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MessaggioInviato: 04/06/2012, 02:25 
La marijuana combatte il cancro
Guarda su youtube.com



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MessaggioInviato: 17/06/2012, 01:07 
Cannabis, fumata riduce i sintomi della sclerosi multipla



A rivelarlo, una ricerca dell'Università della California






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I ricercatori sono sempre più alla ricerca di nuovi modi per impiegare la marijuana a fini terapeutici.
Tanto che presso l'Università della California esiste un apposito Centro di ricerca dedicato allo studio della Cannabis.
Ed è proprio da lì che arriva uno studio secondo il quale l'uso medico della marijuana può aiutare a lenire il dolore nelle persone affette da sclerosi multipla.



In particolare i pazienti oggetto dello studio sono stati trattati per spasticità, un effetto collaterale della Sclerosi multipla che causa un irrigidimento dei muscoli con conseguente perdita di controllo. Gli attuali trattamenti anti-spasticità comportano una serie di effetti collaterali, che potrebbero, secondo i ricercatori californiani, essere evitati con l'uso della marijuana.



La marijuana medica impiegata negli esperimenti conteneva per il 4 percento delta-9-tetraidrocannabinolo, lo stesso quantitativo contenuto negli spinelli comunemente diffusi all'epoca dello studio. Nei pazienti che hanno fumato marijuana la riduzione della spasticità è stata di circa un terzo, con effetti collaterali limitati. I ricercatori starebbero attualmente lavorando per trovare un dosaggio più basso che induca gli stessi effetti migliorativi ma "con un minore impatto cognitivo".








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Israele, marijuana per i malati terminali


In Italia la marijuana è esclusa dalle cure palliative e dalla terapia del dolore. In Israele invece l'utilizzo a fini terapeutici è riconosciuto a pieno titolo, tanto che il ministro della Salute l'ha distribuita a 1.800 pazienti in tutto il Paese. Già dal 2007, l'azienda Tikun Olam coltiva Cannabis terapeutica nelle proprie piantagioni per garantire agli ospedali la fornitura necessaria. Perché la sofferenza di un malato terminale, a volte, si placa soltanto così.




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Israele, ecco la marijuana senza effetti stupefacenti



Arriva da Israele una novità che potrebbe cambiare per sempre l’universo della marijuana, dei suoi consumatori e di chi utilizza questa sostanza a fini terapeutici.






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I ricercatori dell’azienda farmaceutica Tikkun Olam, infatti, avrebbero sviluppato una varietà di cannabis che – pur avendo lo stesso odore e lo stesso sapore dell’originale –, se assunta, non indurrebbe effetti stupefacenti associati al Thc. Gli scienziati sarebbero riusciti a neutralizzare quelli che alcuni – soprattutto chi fa uso di marijuana a scopi medici – ritengono un effetto collaterale e, allo stesso tempo, avrebbero sviluppato una nuova qualità: una quantità maggiore di Cbd, utile ad aiutare i diabetici e le persone affette da disturbi di carattere psichiatrico.

L’Israel Cancer Association stima che nel paese siano oltre seimila i pazienti per cui è stata autorizzato l’utilizzo della cannabis a fini terapeutici.




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Tornando su ciò che è possibile produrre con la canapa:

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MessaggioInviato: 24/07/2012, 00:37 
L'anandamide e la cannabis: Link





Un'interessante PDF circa i cannabinoidi e le terapie.



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MessaggioInviato: 24/07/2012, 12:23 
In Veneto è in via di approvazione una legge regionale che autorizza l'uso di medicinali "a maria". Il bello è che il Governo ha annunciato l'impugnazione preventiva: o cambia la proposta o la impugneranno...

Il problema è che la legge autorizza la produzione di cannabis (a Rovigo! Sarà perchè l'economia provinciale già andava a canapa, nostrana... Oppure, seriamente, perchè "siamo all'avanguardia", con un centro che già si occupa di questi studi) mentre la produzione può essere autorizzata solo dalla legge nazionale.

Personalmente, sarei favorevole anche alla vendita "pubblica" di droga non solo per scopi terapeutici. Centri specializzati, controllati e gestiti da medici e psicologi, in modo da eliminare il mercato illegale e i pericoli conseguenti per i consumatori. Creare una via legale, sotto stretto controllo sanitario, e inasprire, con ogni mezzo, la via illegale. Se non va bene, "perchè la droga uccide", spiegatemi perchè i monopoli vendono tabacchi... Oppure, se la droga "crea dipendenza", spiegatemi perchè in tv fanno pubblicità di giochi d'azzardo e di alcolici...


