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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 27/06/2020, 17:18 
Contributi statali alle scuole cattoliche


430.000.000





La legge n. 62/2000 ha stabilito che le scuole paritarie private fanno parte a pieno titolo del sistema di istruzione nazionale, e devono pertanto essere finanziate. Lo stanziamento totale per il 2018 è ammontato a 493 milioni.

A questa cifra va aggiunto l’impatto della detrazione per chi iscrive i figli a tali scuole, introdotta con la riforma della “buona scuola”, e che è stata stimata in 66 milioni. Con la stessa riforma, alle scuole paritarie (e solo a quelle) è stata concessa la possibilità di accedere alle graduatorie del Cinque per Mille. La legge di bilancio 2017, nonostante la crisi di interesse che riscuotono le private cattoliche, ha ulteriormente incrementato le agevolazioni, con particolare riferimento alle scuole dell’infanzia, disabili e detrazioni.

Infine, va ricordato l’impatto del ricorso, da parte di tali scuole, agli ammortizzatori sociali. Poiché circa il 65% delle scuole paritarie italiane sono cattoliche o si ispirano alla morale cattolica, la stima totale del contributo a loro favore è quantificabile in 430 milioni.



https://www.icostidellachiesa.it/contri ... attoliche/


---------------------------





Quanti soldi ha dato lo stato alle scuole private negli ultimi 10 anni?




Più o meno 5 miliardi. Ma il problema delle scuole private non è questo:

è che lo Stato accetta di non garantire un servizio fondamentale a tutti i propri cittadini


Per le giornate di lunedì 18 e martedì 19 maggio è stato indetto uno sciopero delle scuole paritarie cattoliche, le più diffuse scuole private in Italia, in segno di protesta di fronte alle difficoltà economiche causate dal coronavirus. La posizione delle scuole è semplice: gli istituti sono già spesso indebitati, le famiglie a causa della crisi economica fanno fatica a pagare le rette, per cui lo stato deve dare una mano per pagare i docenti e il personale amministrativo.


Secondo il campanello d’allarme agitato dalla Cei, senza un intervento pubblico importante, un terzo delle scuole paritarie gestite dalla Chiesa potrebbe non riaprire il prossimo settembre.

Mai sordo alle richieste della Chiesa, il governo ha provveduto ad aggiungere 40 milioni di euro per le scuole private nel “decreto rilancio,” portando il contributo statale all’istruzione privata per quest’anno da 80 milioni a 120 milioni di euro.


I fondi non copriranno più soltanto gli asili e le materne ma anche le scuole elementari e medie.

Riassumere il problema soltanto spiegando che “lo stato paga le scuole private” è una semplificazione: infatti, al netto di scuole private la cui offerta formativa costituisce elemento di differenziazione rispetto a quella della scuola pubblica, nel metodo o nei programmi, gran parte delle scuole private oggi svolgono un ruolo sostitutivo di quello della scuola pubblica. Le scuole paritarie sono infatti il 24% delle scuole italiane, e di queste quasi 9000 sono scuole dell’infanzia, e 1500 le primarie. Secondo i dati relativi allo scorso anno scolastico pubblicati dal MIUR in totale le scuole paritarie erano 12.564, e gli studenti frequentanti 866.805. Più di mezzo milione di bambini, 524 mila, frequentano scuole dell’infanzia.

Quando si parla di scuole paritarie di solito si pensa immediatamente alle secondarie di secondo grado, soprattutto per la questione dei “diplomifici” che ciclicamente torna a scandalizzare l’opinione pubblica con improbabili “recupero anni,” programmi condensati e la netta sensazione di promozioni a pagamento. Il fatto che, però, le scuole private siano per la gran parte scuole per l’infanzia rivela un problema più profondo: una sostituzione del servizio pubblico a favore di quello privato, che si innesta grazie alla diffusione sul territorio e orari più flessibili per genitori lavoratori.

I meccanismi di incentivi che rendono possibile la sopravvivenza delle scuole private creano diversi livelli di ingiustizia: le scuole private servono il 10% degli alunni sul territorio nazionale, ma le risorse che lo stato garantisce loro sono drasticamente inferiori. Per uno stato che vede nell’Istruzione un comparto dove l’unica cosa interessante è capire come risparmiare, gli incentivi alle scuole private sono congeniali, perché garantiscono un ulteriore risparmio. La differenza d’investimento da parte dello stato è netta: uno studente di scuola pubblica costa allo stato 6000 euro, uno studente di scuola privata 500.

Il risparmio che le scuole paritarie garantiscono allo stato, tuttavia, non è nell’ordine dei famosi 6 miliardi all’anno che viene puntualmente a galla durante le contestazioni sulle risorse stanziate alla scuola. Il calcolo 6000 € × 866.000 studenti è infatti una deformazione che è funzionale alla retorica delle scuole private. Uno studio della Fondazione Agnelli, pubblicato quando la questione dei sei miliardi era stata riportata nel discorso pubblico dall’allora ministra Giannini, chiariva che non ha senso calcolare il “costo medio” degli studenti, ma piuttosto il “costo marginale”: in pratica, per raccogliere gli studenti in eccesso da una ipotetica chiusura di massa delle scuole paritarie non sarebbe necessario un aumento massiccio dell’organico, ma sarebbe sufficiente un aumento minimo del numero di studenti per classe.

