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 Oggetto del messaggio: Chi sono i seed savers?
MessaggioInviato: 28/05/2011, 12:15 
Chi sono i seed savers (conservatori di sementi)?
http://www.climatrix.org/2011/05/chi-so ... ri-di.html

Fonte: Civiltà contadina *
Silenziosamente, senza farsene un vanto, a proprie spese adottano e coltivano nei loro normali orti delle piante che altrimenti avrebbero rischiato la completa estinzione, conservandone i semi per ridistribuirli alle future generazioni: queste persone di genere un po' speciale sono chiamate con il nome di seed savers, salvatori di semi. Ma ciò che rende la loro azione degna di speciale considerazione è che non si stanno occupando di curiosità botaniche conosciute da pochi specialisti o di piante provenienti dalle mitiche foreste vergini. Il loro impegno è piuttosto rivolto a salvare dei vegetali molto più comuni e sotto gli occhi di tutti come patate, pomodori, peperoni, lattughe, cavoli, legumi, cereali e altri, usati dall'umanità come cibo. A rischio la biodiversità Se sia possibile che questi ortaggi possano
rischiare l'estinzione non è certo in discussione e, senza dubbio, li continueremo a vedere sulle nostre tavole ancora a lungo. A rischiare invece di estinguersi per sempre è la biodiversità delle loro varietà, soprattutto di quelle più antiche e di quelle tradizionali dei popoli nativi che, assieme a quelle uscite dalla produzione e non più rimoltiplicate dalle ditte sementiere, senza i seed savers sarebbero
condannate a scomparire.


I SEED SAVERS NEGLI USA

Sono migliaia le varietà di ortaggi recuperate e tenute in vita dai seed savers: oltre ventimila quelle salvate dall'associazione americana Seed Savers Exchange http://www.seedsavers.org, che opera dal 1975 e che, con oltre 8.000 soci, è sicuramente
il gruppo più attivo e meglio strutturato del pianeta. Il loro annuario, un volume di 500 pagine in carta riciclata stampate con inchiostro di soia, permette ai soci di entrare in contatto fra di loro per scambiarsi i semi delle piante mantenute in vita e contiene rari tesori della genetica vegetale: oltre 5.000 varietà di pomodori, provenienti da tutto il mondo, di tutte le forme e toni di colore bianco, giallo, arancione, rosso e violetto; i mais multicolori, i fagioli e le zucche delle tribù native americane; 400 diversi tipi di meloni di cui la maggior parte antichi almeno di un secolo; 1.200 peperoni di cui una parte provenienti dalle culture amerinde precolombiane; e ancora 850 tipi diversi di lattughe, 900 di piselli,
135 di melanzane, 150 vecchie varietà di girasole, una collezione di 200 tipi di aglio e l'elenco sarebbe ancora molto lungo.

In una fattoria in legno costruita appositamente nello stato dello Iowa ha sede il loro quartier generale con i suoi uffici, la sua banca semi, una fornitissima biblioteca e, naturalmente, 12 orti conservativi coltivati con metodo organico dove ogni anno vengono moltiplicati in purezza i semi di almeno 2.000 varietà. Durante l'estate questo luogo diventa un parco aperto al pubblico per mostrare la biodiversità dal vivo. Sono migliaia i visitatori che possono accedere al percorso organizzato all'interno della fattoria e vedere oltre agli orti, il frutteto storico che conserva 700 diverse specie di mele del 1800 più 200 varietà di uva e il
recinto dove sono ospitati alcune decine di capi di una razza di bovini bianchi,
estremamente rara e antica, chiamata White Park. Sempre in estate vengono organizzati dei corsi per i seed savers che vogliono imparare le tecniche di coltivazione biologica e di conservazione dei semi e anche dei momenti di convivialità, con musica e danze popolari.
Seed Savers Exchange, pur essendo un'associazione non lucrativa, riesce ad autofinanziarsi pienamente grazie alle quote associative e alle sue attività. A causa invece della dipendenza dai finanziamenti pubblici, le banche semi istituzionali rischiano spesso di disperdere il loro patrimonio genetico conservato nei frigoriferi, minacciate come sono dai tagli alla spesa operati dagli stati impegnati a risanare i loro deficit sempre in aumento. Seed Savers Exchange invece potrà conservare in vita i suoi preziosi e antichi ortaggi a tempo indefinito grazie
alla rete di membri che sono coinvolti in questa operazione di salvataggio genetico della biodiversità. Ognuno di essi adotta almeno una pianta e con una piccola quota associativa, che gli dà diritto a ricevere il catalogo e altre due pubblicazioni semestrali, rende possibile il futuro all'associazione.

