02/11/2018, 17:29
La cannabis danneggia davvero il cervello: ecco gli effetti sulla memoria degli adolescenti
I risultati di un nuovo studio suggeriscono che le sostanze chimiche psicoattive della cannabis riducono il quoziente intellettivo dei giovani danneggiando il cervello
Gli adolescenti che smettevano di fumare marijuana avevano un enorme miglioramento della memoria entro un mese: sono questi i risultati di un nuovo studio che suggerisce che la droga intorpidisce davvero il cervello. Lo studio, uno dei primi a seguire i cambiamenti cognitivi nel tempo associati all’astinenza dalla marijuana e pubblicato su Journal of Clinical Psychiatry, è stato condotto su 88 ragazzi tra i 16 e i 25 anni che facevano uso di marijuana almeno una volta a settimana e che durante lo studio avevano smesso di fumare del tutto oppure ridotto le loro abitudini.
Entro una settimana, coloro che avevano rinunciato del tutto al fumo hanno ottenuto risultati migliori nei test di memoria ed erano migliorati ancora di più dopo un mese. Questo si aggiunge alle prove a sostegno del fatto che le sostanze chimiche psicoattive della droga riducono il quoziente intellettivo dei giovani danneggiando il cervello, ma che si può invertire tutto questo rinunciando al consumo. Inoltre, un mese di astinenza non era associato a miglioramenti dell’attenzione e nessun aspetto delle funzioni cognitive migliorava tra coloro che continuavano a fare uso di cannabis.
cannabis memoria cervelloLo psicologo clinico Randi Schuster, direttore di neuropsicologia del Center for Addiction Medicine del Massachusetts General Hospital (Boston) e autore dello studio, ha dichiarato: “I nostri risultati forniscono due prove convincenti. La prima è che gli adolescenti apprendono meglio se non fanno uso di cannabis. La seconda, che è la buona notizia della storia, è che almeno parte dei deficit associati all’uso di cannabis non è permanente e che in realtà migliorano abbastanza velocemente dopo aver interrotto il consumo di cannabis”.
L’adolescenza è un periodo fondamentale per la maturazione cerebrale, soprattutto per le regioni che sono più vulnerabili agli effetti della cannabis. Uno studio del 2016 dello stesso team di ricerca ha svelato che i giovani fino a 16 anni d’età che utilizzavano cannabis avevano difficoltà ad apprendere nuove informazioni, un problema non osservato al di sopra dei 16 anni.
marijuanaIl Dott. Schuster sottolinea che “ci sono ancora molte domande aperte” a cui dare risposta, motivo per il quale seguiranno ulteriori studi. Uno includerà partecipanti più giovani (13-19 anni) e un gruppo che non ha mai fatto uso di cannabis per determinare se i miglioramenti cognitivi prodotti dall’astinenza riportano le performance dei partecipanti a livelli simili a quelli di coloro che non hanno mai fatto uso della sostanza. Un altro studio seguirà giovani consumatori di cannabis che rinunceranno alla droga per 6 mesi, per scoprire se le funzioni cognitive continuano a migliorare oltre i 30 giorni di astinenza.
La droga è ottenuta dalla pianta di cannabis e contiene oltre 400 sostanze chimiche diverse che hanno una gamma di effetti diversi su corpo e mente, come le sostanze psicoattive che agiscono sul cervello. L’elemento principale è il tetraidrocannabinolo (THC) che fornisce la sensazione di “relax” associata all’uso della cannabis, ma che è collegato anche a disturbi della memoria. Alcune di queste sostanze sono già presenti nei nostri cervelli, indipendentemente dall’uso di cannabis, poiché il cervello ha il suo sistema endocannabinoide. Ma il cervello degli adolescenti cambia notevolmente anche se in termini di dimensioni è già sviluppato entro i 7 anni. In questo periodo in cui la struttura e la funzione del cervello stanno cambiando, l’organo potrebbe essere più vulnerabile alla cannabis rispetto al cervello di un adulto.
02/11/2018, 21:51
18/11/2018, 01:43
25/11/2018, 12:00
12/12/2018, 18:10
Canapa: quel materiale scomodo per le lobby che in Puglia sta rinascendo “volevano farla sparire”
“Bene i controlli che stanno interessando il settore della canapa che in Puglia negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo importante che va salvaguardato da frodi e speculazioni. Sono numerose le imprese agricole che stanno segnalando e denunciando dal 2017 fenomeni distorsivi e speculativi. La Legge italiana c’è, va rispettata e fatta rispettata, magari completandola, in modo da renderla ancora più efficace e rispondente alle esigenze produttive e di mercato reali degli imprenditori agricoli”, è il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, a quanto disposto dalla Procura di Taranto.
