statale e l’Amministrazione del fondo per il culto.

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

25/08/2016, 18:32

grande barionu!
praticamente come in pieno medioevo con i vari cardinal colonna,medici,gonzaga,d'este e combriccola bella

Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna

26/08/2016, 15:20

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