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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 21/11/2015, 16:37 
Thethirdeye ha scritto:
Un'analisi economica spettacolare.
Come dargli torto? [8)]

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Io infatti sono solidale con chiunque ha una piccola attività e quando non mi rilasciano lo scontrino, anche abitualmente, non batto ciglio.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 21/11/2015, 17:25 
Le imprese private con almeno un dipendente nel 2014 erano 1.612.050 con un calo del 2,89% sul 2013 e oltre 109.000 unità in meno sul 2012 (-6,3%). Lo si legge nell’Osservatorio sulle imprese dell’Inps.-------- [:287] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 21/11/2015, 18:03 
MaxpoweR ha scritto:
cinesi soprattutto, sono gli unici che non falliscono.
Dalle mie parti hanno aperto un maxi store di un HA (10mila mq) circa. boh

Non falliscono no........ non pagano tasse e riciclano denaro sporco.
Perchè dovrebbero fallire? [:D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 05/01/2016, 20:00 
Cita:
La vertenza alla Saeco infiamma Bologna La crisi della fabbrica del caffè simbolo di un Paese a due velocità La Philips vuole spostare il montaggio in Romania e tenere il commerciale in Emilia. I commercianti di Gaggio, come nella Torino anni 80, hanno abbassato le saracinesche] La vertenza alla Saeco infiamma Bologna
La crisi della fabbrica del caffè simbolo di un Paese a due velocità
La Philips vuole spostare il montaggio in Romania e tenere il commerciale in Emilia. I commercianti di Gaggio, come nella Torino anni 80, hanno abbassato le saracinesche

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Nonostante il rischio neve anche stanotte gli operai della Saeco di Gaggio Montano, grazie alla roulotte prestata dalla Protezione Civile, hanno tenuto fermo il presidio h24 della fabbrica contro i 250 licenziamenti decisi dai proprietari olandesi della Philips. La vertenza è iniziata a fine novembre e continua ad avere un impatto molto forte sul clima politico-sindacale di Bologna, distante solo 50 chilometri. Si sono inerpicati fino all’Appennino sia il sindaco Virginio Merola sia il neo-arcivescovo Matteo Maria Zuppi e il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha trascorso nello stabilimento l’ultimo dell’anno. E nella conferenza stampa del 29 dicembre anche Matteo Renzi ha fatto un velocissimo accenno al caso.

L’impianto della Saeco di Gaggio fa macchine domestiche per il caffè, dà lavoro da sempre a 550 dipendenti e la Philips è subentrata dal 2009 a un fondo francese di private equity. Gli olandesi dopo anni di produzione a singhiozzo, con tanta cassa integrazione, sono giunti alla conclusione che è meglio lasciare in Emilia ideazione e commerciale e portare il montaggio in Romania. Nel settore degli elettrodomestici quella della Saeco non è la prima vertenza dura degli ultimi anni, basta ricordare i casi Electrolux e Whirlpool, a confronto di lavatrici e frigoriferi però l’assemblaggio delle macchine del caffè è una lavorazione a minor valore aggiunto e pertanto la differenza del costo del lavoro pesa ancora di più.

Ma i licenziamenti della Saeco nella stagione della ripresa e del Pil che dovrebbe cominciare a correre ci raccontano il lato amaro di questa stagione dell’industria italiana. La ripartenza, quando si sarà manifestata anche più robusta di come appare oggi, non sarà una sanatoria, non impedirà un’ulteriore scrematura dell’apparato industriale italiano con quello che ne consegue in esuberi, chiusure e vertenze. Non è entusiasmante sottolinearlo, ma tra tante imprese-lepri che sfondano nell’export ce ne sono altrettante - e forse di più - che non hanno saputo reagire ai mutamenti dei mercati. E un giorno o l’altro dovranno saldare il conto con le loro inefficienze e le loro pigrizie.

Come detto il caso Saeco a Bologna fa discutere animatamente. Capita così che i politici locali si improvvisino esperti di politica industriale e lancino fantasiose ipotesi alternative, succede anche che la Fiom locale per una volta vada d’accordissimo con il ministro (bolognese) Federica Guidi e le manifestazioni di sostegno da novembre ad oggi non hanno avuto cali di tensione. In città caso mai c’è qualcuno che maliziosamente mette a confronto la visibilità della vertenza Saeco con il pudore che avvolge il caso Coop Costruzioni, 300 lavoratori senza lavoro per il crac dell’azienda che hanno ottenuto in zona Cesarini un anno di cassa integrazione. Comunque mentre Bologna, dopo i successi di attrazione del Suv Lamborghini e dell’impianto Philip Morris, si candidava a insidiare Milano come hub delle multinazionali in Italia, gli olandesi della Philips stanno guastando la festa.

