15/01/2013, 20:06
22/01/2013, 15:01
22/01/2013, 15:52
Messaggio di Thethirdeye
Girate questo articolo ai vostri amici, ai vostri parenti, ai vostri conoscenti.....
Il Professor Monti e i suoi seguaci (che di economia non capiscono un'acca)
pensano ci sia un'unica via percorribile... e continuano imperterriti nella
manipolazione delle masse tramite mainstream.
Fortunatamente, la realtà è totalmente diversa da come la dipingono loro.
Divulgate gente... prima che le strade delle nostre città,
si trasformino in aree urbane dove la guerra civile sarà il pane quotidiano.
L'articolo è di Alberto Quadrio Curzio
http://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Quadrio_Curzio
[b]Perché con un rapporto debito/Pil al 236% il Giappone
spende e spande mentre l'Italia va giù a colpi di austerity?[/b]
di Vito Lops con un articolo di Alberto Quadrio Curzio
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AbdBNSKH
Il Giappone ha il 236% del debito/Pil e un deficit/Pil al 10%. Numeri che farebbero impallidire Angela Merkel, i trattati di Maastricht, Lisbona e compagnia bella. E cosa fa il premier Shinzo Abe? Ha annunciato poche ore fa un ulteriore piano espasione della spesa pubblica (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbZJ7PKH) con un primo intervento da 85 miliardi di euro. Insomma, del mantra europeo dell' austerity dalle parti di Tokyo non c'è neanche l'ombra.
Ma come mai il Giappone - che resta la terza economia del pianeta e può esibire un tasso di disoccupazione del 4,5% contro l'11% europeo - può permettersi di far galoppare la spesa pubblica pur convinvendo da tempo con parametri di indebitamento molto simili a quelli della Grecia? Non solo: lo stesso plurindebitato Giappone può permettersi di finanziare il debito pubblico americano (facendo carry trade, ovvero pagando interessi inferiori all'1% su titoli a 10 anni ai detentori dei titoli nipponici e ricevendo quasi il 2% dal Tesoro Usa) e quello europeo (il Giappone si è detto pronto ad acquistare titoli emessi dal Fondo salva-StatiEsm http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... fromSearch). Come mai?
Perché rispetto alla Grecia, o a un qualunque Paese dell'Eurozona, ha almeno due cartucce in più da giocare: la possibilità di stampare moneta della Bank of Japan e la protezione del debito pubblico da parte dei cittadini e degli investitori interni che ne detengono la quasi totalità.
Della possibilità di stampare moneta e quindi del ruolo di prestatore di ultima istanza da parte della Bank of Japan (facoltà condivisa, tra le varie, con la Federal Reserve statunitense, la Bank of England e la Banca centrale svizzera) si è più volte parlato. Così come si è parlato del fatto che la Banca centrale europea non contempla questa possibilità, nonostante abbia attuato nel corso del 2012 misure ibride di intervento come lo scudo anti-spread (che agisce sul mercato secondario) o l'attivazione del fondo Esm (che può tecnicamente acquistare titoli di Stato sul mercato primario qualora un Paese chieda esplicitamente aiuto).
Il principale rischio per un Paese dove la rispettiva Banca centrale stampi moneta all'occorrenza per sostenere la crescita (come peraltro la Federal Reserve ha già fatto tre volte dopo il collasso di Lehman Brothers annunciando tre piani di quantitative easing) è di alimentare potenzialmente l'inflazione.
Anche se non è un'equazione scontata. Ad esempio negli Stati Uniti dal 2008, dopo tre piani di allentamento monetario (l'ultimo dei quali prevede che la Fed stampi 40 miliardi di dollari al mese per un periodo indefinito), l'inflazione non è andata oltre il 3,8% del 2008 (favorendo peraltro una ristrutturazione gratuita del mastodontico debito pubblico americano, oltre 16mila miliardi di dollari) dato che i tassi nominali che il governo Usa paga sui titoli a 10 anni sono inferiori al 2%.
Che non sia un'equazione scontata lo dimostra anche quando accade in Giappone, dove da tempo la Banca centrale persegue politiche di allentamento monetario, vive paradossalmente con lo spettro della deflazione (dal 1997 al 2011 i prezzi sono scesi dello 0,08% secondo dati Eurostat).