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MessaggioInviato: 24/07/2012, 16:55 
caro sezione9,
a suo tempo trovai in rete questo documento:


LA VERA STORIA: PERCHÈ LA MARIJUANA FU PROIBITA


La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o hemp (inglese) è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell'umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, dall'Equatore alla Scandinavia, ha molteplici proprietà curative, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di ottima qualità (molto digeribile), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del secolo scorso, circa l'80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l'umanità abbia mai fatto uso.

E poi, cosa è successo? E' successo che in quel periodo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell'agricultura, e di questo sorpasso la cannabis è stata chiaramente la vittima numero uno.

I nascenti gruppi industriali americani puntavano soprattutto allo sfruttamento del petrolio per l’energia (Standard Oil - Rockefeller), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l’abbigliamento (Dupont) – tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul proprio terreno, questo avversario potentissimo, e si unirono così per formare un'alleanza sufficientemente forte per batterlo.





L'unica soluzione per poter tagliare di netto le gambe ad un colosso di quelle dimensioni risultò la messa al bando totale. L’illegalità. Partì quindi un'operazione mediatica di demonizzazione, rapida, estesa ed efficace ("droga del diavolo", "erba maledetta" ecc. ), grazie agli stessi giornali di Hearst (è il famoso personaggio di Citizen Kane/Quarto Potere, di O. Wells), il quale ne aveva uno praticamente in ogni grande città. Sensibile al denaro, e sempre alla ricerca di temi di facile presa popolare, Hollywood si accodò volentieri alla manovra, contribuendo in maniera determinante a porre il sigillo alla bara della cannabis (a sin. la locandina del fim "Marihuana: assassina di giovinezza - Un tiro, una festa, una tragedia").

La condanna morale viaggiava rapida e incontrastata da costa a costa (non c’era la controinformazione!), e di lì a far varare una legge che mettesse la cannabis fuori legge fu un gioco da ragazzi. Anche perchè pare che i tre quarti dei senatori che approvarono il famoso "Marijuana Tax Act" del 1937, tutt'ora in vigore, non sapevano che marijuana e cannabis fossero la stessa cosa: sarebbe stato il genio di Hearst ad introdurre il nomignolo, mescolando le carte per l'occasione.

ciao
mauro


Ultima modifica di mauro il 24/07/2012, 16:55, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 24/07/2012, 20:00 
L'economia polesana aveva due grandi settori: la barbabietola da zucchero e la canapa. Ovviamente non la canapa "da fumo" ma la canapa "tessile" (e credo che l'articolo le confonda!).

La nostra canapa era la "sativa" e non la "indica". Che hanno un principio attivo (mi dicono) simile, e per questo la canapa tessile sarebbe proibita. Cioè, in teoria la legge proibisce solo la indiana, quella tessile viene proibita "per estensione".

Sinceramente, è un peccato che non si recuperi, perchè si adatta bene, richiede poca acqua e poche cure, è una fibra parecchio "dura" e "ostica" (ci sarà un motivo se i ricchi usavano la seta e non la canapa) però nelle colture sperimentali (che ci sono su autorizzazione) stanno cercando di renderla più adatta ai vestiti. Del resto, una volta si viveva con poco e si usava tutto (comprese le canne palustri) e chi aveva la fortuna di avere gelsi e bachi da seta era già "ricco". E' questione di produttività e di richiesta: se gli schifosi prodotti tessili cinesi costeranno sempre meno, non ci sarà spazio per niente e nessuno...


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MessaggioInviato: 24/07/2012, 20:58 
caro sezione 9,
anche per gli altri tanto per documentarsi

http://it.wikipedia.org/wiki/Cannabis
http://it.wikipedia.org/wiki/Cannabis_indica
http://it.wikipedia.org/wiki/Cannabis_sativa
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 24/07/2012, 22:37 
Giusto per dire che mi sono rimesso in pari col topic. Ottimo lavoro, continuate così!


Sezione9, dici di stupirti del fatto che questo "governo" sia già pronto a impugnare tutto?

Se hai letto quello che abbiamo detto, o perlomeno il post di mauro che riassume bene tutto, dovrebbe esserti chiaro il perchè...

Cominci a intravedere CHI sono veramente costoro? E' il governo dei petrolieri, oltre che delle banche...



