30/08/2013, 00:58
bleffort ha scritto:
Di Chernobyl anche dopo ventisei anni in Occidente ne parlano ancora,ma...di Fukushima incidente molto più grave,silenzio assoluto come se il problema è stato risolto,fra un po di anni l'Umanità finirà di mangiare Pesce e di bagnarsi in mare,finiranno gli Esodi Estivi in cerca di spiagge per alleviare il calore estivo,salvo morire di Tumore.
30/08/2013, 09:58
30/08/2013, 11:48
01/09/2013, 12:09
06/09/2013, 10:49
06/09/2013, 15:48
robs79 ha scritto:
Questa si che è una cosa che dovrebbe preoccuparci tutti....altro che guerra in Siria.
06/09/2013, 16:16
shighella ha scritto:robs79 ha scritto:
Questa si che è una cosa che dovrebbe preoccuparci tutti....altro che guerra in Siria.
Robs, credo che tutto concorra alla devastazione della vita sul pianeta. Guerre o centrali che esplodono, nn saprei proprio quale dei 2 sia il male minore da scegliere!
Si pensa (egoisticamente) che La guerra che scoppierà in Siria sia una rivolta intestina che verrà risolta in loco, da Rambo, una guerra della quale mai e poi mai accuseremo i colpi (se anche fosse cosi sarebbe gia cosa mooolto ma molto grave e allarmante)... ma ho forti dubbi che sia cosi "indolore" e circoscritta..
Azz che periodo storico del kaiser!!!
06/09/2013, 20:27
Fukushima. Disastro ambientale, l’acqua ribolle: è strage di balene
Peggiorano le conseguenze al disastro di Fukushima. Il sito web cosmostv.org ha pubblicato i risultati di uno studio del governo giapponese.
“ Gravi ripercussioni stanno investendo l’Oceano Pacifico dove si sono immersi migliaia di tonnellate di rifiuti radioattivi che sta causando una vera e propria tragedia ambientale. Il ‘ribollire dell’acqua’ ha provocato la morte di centinaia di balene, le cui carcasse si stanno continuamente arenando sulle coste nipponiche davanti alla centrale nucleare.
Una vera e propria strage di balene e delfini si sta consumando giorno dopo giorno. Difficile valutare un intervento di salvataggio che al momento sembra “impossibile”, anche perchè questi rifiuti viaggeranno per tutto l’Oceano seminando morte e dolore, anche tra gli abitanti delle Isole che sopravvivono con la pesca.
Fonte:http://www.articolotre.com/2013/09/fukushima-disastro-ambientale-lacqua-ribolle-e-strage-di-balene/202310
11/09/2013, 17:50
15/09/2013, 13:11
Nuclear expert Arnie Gundersen and physician Helen Caldicott have both said that people should evacuate the Northern Hemisphere if one of the Fukushima fuel pools collapses. Gundersen said:
Move south of the equator if that ever happened, I think that’s probably the lesson there.
Former U.N. adviser Akio Matsumura calls removing the radioactive materials from the Fukushima fuel pools “an issue of human survival”.
Fonte:http://www.globalresearch.ca/the-real-fukushima-danger-failure-of-fuel-pools-could-trigger-worldwide-radiation/5349850
15/09/2013, 16:02
15/09/2013, 16:17
L'unità 4 della centrale di Oi,è l'ultima ancora attiva
Il Giappone, chiude l'ultimo reattore nucleare
Dopo la chiusura, "effettiva a partire da domani mattina", secondo la Kepco, il Giappone sarà nuovamente privo di energia nucleare come già avvenuto tra maggio e luglio del 2012, dopo il disastro della centrale di Fukushima
Al via in Giappone le procedure di chiusura dell'unico reattore nucleare ancora in servizio in Giappone. Lo ha riferito un portavoce del colosso elettrico Kepco. L'unità 4 della centrale di Oi, nell'ovest del Paese, è l'ultima rimasta ancora attiva nell'arcipelago. Dopo la chiusura, "effettiva a partire da domani mattina", secondo la Kepco, il Giappone sarà nuovamente privo di energia nucleare come già avvenuto tra maggio e luglio del 2012, dopo il disastro della centrale di Fukushima.
