Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 25 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2
Autore Messaggio

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 21/04/2013, 19:54 
Che "minestrone"! [8)]



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/05/2013, 13:18 
Cosa rappresenta realmente la Statua della Libertà

Immagine

La Statua della Libertà fu un regalo che i massoni francesi fecero all’America. Lo scultore della statua infatti fu un massone di nome Frederic A. Bartholdi (1834-1904), con cui collaborò Gustave Alexander Eiffel (1832-1923), ingegnere e imprenditore francese divenuto famoso per la costruzione della Torre Eiffel a Parigi, che era anche lui massone.

Le origini massoniche di questa famosa statua sono confermate sul sito della Gran Loggia Autonoma delle Calabrie, dove si legge a proposito della statua della libertà: ‘L’origine massonica della Statua della Libertà è fuor di dubbio: fu, specificamente, un regalo della massonica Francia alla massonica America, copia dell’icona che campeggia sulla Senna [...]. Secondo la mitologia massonica, le Statue della Libertà simboleggiano la Regina Semiramide e Iside. Il Sole che circonda il capo della Statua è anch’esso un simbolo di origine ermetica: il quale, peraltro, è stato a lungo sotto gli occhi degli italiani, sui vessilli dei massonicissimi Partito Socialista e Partito Social Democratico – insieme al Libro della Legge, che peraltro entrambe le Statue della Libertà reggono in mano. La torcia simboleggia l’illuminazione, la Luce, la Conoscenza: è un segno della Tradizione Primordiale e Unica’ (http://www.gladc.it/letturecur.htm).

In questo video (che fa parte di un documentario) viene detto da più parti che in realtà questa statua rappresenta Lucifero, il portatore di luce secondo i massoni e gli Illuminati, e difatti la statua rappresenta una donna che porta una torcia che rappresenta la luce o l’illuminazione che porta appunto Lucifero, il dio dei massoni e degli Illuminati.

http://giacintobutindaro.org/2013/01/31 ... a-liberta/



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/05/2013, 13:28 



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 15/05/2013, 13:31 









_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 10377
Iscritto il: 01/11/2011, 19:28
Località: Astana
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 30/03/2014, 21:55 
Riconoscete questi personaggi? e vedete che distintivo indossano sulla giacca?

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=qBnLPBFP1k0[/BBvideo]

Immagine
Ma almeno tienilo diritto..no? [:)]



_________________
“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 22331
Iscritto il: 08/07/2012, 15:33
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 01/04/2014, 01:22 
cosa hanno sul petto una piramide?



_________________
la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 05/05/2014, 09:58 
L'enigma del Trittico: l'antica e perduta religione universale della Massoneria riscoperta

Secondo Richard Cassaro, autore di Scritto nella Pietra, le antiche civiltà che costruivano piramidi in tutto il mondo praticavano la stessa avanzata "religione universale". La scoperta, in superficie, è apparentemente semplice: un linguaggio architettonico che tutti condividevano, e che è ancora visibile nelle rovine dei loro templi. Possiamo vedere questo parallelo nella foto qui sotto. Si noti come gli antichi Egizi, i Maya, e gli Indonesiani - tutti costruttori di piramidi che gli studiosi sostengono non fossero collegati tra loro - abbiano costruito templi con lo stesso Trittico architettonico:

Immagine

Tutte le culture delle piramidi hanno costruito templi con un "Trittico" di porte, con la porta al centro più larga e più alta delle due laterali.

Come possiamo vedere, la facciata di ogni tempio ha lo stesso inconfondibile modello a tre porte. Sorprendentemente, l'universalità di questo fenomeno architettonico deve ancora essere notata dagli archeologi, e Cassaro ha scelto il termine "Trittico" per descriverlo, a causa della sua somiglianza con i Trittici dipinti da molti pittori rinascimentali (molti dei quali erano a conoscenza di questi Trittici e del loro significato).

Questi antichi templi Trittico, lungi dall'essere un fenomeno isolato, sono presenti in quasi tutte le culture antiche del mondo.

Immagine
Otto templi Maya della penisola dello Yucatan che presentano il Trittico.

L'abbondante presenza del Trittico in tutto il mondo antico non è una coincidenza casuale. Il Trittico rappresenta più di un semplice elemento architettonico; il Trittico è il simbolo principale di una avanzata Religione Universale che in antichità è stata condivisa a livello globale, soprattutto dalle culture che costruivano piramidi. Cassaro afferma che la scoperta del Trittico porta, per la prima volta, la prova conclusiva che le culture antiche di tutto il mondo hanno condiviso le stesse convinzioni spirituali. Questo ci indica inoltre che queste culture non si sono evolute in modo indipendente, ma che probabilmente discendevano da una stessa stessa fonte principale più remota.

La religione universale simboleggiata dal Trittico è stata vietata in occidente 2.000 anni fa dalla Chiesa Cattolica, ma ha comunque continuato in tempi moderni, sopravvivendo nelle credenze, nell'arte e nell'architettura delle società segrete.

Immagine
Il modello Trittico è visibile sulle facciate delle più famose sedi di società segrete.

Questa religione universale condivisa è un sistema di credenze spirituali complesso e articolato. I suoi princìpi sono stati conosciuti nel corso della storia recente da filosofi, poeti, teologi, astronomi, alchimisti e occultisti - tutti iniziati alla sua saggezza.

La religione universale insegna che:

- In fondo ognuno di noi c'è una eterna anima spirituale;
- Questa anima è il nostro vero Io immortale;
- Questo Io è in realtà una sorta di divinità con poteri illimitati.


Il problema è che non abbiamo memoria del nostro Sé divinità immortale, perché è coperto dal nostro sé mortale corporeo e animale mentre viviamo la nostra vita sulla terra.

"Non hai un'anima. Tu sei un'anima. Hai un corpo." - C.S. Lewis

"L'uomo è un dio nel corpo di un animale secondo il pronunciamento della filosofia antica ... " - Dr. Alvin Boyd Kuhn

"Un uomo è un dio in rovina." - Ralph Waldo Emerson

Seguendo una serie accurata di istruzioni codificate nel Trittico possiamo trascendere il nostro corpo e vedere il nostro Sé dio reale dentro di noi. Questo è stato a lungo l'obiettivo di alchimisti, occultisti, spiritualisti e filosofi, e viene raggiunto da una pratica spirituale secolare conosciuta come "Risveglio del Terzo Occhio", intendendo il Terzo Occhio come un organo rudimentale di illuminazione spirituale che si nasconde nella fronte umana. Considerando che i due occhi vedono verso l'esterno alle cose materiali, il singolo Terzo Occhio vede dentro l'anima interiore.

Come si è visto, anche questo è stato codificato negli edifici che contengono un Trittico. Il Terzo Occhio è simboleggiato dalla porta centrale del Trittico:

Immagine
A sinistra: Trittico con terzo occhio sopra la porta centrale, The Museum of Television & Radio a New York City. A destra: Trittico con il terzo occhio sopra la porta centrale su una cupola di un edificio chiave dello Zoo del Bronx di New York City.

Il terzo occhio è ben noto nei circoli esoterici ed è stato variamente descritto nel corso della storia come "divino", "che vede tutto", "della mente", "dell'anima" e "interiore". Malgrado il nome diverso, quello che rimane costante nelle dottrine esoteriche è che il Terzo Occhio non è una metafora, un simbolo o un'analogia. Si crede essere reale, una parte fisica del corpo in grado di rafforzarsi o atrofizzarsi tanto quanto qualsiasi altro muscolo; esercitandolo, si ottiene un lento e costante aumento della propria consapevolezza spirituale naturale.

I ritratti con un occhio solo o con tre occhi risalgono a migliaia di anni fa e sono presenti in miti, sculture, incisioni e dipinti delle antiche culture pre-cristiane in tutto il mondo. In realtà, il più indietro nel tempo guardiamo, più vediamo il Terzo Occhio in arte, architettura, letteratura e poesia.

Immagine
Ciclope, Mosaico romano, c. 450 d.C.

Il filosofo greco Platone chiamava il Terzo Occhio "Eye of the Soul":

Cita:
"... Ammetto di avere una grande difficoltà a credere che in ogni uomo c'è un occhio dell'anima che ... è molto più prezioso di diecimila occhi del corpo, solo attraverso di questo può essere vista la verità - Con gli occhi dell'anima, che è accecato e sepolto da altri studi, è solo naturalmente adatti ad essere resuscitato e eccitato da discipline matematiche." - Platone


Sebbene vietato in Occidente dalla Chiesa, il Terzo Occhio continuò a fiorire inalterato in Oriente. Infatti questo ha una lunga storia in India, Cina e Sud-Est asiatico, dove dominano le tradizioni religiose dell'Induismo, del Buddismo e Taoismo. Conosciuto come "urna" o "trinetra," è spesso contrassegnato con un puntino nel mezzo della fronte:

Immagine
Il Terzo Occhio è simboleggiato nei sistemi spirituali orientali dal singolo puntino sulla fronte.

L'immagine di un singolo/terzo occhio è comune nelle "società segrete" occidentali come Shriners, Cavalieri di Pizia, e Odd Fellows. L'occhio è uno degli emblemi supremi e più sacri della Massoneria. Di solito è disegnato nel centro di un ritratto, come mostrato nella "Tracing Board" massonica qui sotto:

Immagine
Tracing Board di Terzo Grado nella massoneria.

I Massoni oggi, che non comprendono più il segreto del Terzo Occhio del loro Ordine, andato perduto a metà del 1800, fanno riferimento a questo singolo occhio come a quello che "vede tutto" di Dio, che credono essere il Dio ebraico Yahweh dell'antico testamento. Ma una grande quantità di prove dimostrano che questo "occhio di Dio" non sia l'autentico e originale significato del simbolo. In realtà l'Occhio che vede tutto è il Terzo Occhio nascosto nella fronte umana. Il Tracing Board sopra indicato, così come l'intero sistema di massoneria, è stato progettato per insegnare agli iniziati come risvegliarlo.

Ecco come funziona: I nostri corpi sono perfettamente simmetrici da lato a lato, fatto di due metà opposte e uguali, una destra e una sinistra. Abbiamo tutti due mani, due braccia, due gambe, due piedi, due spalle, due occhi, due orecchie, e così via. Secondo la religione universale degli antichi, la metà destra è solare (e maschile) e la nostra metà di sinistra è lunare (e femminile).

Immagine

Si noti come il pilastro di destra nella Tracing Board, che i massoni chiamano "Jachin", è ricoperto dal sole. Il pilastro di sinistra, che i massoni chiamano "Boaz", dalla luna. In molti ritratti artistici, architettonici ed esoterici, fregi e capolavori, il sole appare sempre sulla destra, associato al maschio; la luna appare sempre sulla sinistra, associato con la femmina:

Immagine
A sinistra: I cosiddetti "Androgini cristiani" che mostra un uomo che tiene il sole a destra e una donna che tiene la luna a sinistra, XVII e XVIII secolo. A destra: Una incisione dal testo alchemicodatato 1618 Atalanta fugiens di Michael Maier, che mostra un uomo con la testa solare a destra e una donna con la testa lunare a sinistra.

"... Il Sole rappresenta la metà destra del corpo e la Luna la metà sinistra ..."
- Harry Houdini

"Nei tempi antichi uomini lottano con il braccio destro e difesi i centri vitali con braccio sinistro ... La metà destra del corpo è stato considerato ... come offensivo e propria meta 'campo sinistra ... il lato destro del corpo è stato considerato maschile e il lato sinistro femminile."
- Manly Hall

Questa dualità degli opposti presenti nel corpo umano è in realtà un microcosmo della dualità degli opposti presenti in tutto l'universo. Il sole e la luna, per esempio, sono perfetti opposti.

Il sole sta per Giorno - la Luna sta per Notte.

Nel giorno c'è caldo e Luce - di notte c'è Freddo e Buio.

Nel giorno le cose sono Asciutte - di notte le cose sono umide.

La giornata calda significa vita o bene. La notte fredda significa morte o male.