In media, lo stato spende circa 500 milioni di euro all’anno per sostenere le scuole private. Si tratta di investimenti che arrivano in un contesto dei più paradossali. Infatti, non è proprio 100% costituzionale che lo stato finanzi l’istruzione privata, che, secondo l’articolo 33 della Costituzione dovrebbe essere “senza oneri per lo Stato.” Nel corso del tempo, questo limite è stato aggirato in vari modi dalle istituzioni che desideravano avere un’occhio di riguardo in più per l’istruzione privata, soprattutto fornendo incentivi alle famiglie che desideravano iscrivere i propri figli ad istituti privati anziché versare direttamente soldi alle scuole. Un ottimo esempio di questa strategia politica è la “dote scuola” di regione Lombardia, grazie al quale le varie giunte di destra sono riuscite sostenere attivamente gli istituti privati e paritari sul proprio territorio.
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In queste settimane, in cui non è ancora chiaro come i confini e gli orari del lavoro usciranno cambiati dalla pandemia, è evidente che, in particolare per le scuole dell’infanzia, allo stato l’offerta delle scuole private serva. Il problema non sono i 40 milioni, su una manovra da 55 miliardi in deficit, ma piuttosto come lo stato rinunci ad offrire un servizio a più di 800 mila famiglie, cogliendo strutturalmente l’occasione fare un regalo alla Chiesa. L’accusa da parte delle istituzioni ecclesiastiche, ovvero che il limitato contributo statale mini il pluralismo dell’offerta scolastica, è un controsenso. Non solo la maggioranza delle scuole private si innesta per garantire servizi dove difettano le istituzioni pubbliche, con particolare concentrazione nel Nord Italia: ma garantire questo pluralismo, che è figlio di una visione distorta del diritto allo studio, semplicemente non è compito dello stato. Al contrario, è certamente compito dello stato garantire che tutti i bambini del paese possano ricevere una formazione adeguata, cosa che evidentemente non si sta facendo. Soprattutto considerate le infinite incognite sui meccanismi di svolgimento delle lezioni per il prossimo anno, quando non ci sarà ancora un vaccino per il coronavirus ma non ci sarà nemmeno il personale per garantire un vero e sufficiente ampliamento del servizio.


https://thesubmarine.it/2020/05/20/scuo ... ronavirus/

https://www.icostidellachiesa.it/contri ... attoliche/

https://www.lincontro.news/troppi-soldi ... attoliche/



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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 14/10/2020, 11:03 
https://www.repubblica.it/vaticano/2020 ... 270489955/



Vaticano, arrestata Cecilia Marogna, la manager del caso Becciu



ebbaaaaasta ragazzi ,,,,

ABOLIZIONE CONCORDATO STATO CHIESA .


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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 14/10/2020, 11:28 
ma si, è solo questione di tempo.
Se la destra tornerà al governo, come sembra molto probabile, non solo l'abolizione del concordato, ma pagamento delle tasse dal vaticano allo stato, come è giusto che sia.



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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 14/10/2020, 15:12 
barionu ha scritto:
https://www.repubblica.it/vaticano/2020/10/13/news/vaticano_becciu_marogna-270489955/



Vaticano, arrestata Cecilia Marogna, la manager del caso Becciu



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Deve essere facile prendere per il culo sta gente, se la clausola non fosse quella di doversi anche far scopare da sti cardinaloni ci proverei pure io.



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MessaggioInviato: 17/11/2020, 09:56 
New York Times sul caso McCarrick: "Papa Wojtyla santo troppo presto

http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... r-BB1b55BD

ciao
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MessaggioInviato: 26/06/2021, 01:26 
Canada: centinaia tombe anonime in ex scuola residenziale
Dopo ritrovamento resti di 215 bimbi in ex scuola di Kamloops



(ANSA) - MONTREAL, 24 GIU - Centinaia di tombe anonime sono state scoperte vicino ad un'ex 'scuola residenziale' cattolica per bambini nativi nell'ovest del Canada. L'annuncio della "orribile e scioccante scoperta di centinaia di tombe senza nome" durante gli scavi nell'ex collegio di Marieval è stato dato dalla comunità di Cowessess.
Gli scavi nell'ex scuola di Marieval, nella provincia di Saskatchewan, erano cominciati a maggio, dopo la scoperta dei resti di 215 bambini vicino a quella che un tempo era la Kamloops Indian Residential School, uno degli istituti del sistema delle cosiddette 'Indian residential schools', una rete di scuole fondate dal governo e amministrate dalle Chiese cattoliche che rimuovevano i figli degli indigeni dalla loro cultura per assimilarli nella cultura dominante.
"Il numero di tombe senza nome sarà il più significativo fino ad oggi in Canada", ha commentato in un comunicato Federazione delle nazioni indigene sovrane (FSIN) riferendosi all'ex scuola di Marieval.
Dopo la scoperta dei resti umani di Kamloops sono stati avviati scavi in numerose ex scuole residenziali del Paese con l'assistenza delle autorità governative. L'ex scuola di Marieval, nel Saskatchewan orientale, rimase attiva per 98 anni, fino al 1997.
I bambini che frequentavano queste scuole erano spesso oggetto di abusi sessuali e fisici, e molti di loro pagarono con la vita la loro unica 'colpa' di essere diversi. (ANSA).