I 50 reattori sparsi sul territorio nipponico saranno nel giro di poche ore ancora completamente fermi, bloccati per i controlli di routine e poi non più riavviati (ad eccezione di due) a causa dei timori sulla sicurezza generati dall'incidente atomico di Fukushima, il più grave dopo quello di Cernobyl.
La Kepco, l'utility che opera nella ricca e industrializzata area del Kansai, ha messo in guardia dai rischi di non riuscire senza nucleare a fornire sufficiente elettricità per rispondere adeguatamente alla domanda, facendo leva sugli stessi argomenti che spinsero il governo nipponico nell'estate 2012 a dare il via libera alla riaccensione di due unità della centrale di Oi, nella prefettura di Fukui. Nei mesi scorsi, le utility hanno presentato alla Nuclear Regulation Authority (Nra), la nuova Autorità sulla sicurezza nucleare, le domande per riavviare i loro reattori seguendo gli standard rafforzati proprio in risposta alla crisi di Fukushima. Il governo centrale e le singole utility, dopo il rilascio delle autorizzazioni della Nra, cercheranno di raccogliere il consenso di amministrazioni e comunità locali che ospitano gli impianti prima di qualsiasi riavvio.
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=181479
15/09/2013, 16:36
Quel codice è scritto in chiaro dietro la scatola di tonno
esempio per le scatole di cartone MAREBLU
In questo caso viene della 51 e quindi è ok.
PACIFIC, WESTERN CENTRAL (Major Fishing Area 71)
http://www.fao.org/fishery/area/Area71/en
PACIFIC, NORTHWEST (Major Fishing Area 61)
http://www.fao.org/fishery/area/Area61/en
Scritto da Maria Melania Barone 13 settembre 2013:
LA RETE: “ATTENTI AL TONNO PESCATO VICINO FUKUSHIMA”
Consumatori mettono in allerta altri consumatori in rete sui prodotti pescati vicino fukushima. Stavolta sotto l’osservazione dei lettori c’è un tonno molto noto pescato nell’area 71 della Fao considerata oggi, zona contaminatissima dalle radiazioni prodotte dall’esplosione di due anni fa.
Questa è la foto pubblicata nel sito FAO.ORG che evidenzia la zona dell’area 71 presa in esame dai consumatori.pinnegialle
Sebbene la radiattività di Fukushima non è affatto circoscritta alla porzione di Oceano limitrofa alla terra ferma ma, come dimostrato da una foto di Google Earth che ha fatto il giro del mondo, questa radiattività si estende per migliaia e migliaia di km dalla zona del disastro, è doveroso precisare quanto scrive in merito ioleggoletichetta:
L’allarme è fuorviante e ingannevole perché vengono messe in relazione due zone diverse: la 61 che riguarda Oceano Pacifico del Nord Ovest, zona che comprende l’area del Giappone, dove non viene pescato il tonno qualità pinne gialle commercializzato e venduto in scatola in Italia, con la zona 71 antistante Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea e Australia del Nord, questa si zona di pesca del tonno pinne gialle, ma distante migliaia di km di distanza dalla zona del disastro nucleare. Inoltre i tonni pinne gialle della zona 71 non sono più economici dei tonni pinne gialle pescati nelle zone ad esempio 51 e 57 dell’Oceano Indiano.
La zona FAO 71 (il cui confine a nord dista 4000 km da Fukushima e quello a Sud raggiunge l’Australia) fornisce una buona fetta del tonno a pinne gialle (oltre il 60%) mondiale. Il tonno proveniente dalla zona 71 non è affatto “più economico” di altri come invece si vuole far credere dai post allarmistici messi in giro. Il tonno a pinne gialle inscatolato e lavorato in larga prevalenza in Italia non è quindi presente nell’area 61 (quella che dall’artico arriva fino al Giappone) poiché predilige le acque calde tropicali che non sono tipiche dell’area antistante il Giappone. Quindi i post messi in rete allarmistici sono ingannevoli.
