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MessaggioInviato: 17/10/2013, 18:43 
Artigiani, il 60% a un passo dal ko


Sempre più quelli che fanno ricorso al patrimonio personale per andare avanti


di ROBERTO ARTIOLI
RAVENNA. Il mondo dell’artigianato lotta contro la recessione. Gli imprenditori sempre più spesso fanno ricorso al patrimonio personale per andare avanti.
Questo è il quadro che emerge dall’indagine-consultazione “Quelli delle aree artigianali” condotta da Confartigianato Ravenna e presentata ieri da Riccardo Caroli e Antonello Piazza, rispettivamente presidente provinciale e segretario della sezione di Ravenna dell’associazione. Una trentina di imprese associate, che complessivamente contano circa 500 dipendenti, hanno risposto a un questionario. Il 57,1% delle imprese intervistate ha un massimo di 9 addetti, il 28,8% da 10 a 19 addetti e il 19,1% oltre i 19 addetti. «La nota più positiva – commenta Caroli – è che gli imprenditori mostrano la voglia di superare le difficoltà. Non c’è rassegnazione, si guarda avanti».Tra i vari dati snocciolati dall’associazione colpisce il fatto che oltre il 61% delle aziende intervistate dichiara di essere arrivata alla soglia minima. «Prevedono che in futuro non dovrebbe andare peggio di così – dice Piazza -; ma se la situazione precipitasse allora insorgerebbero veri e propri problemi di sopravvivenza».Nel 2013, rispetto al 2012, il 52,4% delle imprese dichiara una diminuzione di fatturato e ordini. Per il 2014 il 19% prevede un’altra diminuzione del fatturato, il 61,9% delle imprese presume un andamento analogo al 2013 e il 19% immagina di migliorare. Nel 2013 il 23,8% delle imprese ha registrato personale che si è dimesso o è stato licenziato, oltre il 30% ha utilizzato gli ammortizzatori sociali e un 28,6% ha assunto. Per il 2014 si prevede una flessione dell’utilizzo della cassa integrazione (9,5% delle imprese è interessato), una riduzione delle dimissioni/licenziamenti (il 4,7% pensa di licenziare) e oltre il 10% delle imprese pensa di assumere del personale.Altro tema molto delicato riguarda i tempi di pagamento: un vero e proprio tallone d’Achille. L’85% delle imprese utilizza come modalità di pagamento quella a 60 e 90 giorni che interessa rispettivamente il 50% e il 25% del fatturato. Il 50% delle imprese ha come scadenza i 120 giorni, il 40% quella di 150 giorni. Negli ultimi tre anni solo il 70% delle imprese ha investito utilizzando per il 30% il credito ordinario o le leggi d’incentivo, il rimanente 70% tramite i consorzi fidi o leasing. Il 38% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver fatto ricorso a strumenti finanziari per garantire liquidità alla propria impresa. La metà tramite la formula dell’autofinanziamento.In tema di imposte e tasse comunali l’indagine ha preso in esame l’Imu e la Tares. Nel 2013 agli immobili a uso produttivo (classificati nel gruppo catastale D e situati nel Comune di Ravenna) sarà applicata un aliquota del 10 per mille anziché il 10,6 per mille dell’anno scorso. «Per effetto dell’aumento dei coefficienti di calcolo delle rendite catastali – dicono da Confartigianato - gli aumenti, raffrontati all’Imu del 2012 sono mediamente del 8,33% ad aliquote invariate, mentre a Ravenna per la riduzione dell’aliquota l’aumento sarà al 2,2%». Per quanto riguarda la Tares una simulazione dell’associazione porta a prevedere per Ravenna un aumento di spesa da Tia 2012 a Tares 2013 del 26,16%.
http://www.corriereromagna.it/ravenna/2 ... sso-dal-ko

qui nel ravennate una situazione cosi'drammatica non si ricorda a memoria d'uomo.......................[:(!]