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 25/07/2012, 01:16 
Cita:
sezione 9 ha scritto:


In Veneto è in via di approvazione una legge regionale che autorizza l'uso di medicinali "a maria". Il bello è che il Governo ha annunciato l'impugnazione preventiva: o cambia la proposta o la impugneranno...




[;)]




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Cannabis terapeutica in Veneto. La replica delle associazioni al Dipartimento Antidroga






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Non è nostra intenzione entrare nel merito della polemica politica riguardante le dichiarazioni del Dott. Serpelloni sulla proposta di legge regionale veneta per i farmaci cannabinoidi, in quanto siamo associazioni di medici, ricercatori e pazienti.



Ci sembra però che sia stata data troppa enfasi a tali affermazioni, pur nella sintesi giornalistica necessaria. Definire “stop del Governo” o “stop di Roma” le parole di Serpelloni ci sembra eccessivo, non ci risulta che il Dott. Serpelloni, pur dirigente del dipartimento politiche antidroga, sia ministro o sottosegretario. Ci aspetteremmo inoltre che il DPA si interessasse di prevenzione delle tossicodipendenze e di lotta al traffico delle droghe, ma la legge in questione si occupa di farmaci e terapie, e non vediamo quindi il motivo di tale pronunciamento.



Definire poi addirittura pericolosa e anticostituzionale una legge che tratta di malattie e del loro trattamento ci appare incomprensibile: vorremmo ricordare che l’articolo 32 della Costituzione recita “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”.



Ben vengano comunque i suggerimenti per migliorare la proposta di legge, ma per quel che riguarda l’articolo 6, l’unico contestato dal dott. Serpelloni per presunto conflitto di competenze tra Regione e Stato, vorremmo ricordare che il Veneto ha fatto semplicemente sua la volontà espressa dal Senato di non dipendere più dalle importazioni per la cannabis medicinale con l’approvazione di un ordine del giorno presentato in occasione dell’approvazione del ddl sulle “terapie del dolore e cure palliative”, con il quale addirittura si impegnava il Governo ad attivarsi tramite una convenzione con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, per la produzione o lavorazione di Cannabis medicinale coltivata in Italia ai fini della fornitura al servizio sanitario pubblico.



Lo Stabilimento da selezionare tramite bando di gara, menzionato all’articolo 6 della proposta di legge regionale, non produrrebbe farmaci come equivocato dal dott. Serpelloni ma solo un principio attivo, il quale volendo potrà anche essere utilizzato anche nella produzione di farmaci pronti e confezionati, se saranno registrati presso l’AIFA ed autorizzati per la vendita diretta al pubblico tramite qualunque farmacia, altrimenti le uniche destinazioni legali della fornitura saranno le farmacie dotate di laboratorio galenico, per le preparazioni magistrali allestite volta per volta su indicazione del medico e consegnate direttamente al paziente destinatario dal farmacista preparatore.



Tale procedura, che potrebbe vedere coinvolto nella produzione un istituto pubblico veneto, il CRA-CIN di Rovigo, non solo permetterebbe un risparmio sull’importazione di farmaci, ma avrebbe probabilmente inoltre un positivo ritorno in termini di attività e di occupazione su queste due, forse misconosciute, ma importanti eccellenze della ricerca italiana e veneta.



Ci sembra quindi un controsenso, vista l’attuale difficile contingenza economica, impugnare una legge su un punto che permetterebbe un risparmio e forse un ritorno economico. In sintesi, sarebbe darsi la zappa sui piedi.



In qualsiasi caso, piccole modifiche di quell’articolo della legge possono risolvere facilmente il conflitto, salvando l’intero impianto della proposta.



Non comprendiamo peraltro come mai il Dott. Serpelloni, così attento alla forma legale, abbia potuto affermare che i cannabinoidi e le sostanze utilizzate come stupefacenti “possono essere prescritte solo da specialisti e solo per patologie previste per decreto”.



Non vi è alcuna legge nè decreto che prevede questo, e gli stessi farmaci derivati dalla morfina, ben più pericolosi sia in acuto che in cronico dei cannabinoidi, possono essere prescritti da qualsiasi medico e, con il consenso informato del paziente, per qualsiasi patologia (con la cosiddetta procedura off-label).



Inoltre, possiamo anche essere d’accordo che i cannabinoidi siano considerati farmaci di “seconda scelta”, secondo le linee guida sul dolore neuropatico da sclerosi multipla, l’unica fonte di letteratura al riguardo che parla di seconda linea, è comunque ben diverso avere una seconda scelta nel trattamento di quella patologia, o non averne nessuna, come purtroppo succede oggi in gran parte d’Italia!