Il sole e la luna sono semplicemente uno degli esempi più importanti, e la saggezza di queste "coppie di opposti" costituisce la "chiave perduta" per tutti gli insegnamenti delle scuole Misteriche nella storia. Perché l'uomo vive dentro l'universo e non fuori di esso, anche noi siamo composti di queste stesse coppie di opposti - "come sopra, così sotto", dice la famosa Tavola di Smeraldo. La chiave non è solo quella di capire questa dualità sole/luna del corpo umano. La chiave è quella di "unificare" o "equilibrare" questi lati opposti gemelli e quindi "trascendere" la dualità del corpo. E' proprio il risveglio del Terzo Occhio.

Immagine
Mistici occidentali simboleggiano questo concetto aggiuntivo per secoli, disegnando un occhio all'interno del triangolo, simbolo del l'occhio della mente risvegliata. Considerando che i due occhi vedono verso l'esterno a cose materiali, il singolo occhio vede dentro l'anima spirituale.

"Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si risveglia." - Carl Jung

Moltissimi di autori e ricercatori hanno esposto la tesi che l'occhi che vede tutto della Massoneria simboleggi il terzo occhio dell'uomo e della donna, pronto per essere usato. Nel suo libro del 1918, Le Meraviglie del corpo umano, il Dr. George Washington Carey ci dice:

"... l'occhio che tutto vede ... Questo è l'occhio della massoneria, il terzo occhio. Mentre sto formai credibile che pochi massoni capiscono i propri simboli, resta il fatto che le usano ..."

Il celebre autore e massone americano Mark Twain, nel 1899 scriveva, riferendosi all'occhio che vede tutto non come all'occhio di qualche divinità celeste lontana, ma come un dono tangibile che chiunque può utilizzare:

Cita:
"L'occhio comune vede solo la parte esterna delle cose, e giudica da questo, ma l 'occhio che tutto vede' trafigge, e legge il cuore e l'anima, trovando là delle capacità che l'esterno non ha indicato o promessa, e che la altro tipo non poteva rilevare."


Nel suo libro del 2006, Eden, il dottor Joye Pugh Jeffries, spiega:

Cita:
"L'Ordine della Massoneria riconosce l'occhio che vede tutto, come l'Occhio di grande saggezza. Questa 'Grande Saggezza' si dice offra a coloro che cercano i sacri misteri una comprensione dell'illuminazione, della visione interiore, e della conoscenza intuitiva. Il contatto con questa grande saggezza avviene attraverso il 'Terzo Occhio' (ghiandola pineale) che si trova all'interno della fronte."


I Padri Fondatori americani, massoni essi stessi, non ignoravano il significato e il simbolismo dell'occhio all'interno del triangolo. Hanno anche delineato il singolo occhio all'interno di un triangolo (tri = tre) e posizionato in cima a una piramide tronca, che ricorda le antiche piramidi e le strutture piramidali i cui resti sono sparsi in tutto il mondo:

Immagine
Il Gran Sigillo degli Stati Uniti rappresenta il Terzo Occhio in un triangolo al vertice di una piramide tronca.

I Padri Fondatori sapevano, attraverso la loro affiliazione alla Massoneria, che le antiche culture che costruivano piramidi nel mondo, tutte praticavano la religione del Terzo Occhio?

Nel loro libro ben documentato, La strana visione di Sergei Konenkov, 1874-1971, pubblicato dalla Rutgers University Press nel 2000, gli studiosi John Bowlt, Wendy Salmond, e Marie Turbow spiegano:

Cita:
"La Grande Piramide è un simbolo centrale occulto che è spesso raffigurato con l'occhio che vede tutto o terzo occhio al suo interno. In questa forma è il simbolo della Massoneria mistica."


Nel suo affascinante libro del 1924, Americanismo mistico, l'oscura autrice americana Grace Morey ha spiegato:

Cita:
"L'occhio che vede tutto ... è anche l'emblema del ... terzo occhio dell'essere umano ... è stato trovato tra le rovine di ogni civiltà sul globo, che attesta così l'esistenza di una religione universale su tutta la terra in un periodo remoto. Ora per ripristinare questa religione universale, abbiamo posizionato l'occhio che vede tutto sopra la piramide."


Così il segreto del Trittico e dell'antica religione universale che simboleggia è che, bilanciando la nostra dualità corporea possiamo risvegliare il nostro Terzo Occhio e vedere il "dio" al centro di noi stessi, che è chi siamo veramente. Questa saggezza è stata nascosta alle masse, noto solo agli iniziati delle società segrete, come la massoneria, i cui disegni esoterici rappresentano un unico occhio centrale sempre affiancato dal sole e dalla luna:

Immagine
Insegne massoniche. Il simbolo del Terzo Occhio è sempre posto al centro, in bilico tra il sole e la luna.

Questa formula per risvegliare il Terzo Occhio è nascosta in bella vista nelle entrate Trittico di innumerevoli edifici costruiti in tutto l'Occidente nel corso degli ultimi 2000 anni.

Immagine
Tempio massonico, Terranova e Labrador. Nota: il singolo occhio all'interno del triangolo centrale.

La facciata del Rockefeller Center di New York City, costruita nel 1900, rappresenta uno dei più potenti Trittici nascosti in piena vista creati nella storia moderna:

Immagine
Maschio sulla destra, femmina a sinistra. Il dio della porta centrale del Trittico sei tu, il tuo Sé interiore. Si noti la bussola massonica nelle mani del dio.

Così, secondo la religione universale del Trittico, noi esseri umani siamo intrinsecamente divini, ma in un certo senso siamo caduti dalla nostra casa celeste in una forma umana. L'anima divina esiste ancora dentro di noi, anzi, è il nostro vero Sé secondo la religione universale, e attraverso l'uso del Terzo Occhio possiamo risvegliare la nostra divinità interiore.

Le tracce di questa Religione Universale sopravvivono meglio in Oriente, dove molti dei suoi princìpi sono ancora visibili e svolgono un ruolo nello spiritualismo orientale. Il Terzo Occhio esiste e infatti è ancora una parte importante della religione indù, per esempio, anche se distorta dal passare del tempo. La religione universale, invece, è andata molto peggio in Occidente, dove l'espansione del Cristianesimo ha portato a un conflitto diretto con l'idea di divinità personale. Questa "storia mancante del Trittico" in Occidente sembra essere proprio il messaggio che grandi artisti come Leonardo da Vinci abbiano voluto trasmettere esotericamente in dipinti come l'Ultima Cena, che mostrano come Gesù (cioè, la religione del cristianesimo) ha "coperto" l'antica religione del Trittico.

Immagine
È stato da Vinci ci dice nel codice che la religione di Gesù 'ha coperto l'antica religione universale del Trittico? O sta dicendo che Gesù "l'uomo" ha trovato il suo "dio" (Christos) all'interno utilizzando la religione Trittico? O è entrambe le cose?

Le ragioni e le interazioni che influenzano il conflitto tra l'antica religione universale e la Chiesa primitiva sono una miriade, basti dire che l'antica religione universale è stata percepita come blasfema dalla Chiesa cattolica, ed è per questo motivo che la Chiesa ha soffocato questa religione, o ha tentato di farlo. Anche se i praticanti della religione universale, come i Druidi, hanno cercato di proteggerla e preservarla, istituendo culti misterici attraverso cui trasmettere questa conoscenza di generazione in generazione, trasformandosi gradualmente nelle società segrete di oggi.

Primi fra tutti sono i massoni, un'organizzazione di cui si sussurra da tempo immemorabile. Grazie alla segretezza dell'organizzazione, tuttavia, non è mai stato chiaro che cosa esattamente l'Ordine proteggesse: sappiamo solo che era una sorta di segreto religioso eretico, quello che è stato scoperto dalla Chiesa, che ha fatto di tutto per scoraggiare e perseguitare i massoni. Papa Leone XIII ha rilasciato questa ormai famosa dichiarazione:

Cita:
"... Dopo l'esempio dei nostri predecessori, abbiamo intenzione di rivolgere la nostra attenzione alla società massonica, per tutta la sua dottrina, le sue intenzioni, atti e sentimenti, al fine di dimostra sempre più la sua forza malvagia e fermare la diffusione di questo malattia contagiosa ..."


Parole forti e strane, considerando i massoni sono stati impiegati dalla Chiesa per creare le grandi cattedrali gotiche, in primo luogo. Quale segreto ha la Chiesa da scoprire circa i massoni? Quale segreto potrebbe essere così importante da indurre la Chiesa nel tentativo di estinguere l'Ordine?

Essa deve inoltre essere stato, poi, un segreto di grande importanza: uno vale la pena rischiare la vita per preservare. Uno, forse, relativa ad un potere più grande: quella dell'anima e la sua eventuale ascensione.

La massoneria, come ci suggerisce il suo stesso nome, si pensa abbia avuto origine come una fraternità di scalpellini. Di conseguenza, hanno riportato la loro religione nella loro arte e architettura, nelle cattedrali gotiche che la Chiesa ha commissionato loro, codificando e incorporando il loro simbolismo nelle facciate di questi grandi edifici di pietra:

Cita:
"Si ritiene generalmente nei circoli occulti che questi massoni medievali avevano ereditato la conoscenza esoterica dai loro antecedenti pagani e che questa conoscenza è stata incorporata nell'architettura sacra delle cattedrali."
- Michael Howard, The Occult Conspiracy


Altri famosi scrittori sono d'accordo con questa affermazione. L'architetto e scrittore Claude Bragdon, (1866-1946), che ha progettato la stazione ferroviaria centrale di New York a Rochester, NY, ha scritto:

Cita:
"Nell'Europa del Medioevo ... frammenti di una antica conoscenza - trasmessa nei simboli e nei segreti dei costruttori di cattedrali - hanno determinato molto dell'architettura gotica."


In Scritto nella pietra, l'attenzione è focalizzata sulle cosiddette cattedrali Notre Dame progettate e costruite dai massoni operativi nel nord della Francia durante il periodo gotico medievale. Costruite un migliaio di anni fa, questi splendidi grattacieli di pietra lasciano ancora perplessi gli studiosi per quanto riguarda i metodi dietro la loro costruzione. I costruttori massonici sembrano aver avuto un senso di responsabilità segreto che essi hanno plasmato nella cattedrale, con i loro segreti di progettazione per creare un monumento in grado di elevare gli altri. Si noti la facciata ripetuta nelle cattedrali di Notre Dame, alla base delle quali vi il noto Trittico:

Immagine
Da sinistra a destra: Reims, Notre Dame, Laon. Cattedrali gotiche in Francia.

Questa facciata occidentale è in sostanza un geroglifico gigante di pietra. È stato progettato dai massoni per rivelare l'antica religione universale del Trittico, che si vede alla base di ogni edificio. Altri elementi chiave della facciata sono: le alte torri gemelle, che sembrano correre su dalle porte esterne del Trittico, e l'enorme rosone sopra la porta centrale. Nel suo libro Introduzione alla Cabala, l'autore Warren Kenton ci racconta che le imponenti torri gemelle che sembrano sollevarsi dalle porte doppie esterne:

"Eretto dai massoni ... il fronte ovest di ciascuna chiesa aveva due torri gemelle che rappresentano ... gli aspetti maschili e femminili, le forze attive e passive ... Chiamate, nella cattedrale di Chartres, le torri del Sole e della Luna ..."

Il geniale architetto del XX secolo Claude Bragdon era d'accordo:

Cita:
"... l'uomo, come il sole, è il Signore del giorno; egli è come il fuoco, una forza devastante; la donna è soggetta al ritmo lunare; come l'acqua, che è morbida, sinuosa, feconda ... Le corporazioni massoniche del Medioevo erano custodi dell'esoterismo ... Il nord o torre di destra ("lato dell'uomo"), è stato chiamato il pilastro maschile sacro, Jachin; e il sud, o torre di sinistra ("lato della donna"), il pilastro femminile sacro, Boaz ..."


Ciò che questi autori stanno dicendo è che, come la Tracing Board massonica, queste cattedrali gotiche possiedono i due pilastri dell'insegnamento delle "coppie di opposti". Infatti, se sovrapponiamo la cattedrale sopra la Tracing Board, sembra di vedere il progetto di una cattedrale:

Immagine

L'autore massonico W.L. Wilmshurst ha detto che i due pilastri nella Tracing Board, sovrastati dal Sole e dalla Luna:

Cita:
"... indicano ciò che è conosciuto ... come le "coppie di opposti". Tutto in natura è duale e può essere conosciuto solo in contrasto con il suo opposto ... "


In Gli insegnamenti segreti di tutte le epoche, il massone Manly Hall (1901-1990) ha spiegato:

Cita:
"Jachin - il pilastro di luce bianca ... Boaz - il pilastro dell'ombra delle tenebre. ... Questi due pilastri, rispettivamente connotano anche l'attivo e il passivo ... il sole e la luna ... il bene e il male, la luce e le tenebre."