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MessaggioInviato: 17/10/2013, 19:15 
L'avevo detto l'anno scorso: siamo al dopo guerra! Anzi, allora c'era la SPERANZA! [^]



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MessaggioInviato: 17/10/2013, 19:59 
Questa volta però il nemico è ben più pericoloso.



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MessaggioInviato: 17/10/2013, 20:12 
.. e la luce che vedeva Monti (e Letta desso) erano quelle rosse del treno che si ... allontanava! Pezzi di somari!



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MessaggioInviato: 17/10/2013, 20:14 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

.. e la luce che vedeva Monti (e Letta desso) erano quelle rosse del treno che si ... allontanava! Pezzi di somari!




..prob sono le luci che illuminano i loculi del cimitero........ [:(!] [:(!]


Ultima modifica di ubatuba il 17/10/2013, 20:15, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 17/10/2013, 20:17 
Anche ...[:264]



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MessaggioInviato: 19/10/2013, 12:30 
L’INDAGINE
Riciclaggio e usura, dati allarmanti


Con la crisi economica crescono i fenomeni legati alla criminalità organizzata Lucchi (Confesercenti): «Situazione preoccupante, ma in città c’è troppo silenzio»


di CHIARA BISSI
RAVENNA. Nella graduatoria delle province italiane esposte ai fenomeni di usura e indebitamento patologico, Ravenna resiste nel gruppo dei territori meno in difficoltà, ma sono gli indicatori criminologici come l’incidenza del riciclaggio di denaro e dell’associazione per delinquere di stampo mafioso a precipitare il territorio in fondo alle classifiche.
Lo chiarisce uno studio stilato dalla Camera di commercio di Roma relativo al 2012. «In città - assicura Roberto Lucchi, direttore di Confersercenti - c’è troppo silenzio, invece le preoccupazioni sono forti. Cresce fra i ravennati un atteggiamento di tolleranza e di disattenzione nei confronti di certi fenomeni. Invece occorre tenere alta l’attenzione. Un segnale inequivocabile di questa situazione lo possiamo ricavare dal numero delle denunce dopo lo scoppio della crisi, riconosciuta come uno dei motivi dell’aumento dei fenomeni criminali. Ecco non è stato rilevato nessun incremento nelle denunce». Gli indicatori legati alla criminalità posizionano Ravenna al non lusinghiero 89esimo posto su 103 province per riciclaggio di denaro; al 58esimo per associazione a delinquere di stampo mafioso; al 54esimo per danneggiamento a seguito di incendio; al 35esimo per usura e al 90esimo per rapine. Un allarme già lanciato in un’intervista al Corriere dal giudice Piergiorgio Morosini, impegnato nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia a Palermo, che aveva chiesto la nascita di vero e proprio tavolo, capace di raccogliere le istituzioni e le categorie pronte ad azioni di contrasto e sensibilizzazione. Ravenna quindi non è immune, come tutta la Riviera, ha come fronti più sensibili il settore turistico, l’edilizia con il surplus del porto. Così l’indebitamento patologico delle imprese, ovvero una condizione non superabile con l’impiego di redditi propri e con alienazioni di beni propri porta ad avvicinare forme di credito illegale. Penalizzati il settore manifatturiero che produce beni per il mercato interno colpito duramente dalla crisi. La battaglia per la legalità di Confesercenti che ospita lo sportello regionale della rete Sos impresa continua con il monitoraggio delle attività presenti nel territorio. «Sono poche le richieste di aiuto rispetto all’entità dei fenomeni esistenti - conferma Roberto Lucchi - si rivolgono ad Sos imprese non solo titolari di attività, ma anche professionisti, casalinghe, pensionati e artigiani. Questo dà il senso dell’ampiezza e pervasività dei fenomeni di usura, estorsione e indebitamento patologico».Lungo e dolente l’elenco di situazioni che rendono vulnerabili ed esposte ad usura le imprese: la stretta del credito bancario, l’uso improprio delle linee di credito accordato, per fronteggiare le scadenze dei debiti, la concorrenza sleale di soggetti dediti all’illegalità fiscale e previdenziale che non rispondono agli obblighi di sicurezza e tutela ambientale nei luoghi di lavoro e nelle produzioni; il triste fenomeno delle pubbliche amministrazioni inadempienti nei confronti delle piccole imprese fornitrici di beni e servizi. Queste ultime oppresse da crediti che nel tempo diventano inesigibili, sono sottoposte ad un indebitamento, che porta al paradosso della chiusura per lavori eseguiti.