Nei rapporti con il ministero dello Sviluppo economico finora sono stati arroganti, non hanno prodotto motivazioni e numeri certi e così in Emilia sono diventati il diavolo. Il governatore Bonaccini si è spinto addirittura a minacciare ritorsioni contro gli stranieri che vengono in Italia a depredarci dei nostri marchi. In realtà l’avvento delle cialde pronte ha rivoluzionato il mercato e sono entrati in gioco direttamente i grandi brand del caffè e comunque il confronto con i concorrenti della De Longhi è impietoso. I veneti producono un milione di pezzi l’anno e vanno a gonfie vele, Saeco solo centomila e hanno problemi enormi di produttività ed efficienza. A Gaggio c’è un’altra azienda del gruppo che fa i grandi distributori automatici di caffè - quelli da ufficio - e va bene perché il prodotto è più complesso, l’investimento negli impianti fissi più consistente e non si può delocalizzare in quattro e quattr’otto.

Vedremo come andrà a finire una vertenza che ha il sapore delle «eroiche battaglie» del sindacalismo del ‘900 e sulla quale la politica bolognese ha messo la faccia. A Gaggio, sull’Appennino a 700 metri di altitudine, un abitante su due deve il suo reddito alla Saeco e i commercianti, come nella Torino anni ‘80, hanno abbassato le saracinesche in segno di solidarietà con gli operai e aspettano notizie da Roma. Dopo la Befana al ministero la Philips dovrà uscire allo scoperto, si capirà qualcosa di più e dovrebbe iniziare una vera trattativa. Nessuno al tavolo potrà dimenticare che un operaio rumeno costa quasi la metà di un italiano ma nei casi Electrolux e Whirlpool, pur differenti, alla fine una mediazione s’è trovata. C’è da sperare che sia onorevole.


http://www.corriere.it/economia/16_genn ... fc1c.shtml


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 28/06/2016, 18:32 
Non paghi tre rate e la banca si prende il capannone (senza passare dal Giudice)

Guarda su youtube.com



Vai Matteo.... continua così, che vai bene.....



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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 28/06/2016, 20:28 
Facessero tutti come questo uomo, vorrei vedere se alla scadenza della terza rata le banche pignorano ancora.



Banca gli pignora la casa e lui la demolisce, riconsegnando personalmente le macerie

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Fatto bizzarro quello capitato in Bulgaria qualche tempo fa, quando un uomo che abitava a Lovech si è visto pignorare la casa perchè non riusciva più a pagare le rate del suo mutuo.

Non è certo un pignoramento il fatto strano purtroppo di questi tempi, ma sapete allora cosa ha pensato di fare il protagonista di questa storia insieme alla sua famiglia? Consci del fatto che il terreno sarebbe rimasto loro (non era coperto da mutuo quello), mentre sarebbe stata espropriata soltanto la casa, hanno messo insieme gli ultimi soldi disponibili per farla demolire e prendere a noleggio un camion dove caricarci sopra le macerie.


Il camion ha dovuto fare un viaggio verso Nord per arrivare fino alla filiale della banca, sita nella località di Teteven. A quel punto nel grosso spiazzo antistante la banca, il mutuatario ha scaricato tutte le macerie della sua casa precedentemente demolita davanti agli occhi increduli degli impiegati e poi, come se nulla fosse, è entrato nell’ufficio dove ha voluto consegnare personalmente e direttamente al direttore le chiavi della sua ex “casa”.

La storia fa morire dal ridere, ma dietro nasconde una tragedia enorme, di quelle che non si vivono solo in Italia, ma in tutto il Mondo: il direttore della banca aveva una settimana prima chiuso ogni spiraglio al mutuatario (non si potevano fare eccezioni nonostante le tante lacrime versate dalla famiglia di Lovech), intimandogli di sgombrare la casa entro 7 giorni. In fondo il mutuatario, a modo suo, ha rispettato il dettame della banca, mostrando coraggio e determinazione.

Ha commesso un reato da condannare è vero, ma se tutti avessimo preso esempio dalla sua grinta (ovviamente seguendo altre strade, solo quelle legali!), difficilmente avremmo permesso al mondo della Finanza ed a quello della Politica di ridurre in questo stato le condizioni economiche dei cittadini del Mondo Occidentale negli ultimi 30 anni.