Alla base delle torri gemelle si nota che ogni torre termina nella propria porta sul terreno; queste due porte, le "porte degli opposti", le porte esterne del Trittico. Esteticamente, la porta centrale più alta e più larga sottolinea il maggiore centro spirituale dell'uomo tra le dualità inferiori del suo corpo, l'idea massonica del Triangolo scritto in forma architettonica, nella pietra della cattedrale stessa. Una "rosone" circolare si trova direttamente la porta centrale del Trittico. Questa simboleggia il vero Sé - la luce dell'anima o dio interiore.

Come la porta centrale, il rosone colpisce l'equilibrio tra le due torri avversarie. Michael S. Rose, autore di due libri di architettura ecclesiastica, ha scritto:

"... Il rosone è ... una rappresentazione di perfezione, equilibrio e armonia dell'anima purificata"

Il cerchio non ha inizio né fine, e quindi simboleggia esotericamente l'anima eterna dell'uomo, qui raffigurato centrato tra le opposte torri gemelle. Il rosone si trova direttamente sopra la porta centrale del Trittico a sottolineare che la porta centrale conduce alla vostra "intima anima" o "dio interiore", a chi siete veramente. Fasci di fiori, luce, e la vita si irradiano dal centro di rosoni, come tutta la vita si irradia verso l'esterno della nostra anima o fonte spirituale. L'autore britannico Painton Cowen, che ha dedicato la sua vita allo studio dei rosoni, si riferisce a questi come a "la chiave per la propria anima."

Le facciate della cattedrale sono il pezzo che termina il puzzle. Si adatta ai criteri del Segreto: un segreto che era sia pericoloso per la Chiesa che per la vita stessa dei massoni. Si spiega anche la brusca inversione di tendenza della Chiesa, che ha realizzato quello che i massoni stavano facendo, ma non poteva ordinare la distruzione di queste grandi cattedrali. Hanno invece emesso un decreto per cercare di stroncare la massoneria, limitando i danni alla loro egemonia e garantire che nessuno sarebbe in grado di divulgare il Grande Segreto e rilanciare la religione universale.

Conclusione

Le informazioni qui riportate sono emozionanti, nuove e innovative. Questa scoperta potrebbe avere un impatto straordinario e una grande importanza per l'archeologia, la storia, la religione e lo spiritualismo. Le civiltà delle piramidi e le similitudini tra le loro religioni, l'arte e l'architettura, non sono valori anomali non significativi che apparivano attraverso una evoluzione convergente; sono, piuttosto, parte integrante di una antica religione misterica che attraversava tempo e nello spazio.

http://tycho1x4x9.blogspot.it/2014/05/l ... rduta.html



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Origine Templare-Massonica per gli Stati Uniti
MessaggioInviato: 28/02/2015, 00:11 
Da un estratto di un articolo che consiglio di leggere interamente

Puritani e la fondazione degli Stati Uniti d’America
Tratto da “Storia non romanzata degli Stati Uniti d’America” di Kleeves

.......

Infine nel Vecchio Testamento c’è il concetto di popolo eletto, che per definizione è contraddistinto dalla prosperità materiale.
Era questa la nuova interpretazione della vita cercata dai nuovi ricchi dell’Europa del Quattro-Cinquecento. L’avidità di beni materiali aveva trovato una giustificazione, l’ideologia protestante.

La contemporaneità, in pratica, della comparsa nell’Europa del primo Cinquecento del Capitalismo e del Protestantesimo, e il fatto che queste due prassi abbiano la stessa giustificazione ideologica non è certo sfuggito a storici e sociologi, il solo dubbio essendo a quale dei due fenomeni attribuire la parte della causa e a quale quella dell’effetto.

Nell’Europa del Cinquecento i Protestanti, dove arrivarono, spinsero sempre per l’eliminazione della monarchia e in subordine, se ciò non era possibile, per affiancarle almeno un Parlamento, che tramite i requisiti minimi patrimoniali sempre richiesti agli elettori era sempre espressione della borghesia molto agiata.

Il Vecchio e Nuovo Testamento riflettono due modi assolutamente antitetici di vedere la vita. In effetti sono due religioni diverse.
Martin Lutero e i suoi seguaci, dai quali derivarono principalmente la Chiesa Luterana, Battista e la Metodista, cercarono di conciliare il più possibile i due Testamenti. Giovanni Calvino e i suoi seguaci, dai quali ebbero origine una miriade di denominazioni diverse nella forma ma non nella sostanza, fra le quali le più importanti sono la Chiesa Presbiteriana e la Chiesa Riformata, trascurarono nei fatti anche se non nelle parole ogni concetto espresso da Gesù.

Vecchio e Nuovo Testamento non sono logicamente conciliabili e quindi il luteranesimo risulta un corpo dottrinario un po’ confuso, incerto, che dal punto di vista culturale lascia ancora dei disagi esistenziali; il calvinismo invece è una dottrina altamente coerente, logica. Questa differenza spiega il tipo di diffusione che ebbe il Protestantesimo nel Cinquecento. Il luteranesimo, nelle sue varie denominazioni, si diffuse a macchia d’olio su aree vaste dove ogni tanto c’erano zone o città commercialmente sviluppate: esso andava bene ai commercianti e ai ricchi in genere ma non urtava eccessivamente la massa nullatenente ex medioevale. Esso prese piede nella Germania settentrionale, nella penisola scandinava e sulle coste baltiche.

Il calvinismo invece si diffuse in modo molto selettivo, in aree piuttosto ristrette (almeno inizialmente) dove i commerci erano molto sviluppati. Esso attecchì in alcuni centri della Germania settentrionale, della Francia, della Polonia e della Svezia. Le aree di maggior successo furono invece la Svizzera, l’Olanda e la Gran Bretagna, specie in Galles e Scozia. In Inghilterra i calvinisti erano frazionati in varie denominazioni: c’erano i Presbiteriani,i Riformati, i Separatisti e i Puritani. Questi ultimi, inizialmente chiamati i Precisi (Precisians), si distinguevano per l’implacabile interpretazione letterale del Vecchio Testamento e per la sorprendente totale omissione del Nuovo. Essi, tutti commercianti e arricchiti vari, erano l’ala destra del calvinismo europeo.

Con l’arrivo dei Protestanti iniziò in Europa un periodo di sommovimenti e guerre civili che durò sin quasi al Settecento.

I Protestanti volevano o abolire le monarchie o almeno affiancare loro dei Parlamenti eletti dai ricchi. Le diatribe sui dogmi, sulla Trinità, sulla libertà di culto, sull’autorità del Papa e così via erano solo una scusa per provocare, per tirare la corda, e per prepararsi al confronto, anche armato. Le lotte del periodo vedevano sempre da una parte i Protestanti e dall’altra una monarchia, la Chiesa Cattolica.

Durante questo periodo di guerre civili alcune delle frange più estreme del Protestantesimo europeo, che erano tutte calviniste, abbandonarono a varie riprese l’Europa, un po’ perché minacciate dai vincitori del momento e un po’ perché allettate dalla fama di opulenza ormai consolidata delle nuove terre scoperte da Colombo in poi. Alcuni Puritani inglesi prima si trasferirono in Olanda, fra i Presbiteriani olandesi e quindi, avendo trovato anche là degli ostacoli insormontabili, a partire dal 1620 emigrarono nell’America settentrionale, dove furono seguiti da ben più alti numeri di Puritani partiti direttamente dall’Inghilterra.

La colonizzazione dell’America

L’impulso a intraprendere le esplorazioni che avrebbero portato alla scoperta dell’America venne dalla caduta dell’Impero Romano d’Oriente avvenuta nel 1453.

In seguito a questa si interruppero le usuali e vecchie vie di comunicazione che portavano in Europa le merci dell’Estremo Oriente, di quelle “Indie” o “Isole delle spezie” che erano principalmente la Cina, il “Catai” di Marco Polo. In particolare l’Impero Ottomano bloccò entrambe le vie di terra usate per quei traffici: la Via delle steppe dei nomadi, che tagliava l’Asia a metà seguendo più o meno sempre lo stesso parallelo e che arrivava alla penisola di Crimea, ormai nelle mani dei turchi; e la Via della seta, che correva quasi parallela alla precedente, ma più a sud, arrivando in Libano, anch’esso occupato dai turchi.

C’erano anche diverse rotte marinare, che però arrivavano tutte nel Mar Rosso, con un ultimo trasporto via terra sino ad Alessandria d’Egitto. Anche l’Egitto, come tutto il nord Africa del resto, era stato fagocitato dall’Impero Ottomano.

I mercanti di Genova e Venezia avevano così il monopolio di questo traffico di spezie e merci varie che diventava sempre più scarso. Era dunque necessario trovare delle rotte alternative per l’Estremo Oriente. La rotta doveva essere via mare.

Cominciò il Portogallo, con l’idea di raggiungere l’Oriente navigando costantemente verso oriente, circumnavigando cioè l’Africa.

Re Ferdinando di Spagna invece finanziò il tentativo della rotta verso Occidente che era venuto a proporre Cristoforo Colombo un cartografo della concorrenza.

Il 12 ottobre 1492, l’esploratore genovese sbarcò su un’isola dei Caraibi chiamata dagli autoctoni Ganahani e che lui ribattezzò San Salvador, quindi, prima di tornare indietro, toccò Cuba e Hispaniola.

Il Nuovo Continente aveva ormai una importanza commerciale strategica!

La spinta a trovarvi un passaggio che immettesse nel Pacifico, e quindi alle Indie, portò così anche Francia, Inghilterra e Olanda a familiarizzare con le Americhe.

In questi frangenti, verso l’anno 1600, i francesi che stavano esplorando il Canada orientale per cercare un passaggio verso il Pacifico fecero una scoperta di eccezionale importanza: la zona a nord-est dei Grandi Laghi era ricchissima di castori e di animali da pelliccia in genere. La scoperta era importantissima perché le pellicce erano la merce di scambio più ambita dai cinesi, le cui merci a loro volta - il tè e le stoffe - erano le più ricercate dagli europei fra le “spezie” e le “meraviglie” dell’Oriente.

Gran Bretagna, Francia e Olanda cercavano tutte e tre di procurarsi le pellicce nella zona a nord-est dei Grandi Laghi per poi scambiarle in Cina con tè e stoffe.

Iniziava la colonizzazione dell'America.

Per tutto il Cinquecento gli inglesi cercarono di inserirsi nello scacchiere americano, sempre per il passaggio a nord-ovest.
Nel periodo di regno di Elisabetta I (1558-1603) l’Inghilterra era diventata una ragguardevole potenza marinara, e voleva a tutti i costi impossessarsi almeno di una parte delle enormi ricchezze che vedeva affluire nei forzieri dell’Escoriai di Filippo II. Pirati inglesi cominciarono così ad attaccare i galeoni spagnoli che tornavano dalle Americhe. Elisabetta negò ripetutamente, e per iscritto, al re Filippo che la Corona inglese avesse a che fare con quei pirati. In realtà era proprio lei a organizzare le spedizioni!

La regina aveva infatti deciso di cercare di creare dei possedimenti in America settentrionale principalmente per due motivi: sul fronte interno era riuscita a sedare i disordini seguìti alla Riforma Protestante (i gruppi protestanti continuavano a rimanere una minaccia per la Corona) e considerato ciò che volevano probabilmente sarebbero stati i primi a inseguire la ricchezza coloniale; per la politica estera l’eventuale passaggio a nord-ovest poteva solo essere trovato con una ricerca sistematica, che necessitava di una presenza in loco.

Per fare questo, le società mercantili inglesi interessate alle merci dell’Oriente vennero divise dalla Corona in due gruppi: erano entrambi diretti alle “Indie” ma uno cercava di passare da occidente e l’altro da oriente. Il primo gruppo era capitanato dalla London Company e dalla Massachusetts Bay Company, il secondo dalla East India Company.

