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MessaggioInviato: 08/06/2012, 20:27 
A proposito di Hitler a me risulta che i suoi maggiori finanziatori e che hanno avuto enormi profitti con lui erano banchieri e petrolieri americani (cito solo 2 nomi ricorrenti ma ce ne sono anche altri : i nonni Bush e Rockefeller). Questo per dire che dove c'è il male c'è sempre uno zampino americano.

Ma non si parlava di droni?
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=231013 [:p] [:p] [:p]


Ultima modifica di Wolframio il 08/06/2012, 20:34, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 08/06/2012, 21:15 
Per quelli che.....
non sanno!
Storia del Vietnam
(tratto da corriereasia)

Se le leggende vietnamite fanno risalire la storia del Vietnam a oltre 4.000 anni fa, le uniche fonti certe datano le sue origini a 2700 anni fa. Dal 1° al 6° secolo d.C. il Sud del Vietnam era parte del Regno di Funan, e subì l’influenza della cultura indiana. La zona del delta del Fiume Rosso era stata conquistata dai cinesi nel 2° secolo, e qui vi restarono per quasi 1000 anni.

Il Vietnam riguadagnò l’indipendenza nel 939 d.C, e l’autonomia completa solo un secolo più tardi, dopo la vittoria dell’esercito di Ngo Quyen presso il Fiume Bach Dang nel 938 d.C.

Per gran parte della sua storia il Vietnam è restato uno stato vassallo della Cina, riuscendo però a sconfiggere ben tre tentativi d’invasione da parte dei Mongoli durante la Dinastia Yuan (1258-1285-1288), all’epoca in cui la Cina stessa era sotto la dominazione mongola.

Il governante di quell’epoca, il Re Tr#7847;n Nhân Tông, si sottomise come vassallo della dinastia Yuan per evitare di essere inglobato nell’impero mongolo. In quegli anni ha inizio l’ascesa della potenza regionale del Vietnam, che non solo ostacolerà i desideri espansionistici della Cina, ma continuerà ad estendersi fino ai Regni dei Campa e del Siam (Thailandia, Cambogia e Vietnam del Sud).

Il periodo dell’indipendenza ha fine a metà del 19° secolo quando il paese viene colonizzato dalla Francia.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il Giappone occupa il Vietnam, e l’unica formazione politica che riesce ad opporre un’energica resistenza agli occupanti sarà quella comunista guidata da Ho Chi Min. A fine della guerra il leader del partito comunista vietnamita dichiarando nullo il trattato di protettorato siglato nel 1883 con la Francia, proclama l’indipendenza del paese.

Il tentativo francese di riprendere il controllo dell’Indocina alla fine della seconda guerra mondiale, fallisce, e nel maggio 1954 si arrendono a Dien Bien Phu.

Gli accordi di Ginevra stabiliranno una momentanea divisione del paese in due sul fiume Ban Hai. Nel 1956, Ngo Dihn Diem, il leader cattolico anticomunista, si rifuta di tenere libere elezioni, facendo della linea di Ben Hai il confine tra il Vietnam del Sud e quello del Nord.

Nel 1960 il Fronte per la Liberazione Nazionale e i guerriglieri facenti riferimento al Partito Comunista, si fondono in un’unica formazione politica, i Viet Cong, con lo scopo di combattere Diem.

Nel 1963 Diem viene assassinato, e le truppe di Hanoi iniziano ad infiltrarsi nel sud del paese. Nel 1965 il regime di Saigon versa in una situazione disperata, ed è in questo contesto che interverranno le truppe americane in quel momento di stanza in Sud Corea, Nuova Zelanda, Tailandia e Australia.

Nel 1968, durante le celebrazioni del capodanno lunare i viet cong lanciano quella nota come ‘offensiva del Tet’. È l’inizio per gli americani di un ripensamento di strategia. L’apertura alla Cina che seguirà da li a pochi anni (febbraio 1972) è il preludio al ritiro dal Vietnam.

Nel 1973 con gli accordi di Parigi, siglati da tutte le parti coinvolte nel conflitto, si stabilisce il ritiro totale degli americani, un cessate il fuoco totale e il rilascio dei prigionieri di guerra.