Giancarlo Sali

http://www.mercati24.com/banca-gli-pign ... demolisce/



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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 29/06/2016, 14:30 
è da un pò che gira questa notizia ne avevo già sentito parlare tempo (un anno? Due? non so) fa



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 02/08/2016, 19:08 
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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 02/03/2017, 13:38 
Imprese ostaggio delle banche grazie a Renzi-Padoan
http://www.beppegrillo.it/2017/03/impre ... adoan.html

di Elio Lannuti, Presidente Adusbef

I gravissimi danni inferti dal governo Renzi-Padoan a risparmiatori espropriati col bail-in, alle famiglie saccheggiate, alle imprese con i conti in rosso taglieggiate, si manifestano tangibilmente in questi giorni dopo il ripristino dell’anatocismo bancario, una odiosa pratica di ricapitalizzare gli interessi, che era stata debellata in Cassazione e Corte Costituzionale dopo 20 anni di battaglie giudiziarie dell’Adusbef, recepita nel 2013 dall'art. 1, comma 629, della legge n. 147/2013,che modificando l'art. 120 TUB (Testo Unico Bancario), aveva reso illegittima a decorrere dal 1/1/2014, ogni prassi anatocistica nei rapporti bancari, vietando l'addebito di interessi anatocistici passivi.

La pratica di far pagare gli interessi sugli interessi, adottata dagli istituti di credito per oltre mezzo secolo, espressamente vietata dal legislatore dal 1 gennaio 2014, è diventata a tutti gli effetti consentita su base annua, da un emendamento del 7 aprile 2016, approvato al Senato dalla maggioranza di Governo con il decreto di riforma delle banche di credito cooperativo e dalla delibera 343 del Comitato interministeriale credito e risparmio, organismo presieduto dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, varata il 3 agosto 2016, in attuazione dell’articolo 120 del Testo unico bancario (Tub), che accoglie l’articolo 17-bis del decreto legge 14 febbraio 2016.

L’odiosa prassi anatocistica, consente di conteggiare al 31 dicembre di ogni anno, gli interessi passivi maturati su un prestito o un fido, dando la possibilità al debitore, di corrispondere quegli interessi maturati entro 60 giorni, quindi entro il mese di febbraio, oppure di autorizzare l’addebito sul proprio conto corrente, con gli interessi che si aggiungeranno al capitale, dando luogo alla capitalizzazione con decorrenza primo marzo successivo (alla scadenza del termine massimo di 60 giorni), con la maturazione di interessi sugli interessi e successivi interessi di mora.

Come se non bastasse la revoca dei fidi con un preavviso di 24 ore, ed il credit crunch, la restrizione del credito, che ha sottratto circa 100 miliardi di credito alle PMI (piccole e medie imprese negli ultimi 5 anni), imprenditori vessati e taglieggiati dalle banche, hanno ricevuto in questi giorni ‘pizzini’ ed intimazioni di pagare tali interessi ricapitalizzati, per evitare spiacevoli incomprensioni, in virtù del ripristino dell’anatocismo bancario, pagando l’annualità in unica soluzione entro il 1.3.2017, il cui: “mancato addebito degli interessi potrebbe portare al recupero legale degli stessi, alla sospensione o revoca degli affidamenti, al blocco dei conti correnti”.

L’estratto di una mail, analoga ad altre del sistema, recapitata da una primaria banca alle imprese:

Cita:
“messaggio in circolarità- Buon giorno a tutti. SI RICORDA CHE IL 1 MARZO 2017 vengono addebitati gli interessi debitori relativi al trimestre 1 ottobre - 31 dicembre 2016. l'importo dell'addebito è rilevabile dagli estratti conti e dagli estratti conti a scalare inviati il 31 12 2016 contraddistinti dalla voce interessi con due asterischi. VI INVITIAMO PERTANTO A PROVVEDERE PER TEMPO ALLA COPERTURA.P.S.
SI RICORDA A TUTTI COLORO CHE NON HANNO RESTITUITO L'AUTORIZZAZIONE ALL'ADDEBITO DEGLI INTERESSI INVIATAVI IL 31 12 2016. Che gli interessi non possono essere addebitati senza l'autorizzazione, PERTANTO a partire dal 1 3 2017 DECORRONO GLI INTERESSI DI MORA.
IL MANCATO ADDEBITO DEGLI INTERESSI POTREBBE PORTARE AL RECUPERO LEGALE DEGLI STESSI ED ALLA SOSPENSIONE/REVOCA DEGLI AFFIDAMENTI/ BLOCCO DEL CONTO CORRENTE.
tanto si ricorda per evitare spiacevoli incomprensioni. cordiali saluti. Centro Imprese”.