https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 3b9f8.html


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MessaggioInviato: 26/07/2021, 18:22 
Vaticano, i soldi del Papa per i poveri in paesi off shore: domani al via processo

Per lo scandalo finanziario legato all’investimento del palazzo londinese di Sloane Avenue, alla sbarra dieci tra finanzieri, funzionari della Santa Sede e alti prelati, tra cui Angelo Becciu

Si apre domani alle 9.30 in Vaticano il processo per lo scandalo finanziario legato all’investimento del palazzo londinese di Sloane Avenue. Alla sbarra dieci tra finanzieri, funzionari della Santa Sede e alti prelati, tra cui Angelo Becciu, ex sostituto alla Segreteria di Stato ‘licenziato’ dal Papa e privato delle prerogative legate al cardinalato, che sarà il primo porporato ad essere giudicato con la nuova legge che consente al Tribunale d'Oltretevere di giudicare anche i cardinali nelle cause penali.

La mega indagine da cui nasce il processo ha preso avvio dalle denunce presentate rispettivamente dallo Ior nel luglio 2019 e dall’Ufficio del Revisore Generale nell'agosto successivo, da cui venne fuori, tra l'altro, come la Segreteria di Stato avesse impiegato i soldi del Papa destinati ai poveri, come quelli dell'Obolo di San Pietro, "in fondi che, a loro volta, investivano in titoli di cui il cliente non era messo a conoscenza nonché in fondi, di dubbia eticità, allocati in Paesi off shore come Guernsey e Jersey, ad alto rischio speculativo".

A quanto emerge dalla citazione a giudizio, al 30 settembre 2018, in particolare, la Segreteria di Stato risultava “avere contratto finanziamenti passivi per circa 256 mln di euro a fronte dei quali erano state rilasciate garanzie agli istituti finanziari per circa 516 mln di euro, sotto forma di pegno sui titoli e sui valori in deposito presso gli istituti”. Furono proprio le risultanze di queste denunce, nelle quali si evidenziava peraltro "una certa reticenza di funzionari della Segreteria di Stato nel fornire indicazioni al Revisore", che portarono il Papa, nel luglio del 2020, ad autorizzare "con apposito provvedimento ad applicare, sino alla conclusione delle indagini, le forme della istruzione formale e a adottare, ove necessario ed in deroga alle disposizioni vigenti, qualunque tipo di provvedimento di natura cautelare nelle attività di accertamento dei fatti collegati alle denunce dello Ior e dell’Ufficio del Revisore Generale".


A quanto si legge nelle carte dell'accusa, "la denuncia dell’Ufficio del Revisore si soffermava in particolare sulle operazioni poste in essere dalla Segreteria di Stato negli anni compresi tra il 2013 ed il 2014 ed il 30-9-2018 con particolare riguardo ai principali processi e dati patrimoniali ed economici della Segreteria di Stato. Una delle principali anomalie messe in evidenza dall’Ufficio del Revisore era costituita dal fatto che la maggioranza delle attività finanziarie della Segreteria di Stato risultava depositata presso il Credit Suisse, nelle cui filiali svizzere e italiana, risultava depositato il 77% del portafoglio gestito".

"Oltre ai rilievi concernenti i conflitti di interesse sottesi a rapporti bancari, quel che emergeva dall’analisi del Revisore è costituito dal fatto che una consistente parte dei depositi derivanti in massima parte dalle donazioni ricevute dal Santo Padre per opere di carità e di sostentamento della Curia Romana (c.d. Obolo di San Pietro), era risultato impiegato in fondi che, a loro volta, investivano in titoli di cui il cliente non era messo a conoscenza nonché in fondi allocati in Paesi off shore come Guernsey e Jersey, ad alto rischio speculativo e di dubbia eticità".

La "circostanza certamente più rilevante tra quelle evidenziate dal Revisore", sottolineano i magistrati vaticani, è che “tutto l’attivo depositato presso Credit Suisse risulta essere costituito in pegno a garanzia dei finanziamenti passivi concessi da tale banca alla Segreteria di Stato per finanziare degli investimenti immobiliari a Londra. Dalle relazioni del Revisore, in sostanza, emerge che il 30-9-2018 la Segreteria di Stato risultava “avere contratto finanziamenti passivi per circa 256 mln/euro a fronte dei quali erano state rilasciate garanzie agli istituti finanziari per circa 516 mln/euro, sotto forma di pegno sui titoli e sui valori in deposito presso gli istituti”.

"Quel che l’Ufficio del Revisore sin dall’inizio poneva in evidenza - si sottolinea nel documento - era costituito dal fatto che l’Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato aveva deciso di accendere finanziamenti passivi con istituti di credito in ragione del maggior rendimento – rispetto al costo del denaro – conseguibile attraverso gli investimenti".