IL SEED SAVERS' NETWORK IN AUSTRALIA

Sulla scia dell'esempio dato da questo movimento spontaneo altri ne sono sorti altrove. È il caso di Seed Savers' Network http://www.seedsavers.net, il progetto nato in Australia, che cura la collezione e la conservazione dei semi della cultura indigena e degli ortaggi importati nel continente dagli emigranti. È stupefacente infatti scoprire quante antiche varietà italiane sono state recuperate presso quelle
famiglie che per generazioni hanno continuato a coltivare gli ortaggi dei loro avi emigranti e che oggi sono offerte nelle newsletters dell'associazione, quando in Italia di molte di queste non si trova più traccia. Ma degno di ammirazione è soprattutto lo sforzo compiuto da questa organizzazione nel conservare e ridistribuire alle popolazioni native i semi dei cibi della loro cultura. Un tempo misconosciuti o disprezzati dagli europei e abbandonati dagli indigeni a favore di
quelli importati dai colonizzatori, grazie al progetto Hands-on-Seeds, questi cibi sono tornati di moda e sono entrati nei menù dei ristoranti, similmente a ciò che è successo in Italia per il farro, e negli orti di oltre 1.500 scuole di base affinché le generazioni più giovani degli indigeni possano ritornare a coltivarli per il proprio sostentamento e per un mercato in espansione. Questa organizzazione cura anche una banca semi che conserva 5.500 varietà, un sito internet e un circuito di scambio semi fra i seed savers associati.

LA SITUAZIONE IN EUROPA

Anche in Europa esiste una nutrita presenza di gruppi nazionali di seed savers: abbiamo i guardiani dei semi del Henry Doubleday Research Association nel Regno Unito, Arche Noah in Austria, il gruppo VEN in Germania, CEIDER in Spagna, SAVE in Svizzera che si occupa anche di conservazione animale, Sesam per i semi dei paesi Scandinavi, Court of Eden che opera per i Paesi Bassi e, infine, l'associazione dei Seed Savers irlandesi molto impegnata anche sul fronte delle vecchie
varietà di alberi da frutto, senza citarle tutte.

I SEED SAVERS IN ITALIA

In Italia è presente Civiltà Contadina, un'associazione dedita a progetti di
recupero della cultura rurale che ha deciso di dedicare risorse ed energie a progetti di salvaguardia di ciò che rimane della biodiversità del patrimonio di ortaggi e alberi da frutto italiani.
Sono infatti molte le varietà che si sono estinte sotto la pressione del fenomeno dell'erosione genetica. Ecco alcuni esempi: delle 25 varietà di cocomero italiane coltivate all'inizio del secolo ne rimane in vita una sola, il moscadello a pasta gialla, i cui semi sono conservati nei frigoriferi dell'orto botanico di Lucca. Le altre si sono del tutto completamente perse, sostituite con quelle di provenienza americana. Che sapore aveva il cocomero detto la romagnola, molto stimato nei cataloghi di sementi del periodo anteguerra? Non lo sapremo mai. Sono invece 33 le varietà italiane di broccolo scomparse senza essere state sottoposte ad alcuna forma di conservazione: che fine hanno fatto il broccolo nero di Sicilia o quello chiamato lingua di passero, solo per citarne un paio? E che dire delle 400 varietà di frumento coltivate in Italia all'inizio del secolo ed ora completamente sostituite da circa un centinaio di moderne varietà? Quante di quelle antiche sono ancora rintracciabili nei tabulati delle banche del germoplasma? E che fine ha fatto la varietà di pomodoro chiamata Re Umberto, conosciuto in Italia e all'estero fin dalla seconda metà del secolo scorso, venduto fino agli anni '60 in molti cataloghi ed ora
scomparso senza lasciare traccia? Eppure da un libro dell'epoca venne definito come uno straordinario produttore di pomodori di colore rosso scarlatto dalla forma di uovo.

MA DOVE SONO I SEMI ANTICHI?

Spesso i migliori ritrovamenti avvengono negli orti di anziani che non hanno mai voluto comprare le sementi offerte dai negozi nelle bustine di alluminio e che continuano ancora a coltivare quelle degli avi. Alle volte lo fanno per alimentare un caro ricordo, ma più spesso perché riconoscono che il gusto e la resistenza
alle avversità e alle malattie di questi antichi ortaggi è superiore che nelle varietà moderne. Ma poi c'è anche il motivo della tradizione gastronomica popolare locale che necessità di ingredienti speciali i cui semi nessuna ditta sementiera inserirà mai nel proprio catalogo per lo scarso interesse commerciale che rivestono, come per la carota nera di Viterbo.