Prima e seconda scelta non devono comunque essere fissate, per nessun farmaco, dalla politica, ma da uno o più ‘consensus statements’ degli scienziati che se ne occupano, recepiti poi dall’AIFA, o dalla FDA o chi per esse. Nessun farmaco va bollato di seconda scelta “in linea di principio” ed indipendentemente dalle evidenze scientifiche che via via vengono accumulandosi; e ciò al di là ovviamente di ogni pregiudizio politico religioso o ideologico, pregiudizi che comunque vanno tenuti rigorosamente fuori dalla porta in quanto estranei alla ricerca.



Quindi delle dichiarazioni del Dott. Serpelloni teniamo buone parte delle sue parole finali: “Nessuna riserva verso l’uso medico strettamente controllato e di seconda scelta, con fornitura gratuita di questi farmaci”, con qualche riserva anche sullo “stretto controllo” non essendo chiaro da parte di chi, dato che già oggi le norme prevedono la competenza esclusiva ed insindacabile del medico sulla decisione di prescrivere ed utilizzare queste sostanze su di un loro paziente. Auspichiamo quindi che la Regione Veneto segua il percorso già iniziato e che la proposta di legge, alla cui elaborazione hanno sin dall’inizio contribuito l’Associazione Cannabis Terapeutica, l’Associazione Luca Coscioni e l’associazione Pazienti Impazienti Cannabis, venga nei termini previsti discussa a approvata.








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MessaggioInviato: 09/11/2012, 00:20 
Usa, marijuana a scopo ricreativo legalizzata in Colorado

Il referendum è passato con il 53% dei sì




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Los Angeles, 7 nov. (TMNews) - Il Colorado ha approvato la legalizzazione della marijuana, diventando il primo Stato americano ad autorizzare la produzione, la vendita e il possesso della cannabis a scopo ricreativo. Il referendum è passato con il 53% dei sì.



Anche gli elettori del Massachusetts sono stati chiamati ieri ad esprimersi sull'uso della marijuana, ma per scopi medici, e ritengono che la cannabis dovrebbe essere legalizzata. Lo pensa il 63% circa degli aventi diritto al voto. Se approvata, la legge eliminerebbe pene civili e penali per pazienti qualificati che usano la marijuana per uso medico. Per avere tale status, al paziente deve essere diagnosticata una condizione debilitante come un cancro, un glaucoma, il Parkinson, la sclerosi multipla, l'epatite C, essere Hiv positivo o avere l'Aids. Anche Washington e Oregon stanno contando i voti sulla legalizzazione della sostanza.







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MessaggioInviato: 16/12/2012, 23:17 
Curarsi con la Cannabis
Nel 2013 in Italia il primo farmaco

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Una supposta alla Cannabis. Presto in arrivo anche in Italia. Ora, per l’opinione pubblica in generale è considerata una droga, ma può essere un medicinale anche in forma di capsula contro il dolore e usata come terapia anticancro o anche per l’emicrania e l’artrite. È il derivato della Cannabis sativa, nome scientifico per la canapa, che in gergo viene comunemente chiamata marijuana, mentre l’hashish è un derivato della pianta come lo è anche la ganja, l’olio o altro.

Nasce in Asia ed era sacra per gli Hindu. Adesso è diffusa in quasi tutti i Paesi del Mondo, tra cui Argentina e Uruguay dove è legale per uso privato, in Belgio è illegale, ma il governo ha approvato un programma di ricerca per scopi medici, in Camerun chi ha l’Aids o il cancro può farne uso come antidolorifico, in Canada è illegale anche se depenalizzato, ma legale per uso terapeutico come anche in Israele, ma solo per ogni singolo caso, in Portogallo è legale il possesso, legale anche nella Repubblica Ceca e i Paesi Bassi, in Spagna in luoghi autorizzati, in Germania fino a 10 grammi, nel Lussemburgo si può usare per scopi medici purché il consumatore sia adulto, è legale in 19 degli Stati americani, tra cui la California e incluso il distretto della Columbia dove c’è la capitale Washington D.C.) per uso medico. In Colorado e lo Stato di Washington è autorizzata per “scopo ricreativo”.

Più di 500 economisti mondiali hanno denunciato i costi elevatissimi del proibizionismo sulla Cannabis. Il premio Nobel Milton Friedman diceva: “È un sussidio del governo al crimine organizzato”. L’affare si aggira oltre i 7 miliardi di dollari l’anno.