Bankitalia, Mef e Governo, consentono alle banche di pretendere gli interessi capitalizzati e gli interessi di mora a partire da mercoledì p.v. 1 marzo 2017, in virtù del ripristino dell’anatocismo, dichiarato illegittimo da 20 anni di battaglie giudiziarie di Adusbef, ma vietano alle stesse imprese affidate, che avevano subito trattenute anatocistiche illegali, dal 2014 al 2016 in virtù della Legge n. 147/2013, il diritto alla restituzione o compensazione, di circa 7 miliardi di euro, stimati nel triennio. Come di consueto, due pesi e due misure: di estremo favore alle banche, di ordinarie ed illegali vessazioni e fortissime penalizzazioni, agli utenti ed alle imprese che hanno i conti in rosso.

Adusbef, che offrirà assistenza legale alle imprese minacciate e ricattate dalle banche con il concorso e la contiguità di Bankitalia, che avrebbe il dovere ai sensi dell’art. 128 ter del Testo Unico Bancario di ordinare la restituzione delle somme indebitamente percepite nel triennio 2014-2015-2016 e di adottare altri comportamenti conseguenti, compresi i calcoli compensativi, invita a non subire ricatti da tali comportamenti vessatori, illeciti, odiosi abusi ed ordinari soprusi intollerabili, che saranno denunciati per l’ennesima volta alle competenti Procure della Repubblica, per gli evidenti rilievi penali.

Il sistema bancario è solido, il mantra degli ultimi decenni di Bankitalia e Mef, per giustificare gli elevati tassi di interesse sui mutui più alti d’Europa, ed i costi annui di gestione dei conti correnti, pari in Italia a 318 euro, contro 114 della media UE. Oltre alla frottola di un sistema bancario pieno di buchi, spacciato per ‘stabile e solido’ dalla narrazione ingannevole della Banca d’Italia, Abi e Mef, che ha messo sul lastrico 130.000 famiglie di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara espropriate dallo Stato (le prime tre regalate da Bankitalia ad Ubi Banca al costo di 1 euro, con una dotazione fiscale di 600 milioni di euro), il dramma di 210.000 famiglie azzerate di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, con l’intera Regione Veneto in ginocchio, il decreto che regala 20 miliardi di euro per salvare MPS ed altre banche dal crac, questa ennesima beffa ed intollerabile sopruso a danno delle imprese, deve essere penalmente sanzionato.



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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 02/03/2017, 13:48 
Dovremmo prendere esempio dagli Usa e non dalla Ue......
Cita:

La riforma fiscale Usa. Solo tre aliquote e tasse al 15 per cento per le imprese
Attesa per la presentazione del più «fenomenale» piano fiscale dai tempi di Reagan. Spazio agli incentivi per le aziende che investono. I critici: «Ma così il deficit esploderà»


https://www.avvenire.it/mondo/pagine/tassetrump



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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 07/10/2017, 21:57 
Cita:
Scomparsi artigiani e commercianti: -500mila in 10 anni


Dal 2008 ad oggi sono 'scomparsi' circa 514mila tra commercianti, artigiani, lavoratori in proprio ed altri professionisti. L'8,7% in meno mentre sembra peggiorare anche la prospettiva per il futuro: nel secondo trimestre 2017 i lavoratori indipendenti sono già a quota 5.363.000, in calo di ulteriori 84mila unità rispetto allo scorso anno. A lanciare l’allarme sul crollo del lavoro indipendente è Confesercenti, che a partire dai dati Istat ne ha tracciato la dinamica seguita nel decennio della crisi.

Un 'crollo' quello dei lavoratori indipendenti che, dice ancora lo studio della Confesercenti, "annulla di fatto anche la ripresa registrata dai lavoratori dipendenti nello stesso periodo". L'occupazione alle dipendenze, infatti, dopo lo shock iniziale, inverte la tendenza già dal 2011, con un rafforzamento della ripresa a partire dal 2014.

La scomparsa di artigiani e commercianti inoltre, si legge ancora, travolge praticamente ogni tipo di profilo professionale: calano i titolari di attività imprenditoriali in senso stretto, -10mila, per una flessione del 3,2%; più che decimati, 453mila in meno il -12,7%, anche i lavoratori in proprio, sia con dipendenti che senza. Ma "dall'apocalisse del lavoro indipendente" non si salvano nemmeno i coadiuvanti familiari, che si riducono di oltre il 21% per circa 84mila posti in meno rispetto al periodo precedente alla crisi.