Il primo gruppo doveva formare colonie sulla costa nord orientale americana, tagliando la strada agli spagnoli; dall’altra parte doveva reperire le importantissime pellicce nella zona dei Grandi Laghi contrastando il più possibile francesi e olandesi. Le pellicce sarebbero state utilizzate dalla East India Company. La East India Company infatti avrebbe subito commerciato con la Cina seguendo la rotta della circumnavigazione dell’Africa e cercando di farsi largo nella numerosa concorrenza di spagnoli, portoghesi, francesi e olandesi.

Un ideale e necessario punto di appoggio per aggredire il mercato cinese era l’attuale India.

La Gran Bretagna, per la presenza dei suoi numerosi calvinisti, aveva cominciato a sentire l’influenza della nuova mentalità: l’economia cominciava a prendere la forma di una libera economia di mercato.

La Corona gradualmente cessò di cercare di dirigere tutti gli aspetti della vita dei cittadini, a cominciare da quello economico; abbandonò la tradizionale preoccupazione medioevale che ognuno avesse di che mangiare e si limitò a presiedere all’attivismo dei singoli, e il suo ruolo nell’economia generale divenne quello di agevolare il più possibile gli affari di quei singoli che volevano farli, e che facendoli aumentavano il gettito fiscale. La Royal Navy divenne il braccio armato della sua borghesia mercantile: stava nascendo l’Impero Inglese, un impero commerciale dettato dalla volontà di far arricchire le proprie borghesie anche alle spese di altri popoli.

La colonizzazione inglese dell’America avvenne secondo questa filosofia!

Fa parte della retorica di Stato americana che i colonizzatori inglesi fossero persone in cerca di libertà religiosa o politica, o persone in disperate condizioni economiche. Ciò fu vero per una minoranza esigua, che non ebbe mai alcuna influenza nell’andamento delle cose coloniali. La caratteristica comune della maggioranza dei colonizzatori era il livello economico alto del quale godevano in patria. In effetti il costo pro capite del viaggio, che ognuno doveva sostenere di tasca propria, era molto alto.
Erano in genere commercianti, ai quali erano aggregati artigiani, mezzadri di vasti poderi, professionisti vari.

I pochi emigranti inglesi dell’epoca realmente poveri, non potevano pagare il biglietto e venivano imbarcati con la qualifica di Indentured Servant (“servo a tempo”), in base a un contratto nel quale l’individuo si impegnava a lavorare nella colonia alle dipendenze della società organizzatrice per un periodo di sette anni.

I primi colonizzatori comunque non furono troppo rappresentativi del quadro, ora esposto: erano un gruppo di 107 uomini, trasportati su tre vascelli dal capitano John Smith, sbarcati nell’attuale Virginia, dove nel 1607 fondarono la città di Jamestown, pensarono di seguire le orme degli spagnoli e cercarono l’oro, che non c’era. Essi furono aiutati da Pocahontas (1595-1617), la figlia di un capo indiano che sposò un colono garantendo la pace dopo iniziali dissapori. Per coltivarlo essi per primi importarono schiavi neri.

Nello stesso anno giungeva dall’Inghilterra anche un carico di donne, e la colonia della Virginia (così chiamata in onore di Elisabetta I, la Virgin Queen) cominciava a nascere a tutti gli effetti.

Arrivano i Pellegrini

Nel 1620 arrivò l’avanguardia dei veri fondatori della civilizzazione americana.

Essi, e non gli inglesi di Jamestown che pure furono i primi, sono chiamati dall’iconografia ufficiale americana i Padri Fondatori (Founding Fathers). I nuovi coloni si autodefinivano i Pellegrini (Pylgrims). Destinati dalla London Company alla Virginia e imbarcati sul veliero Mayflower, a causa di una tempesta approdarono nell’attuale Massachusetts, dove la società concesse loro di restare in attesa di definire la posizione con la Corona.

Il quarto giovedì di novembre del 1621 organizzarono una cerimonia di ringraziamento a Dio, dopodiché pranzarono con carne di tacchino; tale giorno è rimasto una festa nazionale statunitense, il Thanksgiving Day (giorno del ringraziamento). In numero di 100 ο 101 ο 102 a seconda delle versioni, appartenevano tutti alla Chiesa Presbiteriana inglese come i Puritani, ma erano chiamati Separatisti.

A dispetto dell’iconografia questo gruppo non ebbe alcuna rilevanza nel fissare le caratteristiche della colonizzazione: erano già pochi, e oltretutto durante il primo inverno la metà circa di loro morì di freddo e fame prima che gli indiani potessero aiutarli.

Arrivano i Puritani

Con l’arrivo, nel 1630, di 2.000 Puritani, seguiti entro il 1640 da altri 18.000, inizia la vera colonizzazione degli Stati Uniti.

I Puritani fondarono la Massachusetts Bay Colony, utilizzando il nome della compagnia con la quale avevano stipulato il contratto di colonizzazione, ossia la Massachusetts Bay Company di Londra, società nella quale molti di loro avevano una compartecipazione azionaria.

Nessuno si era imbarcato come indentured servant. Nello stesso 1630 fondarono la città portuale di Boston. Nei seguenti decenni diedero luogo alle colonie del cosiddetto New England puritano.

La forma di governo adottata nelle colonie era simile a quella inglese di allora.

Al posto del re o della regina c’era un governatore con ampi poteri, quindi un Parlamento bicamerale in cui la Camera Alta, corrispondente alla Camera dei Lord d’Inghilterra, era eletta dal governatore e la Camera Bassa era eletta dal “popolo”.

Questo solo sulla carta; in realtà solo i ricchi potevano votare.

Per poter sia votare sia ricoprire cariche pubbliche occorreva innanzitutto essere maggiorenni, maschi e bianchi; generalmente nel New England occorreva anche essere degli anziani della Chiesa Congregazionalista, così come i Puritani chiamarono, in America, la loro confessione.

I requisiti minimi patrimoniali erano dappertutto molto alti (Massachusetts e Connecticut bisognava avere un’attività che rendesse 40 sterline all’anno, oppure beni immobili valutati almeno la stessa cifra; in Rhode Island 40 sterline e che rendesse almeno la stessa cifra ogni anno; in New Jersey almeno 40 ettari di terreno, più un’attività o dei beni immobili valutati almeno 50 sterline; in Virginia minimo 20 ettari di terreno, più una casa in città; Georgia e nella Carolina del Nord minimo 20 ettari di terreno; nella Carolina del Sud almeno 40 ettari di terreno e una casa in città, ecc.).

Da questo livello di requisiti, traspare quanto si fossero divaricate, fin da subito, le economie dei due “blocchi” coloniali: il New England si dirigeva verso il commercio e le colonie del sud verso il latifondo agricolo.

I Puritani

I Puritani del New England furono in schiacciante superiorità numerica sino alla Guerra di Indipendenza, e mantennero una maggioranza fino al 1880 circa.

Traevano ogni ispirazione dal Vecchio Testamento, o almeno erano convinti di farlo.

L’idea fondamentale era che la ricchezza materiale, e il benessere materiale, compreso quello fisiologico, rappresentava un segno di elezione divina.

Un individuo era eletto se Dio lo predestinava alla virtù di osservare i Comandamenti. Non c’era obbligo alla solidarietà reciproca né a compiere opere di bene. Il rispetto richiesto per i Comandamenti era letterale, cioè formale. La figura di Gesù era totalmente ignorata, benché certamente si definissero “cristiani”.

I Puritani, come tutti gli altri Protestanti, operarono una certa mirata selezione anche nell’ambito del Vecchio Testamento, a ulteriore dimostrazione del principio utilitaristico alla base di tutta l’operazione. Questo si può vedere nella schiavitù, proprietà privata, capitalismo, nell’obliterazione dei debiti, ecc. Accolsero dalle Sacre Scritture quello che più faceva comodo.

Un concetto molto importante per i Puritani, che si rivelò gravido di conseguenze inaspettate, fu quello di popolo eletto.

Al popolo eletto Dio destina una patria opulenta, e i Puritani certamente si diressero in America pensando che fosse la loro Terra Promessa. Gli indiani erano destinati alla distruzione per loro mano così come lo erano stati i cananei per Giosuè e i Giudici. Non solo, ma quando i Puritani scorgeranno un po’ più in là una terra ricca o in qualche modo appetibile penseranno sempre di averne diritto, un diritto che giustificherà anche i mezzi più cruenti, stermini compresi.

Naturalmente il rispetto dei Comandamenti era limitato all’ambito del popolo eletto.

I Puritani e la politica

Nelle colonie i residenti avevano un’ampia possibilità di autogoverno.

I governatori badavano a che fossero salvi i principi della legislazione inglese, soprattutto nella forma, e cercavano di intervenire il meno possibile; il loro stipendio era poi fissato dai coloni.

I Puritani poterono così organizzarsi come volevano, tranne che per l’eliminazione della monarchia, che riuscirono a realizzare solo con la Guerra di Indipendenza.

In campo religioso essi non riconobbero più la gerarchia della Chiesa d’Inghilterra, e bandirono tutte le manifestazioni esteriori di culto introdotte arbitrariamente dalla Chiesa Cattolica: i vestimenti rituali, il segno della croce, particolarmente nel battesimo, la genuflessione durante la Comunione, l’uso della fede nel matrimonio, l’osservanza delle festività per i Santi, compresa la celebrazione del Natale.

L’organizzazione politica era basata su due concetti fondamentali: l’uomo singolo che doveva essere assolutamente libero di poter fare la sua fortuna materiale, vincolato solo dai Comandamenti; e la comunità che doveva solo sorvegliare a che i medesimi fossero appunto rispettati.

I Puritani non operavano nessuna distinzione fra autorità politica e religiosa; ogni congregazione era quindi una piccola teocrazia. L’autorità era esercitata da una sorta di consiglio dei saggi o degli anziani, che ricalcava il concetto del Presbiterio di Calvino.
Le colonie inglesi del Nuovo Mondo erano quindi delle oligarchie basate sul danaro; quelle del New England e di alcune del Sud erano anche teocratiche.

I Puritani rappresentavano l’antitesi della democrazia.

Essi non credevano affatto che gli uomini fossero tutti uguali, e tantomeno che avessero tutti gli stessi diritti. Alcuni in effetti potevano anche essere ridotti in schiavitù.

L’accesso a tale oligarchia non poteva essere negato a chi, diventato ricco, dimostrava di essere per definizione uno di loro. Di qui deriva un altro aspetto della loro apparente democraticità, oltre che del loro repubblicanesimo: l’abolizione del concetto di élite per via ereditaria e l’introduzione del concetto di elite aperta, appunto “democratica”.

In pratica, alla nobiltà per diritto divino, indimostrabile, di stampo medioevale i Puritani sostituirono la nobiltà per diritto divino dimostrabile, appunto attraverso la ricchezza materiale. Gli americani attuali accettano di buon grado che i loro dirigenti politici e alti funzionari dello Stato siano quasi tutti uomini estremamente ricchi, e la giustificazione risiede implicitamente in quel ragionamento puritano.

I Puritani e l’economia

I Puritani naturalmente diedero vita ad un sistema capitalista puro. Tale sistema è ancora il sistema, non solo economico, ma sociale in senso lato degli attuali Stati Uniti, dove tutto o quasi è privato o gestito da privati, come ad esempio molte carceri.

Per i Puritani tutto si poteva comprare col danaro, e tutto doveva essere venduto per danaro; sempre nel rispetto formale dei Comandamenti.

Così nel New England c’erano pure gli schiavi: neri comprati dai mercanti di schiavi calvinisti olandesi ma anche indiani e indiane catturati sul luogo e tenuti come domestici o stallieri. Però la schiavitù non ebbe mai nel New England una diffusione paragonabile a quella del Sud: la sua economia era basata sul commercio e la sua agricoltura era floridissima ma suddivisa in tante piccole aziende a conduzione familiare, dove la produzione era diversificata e la mano d’opera richiesta piuttosto specializzata. Nei porti di Boston e New York invece c’erano molti schiavi.

Le tasse saranno sempre la questione primaria nelle colonie: i Puritani non accettavano il principio di affidare al governo la gestione del gettito fiscale; c’erano rischi di una politica di redistribuzione dei redditi.