Riunificazione
Il 30 Aprile 1975 Saigon si arrende ad Hanoi. Per alcuni è una semplice riunificazione del paese, ma per altri è la liberazione da oltre un secolo di dominio coloniale. Ha inizio per il Vietnam un periodo molto duro che si protrarrà per oltre 15 anni. Ai vietnamiti del sud, ritenuti collaborazionisti degli americani, i viet cong non risparmieranno nulla. Comincia in quel periodo un’ondata migratoria senza equiparazioni nel sud-est asiatico. Nel 1978, il Vietnam invade la Cambogia e ne rovescia il regime, mentre nel 1979 è il Vietnam stesso a subire il tentativo di invasione da parte cinese. La guerra sino vietnamita durerà solo 17 giorni, ma questi basteranno a tracciare un solco di diffidenza reciproca che si è protratto per oltre un decennio.

La fine della Guerra Fredda
Rimasto isolato dalla comunità internazionale per quasi quindici anni, con la caduta dell’Unione Sovietica e la fine della guerra fredda il Vietnam e le nazioni occidentali cercheranno di trovare una via per riavvicinarsi. Nel 1990 apre agli investimenti stranieri e diventa anche membro dell’ASEAN. Nel 1995 Washington stabilisce relazioni diplomatiche con Hanoi, e la prima visita di un presidente degli USA si ha con Bill Clinton nel 2000.

La transizione non è stata semplice anche a causa di avvenimenti quali la crisi del sud est asiatico nel 1997, la SARS nel 2003, e ancora l’influenza aviaria nel 2004-2005, che ha fortemente inciso sull’economia del paese, in particolare nel settore del turismo. Ciò nonostante negli anni recenti il paese è riuscito a sviluppare il settore del commercio, ad attirare investimenti esteri e a guadagnarsi l’entrata nel WTO.


Ultima modifica di bleffort il 08/06/2012, 21:17, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 08/06/2012, 21:34 
E per la Corea questo:

http://www.pasti.org/storia.html


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MessaggioInviato: 08/06/2012, 22:23 
Immagine


Greg Miller, in un’accurata inchiesta pubblicata il 13 dicembre dal Washington Post, ha rivelato che gli Stati Uniti possiedono una flotta di 775 droni telecomandati (Predator o Reaper) celati in una dozzina di basi segrete. E altre centinaia di esemplari sono in costruzione. Inoltre la Cia possiede un numero imprecisato di droni di tipo Stealth (invisibili ai radar) la cui esistenza non è mai stata ammessa dal governo. Uno di questi (un RQ-170) è caduto in territorio iraniano poche settimane fa in seguito a un malfunzionamento.
A cosa servono questi aerei? Per esempio a uccidere i terroristi elencati in una “kill list” riservata, di cui nessuno sa nulla e che il Congresso degli Stati Uniti non può discutere. È una guerra silenziosa e asettica che viene condotta dalla Cia e dal Joint Special Operations Command, senza clamore, nell’Asia meridionale e in Medio Oriente. Senza dover chiedere permessi all’Onu, inviare truppe, versare sangue americano.

http://www.washingtonpost.com/national/ ... story.html


Ultima modifica di Wolframio il 08/06/2012, 22:25, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 08/06/2012, 22:42 
In pratica una specie di Matrix...



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MessaggioInviato: 08/06/2012, 22:43 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Occhei, spiegatemi chi sono i buoni e chi sono i cattivi, perchè come al solito qui i cattivi sono gli americani, mentre "altri" sono definiti cattivi solo dopo pagine di polemiche...


cIAO sEZIONE, CREDO CHE QUI NON SI TRATTI DI STABILIRE CHI E' O NON E' CATTIVO, MA CHI DA IL DIRITTO AGLI usa, DI DECIDERE CHI E' CATTIVO.

OPS CAPS LOCK PERDON



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« Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. In tempi posteriori,essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. »


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MessaggioInviato: 09/06/2012, 11:42 
Droni, gli Usa armano l'Italia
Dagli Stati Uniti bombe agli aerei senza pilota.

di Marco Mostallino



Immagine:
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12,6 KB

Un drone Predator.