RADIOATTIVITA’ – Uno studio apparso sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” a firma di Nicholas S. Fisher della Facoltà di scienze marine e atmosferiche della Stony Brook University, nello Stato di New York, ha calcolato le dosi a cui è stato esposto l’insieme della flora e della fauna del Pacifico, e le possibile conseguenze sanitarie per l’essere umano che si quantificano in un tumore fetale su 10 milioni di casi.
Come specifica il sito le scienze.it:
Un caso emblematico di come vengono diffuse le notizie a riguardo è stata la comunicazione della presenza di cesio-134 e cesio-137 in alcuni esemplari di tonno pinna blu del Pacifico (Thunnus orientalis) migrato dalle acque del Giappone a quelle della California. Si trattava in quel caso di una notizia ufficiale diffusa da autorità governative, che avevano sottolineato anche che i livelli di concentrazione dei due radionuclidi erano ben al di sotto di tutti i limiti di sicurezza stabiliti a livello nazionale in tutto il mondo. Nonostante ciò, la notizia di tonni contaminati con isotopi di cesio liberati dall’incidente alla centrale di Fukushima ha indotto uno stato di allarme rosso nei mezzi di comunicazione e nell’opinione pubblica.
Quindi ciò che bisogna precisare è che nell’area 71 che, ripetiamo, dista 4000 km da Fukushima, si pesca essenzialmente tonno rosso che oggi è una specie protetta. Mentre il tonno pinnegialle dell’area 61 ha invece una contaminazione non certa. Qualche idea possiamo farcela guardando la mappa di google earth e sovrapponendola alla mappa relativa alle zone fao.
Per avere una preparazione migliore sull’argomento è sempre bene conoscere le zone di cattura indicate sul sito della FAO:
ZONE DI CATTURA
Atlantico nord-occidentale Zona FAO n. 21
Atlantico nord-orientale Zona FAO n. 27
Mar Baltico Zona FAO n. 27.III.d
Atlantico centro-occidentale Zona FAO n. 31
Atlantico centro-orientale Zona FAO n. 34
Atlantico sud-occidentale Zona FAO n. 41
Atlantico sud-orientale Zona FAO n. 47
Mar Mediterraneo Zone FAO n. 37.1, 37,2 e 37,3
Mar Nero Zona FAO n. 37,4
Oceano Indiano Zone FAO n. 51 e 57
Oceano Pacifico Zone FAO n. 61, 67, 71, 77, 81 e 87
Atlantico Zone FAO n. 48, 58 e 88
http://news.you-ng.it/2013/09/13/la-ret ... hima-foto/
Tonno radioattivo? Fukushima, FAO 61 FAO 71 i nomi e le sigle che spaventano. Facciamo chiarezza.
Sta letteralmente impazzando sul web l’allarme relativamente al Tonno radioattivo. Il messaggio ingannevole è il seguente “Controllate il tonno più economico che trovate nei supermercati, dove c’è stampato FAO 61 o FAO 71 è tonno proveniente dal mar del Giappone dov’è stata riversata l’acqua contaminata di Fukushima. Molti produttori fanno inscatolare il tonno in località non sospette con etichette italiane o europee per non far capire che il pescato proviene dal Giappone. Controllate sempre il numero Fao.” L’allarme è fuorviante e ingannevole perché vengono messe in relazione due zone diverse: la 61 che riguarda Oceano Pacifico del Nord Ovest, zona che comprende l’area del Giappone, dove non viene pescato il tonno qualità pinne gialle commercializzato e venduto in scatola in Italia, con la zona 71 antistante Filippine, Indonesia, Papua Nuova Guinea e Australia del Nord, questa si zona di pesca del tonno pinne gialle, ma distante migliaia di km di distanza dalla zona del disastro nucleare. Inoltre i tonni pinne gialle della zona 71 non sono più economici dei tonni pinne gialle pescati nelle zone ad esempio 51 e 57 dell’Oceano Indiano.
