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sezione 9 ha scritto:
La distanza è dibattuta, come ben sai. Sono gli indiani che parlano di 22 miglia e rotti (magari potevano anche dire 23,99, così si capiva meglio ancora la loro serietà...), gli italiani di 30 miglia.
Se come dici tu gli indiani non hanno inseguito, non possono neanche arrestare, visto che l'arresto possono farlo solo dopo aver inseguito. Ripeto: gli indiani hanno chiesto alla nave informazioni, la nave ha chiesto all'armatore cosa fare, l'armatore ha detto "manteniamo buoni rapporti, andate a dire cosa avete visto", la nave è tornata indietro convinta dagli stessi indiani che problemi non ce n'erano, e una volta arrivati in porto, l'India ha detto: siete in arresto, scendete con le buone o veniamo a prendervi con le cattive.
In qualsiasi stato di diritto (perfino l'Italia dei cialtroni, come si è vergognosamente detto), chi entra "testimone" non può finire dritto in galera. E gli indiani hanno fatto proprio questo trucco meschino, per tutta una serie di motivazioni. Si è detto Sonia Gandhi, ma nessuno ha ancora osato dire che gran parte dei pirati della zona centro-orientale dell'oceano indiano è proprio di origine indiana. Questi, per coprire le loro incapacità nell'eliminare i loro pirati, hanno trasformato i pirati locali in vittime dei soliti odiati occidentali.
E comunque, ripeto ancora, la questione non è più tanto sul "dove" ma sul "come". Sono gli stessi indiani che ora, non sapendo più che fare, la buttano sull'immunità dei soldati, sbagliando ancora una volta (dicono che sono soldati Nato e che l'India non ne fa parte). Questo è un professore di Diritto Internazionale de La Sapienza:
"I due soldati sono organi dello Stato italiano che hanno agito nell’esercizio delle loro funzioni. Di conseguenza, la loro azione, secondo un principio di Diritto internazionale antichissimo, non può essere imputata loro personalmente, ma deve esserlo allo Stato italiano. Per intenderci, se così non fosse, qualunque soldato che, in battaglia, uccidesse, potrebbe essere imputato di omicidio, pur avendo agito per conto dello Stato nell’ambito delle proprie mansioni ufficiali"
"Un eventuale illecito compiuto da un soldato non può essere imputato direttamente a lui nell’ambito del diritto penale di uno Stato, ma va imputato all’Italia nell’ambito del Diritto internazionale, ma l'India non sta riconoscendo il diritto della cosiddetta immunità funzionale, e se anche avessero violato gli ordini e le regole d’ingaggio sarebbero chiamati a risponderne, ma pur sempre nella propria giurisdizione"
"La regola in questione è di carattere consuetudinario, accertata attraverso una prassi secolare. La Commissione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare ha, inoltre, sancito il diritto di applicare sulle navi, se si trovano in acque internazionali, la giurisdizione dello stato di cui battono bandiera"
"Se anche il fatto fosse avvenuto all’interno delle acque territoriali, l’immunità funzionale va, in ogni caso, riconosciuta"
Enzo Cannizzaro, docente alla Sapienza. Cialtrone pure lui?
ma se sono organi dello stato
perchè la petroliera pagava
l'affitto/servizio dei militari ?
mah..