Cannabis è sinonimo automatico di “droga”. Ma, invece, può essere utilizzata a scopo medico. Nel 2013 è prevista la coltivazione in Italia a uso terapeutico fino a un massimo di 20 chili. E ci sono già delle case farmaceutiche pronte a metterle sul mercato. Toscana, Liguria e Veneto sono le regioni disposte a fornirla attraverso il servizio sanitario regionale.

A Rovigo si trova l’unico centro pubblico in cui si fa ricerca autorizzata dal ministero della Salute. In 300 metri quadri vengono coltivate piante fino a un metro di altezza, per ora al chiuso in stanze apposite, ma dal prossimo anno potrebbero diventare 2000 metri quadri all’esterno e le piante possono raggiungere anche i due o tre metri, come alberi. Il responsabile del progetto è il primo ricercatore Gianpaolo Grassi del Cra-Cin, Centro di ricerca per le colture industriali di Bologna, della sede distaccata di Rovigo.

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In Europa, e nel mondo, quali sono i Paesi che vendono medicinali a base di Cannabis?
“In Inghilterra opera l'azienda che ha investito tutto il suo impegno per sviluppare farmaci a base di cannabinoidi. In nove anni hanno sviluppato il primo destinato ai malati di sclerosi multipla. È un farmaco che allevia i sintomi della malattia, ma purtroppo non la cura in modo diretto. Il costo di questa realizzazione è stato stimato attorno ai 100 milioni di sterline e il singolo flacone costerà circa 500 euro, che basta per una cura di durata di circa 20 giorni.

In Olanda è stata avviata dallo stesso ministero dello Sport e della Sanità, in collaborazione con due aziende private, la produzione e distribuzione di farmaci galenici a base di Cannabis. In questo caso si tratta di fiori essiccati il cui costo non supera i 10 euro al grammo. Quando arriva da noi il prezzo lievita e supera i 30 euro al grammo.

In Germania operano un paio di case farmaceutiche che sintetizzano, partendo dalla base vegetale i principi attivi cannabinoidi e li distribuiscono ai laboratori farmaceutici degli ospedali e direttamente alle farmacie. Il costo è intermedio tra i due sopra indicati.

Un contatto di collaborazione molto utile l'abbiamo con l'unico centro autorizzato negli Stati Uniti a produrre Cannabis, l'Università del Mississippi. Anche se hanno progetti ben finanziati e competenze al massimo livello, le loro norme federali gli impediscono di operare come vorrebbero e sono più limitati di noi”.

Quali proprietà benefiche ha la Cannabis?
“Noi operiamo esclusivamente sulla pianta intera e non abbiamo modo di addentrarci nello studio dell'attività biologica dei suoi costituenti. Per questo abbiamo collaborato con altri centri come la Facoltà di Farmacia di Bologna, Ferrara, Novara (Prof. G. Appendino), medici di Roma e centri specializzati nei test biologici della Spagna, Germania e Inghilterra”.

Se l'uso della Cannabis diventasse legale in Italia per scopi terapeutici non sarebbe più catalogata come “droga”. Ma numerosi sono i medicinali che danno assuefazione, come alcuni antidepressivi o ansiolitici che sono prescrivibili e legali.

Come ricercatore, a che livello di “tossicità” metterebbe la Cannabis usata per terapia medica?
“I cannabinoidi sono da anni (18 Luglio 2006, Gazzetta Ufficiale n. 183 del 8-8-2006) legalmente autorizzati per uso medico e infatti sono nelle tabelle ( tab. IIB) del testo unico degli stupefacenti (309/90) perciò sono anni che si possono utilizzare, ma se ai medici non si spiega cosa sono, cosa fanno, come si impiegano e soprattutto dove si trovano, non saranno mai largamente utilizzati.

I medici che li possono utilizzare, per esempio quelli della California, hanno migliaia di pazienti e ne conosco personalmente uno che basa le sue cure quasi esclusivamente sul cannabinoide non psicotropo Cannabidiolo (CBD) perciò quando i medici diventeranno consapevoli e liberi di utilizzare i diversi cannabinoidi, le cose cambieranno e soprattutto cambieranno per migliaia di pazienti.

Io non sono un tossicologo, ma dalla letteratura ufficiale ho appreso che solo il THC ha un peso per quanto riguarda la sua tossicità comunque mai mortale e inferiore all'alcool e tabacco. Gli altri cannabinoidi non sono neppure considerati, ma purtroppo anche dalla maggior parte dei medici, come farmaci”.

http://www.televideo.rai.it/televideo/p ... p?id=14264


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FINALMENTE HO LA MIA TERAPIA:

È ARRIVATA LA CURA.