Tutto ciò, aggiungono i magistrati dell'Ufficio del promotore di Giustizia, "oltre far emergere i contorni chiaramente speculativi delle operazioni ed esporre l’intero Stato a rischi patrimoniali e reputazionali (come purtroppo avvenuto), ha evidenziato come la Segreteria di Stato abbia impiegato fondi ricevuti per finalità benefiche (Fondo Obolo e Fondi Intitolati), che per loro natura non possono essere impiegati per finalità speculative, per svolgere operazioni ad elevatissimo rischio finanziario e, comunque, con finalità certamente incompatibili con quelle che li hanno generati".
Pena Parra: "Torzi minacciò cedere palazzo Londra, fece fare anche brochure"

Il banker molisano Gianluigi Torzi avrebbe paventato esplicitamente alla Segreteria di Stato una possibile cessione a terzi della proprietà dell'immobile di Londra, acquisito dal Vaticano per l'uscita dal fondo di Raffaele Mincione, arrivando addirittura a realizzare una brochure per pubblicizzare la vendita del palazzo di Sloane Avenue. E' quanto si ricostruisce nella citazione a giudizio dello stesso Torzi e degli altri nove tra finanzieri, funzionari della Santa Sede e alti prelati, per i quali domani si apre il processo in Vaticano.

I magistrati d'Oltretevere, nel circostanziare "la situazione di condizionamento" in cui la Segreteria di Stato si era venuta a trovare nel dicembre 2018, quando Torzi si era rifiutato di trasferire a titolo gratuito le mille azioni con diritto di voto della Gutt Sa che aveva trattenuto per sé conservando la piena disponibilità dell'immobile, citano una relazione fatta pervenire dal Sostituto della Segreteria di Stato Edgar Pena Parra: “Abbiamo iniziato il negoziato per uscire da questa incresciosa situazione creatasi con Torzi e quindi a riprendere il pieno controllo del Palazzo (...) - racconta Pena Parra - Dopo un primo tentativo, respinto dal Torzi, di risoluzione a titolo gratuito di tutti i rapporti contrattuali, la Sds ha dovuto avviare altrimenti le migliori azioni di tutela del proprio patrimonio".

Tuttavia, "un risvolto negativo importante" del ricorrere a "un’azione legale era soprattutto l’estensione dei tempi di mantenimento della gestione dello stesso asset nelle mani del Torzi con un aggravamento del rischio all’epoca attuale e concreto di ulteriori atti di gestione del patrimonio in danno della Sds, inclusa la cessione a terzi delle 1000 azioni con diritto di volto e quindi dell’intero palazzo. Quest’ultima denegata conseguenza era stata, infatti, più volte paventata dal Torzi in sede di contrattazione bonaria della sua uscita, fino alla realizzazione di una brochure ad hoc per la vendita del Palazzo”.

In questo frangente, ricostruiscono i magistrati vaticani, mons. Perlasca, "il quale si era ormai evidentemente reso conto della strumentalizzazione alla quale era stato sottoposto da parte di Tirabassi e Crasso, aveva assunto una posizione intransigente, che lo porterà ad essere posto in disparte, sollecitando la presentazione di una iniziativa giudiziaria a tutela degli interessi della Segreteria di Stato".

Agli inquirenti infatti ha dichiarato: "Io ho sempre sostenuto che la SdS doveva denunciare Torzi ed i suoi sodali. Tutti, in SdS conoscevano questa mia posizione. Questo ha provocato il mio allontanamento".

"La conclusione - osservano i magistrati vaticani - è che da questo momento Mons. Alberto Perlasca, che avrebbe voluto investire la magistratura, fu messo da parte mentre Fabrizio Tirabassi, come visto e come si vedrà, è rimasto al suo posto continuando a giocare dalla sua posizione la sua partita. Secondo Gianluigi Torzi, Fabrizio Tirabassi sarebbe stato capace di mantenere il suo spazio, nonostante i ‘pasticci’ commessi, grazie alla forza ricattatoria che sarebbe stato in grado di esercitare sui vertici della Segreteria di Stato, per le informazioni riservate concernenti la vita privata di persone dell’apparato amministrativo della stessa Segreteria. L’ipotesi, benché suggestiva, non è stata tuttavia suffragata né dalle perquisizioni e dai sequestri eseguiti nello Stato, né dalle acquisizioni effettuate in Italia a seguito di commissione rogatoria".
Torzi a magistrati: "Mons. Carlino da me con guardaspalle, cercò di intimidirmi"

Mons. Mauro Carlino, segretario prima di Becciu e poi di Edgar Pena Parra alla Segreteria di Stato vaticana, avrebbe compiuto un'azione intimidatoria nei confronti del banker Gianluigi Torzi in concomitanza con la definizione degli accordi che determinarono la definitiva acquisizione del palazzo di Londra da parte della Santa Sede. E' quanto emerge dal decreto di citazione a giudizio del Tribunale Vaticano.