http://www.corriereromagna.it/ravenna/2 ... allarmanti

questo e' cio'che porta la "grande manovra"restrittiva approvata dal governo letta,se si pensa che ha ricevuto il plauso di obama,non si capisce con quale cognizione dato che manco i ministri la conoscono,forse e' un preveggente,essendo un nobel sulla parola.................... [:246] [:253]


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MessaggioInviato: 19/10/2013, 16:28 
Un pirla! sulla parola!
Si permette di dare consigli mentre lui sta ... affogando, aumentando i DEBITI! (E l'altro ne gongola pure) [:246]

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MessaggioInviato: 01/11/2013, 00:40 
Cita:
Si beve meno Coca Cola
Chiude uno stabilimento


L'annuncio dai vertici della multinazionale americana: il 28 febbraio cesserà la produzione a Gaglianico nel Biellese da dove escono ogni anno 30 milioni di casse. Salvi per ora gli altri tre stabilimenti italiani. E' l'effetto nel calo delle vendite

In Italia non si beve più Coca Cola, o comunque se ne beve meno rispetto al passato: 40 milioni di casse di bottiglie perse negli ultimi anni, secondo quando riferito dalla Flai Cgil. L'unica vittima della fine della passione degli italiani per l'oro nero dolce è lo stabilimento di Gaglianico, nel Biellese, dove se ne producono 30 milioni, e per il quale è stata decisa la data di chiusura. Mentre resteranno aperti e operativi gli altri tre, a Verona, in Abruzzo e a Caserta. L'ultima bottiglietta gasata targata Gaglianico sarà prodotta il 28 febbraio, hanno detto ieri i vertici di Coca Cola Hbc, la società greca che produce e commercializza i marchi di The Coca Cola Company nel nostro Paese, durante un incontro con i sindacati nella sede dell'Unione industriale di Biella convocato dopo l'annuncio, la settimana scorsa, dell'intenzione di chiudere lo stabilimento biellese dal quale escono anno 250 milioni di litri di Coca Cola, il 60-70 per cento della produzione totale, al quale si aggiungono la Fanta, la Sprite e le Coca Light e Zero che vengono distribuite sulle tavole di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.
"Non c'è nessuna volontà di lasciare l'Italia - fanno sapere dall'azienda - e l'unica chiusura prevista è quella di Gaglianico, ma siamo disponibili a un confronto con i sindacati per mettere in campo tutte le forme possibili di tutela sociale dei lavoratori". Nella fabbrica alle porte di Biella lavorano 90 persone, che tra poco più di tre mesi potrebbero rimanere senza lavoro. Domani faranno un'assemblea per decidere le strategie di protesta. "Siamo molto preoccupati - dice Valter Crespo, segretario generale della Flai Cgil Piemonte - e chiediamo all'azienda di esaminare tutte le proposte possibile compresa la possibilità di vendere lo stabilimento a qualcuno che garantisca la produzione. Serve l'impegno per il confronte - aggiunge - febbraio non è domani, ma non è nemmeno tra un anno".



http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... -69853550/


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MessaggioInviato: 01/11/2013, 14:40 
Incredibile....

i ristoranti, le trattorie, i locali e le discoteche sono in ginocchio e... questi cosa fanno?