BEDROCAN, ED INSIEME ANCHE IL BEDIOL.

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Alla fine degli anni '30, in u.s.a. ci fu una accesa campagna contro la cannabis, questa pianta avrebbe sostituito la materia prima per la produzione di moltissimi materiali, come ad esempio la plastica..Fu quando le industrie del petrolio e della plastica (dupont) iniziarono a prendere piede che questa campagna si intensificò, arrivarono a mandare in onda pubblicità in cui si recitava come tale sostanza potesse far impazzire le persone mostrando immagini ( a fumetto) di una donna che in preda all'estasi da cannabis si lancia nel vuoto! [:D] [:D]

Ecco un bell'articolo
Cannabis connection
di Marcello Pamio

“Sarebbe di interesse universale nella storia dell’umanità scoprire che è stata la coltivazione della canapa a inventare l’agricoltura e di conseguenza la civiltà”.[1] Non sono le speranze di un hippy un po’ attempato in vena di rivincite ma le parole di Carl Sagan, l’astrofisico consulente della NASA, padre del progetto S.E.T.I. (Serch for ExtraTerrestrial Intelligence) e fondatore della Planetary Society.
La forte “attrazione” tra il divulgatore scientifico migliore del mondo[2] e la Cannabis “fumantis” (perdonate la licenza poetica) è risaputa, mentre la cosa poco nota è che nelle parole di Sagan si nasconde una profonda verità: la canapa effettivamente è una delle piante più antiche che l’uomo conosca!
A conferma di ciò vi sono numerose testimonianze archeologiche in ogni angolo della Terra che indicano senza ombra di dubbio come la canapa era conosciuta e coltivata in epoche remotissime: uno per tutti, il ritrovamento a Catal Huyuk, antica Mesopotamia, di manufatti in canapa risalenti, secondo i ricercatori, a circa 8000 anni prima di Cristo.
Non sappiamo con certezza se la canapa è stata la prima o la seconda pianta coltivata dall’uomo e sinceramente non siamo qui a stabilire una graduatoria di anzianità ma semmai per comprendere le vere motivazioni che portarono al suo divieto in moltissimi paesi di tutto il mondo. Una proibizione che di punto in bianco dopo millenni di utilizzo nelle più svariate applicazioni, che vedremo in seguito nel dettaglio, rese illegale una pianta messa a disposizione per noi dalla Natura.
Le motivazioni ufficiali certamente saranno state validissime per mettere al bando una pianta che cresce velocemente senza l’ausilio di prodotti chimici, da cui si produce carta di ottima qualità, tessuti resistentissimi, materiali plastici per l’edilizia, combustibili poco inquinanti, medicinali. Non ci credete? Be’, non ci volevo credere nemmeno io!
I papiri egizi e cinesi che nonostante tutto questo tempo sono giunti integri fino ai nostri giorni, le antichissime mappe cartografiche della Terra, la prima Bibbia di Gutemberg, avevano una sola cosa in comune: la canapa. Per non parlare dei primissimi preparati erboristici che sciamani e curanderos, dalla Siberia al Sud America passando per l’intera Europa, utilizzavano per alleviare le più svariate patologie, e più recentemente almeno la metà dei medicinali usati per tutto l’Ottocento!
Come mai queste informazioni importanti si sono perse negli anni, e perché i media in generale il cui unico servizio è appunto quello di informare hanno sempre taciuto?
Lungi da me l’idea di un controllo globale della stampa da parte di potenti corporazioni, però bisogna ammettere che certamente è una strana coincidenza il recentissimo interesse giornalistico e quello medico-scientifico delle multinazionali chimico-farmaceutiche alla canapa, che ne dite? Fintantoché nessuno aveva in mano, anzi quotato in borsa, il medicinale non se ne parlava, oggi che hanno sintetizzato in laboratorio il principio attivo della cannabis, il THC, e si stanno preparando a venderlo sotto forma di farmaco se ne parla. Non è molto strano?
Oggi sono riemerse dall’oblio le proprietà antibiotiche, antidolorifiche[3] e antiepilettiche della pianta, come pure la sua efficacia contro l’anoressia, la depressione e il glaucoma[4]. Ultimamente sta avendo risultati positivi anche nei malati di sclerosi multipla[5] e nei malati di cancro per sostenere nausea e vomito causati dalla chemioterapia.
Insomma dalla canapa si produce tutto o quasi tutto quello che si può ottenere dal petrolio e dai suoi derivati con la piccola differenza che questi ultimi hanno un costo e un impatto ambientale incalcolabili, mentre la canapa è naturale e i prodotti di scarto si integrano meglio nell’ambiente.
Il punto è allora, come mai abbiamo scelto la strada del petrolio e abbandonato, anzi sbarrato, la strada della canapa? Per meglio comprendere questo punto, che sarà fondamentale ai nostri fini, dobbiamo tornare seppur nella carta indietro di un secolo e mezzo e rivivere per un momento la situazione economica e industriale di allora.
Ci troviamo a Pittsburg (ricordatevi questo nome), negli Stati Uniti e davanti a noi si erge la prima raffineria petrolifera al mondo[6]. L’anno è il 1850.
Saltiamo in avanti di qualche decennio e arriviamo nel 1917 quando la Compagnia Du Pont, della omonima famiglia, grazie a finanziamenti della Mellon Bank entra a far parte delle primissime industrie petrolchimiche. La Du Pont per chi non la conoscesse, è la beneficiaria della maggior parte dei brevetti sulle materie plastiche: nylon, rayon, cellophan, vernici, ecc.