Le aquile d'acciaio, i droni italiani impiegati in Afghanistan, presto avranno gli artigli. Artigli esplosivi, che permetteranno non solo di sorvegliare il territorio dall'alto, come già avviene, ma di colpire i nemici a distanza, bombardare le formazioni di talebani, vere o presunte che siano.
È il risultato di una lunga trattativa, cominciata nell'autunno 2010 all'indomani dell'uccisione di quattro alpini italiani in un agguato, e che sembra destinata ad avere buon esito in questi giorni.
MISSILI E BOMBE SUI DRONI. Il governo e il Congresso degli Stati Uniti sono sul punto di dare il via libera alla vendita all'Italia di tecnologie militari segrete per i droni, gli aerei senza pilota, per armarli di missili e bombe comandati a distanza. Il piano farebbe dell’Italia il secondo alleato Nato, dopo la Gran Bretagna, a disporre di droni di produzione americana armati.
Le nostre truppe dislocate in Afganistan (circa 4 mila uomini più mezzi aerei e terrestri) dispongono già sul campo di sei droni disarmati, i Predator, in forza al 32° stormo di Amendola, Aeronautica militare, e utilizzati per la ricognizione dal cielo. Questi velivoli fanno parte di una più ampia forza di velivoli robot, composta di 12 apparecchi nelle versioni A (Predator) e B (Reaper), acquistati in due tranche tra il 2001 e il 2008 per un importo complessivo di circa 380 milioni di dollari.
Armare il drone 'mietitore': affare da 5,8 mld di dollari



Immagine:
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18,95 KB

Un drone in azione in Afghanistan.

La versione che presto potrebbe essere dotata di missili Hellfire e bombe, spiega a Lettera43.it una fonte militare italiana, è la B, chiamata Reaper, ovvero 'mietitore', in omaggio alle immagini medievali della Morte, dove la nera signora gira per il mondo con la falce per strappare anime dal campo della vita.
LA RICHIESTA DI IGNAZIO LA RUSSA. A differenza di quanto sostengono alcune voci diffuse in queste ore, non è la Casa Bianca a premere su Palazzo Chigi per armare i droni italiani, bensì il contrario. La prima richiesta in tal senso partì dall'allora ministro della Difesa Ignazio La Russa nel 2010 e venne pubblicata da Lettera43.it. In seguito, nella primavera 2011, la proposta di contratto venne formalizzata dal governo italiano, e Washington ne prese atto, delegando in parte la risposta al Congresso, dove però in queste ore vi sono alcuni dubbi.
I PARLAMENTARI CONTRARI ALLA VENDITA. Un certo numero di parlamentari americani è contrario alla vendita di tecnologie segrete persino agli alleati, per questioni di sicurezza nazionale. Ma questa obiezione potrebbe essere superata dalle cifre che il dipartimento della Difesa Usa ha fornito ai parlamentari: vendere i sistemi d'arma per i droni porterebbe il giro d'affari delle industrie americane di settore a 5,8 miliardi di dollari, 1,5 in più dell’attuale.
TOP SECRET I COSTI PER L'ITALIA. Quanto l'operazione possa costare all'Italia è una notizia top secret, ma per farsi un'idea basta pensare che un missile Hellfire da solo costa tra i 25 mila e i 40 mila dollari, a seconda delle versioni: lo stock di acquisto sarebbe comunque di alcune centinaia di pezzi, senza contare il prezzo dei sistemi computerizzati necessari alla gestione dell'armamento.
Il via libera di Washington all'affare, secondo fonti della Farnesina, è stato messo 'fuori sacco' nei colloqui tenutisi a Chicago tra Mario Monti e Barak Obama il 20 e il 21 maggio, nelle ore in cui l'Italia era sconvolta dalle prime scosse del terremoto in Emilia.
La guerra in appalto che fa risparmiare gli Usa
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