A raccontare l'episodio agli inquirenti, che lo definiscono "inquietante", è proprio Torzi. Il momento, si spiega nelle carte, è quello della fase terminale della trattativa per convincere Torzi a rimettere al Vaticano le mille azioni con diritto di voto che di fatto impedivano alla Segreteria di Stato di disporre effettivamente del palazzo di Sloane Avenue a Londra. Immobile che era stato rilevato a caro prezzo dalla Santa Sede per assicurarsi l'uscita dall'investimento non redditizio nel fondo Athena di Raffaele Mincione.

In una memoria agli atti, Torzi scrive: “Il mattino del 1 maggio, inaspettatamente si presentava presso il mio appartamento di Londra Don Mauro Carlino accompagnato da un soggetto con l’aspetto poco rassicurante. Rimanevo vieppiù sorpreso non solo perché la sua visita non mi era stata preannunciata ma anche perché la sua presenza fisica alla stipula dell’accordo non sarebbe stata necessaria. Il prelato con una risata sarcastica, mi riferiva di essere venuto a Londra per convincermi con ogni mezzo e nonostante il mio problema di salute a recarmi presso gli uffici di MdR per firmare il contratto. Sempre con sarcasmo, mi diceva che lui ed i suoi amici erano a disposizione per accompagnarmi lo stesso giorno per la firma e/o se avessi avuto bisogno di qualcosa per i miei bambini, ripetendomi quest’ultima circostanza per ben due volte. Per me il messaggio fu inequivocabile. Risposi che dopo poco sarei dovuto andare in clinica ma che sicuramente il mattino dopo mi sarei recato, in qualsiasi condizione, per firmare l’accordo da MdR".

La circostanza è stata poi confermata da Torzi nell'interrogatorio di giugno 2020: “Confermo la vicenda relativa al mio 'prelievo' a Londra da parte di Mons. Carlino”, ha detto Torzi in quell'occasione riconoscendo la persona che aveva accompagnato mons. Carlino a Londra in una foto. L'individuo in questione è stato poi identificato in un uomo poi risultato una sorta di guardia del corpo di Carlino, legato al titolare di una ditta di investigazioni private che per conto di mons. Carlino avrebbe effettuato numerosi accertamenti ed indagini private nei confronti di soggetti interni ed esterni alla Santa Sede.
Magistrati: "Obiettivo Torzi usare fondi Segreteria Stato come pozzo San Patrizio"

"Nell’ambito degli accordi di Londra tra la Segreteria di Stato e Raffaele Mincione, Gianluigi Torzi non aveva concordato con la Segreteria di Stato alcun compenso ed alcun incarico perché in realtà una volta messo piede in Vaticano pensava di poter in tutto e per tutto sostituirsi al finanziere che lo aveva preceduto e poter anche lui, come fatto dal suo predecessore, mettere mano sull’ingente disponibilità finanziaria della Segreteria di Stato", usata "come il leggendario pozzo di San Patrizio". E' questa la tesi dei magistrati vaticani, che, nella citazione a giudizio dello stesso Torzi e degli altri nove tra finanzieri, funzionari della Santa Sede e alti prelati per i quali domani si apre il processo in Vaticano, ricostruiscono i passaggi che hanno portato il banker molisano a mettere a segno l'ipotizzata estorsione da 15 milioni di euro ai danni della Santa Sede per 'restituire' la piena disponibilità del palazzo di Londra.

Al momento degli accordi di Londra, Torzi, secondo l'accusa, ha un problema finanziario da risolvere, legato alla ‘campagna’ di sostenimento delle sorti di una banca italiana che stava navigando in cattive acque, vale a dire la Banca popolare di Bari. Nel corso delle indagini sono perfino state reperite nel cellulare di mons. Mauro Carlino, segretario prima di Becciu e poi di Pena Parra, delle immagini che riprendono una riunione presso gli uffici londinesi del banker a cui risulta presente Vincenzo De Bustis, manager di PopBari.

Con De Bustis Torzi stava concordando la sottoscrizione di un bond da 30 mln euro che, secondo gli inquirenti, "verosimilmente grazie agli accordi assunti con Fabrizio Tirabassi ed Enrico Crasso (il primo funzionario amministrativo della Segreteria di Stato e il secondo gestore delle finanze della Santa Sede, ndr) egli pensava di poter sottoscrivere con i fondi del Vaticano" da veicolare attraverso la società Muse ventures ltd "che, tuttavia, all’epoca era dotata di un capitale di 1.200 euro". Dunque, secondo i magistrati, "è la sottoscrizione degli strumenti finanziati proposti da Gianluigi Torzi la vera posta in gioco che in quel momento Tirabassi e Crasso, probabilmente per allettare l’imprenditore molisano, palesavano come possibile". D'altra parte, "questo – non certamente quello dell’amministratore di condominio – è il vero lavoro di Gianluigi Torzi".

