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 Oggetto del messaggio: Cuba, anno zero
MessaggioInviato: 03/01/2017, 17:13 
Un post dedicato a bleffort (socialismo reale) ... [;)] 70 anni come l'URSS; poveracci!
E questo VOLEVANO anche da noi i compagnucci ...


CUBA, LA TRAGICA EREDITA' DI CASTRO

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Cuba, anno zero

Quando perfino gli acchiappa-turisti di L’Avana Vecchia, sempre intenti a cercare qualche preda nel quartiere vicino al mare della capitale di Cuba, si rifiutano di parlare di Fidel Castro nonostante un’offerta di dieci pesos, si capisce come la politica sia ancora un tabù per i cubani. La morte del Lider Maximo il 25 novembre scorso ha scosso l’isola, ma pochi giorni a L’Avana bastano per capire come la situazione generale della nazione caraibica sia in realtà molto più problematica del cordoglio per il decesso dell’ex presidente.

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Insieme all’amico Che Guevara, Fidel Castro fu in grado di ribaltare la dittatura a Cuba di Fulgencio Bautista nel 1959 usando solo poche decine di uomini e partendo dalla sua Santiago, dove ora è stato sepolto alla fine di un corteo funebre che ha attraversato tutta l’isola. A lui e ai suoi compagni non andava bene che Bautista avesse stretto accordi economici con gli Stati Uniti e inoltre il dittatore aveva già fatto uccidere vari avversari politici creando un clima di terrore fra i cittadini.

Fidel si presentò quindi al mondo come un liberatore e questo aiutò a creare quell’immagine, sapientemente associata a un look ben studiato con cappello, barba e sigaro, che riuscì ad affascinare il mondo intero e a creare una sorta di credito eterno dei cubani verso Castro che ancora oggi si sente nelle loro parole. Nei primi anni di governo le cose andavano bene e l’autarchia imposta dal sistema socialista migliorò l’economia di Cuba: ognuno aveva un lavoro, venivano costruite nuove scuole e gli ultimi modelli di auto sfrecciavano nelle strade di L’Avana. Se neanche la Guerra Fredda riuscì a fermare l’ascesa di Castro nello scacchiere mondiale, fu il disfacimento dell’Unione Sovietica a segnare in qualche modo la fine del sogno cubano, se mai fosse in effetti iniziato. L’economia dell’isola infatti si basava soprattutto sugli aiuti economici ricevuti da Mosca, dato che la piccola nazione caraibica non possiede le risorse necessarie per sostenersi da sola. Inoltre i metodi usati dal regime castrista cominciarono a essere noti a tutti: gli avversari politici venivano fatti incarcerare senza processo e ai cittadini fu reso impossibile lasciare l’isola.

Arrivarono le carestie e un periodo di povertà che segnarono il punto più basso del regime di Castro. Negli anni ’90 fu resa indispensabile una piccola apertura verso l’esterno alla ricerca di investitori e turisti che prontamente arrivarono, ma Fidel non gradì i cambiamenti in atto nella sua isola. Nuovi controlli e restrizioni furono imposti, lasciando di nuovo Cuba nel degrado economico e isolata dal resto del mondo, proprio come voleva Castro, ostinato a portare avanti il suo credo “Socialismo o muerte” senza mai abbandonarlo. Solo una malattia nel 2006 gli fece fare un passo indietro e lasciare la presidenza al fratello Raul, meno intransigente e più vicino all’apertura verso il mondo, nonostante si racconti che fu proprio lui a far leggere gli scritti di Karl Marx al fratello maggiore quando i due erano studenti all’università. Raul Castro, con l’incontro con Obama, l’apertura delle frontiere nazionali ai cubani e il lasciapassare ai turisti americani sull’isola, sta dimostrando di aver saputo cambiare idea rispetto alle guerre combattute da giovane, proprio quello di cui Fidel non è mai stato capace: ammettere gli errori del socialismo e constatare la povertà cui aveva costretto il suo popolo.

