Emanuela Orlandi è viva? Un assorbente lo prova
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La prova del fatto che Emanuela Orlandi sia viva potrebbe essere un assorbente. Ma c’è ancora molto da indagare, considerando che è stata effettuata la richiesta del sequestro del libro “L’Affaire Emanuela Orlandi“, scritto dalla fotografa Roberta Hidalgo. Il libro, pubblicato lo scorso 16 aprile, mette in risalto alcune prove che dimostrerebbero il fatto che Emanuela Orlandi sia ancora viva. La fotografa si è procurata un Tampax dal cassonetto dei rifiuti vicino la casa di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela.
L’obiettivo era quello di confrontare il dna presente nel Tampax, probabilmente della moglie di Pietro, Patrizia Marinucci, con il dna della madre di Patrizia e con quello di una zia di Emanuela, Anna Orlandi. Secondo Hidalgo Emanuela potrebbe essere ancora viva e farebbe finta di essere addirittura la moglie di Pietro.
Nel libro si dice che Emanuela potrebbe non essere figlia della signora Maria Pezzano e di Ercole Orlandi, ma della zia paterna Anna Orlandi e di monsignor Marcinkus. E addirittura la zia Anna, secondo Hidalgo, potrebbe non essere sorella di Ercole, ma figlia di Eugenio Pacelli, Papa Pio XII.
Alì Agca: “Emanuela Orlandi è viva e sta bene”
Emanuela Orlandi è viva e sta bene. Una rivelazione choc che arriva da Mehmet Alì Agca, l’uomo che attentò alla vita di Giovanni Paolo II, e che ha concesso un’intervista al Corriere, la prima dopo la scarcerazione del 2010 dove chiede di “nono toccare né il contenuto né il senso linguistico”, al massimo la punteggiatura. Una nuova vita per l’ex Lupo Grigio, oggi dedita al Vangelo e una confessione. “Io, giurando davanti a Dio, dichiaro che Emanuela Orlandi è viva“. Non solo.
Secondo Agca dunque la Orlandi è viva e attualmente risiede in Turchia, anche se non sa dove. Non fornisce prove perché potrebbero danneggiare il buon esito ma si propone come intermediario se il Vaticano e il governo italiano lo ascolteranno.
I mandanti, secondo quanto lui stesso disse al fratello Pietro in un incontro due anni fa, furono la Santa Sede, il Cia e il Sismi, ma oggi nega qualsiasi riferimento a loro.
“Nessun Paese, nessuna istituzione e nessun servizio segreto occidentale è coinvolto nel rapimento“, dice. Allora chi lo decise e perché? Per ottenere la sua liberazione, il resto sono solo ipotesi e speculazioni.
Non risponde alla domanda sui motivi che gli fecero ritrattare le accuse ai bulgari di complicità nell’attentato al Papa, ma spiega perché consigliò a Pietro Orlandi di parlare con il cardinale Re.
“Per avere un colloquio, un contatto diretto con il governo vaticano“, però poi il cardinale non lo volle incontrare per non essere calunniato dalla “stampa anticlericale”, come avviene quando si tira in ballo Don Vergari “innocente” che ha solo aiutato il peccatore De Pedis a convertirsi.
Non si scoprirà nulla dalla tomba di De Pedis, commenta a proposito della banda della Magliana, e si dice pronto a incontrare e collaborare con la magistratura “solo in territorio italiano”.
I riferimenti ai preti pedofili sono “menzogne”, come altre teorie di motivi sessuali o collegamenti con la Banca Ambrosiana-Ior.
“Io garantisco che tornerà a casa. Emanuela sta bene, non ha subito violenza infame. Viene trattata umanamente: rimane cattolica e prega ogni giorno. Spero che il cardinale Bertone possa occuparsi del caso, per portarla da Turchia in Italia. Il Papa Ratzinger non sa nulla e il documento del portavoce Lombardi esprime la verità“: ecco la nuova verità, che contrasta con quanto lui stesso disse meno di due anni fa, quando accusò il Vaticano di essere il mandante dell’attentato.
Non è ancora il momento di rivelare chi volle attentare alla vita del Papa, sulla cui tomba spera di andare un giorno a pregare.
Insiste, infine, sulla liberazioni di Emanuela, che lo stesso governo italiano potrebbe ottenere se “farà un terzo di quello che ha fatto per i due marò in India. Dio sa che ho detto la verità“.
18 giugno 2012 – Emanuela Orlandi, traslato il corpo di Enrico De Pedis E’ stato traslato questa mattina dalla basilica di Sant’Apollinare a Roma il corpo di Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana morto in una sparatoria a Campo de Fiori il 2 febbraio 1990. De Pedis era stato tumulato nella cripta della chiesa dopo l’autorizzazione ottenuta dal cardinale Poletti, su richiesta della famiglia. Adesso, relativamente al caso di Emanuela Orlandi, dopo la ricognizione sui resti, avvenuta lo scorso 14 maggio, la bara di zinco è stata portata via dalla basilica di Sant’Apollinare.