CERCASI SEED SAVERS IN ITALIA

Purtroppo la sopravvivenza di queste rare varietà del passato, preziose perché frutto
della sapiente selezione genetica operata nel corso di intere generazioni di
agricoltori, è strettamente dipendente dalla vita di chi le sta ancora coltivando. Ma che succederà quando l'anziano agricoltore sarà costretto dall'età a lasciare il suo orto? Chi rileverà questa eredità?
Per questo motivo è indispensabile che anche qui in Italia inizino ad
operare dei seed savers per cercare e salvare le numerose varietà locali che lentamente cedono il passo alle mostruosità biotecnologiche delle piante manipolate geneticamente solo per alimentare di ricchi proventi finanziari le multinazionali dell'agrochimica che già controllano il mercato mondiale delle sementi. Se non resteranno più semi antichi saremo costretti a mangiare cibi prodotti da semi
manipolati, brevettati e che pagano royalties ai loro inventori. Mentre sto per finire di scrivere il mio pensiero va al seme di un antico ortaggio chiuso forse in un barattolo o in un cassetto. È arrivato fino alle soglie del duemila passando di mano in mano per infinite persone, acquisendo dei caratteri genetici che lo rendono unico ma sta perdendo lentamente la sua vitalità desiderando tornare nella terra. Sta
aspettando che lo trovi un seed saver, prima di perdersi nell'oblio del nulla. Per sempre.

Alberto Olivucci
Presidente di Civiltà Contadina
http://www.climatrix.org/2011/05/chi-so ... ri-di.html
http://www.civiltacontadina.it/



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MessaggioInviato: 28/05/2011, 14:21 
Nel mio piccolo cerco di rendermi indipendente dalle multinazionali delle sementi. Coltivo ancora pomodori di provenienza campana che coltivavano i miei nonni. E la cosa, seppur difficile, può funzionare. Ciò che cerco sempre sono i cosiddetti ortaggi, frutti e fiori "matti", cioè le varietà precedenti alla mania che io chiamo del peperone blu. Certo, non ha niente di scientifico la mia "azione", ma tutto di mangereccio: e chi si coltiva (o si alleva) in proprio ciò che mangia sa bene che differenza c'è tra un'insalata cappuccina industriale che in un mese è pronta e una "artigianale" che ci mette almeno il doppio, ma che "sa" di verdura, di clorofilla.


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MessaggioInviato: 28/05/2011, 14:25 
Sezione secondo me questo è il futuro se vogliano ricominciare ad essere uomini: tornare gradualmente alla "terra"...



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MessaggioInviato: 28/05/2011, 14:44 
Un'altra cosa che ho notato, è che gli ortaggi del mio orto cominciano ad appassire appena raccolti, pur non essendo gonfi d'acqua come quelli da supermercato. Mi domando come facciano le verdure a resistere per giorni senza il minimo segno di cedimento.

Il ritorno alla terra secondo me non deve però essere un ritorno al passato. Quello che c'è di sbagliato nella comunicazione ambientalista è proprio questo: ridurre i consumi, vivere in maniera più naturale (nel vero senso della parola: l'essere umano non è nato per "produrre ricchezza") non significa avere meno cose, meno corrente elettrica, meno aria condizionata e meno comodità in generale. Quello che va spezzato è il meccanismo che ti stuzzica l'idea (tipica di ogni paese che ha vissuto la fame nera) secondo cui buttare via è sinonimo di benessere.

Poi bisognerebbe parlare di cosa è fatto davvero il benessere (di soldi o di serenità?), ma il discorso mi sa che si complica oltre le mie possibilità.

PS: avevamo galline e conigli, che seguiva mio padre, ma poi li abbiamo eliminati. Le prime sono morte di vecchiaia, i secondi li abbiamo regalati: non c'era nessuno che avesse il coraggio di ucciderli... Il galletto Luigi è durato 7 anni prima di morire...


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"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."

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"Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
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MessaggioInviato: 28/05/2011, 19:13 
Salve
Sé interessa in questo sito vendono semi di questo tipo, ho scoperto anche un pomodoro che contiene più vitamina c che un arancio [:)] ed un altro tipo che puo' arrivare al peso di un kilo e mezzo.

http://www.kokopelli.asso.fr/

Giuseppe


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MessaggioInviato: 28/05/2011, 19:30 
beh allora sarei a posto?
nei periodi estivi curiamo con passione il nostro orto ed il frutteto, il problema semmai sono i mesi più freddi, posso tenere solo cavoli e radicchio.

se mi sento dire da qualcuno "vai a zappare l'orto che è meglio", rispondo con un sorriso, volentieri! [:D]

poi basterebbe lasciare un pò di raccolto per l'essicazione dei semi e risemini la prossima volta, non rimani a stomaco vuoto.



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