La Mellon Bank di Andrew Mellon è una delle principali banche americane la cui sede principale, guarda caso, è a Pittsburg!
Apro una parentesi per gli amanti del cospirazionismo perché sembra che Andrew Mellon e la famiglia Du Pont facessero parte del Comitato dei Trecento, il gruppo nato per controllare il sistema bancario mondiale[7]. Chiudiamo la parentesi e ritorniamo a Pittsburg.
I soldi forniti dalla Banca di Mellon permisero alla Du Pont di entrare in possesso della General Motor, una delle più grandi case automobilistiche di allora e delle principali tecnologie per la fabbricazione della carta dalla cellulosa del legno.
Il 1919 fu un anno molto significativo perché succede qualcosa che avrà ripercussioni notevoli nella finanza e nell’industria: inizia il proibizionismo in America. Un periodo abbastanza lungo e oscuro (fino al 1933) in cui fu bandito totalmente l’alcol. Non tutti sanno però che all’epoca il carburante e/o combustibile era basato anche sull’alcol etilico detto etanolo, derivante dalla fermentazione di vegetali e cerali, e sull’alcol metilico o metanolo derivante dalla fermentazione del legno.
Proibendo l’alcol da bere di conseguenza si proibiva anche l’alcol per uso industriale.
Non finiscono le coincidenze perché il ‘33 è l’anno in cui termina il proibizionismo ma anche quello in cui Mitscherlich produce quella sostanza scoperta nel 1825 da Faraday: la benzina[9]!
Ora ipotizzare che il Proibizionismo americano fu inventato per boicottare le “altre benzine” è un po’ forte, però rimane il fatto che effettivamente all’epoca chiunque poteva prodursi in proprio il combustibile…e forse questo poteva dare fastidio a qualcuno.
Risolto il problema dei combustibili, rimaneva quello delle materie plastiche di origine vegetale: miscelando infatti steli di canapa e calce si può ottenere un materiale da costruzione simile al cemento ma molto più elastico e leggero[10]. Questo è un altro gravoso problema per l’impero Du Pont che nel 1937 aveva brevettato un procedimento per la fabbricazione di materiali plastici dal petrolio! Come risolverlo?
Una mano gliela diede la campagna mediatica disinformante del più grande magnate del giornalismo statunitense: William Randolph Hearst. Attraverso i suoi numerosi giornali divulgò notizie false in merito alla cosiddetta Marijuana. Lo stesso termine Marijuana fu una sua invenzione letteraria. Adottò dal dialetto di Sonora, località messicana famosa oggi come ieri per l’esportazione di droghe, una parola allora sconosciuta e la usò come strumento di propaganda terroristica psicologica. Fa certamente più paura avere a che fare con una sostanza che non si conosce rispetto ad una nota.
Menzogne, che rasentavano il razzismo, diffamavano intere popolazioni come i messicani colpevoli secondo Hernst di essere solamente dei pigri fumatori di erba, o che mettevano in relazione le violenze sessuali nei confronti delle donne bianche da parte dei negri all’uso della droga.
L’altra mano fu di un certo Harry Aslinger, il fortunato nipote di Andrew Mellon, quello della banca che nel frattempo è stato eletto anche Segretario del Tesoro, che usò gli articoli diffamanti di Hernst davanti al Congresso degli Stati Uniti d’America. Aslinger era a capo del Federal Bureau of Narcotics and Dangerous, l’Ufficio Federale Narcotici, e il risultato fu la famosissima Marijuana Act Tax!
La prima legge che proibiva dopo oltre diecimila anni l’uso e la coltivazione della canapa.
Risolto anche questo!
Per la Du Pont, e tutti gli investitori dell’epoca che puntavano esclusivamente sul petrolio, la Marijuana Act Tax fu una vera e propria manna dal cielo: tolse dai piedi una scomoda pianta dai mille usi e lasciò all’oro nero la strada sgombra.
Ma soprattutto chi ne ha beneficiato di più è stata la lungimirante banca Mellon. Lungimirante perché oggi la Mellon Financial Corporation[11] ha capitali in centinaia di aziende e/o multinazionali legate al petrolio e all’energia come la Chevron Texaco, Exxon, Mobil, Occidental Petroleum, Teco Energy, Total Fina, Ford, General Electric, oppure all’ editoria come l’International Paper, The New York Times, Reader’s Digest Association, ecc.
Quindi tornando al discorso iniziale, le motivazioni erano e sono tuttora molto valide!
Tutti felici e contenti…gli industriali, molto meno quelle persone che da anni “combattono” per rivalutare la canapa rendendole finalmente giustizia dopo decenni di proibizionismo. Uno stop che penalizza non solo noi costringendoci ad utilizzare i derivati del petrolio, ma soprattutto la nostra Terra che ne paga le conseguenze in termini ambientali.
Provate ad immaginare cosa sarebbe successo se quel giorno, i magnati della Du Pont e le sorelle del petrolio, supervisionati da mamma Mellon, avessero deciso per lo sviluppo della canapa invece del petrolio. “All’interno della sala ovale a Pittsburg, li ho visti mentre sorseggiando alcol di ottima qualità in barba al proibizionismo ipotecavano il futuro dell’intero pianeta. La decisione non era certo facile: il grasso e puzzolente petrolio che pochi potevano estrarre oppure la verde e profumata canapa che tutti erano in grado di coltivare?
Il dilemma è stato risolto con un voto plebiscitario: dodici voti su tredici indicavano la canapa!”.
Poi purtroppo è suonata la sveglia…