Le auto degli anni ’50, simbolo dell’apice di Cuba mai più toccato, appaiono colorate e lucenti nelle cartoline, ma lasciano dietro un forte odore di gasolio e ruggine che affligge L’Avana. I palazzi decadenti, le strade con le buche e l’assenza di negozi sono la vera immagine della città: un luogo povero dove la gente appare felice, ma al prezzo di una libertà troppo spesso sottovalutata. Internet è bandito, eppure ci si può accedere in alcuni punti della città dopo una rigorosa registrazione o di contrabbando se si adocchia la persona giusta. Le verdure si trovano molto raramente, ma lo stato continua a concedere gratis riso, farina e pane ai cittadini. L’alfabetizzazione è altissima e chiunque vi dirà che i medici cubani sono ben preparati, peccato però che gli ospedali cadano a pezzi e non ci siano macchinari. “Non credo che abbandoneremo il socialismo ora che Fidel è morto – dice un tassista che non vuole farsi riprendere – solo lo adatteremo al progresso del resto del mondo”. Questo è il parere di molti cubani, soprattutto dei meno giovani, nati con il mito di Che Guevara e che difficilmente riescono a capire le nuove scelte di Raul. Senza internet, molti fanno affidamento ai quotidiani locali, che sono ovviamente in mano al governo.

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L’informazione a Cuba passa infatti attraverso tre canali tv e due giornali. Il quotidiano Granma è l’unico dell’isola insieme a Juventud Rebelde, dedicato ai lettori più giovani. Fino a poco prima della sua morte, Fidel Castro teneva una rubrica su Granma, molto letta e citata. Il capo della redazione internazionale di Granma, Sergio Gomez Gallo, è convinto che la morte di Fidel cambierà ben poco nell’economia e nella politica di Cuba, anche perchè il Lider non aveva ruoli ufficiali nel governo già dal 2006. Suo fratello Raul è giudicato più disponibile all’apertura e meno intransigente, anche se ora molti lettori temono che possa prendere decisioni sbagliate senza i consigli del fratello maggiore. La redattrice di Juventud Rebelde Ysell Rodriguez Milan è invece preoccupata per l’elezione di Donald Trump, un sentimento comune fra i cubani. Entrambi i giornalisti parlano fieramente delle proprie pubblicazioni e non sembrano preoccupati che l’assenza di altri quotidiani non filo-governativi possa essere un problema per i cittadini, dato che secondo loro i lettori hanno già tutte le informazioni necessarie all’interno dei due quotidiani nazionali. Internet però comincia a essere sempre più diffuso e non è un caso che di pari passo aumentino anche i tentativi di lasciare l’isola: chi riesce a scoprire come si vive in Occidente, con libertà di pensiero e senza carestie, è disposto a mettere a rischio la propria vita in una barca traballante nell’oceano pur di tentare la fortuna altrove.

La sensazione che si ha dopo un periodo a Cuba è quella di avere di fronte una nazione molto povera, incapace di sostenersi da sola eppure ormai convinta, dopo anni di regime di Fidel Castro, di potercela fare. Il Lider Maximo è riuscito a inculcare un’idea di orgoglio nazionale in tutti i cittadini e neanche la sua morte sembra riuscire a scalfirla, nonostante gli evidenti errori che si notano nel sistema politico e le mancanze nella vita di tutti i giorni degli abitanti. A L’Avana e dintorni socialismo fa rima con povertà. Se neanche l’arrivo internet, che inevitabilmente sarà molto più diffuso nei prossimi anni sull’isola, riuscirà a scalfire il culto di Castro, allora Cuba resterà un’oasi abbandonata a se stessa, dove però verrà reso necessario un intervento per aiutare gli abitanti.

http://www.occhidellaguerra.it/cuba-anno-zero/

[:287]



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 Oggetto del messaggio: Re: Cuba, anno zero
MessaggioInviato: 05/01/2017, 20:05 
Cuba, il coraggio di essere cristiani

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Unica voce fuori dal coro che si riesce a trovate in tutta L’Avana, è quella dei cristiani. Costretti a nascondersi nei decenni passati dalle persecuzioni messe in atto dal regime socialista, di recente i cristiani hanno ottenuto la possibilità di pregare senza più nascondersi, anche se non tutto può essere fatto alla luce del sole per le decisioni passate di Fidel Castro. Nonostante fosse nato in una famiglia di cattolici ed avesse studiato dai Gesuiti, l’ex presidente si schierò da subito contro la Chiesa dopo la sua salita al potere. La presenza di un’altra dottrina, qualsiasi essa fosse, oltre a quella del socialismo non era accettata dal Lider Maximo.