A un certo punto però Torzi si rende conto che le cose non stanno andando per il verso giusto: "Crasso e Tirabassi - dice agli inquirenti - tergiversavano rispetto la proposta da loro inizialmente formulata di sottoscrivere prodotti finanziari (...) In realtà loro non volevano sottoscrivere nessun prodotto finanziario. In questo periodo loro dovevano tenermi buono perché a mio parere dovevano ancora definire la loro strategia anche se io in quel momento stavo reclamando gli impegni che avevano assunto con me". La circostanza sembra confermata anche dal file audio della riunione avvenuta presso l’Hotel Bulgari di Milano il 19 dicembre 2018: quello che emerge dalla conversazione, "oltre il tono perentorio a tratti aggressivo e minaccioso di Gianluigi Torzi a fronte dell’atteggiamento dimesso e succube manifestato da Crasso e Tirabassi", sottolineano gli inquirenti, è "la palese rimostranza dimostrata dal Torzi per il fatto che non era stata mantenuta la promessa di sottoscrivere i suoi prodotti finanziari".

"Sfumata, dunque, la possibilità di attingere alle risorse del Vaticano per sottoscrivere il bond della Banca popolare di Bari, dunque - sottolineano i magistrati vaticani -, Gianluigi Torzi ha mutato la sua strategia ponendo in essere il ricatto di cui si è già riferito manifestando chiaramente la volontà di non restituire le azioni della Gutt Sa se non a fronte dell’esborso di una ingente somma di denaro".
Magistrati: "Parolin autorizzò contratti con Torzi dopo disinformazione"

Sarebbe stato redatto dall'avvocato di Gianluigi Torzi, Nicola Squillace, il memorandum sul quale il cardinale di Stato Pietro Parolin ha vergato a mano l’autorizzazione alla stipula dei contratti con il banker molisano "e nel quale - sottolineano gli inquirenti vaticani - si può metaforicamente affermare è scolpito il reato di truffa". La questione è l'acquisizione del palazzo di Londra da Raffaele Mincione che la Segreteria di Stato decise di triangolare attraverso Torzi, in un'operazione che poi impedirà però al Vaticano di entrare nel pieno possesso dell'immobile perché il banker molisano trattenne per sé le uniche mille azioni con diritto di voto della società Gutt Sa che deteneva la proprietà del palazzo. Questo il testo dell'autorizzazione di Parolin riportato nella richiesta di citazione a giudizio dell'Ufficio del promotore di Giustizia vaticano:

“Dopo aver letto questo Memorandum, alla luce anche delle spiegazioni fornite ieri sera da Mons. Perlasca e dal Dott. Tirabassi, avute assicurazioni sulla validità dell’operazione (che porterebbe vantaggi alla Santa Sede), la sua trasparenza e l’assenza di rischi reputazionali (che, anzi, verrebbero superati quelli legati alla gestione del Fondo Gof) sono favorevole alla stipulazione del contratto. Grazie. PParolin 25-11-2018”.

Gli inquirenti vaticani parlano di "impressionante opera di disinformazione": nel memorandum sottoposto a Parolin non si fa menzione infatti della duplice categoria di azioni della Gutt Sa che poi avrebbe consentito a Torzi di gestire in piena autonomia il palazzo di Londra e di condurre in porto quella che i magistrati ipotizzano essere una estorsione da 15 milioni alla Segreteria di Stato. "La semplice lettura del memorandum evidenzia, con buona pace di quanti hanno sostenuto che la Segreteria di Stato fosse informata, come non vi sia un solo accenno all’esistenza delle diverse classi di shares", sottolineano i magistrati.

Nella relazione fatta pervenire ai magistrati vaticani, Pena Parra racconta che, informato "verbalmente e sommariamente" dei fatti da Perlasca che gli sollecitava la sottoscrizione dei contratti (in realtà da lui già firmati), gli chiese "un approfondimento in un memorandum utile a presentare l’istanza al Cardinale Segretario di Stato e al Santo Padre per la loro valutazione in merito, dato il mio recente arrivo nel ruolo ricoperto".

"Il Segretario di Stato - riferisce Pena Parra - ci ha ricevuto il venerdì 23-11-2018. All’incontro, oltre al sottoscritto, erano presenti Mons. Perlasca ed il dott. Fabrizio Tirabassi […] i quali hanno presentato al Segretario di Stato lo status quaestionis sulla base del memorandum di pari data". Il memorandum in questione è lo stesso documento redatto dall'avvocato Squillace in calce al quale Parolin vergherà a mano l’autorizzazione.

Pena Parra spiega poi di aver appreso delle mille azioni con diritto di voto della Gutt Sa rimaste a Torzi solo il giorno dopo, il 24 novembre, quando chiese a Perlasca la documentazione in suo possesso. "In seguito alla prima lettura dei documenti consegnatimi - sottolinea il Sostituto - la prima cosa che mi ha sorpreso è stato constatare che l’operazione era articolata su due contratti, il Framework Agreement e lo Share Purchase Agreement (SPA), entrambi già sottoscritti da Mons. Perlasca in data 22-11-2018, cioè nello stesso giorno in cui mi ha informato per la prima volta del tema, in autonomia totale e prima ancora che la questione, come da me richiesto, fosse portata all’attenzione del Cardinale Segretario di Stato e del Santo Padre"

"Ho comunicato a Mons. Perlasca - scrive ancora Pena Parra - che ero assolutamente in disaccordo con il percorso già intrapreso da lui, con la sottoscrizione dei contratti, segnalandogli le mie perplessità. Inoltre, ho richiesto al Monsignore se la Segreteria di Stato si avvalesse di un legale di parte nell’operazione e Mons. Perlasca mi ha risposto che ci servivamo dell’avv. Squillace, una persona che lui conosceva. Più tardi si è scoperto che tale avvocato (...) lavorava in effetti per Torzi".