E veniamo all'altra arma su cui il Giappone plurindebitato può contare rispetto a un Paese dell'area euro: il debito pubblico è detenuto quasi totalmente al suo interno. Questa dinamica offre il fianco a due vantaggi: 1) è tecnicamente inattaccabile dalla speculazione di investitori stranieri; 2) permette ai cittadini di vivere in uno strano, ma potenzialmente armonioso, equilibrio in cui siano loro stessi attraverso i propri risparmi investiti a finanziare la spesa pubblica. Ovviamente, non ci sono solo pro. Tra gli aspetti negativi dell'enorme "debito pubblico interno" del Giappone c'è la minor liquidità rispetto a un debito aperto a una platea più variegata di investitori. E, soprattutto, su questo debito incombe una spada di Damocle: la demografia. La gran parte della ricchezza dei risparmiatori giapponesi investita nel debito interno è in mano a baby boomers, coloro che sono nati tra gli anni '40 e '60, molti dei quali sono prossimi alla pensione: momento in cui - come ricorda Zingales - smetteranno di risparmiare e inizieranno a spendere. E, a quel punto, il debito giapponese potrebbe aprisi agli investitori internazionali che, a fronte di un debito pubblico pari al 236% del Pil, potrebbero chiedere un interesse maggiore rispetto allo 0,82% pagato attualmente. Mettendo a repentaglio la sostenibilità del debito.
E questo ragionamento ci porta a quello che sta accadendo adesso in Italia. Lo spread tra BTp e Bund è letteralmente crollato da luglio (quando il governatore della Bce Mario Draghi ha lanciato lo scudo anti-spread) passado da un picco di 538 a un minimo a 236. Secondo le ultime stime degli addetti ai lavori, dallo scorso novembre il flusso degli investitmenti esteri sul debito pubblico - che durante la crisi, stando ai dati Bankitaila, è calato dal picco del giugno 2011 a quota 813 miliardi fino ai 671 di ottobre 2012 - è stato positivo.
Un dato che si sposa con le dichiarazioni di rinnovata fiducia degli investitori stranieri sull'Eurozona e sul debito italiano (fra cui quella di Pimco, il maggior gestore al mondo di fondi obbligazionari, che a novembre ha annunciato di vendere titoli francesi e tedeschi rimpiazzandoli con quelli italiani e spagnoli). I mercati provano ad anticipare la ripresa economica che potrebbe esserci a partire dal 2014 mentre nel frattempo i dati del 2012 sono negativi (oggi l'Ocse ha pubblicato il Pil del terzo trimestre con Italia maglia nera d'Europa a -0,2%)
22/01/2013, 16:27
27/01/2013, 19:02
ubatuba ha scritto:
Qual e' il vero obiettivo delle politiche di austerità? Solo in Italia l’applicazione del Fiscal Compact costerebbe una manovra di 45 miliardi di euro l’anno. I tecnocratici non sono impreparati: e' un piano deliberato. Distruggere, prima di costruire l'Europa Stato. L'opinione di Giuseppe Cirillo
ROMA (WSI) - Al nono giorno consecutivo di sciopero della metropolitana, il governo ha disposto una legge di emergenza che obbliga i lavoratori a tornare al lavoro. I lavoratori con coraggio hanno continuato anche stamattina la loro mobilitazione, di conseguenza la polizia è intervenuta scontrandosi con gli scioperanti, arrestandone dieci e ferendo una donna. Non è chiaro se oggi la metro tornerà a funzionare anche perché è stato indetto uno sciopero dei trasporti e delle ferrovie.
Ormai la tensione in Grecia è in un crescendo continuo e i lavoratori non hanno paura di continuare anche a costo della galera la loro battaglia contro uno stato ostaggio dei diktat degli usurai internazionali. Ma questo è solo uno dei tanti episodi di ribellione e intolleranza che stanno colpendo la disastrata Grecia. Domenica scorsa ci fu un attentato esplosivo rivendicato dagli anarchici in un centro commerciale che provocò due feriti e ancora prima furono spati colpi di kalashnikov verso la sede del partito Nuova Democrazia, leader della coalizione di governo. E in tutta questa tensione si aggiunge la costante crescita dei partiti di estrema sinistra e di estrema destra e l’aumento di casi di violenze a sfondo razziale. Il partito neonazista Alba Dorata, protagonista di queste violenze, è ora dato al 10%, un dato enorme considerando che il partito fino a pochi anni fa non superava l’1%.
Ma che paese è la Grecia dopo queste politiche di austerità? E’ un paese con debito al 152%, in continua crescita, con una liquidità dipendente dalle tranche di aiuti internazionali, con una recessione di 4,5 punti del Pil e con una disoccupazione esplosa al 26% e che potrebbe toccare il 30% nel 2013, cioè una persona su tre senza lavoro.
La Grecia è entrata in un vortice dove l’impossibilità di rivolgersi ai mercati per finanziarsi provoca la richiesta di aiuti all’Europa e al FMI, che a loro volta per concederli richiedono l’austerità, che a sua volta provoca la recessione che implica il conseguente peggioramento dei conti pubblici e quindi una crescita del debito e la richiesta di nuovi aiuti e via dicendo. Una spirale distruttiva che sta cancellando la nazione greca e che attirerà nel suo vortice, come un buco nero, tutto i paesi europei che si sono indebitati per aiutarla, che a loro volta sono agli inizi di questa spirale.