Crescono invece, ma appena di 34mila unità, pari ad una variazione del 2%, le altre categorie: liberi professionisti, soci di cooperativa e collaboratori. ''Dai dati emerge con chiarezza la situazione di crisi in cui si trova ancora gran parte del tessuto imprenditoriale italiano. Una crisi così forte da annullare gli ottimi progressi ottenuti sul fronte dell'occupazione dipendente'', commenta Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti.

''Ditte individuali, piccoli imprenditori e lavoratori in proprio hanno sempre caratterizzato fortemente la nostra economia e, nonostante il calo, gli indipendenti costituiscono ancora circa un terzo (30,3%, era il 34,1% nel 2008) del lavoro italiano, responsabile del 20% circa del nostro Pil. Nonostante l'evidente importanza 'sistemica' degli indipendenti, però, si registra la mancanza di un piano di intervento per il loro rilancio occupazionale: sono forse figli di un dio minore", prosegue Bussoni deluso anche dal JobsAct, il più importante intervento sul lavoro degli ultimi due anni, "che li ha esclusi".

"Eppure - aggiunge- ci sono migliaia di lavoratori indipendenti che hanno interrotto nel corso di questi anni le loro attività e non hanno potuto contare su alcuna forma di protezione sociale e di sussidio contro il rischio della disoccupazione. Una crisi nella crisi, rimasta costantemente nell'ombra, offuscata dai successi ottenuti sul campo dell'occupazione dipendente grazie ad uno straordinario impegno normativo, culminato proprio con JobsAct e decontribuzione''.

Per questo Confesercenti rinnova la richiesta al governo di "un JobsAct" anche per loro. La proposta è quella di creare un Testo Unico del Lavoro Indipendente, che preveda una tassazione e contribuzione agevolata per i primi 3 anni di attività delle nuove imprese, tutele del reddito in caso di inattività temporanea o di cessazione di attività per crisi di mercato oltre "ad uno sforzo in più" per la formazione continua perché, conclude, "chi si improvvisa dura poco".




http://www.adnkronos.com/soldi/economia ... 5TpfP.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 30/05/2018, 14:45 
Cita:


Addio Melegatti, fallisce la storica società del pandoro


Niente da fare per Melegatti, la storica aziende veronese produttrice del pandoro. Il Tribunale di Verona ha dichiarato il fallimento della Melegatti e della controllata “Nuova Marelli” di San Martino Buon Albergo.

Un finale amaro dunque per la storica azienda dolciaria. I giudici hanno accolto l’istanza presentata venerdì dal pm Alberto Sergio, constatata la pesante situazione debitoria della società. I dipendenti dell’azienda, tra diretti e lavoratori stagionali, sono 350.

Un fallimento atteso, tanto che i lavoratori con un’inserzione a pagamento sul quotidiano L’Arena di ieri hanno lanciato un appello chiedendo di separare il giudizio sulle responsabilità degli amministratori da quella delle famiglie di lavoratori, anche perché da un anno c’è un interesse da parte del fondo americano D.E. Shaw & C. che ha presentato un piano di salvataggio.

“Stiamo seguendo, come sempre ormai da settimane, la situazione della Melegatti passo dopo passo. Ora – ha detto Luca Zaia, presidente della regione Veneto – attendiamo il commissario per un primo confronto“.


http://www.wallstreetitalia.com/melegat ... a-pandoro/


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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 30/05/2018, 15:51 
vimana131 ha scritto:
Cita:
Addio Melegatti, fallisce la storica società del pandoro

http://www.wallstreetitalia.com/melegat ... a-pandoro/

Questa notizia mi tocca in modo particolare perché Melegatti è sempre stato il pandoro della mia infanzia e a casa nostra non c'era Natale senza un pandoro Melegatti. Quanti ricordi e scusate se è quasi estate ma un pensiero di amarcord è doveroso per questa grande azienda italiana.....




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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 30/05/2018, 17:25 
"Con l'euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più."

Cari ex dipendenti di Melegatti, prendete nota.



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 Oggetto del messaggio: Re: Migliaia di piccole e medie imprese chiudono.
MessaggioInviato: 30/05/2018, 22:10 
sottovento ha scritto:
vimana131 ha scritto:
Cita:
Addio Melegatti, fallisce la storica società del pandoro

http://www.wallstreetitalia.com/melegat ... a-pandoro/

Questa notizia mi tocca in modo particolare perché Melegatti è sempre stato il pandoro della mia infanzia e a casa nostra non c'era Natale senza un pandoro Melegatti. Quanti ricordi e scusate se è quasi estate ma un pensiero di amarcord è doveroso per questa grande azienda italiana.....



E' così anche per me... che tristezza.



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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