Marcello Pamio, tratto da Nexus ed. italiana nr. 39 (luglio-agosto 2002)
http://www.disinformazione.it/cannabis.htm


Ultima modifica di shighella il 29/07/2013, 09:50, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
ArTisAll ha scritto:


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FINALMENTE HO LA MIA TERAPIA:

È ARRIVATA LA CURA.

BEDROCAN, ED INSIEME ANCHE IL BEDIOL.

¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯



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[^] [^] [:)]


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MessaggioInviato: 29/07/2013, 10:00 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

L'economia polesana aveva due grandi settori: la barbabietola da zucchero e la canapa. Ovviamente non la canapa "da fumo" ma la canapa "tessile" (e credo che l'articolo le confonda!).

La nostra canapa era la "sativa" e non la "indica". Che hanno un principio attivo (mi dicono) simile, e per questo la canapa tessile sarebbe proibita. Cioè, in teoria la legge proibisce solo la indiana, quella tessile viene proibita "per estensione".

Sinceramente, è un peccato che non si recuperi, perchè si adatta bene, richiede poca acqua e poche cure, è una fibra parecchio "dura" e "ostica" (ci sarà un motivo se i ricchi usavano la seta e non la canapa) però nelle colture sperimentali (che ci sono su autorizzazione) stanno cercando di renderla più adatta ai vestiti. Del resto, una volta si viveva con poco e si usava tutto (comprese le canne palustri) e chi aveva la fortuna di avere gelsi e bachi da seta era già "ricco". E' questione di produttività e di richiesta: se gli schifosi prodotti tessili cinesi costeranno sempre meno, non ci sarà spazio per niente e nessuno...


se ricordo bene,
con la canapa c facevano
corde e vele per i velieri..
la nina la pinta e la santa maria
avevano vele in canapa
x intenderci..

tutto questo proibizionismo
fa parte di quella caccia ai fantasmi
di cui ha bisogno il potere
per assoggettare le persone..
oggi la canapa,
domani il fumo,
poi chissà cos'altro..
l'importante è seminare
tabù, spauracchi..


ma forse,
come fatto notare sopra,
c sono dietro meri
interessi economici..


Ultima modifica di mik.300 il 29/07/2013, 10:12, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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