I Puritani e la morale

La morale dei Puritani consisteva nel rispetto formale dei Comandamenti, che permetteva loro ogni iniquità nella sostanza. In più tale legge valeva solo nell’ambito del popolo eletto dei Puritani: gli altri, in particolare i selvaggi indiani, potevano essere derubati, catturati come schiavi, anche uccisi.

Per esempio i rapporti sessuali con le donne indiane non costituivano reato, neanche da parte di Puritani sposati.

Le donne erano ritenute le “sorelle di Eva tentatrice”, il mezzo preferito dal Maligno per tentare la virtù degli uomini e distoglierli dal loro patto con Dio. Non potevano mostrare in pubblico più della faccia e delle mani, e ciò valeva anche per le bambine di ogni età.

Anche il divorzio, da sempre in uso presso gli americani, era ammesso dai Puritani, che lo praticavano con ancora maggiore frequenza vista la seria proibizione dell’adulterio. I reati sessuali erano puniti con straordinario rigore. Per l’adulterio e l’omosessualità era comminata la pena di morte. L’adulterio si verificava anche nel caso in cui la donna fosse solo fidanzata.
Ogni comunità aveva i suoi watchmen (“sorveglianti”), dipendenti comunali il cui compito era di controllare il comportamento delle persone e di riferire al pastore della chiesa. Erano dei delatori, che origliavano dietro gli angoli e spiavano dalle finestre. Scapoli e zitelle erano naturalmente i più controllati.

I Puritani collegavano la salute fisica con l’intervento divino, e i disordini mentali con quello del Diavolo.

I Puritani e la cultura

Alla scuola i Puritani dedicarono subito una attenzione che precorreva i tempi.

C’erano due necessità, i Comandamenti e gli affari: per seguire i primi occorreva conoscere la Bibbia, e quindi saper leggere, mentre per i secondi oltre a ciò occorreva saper fare i conti. Ogni township quindi aveva almeno una scuola e un maestro, pagati dalla municipalità, e ce n’erano altri nelle città. Il livello di alfabetismo fra i Puritani era senz’altro il più alto delle colonie americane.

Nel 1640 c’erano già nel New England circa 300 pastori diplomati in loco. L’Harvard College, divenuto gradualmente una università, è il più antico college degli Stati Uniti. Sempre come seminari nacquero nel 1701 l’università di Yale, nel 1764 l’università di Brown nel Rhode Island e nel 1769 l’università di Darthmouth nel New Hampshire.

Tali istituzioni garantirono ai Puritani una superiorità culturale schiacciante nell’ambito coloniale sino alla Guerra di Indipendenza.
Il poema più letto dagli americani di tutti i tempi è The Day of Doom (Il Giudizio Universale) pubblicato nel 1662 in Massachusetts dal puritano Michael Wiggleworth, nel quale la teologia calvinista è messa in versi settenari.

Le caratteristiche culturali e psicologiche dei Puritani si sono conservate negli americani: anche per loro tutto deve mirare al raggiungimento della ricchezza.

L’editoria quindi ha un carattere essenzialmente pratico, con prodotti che nei vari generi hanno raggiunto col tempo livelli di eccellenza (i manuali americani sono punti di riferimento nei vari settori). Gli autori di talento, più che indagare la realtà, cioè la verità, mirano a confezionare opere di successo presso il vasto pubblico. Così si sono specializzati nella fiction, nelle opere di evasione, dove di nuovo eccellono di gran lunga su tutti per la capacità di presentare storie e situazioni assurde in modo verosimile. Hollywood riassume tale attitudine tipicamente americana.

L’Indipendenza

Per quanto riguarda l’economia, quella del New England assunse rapidamente dimensioni gigantesche.
La pirateria era praticata in grande stile in tutte le colonie, con l’approvazione dei governatori quando aveva per oggetto mercantili non inglesi.

Ma più di ciò fu la qualità dell’immigrazione puritana a determinarne il successo economico. In varie ondate a partire dal 1630 questa portò in America non un insieme casuale di spiantati, ma una società completa, forse piccola ma organizzata in ogni sua parte. I soci della London Company selezionavano accuratamente i componenti dei viaggi.

Gli altri inglesi che si sistemarono nelle colonie del Sud non erano niente di paragonabile.

Diedero in tal modo origine a colonie ricche ma poco articolate dal punto di vista economico e sociale. La loro unica risorsa era la schiavitù: il 75% delle famiglie possedeva uno o più schiavi.

La guerra d’Indipendenza

I Puritani erano andati in America con uno scopo ben preciso: avere la possibilità di arricchirsi senza costrizione alcuna. Per questo volevano autogovernarsi Il loro obiettivo era dunque, fin dall’inizio, di liberarsi della Corona inglese e dei suoi governatori.
I Puritani del New England si rendevano conto di non potersi ribellare alla madrepatria da soli, senza la collaborazione delle altre colonie, anzi magari con la loro opposizione.

Essi quindi si dedicarono con estrema energia ai loro affari commerciali ma ogni volta, quando se ne presentava l’occasione, non dimenticavano, tramite i loro Parlamenti e la loro propaganda, di attaccare la Corona o i suoi governatori. L’obiettivo era sempre di dimostrare alle altre colonie quanto nociva fosse la presenza della Corona anche per le loro possibilità di arricchimento: avevano già molto, ma avrebbero potuto avere di più.

....

http://www.disinformazione.it/fondazion ... _Uniti.htm



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Origine Templare-Massonica per gli Stati Uniti
MessaggioInviato: 18/06/2015, 09:48 
The Statue of Liberty (Isis)

The Statue of Isis was first known as Liberty Enlightening the World, but is now more commonly called, the "Statue of Liberty." However, we must ask ourselves, "Is she truly enlightening the world, or is she actually the Goddess who keeps our illumination in the shadows as she holds the light above in her torch, only to hide the truth from the profane (uninitiated) of the abyss (sea of humanity) who are kept in the dark?"

A secret that keeps most of the population of the United States in complete ignorance as they are cast under the wicked spell of Isis. A Goddess of both Heaven and Hell.

Immagine

The world-famous statue is located in the New York harbor, and was presented as a gift in the year 1884 from French Freemasons of the Grand Orient to their Mason Bro's in the United States. The statue was designed by well-known French Freemasons, sculptor Frédéric Auguste Bartholdi, displaying the Hidden Hand of Freemasonry in the image below and Engineer, Gustave Eiffel (A.G. Eiffel).

SYMBOLISM OF THE STATUE OF LIBERTY (ISIS)

The Statue of Isis sits on a tiny island called 'Minnisais,' meaning in the Indian language, "small island"; and her foundation is an 11-pointed star. The most sacred numbers of the occult are: 3, 6, 9, 11, 13, and multiples thereof, especially 22, 33, 44, 55, 66, 77. When you multiply number 11 by the perfect number 3, you get the number 33. As most of us all know, 33 is a Master Number (Master Teacher), that is the the numerical equivalent of AMEN: 1+13+5+14=33. Amen is the God of Truth and the 33 represents Christ consciousness.

However, you will quickly find out that the number eleven is far from the number 33 and Christ consciousness. For example, the number 11 exceeds number ten, which is the number of the ten-commandments of Moses, and it falls short of the number Twelve, which is of grace and perfection. 11 correlates with the letter K, which represents the Kether (crown). Here are are 10 qlippa that are opposite the 10 sephiroth; where the 11 comes in is at Thaumiel which is the "twin gods", representing duality in place of Kether's, meaning "crown" or "topmost" of the Sephirot, and the "regal crown" of the Sephirot.

Immagine

The number 11 is represented in the eleven pointed star that the Statue of Liberty sits on which is called a hendecagram, it represents the Qliphoth. This literally means "Peels", "Shells" or "Husks" of the Tree of Knowledge. In Jewish Kabbalistic cosmology, the Kelipot are metaphorical "shells" surrounding holiness. They are spiritual obstacles receiving their existence from God, only in an external, rather than internal manner. Isis not only holds the light above humanity, but she also is the Goddess of duality, who represents evil or impure spiritual forces.

This eleven pointed star and the number 11 are the representation of evil or impure spiritual forces in Jewish mysticism, which is adverse to the Sephiroth of the Tree of Life in the Qabbalah. Hence, Isis is the spiritual obstacle and Goddess keeping humanity from knowing THYSELF or Gnosis. Please also note that the {11/2} star polygon is used as a symbol for the Aleister Crowley Foundation.

Immagine

You get an 11 pointed star which first, pi is approximately 22/7, and second, for small angles, tan a, a and sin a are all approximately equal. Therefore tan pi/22 = 1/7, approximately.

Immagine

IS SHE A GODDESS OF HEAVEN (CHRIST) OR HELL (BABYLON)?

The number eleven is the unseen number that co-relates others invisibly from the center, and is the number of Christ or Jesus in Gematria because he is the invisible Force behind all of Creation. The Chemical Element, Sodium has an atomic number of 11.

The secrets of salt are found in Matthew 5:13-16 - “You are the salt of the earth, but if salt has lost its taste, how shall its saltiness be restored? It is no longer good for anything except to be thrown out and trampled under people's feet. (Statue of Isis) “You are the light of the world (she holds the torch of light). A city set on a hill cannot be hidden. Nor do people light a lamp and put it under a basket, but on a stand, and it gives light to all in the house. In the same way, let your light shine before others, so that they may see your good works and give glory to your Father who is in heaven.

Isis was sometimes known as Maut (Mut), the mother goddess who was considered a primal deity, associated with the waters (Chaos/Abyss) from which everything was born through parthenogenesis. That is why the Statue of Liberty was literally placed in the most Eastern location of the United States; where the sun rises in the water on a tiny island at the entrance to New York Harbor, which is not only the Eastern gateway to the U.S., but it is also the financial capital of the world.

The goddess Isis portrayed as a woman, wearing a vulture headdress shaped like a throne in which she holds the light of the sun disk with her cow's horns. Her headdress represents her vulture like personality, and the sun she has captured in her horns represents the light that she holds, or keeps hidden in wait for her beloved husband Osiris.

Immagine

The son of Osiris was Horus, who represents light and truth. After the death of her husband Osiris, their son Horus's right eye was put away and he was placed on his mother's breast to be suckled until the time and day came, when Horus would redeem his right eye and forever be weened from his mother; to be reborn in order to lift her veil and bring forth the light and truth in the Apocalypse (lifting of the veil). These events we are currently witnessing in our lifetimes with articles and creations such as this.

Isis was known to the Greeks as the Goddess with ten thousand names, in which Hecate is one of her many titles. In the magical papyri of Ptolemaic Egypt she is called the ‘she-dog’ or ‘bitch.’ Lucan says, “We have received into our Roman temples thine Isis, and divinities half-dog.” Notice the image below and how she also holds the torch similar to the Statue of Liberty (Isis). Hecate was also associated with ghosts, infernal spirits, the dead and sorcery.

Shrines to Hecate were placed at doorways to both homes and cities, with the belief that it would protect from restless dead and other spirits. Hecate who is Isis may very well be the Goddess that we find in New York depicted as “The Statue of Liberty”, which was a gift of friendship from France to the people of the United States. If you look at the Statue of Liberty and the image for Hecate, you will clearly see that they look almost exactly the same.

Proverbs 2:18 – For her house leads down to death and her paths to the spirits of the dead.

Immagine

This title for Isis is associated with the dog, which also correlates with her shining symbol in the heavens known as Sothis or Sirius. Sirius is the alpha star in the constellation of Canis Major,” the Great Dog” or more commonly known today as the “Dog Star.” In the heavens AS ABOVE at the signing of the Declaration of Independence in 1776, this symbolic shining Dog star of Isis was aligned precisely with the sun. This would not be the first or the last time that the founding fathers of the United States, being Freemasons, had chosen this exact planetary alignment. For example, at the laying of the cornerstone of the Washington Monument for their good Mason Bro. and first President, George Washington, they had also had timed this event exactly when Sirius was aligned again with the sun.

Immagine

Hecate is Isis who guards New York, the financial capital of the world, from ghosts, infernal spirits, the dead and sorcery. With money being the root of almost all evil and also the biggest magic trick cast on human kind, which they are still hopelessly under this spell of Isis; it only makes sense that the whole financial world and even our own governments are concealed in the occult, which simply means “hidden.”

