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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 03/07/2018, 10:22 
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Vladimir Putin e Donald Trump si incontreranno ad Helsinki. E fra i punti nevralgici del vertice ci sarà certamente la Siria, dove Russia e Stati Uniti si trovano su fronti completamente opposti. Ma la vittoria di Assad è ormai una realtà ed entrambe le potenze sono consapevoli che sia arrivato il momento di trovare un accordo.

E l’accordo sembra essere arrivato. Per il Sud della Siria, dove Israele ha promesso l’interruzione dei raid e il riconoscimento della vittoria di Bashar Al Assad. Ma anche per il Nord, dove gli Stati Uniti sembra abbiano concesso alla Russia il ritiro delle proprie forze. Un accordo che, se così confermato, significherebbe la fine della guerra in Siria.

A conferma dell’accordo fra Stati Uniti e Russia sul fronte settentrionale, giungono in queste ore le notizie da Damasco dell’arrivo di una delegazione delle forze curde dello Ypg. Come riportato da Giordano Stabile per La Stampa, la delegazione ha concluso con il governo siriano una bozza di accordo in cui si prevede il sostanziale ripristino della sovranità dello Stato sul Kurdistan siriano.

Assad da tempo corteggia i curdi. E i curdi, dall’altro lato, corteggiano il governo siriano. Dopo le giravolte americane e l’offensiva della Turchia di Recep Tayyip Erdogan che ha devastato le forze curde di Afrin e delle province limitrofe, Assad è diventato un potenziale alleato. E in effetti non va dimenticato che durante l’intero corso della guerra, l’esercito di Damasco e quello dei ribelli curdi non sono mai entrati direttamente in conflitto. Sia per la protezione dell’Occidente sui curdi, sia per un tacito accordo contro un nemico comune: lo Stato islamico.

Secondo le indiscrezioni, la bozza di accordo, che deve essere ovviamente confermata, prevede che le Forze democratiche siriane (Sdf), in larga parte curde, siano integrate nell’esercito siriano. Non si sa se integrate in maniera totalizzante oppure attraverso una struttura a parte. Probabilmente, la base del patto è la stessa su cui si è fondata l’idea dell’integrazione dei miliziani delle brigate sciite irachene nell’esercito di Baghdad dopo la sconfitta di Daesh. La loro importanza, unita al peso politico ottenuto, hanno avuto come risultato l’integrazione nei ranghi militari con una sorta di riconoscimento.

Anche in questo caso, in Siria, si pensa di riconoscere alle forze curde delle Sdf il rango di militari e si andrebbero a considerare gli anni passati nelle forze ribelli come anni di arruolamento nell’esercito regolare. In questo caso, i miliziani curdi non avrebbero più la scure della giustizia militare siriana sulla loro testa e potrebbero tornare a casa.

Come ricordato sempre da La Stampa, Tra i punti dell’accordo c’è inoltre il passaggio all’esercito regolare dei posti di forntiera di Tal Kojar e Simalka, al confine con l’Iraq, e quelli di Al-Darbasiyah e Ras Al-Ayn, punti di passaggio con la frontiera turca. I curdi inoltre avranno diritto a usare la loro lingua come seconda dopo l’arabo e avrebbero concessioni anche sul petrolio, il cui ministro dovrebbe essere un rappresentante curdo.

Dall’America fanno sapere che il Pentagono avrebbe chiesto almeno 18 mesi per il ritiro dal nord della Siria, ma che Trump non è disposto ad aspettare a lungo. Il presidente Usa non ha mai apprezzato l’impegno militare nel conflitto siriano e vuole cercare di risolverlo per concentrarsi su altri punti della sua agenda politica.

La Turchia, dal canto suo, avrebbe avuto la garanzia di non avere curdi indipendenti né semi-autonomi al confine. Una volta entrati nei ranghi dell’esercito siriano, le milizie curde diventerebbero parte integrante del comando di Damasco, rendendo impossibili i legami con il Pkk. Ma dall’altro lato, Erdogan ha ottenuto quello che voleva, soprattutto a Idlib e Afrin. Per quanto riguarda i curdi di Afrin la sostituzione etnica con i curdi cacciati e sostituiti dalle famiglie degli jihadisti della Ghouta dà ad Ankara una sfera d’influenza importantissima. E Erdogan ha migliaia di rifugiati nel suo territorio. Unite alle frange terroriste, la Turchia ha ancora una carta importante da giocare nel nord del Paese.

http://www.occhidellaguerra.it/siria-putin-trump-curdi/



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 03/07/2018, 13:02 
Cita:

Governo siriano e curdi delle YPG raggiungono importante accordo

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Ieri pomeriggio secondo quanto riferito da una fonte al portale di informazione 'Al-Masdar News', le Unità di protezione popolare, YPG ha accettato, come prima parte dell'intesa, di rimuovere tutti i manifesti di 'Abdullah Ocalan dalle strade e dalle aree sotto il loro controllo ad Hasakah, nord della Siria

Inoltre, le YPG consentiranno all'esercito siriano di riaprire gli uffici di reclutamento nel Governatorato di Hasakah.