(© La Presse) Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Una delle prime decisioni di Barak Obama, appena giunto alla Casa Bianca, fu quella di ridurre le spese militari, divenute ormai insostenibili per i contribuenti. Così la linea americana è quella di chiedere sempre un maggiore impegno, in termini di uomini, mezzi e soldi, agli alleati in Afghanistan.
IL PESO SULLE SPALLE DEGLI ALLEATI. Ottenendo così un doppio risultato: un risparmio per le casse Usa e meno vittime americane in guerra, in cambio dello spostamento della 'condivisione del peso' (burden sharing viene definito nei documenti ufficiali del Pentagono) sulle spalle degli alleati, i quali così comprano armi e tecnologie dalle compagnie americane e mandano sempre più truppe al fronte. Con il governo Berlusconi, i soldati italiani in Afghanistan sono raddoppiati, passando da 2 mila (del 2008) agli attuali 4 mila.
LA RICHIESTA DI LA RUSSA. Il 9 ottobre del 2010 un convoglio italiano cadeva in un agguato dei talebani. Un blindato Lince saltava su una mina, provocando la morte di quattro alpini, mentre i guerriglieri aprivano il fuoco sul resto della colonna. L'allora ministro della Difesa La Russa propose di armare i nostri aerei senza pilota, per poter compiere operazioni d'attacco senza rischi per le truppe. Ma questa scelta ha due problemi.
VULNERABILI AI VIRUS INFORMATICI. Il primo è che i sistemi di comando dei Predator e dei Reaper si sono dimostrati vulnerabili ai virus informatici, che nel 2011 hanno infettato diversi esemplari. Il secondo è che gli aerei robot non sono in grado di distinguere tra civili e militari, e vengono azionati per sparare quando rilevano grosse concentrazioni di persone.
È in questo modo che, colpendo cortei funebri, feste di matrimonio e mercati, i droni Usa hanno causato le peggiori stragi di civili della guerra afghana. Ma l'Italia, se arriverà il via libera del Congresso Usa, la cui risposta è attesa nel giro di un mese, adotterà comunque questa strategia di guerra che, nonostante tutto, chiamano 'pulita'.

Mercoledì, 30 Maggio 2012

http://www.lettera43.it/attualita/droni ... 552734.htm



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MessaggioInviato: 09/06/2012, 12:09 
Io penso che tatticamente parlando per loro sia un ottimo ed economico trampolino di lancio per recarsi velocemente, e anche con minori spese, verso le zone di loro "interesse". Si sa che oggi "l'occhio" degli Stati Uniti sia puntato sul Medio Oriente e che la maggior parte delle zone calde sia concentrata lì, ecco spiegato, dal mio punto di vista, il perché di Droni "italianizzati".



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MessaggioInviato: 09/06/2012, 12:30 
(No, servono in Afganistan; ci scommetto)



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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

(No, servono in Afganistan; ci scommetto)


Esatto [;)]
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=231013



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Cita:
sezione 9 ha scritto:
trovo vergognoso che il nazifascismo venga derubricato a mera "ingerenza" americana: no, cari miei, le colpe sono molto più profonde e diffuse, troppo comodo finire col dire che Hitler e Mussolini "sono colpa degli americani cattivi". Sono colpa degli ITALIANI (e TEDESCHI) cattivi, altro che americani.


Sì ok... ma Hitler... CHI lo ha finanziato?
Pensi che sarebbe stato altrettanto dannoso per l'umanità,
se fosse stato ISOLATO, invece che FINANZIATO?

http://liberamentestoria.blogspot.it/20 ... io-di.html
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=230707



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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

(No, servono in Afganistan; ci scommetto)


E' comunque una zona più vicina a noi che a loro...o sbaglio?



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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
sezione 9 ha scritto:
trovo vergognoso che il nazifascismo venga derubricato a mera "ingerenza" americana: no, cari miei, le colpe sono molto più profonde e diffuse, troppo comodo finire col dire che Hitler e Mussolini "sono colpa degli americani cattivi". Sono colpa degli ITALIANI (e TEDESCHI) cattivi, altro che americani.


Sì ok... ma Hitler... CHI lo ha finanziato?
Pensi che sarebbe stato altrettanto dannoso per l'umanità,
se fosse stato ISOLATO, invece che FINANZIATO?