“I saw a woman sit upon a scarlet-colored beast, full of names of blasphemy, having seven heads and ten horns.... And upon her forehead was a name written, MYSTERY, BABYLON THE GREAT, THE MOTHER OF HARLOTS AND ABOMINATIONS OF THE EARTH. And I saw the woman drunken with the blood of the saints, and with the blood of the martyrs of Jesus.” 6[Page 4] Revelation 17:4-6.

Immagine

These saints and martyrs of Jesus are in this same book symbolized by another woman—“a woman clothed with the sun, and the moon under her feet, and upon her head a crown of twelve stars”—who “fled into the wilderness” 7[Page 4] Revelation 12:1, 6, 14. while this terrible woman on the scarlet-colored beast is doing all in her power utterly to “wear out the saints of the Most High.”

The condition as thus revealed, is woman against woman—Church against Church: a corrupt Church opposed to the pure Church.

Immagine

http://gnosticwarrior.com/statue-of-liberty.html



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Origine Templare-Massonica per gli Stati Uniti
MessaggioInviato: 12/03/2016, 13:10 
Breve profilo storico della Massoneria statunitense

Immagine

Per poter comprendere, ancorché parzialmente, il ruolo che la Massoneria svolse nella storia statunitense, è opportuno soffermarsi su uno dei primi passaggi della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, firmata a Philadelphia, il 4 luglio 1776.

“We hold these Truths to be self-evident, that all Men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.”[1]

Di primo acchito, non si può non cogliere, in tale estratto, un’influenza di uomini che, nel pensare e ratificare questo documento, avevano consacrato totalmente loro stessi alle cause di libertà, uguaglianza e fratellanza.

In particolare, la presenza di nove massoni – che manifestarono la loro fedeltà ai valori della Libera Muratorìa – all’interno dei cinquantasei firmatari della Dichiarazione d’indipendenza, determinò la piena armonia del Trinomio massonico con la nuova Repubblica americana, promuovendo altresì una graduale incorporazione dei principi latomistici nella cultura del Paese.

Ora, come si giunse all’assimilazione di tali suggestioni e quale fu il processo che portò la Libera Muratorìa nei futuri Stati Uniti?

La Massoneria vive nella storia e con essa interagisce dialetticamente, sicché per affrontare il rapporto tra l’Istituzione e lo Stato americano non si può prescindere dalle prime testimonianze di presenze massoniche nelle colonie.

Già prima del 1717 (anno di fondazione della Gran Loggia di Londra), la vita massonica era attiva in diverse parti del mondo.

Nel 1682, lo scozzese John Skene, membro dal 1670 di una loggia di Aberdeen in Scozia, era emigrato nelle colonie inglesi d’America, stabilendosi a Burlington nel New Jersey, provincia di cui fu anche vice-governatore.

Tuttavia, il primo massone nato nei futuri Stati Uniti fu Jonathan Belcher di Boston che venne iniziato in una ‘Society of Masons’ londinese nel 1704 e che, rientrato in patria, si distinse sia come libero muratore, sia – e soprattutto – come governatore regio in molte colonie, tra le quali Massachusetts, New Hampshire e, dal 1747, New Jersey.

A confermare la crescente presenza massonica nell’area americana fu Benjamin Franklin che, all’interno di un articolo del ‘The Pennsylvania Gazzette’ dell’8 dicembre 1730, affermava: “As there are several lodges of Free Masons erected in this Province, and people have lately been much amused with conjectures concerning them, we think the following account of Free Masonry, from London, will not be unacceptable to our readers”[2].

Che Franklin fosse a conoscenza di embrioni di associazionismo massonico è più che probabile; e però, è quantomeno possibile che le considerazioni dell’editore americano, relative a “several lodges”, concernessero un gruppo di liberi muratori riunitosi presso la King’s Chapel di Boston intorno al 1720 e, soprattutto, al mandato, concesso dal Gran Maestro d’Inghilterra, il duca di Norfolk, il 5 giugno 1730 – con effetto dal 24 giugno 1731 –, che portò alla nomina del colonnello Daniel Coxe a Gran Maestro Provinciale di New York, del New Jersey e di Pennsylvania; provincia, quest’ultima, dove esisteva la loggia Saint John di Philadelphia.

Lo stesso Franklin, peraltro, venne iniziato alla Massoneria nel 1731, ricoprendo successivamente, il ruolo di Gran Maestro Provinciale della Pennsylvania nel 1734 e, soprattutto, adoperandosi fattivamente per la pubblicazione della prima edizione delle Costituzioni di Anderson nelle colonie, avvenuta nel 1734.

La diffusione delle logge – nonché del pensiero massonico – nelle colonie si svolse in modo naturale: in breve tempo, sorsero diverse Grandi Logge, alcune riceventi l’autorizzazione da parte della Gran Loggia di Londra, altre in fase di evoluzione.

Nel luglio del 1733, il Gran Maestro inglese – il visconte Montagu – riconobbe ufficialmente la loggia Saint John di Boston, nominando peraltro Henry Price Gran Maestro Provinciale dell’America del Nord.

Costui divenne il punto di riferimento per la Massoneria inglese nelle colonie, sicché per ottenere il riconoscimento di Londra, era necessario rivolgersi a Price.

Tuttavia, al pari dei massoni inglesi, anche quelli che andavano fondando logge a Boston, Montserrat, Philadelphia, Savannah, Charleston, Portsmouth, New York et cetera, seguirono l’evolversi scismatico della Madrepatria, dividendosi in ‘Ancient’ e ‘Modern’. Dal 1751, infatti, si era prodotto uno scisma che aveva diviso i massoni inglesi in ‘Antichi’ e ‘Moderni’.

I primi, che non avevano voluto aderire alle Costituzioni del 1723, si riferivano in maggioranza ai Landmarks – princìpi inviolabili – della Loggia di York, che pretendeva di esistere sin dal X secolo. Costoro crearono pertanto una seconda Gran Loggia, quella degli ‘Antichi’ appunto, composta per lo più da Irlandesi e Scozzesi che si opponevano ai massoni ‘Moderni’ raggruppati nella Gran Loggia di Londra.

Le radicali trasformazioni che sorsero allorquando nei futuri Stati Uniti cominciò l’epoca delle rivoluzioni coinvolsero anche la vita delle logge.

In particolare, fu la separazione secondo i due sistemi inglesi a portare una contrapposizione all’interno delle varie officine.

In sintesi, nelle logge dei ‘Moderni’, coloro che ricoprivano la carica di maestro venerabile erano prevalentemente i governatori regi, gli alti ufficiali e gli impiegati, cioè coloro che non volevano rompere con l’Inghilterra.

Di contro, fra gli ‘Antichi’, si trovava la maggior parte dei propugnatori dell’indipendenza: era tra le fila di questi che andava concretizzandosi l’idea degli Stai Uniti d’America.

In tal senso, la Libera Muratorìa fu uno dei principali germi da cui sarebbero sorti gli USA: occorre, infatti, sottolineare che i rappresentanti delle diverse colonie sceglievano le logge come luogo d’incontro, terreni comuni preposti al dialogo, ove era necessario mitigare il fervore e il trasporto che caratterizzavano gli animi dei protagonisti nella vita profana.

In tale contesto, le logge Saint John di Philadelphia e Saint Andrew di Boston – fondata nel 1752, con l’autorizzazione della Gran Loggia di Scozia – rispecchiavano, seppur parzialmente, la divisione tra ‘Moderni’ (Saint John) e ‘Antichi’ (Saint Andrew).

Parallelamente alla diffusione nelle colonie, l’Arte muratoria si era andata sviluppando anche nell’esercito britannico, sin dal 1732, sotto forma di logge ‘da campo’.

Tali officine erano, anzitutto, itineranti e trasportavano insegne e arredi nelle medesime casse che contenevano le bandiere del reggimento e altri oggetti a uso prettamente militare.

La prima loggia nell’esercito britannico venne fondata nel 1732 nel Reggimento di fanteria Royal Scots, mentre nel 1755 ve ne sarebbero state ben ventinove, quasi tutte autorizzate dalla Gran Loggia d’Irlanda.

Ma la Massoneria si era, del resto, andata a insediare anche negli alti comandi militari e negli altri gradi dell’amministrazione civile e, soprattutto, si era andata mescolando con le giovani logge già istituite nelle colonie, riuscendo così a permeare l’amministrazione, la società e la cultura coloniale, diffondendo pertanto una mentalità, un insieme di valori da cui prendeva sempre più corpo l’idea di una nazione indipendente.

Così, attorno alla loggia Saint Andrew, che si riuniva dal 1752 presso i locali della taverna Green Dragon di Boston, si andavano raccogliendo diverse figure che appartenevano anche a organizzazioni orientate all’indipendenza delle colonie dall’Inghilterra – su tutte, la Sons of Liberty.

Tra i protagonisti di maggiore rilievo si ricordano Paul Revere, John Hancock, Joseph Warren (maestro venerabile della Saint Andrew), James Otis e William Daves.

Oltretutto, tra i promotori del Tea Boston Party del 1773 e tra i numerosi partecipanti dello stesso, nutrita era la componente affiliata alla loggia di Boston.

In seguito all’episodio testé citato, nel 1774 i coloni nord-americani stabilirono di riunirsi nel primo Congresso continentale di Philadelphia, con l’obiettivo di chiudere ogni relazione commerciale con l’Inghilterra; a reggere l’incarico di presidenza di tale Congresso era Peyton Randolph, Gran Maestro Provinciale della Virginia.

Nell’aprile 1775, le tensioni tra le due parti accrebbero e uno scontro armato tra i coloni da una parte e l’esercito inglese dall’altra tramutò una resistenza pressoché episodica in una vera e propria guerra d’indipendenza dalla corona inglese.

Qualche mese più tardi, il secondo Congresso continentale di Philadelphia, sotto la presidenza di Randolph e, successivamente, di John Hancock – membro della Saint Andrew, come visto –, deliberò la formazione di un esercito nominando George Washington, un eminente massone iniziato a Fredericksburg in Virginia nel 1752, comandante in capo.

Una volta ricevuto tale incarico, Washington decise di affidare i distaccamenti autonomi a ufficiali appartenenti alla Massoneria; ciò che tuttavia preme sottolineare è che tutti questi liberi muratori si riunivano regolarmente nelle logge ‘da campo’, che erano simili sia presso i distaccamenti sia presso le truppe.

Le officine dell’esercito costituivano un legame di rara forza per le schiere di soldati della libertà, disordinatamente mescolati tra loro: il semplice combattente che apparteneva alla loggia militare si sentiva fraternamente legato al comandante supremo o ai suoi generali e ufficiali massoni.

Quando nel 1776 il conflitto assunse ormai proporzioni elevate, le fazioni di orientamento massonico più moderate, che ancora prevalevano all’interno del Congresso continentale e che in principio non erano favorevoli a una rottura definitiva con l’Inghilterra, iniziarono a mutare la propria posizione, avvicinandosi agli indipendentisti.

Sicché, d’innanzi alla preponderanza dell’elemento autonomista, il Congresso dispose di nominare un comitato che redigesse una bozza di dichiarazione d’indipendenza, documento che venne ratificato il 4 luglio 1776.

Nel febbraio 1783, il governo britannico proclamò ufficialmente la fine delle ostilità, mentre con il trattato di Parigi del 3 settembre del medesimo anno, venivano riconosciute le colonie ribelli come nazione indipendente: gli Stati Uniti d’America.

Durante la guerra d’indipendenza, la Massoneria aveva svolto un ruolo fondamentale: essa si era servita dell’attività politica e financo rivoluzionaria, aveva trasmesso i suoi valori all’esercito, aveva rappresentato un forte legame con la Massoneria straniera e con i volontari degli eserciti francese e spagnolo; infine, aveva dispiegato gli ideali di libertà, uguaglianza, fratellanza, tolleranza, dando forma e contenuto ai quei princìpi illuministici che si erano sviluppati in Europa sul finire del XVII secolo e che sarebbero perdurati per tutto il XVIII secolo.

La Comunione massonica sarebbe ulteriormente progredita dopo la guerra d’indipendenza: essa divenne inestricabilmente legata alle istituzioni politiche sia per il bene delle logge sia per quello della Nazione.