Questo accordo preliminare arriva dopo che il governo ha incontrato i delegati curdi sia a Damasco che a Qamishli.

Una fonte militare ha riferito sempre ad Al-Masdar News che il governo e la federazione democratica curda della Siria settentrionale stanno ora discutendo della possibilità di istituire posti di blocco congiunti ad Hasakah.

La fonte ha spiegato che il governo sta tentando di convincere la Federazione democratica curda ad accettare quanto segue:

Unire le forze con il governo siriano in tutto il paese.
Consegnare i valichi di frontiera di Tal Kojar e Simalka con l'Iraq.
Consegna del confine di Al-Darbasiya e Ras Al-'Ayn con la Turchia.

I curdi chiedono in cambio:
.
Il riconoscimento della lingua curda come parte del sistema educativo siriano.
Il riconoscimento del periodo prestato acombattere nelle YPG come servizio militare effettuato nell'esercito arabo siriano.
Un posto di funzionario permanente nel ministero del petrolio siriano.


Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-governo_siriano_e_curdi_delle_ypg_raggiungono_importante_accordo/82_24559/


Le richieste e le contro richieste curde mi sembrano ragionevoli.



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 04/07/2018, 12:39 
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Questa settimana il presidente Usa Donald Trump ha nuovamente sollevato l’idea di abbandonare la Siria. Lo ha fatto in privato durante un incontro con il re Abdullah II di Giordania alla Casa Bianca, secondo due fonti diplomatiche citate dalla Cnn. Secondo l’emittente statunitense, Trump crede di poter arrivare a un accordo con il presidente russo Vladimir Putin nel corso del summit bilaterale che si terrà il 16 luglio a Helsinki. Idea non certo nuova: un mese prima di lanciare l’attacco missilistico contro la Siria, lo scorso 14 aprile, il presidente Usa dichiarò che gli Stati Uniti sarebbero “usciti dalla Siria molto presto”.
Tra le richieste di Trump, quella di costringere l’Iran ad abbandonare la Siria: Condicio sine qua non per l’eventuale e futuro ritiro degli Stati Uniti dalla regione siriana. Piano non facile da portare a termine poiché lo stesso Trump dovrà vedersela con il Pentagono e con l’opposizione interna dello Stato profondo, restio all’eventualità che i circa duemila soldati Usa abbandonino il Paese.
L’ex consigliere di Reagan: “Ecco perché gli Usa devono lasciare la Siria”

Ad avvalorare l’ipotesi di un’uscita degli Stati Uniti dalla Siria è Doug Bandow, senior fellow presso il Cato Institute e già assistente speciale del presidente Ronald Reagan. “Ironia della sorte – osserva su The National Interest – il continuo impegno di Washington nella cacciata di Assad rafforza la sua dipendenza da Teheran e Mosca. Inoltre, né le vittime civili né i flussi di rifugiati cesseranno se Washington continuerà a promuovere tensioni e scontri”. Come osserva John Mueller, “gli Stati Uniti e gli altri stati dovrebbero lavorare principalmente per porre fine alla sofferenza dei siriani, e questo probabilmente significa tagliare il sostegno alla maggior parte dei ribelli combattenti in Siria”.

Purtroppo, sottolinea l’ex consigliere di Reagan, “i funzionari americani devono ancora dimostrare la loro capacità di sostituire l’autocrazia con la democrazia liberale e le ambizioni di Washington in Siria e altrove continuano a superare enormemente le reali capacità. In pratica, la politica degli Stati Uniti è stata straordinariamente imbarazzante. La ricerca americana di ribelli “moderati” era farsesca, costosa e inefficace. Gli Stati Uniti hanno finito col sostenere l’affiliata locale di al-Qaeda, che colpì l’America l’11 settembre. Solo nella lotta contro lo Stato islamico le amministrazioni di Obama e Trump hanno avuto successo, in gran parte facendo affidamento sui curdi, prima di svenderli”.
“Una superpotenza non deve mai chiedere scusa”

Bandow rincara la dose: “Se questa politica disastrosa fosse stata attuata da Paesi diversi come il Giappone e il Regno Unito – spiega – ci sarebbero state più dimissioni nel governo per la vergogna. Ma essere una superpotenza significa che non si deve mai dire chiedere scusa”.