COSA SONO LE ZONE FAO. Sono le zone di pesca in cui è stato suddiviso il globo dalla FAO
http://www.fao.org/fishery/area/search/en
ZONE DI CATTURA
Atlantico nord-occidentale Zona FAO n. 21
Atlantico nord-orientale Zona FAO n. 27
Mar Baltico Zona FAO n. 27.III.d
Atlantico centro-occidentale Zona FAO n. 31
Atlantico centro-orientale Zona FAO n. 34
Atlantico sud-occidentale Zona FAO n. 41
Atlantico sud-orientale Zona FAO n. 47
Mar Mediterraneo Zone FAO n. 37.1, 37,2 e 37,3
Mar Nero Zona FAO n. 37,4
Oceano Indiano Zone FAO n. 51 e 57
Oceano Pacifico Zone FAO n. 61, 67, 71, 77, 81 e 87 le zone che interessano a noi http://www.fao.org/docrep/w1310e/w1310e04.htm
Atlantico Zone FAO n. 48, 58 e 88
IL TONNO IN SCATOLA PINNE GIALLE NON PROVIENE DALL’AREA 61- Il tonno pinne gialle che è la tipologia di tonno venduto nei supermercati e confezionato in scatola o vetro è pescato nella zona 71 (Pacifico Occidentale Centrale – antistante Filppine, Papua Nuova Guinea, Indonesia e Australia del nord) o nella aree dell’ Oceano Indiano (zone FAO 51 e 57) caratterizzate da calde acque tropicali molto più calde rispetto a quelle della zona 61 dove non è presente questa tipologia di tonno per le temperature più fredde. La zona FAO 71 (il cui confine a nord dista 4000 km da Fukushima e quello a Sud raggiunge l’Australia) fornisce una buona fetta del tonno a pinne gialle (oltre il 60%) mondiale. Il tonno proveniente dalla zona 71 non è affatto “più economico” di altri come invece si vuole far credere dai post allarmistici messi in giro. Il tonno a pinne gialle inscatolato e lavorato in larga prevalenza in Italia non è quindi presente nell’area 61 (quella che dall’artico arriva fino al Giappone) poiché predilige le acque calde tropicali che non sono tipiche dell’area antistante il Giappone. Quindi i post messi in rete allarmistici sono ingannevoli.
NELLA ZONA 61 ALLORA COSA SI PESCA? - Nella zona 61 che interessa l’area della fuga radioattiva a differenza del tonno pinne gialle è pescato altro tipo di pesce, come il tonno rosso che si trova anche nel Pacifico Nord. Occidentale e nel Mar Mediterraneo http://www.fao.org/docrep/w1310e/w1310e04.htm. La zona di pesca 61 che è l’unica eventualmente a rischio è stata oggetto anche di controlli e di raccomandazioni da parte dell’UE che ha dato mandato ai Paesi membri di fare controlli a campione per controllare il quantitativo di Caesio- 134 e Caesio-137
RADIOATTIVITA’ – Uno studio apparso sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” a firma di Nicholas S. Fisher della Facoltà di scienze marine e atmosferiche della Stony Brook University, nello Stato di New York, ha calcolato le dosi a cui è stato esposto l’insieme della flora e della fauna del Pacifico, e le possibile conseguenze sanitarie per l’essere umano, quantificando in particolare il rischio per il livello di esposizione della popolazione statunitense, che è risultato trascurabile perché molto inferiore al livello di radioattività naturale e ad altre fonti di radioattività quali gli apparecchi medicali o i viaggi in aereo. Leggi: http://www.lescienze.it/tonno_contamina ... a-1685423/
REAZIONI – Qualche consumatore allarmato ci chiede: “Ma perché non consumiamo tonno pescato nel Mediterraneo?” Se la domanda è relativa al tonno qualità pinne gialle, la risposta è che nel Mediterraneo è assente questo tipo di pesce. Nel Mediterraneo (FAO 37) è invece presente il tonno rosso, molto più pregiato del tonno giallo e più costoso. Il tonno rosso si trova anche nell’area incriminata FAO 61 del Pacifico Nord. Occidentale e nell’Atlantico Nord Orientale e nell’Atlantico Nord Occidentale (FAO 21 e FAo 27) ma è un pesce capace di arrivare a costare centinaia di €/kg. Il tonno rosso noto per il colore rosso delle sue carni, è il tonno per eccellenza per il sashimi dei giapponesi e infatti è molto richiesto proprio dal Giappone che consuma l’80% del tonno rosso de Mediterraneo, tanto più apprezzato quanto di taglia grande e quindi con maggior massa grassa. Può raggiungere dimensioni superiori ai tre metri e superare i 500 Kg di peso. La lenta crescita e riproduzione, abbinata al massiccio sfruttamento ne fanno una tra le specie più a rischio estinzione purtroppo.