Lo spostamento della bara è avvenuto questa mattina intorno alle 8, alla presenza dei familiari, la moglie e i fratelli di De Pedis. I familiari sono arrivati nella chiesa alle 7 e sono entrati da una porta laterale. La bara con i resti di De Pedis è stata portata via da un furgoncino delle pompe funebri.
Si indaga sui vescovi pedofili
Emanuela Orlandi è stata vittima di un delitto a sfondo sessuale. Questa l’ultima indiscrezione che filtra dagli ambienti vicini al Vaticano e a sostenerlo è nientemeno che padre Gabriele Amorth, tra gli esorcisti ufficiali della Santa Sede e sacerdote molto stimato dallo stesso Benedetto XVI. Il capo degli esorcisti lo rivela nel corso di un’intervista a La Stampa, dopo averla riferita in via riservata anche alla famiglia della ragazza, scomparsa nel nulla nel 1983 davanti alla chiesa di Sant’Apollinare.
Festini a base di sesso e droga, in cui la giovane ragazza rimane impigliata e che per lei finì in maniera tragica: una pista che torna alla ribalta grazie al libro scritto dallo stesso esorcista e che sembra avere inquietanti punti di contatto con una lettera anonima arrivata alla madre della ragazza, dove si parlava di una trappola in cui cadde Emanuela.
Padre Amorth cita testimoni eccellenti tra cui monsignor Simeone Duca, archivista della Santa Sede, che parlò di “festini” dove c’era anche un “recuclatore di ragazze”, un gendarme del Vaticano.
Per l’esorcista è chiaro che la ragazza sia finita in quel giro. “Non ho mai creduto alla pista internazionale, ho motivo di credere che si sia trattato di un caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio poco dopo la scomparsa e occultamento del cadavere“, dice al quotidiano di Torino.
Le rivelazioni non finiscono qui perché padre Amorth parla di un coinvolgimento di personale diplomatico di un’ambasciata straniera presso la Santa Sede. Emanuela fu dunque coinvolta in questi festini a base di sesso, dove giovani ragazzine veniva anche drogate e partecipavano a orge.
uno scempio che ricorda anche un altro caso, quello di Wilma Montesi. Una bella ragazza romana, trovata morta dal manovale Fortunato Bettini mentre faceva colazione sulla spiaggia di Torvajanica, a ovest di Roma, tra Ostia e Anzio l’11 aprile 1953.
Gli esami appurarono che era morta per congestione o un malore dovuto a un bagno notturno, ma che la sera prima aveva partecipato a un festino molto spinto. Si parlò di un’orgia, in una tenuta di Capocotta, tra i partecipanti c’era il figlio Piero del ministro degli Esteri democristiano Attilio Piccioni. Un enorme scandalo che portò alle dimissioni del ministro e che venne allo scoperto perché fu ritrovato il cadavere della ragazza.
Da qui la necessità di far sparire il corpo di Emanuela, per coprire ogni scandalo possibile.
Nel frattempo monsignor Pietro Vergari, parroco della basilica di Sant’Apollinare all’epoca della scomparsa è considerato un elemento centrale del caso, anche se professa la sua estraneità.
“Nell’ispezione nella cripta non hanno trovato nulla se non appunto il corpo di De Pedis“, ha dichiarato don Vergari che si dice certo che le altre ossa sono antichissime, dell’epoca in cui anche i laici venivano sepolti nelle chiese.
Ora le analisi sono in corso e bisognerà aspettare per capire se tra quelle ossa ci siano anche quelle di Emanuela Orlandi, ma il fratello Pietro sembra concordare con l’ultima scioccante ipotesi di padre Amorth come è convinto del coinvolgimento di monsignor Vergari.
La sorella scomparve alle sette di sera e “mai sarebbe salita su una macchina con un sconosciuto. Se l’avessero presa con la forza, a quell’ora in pieno centro qualcuno se ne sarebbe accorto. L’ipotesi della basilica ha un senso. Se a Emanuela qualcuno avesse detto di seguirlo a Sant’Apollinare non si sarebbe insospettita. Un luogo sacro non dovrebbe spaventare nessuno“, ha spiegato.
La ragazza fu dunque tratta in inganno da qualcuno che conosceva. Tra l’altro “le amiche della scuola di musica di Emanuela mi dissero che suor Dolores, la direttrice, non le faceva andare a messa o cantare nel coro a Sant’Apollinare ma preferiva che andassero in altre chiese proprio perché diffidava, aveva una brutta opinione di monsignor Vergari“, ha ricordato Pietro Orlandi. Ci sarebbe un collegamento tra la scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori e lo scandalo dei preti pedofili a Boston. Quest’ultima è costituita da una vicenda accaduta nel 2002, che sconvolse la Chiesa cattolica: molti abusi su minori vennero coperti dai vertici ecclesiastici. Gli inquirenti hanno rintracciato due timbri postali che si riferiscono a Kenmore Station, nel centro di Boston. Uno di questi timbri è agli atti, l’altro no. Il primo riguarda le prime rivendicazioni della questione Orlandi-Gregori, il secondo invece fu usato dall’associazione pedofila Nambla.
Secondo me la pista prospettata da Agca è la più probabile, il resto serve per sviare nuovamente chi ha fiutato la pista "giusta".
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