Secondo il professore americano, Washington deve lasciare al più presto la Siria per rimediare agli errori commessi. “Il coinvolgimento iraniano e russo in Siria non rappresenta una minaccia per l’America. Piuttosto che estendere il loro potere, il loro intervento è un tentativo disperato di preservare l’influenza con un regime che è solo un’ombra del precedente. Washington dovrebbe abbandonare il suo folle tentativo di riprogettare il Medio Oriente e permettere ai Paesi di risolvere i propri problemi” afferma.
Le truppe Usa in Siria

Come riporta Usa Today, al momento sono circa 2.000 i soldati americani stanziati in Siria che lavorano come supporto alle Forze di difesa curdo-siriane (Sdf) nella lotta contro l’Isis. La missione di sradicare lo Stato islamico in Siria sta “arrivando a una fine rapida”, ha confermato la segretaria stampa della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders lo scorso aprile. Il Pentagono stima che la coalizione guidata dagli Stati Uniti abbia recuperato più del 90% del territorio una volta controllato dallo Stato islamico.

http://www.occhidellaguerra.it/perche-g ... -la-siria/



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 06/07/2018, 13:54 
avete presente il libano occupato dai siriani?
li hanno fatti sloggiare
e poi subito dopo
gli israeliani hanno provato, fallendo, ad occuparlo
al posto loro..

lo stesso con la siria..


loro vogliono attaccare l'iran,
ma con gli iraniani in siria,
la risposta sarebbe immediata e pesante..
ecco perchè non vogliono gli iraniani in siria..

finchè quelli stanno là,
non succederà nulla all'iran..
sono come i caschi onu..
un'assicurazione per la pace..


perciò pensio sia meglio che rimangano là
a scoraggiare i sionisti
da avventure belliche velleitarie..

finchè stanno là
io mi sento più tranquillo..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 06/07/2018, 22:51 
Gli Usa avrebbero recuperato il 90% del territorio siriano in mano ai fondamentalisti?Quindi russi e siriani non hanno recuparato un bel niente......Ragazzi,ma come si fa a credere a balle simili?Risulta quasi più credibile Rambo con le sue freccette esplosive ed elicottero senza rotore.....


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 12:57 
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L’Isis prova ad alzare il livello dello scontro in Siria. È andato a vuoto il tentativo di innescare un’escalation tra Tel Aviv e Damasco.

Il 25 luglio due missili Grad provenienti dalla Siria hanno letteralmente bucato l’apparato di sicurezza israeliano, passando tra le maglie delle sue difese aeree.

Per “miracolo”, scrive il sito israeliano Debkafile, sono caduti ed esplosi nel Mare di Galilea, senza ferire nessuno.

Un’azione che avrebbe potuto apparire la risposta di Damasco all’abbattimento di uno dei suoi jet, colpito il giorno precedente della contraerea israeliana mentre martellava le postazioni dell’Isis al confine tra i due Stati (vedi Piccolenote).

In realtà, riporta ancora Debkafile, i missili erano stati sparati dal gruppo Khalid Ibn Walid, affiliato all’Isis, che controlla un’area al confine tra Israele e Siria interessata all’offensiva dell’esercito siriano, tesa a riportare il Sud del Paese sotto il controllo di Damasco.

Lo “stratagemma è stato messo in atto per indurre l’esercito israeliano a incolpare e attaccare l’esercito siriano”, spiega Debka.

Ma “la trappola non ha funzionato” aggiunge il sito israeliano. “L’IDF [Israel Defense Forces ndr] ha identificato l’Isis come responsabile” dell’accaduto e ha risposto, “dopo essersi astenuto per anni” dall’attaccare il gruppo in questione.

La circostanza confermata dall’ex generale israeliano Amos Yadlin che, in un’intervista a Timesofisrael di oggi, afferma che si voleva “causare un qualche tipo di scontro tra noi e i siriani, i quali stanno esercitando un’enorme pressione su di loro [leggi Isis ndr] con pesanti bombardamenti aerei, sia siriani che russi”.

La reazione di Israele ha trovato il plauso dalla Russia: il ministero della Difesa, in un comunicato, ha ringraziato “il Comando dell’IDF per aver eliminato dei terroristi e aver scongiurato un’enorme provocazione“.

Preso tra due fuochi, il gruppo filo-Isis ha ceduto, consentendo all’esercito siriano di riprendere il controllo di alcune aree da questo presidiate.