Sarebbe stato tutto diverso e di sicuro i tedeschi forse si sarebbero sentiti più deboli, soli e probabilmente più di qualcuno sarebbe rinsavito.
E probabilmente li vedremmo diversamente, il loro destino sarebbe stato differente: non come oggi che, dopo anni di corposi aiuti finanziari atti a riprendersi dal colpo nazista (già loro sono quelli che dovevano riprendersi, poverini....) ce li sobbarchiamo addirittura come padroni assoluti del baraccone europeista.
Alla faccia del risanamento d'immagine!
Trovo veramente irritante ipotizzare sul passato, ma tant'è....



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MessaggioInviato: 31/10/2012, 20:37 
Siamo al delirio...... [xx(]


Non è una lista di omicidi.
È una “Scheda degli smaltimenti”


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30 ottobre 2012

http://www.vocidallastrada.com/2012/10/ ... .html#more

Terrificanti dettagli dal nuovo reportage del Washington Post sul programma dell’amministrazione Obama di uccisioni contro obiettivi determinati dai droni, e sulla lista di omicidi - pardon, la “scheda degli smaltimenti“ (“disposition matrix” nell’originale, NdT) - approvata da Obama che ne indica gli obiettivi.

Abbiamo una lista di omicidi mirati con un nome orwelliano: «Nel corso degli ultimi due anni, l’amministrazione Obama ha segretamente sviluppato un nuovo programma per la caccia ai terroristi, una lista di obiettivi di nuova generazione definita “scheda degli smaltimenti”. La matrice contiene i nomi dei sospettati di terrorismo all’interno di un elenco che tiene anche conto della scheda delle risorse da mettere insieme per rintracciarli, inclusi capi d’accusa occulti e operazioni clandestine. I funzionari USA hanno affermato che questo database è stato progettato per andare oltre le attuali liste di omicidi mirati, attraverso la mappatura di piani per lo “smaltimento” di sospetti che sono fuori dalla portata dei droni americani.»

La lista attuale è intesa come un punto di partenza, e ci accompagnerà per lungo tempo: «Nonostante la matrice sia un work in progress, lo sforzo per realizzarla riflette una realtà in via di consolidamento fra i ranghi delle forze antiterroristiche della nazione: le guerre convenzionali degli Stati Uniti sono agli sgoccioli, ma il governo prevede di continuare ancora per anni ad aggiungere nomi sulle liste delle uccisioni mirate o delle catture da effettuare.»

Abbiamo già ucciso molta gente con i droni:

«Il numero di militanti e di civili uccisi nella campagna aerea dei droni negli ultimi 10 anni, secondo alcune stime, supererà a breve le 3000 unità, superando il numero di persone uccise da Al-Qa’ida negli attacchi dell’11 Settembre.»


Noi non sappiamo come fermare l’eccidio perpetrato per mezzo dei droni: Gli esperti di antiterrorismo dicono che l’affidamento agli omicidi mirati tende ad autoperpetuarsi, perché riesce a ottenere innegabili risultati a breve termine in grado di oscurare i costi a lungo termine. «Il problema dei droni è che sono come il vostro tosaerba,» ha detto Bruce Riedel, un ex analista della CIA e consigliere di Obama per l’antiterrorismo. «hai sempre la necessità di tosare continuamente l’erba. Nell’attimo in cui non la tosi più, l’erba rincomincia a crescere». [:0]

Stiamo costruendo una grande e radicata burocrazia intorno alle nostre operazioni di uccisioni mirate: «Le uccisioni mirate sono diventate ormai così di routine che l’amministrazione Obama ha trascorso gran parte dell’anno passato a codificare e razionalizzare le procedure che le sostengono».

Il presidente Obama partecipa settimanalmente a delle allarmanti riunioni per discutere della minaccia terroristica: «Obama approva i criteri che guidano gli elenchi e controfirma gli ordini per gli attacchi con i droni fuori dal Pakistan, dove le decisioni su quando bombardare sono appannaggio del direttore della CIA. Ma a parte la presenza di Obama alle riunioni del “Martedì del Terrorismo” - che sono generalmente dedicate alla discussione sulle minacce terroristiche e alle tendenze in atto piuttosto che all’approvazione degli elenchi di obiettivi - il coinvolgimento del Presidente è molto più mediato.»