L’affermazione e la celebrazione dei valori latomistici avrebbero avuto un riverbero considerevole per l’esperienza che avrebbe portato alla creazione di un governo autonomo.

Quattro dei quattordici presidenti del Congresso continentale erano affiliati alla Massoneria, dei nove firmatari già si è scritto, mentre tredici dei trentanove sottoscrittori della Costituzione della Repubblica e trentatré dei settantaquattro generali dell’esercito continentale erano liberi muratori.

La presenza di massoni durante le inaugurazioni di edifici pubblici, religiosi e privati, come la Casa Bianca, il Campidoglio, divenne un fatto abituale; proprio per la fondazione di quest’ultimo, tenutasi il 18 settembre 1793, il presidente George Washington, vestito con le insegne di maestro onorario della sua loggia di appartenenza, era a capo della processione pubblica.

Ma al pari della società americana, anche la Libera Muratorìa recava in sé alcune contraddizioni: nonostante un atteggiamento di costante attenzione verso le ingiustizie sociali, pressoché opposta era l’effettiva posizione dalla Massoneria nella città di Boston, dove i membri negavano l’accesso a uomini che non venivano considerati come loro eguali.

Questa indifferenza fu, invero, una della motivazioni che portò alla nascita della Massoneria Prince Hall.

Prince Hall era un esponente di spicco della comunità afroamericana di Boston che venne iniziato alla Libera Muratorìa insieme a quattordici uomini (anch’essi originari dell’Africa) in una loggia ‘da campo’ – Irish Militia n. 441, riconosciuta dalla Gran Loggia d’Irlanda -, durante l’occupazione inglese della città del Massachusetts, nel 1775.

Terminata la rivoluzione e dopo che il reggimento a cui si riferiva la loggia abbandonò la città, Prince Hall e i suoi confratelli organizzarono (su permesso del maestro venerabile dell’Irish Militia) una propria officina, la African Lodge n. 1, e si rivolsero a Londra per ottenere un riconoscimento, che sarebbe giunto nel 1784.

L’evento ebbe una particolare rilevanza per tutta la comunità afroamericana di Boston che si sentiva meno emarginata da una popolazione bianca, di fatto ancora portata a considerare le persone di colore come schiavi privi di diritti.

Negli anni successivi, Prince Hall si adoperò alacremente per tutta la comunità di cui faceva parte, facendosi promotore dell’istruzione per i bambini di colore e dell’integrazione con la popolazione bianca.

La diffusione della Massoneria tra le comunità afroamericane portò le varie logge che erano sorte negli anni successivi alla creazione dell’African Lodge, a organizzarsi in National Grand Lodge che, successivamente, avrebbe assunto il nome di Prince Hall Grand Lodge e si sarebbe diffusa in numerosi Stati federali[3].

Nel contempo, dopo una prima fase di assestamento, si andava sempre più delineando uno sviluppo dell’Unione in piena armonia con il sorgere di numerose Grandi Logge – una per Stato secondo il principio della ‘giurisdizione territoriale esclusiva’, secondo il quale per ogni territorio di uno Stato doveva esistere una sola Obbedienza massonica.

Ma fu proprio in questo momento di crescita condivisa tra l’Istituzione e la Nazione che si verificò, nel 1826, un episodio che provocò un ripiegamento della Massoneria statunitense.

William Morgan, un tagliapietre della piccola città di Batavia nello Stato di New York, aveva manifestato il desiderio di pubblicare un libro sulla Libera Muratorìa, nella quale fossero racchiusi tutti i rituali, i segni di riconoscimento e i simboli.

Per siffatto motivo, egli entrò in contrasto con i massoni della città, i quali invitarono – attraverso una serie di articoli sul giornale di Batavia, ‘Spirit of the Times’ – Morgan a desistere dal pubblicare il testo.

Peraltro, la tipografia Miller, che prendeva il nome dal proprietario che si era offerto di supportare Morgan nella pubblicazione del testo, fu più volte oggetto di vandalismi da parte di alcuni liberi muratori della città.

In questo clima di tensione, un gruppo di fratelli decise di procedere con l’imprigionamento di Morgan – con la scusa di un indebitamento – onde fargli mutar proposito.

Fu tuttavia immediatamente liberato e condotto dai suoi ‘salvatori’ (nuovamente alcuni massoni di Batavia) verso Fort Niagara, in Canada, dove scomparve in modo inesplicabile.

Prontamente l’opinione pubblica affermò che Morgan era stato assassinato, di conseguenza non solo i rapitori vennero incarcerati, ma soprattutto si scatenò un’accesa opposizione nei confronti della Massoneria, ritenuta responsabile dell’accaduto.

Clericali, battisti, mennoniti, quaccheri istigarono le folle contro la Libera Muratorìa e, quando nel 1827 venne rinvenuto un cadavere presso Fort Niagara, la campagna antimassonica raggiunse il proprio apice.

In realtà, il cadavere non era di Morgan – che peraltro sarebbe ricomparso nel 1831 a Smyrna –, ma di un canadese di Newcastle.

Giornali, sermoni antimassonici, pamphlets – tralasciando appositamente il dettaglio del cadavere rinvenuto, supportati anche dalle dichiarazioni della moglie del tagliapietre e dal tipografo Miller che asserivano che si trattasse di Morgan stesso – resero sensazionale l’episodio, intensificando così la campagna contro la Libera Muratorìa.

Furono avanzate richieste di boicottaggio economico, di dimissioni da ruoli pubblici, proscrizioni da ambienti mondani; insegnanti appartenenti alla Massoneria dovettero abbandonare il proprio incarico, mentre venne richiesto di proibire ogni attività massonica.

Tra il 1828 e il 1829, il movimento antimassonico si diffuse con grande rapidità nello Stato di New York e nei restanti Stati del nord; i legislatori che aderivano a tale corrente tentarono di far promulgare leggi che bandissero la Fratellanza e ne rendessero noti i suoi affiliati.

In occasione delle elezioni per la presidenza della Nazione nel 1832, il movimento antimassonico – che nel 1830 si era organizzato in partito politico, capeggiato dall’ex presidente John Quincy Adams, e che contava alcuni membri alla Camera dei rappresentanti – presentò William Wirt come proprio candidato, in opposizione ai massoni Henry Clay e Andrew Jackson; ma la vittoria di quest’ultimo, che gli valse un secondo mandato, inflisse forse il colpo definitivo al partito che osteggiava la Libera Muratorìa.

L’effetto di siffatto accanimento contro la Massoneria avrebbe comunque prodotto una sensibile riduzione delle logge nel Paese: dalle cinquecento officine attive a New York nel 1825 si passò a settantacinque nel 1835; per diverso tempo, numerose logge sospesero i propri lavori nel Vermont, mentre la Gran Loggia del Rhode Island non fondò logge per quasi trent’anni.

Tuttavia, all’interno dei cambiamenti che gli Stati Uniti vissero tra il secondo mandato di Jackson nel 1832 e la conclusione della guerra civile nel 1865, la Massoneria americana riuscì a riaffermare la propria trasversalità.

A conferire una ‘nuova’ immagine alla Libera Muratorìa furono, in particolare, l’American Temperance Society, l’American Peace Society, l’American Anti-Slavery Society e l’American Home Missonary Society, nuove organizzazioni politiche e sociali tutte di ispirazione massonica.

E nonostante la secessione degli undici Stati del Sud avesse diviso società, famiglie e fratelli, l’Istituzione fu comunque in grado di evitare una profonda divisione al suo interno: pur non essendoci una posizione ufficiale in risposta agli eventi della guerra civile, alcuni massoni manifestarono la loro costernazione e avanzarono proposte di soluzione.

Tale impostazione, del resto, era altresì evidenziata dalla formazione, tra gli eserciti, di circa duecentoventicinque logge ‘militari’ che, al pari di quelle che operarono durante la guerra d’indipendenza, divennero luoghi di rifugio dalla confusione delle battaglie, dove ci si poteva confrontare secondo i valori di uguaglianza e fratellanza.

Conclusa la guerra civile, che aveva fortemente minacciato quanto creato dai padri fondatori nel 1776, anche la Massoneria statunitense poté giovarsi di un clima più mite entrando in un nuovo periodo di prosperità e prestigio.

Nel lasso temporale a cavaliere tra il 1865 e il 1910, periodo di maggiore importanza per la Libera Muratorìa statunitense, l’Istituzione svolse un importante e visibile ruolo nella vita comunitaria: le logge locali al pari delle Grandi Logge venivano invitate alle cerimonie d’inaugurazione di numerosi edifici e luoghi pubblici, come nel caso della Statua della Libertà nel 1884 e del parco nazionale di Yellowstone nel 1903.

Questa preponderante presenza della Massoneria nella vita quotidiana, principalmente pubblica, era – ed è – dovuta all’impostazione della stessa verso il dominio sociale, ambito nel quale la Comunione esplicava principalmente la propria attività.

Del resto, tutte le Grandi Logge disponevano di fondi considerevoli per la beneficenza e la solidarietà: tale disponibilità economica favorì la formazione, all’interno della grande famiglia massonica, di organizzazioni quali The Ancient Arabic Order of the Nobles of the Mystic Shrine che, sorto a New York nel 1870, aveva come obiettivo il sostegno finanziario di ospedali e ricerche mediche.

Il prestigio e l’influenza che la Massoneria ebbe – e ha tuttora – negli Stati Uniti furono – e sono – strettamente legati a quelli della stessa Nazione: la ricerca della felicità va infatti a coincidere con quella della virtù massonica, ovvero con quella dell’uomo che, indipendentemente dalle proprie origini, è riuscito nel suo impegno, nel suo lavoro, a realizzarsi raggiungendo il riconoscimento sociale della virtù.

Per questo motivo, più che per l’altissimo numero di affiliati, la Massoneria degli Stati Uniti d’America occupa il primo posto nel mondo: essa, infatti, attraverso i propri mezzi, manifesta al mondo esterno, non già la sua autorità, ma la sua autorevolezza, riuscendo a mantenere inalterati quei valori primordiali che costituiscono l’ideale iniziatico.

***

Nel leggere questo breve contributo sulla storia della Massoneria statunitense, il lettore avrà potuto apprendere dell’appartenenza alla Libera Muratorìa di alcuni presidenti degli Stati Uniti d’America.

Si tratta di personalità che diedero lustro alla Nazione che governarono e che, parimenti, ebbero – chi più chi meno – ruoli di grande rilievo anche all’interno dell’Istituzione.

Tra coloro che ricoprirono la carica di presidente, quattordici furono iniziati alla Massoneria.

George Washington è sicuramente il primo cittadino americano la cui appartenenza all’Istituzione è stata ampiamente studiata e analizzata.

Come scritto, egli venne iniziato all’Arte muratoria nel 1753 all’età di vent’anni, tuttavia è opportuno evitare interpretazioni forzate: l’appartenenza di Washington alla Comunione faceva probabilmente parte di un insieme di ruoli attesi da una figura della sua statura sociale e politica.

Uomo d’azione, beninteso, ma possibilmente anche di grande apertura mentale che, benché non partecipasse costantemente agli incontri che si effettuavano in loggia, avrebbe sempre manifestato grande rispetto nei confronti della Massoneria, com’è del resto desumibile dalle sue stesse parole:

“Being persuaded that a just application of the principles, on which the Masonic Fraternity is founded, must be promote of private virtue and public prosperity, I shall always be happy to advance the interests of the Society, and to be considered by them as a deserving broche”[4].

Contrariamente alla grande quantità di notizie relative a Washington massone, limitate sono le informazioni concernenti James Monroe, quarto presidente degli Stati Uniti – dal 1817 al 1825.

Le fonti massoniche riferiscono che venne iniziato, nel novembre 1775, apprendista libero muratore nella Williamsburg Lodge n. 6, di Williamsburg in Virginia.

Sicuramente ragguardevole, tra i primi presidenti statunitensi massoni, fu la figura di Andrew Jackson – iniziato nella Harmony Lodge n.1, in Tennessee – che esercitò il proprio ufficio nel periodo di massima tensione tra la Massoneria e il movimento (poi partito) antimassonico.

Attivissimo muratore, egli fu il primo presidente degli Stati Uniti ad aver ricoperto, prima della sua elezione, il ruolo di Gran Maestro di una Gran Loggia, quella del Tennessee, suo Stato d’origine.