Pena Parra a questo punto pone a Perlasca una serie di domande e di approfondimenti da sottoporre a Squillace ricevendo rassicurazioni circa l’affidabilità delle risposte ricevute dall’avvocato contenute in un documento che si scoprirà poi, si legge nelle carte, essere stato redatto da Tirabassi, con la collaborazione di "tutti i principali protagonisti della vicenda, a partire da Gianluigi Torzi, dall’avv. Intendente e dall’avv. Squillace, i quali, di concerto con il prof. Giovannini, hanno sostenuto Fabrizio Tirabassi, evidentemente in difficoltà (rectius: in confusione), nel rapportare in maniera credibile e, soprattutto, convincente, ai Superiori quanto accaduto a Londra". Un documento che per inquirenti vaticani "è un altro importantissimo reperto documentale perché in esso è materialmente scolpita, come avvenuto in occasione della predisposizione del memorandum, l’opera di disinformazione posta in essere per occultare la realtà dei fatti".

Come ha ricordato Pena Parra "una volta ricevuto il benestare del Cardinale Segretario di Stato, oltre che del Santo Padre (che la domenica 25-11-2018 aveva chiesto al Sostituto di 'voltare pagina e ricominciare da capo'), sulla base delle rassicurazioni dell’avv. Squillace e di Mons. Perlasca è stata perfezionata l’operazione attraverso la ratifica avvenuta in data 27-11-2018 all’operato di Perlasca e l’emissione in data 29-11-2018 dell’ordine di bonifico di 40 mln di sterline in favore di Raffaele Mincione", mentre il 3 dicembre, dopo il bonifico, "avveniva la cessione delle quote della 60 SA Limited alla Gutt Sa". "Si può affermare, dunque - chiosano gli inquirenti -, che la sottoscrizione degli accordi del 22-11-2018 è non solo avvenuta senza alcuna consapevolezza da parte della Segreteria di Stato della esistenza delle 1.000 voting shares ma della impressionante opera di disinformazione orchestrata e sapientemente posta in essere dal gruppo di persone imputate per sorprendere la buona fede degli organi della Segreteria deputati a formare e rappresentare la volontà dell’Istituzione".


https://www.adnkronos.com/vaticano-i-so ... FoeB17iV1H


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MessaggioInviato: 26/07/2021, 18:23 
vimana131 ha scritto:
Canada: centinaia tombe anonime in ex scuola residenziale
Dopo ritrovamento resti di 215 bimbi in ex scuola di Kamloops



(ANSA) - MONTREAL, 24 GIU - Centinaia di tombe anonime sono state scoperte vicino ad un'ex 'scuola residenziale' cattolica per bambini nativi nell'ovest del Canada. L'annuncio della "orribile e scioccante scoperta di centinaia di tombe senza nome" durante gli scavi nell'ex collegio di Marieval è stato dato dalla comunità di Cowessess.
Gli scavi nell'ex scuola di Marieval, nella provincia di Saskatchewan, erano cominciati a maggio, dopo la scoperta dei resti di 215 bambini vicino a quella che un tempo era la Kamloops Indian Residential School, uno degli istituti del sistema delle cosiddette 'Indian residential schools', una rete di scuole fondate dal governo e amministrate dalle Chiese cattoliche che rimuovevano i figli degli indigeni dalla loro cultura per assimilarli nella cultura dominante.
"Il numero di tombe senza nome sarà il più significativo fino ad oggi in Canada", ha commentato in un comunicato Federazione delle nazioni indigene sovrane (FSIN) riferendosi all'ex scuola di Marieval.
Dopo la scoperta dei resti umani di Kamloops sono stati avviati scavi in numerose ex scuole residenziali del Paese con l'assistenza delle autorità governative. L'ex scuola di Marieval, nel Saskatchewan orientale, rimase attiva per 98 anni, fino al 1997.
I bambini che frequentavano queste scuole erano spesso oggetto di abusi sessuali e fisici, e molti di loro pagarono con la vita la loro unica 'colpa' di essere diversi. (ANSA).


https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 3b9f8.html


Nessun genocidio, a quanto pare era un cimitero dimenticato ricoperto di sterpaglie


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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 26/07/2021, 21:25 
Cita:
Nessun genocidio, a quanto pare era un cimitero dimenticato ricoperto di sterpaglie



caro vimana... nessun riscontro [:291] [;)]

ciao
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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 27/07/2021, 01:01 
mauro ha scritto:
Cita:
Nessun genocidio, a quanto pare era un cimitero dimenticato ricoperto di sterpaglie



caro vimana... nessun riscontro [:291] [;)]

ciao
mauro



mi sono dimenticato di mettere il link [:I]

Canada: le “tombe senza nome” sono un normale cimitero invaso dalla vegetazione
"Non c'è nessuna scoperta, sapevamo che era lì, è un cimitero", ha detto l'ex-capo della Columbia Britannica Sophie Pierre.


https://comedonchisciotte.org/canada-le ... getazione/


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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 27/07/2021, 11:57 
e' leggermente OT ma volevo raccontarvi quanto successo l'altro ieri:

per chi conosce Roma, mi trovavo con un amico in macchina attraversando il ponte che porta da Corso Vittorio al Santo Spirito a Roma, con il castel Santangelo a destra e san Pietro davanti. orbene vediamo una bella peugeot 3008 SUV immacolata, nera lucente, vetri scuri, avrà avuto un paio di giorni di vita.