Dopo aver statalizzato le scuole cattoliche, nel 1961 Fidel mandò via dall’isola più di cento preti mentre altri furono portati nei tristemente noti campi di lavoro UMAP. Il Natale fu abolito e tuttora non si vedono segni della festività nelle case e nei negozi di L’Avana nonostante negli ultimi anni il divieto di festeggiarlo sia stato tolto. Con il tempo, osservando anche l’ascesa della religione cattolica nel resto del Sud America, Castro cambiò idea e decise di avvicinarsi al Vaticano, sperando anche in un aiuto nelle questioni politiche mondiali che lo riguardavano dopo aver perso il sostegno della smantellata URSS. In ogni caso, fino alla fine agli anni ’90 i cristiani erano formalmente perseguitati e non poteva riunirsi né attendere le messe. Sui posti di lavoro e nelle scuole la propria fede veniva tenuta nascosta per paura di essere denunciati e licenziati. La visita di papa Giovanni Paolo II nel 1998 aprì uno spiraglio per i cattolici dell’isola. Il pontefice fu accolto da milioni di persone e alla messa in Plaza de la Revolucion partecipò lo stesso Fidel. Da quel momento i cristiani di Cuba goderono di maggiore libertà, ma ancora ai giorni nostri vige una sorta di riservatezza e timore nel comunicare il proprio credo. “Che Cuba si apra al mondo e che il mondo si apra a Cuba” disse Giovanni Paolo II, ma a distanza di quasi venti anni si può dire che molto poco è cambiato.

VIDEO (i cristiani di Cuba)

I membri della chiesa presbiteriana di L’Avana ricordano le difficoltà iniziali nel farsi accettare dai locali, che ancora prima dell’arrivo del regime praticavano i culti animisti della Santeria e della Yoruba. “I cubani sono persone spirituali, ma col tempo hanno perso interesse nella religione – spiegano gli avventori della chiesa – noi portiamo avanti la parola di Dio che è quella di unione e armonia”. Fidel Castro era riuscito a estirpare ogni pratica religiosa dalla nazione, ma l’elezione del primo papa sudamericano Francesco ha dato nuova forza ai credenti locali.

La sua visita nel 2015 fu molto più importante di quella di Benedetto XVI nel 2012, grazie alla sua immagine pacifica amata dal popolo. Se negli altri settori l’avvento di Raul è stato salutato come un passo avanti per le questioni cubane, nel campo della religione l’allerta resta alta, dato che il nuovo presidente non ha mai nascosto la sua avversione per la fede, imparata durante un viaggio in Russia in gioventù. Il prete Raniel della chiesa Nuesta Senora del Carmen è perciò ancora molto critico con l’operato dell’ex presidente e ammette che i problemi esistono ancora. “Spesso i fedeli mi dicono che devono tenere nascosta la loro fede e questo non è un bene – spiega il prete – la mia speranza è che a Cuba ci sia presto più di un partito, con il quale la Chiesa possa dialogare come fa negli altri stati del mondo”. La libertà di espressione dei cattolici dell’isola passa anche attraverso il coraggio di questo prete, unico cubano pronto a criticare apertamente il governo.

http://www.occhidellaguerra.it/19873-2/



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 Oggetto del messaggio: Re: Cuba, anno zero
MessaggioInviato: 06/01/2017, 10:45 
Ufologo 555 ha scritto:
70 anni come l'URSS; poveracci!
E questo VOLEVANO anche da noi i compagnucci ...


Quest'anno ricorre pure il centenario della Rivoluzione russa. La storia è ciclica si sa, meglio munirsi di un "santino" adeguato da mettere nel portafogli. [:246]

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[:o)] [:o)] [:o)]


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 Oggetto del messaggio: Re: Cuba, anno zero
MessaggioInviato: 06/01/2017, 11:00 
..èhhh ma dopo aver affamato, stremato, ammazzato la popolazione per 70 anni non credo proprio ci possa essere pericolo di una ricaduta, anzi. [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Cuba, anno zero
MessaggioInviato: 06/01/2017, 11:20 
Dovreste inchinarvi al popolo Cubano per il motivo che hanno avuto il coraggio di aver scelto la libertà all'oppressione dell'Imperialismo usa al costo di mangiare poco ed essere disagiati!.
Ma che Uomini siete?,la vostra ipocrisia e asservimento all'Impero del male e della MENZOGNA E TOTALE,siete dei "Fracchia" senza orgoglio!. [:305]


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 Oggetto del messaggio: Re: Cuba, anno zero
MessaggioInviato: 06/01/2017, 12:00 
Ahahahah! Sei bestiale! Riesci a capovolgere tutto quanto!
Certo che vi era stato un regime corrotto (come ci sono da tante altre parti) ma Cuba è stata, come la "Madre Russia", per anni un carcere a cielo aperto, e tu .............................

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