Massoni attivi furono anche i presidenti – entrambi appartenenti al partito democratico –James Knox Polk, iniziato nel 1820 alla Columbia Lodge n.1 del Tennessee, Stato di cui fu anche governatore dal 1839 al 1841, e James Buchanan, quindicesimo presidente degli Stati Uniti, iniziato nel 1816 alla Lancaster Lodge n. 43, in Pennsylvania.

Questi, che divenne maestro massone nel 1817, ricoprì peraltro la carica di maestro venerabile nel biennio 1822-1823, mentre nel 1824 venne nominato Deputy Grand Master della Gran Loggia di Pennsylvania.

Secondo fonti massoniche americane, vicino alla Massoneria sarebbe stato anche il presidente Abraham Lincoln, che effettivamente effettuò la domanda per entrare nell’Istituzione, ma che non vi si affiliò mai – anche per l’imminente scoppio della guerra.

E però, egli avrebbe sempre manifestato grande rispetto per la Comunione, riconoscendo l’importanza che essa aveva nel formare e migliorare gli uomini.

Attestata, invece, è l’appartenenza alla Libera Muratorìa del secondo vicepresidente di Lincoln, Andrew Johnson, scelto perché esempio personale di unità fra Nord e Sud.

Egli assunse la carica di presidente in seguito alla morte di Lincoln, tentando subito di riconciliare la parte confederata, senza sottoporla al controllo militare, come al contrario auspicavano i repubblicani radicali.

Johnson era stato iniziato alla Massoneria nel 1851 nella Greeneville Lodge n. 119, in Tennessee, e anch’egli ricoprì la carica di governatore dello Stato da cui proveniva.

Meno rilevante, rispetto ad altri presidenti, fu l’appartenenza massonica di James Abram Garfield, soprattutto per la sua breve e sfortunata esperienza presidenziale.

Dalle esigue informazioni presenti negli archivi della Gran Loggia dell’Ohio, si apprende che Garfield fu iniziato nella Magnolia Lodge n. 20, a Columbus in Ohio nel 1861, raggiungendo tuttavia il grado di maestro nel 1864, in un’altra officina della medesima città, la Columbus Lodge n. 30.

Di maggiore impatto fu, al contrario, l’appartenenza alla Massoneria di William McKinley (presidente tra il 1897 e il 1901).

La Comunione, nel pieno della guerra civile, era ispirata verso l’associazionismo fraterno e solidale, aspetto che l’allora Maggiore McKinley poté verificare di persona, allorquando rimase colpito e affascinato da un medico massone che portò soccorso a prigionieri ribelli.

Malgrado fosse dell’Ohio – di cui sarebbe stato governatore tra il 1892 e il 1896 –, McKinley chiese, nel 1865, di poter entrare nella confederata Hiram Lodge n. 21, a Winchester, in West Virginia.

Energico e dinamico nel vivere la sua appartenenza alla Massoneria, egli si conformò in toto al carattere solidale della stessa, com’è desumibile non solo dalla sua adesione allo Shrine, ma soprattutto dalla sua acuta riflessione sui sentimenti di solidarietà e unione della società di fratellanza che reputava analoghi a quelli che da sempre caratterizzavano il principio di ‘equal citizenship’, per il quale tutti i cittadini sono uguali e godono dei medesimi diritti.

Alla fiducia nel continuo progresso dell’umanità, che già McKinley aveva manifestato, è correlata la totale fedeltà all’ideale di fratellanza della Libera Muratorìa da parte di due presidenti appartenenti alla stessa.

Se per Theodore Roosevelt, iniziato nel 1901 nella Martinecock Lodge n. 806, a Oyster Bay (New York), la scelta di entrare nell’Istituzione fu motivata dal fatto che essa manteneva l’impegno che gli Stati Uniti si erano promessi di realizzare, ossia quello di trattare ogni uomo per il suo valore in quanto Uomo; per William Howard Taft essere massone era un onore, giacché riusciva a percepire la profonda emozione nel riconoscere la sovranità del Creatore e la fratellanza tra gli uomini.

Peraltro, Taft proveniva da una famiglia ove sia il padre sia i fratelli erano liberi muratori e venne iniziato, nel 1909, ‘Mason at sight’[5] dal Gran Maestro della Gran Loggia dell’Ohio, Charles Silser Hoskinson, nella Body of Kilwinning Lodge n. 356 di Cincinnati.

Per quel che concerne, invece, la figura del presidente Warren Gamaliel Harding si ricorderà che questi, iniziato alla Libera Muratoria nel 1901 nella Marion Lodge n. 70, in Ohio, fornì ampio supporto alla diffusione dei club service Rotary e Lions, entrambi fondati da liberi muratori (Paul Harris e Melvin Jones), che combinavano i principi massonici con il sevizio alla comunità.

Tuttavia, il suo ruolo risulta di minor impatto se paragonato agli ultimi tre presidenti degli Stati Uniti che furono iniziati alla Massoneria e che ne furono altissimi e degnissimi rappresentanti: Franklin Delano Roosevelt, Harry Spencer Truman e Gerald Rudolph Ford.

Allorquando venne eletto presidente per la prima volta (1932), Roosevelt era già un massone di lunga data: era stato iniziato nel 1911 nella Holland Lodge n. 8 di New York, dove nel medesimo anno avrebbe ricevuto i gradi di compagno d’arte e maestro.

Peraltro, nel 1934 sarebbe anche stato nominato primo Gran Maestro Onorario dell’Ordine di DeMolay, l’organizzazione giovanile ispirata alla Massoneria.

Ora, pur non essendo possibile affermare a priori un retaggio latomistico nel New Deal, sono quantomeno avvertibili in esso alcuni principi cardine della Libera Muratorìa: uguaglianza, fratellanza, ma soprattutto solidarietà erano valori la cui valenza programmatica avrebbe potuto garantire migliori condizioni sociali e soprattutto una rinnovata fiducia volta a superare la grande depressione; speranza, del resto, che si può evincere dalle parole dello stesso Roosevelt, secondo cui “The only thing we have to fear is fear itself”[6].

Dopo essere divenuto presidente in seguito alla morte del suo predecessore nel 1945, Truman portò avanti la politica economica di Roosevelt attraverso il Fair Deal, sostenendo inoltre i lavori delle Nazioni Unite.

Iniziato nella Belton Lodge n. 450 nel Missouri nel 1908 a ventiquattro anni, venne eletto maestro venerabile della Grandview Lodge n. 618 nel 1911 e, ancora, nel 1917.

Egli seguì le proprie attività massoniche insieme a quelle politiche, venendo eletto senatore nel 1934 e Gran Maestro della Gran Loggia del Missouri, nel 1940.

Oltre a essere anch’egli nominato Gran Maestro Onorario dell’Ordine di DeMolay, ricoprì, durante la sua presidenza, la carica di maestro venerabile della Missouri Research Lodge, ribadendo il suo orgoglio di appartenenza, affermando che il suo più grande onore era di esser stato Gran Maestro e, soprattutto, scrivendo nel 1957, un’opera in quattro volumi, dal titolo 10000 Famous Freemasons, unico esempio di lavoro storico sulla Massoneria di un presidente americano.

Il più recente libero muratore che servì il proprio paese in qualità di presidente fu Gerald Ford.

Egli venne iniziato nel 1949 nella Malta Grand Lodge n. 465 in Michigan, raggiungendo i gradi di compagno e maestro nella Columbia Lodge n. 3 di Washington nel 1951.

Grazie alle parole dello stesso Ford, in occasione di un discorso pronunciato a Alexandria (Virginia), il 17 febbraio 1975, durante una cerimonia al George Washington Masonic National Memorial, è possibile comprendere quanto fosse convinta e appassionata la sua adesione alla Massoneria.

Così il presidente Ford:

“When I took my obligation as a master mason – incidentally, with my three younger brothers – I recalled the value my own father attached to that Order. But I had no idea that I would ever be added to the company of the Father of our Country and 12 other members of the Order who also served as Presidents of the United States. Masonic principles – internal, not external – and our Order’s vision of duty to Country and acceptance of God as a Supreme Being and guiding light have sustained me during my years of Government service. Today especially, the guidelines by which I strive to become an upright man in Masonry give me great personal strength. Masonic precepts can help America retain our inspiring aspirations while adapting to a new age. It is apparent to me that the Supreme Architect has set out the duties each of us has to perform, and I have trusted in His will with the knowledge that my trust is well-founded. […] Let us today rededicate ourselves to new efforts – as Masons and as Americans –. Let us demonstrate our confidence in our beloved Nation and a future that will flow from the glory of the past. When I think of the things right about America, I think of this order with its sense of duty to Country, its esteem for brotherhood and traditional values, its spiritual high principles, and its humble acceptance of God as the Supreme Being. Today we honor our first president, who was also our first masonic president”[7].

Lorenzo Bellei Mussini

Note:

[1] «Noi riteniamo che le seguenti verità siano per se stesse evidenti, che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità».

[2] «Vi sono parecchie logge di Frammassoni erette in questa Provincia, e le persone si sono recentemente divertite nell’ascoltare le congetture che le riguardano, noi riteniamo che il seguente racconto sulla Massoneria di Londra sarà gradito ai nostri lettori». B. Franklin, in «The Pennsylvania Gazzette», n. 108, 8 dicembre 1730.

[3] Vicino alla Massoneria Prince Hall è l’attuale presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Benché non sia possibile stabilire – di fronte alla scarsità di fonti – se l’attuale capo di stato americano appartenga all’Istituzione massonica, è quantomeno interessante coglierne una forte affinità, desumibile dall’articolo «Line of leaders who blazed trail for president Barack H. Obama source from the State of Illinois», all’interno del «Prince Hall Masonic Journal», pubblicazione ufficiale della Prince Hall Grand Lodge dell’Illinois, dove si legge: «It is also a great finding that many of the strongest portions of the tree from wich Obama sprang were, in fact, Prince Hall Masons», in «Prince Hall Masonic Journal», Summer 2014 edition, p. 6.

[4] «Essendo convito che una giusta applicazione dei princìpi, sui quali si fonda la Fratellanza Massoneria, debba essere promotrice della virtù personale e della prosperità pubblica, sarò lieto di sostenere gli interessi della Società, e di esserne considerate un degno fratello» S. Hayden, Washington Masonic Compeers, New York 1867, p. 6.

[5] ‘Mason at sight’ corrisponde a quella che Italia è conosciuta come iniziazione ‘all’orecchio del Gran Maestro’, ovvero nota solo a quest’ultimo.

[6] “L’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”.

[7] “Quando assunsi il mio impegno in qualità di maestro massone – peraltro, insieme ai miei tre fratelli più giovani – ho ricordato i valori che mio padre identificava con l’Ordine. Mai avrei pensato di rientrare nel novero dei Padri della nostra Nazione e di altri dodici membri dell’Ordine che furono anche presidenti degli Stati Uniti. I principi massonici – interiori, non esteriori – e la visione che il nostro Ordine ha del dovere verso la Nazione, nonché l’accettazione di Dio come Essere Supremo e luce guida, mi hanno sostenuto durante i miei anni di servizio al Governo. E specialmente oggi, le linee guida con cui mi sforzo di diventare un uomo probo in Massoneria, mi conferiscono una grande forza personale. I precetti massonici possono aiutare l’America a conservare le nostre aspirazioni più elevate, mentre si adatta a una nuova era. Mi appare evidente che il Supremo Architetto abbia stabilito i compiti che ciascuno di noi deve portare a termine, sicché mi sono affidato alla Sua volontà, consapevole che la mia fiducia è ben riposta. […] Dedichiamoci oggi a nuovi sforzi – come massoni e come americani –. Dimostriamo la nostra fiducia nella nostra amata Nazione e in un futuro che scaturirà dalla gloria del passato. Quando penso alle cose giuste dell’America, penso a quest’Ordine, con il suo senso di dovere verso il Paese la sua stima verso la fratellanza, verso i valori tradizionali, verso i suoi alti principi spirituali e la sua umile accettazione di Dio come Essere Supremo. Oggi onoriamo il nostro primo presidente, che fu anche il primo presidente massone»

http://www.cartalibera.it/2015/07/28/br ... tunitense/



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 25 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
Oggi è 08/05/2024, 14:08
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org