Niente di anormale, direte voi, ebbene no, aveva la targa CdV, e quindi ci avviciniamo e accostiamo: dentro c'erano due preti belli con un bel ciuffo nero con fattezze indiane, elegantissimi co abito nero e camice con maniche e gemelli gli facciamo abbassare il finestrino e chiediamo con falso entusiasmo dove hanno preso quel bolide, complimenti vivissimi ecc.
Il prete alla guida ci casca e comincia a esporre le caratteristiche della SUV, al che il mio amico chiede quanto era costata quel ben di Dio e il prete dice: 30.000 ah no, actually 32.000 (ha detto proprio actually, "veramente" tanto per sottolineare che hanno aggiunto 2000 euro non so di che optional)

ma con i soldi vostri o dell'8 per mille?

Il prete cambia di faccia alza il finestrino e sprinta.



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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 27/07/2021, 13:14 
andreacorazza ha scritto:
Il prete cambia di faccia alza il finestrino e sprinta

adesso che legge la storia stai a vedere COME "lo sprinta" Francesco!..scommetti?.. [;)]

[:295]



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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 27/07/2021, 13:15 
andreacorazza ha scritto:
e' leggermente OT ma volevo raccontarvi quanto successo l'altro ieri:

per chi conosce Roma, mi trovavo con un amico in macchina attraversando il ponte che porta da Corso Vittorio al Santo Spirito a Roma, con il castel Santangelo a destra e san Pietro davanti. orbene vediamo una bella peugeot 3008 SUV immacolata, nera lucente, vetri scuri, avrà avuto un paio di giorni di vita.

Niente di anormale, direte voi, ebbene no, aveva la targa CdV, e quindi ci avviciniamo e accostiamo: dentro c'erano due preti belli con un bel ciuffo nero con fattezze indiane, elegantissimi co abito nero e camice con maniche e gemelli gli facciamo abbassare il finestrino e chiediamo con falso entusiasmo dove hanno preso quel bolide, complimenti vivissimi ecc.
Il prete alla guida ci casca e comincia a esporre le caratteristiche della SUV, al che il mio amico chiede quanto era costata quel ben di Dio e il prete dice: 30.000 ah no, actually 32.000 (ha detto proprio actually, "veramente" tanto per sottolineare che hanno aggiunto 2000 euro non so di che optional)

ma con i soldi vostri o dell'8 per mille?

Il prete cambia di faccia alza il finestrino e sprinta.

Alla faccia degli ebeti che glielo danno.



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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 27/07/2021, 13:28 
ho letto che i proventi dell'8 per mille l'anno scorso sono scesi, che quest'anno dovrebbero scendere, che la chiesa è in crisi per via della scarsa affluenza dei turisti a vedere la cupola e i musei vaticani, per cui hanno abbssto lo stipendio ai dipendenti.

poracci, mica usano un paio di kili di lingotti di platino per recuperare gli utili, no, abbassano gli stipendi

che poi sono stipendi che pagano i fessi del'8 per mille.

Fanno opere caritatevoli, dicono gli "ebeti", si verissmo, ma solo il 25% , poi ci pagano gli stipendi (appunto), e 400 milioni se li intascano o comprano qualche supermercato o hotel in Inghilterra

Il Papa con una Ford Focus degli anni novanta, tanto per dare l'esempio...finto

Aaaah dimenticavo, ecco la chicca, foto fatta DAVANTI al vaticano..una macchinetta di servizio [:246]


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 Oggetto del messaggio: Re: Santa Romana Chiesa non conosce vergogna
MessaggioInviato: 27/07/2021, 13:29 
La inconsistenza dell’organizzazione criminale chiamata Chiesa Cattolica è evidente e lontana anni luce dal vero insegnanento del Maestro. Chi dice che i suoi rappresentanti saranno perdonati solo per vestire uniformi demoniache e ostentare ciondoli con crocefissi non adeguati?

Noi osserviamo con tristezza la trasformazione della macchina economica e machiavellica di una gerarchia che mai si disse di dover essere creata nè adorata nè rispettata.

La religione, qualunque essa sia, è intimità e non fanatismo.

Volete parlare con il Creatore? Basta andare a piedi nudi nei boschi e lo trovarete pronto ad aiutarvi nelle vostre necessità quotidiane di una vita corta e passeggera, ognuno con la propria missione, chi decide di seguire l’umiltà di San Francesco e chi spreca un’intera vita ad adorare il Dio denaro.

Noi non dimentichiamo e non perdoneremo

Guida Olodeon

28 Luglio 2018



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