Il boom della canapa in Puglia è stato registrato anche grazie alla legge regionale entrata in vigore il 14 gennaio 2017 che ha favorito – dice Coldiretti Puglia – il moltiplicarsi di terreni e produzione, oltre ad idee innovative nella trasformazione della ‘pianta’ dai mille usi, dalla birra alla ricotta e agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorioalle bioplastiche, fino a semi, fiori per tisane, pasta, taralli, biscotti e cosmetici e ancora vernici, saponi, cere, detersivi, carta o imballaggi, oltre al pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.
“La nuova frontiera è la cannabis light con la coltivazione e la vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc) – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti– attività regolamentate dalla legge numero 242 del 2 dicembre 2016 recante “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” che ha disciplinato il settore. Con la nuova norma non è più necessaria, infatti, alcuna autorizzazione per la semina di varietà di canapa certificate con contenuto di Thc al massimo dello 0,2%, fatto salvo l’obbligo di conservare per almeno dodici mesi i cartellini delle sementi utilizzate. Resta il divieto di utilizzo di foglie e fiori di canapa per scopo alimentare”.
La percentuale di Thc nelle piante analizzate potrà inoltre oscillare dallo 0,2% allo 0,6% senza comportare alcun problema per l’agricoltore. Al momento risulta consentita – precisa ColdirettiPuglia – solo la coltivazione delle varietà ammesse, l’uso industriale della biomassa, nonché la produzione per scopo ornamentale, mentre per la destinazione alimentare possono essere commercializzati esclusivamente i semi in quanto privi del principio psicotropo (Thc).
“L’affermarsi di stili di vita più ecologici ha favorito – precisa Claudio Natile, referente del comparto della canapa di Coldiretti Giovani Impresa Puglia – la diffusione della canapa che è particolarmente versatile negli impieghi, ma anche in grado dal punto di vista colturale a basso impatto ambientale di ridurre il consumo del suolo, la percentuale di desertificazione e la perdita di biodiversità. Considerata l’importanza economica del settore, occorre formare le aziende agricole per favorire la qualità della produzione nazionale e supportarle nella trasformazione del prodotto, scongiurando l’alterazione della legge italiana di riferimento anche attraverso un sistema di controllo nei confronti degli operatori delle filiere per favorire la legalità e prevenire truffe e comportamenti illeciti. Valorizzare la canapa italiana, di nostra tradizione, considerato che negli anni Quaranta eravamo il secondo Paese mondiale a produrla, dopo la Russia e promuoverla all’estero per sostenere le aziende italiane anche nelle esportazioni”.
Si tratta in realtà – rileva Coldiretti Puglia – del ritorno ad una coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta.
ll Governo italiano nel 1961sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata “Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti” (seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore mentre nel 1975 esce la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scompaiono. Il boom della coltivazione della canapa è un’ottima dimostrazione – conclude Coldiretti Puglia – della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori che proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese. M5S a parte, ve lo ricordate lo spettacolo di Grillo “rivelatorio” del 1997? Guardate qua:Guarda su youtube.com
14/12/2018, 01:41
10/01/2019, 01:03
10/01/2019, 15:46
10/01/2019, 17:13
MaxpoweR ha scritto:Se legalizzano la marijuana la disoccupazione scende del 90% nel giro di 2 anni e molte delle terre oggi incolte ed abbandonante tornerebbero a produrre ed essere curate con risvolti importanti sia dal punto di vista ambientale che sociale. Per non parlare poi dei vantaggi in termini di produzione ed uso di tutti i derivati di questa pianta a prescindere dal solo uso ricreativo.
vietare l'uso di questa pianta è solo un modo per preservare delle lobby industriali consolidate che sparirebbero nel giro di 15 anni con una industria della cannabis fiorente (in tutti i sensi" ^_^).
10/01/2019, 20:59
24/01/2019, 01:18
19/03/2019, 01:01
19/03/2019, 10:42
ArTisAll ha scritto:il fatto che ci siano ancora dei forti pregiudizi su una pianta, anche per uso terapeutico, è sconcertante. Come se gli altri medicinali o cure farmaceutiche siano state fatte fino ad oggi con fiori. Invece che con sostanze altamente dannose per l’organismo.
19/03/2019, 11:12
Per ora è un piccolo mistero, su cui presto si farà luce certamente, ma il fatto che ci siano ancora dei forti pregiudizi su una pianta, anche per uso terapeutico, è sconcertante
19/03/2019, 11:18