La mia domanda è questa: possibile che i preparatissimi tecnici ed economisti europei e internazionali non capiscano l’elementare regola che l’austerità durante una crisi economica non può che portare una crisi sempre più grave? E’ come provare a spegnere un’incendio buttandoci benzina al posto dell’acqua. L’antidoto naturale alle crisi è una politica di rilancio economico non il contrario. Però possiamo concedere loro, che essendo la Grecia la prima nazione ad essere entrata nella crisi dei debiti sovrani, si sia attuata una politica sbagliata.
Ma possibile che la stessa politica economica dopo aver visto i risultati economici disastrosi che portava in Grecia, sia stata replicata egualmente in Portogallo, Spagna, Italia, Francia e presto anche in Germania? E i risultati non sono stati differenti, dato che tutti paesi colpiti dalle manovre di austerità hanno peggiorato gravemente la loro crisi economica.
Parliamo anche del Fiscal Compact, un accordo dove i paesi con debiti superiori al 60% si impegnano a diminuire il loro debito 1/20 ogni anno. E rendiamoci conto che, nel caso dell’Italia, anche solo ipotizzando di rimanere in stagnazione (quando invece sicuramente saremo in recessione), l’applicazione del Fiscal Compact ci costerebbe una manovra di 45 miliardi di euro l’anno; una tassa pesante come l’IMU ha portato "solo" 30 miliardi. Una manovra di tale portata sarebbe insostenibile. Quindi la mia domanda finale è: possibile che una politica tanto scellerata sia stata fatta solo per incapacità?
La mia personalissima opinione è che, la distruzione dell’economie nazionali e l’espropriazione della sovranità nazionale da parte degli organismi comunitari siano un piano deliberato, per la creazione dell’Europa Stato. E ai tecnocrati e banchieri non importa se questo porterà le macerie in Europa, perché loro credono sicuramente che bisogna distruggere, prima di costruire. Questa non è una tesi complottistica come possono pensare alcuni, ma è un legittimo dubbio sul fatto che persone intelligenti e preparate come i tecnocrati e i banchieri europei non si rendano conto delle conseguenze delle politiche economiche di austerità e sia tutto frutto della loro incapacità. Mi dispiace ma io non ci credo.
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Hescaton - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta
http://www.wallstreetitalia.com/article ... ciale.aspx
ma tutti questi sacrifici x cosa e x chi,oramia la situazione economica greca e'insostenibile,ulteriori sacrifici li farebbero ritornare al medioevo,forse gia' ci sono.....
27/01/2013, 22:16
15/05/2013, 00:55
22/06/2013, 04:02
27/08/2013, 13:00
27/08/2013, 17:55
31/08/2013, 16:43
07/10/2014, 07:01
07/10/2014, 10:16
Messaggio di Thethirdeye
Girate questo articolo ai vostri amici, ai vostri parenti, ai vostri conoscenti.....
Il Professor Monti e i suoi seguaci (che di economia non capiscono un'acca)
pensano ci sia un'unica via percorribile... e continuano imperterriti nella
manipolazione delle masse tramite mainstream.
Fortunatamente, la realtà è totalmente diversa da come la dipingono loro.
Divulgate gente... prima che le strade delle nostre città,
si trasformino in aree urbane dove la guerra civile sarà il pane quotidiano.
L'articolo è di Alberto Quadrio Curzio
http://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Quadrio_Curzio
[b]Perché con un rapporto debito/Pil al 236% il Giappone
spende e spande mentre l'Italia va giù a colpi di austerity?[/b]
di Vito Lops con un articolo di Alberto Quadrio Curzio
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza- ... d=AbdBNSKH
[i]Il Giappone ha il 236% del debito/Pil e un deficit/Pil al 10%. Numeri che farebbero impallidire Angela Merkel, i trattati di Maastricht, Lisbona e compagnia bella. E cosa fa il premier Shinzo Abe? Ha annunciato poche ore fa un ulteriore piano espasione della spesa pubblica (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbZJ7PKH) con un primo intervento da 85 miliardi di euro. Insomma, del mantra europeo dell' austerity dalle parti di Tokyo non c'è neanche l'ombra.
Ma come mai il Giappone - che resta la terza economia del pianeta e può esibire un tasso di disoccupazione del 4,5% contro l'11% europeo - può permettersi di far galoppare la spesa pubblica pur convinvendo da tempo con parametri di indebitamento molto simili a quelli della Grecia? Non solo: lo stesso plurindebitato Giappone può permettersi di finanziare il debito pubblico americano (facendo carry trade, ovvero pagando interessi inferiori all'1% su titoli a 10 anni ai detentori dei titoli nipponici e ricevendo quasi il 2% dal Tesoro Usa) e quello europeo (il Giappone si è detto pronto ad acquistare titoli emessi dal Fondo salva-StatiEsm http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... fromSearch). Come mai?
Perché rispetto alla Grecia, o a un qualunque Paese dell'Eurozona, ha almeno due cartucce in più da giocare: la possibilità di stampare moneta della Bank of Japan e la protezione del debito pubblico da parte dei cittadini e degli investitori interni che ne detengono la quasi totalità.
07/10/2014, 12:43