Per fortuna l’esercito israeliano non è caduto nel tranello. Ma la false flag (questo il termine tecnico di tale tipo di operazioni) dà la misura dei rischi che incombono sul conflitto che si sta svolgendo al confine siriano. La cui eventuale escalation infiammerebbe l’intero Medio oriente (e non solo).


C’è chi non si rassegna al ritorno della Siria nell’agone geopolitico internazionale, dal quale è stata espulsa dalla guerra in-civile scoppiata nel 2011. E gioca con il fuoco.

La macelleria dell’Isis, che nelle stesse ore uccideva 250 civili a Sweida, sempre nel sud del Paese, indica la feroce determinazione dei costruttori di guerra.

http://piccolenote.ilgiornale.it/37064/ ... -e-israele


Allora, chi è che rompe le @@ ad Israele ..? [^] [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 18:37 
Nessuno!Infatti i loro aerei volano liberi su tutti i cieli del medio oriente,sono liberi di attaccare chi vogliono(Arabia,Turchia e Giordania esclusi per ovvi motivi politici e di alleanze Usa).Se sconfinano e provano ad intercettarli,invece,la chiamano aggressione!Più inoffensivi e pacifici di cosi!


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 18:44 
lox1 ha scritto:
Nessuno!Infatti i loro aerei volano liberi su tutti i cieli del medio oriente,sono liberi di attaccare chi vogliono(Arabia,Turchia e Giordania esclusi per ovvi motivi politici e di alleanze Usa).Se sconfinano e provano ad intercettarli,invece,la chiamano aggressione!Più inoffensivi e pacifici di cosi!

Ma ufologo non lo capisce questo per lui è parlare Arabo. [:246]


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 18:59 
lox1 ha scritto:
Gli Usa avrebbero recuperato il 90% del territorio siriano in mano ai fondamentalisti?Quindi russi e siriani non hanno recuparato un bel niente......Ragazzi,ma come si fa a credere a balle simili?Risulta quasi più credibile Rambo con le sue freccette esplosive ed elicottero senza rotore.....

Veramente Israele attacca solo e sempre se viene provocato e in generale per difendersi https://it.wikipedia.org/wiki/Conflitto ... o_del_1956

Non risulta che Israele da quando esiste abbia condotto guerre per conquistare altri paesi ne tantomeno mi risulta che Israele abbia avamposti o basi militari al di fuori dei propri territori.



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 19:00 
Si,per difendersi......infatti sconfina per questo.....


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 19:04 
sottovento ha scritto:
lox1 ha scritto:
Gli Usa avrebbero recuperato il 90% del territorio siriano in mano ai fondamentalisti?Quindi russi e siriani non hanno recuparato un bel niente......Ragazzi,ma come si fa a credere a balle simili?Risulta quasi più credibile Rambo con le sue freccette esplosive ed elicottero senza rotore.....

Veramente Israele attacca solo e sempre se viene provocato e in generale per difendersi https://it.wikipedia.org/wiki/Conflitto ... o_del_1956

Non risulta che Israele da quando esiste abbia condotto guerre per conquistare altri paesi ne tantomeno mi risulta che Israele abbia avamposti o basi militari al di fuori dei propri territori.

[:302] Se è per questo Israele stesso è un inquilino [:246] a parte le terre sottratte negli ultimi anni dai Coloni ai Palestinesi,ma...tu dov'eri se non sai questo mi sembri di un'altro mondo?..alle Cayman di sicuro!. [:306]


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 19:32 
bleffort ha scritto:
ma...tu dov'eri se non sai questo mi sembri di un'altro mondo?..alle Cayman di sicuro!. [:306]

[8D]



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 19:48 
Ragazzi, ragazzi ... quanto avete da imparare ... [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 28/07/2018, 22:12 
Ufologo,non sono uno studioso di geopolitica,ma qualche capello bianco(ahime...sempre meno!) in testa mi è rimasto.Per anni ho provato a seguire un filo logico dietro ad ogni crisi internazionale(sfociata spesso in guerre vere e proprie).Ho trovato diversi attori e diverse spalle:i numeri(dagli anni 50 ad oggi)sono a sfavore di Usa ed Israele.State tranquilli che dove c'è casino e tensione,ci sono loro di mezzo.Sono quarant'anni che Israele condiziona la vita politica degli stati confinanti....ricordo quando Beirut bruciava sotto gli attentati(anni dopo Israele ne ammise buona parte).Degli Usa,poi,meglio non parlarne:sono stabili al primo posto dal 1949 e sempre in salita......


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 29/07/2018, 07:28 
(Il libano fu attaccato perché la Sirya (covo di terroristia dai tempi di Arafat) aveva occupato tale Stato!) [8D] [:306]



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