Obama approva personalmente anche i nomi inclusi negli elenchi degli omicidi mirati: «Le liste sono rivisitate a intervalli regolari di tre mesi durante le riunioni al quartier generale del NCTC che coinvolgono analisti provenienti da altre organizzazioni, inclusa la CIA, il Dipartimento di Stato e il JSOC. I funzionari pongono l’accento sul fatto che queste sessioni non sono abilitate all’approvazione di aggiunte di nomi agli elenchi degli omicidi, una facoltà che rimane in capo esclusivamente alla Casa Bianca.»


Leggi l’intera vicenda sul Washington Post: http://www.washingtonpost.com/world/nat ... print.html

Fonte: http://reason.com/blog/2012/10/24/its-n ... osition-ma



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PICCOLI DRONI CRESCONO

Immagine

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8298.7

di Piero Cammerinesi
(corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine)

Che a volte si possano incontrare opinioni veritiere sugli accadimenti contemporanei sulla stampa cosiddetta alternativa è abbastanza verosimile ma che qualcosa che assomigli alla verità possa arrivare nelle nostre case uncensored e magari in prima serata, credetemi, è davvero raro.
Eppure, incredibile ma vero, di tanto in tanto qualche sussulto d’intelligenza riesce a farsi largo tra le menzogne sistematiche del mainstream media. In particolare qui negli USA, dove i punti di vista realmente critici nei confronti dell’establishment vengono sistematicamente tenuti a distanza dai mass media e bollati come ‘minacce alla sicurezza nazionale’ o, come minimo, ‘antipatriottici’.

Per questo motivo sono rimasto piuttosto sorpreso nel sentire l’altro ieri la popolare conduttrice Rachel Maddow nel suo show del giovedì su MSNBC esprimersi molto criticamente nei confronti dei droni-killer che hanno avuto dal presidente la ‘licenza di uccidere’ qualsiasi persona – cittadini americani compresi – in qualsiasi parte del mondo. Dubbi sulla legalità di questo sistema di killeraggio istituzionalizzato erano già stati sollevati nel novembre scorso sul New York Times da parte della direttrice di Amnesty International USA. Suzanne Nossel rilevava, infatti, come nel corso della prima amministrazione Obama si fosse manifestata una posizione sempre più permissiva nei confronti degli omicidi a distanza – condotti con aerei senza pilota – dove la presunzione d’innocenza - caratteristica del sistema giudiziario americano - era stata sostituita tout court dalla presunzione di colpevolezza.

Non solo; quest’argomento, che è evidentemente off-limits per la stampa a stelle e strisce, è stato ripreso anche dall’alto commissario ONU per i diritti umani, Navi Pillay, che ha affermato che gli attacchi con i droni “provocano uccisioni indiscriminate di civili e costituiscono una violazione dei diritti umani”. Tutte accuse rimandate al mittente da Obama, che candidamente ha assicurato che gli attacchi con i droni “non provocano grosse perdite civili in quanto vengono tenuti sotto strettissimo controllo”. Così i droni continuano quotidianamente a colpire – guidati da un militare comodamente seduto alla sua postazione in New Mexico o in Nevada – su tutti i quadranti dello scacchiere mondiale: in Afganistan, Pakistan, Yemen, Somalia e Filippine, uccidendo senza distinzione famiglie intere e vicini di casa dei bersagli designati. Ma si sa, sul monitor non si vedono bambini e donne macellati dai missili lanciati dai Predator.

In realtà fonti dell’amministrazione USA hanno ammesso con la stampa che – essendo i droni comandati a distanza e non potendo verificare da vicino certe situazioni – gli attacchi degli aerei senza pilota colpiscono anche degli innocenti che, ad esempio, vengono ‘travestiti’ da combattenti dai ribelli delle aree tribali pakistane proprio per sviare gli attacchi dei droni su bersagli creati ad arte.