Un ristorante, ad esempio, con la nuova tassa sui rifiuti passa da

800 euro l'anno a........ 4.000!!! [:D]

E questo avviene indipendentemente dalla immondizia che produce!!! [:o)]


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=Me5dS9-E0bY[/BBvideo]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 01/11/2013, 15:54 
questa cosa è confermata?! ma anche i fruttivendoli se non ho capito male... cioè i pochissimi fruttivendoli rimasti DEVONO chiudere perché 650% in piu!!..



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MessaggioInviato: 03/11/2013, 13:08 
Ieri e venerdì ho parlato con due amici, uno ha un albergo ristorante in culonia che lavora solo 3 mesi d'estate in pratica, l'altro ha un locale in centro.
Quello che ha il locale paga attualmente 5.000 euro (o 10.000 non ho capito bene ha circa 400mq di locale) di tassa rifiuti e ha detto che se questa cosa va avanti molto probabilmente chiude (mettendo in mezzo a una strada oltre a se stesso anche 8-9 dipendenti).
L'altro non mi ha detto niente ma non oso immaginare veramente come potrebbero affrontare la cosa.



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MessaggioInviato: 03/11/2013, 14:56 
Cita:
Solotecnico ha scritto:

Ieri e venerdì ho parlato con due amici, uno ha un albergo ristorante in culonia che lavora solo 3 mesi d'estate in pratica, l'altro ha un locale in centro.
Quello che ha il locale paga attualmente 5.000 euro (o 10.000 non ho capito bene ha circa 400mq di locale) di tassa rifiuti e ha detto che se questa cosa va avanti molto probabilmente chiude (mettendo in mezzo a una strada oltre a se stesso anche 8-9 dipendenti).
L'altro non mi ha detto niente ma non oso immaginare veramente come potrebbero affrontare la cosa.


L' offensiva degli idioti è al culmine.
Venduti ai poteri forti. E diamogli una lezione a sti cornuti una buona volta........

A chi ci intercetta un bel PRRRRRRRRRRROOOTTTTTTT !!!!!!!!!

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Ultima modifica di greenwarrior il 03/11/2013, 14:59, modificato 1 volta in totale.


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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 53047.html

Con la Tari, la nuova tariffa sui rifiuti, l'aumento medio dei costi nel 2014 sarà pari al 290% ma per alcune tipologie di impresa sarà ancora più salato: per un bar, infatti, sarà di oltre il 300%, per un ristorante del 480%, fino ad arrivare ad oltre il 600% per l'ortofrutta (+650%) e le discoteche (+680%).E' quanto emerge da un'analisi Confcommercio. Confcommercio ha calcolato gli effetti per le imprese del passaggio dalla Tarsu al nuovo tributo Tari sui rifiuti urbani introdotto con la legge di stabilità. La maggiorazione sarà di circa sei volte per i ristoranti, le trattorie e le pizzerie (+482%): la spesa annua tutto compreso, calcolata per un'attività con una superficie media di 200 mq, passerà così da 802,70 euro a 4.674,98 euro.

Ma la batosta maggiore sarà, come detto, di quasi otto volte per un negozio di ortofrutta (+650%) o una discoteca (+680%). Dall'analisi di Confcommercio emerge, in particolare, che per ortofrutta, pescherie, fiori e pizza al taglio (con superficie media di 100 mq) la spesa annua complessiva determinata dall'applicazione della Tari, dal prossimo primo gennaio, determinerà un passaggio da 401,35 euro a 3.008,40 euro. Per discoteche e night club (superficie media 200 mq) si passerà da 558,90 euro a 4.373,91 euro. Invece per bar, caffè e pasticceria l'incremento si attesterà al 314%; per supermercati, macellerie e generi alimentari al 188%; per alberghi senza ristorante al 118%; per campeggi, benzinai e impianti sportivi all'89%; per edicole, farmacie e tabacchi al 77%; per negozi di abbigliamento, calzature, librerie, cartolerie e ferramenta al 46%.




Se non è una dichiarazione di guerra premeditata questa....



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