CONTROLLI E TRASPARENZA - Detto ciò sappiamo bene che in queste ore i consumatori allarmati staranno leggendo le etichette del tonno che hanno a casa cercando le sigle FAO 61 e 71, pubblicando le foto in rete. E’ bene specificare che la norma sull’etichettatura dei prodotti ittici non obbliga all’indicazione della zona di pesca in etichetta nel caso del tonno inscatolato (ma solo nel caso del prodotto non trasformato), quindi non è detto che troviate questa indicazione. Solo aziende che hanno scelto la via della trasparenza la indicano e paradossalmente sono quelle in questo momento più prese di mira rispetto a quelle che non hanno specificato la zona di pesca. Un esempio è il tonno della Coop il cui tonno è lavorato e confezionato da Nino Castiglione: per trasparenza verso il consumatore viene specificata l’area di pesca del proprio tonno nella zona FAO 71 Pacifico Occidentale Centrale antistante Filppine, Papua Nuova Guinea, Indonesia e Australia del nord. La zona 71, il cui confine a nord dista 4000 km da Fukushima e quello a Sud raggiunge l’Australia, come abbiamo detto non è corretto equipararla alla zona 61 sia per la grande distanza dal Giappone sia perché in quella zona non si trova il tonno a pinna gialla.
Anche produttori come Asdomar specificano in una pagina di chiarimento la sicurezza del tonno pescato nella zona FAO 71:
“In relazione a quanto avvenuto in Giappone a partire dall’ 11 di Marzo 2011, desideriamo rassicurare i consumatori e i clienti sulla sicurezza e la qualità di tutti i nostri prodotti ASDOMAR. Non acquistiamo nè abbiamo mai acquistato tonno proveniente dalla zona FAO 61 – Oceano Pacifico del Nord Ovest, zona che comprende l’area del Giappone, l’unica dichiarata eventualmente a rischio, secondo quanto indicato dalla Unione Europea.
Utilizziamo per le nostre produzioni esclusivamente tonno a pinne gialle che non vive in quelle acque per via delle temperature troppo basse. Il nostro tonno viene infatti pescato nelle calde acque tropicali degli oceani Indiano (zone FAO 51 e 57) e Pacifico Occidentale Centrale (zona FAO 71), quindi in questo ultimo caso, lontano dalle acque antistanti il Giappone.
La nostra produzione viene effettuata in conformità alle leggi europee e nazionali secondo quanto stabilito dal “pacchetto igiene” (Regolamenti CE 852/04, Regolamento CE 853/04 e Regolamento CE 178/02), che impone regole igienico sanitarie e di sicurezza da adottare in tutte le produzioni alimentari e lungo tutta la filiera produttiva.Effettuiamo numerosi e severi controlli sulla materia prima, per garantirvi un prodotto di elevata qualità, pregiate caratteristiche organolettiche e, soprattutto, certificata sicurezza, pilastro fondamentale del rapporto di fiducia con il consumatore.
A titolo di ulteriore rassicurazione dei consumatori, già dal 2011 monitoriamo l’eventuale presenza di isotopi radioattivi attraverso misurazioni che vengono effettuate direttamente allo scarico dei tonni dell’oceano Pacifico che arrivano interi nel nostro stabilimento.
http://ioleggoletichetta.it/index.php/2 ... chiarezza/
15/09/2013, 16:56
GIANLUCA1989 ha scritto:
Se la situazione è davvero così grave allora stiamo messi molto male!
Dubito che possa trattasi di un cataclisma così grande, ovvero al livello di evacuazioni dell'emisfero nord ma se dovessero saltare tutti e 4 i reattori le conseguenze sarebbero comunque planetarie e immagino in tal caso un evacuazione del Giappone! È parte della costa ovest degli uSA.
15/09/2013, 17:35