Ma si sa, quelli sono ‘collateral damages’…

Anche la Pillay considera queste azioni di killeraggio ‘mirato’ come una palese infrazione al diritto internazionale, dato che “sono al di fuori di qualsiasi meccanismo di controllo civile o militare”. Soprattutto perché se il criterio di ‘uccisione a distanza’ può essere formalmente ed eticamente giustificabile in aree di guerra, riesce molto difficile estenderlo ad aree dove guerra non c’è. Nel 2010 vi sono stati 122 attacchi di droni in Pakistan, 7 solo nei primi dieci giorni del 2013 e, come è noto, gli USA non sono in guerra con il Pakistan. Ma a questo problema, diciamo così, formale, si è rimediato con il richiamo alla famosa strategia del ‘War on terror’ vale a dire della guerra al terrorismo. Globale, dunque indipendente da territori o da Stati con i quali, evidentemente, non si è in guerra.

Torniamo ora alla Rachel Maddow; nella sua trasmissione la giornalista rileva il fatto che tutti sanno degli attacchi ma che le fonti istituzionali - quando vengono richieste dalla stampa di un commento ufficiale - ne parlano sempre con la formula “viene riportato questo o quell’attacco”, come se fossero altri a ordinarli. Ora, dice la nostra anchorwoman, ciò rappresenta un contrasto abissale con le regole basilari della democrazia, e, rincarando la dose, aggiunge che il fatto che pur essendo risaputo che queste cose avvengono e che ciò nonostante il governo le possa negare “costituisce quanto di più orwelliano sia costretto a vivere il cittadino americano nel XXI secolo”. Il governo americano non ha, infatti, a tutt’oggi ammesso pubblicamente l’esistenza di queste missioni killer; è il segreto di Pulcinella, tutti ne parlano ma non troverete una dichiarazione governativa che si assuma la responsabilità di tali missioni.

Ebbene, chi è l’architetto di questa ‘morte dal cielo’ che continua a seminare dolore e distruzione in giro per il mondo? Chi è la persona che riferisce direttamente al presidente e che per primo ha sostenuto che questo sistema di uccisioni a distanza è “saggio e legale”?

Udite, udite, è John Brennan, fresco di nomina a capo della CIA!

Il 30 aprile dello scorso anno Brennan affermava: "Non c'è alcun diritto internazionale che vieta l'uso di aerei telecomandati a tale scopo [di ‘terminare’ terroristi o presunti tali] o che ci vieta di usare la forza letale contro i nostri nemici al di fuori di un vero e proprio campo di battaglia, quantomeno quando il paese interessato acconsente o non è in grado o non vuole prendere posizione contro la minaccia".

Ora, se è vero che Obama intende togliere alla CIA la responsabilità di questa guerra di sicari volanti, trasferendola direttamente all’esercito, quindi facendo compiere alla stessa un’escalation verso una sua aperta visibilità, come mai Brennan è stato nominato capo della CIA?

Elementare, Watson! Obama aveva bisogno di una CIA che accettasse di ‘perdere’ il giocattolo.

E con John Brennan il gioco è fatto!

Nei piani di questo presidente – di gran lunga il più aggressivo di ogni altro prima di lui – c’è dunque la volontà di portare il killeraggio dei droni su un piano diverso, non più di ‘covert-operation’ ma di aperte operazioni di guerra, con tutte le conseguenze strategiche e politiche del caso. E, guarda caso, il Pentagono ha investito ben 32 miliardi di dollari per incrementare del 30% la sua flotta di 7500 droni; un altro regalo del nostro premio Nobel per la pace alle corporation delle armi!

Quello però che la nostra simpatica giornalista non dice – se lo facesse dovrebbe iniziare da subito a cercarsi un nuovo lavoro - è che tutto ciò sembra preludere ad uno scenario ben più drammaticamente orwelliano del semplice ‘si fa ma non si dice’, che potrebbe realizzarsi in un futuro prossimo anche all’interno dei confini degli Stati Uniti. Dopo averli già usati per il pattugliamento del confine con il Messico, la recente approvazione da parte del Congresso di una legge che autorizza l’impiego di decine di migliaia di droni entro il 2020 - non solo all’estero ma entro i confini nazionali - con funzioni di prevenzione del crimine e di repressione, prefigura, infatti, un futuro da ‘Anno 1984’.

Scenari di questo genere rendono allora sempre più verosimile l’ipotesi – niente affatto peregrina – secondo cui il ‘War on terror’ sia solo la prima fase di un piano che tende a controllare e reprimere qualsiasi dissenso e ribellione a livello globale, fuori e dentro i confini USA.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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